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Autore: jomonet    30/05/2021    3 recensioni
[Levi x Petra]
La guerra è finita da qualche anno e una nuova alba sorge sulla famiglia Ackerman.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Levi Ackerman, Nuovo personaggio, Petra Ral
Note: Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Note inziali:

Questa one shot partecipa alla Rivetra Weekend 2021 progettata su Tumblr, seguendo la tematica Harmony.

Buona lettura!✨

 


Stelle - Stars

 

Dopo 6 mesi

 

Le stelle coprivano la distesa scura del cielo e, come tante lucciole, brillavano vivacemente, illuminando il cammino dei viaggiatori e facendo compagnia a chi per amore o per solitudine si soffermava ad osservarle e studiarle ammirevolmente. Un grillo cantava sotto la luce argentea della luna, l’unico a creare del rumore in mezzo alla distesa campagnola avvolta da un tenue buio. L’animale fischiettò per un po’ di tempo, saltellando da una foglia ad un’altra di un cespuglio, avvicinandosi velocemente alla dimora. Si tuffò sopra ad un gambo di un fiore bianco, i quali petali risplendevano come pietre luccicanti alla luce lunare. Il grillo cantò  un’ultima volta, ammirando e adorando con la sua voce la tonda bellezza argentea da cui proveniva quel bagliore brillante e chiaro. Con un lungo salto riuscì a raggiungere il pianerottolo di una delle tante finestre che costeggiavano la casa in penombra. Una piccola e fioca luce gialla si irradiò lentamente dietro di lui, da dentro la camera da letto dove era capitato. L’animale si voltò per notare la fiamma di fuoco racchiusa all’interno di un contenitore di vetro. Attratto, ma spaventato da un rumore indecifrabile si buttò nuovamente tra l’alta erba.

 

Aio.” Esclamò una piccola e infantile voce. “Mi sono fatto male…” Si disse il bambino, toccandosi la parte alta del braccio, mentre con gli occhi esaminava il tragitto che conduceva dal suo letto alla porta. Si strofinò le mani, incurante del leggero dolore, sceso in secondo piano per l’eccitazione e per l’ansia gioiosa che provava al pensiero di poter vedere le stelle insieme a suo padre. Glielo aveva promesso.

Non era mai uscito a quell’ora di notte e la sensazione di star per vivere qualcosa di nuovo e di strano dalla sua quotidianità lo entusiasmava molto. Doveva attendere l’arrivo di suo padre sotto le coperte, come gli aveva raccomandato più volte sia lui che sua madre durante la cena, ma l’euforia si era impossessato di lui fin dentro i suoi sogni, mostrandogli sempre e solo la stessa immagine ripetuta in continuazione: lui seduto tra l’erba con accanto suo padre che gli indicava qualche stella nel cielo.

Fece un piccolo passo in avanti, mordendosi indeciso un labbro. Giocherellò distrattamente con i suoi pollici, come spesso faceva con sua madre, e involontariamente mise nuovamente un piede di fronte all’altro. Lentamente, osservando le sue gambe spostarsi passo dopo passo, sempre più in avanti, arrivò sulla soglia della porta aperta. Saltellò sui suoi piedi e, dopo aver fatto un grande sorriso, si avviò verso l’altra camera da letto con un immenso e allegro sorriso dipinto sul suo volto. Testando con le mani le pareti del corridoio, giunse attentamente nella stanza grande dei suoi genitori. Peter inspirò ed espirò rumorosamente dell’aria, temendo per un istante veloce la reazione dispiaciuta di suo padre, ma subito si coprì la bocca con entrambe le mani, poiché si ricordò tutte le volte che la mamma lo avevo sgridato per aver svegliato la sorellina, mentre lei dormiva nella sua culla accanto al loro enorme letto. Mantenendo tutte le dita ben serrate tra di loro contro il suo volto e volendo essere improvvisamente leggero e invisibile come una nuvola per sua sorella, si avvicinò alla figura dormiente di sua madre con passi davvero lenti e silenziosi. Allungò un solo dito verso la chioma rossa della mamma, che emergeva perfettamente tra tutto il buio alleggiante nella camera e in tutta la casa, risplendendo come un piccolo sole oscurato tra le lenzuola azzurre e bianche. Picchiettò un paio di volte contro la testa di Petra, cercando di svegliare solo lei, rimanendo in silenzio. Tuttavia la donna non pareva destarsi, o almeno di essersi accorta di qualche contatto estraneo tra le sue ciocche morbide e profumate. Peter abbassò gli occhi triste e desolato. Non voleva in alcun modo fare rumore e svegliare la sua sorellina, ma fremeva dal saltellare tra le gambe dei suoi genitori e gridare di gioia per farli alzare e andare tutti insieme sotto le stelle. Veloci formicolii lungo le braccia gli facevano tremare pericolosamente le dita. Stava per voltarsi e tornare nella sua camera, quando una voce rauca e profonda lo fermò.

“Peter,” lo chiamò. “Che ci fai qui?”

Il bambino sollevò entrambi gli occhi oltre alle sopracciglia, sfoggiando nuovamente un grande e luminoso sorriso sul suo viso. Un’immensa felicità lo divorò, aumentandogli di gran lunga il suo battito e arrossandogli appena le guance, nascoste dal nero del buio della stanza. “Papà!” Esclamò contento, scordandosi per un momento il luogo in cui si trovasse.

“Ssshh!” Fece subito l’uomo per rimproverarlo, portandosi l’indice sinistro contro la bocca.

“Mh” mugugnò qualcosa Petra, stringendo maggiormente le braccia attorno al suo cuscino. “Levi…” sussurrò, iniziando a svegliarsi. “È successo… qualcosa?” Si grattò distrattamente un occhio.

“No, amore.” La rassicurò immediatamente con tono dolce per farla rilassare.

“Dorme… lei?” Petra si avvicinò verso suo marito con il corpo per accoccolarsi sul suo petto.

“Sì.” Le lasciò un bacio sulla fronte.

“Va… bene…” Petra sbadigliò. “Allora… possiamo dormire… abbiamo… un altro po’ di tempo…” Il suo tono si fece sempre più basso e incomprensibile e, allungando un braccio verso Levi, stava per cadere di nuovo nel sonno.

“Non posso” le disse a bassa voce. “Mi devo alzare.”

Petra socchiuse immediatamente un occhio e sfiorò una guancia di suo marito con alcune dita che le tremarono per la tensione eccessiva, e anche per la naturale preoccupazione che la colpiva ogni volta che Levi desiderava alzarsi di notte. Molte volte, soprattutto nel primo periodo dopo la guerra e nei primi mesi di convivenza, era capitato a causa di incubi o di ricordi legati alle varie battaglie, che avevano dovuto combattere fino a qualche anno prima, e ogni sera lei gli faceva compagnia con una tazza di tè in più, non importandole affatto del sonno arretrato o delle occhiaie ancora più profonde che avrebbe avuto la mattina dopo. Con la nascita del loro primo figlio tutto era migliorato, cambiato, trasformato in un arcobaleno, o meglio, in una nuova aurora che illuminava i loro animi torturati e oscurati dall’orrore della guerra, nonostante le continue pappe e il sonno che diminuiva sempre di più. Erano insieme e lo avrebbero affrontato assieme. Com’era sempre stato. Lo capiva perfettamente e non voleva lasciarlo da solo, abbandonarlo tra gli spinosi pensieri che ancora si insediavano anche nella sua mente. “Perché?” Gli chiese con leggero tremolio.

“Perché l’altro è sveglio.”

Petra si sollevò improvvisamente con il proprio busto e rivolse uno sguardo interrogativo al marito, nonostante l’oscurità che li avvolgeva. “L’altro?” Si voltò istintivamente verso una piccola figura nera che alleggiava alla sua destra accanto alla sua parte del materasso. “Peter?” Domandò incerta. 

“Mamma!” Esclamò di nuovo il bimbo, ma questa volta a bassa voce, ricordandosi di fare silenzio.

Levi accarezzò delicatamente una guancia di sua moglie, comprendendo a cosa la sua mente si fosse aggrappata fino a quel momento, ripensando anche lui ai primi mesi trascorsi nella loro casa e alla loro sofferenza condivisa.

Petra capì quel gesto e lo accettò molto volentieri, baciandogli dolcemente e ripetutamente il palmo caldo e morbido della sua mano, prima di voltarsi, far salire e sistemare Peter sotto le lenzuola con loro. “Hai fatto un incubo? Non riesci a dormire?” Gli chiese preoccupata.

Il bimbo si mangiucchiò distrattamente solo alcune delle unghia delle sue dita, poiché furono subito fermate e sequestrate da Levi che non aveva mai sopportato quel gesto così indecente.

“Allora?” Lo riprese la madre, abbassando la voce.

“Io… non… vedevo l’ora… di uscire con te, papà!” I suoi occhi gialli brillarono come lucciole nel buio della notte. “Voglio vedere le stelle!”

“Peter…” sussurrò Levi infastidito. “Ti avevo detto…”

“Lo so, papà, ma non riuscivo a non pensarci!” Lo fermò con sottile euforia bisbigliata. “Lo so che…” la sua voce fu bloccata da un leggero mugugno ovattato dalle lenzuola che provenne dalla figura oscura di suo padre.

“Petra…” Levi si rivolse a sua moglie, sollevandosi sui suoi gomiti e tirandosi all’indietro la frangia, che prontamente tornò al suo posto iniziale. “Puoi accendere una candela?” Riuscì a intravedere nel buio un veloce spostamento della testa ramata verso il comodino e udì alcuni sordi rumori quotidiani, come l’apertura e la chiusura di un cassetto. Sentì l’odore fastidioso del fiammifero sfregato contro una scatoletta, vide due piccoli scintille viola e bianche e infine una fioca luce gialla. Gli occhi gialli di sua moglie lo osservavano con dolcezza, malizia e profondo amore, celato dietro al riflesso della fiamma ben delineato nelle sue iridi leggermente annebbiate. Abbassò appena lo sguardo e finalmente poté incontrare gli altri occhi colorati di ambra di cui era sinceramente innamorato, che lo fissavano con ingenua speranza.

“Papà…”

Dandosi maggiore forza con il braccio sinistro, Levi si sedette sotto le coperte e lanciò una veloce occhiata alla culla per controllare se sua figlia non si fosse svegliata a causa della luce o del nuovo arrivato nella loro camera da letto. “Petra…” sussurrò con tranquillità mescolata ad un tocco di puro amore. “Dorme.” Si voltò verso sua moglie e sul suo viso si disegnò spontaneamente un naturale sorriso accogliente dinanzi all’immagine di Petra che accarezzava dolcemente i capelli neri di Peter, accoccolatosi sul ventre di sua madre, caduto improvvisamente in un sonno profondo. “Come… hai… fatto?” Le chiese ingenuamente sbalordito.

La donna mosse rapidamente le dita dell’altra mano libera in aria. “Mani magiche.” Gli fece un simpatico occhiolino. “Tocco materno.” Allungò quello stesso braccio verso suo marito. “Lo vuoi anche tu?” Gli sorrise dolcemente.

Levi le lasciò un bacio sul dorso morbido, come farebbe un principe dinanzi alla sua principessa, e, inchinandosi appena con il collo, continuò a sfiorarle la pelle con le sue labbra, dito dopo dito, fino a quando Petra fermò la sua adorazione, sollevando inaspettatamente l’indice contro la punta del suo naso.

“Mi raccomando… più tardi… andate.” Indicò con gli occhi il figlio che dormiva su di lei.

“Sì, certo. Non ti preoccupare. Gliel’ho promesso.”

La donna gli regalò un sincero e devoto sorriso, accarezzandogli delicatamente il mento con gli unici polpastrelli liberi dalla stretta di Levi. “So che sei un uomo di parola.” 

L’uomo si rimise lentamente sotto le coperte, accoccolandosi anche lui accanto a sua moglie e al corpicino addormentato di suo figlio. “Rimaniamo con il nostro piano iniziale…” le bisbigliò, prima di lasciarle un bacio a stampo, stando attento a non destare Peter, rannicchiato tra di loro. “Quando Daisy si sveglierà per la sua pappa notturna, vuol dire che la nostra sveglia sta suonando e andremo fuori a vedere le stelle.” Il suo sguardo cadde sulla chioma nera che riposava tranquillamente accanto a lui. “Se vorrete… anche voi due… tu e Daisy potreste… raggiungerci.”

“Oh! Sarebbe stupendo!” Esclamò a bassa voce Petra con pura felicità. “Dovrò coprire per bene la piccola… anche se la temperatura è ancora piuttosto calda… non voglio rischiare. Forse… con il canto dei grilli si addormenterà di nuovo con più facilità.” I suoi occhi si addolcirono maggiormente, mostrando sotto alla luce gialla della candela delle nuove scintille imprigionate dentro le sue grandi palpebre sorridenti e innamorate. “Grazie.” E così dicendo, baciò suo marito con silenziosa passione e insieme si abbandonarono tra le braccia della notte, mentre la cera della candela si consumava lentamente e le ombre della stanza si allungavano, sempre di più, fino a quando nella camera regnava solo il buio più oscuro e una forte cantilena di una bambina piangente non destò il resto della famiglia.

   
 
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