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Autore: eleCorti    29/05/2021    3 recensioni
E se al posto di Freezer sul pianeta Namek ci fosse stato Cooler?
“Interessanti, queste sfere del drago…” di solito lui non origliava mai le conversazioni dei membri del suo piccolo esercito di élite, ma non fidandosi particolarmente dei sayan per quella volta aveva deciso di fare un’eccezione. Ed aveva fatto bene ad immischiarsi negli affari dei sayan. Aveva scoperto un piccolo dettaglio che avrebbe potuto fargli molto, molto comodo.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Cooler, Crilin, Goku, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Scontro Finale
 
Così quello era il pianeta Namek. Una strana sensazione invase il suo cuore. Che fosse nostalgia? Si domandò Piccolo. Ma quello non era il momento di pensare alla nostalgia: doveva trovare subito Gohan e Crilin. Avvertiva le loro auree in lontananza, quindi ancora non era troppo tardi. Ma nel bel mezzo del tragitto, avvertì un’altra aura, una molto pacifica, che si stava spegnendo. Scese al suolo e vide accasciato sul terreno di colore verdastro un namekkiano. Com’era simile a lui, pensò. Si avvicinò, notando che il misterioso namekkiano fosse ancora vivo. Ma non aveva tempo di soccorrere suo, fratello? Come lo doveva chiamare?
“Unisciti a me…” era un flebile sussurro, ma Piccolo lo udì perfettamente. Si voltò verso il namekkiano.
“Unirmi a te?” c’era un po’ di ribrezzo nel suo tono di voce. Conosceva la tecnica dell’assimilazione, lui e Kami erano una sola persona un tempo, ma lui non era il tipo per quelle cose.
“Sì. E potrai sconfiggere Cooler.” Disse Nail. E Piccolo riflesse. Lui stava andando contro a una morte quasi certa e forse se si fosse unito con quel misterioso namekkiano, avrebbe avuto una piccola speranza di sopravvivere.
“Va bene, ma la base sono io.” Così appoggiò la mano sul corpo del namekkiano, il quale sparì venendo assimilato da Piccolo.
Piccolo esultò: si sentiva potente ed invincibile. Con quella nuova potenza avrebbe potuto salvare i suoi amici, sconfiggere Cooler e vendicare tutti coloro appartenenti alla sua razza. Si levò in aria, partendo alla massima velocità verso la grande concentrazione di auree che avvertiva, dove si stava svolgendo la battaglia.
 
****
 
Il puro terrore invase Crilin. Cooler era proprio lì davanti a loro. Era un alieno dalla pelle viola e una specie di armatura bianca sulle spalle, probabilmente un esoscheletro, ma Crilin non aveva voglia di scoprirlo. Cooler aveva degli occhi color rosso, le cui pupille dilatate emanavano segnali di pura furia. Crilin, con lui Gohan e Dende, si ritrovò a indietreggiare, mentre tremava come una foglia. Solo Vegeta, seppur anche lui spaventato, rimase sul posto.
“Vegeta… come hai potuto? Dopo che io ti ho accolto nella mia piccola armata!” Cooler si era rivolto al principe dei sayan e sebbene il suo tono fosse calmo, esso era raggelante. Cooler aveva preso con sé Vegeta e i suoi amici nonostante il suo disprezzo per i sayan, per dimostrare al fratello che lui le scimmie, a differenza sua, le sapesse addomesticare.
“Io non sono lo schiavo di nessuno!” Vegeta accumulò le sue energie e partì all’attacco di colui che aveva disprezzato così tanto.
Cooler, però, era troppo forte e agile per Vegeta e, dopo avere parato i primi due pugni sferratogli dal principe, con soli due calci lo mandò al suolo. Ecco cosa accadeva a chi osava mettersi contro il possente Cooler. Crilin e Gohan rimasero immobili sul posto. Era come se fossero stati congelati. Cooler posò il suo sguardo terrificante su di loro, Crilin sentì il sentore della morte lì vicino. Crilin chiuse gli occhi quando un raggio di ki fuoriuscì dagli occhi di Cooler, colpendo prima Gohan che stramazzò al suolo e poi lui. La sua morte stava di nuovo per giungere. Cooler sorrise vittorioso. Non aveva, però, colpito Dende, il quale era riuscito a nascondersi dietro a una roccia. E se Piccolo non fosse arrivato, sicuramente Cooler lo avrebbe notato.
Cooler ebbe un sussulto non appena vide quel namekkiano arrivare. Lui era convinto di averli sterminati tutti e invece una piccola mosca era riuscita a sopravvivere.
“E così uno di voi era ancora vivo?” Cooler strinse le mani, chiudendole a pugno. Odiava non svolgere il suo lavoro alla perfezione. Lui, d’altronde, non era qualcuno che prendeva tutto con troppa leggerezza.
“Io sono un namekkiano che è venuto ad ucciderti, Cooler!” Piccolo si tolse il mantello e il cappello, che con il loro peso non erano d’aiuto per i suoi movimenti e si mise in posizione d’attacco.
Cooler rise: “Sarai tu a morire, sporco namekkiano!” e sferrò un pugno con tutta la sua furia a colui che aveva osato sfidarlo con parole così manchevoli di rispetto.
Piccolo riuscì a parare il colpo, con grande sorpresa di Cooler. In pochi riuscivano a fermare i suoi colpi. Ma non se ne preoccupò, un semplice colpo di fortuna non poteva metterlo in difficoltà, o peggio ucciderlo. Ora era il turno del namekkiano: cercò di colpire con un pugno Cooler, il quale prontamente lo evitò, restituendo il colpo e mandandolo a segno. Piccolo si ritrovò con il labbro sanguinante, ma nulla di più.
Nel frattempo Dende, presosi di coraggio, uscì dal suo nascondiglio e con i suoi poteri curativi guarì prima Crilin e poi Gohan.
“Wow, Dende! Potevi dirlo prima che eri in grado di guarire le ferite delle persone!” il pensiero di Crilin andò a Goku, il quale era ancora nella vasca di rigenerazione all’interno dell’astronave di Cooler.
“Ma quello è Piccolo!” esclamò Gohan, in un tono gioioso. Crilin pose lo sguardo verso il namekkiano che era impegnato in uno scontro contro Cooler. Riusciva a tenergli testa! Da quando Piccolo era diventato così forte? Non poté fare a meno di chiedersi. Ma non aveva importanza, forse avevano una piccola speranza di sconfiggere quell’orrendo mostro.
“Adesso basta! È tempo di farla finita!” Cooler mandò Piccolo al suolo con un sonoro calcio. Poi concentrò le sue energie. Si stava trasformando.
Dende, intanto, si avvicinò al namekkiano, guarendolo. Piccolo gli sorrise, essendogli molto grato. Se Cooler si trasformava forse per lui non c’era più alcuna speranza.
“Dende, guarisci anche Vegeta. Avremo bisogno di lui.” Il piccolo namekkiano, sentendosi rassicurato dal tono di voce del suo simile, obbedì e tornò indietro a guarire Vegeta, il quale era in fin di vita.
“Perché ci hai messo tanto, stupido marmocchio?” Vegeta, una volta curato, sbraitò contro il piccolo prendendolo per il colletto della maglia bianca che indossava.
Tuttavia non infierì oltre su Dende: Vegeta, e non solo lui, rimase pietrificato dalla nuova forma assunta da Cooler. Era diventato più alto, gli occhi erano totalmente rossi, la bocca era coperta da una specie di maschera e il cranio gli si era allungato. Quella doveva essere la forma finale di Cooler.
I quattro non ebbero nemmeno il tempo di mettersi in posizione di difesa, che Cooler sparò dal suo dito un raggio di ki, che colpì in pieno Dende, uccidendolo.
“Così non ci saranno più guarigioni!” ghignò, trionfo. Allora Cooler si doveva essere accorto che erano guariti grazie a Dende. Ed ora che lo aveva fatto fuori non avevano più la possibilità di rimettersi in forza ogni volta che subivano un danno. Il puro terrore si impadronì di loro.  
Ma se Crilin, Gohan e Piccolo erano rimasti raggelati dall’immensa nuova forza di Cooler, Vegeta rise e caricò la sua energia. Il tutto sotto gli occhi sgomenti dei terrestri e di Piccolo.
“Per te è la fine, Cooler. Noi sayan ogni volta che siamo ad un passo dalla morte e veniamo guariti aumentiamo la nostra forza. Ed io ormai sono diventato forte quanto te!” convinto delle sue parole, il principe dei sayan partì all’attacco, sferrando un pugno sull’addome a Cooler, incassando il colpo.
Iniziò una lotta tra Cooler e Vegeta, una lotta che sembrava pari ma che presto divenne impari. Vegeta, che ormai stava iniziando a provare paura, lanciò un colpo di ki a Cooler, il quale lo evitò con un solo gesto della mano. Vegeta iniziò a tremare, mentre calde lacrime avevano iniziato a rigare il suo viso. Mai in vita sua si ritrovato a provare il più puro del terrore.
Cooler ne approfittò per attaccare, colpendo il principe dei sayan con un pugno sull’addome. Vegeta sputò sangue dalla bocca. Poi un altro pugno e un altro ancora e ancora, fino a quando Vegeta precipitò al suolo esangue. Anche Cooler scese al suolo, stagliandosi proprio sopra Vegeta. Lo prese per le bretelle della sua armatura, iniziando a colpire all’altezza dello stomaco sempre più forte. Vegeta continuava a sputare sangue. Il tutto avveniva sotto gli occhi terrorizzati di Crilin, Gohan e Piccolo i quali erano troppo spaventati per osare muoversi in soccorso del loro alleato. E proprio quando aveva alzato il braccio per assestare al suo ormai ex schiavo il colpo mortale, fu interrotto da qualcuno che atterrava poco distante da lui.
“Ka…Kakaroth.” Aveva detto Vegeta. E Cooler si mise a riflettere: ma quello non era un nome da sayan? Così quel borioso di suo fratello si era fatto sfuggire un’altra mosca. E ora doveva finire lui l’opera. Fissò Vegeta, sul cui volto era spuntato un ghigno di soddisfazione che irritò non poco Cooler.
Goku, intanto, aveva sferrato un calcio a Cooler, il quale saltando lo evitò. Ora vicino a Vegeta c’era Goku. E quando Vegeta lo vide, capì subito che sarebbe stato lui a vendicare la loro razza.
“Per te è finita, Cooler. Lui è il leggendario super sayan!” e stava per fare una seppur flebile risata, quando Cooler ormai colmo d’ira lo colpì dritto al cuore con un raggio di ki che gli fuoriuscì dal dito.
Vegeta si sdraiò al suolo, sputando sangue dalla bocca. Goku sgranò gli occhi, la rabbia stava iniziando a montargli. La vita stava lentamente lasciando il corpo di Vegeta, ma prima che anche l’ultimo barlume lo abbandonasse, rivelò al suo rivale la verità su Cooler e sulla distruzione del loro pianeta d’origine.
“Vendicami!” aveva gridato con il suo ultimo respiro. Poi Vegeta, il grande principe dei sayan, spirò. Goku, che nonostante tutto provava un gran rispetto verso Vegeta, lo seppellì accogliendo la supplica di colui che alla fin fine era suo fratello.
Goku con uno sguardo duro si voltò verso Cooler, il quale era rimasto fermo immobile. La battaglia iniziò. Goku iniziò ad assestare vari colpi, ma nessuno di essi andò a segno: Cooler era troppo veloce. E se all’inizio la battaglia sembrava pari, poi non lo fu. Goku stava avendo la peggio. L’ultima carta che gli rimaneva da giocare era la Genkidama. Ma per caricarla ci voleva del tempo, quello necessario per raccogliere le energie del pianeta e di quelli limitrofi. E Cooler non era di certo qualcuno che concedeva certi lussi. Forse fu solo fortuna, ma Piccolo, che si era fatto donare le energie dei due terrestri, intervenne in suo aiuto, permettendo a Goku di completare la sua tecnica. E quando la lanciò, Cooler ne rimase completamente investito. La forza della sfera era così devastante, che la marea aveva inghiottito quei piccoli isolotti su cui si trovarono. Ma Goku e i suoi amici riuscirono a sopravvivere.
“Abbiamo vinto!” Crilin, e con lui Gohan, si ritrovò ad esultare. Stava iniziando a pensare che mai più avrebbe rivisto la Terra e che sarebbe morto lì su quel pianeta deserto e sconosciuto.
“Bene direi che possiamo andare.” Goku aveva consumato tutte le energie per lanciare la sua sfera e a stento riusciva a reggersi in piedi.
“Ah! Abbiamo dimenticato Bulma!” Crilin aveva urlato con un tono così spaventato che per un attimo gli altri avevano pensato che Cooler fosse ritornato.
“Ehi, Crilin non gridare così! Ci hai fatto prendere un colpo! Pensavamo che Cooler fosse ritornato!” Goku lo rimproverò.
“Beh, ma sai che Bulma sa essere più spaventosa di qualsiasi mostro!” e tutti si misero a ridere, perché sapevano quanto la loro amica potesse diventare isterica.
La risata di Crilin si mutò in puro terrore. Tutti si girarono a guardarlo con lo sguardo interrogativo, seguendo il dito con cui indicava qualcosa. No qualcuno: Cooler, sopravvissuto alla forza della Genkidama. L’alieno allungò un dito, dal quale uscì un raggio di ki che colpì in pieno petto Piccolo. Qualcosa si ruppe dentro Goku. Poi fu il turno di Crilin che venne fatto esplodere da Cooler. Un altro pezzo si infranse dentro Goku. Una rabbia che non aveva mai provato gli salì in corpo. Quest’ira si impadronì di lui, prendendo il sopravvento. Come aveva potuto uccidere Crilin? Lui che era già morto una volta e non poteva più essere riportato in vita? Questo non glielo poteva perdonare. L’ira montava, saliva sempre più, fino a quando esplose. E sotto gli occhi sgomenti di Cooler e Gohan, Goku subì una trasformazione: i suoi cappelli si rizzarono, divenendo biondi, mentre gli occhi si coloravano di un verde acqua, quasi azzurro. E quando la rabbia divenne stabile, la mutazione era completa. Stavolta a provare terrore fu Cooler in persona.
Goku scoccò a Cooler un’occhiata così minacciosa, che l’alieno dalla pelle viola rabbrividì. Poi non staccando gli occhi di dosso dal suo avversario si rivolse al figlio.
“Gohan, prendi con te Piccolo, recupera Bulma e dirigiti verso la mia astronave. Non è molto lontano dal luogo in cui ci siamo incontrati.” Piccolo era ancora vivo, quindi c’era una piccola speranza che Kami non fosse scomparso.
“Ma, papà…” cercò di protestare Gohan.
“Obbedisci!” esclamò Goku. E Gohan sussultò: mai suo padre aveva alzato la voce. Mai. Né con sua madre né tantomeno con lui. Senza protestare il piccolo mezzo sayan si issò Piccolo sulle spalle e spiccò il volo.
“No, non ti permetterò di fuggire!” Cooler aveva sollevato il suo indice destro, puntandolo contro il bambino, ma Goku fu più rapido di lui: ponendosi davanti a lui, gli afferrò il braccio stringendolo con così tanto vigore, che Cooler faticò a liberarsi. Così Gohan poté fuggire insieme a Piccolo.
Cooler, però, era furbo: non poteva uccidere il ragazzino? Bene, non gli avrebbe permesso di giungere alla sua astronave da vivo. Scagliò una sfera nel suolo del pianeta, provocando un’immensa voragine.
“Ho danneggiato il nucleo del pianeta. Tra cinque minuti esatti esploderà. Così nessuno fuggirà!” Cooler guardò Goku in una maniera soddisfatta. Era convinto di avere la vittoria nelle sue mani. Ma Goku non sembrava essere minimamente scalfito dalla sua affermazione.
Anzi attaccò, assestando un colpo dritto all’addome di Cooler, il quale sputò saliva e sangue. E poi ne partirono altri e altri ancora che l’alieno non riuscì a schivare. E sebbene provasse a colpire Goku nessuno dei suoi colpi riusciva ad andare a segno. E Cooler decise di tagliare i fili finché poteva. Un altro colpo al pianeta ed esso sarebbe esploso e con lui anche quel sayan. E allora sarebbe stato lui il più forte dell’universo.
Grazie all’aiuto dell’immagine residua si spostò in alto, nel suo dito si caricava una sfera che si ingrandiva sempre di più, assumendo quasi le dimensioni di un pianeta.
“Ahahah, distruggerò te e questo insignificante pianeta. Sono io il più forte dell’universo!” e non smettendo di ridere, lanciò la sfera dritta contro Goku, il quale tentò di fermarla con le mani.
Ma il colpo era così imponente che Goku iniziò a sprofondare nel terreno. Cooler intanto rideva, trionfante. Goku, però, non si arrese, non volle farlo. Affondò i piedi nel terreno, facendosi forza con le gambe, mentre cercava di rispedire al mittente la sfera. A poco a poco, essa risaliva e con un ultimo sforzo Goku caricò una kamehameha che spinse definitivamente la sfera verso Cooler.
L’alieno non appena vide il suo attacco che stava ritornando verso di lui ebbe un sussulto. Con le mani tentò di bloccare la sfera, ma invano. Essa lo spinse via sempre più lontano fino a quando lo scagliò su uno dei Soli che ruotavano intorno a Namek, incenerendolo.
Adesso Goku poté rilassarsi, o quasi. Il pianeta stava per esplodere e non aveva il tempo di tornare alla sua astronave. Lui era l’unico rimasto su quel pianeta, Gohan era stato teletrasportato sulla Terra insieme agli altri.
Mentre lottava contro Cooler, il cielo si fece improvvisamente scuro. Goku riuscì ad ascoltare una conversazione tra re Kaio e l’anziano saggio. Il capo dei namekkiani era stato riportato in vita, assieme a tutti coloro che erano stati uccisi da Cooler o dai suoi uomini da Shenron, sotto richiesta di re Kaio. E con il terzo desiderio di Polunga avrebbero chiesto di mandare sulla Terra tutti quelli che si trovavano su Namek eccetto Cooler. E quando re Kaio stava spiegando al saggio cosa doveva fare, Goku riuscì ad intromettersi nella conversazione chiedendo che anche lui fosse lasciato lì. Così il piccolo Dende, il solo vicino al drago espresse il desiderio di spedire tutti sulla Terra.
Per fortuna raggiunse l’astronave di Cooler, ma essa era danneggiata che non riuscì a partire. Goku uscì in preda al panico girò e girovagò in cerca di qualche altra navicella spaziale, magari quella con cui Vegeta era arrivato sul pianeta. Niente. Goku imprecò: possibile che il suo destino era quello di morire a causa di un’esplosione?
 
****
 
Il cielo sulla Terra era terso come non mai. In un piccolo bosco erano radunati degli strani esseri dalla pelle di colore verde e le orecchie a punta. Erano i namekkiani, con loro c’erano Bulma, Gohan, Piccolo e persino Vegeta. Di Crilin nessuna traccia dato che le sfere terrestri non potevano riportare in vita per due volte la stessa persona. E dopo i chiarimenti – i namekkiani non sapevano come avevano fatto non solo a tornare in vita, ma anche ad essere teletrasportati su un pianeta misterioso – il capo anziano spirò, lasciando il comando a uno dei capo villaggio.
Nessuno sapeva delle sorti del pianeta Namek, di Cooler o di Goku. Fino a quando Bulma fu chiamata telepaticamente da Yamcha, che le parlò tramite re Kaio.
“Bulma, ascoltami. Goku ha sconfitto Cooler…” Bulma, dapprima un po’ sorpresa, comunicò la notizia a tutti gli altri, i quali esultarono.
“Ma… Goku è morto a causa dell’esplosione del pianeta Namek…” Yamcha le disse anche questo. Ma Bulma non ne fu scossa nemmeno quando lo disse agli altri.
“Ehi, ma non c’era bisogno di sbandierarlo così, senza alcuna delicatezza!” protestò Yamcha.
“Ma con le sfere del drago namekkiane possiamo riportalo in vita! Non sono come quelle terrestri, possono riportare in vita le persone tutte le volte che lo si chiede!” gli spiegò Bulma.
Ma le sfere del drago namekkiane, con la morte del saggio si erano tramutate in sassi e bisognava aspettare circa centotrentasette giorni per vederle riattivate. Così i namekkiani divennero ospiti di Bulma e Vegeta con loro.
 
*****
 
Da quanto tempo si era ritrovato ad orbitare nello spazio vuoto che un tempo il pianeta Namek occupava? Quanti giorni erano passati? Oppure mesi? O addirittura anni? Cooler non lo sapeva dire con certezza. Quasi, però, non ci credeva quando suo padre, il grande re Cold, nonché suo fratello Freezer erano venuti a cercarlo, preoccupati per non avere ricevuto più notizie. E quasi non ci credeva quando gli scienziati di suo padre erano riusciti a ricostruire il suo corpo, andato distrutto, tranne per la materia celebrale e l’occhio sinistro. Poco importava se adesso il suo corpo era interamente meccanico, ma adesso avrebbe potuto vendicarsi di quel sayan di nome Son Goku.
“Padre, andiamo sulla Terra!” esclamò Cooler, al colmo della rabbia. Non voleva perdere tempo: voleva infliggere a quella scimmia la stessa umiliazione che aveva subito lui.
“Sulla Terra? E perché?” gli chiese suo padre, incuriosito.
“Lì si nasconde quel sayan che mi ha sconfitto!” fu la risposta di Cooler.
“Non è meglio che ci vada io? Così lo uccido in un sol colpo?” fu Freezer ad intervenire, suscitando la furia del fratello maggiore.
“No, mi occuperò io di quel viscido!” rispose Cooler, senza scomporsi.
“Andremo tutti e tre.” Fu la decisione di re Cold. Lui era curioso di vedere quel sayan. La sua famiglia per secoli era stata invincibile, la padrona assoluta dell’universo, per cui era impossibile che ci fosse qualcuno più forte di loro.
Così partirono alla volta della Terra e quando vi arrivarono non trovano Son Goku, ma un altro ragazzo dai capelli viola e gli occhi azzurri.
“E tu chi sei? Sei venuto a porci l’omaggio?” gli domandò Cooler, chiedendosi intanto dove fosse quella scimmia.
“Io sono venuto ad ucciderti, Cooler.” Rispose il ragazzo. Cooler si ritrovò a ridere, seguito dal fratello. Re Cold fissava quel ragazzo, incuriosito.
Cooler tentò di colpirlo ma il ragazzo lo schivò, restituendogli il colpo. Cooler allora lanciò la sua sfera per distruggere la Terra, ma il misterioso giovane la mandò nello spazio. Poi balzò in direzione del suo avversario, sguainò la spada e tagliò in piccole parti Cooler, distruggendole con un colpo di ki.
Freezer e re Cold strabuzzarono gli occhi. Chi era quel misterioso ragazzo che si era anche trasformato in un super sayan mentre combatteva con Cooler? Freezer non tentò di rispondere a quel dubbio ed attaccò il giovane, il quale lo fece fuori in un sol colpo, perforandogli il petto con un colpo di ki. Il tutto sotto gli occhi sgomenti di re Cold.
“Aspetta! Perché non ti unisci al mio esercito?” tentò di corromperlo, ma il giovane non sembrava cedere alla sua allettante proposta. Anzi perforò anche lui con un colpo di ki.
Così questa fu la fine di Cooler e della sua famiglia. Una fine poco gloriosa.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: e questo è l’ultimo capitolo di questa piccola long. Ho cambiato la “fine” di Cooler, non tagliato dal suo stesso attacco, ma incenerito dal sole come avviene nel suo film. Questa fine mi piace tanto per cui l’ho voluta riprendere. Ed ovviamente l’ho fatto tornare come Metal Cooler, ma oltre a re Cold ho fatto comparire anche Freezer, dato che comunque l’avevo reso canonico in questa mia storia, quindi ho pensato di farlo fuori da Trunks come avviene per re Cold. Ringrazio tutti coloro che hanno recensito la storia e spero vi sia piaciuta. Alla prossima.
   
 
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