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Autore: evelyn80    26/05/2021    2 recensioni
Evelyn Knight è una ragazza diciassettenne appena trasferitasi a Phoenix. I suoi genitori, per lavoro, hanno viaggiato in lungo e in largo per tutti gli Stati Uniti e lei non è mai riuscita a farsi delle vere amicizie, perché ogni volta che iniziava a entrare in confidenza con qualcuno era costretta a ripartire al seguito dei suoi.
Iscrittasi alla 4^C della Millennium High School, prova subito molta simpatia e fiducia per Kim Winternight, sua compagna di banco, con la quale instaurerà uno splendido rapporto di amicizia.
Tra gli studenti della sua classe si trovano anche i componenti di due complessi che aspirano al prestigioso titolo di “band della scuola”, a cui spetterà l'onore di suonare al Gran Ballo di fine anno: i “The Big Thing” e i “The Real Thing”.
Non mancherà quindi la competizione tra i due gruppi, unita a momenti divertenti e alle classiche cotte da liceali.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nella puntata precedente: Kim Winternight, profondamente seccata dal comportamento infantile dei membri delle due band di classe, decide di non andare alle prove di nessuno dei due gruppi, lasciando che Evelyn Knight, la sua compagna di banco, vada ad assistere a quelle dei TBT in compagnia di Greta Rossellini e Linda Benedetti. Ma quando si scontra con John Dolmayan – il ragazzo per il quale ha una cotta – e viene a sapere che lui andrà alle prove dei TRT, decide di andare anche lei nella speranza di passare un pomeriggio piacevole.

Se volete saperne di più, leggete qui il suo capitolo: "Che acida!"

 

 

Sgamata!

 

 

È ufficiale: Carmelinda Benedetti mi sta sul gozzo!
L'avevo già intuito venerdì all'uscita da scuola, quando si è messa a blaterare su quanto fosse bello Peter e via dicendo; ma sabato pomeriggio, durante le prove dei TBT, ne ho avuto la conferma.
Sarei tanto voluta andare ad assistere alle prove con Kim, ma lei non ne aveva voglia, e allora Greta e Linda si sono offerte di accompagnarmi. Ho accettato perché mi piaceva tantissimo l'idea di andare ad ascoltare un po' di musica, ma se avessi saputo che sarebbe andata a finire così sarei rimasta a casa pure io.
Durante il tragitto in autobus fino alla scuola, Linda non ha fatto altro che parlare di Belli Capelli: «E Peter qui... e Peter là...». BLA BLA BLA. Giuro che me lo ha fatto quasi venire a noia!
Poi, non appena siamo entrate nella loro sala prove, si è subito messa a cinguettare e a sgambettare come una cheerleader, anche se Peter non l'ha nemmeno degnata di uno sguardo intento com'era a sistemarsi i capelli fissandosi nello schermo del telefonino.
La sala prove dei TBT si trova proprio nel sottotetto della scuola, una stanza col soffitto a doppio spiovente e con delle finestre minuscole che non si possono nemmeno aprire, e lì dentro faceva un caldo d'inferno. L'unica nota positiva è che oltre a noi tre ragazze, c'erano anche Jacklynn e Diane.
Quando siamo arrivate, loro due erano già sedute a gambe incrociate per terra, con la schiena appoggiata alla parete della stanza proprio sotto lo spiovente più basso. Non appena io e Greta le abbiamo raggiunte ho capito perché stavano proprio lì: accanto a loro c'era l'unica finestra che aveva un vetro rotto, da cui filtrava appena un filo d'aria fresca.
Mi sono seduta accanto a Jackie, che mi ha accolto con un sorriso, ma non ho fatto in tempo a rilassarmi che già Danny e Terry sono venuti a darci il benvenuto. Il primo è riuscito a raggiungere agevolmente la parte più bassa della soffitta senza nemmeno doversi chinare mentre Terry, invece, ha sbattuto sonoramente la fronte contro una trave di legno prima di ricordarsi di essere troppo alto. Ha piegato le ginocchia e ha iniziato a camminare come una papera, ma ormai il danno era fatto e gli è subito spuntato un bernoccolo grande come un uovo.
Jacklynn si è alzata di scatto, togliendo dal suo zainetto una bottiglietta d'acqua e un fazzoletto di stoffa. Lo ha bagnato ben bene e poi ha iniziato a passarlo sulla fronte di Terry, che ha socchiuso gli occhi e ha cominciato a mugolare di piacere.
Quando è tornata a sedersi accanto a noi l'ho guardata inarcando le sopracciglia: Kim mi aveva accennato che a Terry piaceva Jacklynn, ma non avevo capito che l'interesse fosse reciproco.
«A te piace quella specie di orango troppo cresciuto?», le ho chiesto incredula, mentre il ragazzone si batteva i pugni sul petto proprio come uno scimmione, forse per dimostrare la sua soddisfazione per le attenzioni appena ricevute.
Jackie è arrossita e ha fatto cenno di sì con la testa.
«È simpatico... ed è anche dolce», ha detto guardandolo con occhi sognanti. Mi sono girata verso Greta e le ho lanciato un'occhiata scettica, dubitando fortemente che Terry potesse avere tutte queste doti nascoste, ma lei ha rivolto gli occhi a terra e non ha ricambiato il mio sguardo.
Visto che eravamo in argomento, mentre i ragazzi finivano di accordare gli strumenti abbiamo iniziato a chiacchierare su chi fosse il più carino della classe.
«Che domande! È Peter, ovvio!», ha esclamato Linda che ci aveva appena raggiunte, dopo aver saltellato inutilmente attorno all'oggetto dei suoi desideri per dieci minuti buoni senza ottenere la sua attenzione.
«Non è vero», ha replicato Jacklynn, «Terry è molto più carino di lui!».
Hanno iniziato a battibeccare tra di loro, e visto che non le sopportavo più ho deciso di allontanarmi un poco. Greta e Diane mi sono venute dietro. Ci siamo sistemate dalla parte opposta della stanza e ci siamo preparate ad ascoltare un po' di buona musica. Non ho potuto fare a meno di inorridire nel notare che Walter e Lee, i più alti della classe – obbligati a stare in piedi per suonare visto che i loro strumenti sono rispettivamente il sax e la tromba – erano costretti a stare immobili proprio al centro del sottotetto, con la testa in mezzo alle ragnatele che pendevano dalle travi di legno del soffitto.
«Questo posto ha dannatamente bisogno di una pulita», ho borbottato rabbrividendo e guardandomi attorno in cerca di ragni, già pronta a schiacciarne qualcuno.
«È vero», ha annuito Greta. «Ci avevo già pensato anch'io. Alla fine delle prove potremmo dirlo ai ragazzi e potremmo organizzare un pomeriggio da dedicare alle pulizie, che ne dici? Se lavoreremo tutti insieme faremo prestissimo e ci divertiremo pure!».
Ho annuito con entusiasmo e abbiamo subito chiesto la collaborazione di Diane, che ha accettato con piacere.
Nel frattempo i ragazzi avevano iniziato a suonare. Devo dire che il loro sound, un misto di rock, jazz e blues, mi piace parecchio. La voce di Terry è bassa e profonda, e quella di Robert calda e vibrante. Quando invece è arrivato il turno di Peter sono scoppiata a ridere: ha iniziato a cantare in falsetto, e la sua voce pareva quella di una gallina strozzata.
«Cosa c'è di tanto divertente?», ha esclamato Linda, che nel frattempo aveva interrotto il suo battibecco con Jackie e si era messa a sedere accanto a Greta.
«La sua voce», ho risposto subito. «Non senti che pare un pennuto preso per il collo?».
Linda si è incupita e ha incrociato le braccia sul petto. «Non ti permetto di parlare male della voce di Peter! Lui è stupendo in tutto quello che fa!».
Il suo ennesimo elogio a Belli Capelli mi ha fatto venire il nervoso: è vero, anch'io lo trovavo carino, molto carino in verità, ma non avevo certo gli occhi foderati di prosciutto come i suoi da non riuscire a vedere i piccoli difetti che aveva Peter, come il toccarsi i capelli in continuazione o il suo modo inascoltabile di cantare.
«Secondo me è inutile che ti affanni tanto per lui, non ti ha cagato nemmeno di striscio da quando siamo arrivate!», le ho risposto, piccata.
Linda si è rabbuiata ancora di più.
«Sei proprio acida come Kim! Ora capisco perché andate tanto d'accordo!», ha sibilato.
«Io non sono acida!», ho replicato puntando i pugni sui fianchi. «E nemmeno Kim lo è!».
«Invece sì! Acida, acida, acida!».
Le nostre voci si sono alzate talmente tanto che i ragazzi hanno perfino smesso di suonare nel bel mezzo di un assolo di flauto di Walter, ma noi eravamo talmente impegnate a litigare che non ce ne siamo nemmeno accorte.
«Okay, ragazze, ora basta... non è necessario che litighiate per me!», ha esclamato Danny alzandosi dalla batteria con un sorrisone e avvicinandosi a noi, con le braccia tese in avanti in atteggiamento da paciere.
Linda si è voltata di scatto verso di lui e gli ha sibilato: «Ma chi ti considera, tappo di bottiglia che non sei altro?».
«Ehi, cos'è, anche tu hai le tue cose come Kim?», ha esclamato Terry spalancando le labbra nel suo sorriso da cavallo, facendo scoppiare a ridere tutti gli altri ragazzi.
Linda si è girata verso di lui sbuffando dalle narici come un toro, poi ha raccolto le sue cose in fretta.
«Me ne vado, tanto non c'è niente di interessante da vedere, qui!».
«Vai pure, non ti ferma nessuno», ha replicato Robert, seduto dietro il suo organo elettrico.
Lei si è voltata verso Greta, fissandola con sguardo interrogativo.
«Tu non vieni?», le ha chiesto secca, ma la sua compagna di banco ha fatto timidamente cenno di no con la testa.
«Preferirei rimanere, se non ti dispiace».
Linda ha scrollato il capo e ha alzato lo sguardo al soffitto.
«Fa' come ti pare! Ci vediamo lunedì», e ha lasciato la sala in un turbine di lunghi capelli castani.
«Scusate ragazzi se vi abbiamo interrotto», ho mormorato, sentendomi improvvisamente al centro dell'attenzione e irrimediabilmente ridicola: in fondo anch'io avevo contribuito a far confusione.
«Tranquilla, Eve, è tutto a posto», ha replicato Danny dandomi un buffetto sulla guancia prima di tornare alla batteria. Ha battuto insieme le bacchette per dare l'attacco e i TBT hanno subito ripreso a suonare da dove si erano interrotti.
Nonostante tutto sentivo ancora le guance andarmi a fuoco: era la prima volta che mi rendevo protagonista di un battibecco con una mia compagna. Di solito, nelle altre classi che avevo frequentato, non ero mai riuscita a integrarmi con gli altri, abituata com'ero a spostarmi in continuazione, mentre invece, stavolta, mi ero sentita punta sul vivo da quel commento su Kim. Lei è la prima ragazza con cui sono riuscita a legare veramente, e mi era dispiaciuto moltissimo sentir parlare male di lei.
Chissà cosa sta facendo Kim, adesso?” ho pensato dentro di me. “Non vedo l'ora che sia lunedì per raccontarle tutto”.


Dopo circa un'ora i ragazzi, stanchi e sudati come cavalli, hanno deciso di fare una pausa. Jacklynn e Diane avevano portato la merenda per tutti – a quanto pare è una loro consuetudine – e ci siamo messi a mangiare insieme, stravaccati in circolo sul pavimento di linoleum scuro.
Mi sono ritrovata seduta tra Danny e James senza neanche rendermi conto di come fosse successo, e subito mi sono sentita a disagio, perché se poca confidenza avevo dato alle ragazze prima di arrivare alla Millennium High School, ancor meno ne avevo data ai ragazzi.
Mi sono guardata attorno in cerca di Greta, Diane e Jacklynn: la prima era seduta tra Walter e Lee, alla mia destra, e stava mangiando il suo sandwich tenendo gli occhi bassi; la seconda era seduta accanto a Peter; mentre Jackye era già impegnata ad amoreggiare con Terry, e non si capiva più dove finisse la lingua del ragazzo e cominciasse la sua.
Fissando la scena più attentamente ho subito notato due cose: Belli Capelli e Diane si lanciavano occhiate di sottecchi – e per la prima volta Peter non stava tormentando i propri capelli – e Walter non riusciva a distogliere lo sguardo da Jacklynn che scambiava i propri liquidi con Terry. Così ho capito che molto probabilmente Peter e Diane si piacciono (e se proprio devo lasciare Peter a qualcuna, preferisco lasciarlo a lei che non a Linda), e che altrettanto probabilmente a Wally piace Jackie, ma lei ha occhi solo per quello scimmione di Terry.
I miei pensieri sono stati bruscamente interrotti da Danny che, di punto in bianco, dopo aver finito di mangiare il proprio panino si è sdraiato per terra a pancia in su e mi ha poggiato la testa sulle gambe. Mi ha colto talmente di sorpresa che non ho avuto nemmeno la forza di reagire. Ho lasciato che si mettesse comodo e mi fissasse con un sorriso stampato sulla sua faccia da topo. Ho sentito il viso andarmi a fuoco. So benissimo che Danny ci prova con tutte: Kim mi ha messo in guardia, e poi lo avevo capito anche da sola, ma non posso certo negare che mi ha fatto molto piacere ricevere le sue attenzioni. Era la prima volta che mi succedeva, perché fino ad allora non mi aveva mai considerato nessuno visto che non sono un granché, e non ho potuto fare a meno di pensare che era dannatamente piacevole.
Ho appoggiato la schiena contro la parete e ho chiuso gli occhi, godendomi quel momento, quando ho sentito James esclamare:
«E Danny miete un'altra vittima!».
Ho spalancato le palpebre di colpo e mi sono voltata a guardarlo: stava ridendo apertamente, gli occhi socchiusi.
«Guarda che io non sono una vittima di Danny!», ho esclamato risentita. Non volevo certo passare per una ragazza facile. «Non è affatto il mio tipo, ma non ci vedo niente di male nel fargli appoggiare la testa sulle mie gambe, se gli fa piacere».
Ho lanciato un'occhiata a Danny, per vedere come aveva preso le mie parole, ma lui pareva non avergli dato il minimo peso: evidentemente doveva esserci abituato.
«E allora chi è il tuo tipo?», mi ha chiesto a bruciapelo Robert, lasciandomi spiazzata.
Mi sono sentita arrossire ancora di più. «Nessuno di voi!», ho risposto secca, cercando di non cadere nella trappola, ma involontariamente i miei occhi hanno saettato in direzione di Peter e Bobby se n'è accorto.
«Oh, no! Ne abbiamo un'altra in fissa con te, Belli Capelli», ha esclamato rivolgendosi all'amico, seduto a gambe incrociate accanto a lui.
Peter ha scosso il caschetto di capelli biondi per ravviarseli e mi ha guardato come se fossi un insetto fastidioso.
Mi sono sentita morire di vergogna! Il mio tentativo di sfuggire alla trappola di Robert era miseramente fallito, e ora praticamente metà della classe sa che mi piace Peter!
Mi sono alzata di scatto, facendo sbattere a Danny la testa per terra: sapevo già che, da un momento all'altro, i ragazzi avrebbero cominciato a prendermi in giro, e io non volevo certo stare lì ad ascoltare i loro commenti. Così ho afferrato anch'io le mie cose al volo, come aveva fatto Linda prima, e ho imboccato la porta di volata senza nemmeno salutare, scendendo i gradini a due a due rischiando di cadere da un momento all'altro e di rompermi l'osso del collo.
Quando sono arrivata nell'ingresso ho sentito della musica hard rock provenire dal seminterrato: probabilmente la saletta dei TRT deve trovarsi laggiù. Per una frazione di secondo ho pensato alla possibilità di scendere le scale per andare a vedere se Kim fosse andata alle loro prove, ma poi ho deciso che, se davvero fosse stata lì, non sarebbe stato giusto disturbarla mentre lei si stava divertendo, e allora ho imboccato il portone d'ingresso e sono uscita fuori nel cortile. Mi sono fermata a riprendere fiato appoggiandomi al cancello, tinto di un insopportabile color diarrea, pensando a quanto fossi stata sciocca e a quello che avrei dovuto sopportare in classe da quel momento in avanti. Se almeno avessi avuto il numero di telefono di Kim! L'avrei potuta chiamare per raccontarle tutto, ma ci siamo proprio dimenticate di scambiarcelo.
Stavo giusto per imboccare il cancello e andare alla fermata dell'autobus quando la voce di Greta mi ha raggiunto.
«Aspettami, Evelyn, vengo anch'io!».
Mi sono voltata a fissarla con sguardo interrogativo.
«Non mi andava più di rimanere», ha risposto alla mia implicita domanda. «Sai... non sopportavo più di vedere Terry e Jackie che limonavano», ha ammesso a bassa voce.
«Anche a te piace Terry?», le ho chiesto, e lei ha annuito piano. «Scusami se prima mi sono dimostrata scettica sulle sue qualità», ho aggiunto. «Non sapevo che ti piacesse, e non volevo offenderti».
Lei si è stretta nelle spalle. «Tanto a lui piace Jackie e io non ho nessuna speranza».
L'ho abbracciata forte, sentendola vicina come una compagna di sventura. L'unica sua fortuna è che né Terry, né nessun altro, è a conoscenza della sua infatuazione, e quindi nessuno può prenderla in giro... al contrario di quanto di sicuro succederà a me!
Ci siamo incamminate insieme verso la fermata, entrambe con lo sguardo basso: questo sabato non sarebbe potuto andare peggio di così!

  
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