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Autore: K ANTHOS    31/05/2021    2 recensioni
Viterbo, fine Ottocento.
Anna, una giovane ragazza della media borghesia cittadina, rimane improvvisamente orfana del padre, morto dopo aver perduto gran parte del proprio patrimonio in circostanze poco chiare.
Scossa dalla perdita e rimasta sola, Anna accetta l'invito per l'estate di una facoltosa zia paterna proprietaria di una vasta
tenuta nelle campagne maremmane.
L'incontro fortuito con un cavallo indomabile e con l'anziano stalliere della tenuta la metterà di fronte alle sue fragilità ma anche alla sua inconsapevole forza, coinvolgendola in un percorso di rinascita e di maturazione personale.
L'amore travolgerà Anna senza via di scampo ed avrà gli occhi di un ragazzo volitivo e tenace che non appartiene alla sua classe sociale ma che sarà pronto a lottare contro tutto e tutti pur di conquistarla.
Anna a questo punto dovrà decidere della sua vita: se seguire l'istinto del cuore o rinunciare per sempre ad esso.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Furono mesi molto impegnativi quelli che precedettero il matrimonio.

Leonardo era ormai assorbito dall’avvio dei lavori stagionali della tenuta e portava avanti i suoi impegni in modo egregio: aveva acquistato un certo numero di capi di bestiame ed ingaggiato alcuni butteri, mentre una volta al mese raggiungeva la sua Anna in città per qualche giorno.

I mesi volarono, c’erano così tante cose da organizzare tra la nuova proprietà e la villa che non si accorsero del passare del tempo.

Anna intanto si era occupata dei preparativi del matrimonio: si sarebbero sposati il primo sabato del mese di febbraio.

A gennaio venne infatti celebrata la messa per il primo anniversario della morte del padre ed il periodo di lutto che Anna voleva rispettare in sua memoria terminò.

Conoscendo Leonardo, non avrebbe aspettato più del dovuto per convolare a nozze con la donna che amava.

Avevano deciso per una cerimonia semplice e per pochi intimi, sarebbe stata presente la famiglia Lambiati al gran completo e poche altre persone che avevano continuato a dimostrarle affetto nonostante quello che era accaduto al padre l’anno precedente. Sarebbero state presenti anche le sue amiche Carla, Angela ed Emilia ma senza i rispettivi genitori: Anna non chiese loro spiegazioni ed accettò la loro scelta in linea con quanto profetizzato dall’avvocato Lambiati riguardo la sua emarginazione dalla società viterbese, era così felice che non se ne curò affatto.

La ragazza aveva parlato di Leonardo con loro presentandolo come giovane proprietario terriero, ma non aveva voluto dare troppe informazioni per evitare per quanto possibile eventuali scandali.

Nei loro progetti c’era la sistemazione e l’organizzazione del territorio della tenuta, che sarebbe stata la principale fonte di reddito della nuova famiglia, e solo successivamente si sarebbero occupati del restauro del villino per il quale avrebbero dovuto investire molti soldi. Avevano deciso infatti di abitare per tutto il tempo necessario nella casa di Anna a Viterbo ed in seguito di trasferirsi nella nuova casa, senza fretta. Dopo sposati avrebbero raggiunto come graditi ospiti la tenuta della zia Costanza festeggiando nuovamente l’evento alla maniera dei butteri con una grande festa nell’aia insieme a tutti gli amici e ai dipendenti della tenuta. La donna, per motivi di salute, si era infatti risparmiata lo spostamento in carrozza e li aveva invitati nella sua villa per il viaggio di nozze. Una proposta accolta con grande emozione dai due giovani che permetteva a Leonardo di stare vicino alla sua famiglia per un po’ di giorni e ad Anna di ringraziare e coccolare la zia principale artefice di tanta felicità.

 

Il giorno del matrimonio arrivò, benedetto da una giornata mite e soleggiata.

Anna raggiunse a piedi la chiesa di Sant’Angelo in Spatha, poco distante da casa, accompagnata da Teresina, Giulio e dall’avvocato Marcello Lambiati che la teneva sottobraccio.

In questa occasione fu lo stesso avvocato che si propose di sostituire la figura del suo carissimo amico Luigi, un ruolo che l’uomo svolse egregiamente.

Anna indossava un abito in pizzo molto elegante aderente nel punto vita e con delle ampie maniche: una lunga fila di bottoncini di raso bianco le scendeva da dietro il collo lungo la schiena.

Utilizzò inoltre, in ricordo della madre, il velo finemente ricamato di cui aveva fatto sfoggio il giorno del suo matrimonio.

Il piccolo gruppo di persone venne osservato con curiosità dai passanti e dalle persone affacciate alle finestre: buona parte dagli abitanti della zona conosceva ed apprezzava il carattere umile e buono di Anna e non volle perdersi il suo passaggio.

Leonardo, elegantissimo, l’aspettava vicino all’altare insieme a don Pietro.

Accanto a lui c’era l’amico di sempre Cesare e l’impagabile zio Aurelio che teneva sottobraccio una emozionatissima Chiara.

La visione di Anna commosse Leonardo che rimase abbagliato dalla figura delicata e splendente che gli veniva incontro nella luce del mattino: gli occhi di Anna erano del blu più bello che avesse mai visto, le fossette gli sembrarono più incantevoli e seducenti che mai e Leonardo, impulsivo com’era, si dovette trattenere dal baciarla appena le fu accanto.

Organizzarono il pranzo nella sala banchetti dell’albergo Antico Angelo nella stessa Piazza d’Erbe dove lavorava un noto cuoco che preparò un menù appositamente per l’occasione.

Fu un giorno di festa e felicità per tutti.

 

Avevano salutato gli invitati e si erano ritirati in casa stanchi ma felici.

Il grande camino era acceso e la giovane coppia di sposi si trattenne per un po’ in salotto.

-Sai cosa mi ha detto mio zio Aurelio?-

-Cosa Leo?-

-Quando rientreremo a Viterbo dalla tenuta tua zia Costanza ci permetterà di prendere con noi Ercole…- le rivelò felice.

-Veramente?- come se la zia non le avesse già concesso abbastanza: Anna era al settimo cielo.

-Amore mio, riempiremo la stalla di cavalli e la villa di bambini, saremo la coppia più felice di questo mondo…Vado a vedere come si sono sistemati lo zio, Chiara e Cesare, poi ti raggiungo in camera- Leonardo la baciò.

Anna e Teresina avevano nei giorni precedenti risistemato e messo in uso le camere nel lato di casa che dava su Via del Corso: i loro ospiti avrebbero dormito per la prima volta in vita loro in stanze riscaldate da un camino confortevole e arredate con mobili eleganti.

 

Il camino della loro camera era acceso: una fiamma calda e piacevole ondeggiava morbida.

Teresina stava disponendo la camicia da notte di Anna sulla poltrona vicino al letto.

Leonardo entrò in camera e vide la governante che armeggiava con l’abito da sposa di Anna.

-Cosa state facendo signora Teresa?-

-Aiuto Anna a prepararsi per la notte…-

-No, grazie, aiuterò io Anna a cambiarsi- Teresina rimase senza parole, le sembrò piuttosto sconveniente quella richiesta da parte sua.

Leonardo le si avvicinò alle spalle, la attirò a sé cingendole le braccia intorno alla vita e sussurrò all’orecchio di Anna:

-Questo vestito mi ricorda quello che indossavi per il battesimo di Settimio… Ancora me lo ricordo e mi rammento quanto ho desiderato sbottonarlo…- la baciò dietro l’orecchio.

-Questa volta che posso farlo, voglio godermi l’apertura di ogni singolo bottone…-

-Leonardo…- Anna lo ammonì con lo sguardo. Teresina era ancora in camera.

-Signora Teresa domani mattina potrebbe portarci la colazione intorno alle sette e mezza? Se non le spiace potrebbe lasciarla fuori la porta? Penserò io poi a portarla dentro-

-Cosa volete che vi porti?- chiese lei attenta.

-Tutto quello che c’è di buono in dispensa signora- Leonardo le fece un ampio sorriso.

-Allora buonanotte…- fece la governante.

-Buonanotte Teresina, grazie- fece Anna.

La donna uscì dalla stanza e si avviò verso le scale.

Leonardo ebbe un sussulto, si era dimenticato di chiederle una cosa e si affacciò alla porta divertito.

-Signora Teresa, questa notte non dormirete qui fuori sul divanetto, vero?-

 

 

               

   
 
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