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Autore: Ayumi Yoshida    27/05/2021    3 recensioni
Un’altra occhiata al giorno che precede uno dei più importanti della vita di Naruto: l’indomani sarà nominato Hokage.
Capitolo 1 (I ninja di Konoha, meno uno): “Tu cosa penseresti se tua figlia all’improvviso ti dicesse che vuole uscire con le amiche in minigonna?” si difese Choji battendo un pugno che fece vibrare vistosamente il bancone.
“Che certamente non sta uscendo con le amiche.”

Capitolo 2 (Naruto e Hinata): "Scusami Hinata. Sono ubriaco fradicio." biascicò.
La kunoichi gli sorrise in tralice.
"Io non credo. L'ultima volta che hai bevuto, quando sei tornato quasi ti sei messo a piangere dicendo che non volevo uscire con te."

Capitolo 3 (Boruto e Himawari): “Una volta la mamma mi ha detto che i bambini nascono quando la mamma e il papà stanno vicini, e loro sono vicinissimi!” spiegò senza alcuna ombra di imbarazzo nella voce. (…)
Suo padre era davvero uno stupido; si buttava a capofitto in ogni impresa senza neppure pensare.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Boruto Uzumaki, Himawari Uzumaki, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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3

Tre per tre

 

 

3.      Il terzo fratellino (Boruto e Himawari)

 

 

Boruto si sollevò di scatto nel letto, spalancando gli occhi all’improvviso come se avesse dimenticato qualcosa di estremamente importante.

La radiosveglia a forma di rana sul suo comodino segnava le tre e tredici: era già domenica. A quel pensiero, improvvisamente gli tornò tutto in mente: si precipitò giù dal letto sbattendo i piedi e scese di corsa le scale, senza preoccuparsi di fare rumore.

Tra meno di sette ore suo padre sarebbe stato celebrato come Hokage di fronte all’intero Villaggio, ed era certo che egli non fosse ancora tornato a casa per il troppo lavoro. Come era accaduto sempre più spesso negli ultimi mesi, dopo che Kakashi-sensei gli aveva comunicato che sarebbe stato lui ad occupare il suo posto come Hokage.

Spalancò la porta del soggiorno e si precipitò dentro frenando appena in tempo per non sbattere contro il divano. Uno strano sibilo proveniva dai cuscini: Boruto si sporse oltre lo schienale e inorridì.

Sua madre e suo padre, i corpi stretti l’uno all’altro come due noodle annodatisi nel brodo del ramen, dormivano profondamente, senza dar segno di averlo sentito, nella seduta troppo stretta del divano. Non riusciva a vederli bene, ma suo padre aveva incrociato le braccia dietro la schiena di sua madre per non farla scivolare, dato che lei dormiva sul lato che dava al pavimento, e c’era una forza nella sua stretta che gli parve esagerata per un uomo che dormiva a quel modo. Soltanto il sibilo del suo russare – suo padre dormiva spesso con la bocca aperta – animava il soggiorno immerso nella semioscurità, ma sua madre sembrava non udirlo affatto.

Imbarazzato, Boruto fece automaticamente un passo indietro. Per un attimo temette di aver interrotto qualcosa di importante, un momento lungamente atteso: erano giorni che suo padre si faceva vedere raramente a casa, praticamente lo aveva incontrato solo due o tre volte nell’ultima settimana, e alcune volte gli era parso di scorgere una certa tristezza negli occhi di sua madre.

Però, in quel momento, ella stava sorridendo. Se ne accorse immediatamente, abituato com’era a cercare di capire come lei si sentisse da quando suo padre aveva incominciato a essere così assente, quindi doveva essere accaduto qualcosa che l’aveva resa felice.

“Fratellone!” esclamò all’improvviso una vocina concitata.

Boruto si voltò e vide Himawari ferma sulla porta. Anche lei doveva essersi preoccupata quanto lui che qualcosa, il giorno successivo, non andasse per il verso giusto e si era svegliata nel mezzo della notte. Facendole segno di fare silenzio, la invitò ad avvicinarsi con un cenno della mano, indicando il divano. La bambina attraversò il soggiorno in punta di piedi, e, proprio come aveva fatto lui, si posizionò appena dietro il bracciolo del divano dove i loro genitori avevano poggiato la testa. Non appena li vide, si portò le mani al viso, emozionata.

“Non sono bellissimi?” chiese in un sussurro, sorridendo largamente.

Se fossero così belli come diceva sua sorella, Boruto non riusciva a pensarlo, perché c’erano mille altre domande che gli balenavano nella testa, lottando per uscirne.

Ma come diavolo fanno a dormire così?”

Si lasciò scappare alla fine quella meno importante, e in tono più duro di quanto credeva. Le mani strette dietro la schiena, Himawari lo guardò quasi sorniona, come se lui non avesse capito proprio nulla.

“Ma è ovvio, no? Stavano facendo un fratellino o una sorellina!”

EH?

Boruto non poteva credere alla sue orecchie. Le guance imporporate e la gola secca, le chiese incredulo: “E tu come fai a saperlo?!” e Himawari fece spallucce come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Una volta la mamma mi ha detto che i bambini nascono quando la mamma e il papà stanno vicini, e loro sono vicinissimi!” spiegò senza alcuna ombra di imbarazzo nella voce.

All’improvviso, Boruto si sentì sudare e soffocare all’idea del momento appena trascorso, che lui non avrebbe dovuto neppure immaginare. A disagio, corse in punta di piedi verso la porta della stanza e se la richiuse alle spalle con uno scatto deciso. Passò appena qualche secondo e Himawari spuntò dalla porta ancora sorridendo, guardandolo imbarazzata ed emozionata.

“Oggi è veramente una giornata bellissima!” sussurrò, entusiasta, e si lanciò su per la scale più silenziosa che poteva, ma comunque scalpicciando. Per quanto tempo ancora avrebbe udito piccoli piedi strisciare sulla scalinata che portava alle camere da letto? Dove avrebbe dormito il terzo fratellino se al piano di sopra c’erano solo tre stanze?

Suo padre era davvero uno stupido; si buttava a capofitto in ogni impresa senza neppure pensare. Ma Boruto si ritrovò a formulare quei pensieri mentre le mani, strette in un pugno, gli sussultavano lievemente, quasi non notate. L’emozione si stava facendo strada dentro di lui, facendolo tremare dalla punta dei capelli alla punta delle dita. Le aprì e le richiuse più volte, guardandole trattenendo il respiro.

Quella notizia era troppo, davvero troppo per aggiungersi alla giornata che stava per cominciare. Si lasciò scivolare, esausto ma felice, sul pavimento, e si abbracciò forte le gambe. Non sarebbe più riuscito a chiudere occhio, lo sapeva.

 

 

Note:

perdonate il ritardo mostruoso nella pubblicazione di quest’ultimo capitolo! *si inchina* Alcune settimane fa ho partecipato alla KageHina Soft Week 2021 sul fandom di Haikyu (il risultato è qui!) e ho dovuto qualche settimana di pausa da EFP perché è stato un tour de force! XD *non ha più l’età*

Ma eccomi qui con l’ultima parte! Spero che l’attesa sia stata ripagata!

Ma che amori sono Boruto e Himawari? *occhi a cuore* Amo tutti i figli che Kishimoto ha creato, ma loro due particolarmente. Anche se prima viene sempre Chocho! :D

Per quanto riguarda la caratterizzazione, purtroppo Himawari si è vista poco finora, ma mi da troppo l’idea di pucciosità, e ho cercato di dipingerla così in questo capitolo. Boruto sta cominciando a sviluppare le prime critiche verso il comportamento del papà, ma si lascia comunque sopraffare dall’emozione alla (finta, sì, si sono fatti troppi film XD) notizia dell’arrivo di un fratellino, perché in fondo adora la sua famiglia e suo padre, anche se è un po’ sconsiderato a voler allargare la famiglia senza neppure attendere il primo stipendio. XD

La battuta di Kiba sul terzo figlio, da cui si sviluppa tutta la vicenda, è nata da sola durante la stesura del primo capitolo della storia, e mi è sembrato un espediente troppo ghiotto per non approfittarne. Avete notato, infine, quante volte torna il numero tre in questa storia? Questa è l’origine del titolo. Non è nulla di che, ma mi piaceva l’idea che il numero tre facesse da collante nella storia. : )

Ringrazio chiunque passi di qui e si fermi a leggere e/o recensire questa fic! Un grazie di cuore in particolare a LNZ_nh e echila94hina, che hanno recensito i precedenti capitoli, rendendomi molto felice. È sempre stupendo sapere cosa ne pensate, quindi non posso che esservi grata delle vostre parole! Un grazie anche a chi ha inserito la storia tra le preferite/ricordate/seguite e a chi lo farà.

Adesso mi prenderò una pausa da questo fandom per dedicarmi un po’ al fandom di Haikyu, ma temete, prima o poi tornerò! Di NaruHina non ce n’è mai abbastanza! :D

Grazie per aver letto.

 

Ja ne,

Ayumi


   
 
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