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Autore: blackjessamine    29/05/2021    9 recensioni
[Kingsley Shacklebolt/Gilderoy Allock]
Tre notti.
Bagliori, luci a illuminare un rapporto destinato a bruciare assieme a desideri e memorie.
I ricordi sono abbagli.
[Storia partecipante al contest "La fiera delle Coppie Crack: Prima Edizione", indetto da CatherineC94 sul forum di EFP]
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Gilderoy Allock, Kingsley Shacklebolt
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
- Questa storia fa parte della serie 'Kingeroy'
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Abbiamo dimenticato anche le stelle




 

I.

La notte dei desideri




 

Fotografie come stelle cadenti in una notte di San Lorenzo al contrario: la folla esprime desideri che si avverano solo quando qualche fortunata si ritrova a balbettare il proprio nome al sorriso di Gilderoy.

 

Gilderoy dovrebbe accontentarsi: premi e riconoscimenti, fama e ammirazione lo ricoprono in una pioggia d’oro dove il suo sorriso resta comunque la cosa più luminosa – vuota, vuoto, è solo nero.

 

Nell’istante di cecità che segue un altro flash, Gilderoy esprime un desiderio: voglio un viso che io possa ricordare. 

 

È con un sorriso impastato d’imbarazzo che l’Auror posa un libro sul banco degli autografi.

“È per mia madre”.

 

Gilderoy annuisce.

Sorride.

È la notte dei desideri.

 

[110 parole]








 

II.

È già l’alba, non importa





 

Di notte, i desideri sono scie luminose.

Kingsley percorre in punta di dita quelle vie di luce: traccia strade fra le pieghe di un sorriso, disegna sentieri fra riccioli finalmente scomposti, approda in abbracci che ormai riconosce anche a occhi chiusi – profumano di casa.

 

Gilderoy è tutto sorrisi morbidi e maschere calate, sussurri rochi e risate sguaiate mentre abbandona il capo sul cuscino. È anche mani tremanti e parole incerte quando mormora interrogativi ansiosi nell’incavo del collo di Kingsley:
“Sai che cosa vorrei?”
Lo sa, Kingsley, perché è un desiderio che si specchia nel suo.

Tace.

Aspetta.

“Che non dimenticassimo mai quello che siamo stanotte”.

 

È già l’alba, non importa. 

[110 parole]









 

III.

Le notti bianche – cieche





 

Bagliori.

Pareti bianchissime, sorrisi gentili – vuoti, vuoto, è solo cecità.

 

Kingsley cammina piano, non vuole disturbare la recita che sa di casa e affetto sincero con cui i Guaritori cercano di illudere chi vive un eterno presente. 

 

Gilderoy è tutto fuori fuoco: sorrisi vaghi e risate che inciampano, autografi vergati da mani incerte che restano dimenticati accanto alla pozione delle  undici. Gilderoy è un quaderno su cui qualcuno ha incollato ritagli di giornale e fotografie che cominciano a perdere i contorni.

 

Kingsley non parla.

Osserva, tiene stretto il silenzio e pensa al bianco che ha cancellato tutte le loro notti. 

 

Mi dispiace. 

Mi dispiace, Gilderoy. 

Abbiamo dimenticato anche le stelle.

 

[110 parole]








 

 


 

Note:

Quando ho visto questo contest ci ho pensato, giuro che ci ho pensato di provare a sperimentare con qualche altra coppia. Per un secondo. Un secondo brevissimo. E poi ovviamente sono tornata da loro. 

Quando ho iniziato a scrivere di loro ho sempre piegato quello che era il mio headcanon (che vede Kingsley un po’ più grande di Gilderoy) per farli incontrare da ragazzi, così da rendere coerente il loro avvicinamento. Ma insomma, mi sono folgorata da sola, e sono sotto un treno per Kingsley affezionato alla mamma che si sciroppa una fila di signorine urlanti per regalarle un libro autografato. Ops. 

Per il resto, queste drabble mi hanno fatto penare: ho avuto l’idea di base subito, ma ogni volta non riuscivo a renderle coerenti tra di loro, erano drabble singole che non si legavano semanticamente alle altre (non so se abbia senso, nella mia testa sì e mi ha fatto impazzire), quindi niente, continuo a essere convinta che qui manchi qualcosa, ma pubblico e mi tolgo il pensiero o ci perdo veramente il senno. 


 

   
 
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