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Autore: R_just_R    21/05/2021    1 recensioni
[RusAme - One-sided FrUK - Soulmate!AU - Traduzione]
Qualsiasi cosa venga scritta sull’avambraccio compare anche su quello della propria Anima Gemella.
America e Russia, però, non hanno idea di essere legati dal filo rosso del destino e, sebbene durante le riunioni si scaglino l'uno contro l'altro, quando sono soli si scambiano messaggi inconsapevolmente.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland, Russia/Ivan Braginski
Note: AU, Soulmate!AU, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questa storia non appartiene a me ma alla sua autrice. Inoltre, questa traduzione si basa su quella inglese che potete trovare qui

Autrice: R_just_R
Traduzione dal russo all’inglese: rdirf

Titolo originale: (Не) Пиши мне – (Ne) Piši mne
Titolo inglese: (Don’t) Write to Me

Sinossi: “Qualsiasi cosa venga scritta sull’avambraccio compare anche su quello della propria Anima Gemella.
America e Russia, però, non hanno idea di essere legati dal filo rosso del destino e, sebbene durante le riunioni si scaglino l'uno contro l'altro, quando sono soli si scambiano messaggi inconsapevolmente.”



 
(Non) Scriviamoci 

Prologo

 
 
Anime gemelle. Due parole meravigliose, non è vero? E la bellezza non sta solo nel loro dolce suono, in qualche modo incantevole, ma nel significato stesso dell’espressione. Una persona che è legata a te, l’altra metà che ti completa, migliore amica e amante allo stesso tempo.
La gente si cerca continuamente, si sforza così tanto per incontrare al più presto possibile la propria persona speciale, l’unica e sola. La Dea Bendata è abbastanza caritatevole da aiutare coloro che si cimentano in questa impresa – concede l’opportunità di mettersi in contatto con la propria metà una volta raggiunti i sedici anni. Armati di penna, adolescenti da ogni parte del mondo attendono, fanno il conto alla rovescia dei minuti che li separano dal momento in cui potranno finalmente scrivere sul polso il fatidico: “Ciao, sono la tua anima gemella”. Aspetteranno per qualche istante trattenendo fiato. E che spettacolo i sorrisi – così pieni di meraviglia, entusiasmo e tenerezza – quando sulla pelle comparirà infine una risposta.

I paesi, però, non possono permettersi il lusso di rimanere intrappolati nell’ingarbugliato filo del destino. Non tengono conto dell’esistenza della loro anima gemella, della sorte o di qualsiasi altro tipo di felicità. Da secoli vige una regola non scritta, ma puntualmente rispettata, che scoraggia le nazioni a ricercare la compagnia della propria anima gemella. Non perché temano una punizione – tutt’altro – piuttosto perché ciò andrebbe a discapito del paese stesso.

Nessuno ricorda più con certezza chi per primo fece comprendere alle nazioni che esse sono condannate ad un’esistenza avvilente e desolante. Pare che sia stato Francia, quando scoprì che la sua anima gemella era una giovane umana con un’aspettativa di vita piuttosto breve. Francis, devastato dalla sua morte, divenne debole, trascurò le sue responsabilità e perse interesse per i propri affari internazionali. Quest’errore madornale valse da lezione per tutti gli altri paesi. Non era escluso che loro anima gemella potesse essere un umano, sarebbe stato dunque meglio non correre il rischio e resistere alla tentazione di scrivere qualcosa sul proprio braccio. 

Ovviamente, come spesso accade, la curiosità non poteva che avere la meglio su alcune nazioni. Russia, ad esempio, a partire dal sedicesimo secolo iniziò a scrivere dei messaggi alla sua potenziale anima gemella, ma senza successo. Non ricevendo mai nessuna risposta, la delusione di Russia cresceva sempre di più. Osservava tutte le persone felici che lo circondavano e, sopraffatto dall’invidia, anche le sue parole si facevano sempre più dure e sarcastiche. Sapeva che quell’atteggiamento non avrebbe portato a nulla di buono, così, verso il diciannovesimo secolo, Russia decise che era ora di porre fine a quei vani tentativi di rintracciare la sua anima gemella, possibilmente scomparsa da molto tempo, e concentrarsi sul bene del suo paese.
Il giorno stesso in cui prese questa decisione avvolse della stoffa intorno al braccio e per lungo tempo allontanò dalla mente qualsiasi pensiero avesse a che fare con le “fiamme gemelle” e simile robaccia.
Per Ivan tempi duri si avvicinavano: le rivoluzioni, le guerre, la perestrojka... con gli anni avrebbe acquisito esperienza, saggezza e potere, avrebbe fatto passare una vita o forse due e solo allora avrebbe osato rimuovere la stoffa, quando le anime gemelle non avrebbero più esercitato alcun fascino su di lui. Infatti, ormai non era che un osservatore spassionato che si approcciava alla questione con una buona dose di sano scetticismo.   

Un’altra nazione che infranse il tabù fu America – mosso da pura curiosità infantile. Liberatosi da poco dal giogo coloniale, Alfred diventava più forte di giorno in giorno, ma rimaneva un ragazzino ingenuo. Nel diciannovesimo secolo compì sedici anni e, andando contro gli insegnamenti inculcatigli da Inghilterra durante l’infanzia, con una penna d’oca ed estrema cura scrisse: “Ciao” sul polso. Quella notte Alfred non riuscì a dormire, troppo preso dal controllare in continuazione il punto in cui la sua grafia si era già sbiadita.
Non apparve alcuna risposta.
Provò ancora ed ancora, ignorando gli sguardi carichi di disappunto di Messico, Canada e delle altre potenze europee che si accorgevano delle tracce d’inchiostro sulla sua pelle. Alfred si scarabocchiava il braccio con la punta affilata della penna, strofinandolo fino a causarsi arrossamenti ed infiammazioni, ma tutto in vano.
Il mondo però cambiava in fretta e lo stesso faceva Alfred, che passò dal voler trovare la sua anima gemella al diventare una superpotenza. Tutto il resto divenne insignificante.
La sua giacca logora venne rimpiazzata da un bomber, iniziò a sfoggiare ghigni impertinenti invece che timidi sorrisi, gli occhiali che gli brillavano sul naso vennero sostituiti con una montatura nuova e il braccio venne coperto con una benda nera che Alfred tolse solamente alla fine della Guerra Fredda. 

Sia Russia che America avevano accettato la loro solitaria vita da nazioni e avevano trovato la felicità in altre cose. Tra queste, la competizione.

 
* * *


Ivan, seduto nella sala riunioni, stancamente e con lentezza stava riponendo i documenti nella sua carpetta nera di cuoio. La stanza si era svuotata piuttosto rapidamente: i rappresentanti cinesi si erano affrettati a prendere l’aereo e quelli russi erano di sicuro andati a casa. Fuori si era già fatto buio e la luna era alta nel cielo, come a volergli ricordare che un altro giorno era passato.

«Um, mi scusi, è lei Ivan Braginsky?», un’assistente gli si avvicinò da dietro, seguita dallo scalpiccio dei tacchi sul pavimento in legno. La donna gli rivolse un sorriso imbarazzato, avendo notato la sua aria assonnata, e si sistemò nervosamente la gonna. «Mi è stato chiesto di riferirle che per domani è stata fissata un’assemblea parlamentare alle tre del pomeriggio. Si discuteranno le modifiche alle leggi riguardanti la produzione e la diffusione di alcolici e superalcolici.»

Imprecando sottovoce, Ivan roteò gli occhi. Perché i politici dovevano affrontare proprio quella questione, tra tutte? Solo perché le loro mogli avevano proibito loro di bere avevano deciso di rovinare la vita anche a tutti gli altri? Ivan scosse il capo, afferrò la penna che la donna teneva tra le dita sottili e, non trovando fogli di carta sul tavolo, scrisse l’appunto direttamente sul proprio polso.
 

 
* * *

 
Alfred si rotolò di fianco e si stiracchiò, mentre i tiepidi raggi del sole primaverile gli pizzicavano il viso. Fece un fragoroso sbadiglio ed allungò la mano verso il cellulare per controllare che gli fosse arrivato qualche nuovo messaggio, ma si immobilizzò non appena dei segni blu cominciarono a delinearsi uno dopo l’altro sul suo polso.

Alfred balzò in piedi e, districatosi dalle lenzuola, si precipitò verso il bagno a sciacquarsi il viso con dell’acqua fredda. Una volta sicuro di essersi svegliato completamente, con cautela esaminò la scritta che, dopotutto, esisteva davvero. Non era qualcosa che si era solo sognato.
15:00 с. в К.[1], recitava la dicitura.
Alfred ingollò, ricalcando con la punta delle dita quei simboli imprecisi, e con uno scatto tornò nella sua stanza per prendere una penna.

Sì, America aveva promesso a se stesso che avrebbe smesso di provare, ma adesso era certo che la sua anima gemella fosse viva e che la potesse contattare. La tentazione era semplicemente troppo forte. Forse stava commettendo uno sbaglio, ma doveva essere destino che gli eventi prendessero una piega così interessante.


[1]Riunione al Cremlino alle 15:00

Translator's notes
Ciao! Sono sempre io e, questa volta, ho deciso di cimentarmi in una traduzione. 
Onestamente, amo davvero tantissimo questa storia ed infatti sono davvero felice di aver ricevuto il permesso di tradurla in italiano. Spero che possa piacere anche a voi tanto quanto piaccia a me! Trovo che sia davvero un gioiellino. 
E poi, amo tantissimo questa coppia <3 
Per quanto riguarda la frequenza degli aggiornamenti, credo che tradurrò un capitolo al mese. 

Come sempre, ringrazio tantissimo chi abbia letto questo prologo e queste note, spero che decidiate di dare un'opportunità a questa storia. 
Grazie ancora e ci vediamo al prossimo capitolo, 
bye <3  
   
 
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