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Autore: ArrowVI    24/05/2021    1 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 10-36: Disfatta



Il duello fra Andromeda e Astarte si fece ancora una volta intenso: le loro lame continuarono a collidere tra loro in una danza mortale dalla quale nessuno dei due voleva uscire sconfitto.
Nonostante la sua palese superiorità fisica, ancora una volta nessun attacco da parte del soldato fu in grado di danneggiare quel mostruoso avversario.

Pur non essendo la prima volta che le vide, Andromeda ancora non riuscì a credere quanto fossero elevate le capacità rigenerative di quella non-morta.
E, come se non bastasse, Astarte cominciò a tenere le distanze da lui, saltando da una parte all'altra sul campo di battaglia per evitare di restargli vicino troppo a lungo: nonostante il soldato non conoscesse incantesimi curativi potenti, anche uno debole era abbastanza per interferire con le sue abilità rigenerative e causarle sofferenze indescrivibili.

Quei minuti sembrarono ore, ore durante le quali i ricordi degli allenamenti e del tempo trascorso con Lilith continuarono a riaffiorare nella mente del soldato.
La non-morta davanti a lui era lei, non c'era più nessun dubbio a riguardo... Quella domanda, quindi, si fece rapidamente largo nella testa di Andromeda.


"Chi è stato?"
Sapeva che nessuno, tra i soldati che presero parte alla Notte Cremisi, fosse in grado di rivaleggiare con lei in un duello... Quindi chi fu a ucciderla, quel giorno?
Chi era abbastanza forte da sconfiggere un duellante abile come lei?

In quell'istante, Andrew cominciò a digrignare i denti.

<< Chiunque sia stato... >>
Ruggì.

<< Te la farò pagare! >>



Prima che lo spuntone di pietra potesse raggiungere Arthur, Iris intercettò l'attacco con la sua falce, riducendolo in frantumi in una frazione di secondo con movimenti fulminei e precisi.

Nonostante fosse molto più abile a usare le magie, le sue abilità con quella falce erano impressionanti anche tra i Dodici Generali.

Belzebub sbuffò, mentre una smorfia infastidita si fece rapidamente largo nel suo volto. 


<< Cosa stai facendo?! >>
Esclamò Iris, attirando l'attenzione di un Arthur ancora confuso.

<< Non hai davvero intenzione di giocare al suo gioco, vero?! Sta mentendo, se ti arrenderai così facilmente che ne sarà di tutti gli altri?! >>
Sentendo quelle parole, Arthur evitò il suo sguardo.

Conosceva perfettamente i rischi a cui stava correndo incontro.

<< Con quale coraggio ti sei permessa d'interferire, Iris? Questo "gioco" non ti riguarda: rimani tra gli spettatori e gustati lo spettacolo, maledetta traditrice. >>
Disse il demone.

<< State cominciando davvero a darmi sui nervi... >>
Sussurrò subito dopo, fra se e se.


Arthur sapeva quanto fidarsi delle parole di Belzebub fosse rischioso. Un serpente come lui avrebbe potuto tranquillamente rimangiarsi le parole... 
Ancora una volta, non fu in grado di prendere una decisione.


"E' semplice sapere cosa fare, quando puoi vedere il futuro."
"Tu e le tue maledette visioni! A che serve lavorare così duramente, se poi sei tu a scrivere il nostro futuro?!"

Arthur non riuscì mai a comprendere il vero significato di quelle sue visioni. Più volte si domandò se fossero effettive visioni, o se stesse scrivendo il futuro con le sue stesse mani... In tal caso, non era forse lui a scegliere il futuro delle altre persone? E se ci fosse stato un modo per controllarle?

Ogni sua visione si avverò. 
Dalla morte di Xanders, all'attacco dei Demoni alla capitale... Tutto.
Ogni sua decisione, ogni tentativo di cambiare il futuro si rivelò vano.


Anche stavolta, morire per mano di Belzebub era ciò che sarebbe dovuto succedere.
Quindi... Perché avrebbe dovuto combattere il suo destino?


"Ti arrendi troppo facilmente, Arthur."
Le parole di Xanders gli tornarono in mente, parole che era solito ripetergli durante gli allenamenti.

"Sei molto più forte di me, Maestro... Non credo di essere in grado di raggiungere un livello del genere..."
Rispose un giovane Arthur, ancora inesperto.

"Tsk."
Ringhiò con fare infastidito, Xanders.

"Sei sicuro di essere un Pendragon? Sei molto più insicuro dei tuoi predecessori."
Gli domandò subito dopo.

"Ho... Le mie ragioni, per non essere sicuro di me stesso."
Rispose Arthur, senza scendere nei dettagli.

"Diciamo che... Credo di avere una 'brutta' influenza nel futuro delle persone..."
Continuò subito dopo, lasciando il suo maestro più confuso di prima.

"Parla come mangi, ragazzino, non ho idea di cosa stai dicendo."
Gli rispose, grattandosi la testa.

"Non devi essere forte come me."
Aggiunse subito dopo, attirando la sua attenzione.

"Ho anni di esperienza, tu hai appena cominciato il tuo cammino. Sei un Pendragon, e puoi controllare il potere del Grail e di Excalibur: sarai in grado di raggiungere il mio livello, un giorno. Ciò che ti manca è la sicurezza. Cerca in cuor tuo ciò che t'importa di più, e combatti per proteggerlo. Qualunque cosa essa sia, non ha importanza: può anche essere una ragione stupida, l'importante è che abbia valore per te."
Continuò.

"Perché sei diventato un soldato, Maestro?"
Gli domandò Arthur.
Xanders cominciò a ridere.

"Mi annoiavo, e mi piaceva spaccare la testa ai demoni."
Quelle parole colsero il ragazzo alla sprovvista.

"Molto meno eroico di quanto mi aspettassi..."
Sussurrò Arthur.

"Ciò che voglio dire è che non devi essere ciò che gli altri si aspettano da te. Trova i tuoi motivi per conto tuo, qualcosa per cui vuoi lottare, un obiettivo che vuoi raggiungere. I miei motivi saranno stupidi, ma mi hanno permesso di arrivare dove sono ora. Ora spetta a te trovare i tuoi."



<< Non ti permetterò di fare del male a nessuno, Belzebub! >>
Disse Iris, attirando finalmente l'attenzione di Arthur che tornò finalmente in se, dopo essersi perso nei suoi pensieri.

<< Tutto questo deve finire, perché non possiamo provare a ricominciare da capo? >>
Aggiunse subito dopo.


<< Ancora con quelle stupide illusioni, perché non chiudi la bocca per una volta tanto?! Stai calpestando l'onore e la memoria dei nostri fratelli e sembra che non t'interessi! Con quale coraggio ti consideri una di noi, Iris?! >>
Prima che Iris potesse rispondergli, Belzebub esplose in tutta la sua furia.

Alzò rapidamente una mano al cielo, quindi il terreno cominciò rapidamente a tremare mentre spuntoni di pietra sbucarono ancora una volta da esso.

<< Ne ho avuto abbastanza di questi tuoi stupidi discorsi! >>
Con un rapido movimento del braccio, Belzebub scagliò una dozzina di spuntoni affilati verso la sua vecchia compagna, che a malapena fu in grado di evitare quel massiccio assalto.


Poi un sorriso minaccioso si fece rapidamente largo nel suo volto.


<< E ora sparisci dalla mia vista. >>
Disse, stringendo il pugno.

In quell'istante il terreno andò in frantumi sotto ai suoi piedi, e una mano di pietra si sollevò dal terreno, bersagliando Iris.
Se l'avesse afferrata, non avrebbe avuto scampo: sarebbe stata stritolata viva.

Con un rapido fendente della sua falce, Iris riuscì rapidamente a tagliare in due la mano di pietra, ma realizzò troppo tardi che l'obiettivo di Belzebub fosse un altro.
Approfittando della sua distrazione, infatti, nuovi spuntoni di pietra arrivarono alle sue spalle.

Due le infilzarono le ali, mentre un terzo la colpì nella gamba sinistra.
Urlando dal dolore, Iris cadde al suolo, ricoprendolo con il suo sangue azzurro, mentre una nuova ondata di spuntoni cominciò a muoversi rapidamente nella sua direzione.
Provò a raggiungere la sua arma, ma ogni movimento non fece altro che peggiorare la situazione.



Arthur aveva ragione: senza il potere del Grail, sconfiggere un demone come Belzebub non era possibile, per lui.
Quegli attacchi non fece neanche in tempo a vederli... Era palese, a quel punto, che quel demone fosse molto più potente di quanto si aspettasse, che, durante il loro incontro, Belzebub non avesse effettivamente dato il meglio di se stesso.


Se non fosse intervenuto, Iris sarebbe morta. 
Ma, se l'avesse fatto...


"Se sprechi troppo tempo a rimuginare sulla tua decisione... Allora la tua decisione era quella sbagliata fin dal principio."


In un istante il soldato afferrò la sua fidata Excalibur, invocando il suo nome. Una intensa luce lo avvolse, mentre scattò verso Iris.

Erano troppi, e troppo vicini al loro bersaglio: non avrebbe fatto in tempo a distruggerli tutti.




La sua vista cominciò rapidamente ad appannarsi, il sangue cominciò lentamente a sporcare terreno ai suoi piedi, incontrollato.
Provò a prendere dei profondi respiri, ma l'aria cominciò a mancargli. Ogni più piccolo movimento portò con se un dolore indescrivibile che Arthur non riuscì a sopportare.

Le urla di dolore gli si bloccarono in gola, e a stento riuscì a trattenere le lacrime.

Vide una figura seduta davanti a se, nel terreno.
Non riuscì a vederla per bene, ma realizzò chi fosse... Quindi provò a sorridere.


Prima che fosse troppo tardi, Arthur spinse Iris fuori dalla traiettoria di quegli spuntoni prima che potessero raggiungerla...
Poi provò a distruggerli con un fendente, ma non ebbe abbastanza tempo per provarci.

L'attacco che avrebbe dovuto uccidere Iris lo colpì in pieno, trapassandolo da parte a parte in svariate parti del suo corpo, lasciandolo sospeso in aria come una macabra marionetta legata a dei fili insanguinati.


Il suo volto si fece rapidamente sempre più pallido, la luce nei suoi occhi lentamente andò sfocando...
Excalibur, con cui provò a intercettare quell'attacco prima di venir colpito in pieno, gli scivolò dalle mani cadendo al suolo con un forte tonfo metallico.



Ancora una volta le sue visioni si rivelarono essere realtà... 
Il soldato più forte di tutta Gaia è ormai caduto.


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Fine del capitolo 10-36, grazie di avermi seguito e alla prossima! Mancano appena 3 capitoli (o meno, dipende da alcuni piccoli fattori) alla fine di questo mastodontico volume (il più grande di tutto il racconto)

   
 
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