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Autore: leila91    31/05/2021    31 recensioni
Headcanon: Da quando Adam ha restituito ad Aziraphale un nuovo corpo, Crowley riesce a sentire, per la prima volta, il battito del cuore dell'angelo.
{ • Ineffable Husbands • Fluff • Post!Apocawasnt • Buona lettura •}
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Headcanon: prima della lettura devo fare una piccola segnalazione.
La storia si basa su un headcanon che introduce nella vicenda un what if: Aziraphale e Crowley, pur essendo incarnati in corpi mortali, non hanno la necessità di utilizzare gli organi vitali come gli umani. Quando Adam ha "creato" un nuovo corpo per Aziraphale, nel finale dell'episodio 6, il battito del cuore dell'angelo è diventato udibile.
La storia si basa su questa mia personalissima idea, valida solo in questo racconto e NON nei miei precedenti o nel canone della serie.




 
Mi sei scoppiato dentro al cuore
(all'improvviso)


 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.


La prima volta che Crowley avverte quel suono, tanto dolce quanto inusuale per due creature ultraterrene come lui e Aziraphale, è notte fonda. Il suo angelo si è appena svegliato da un sonno piuttosto agitato, o per meglio dire Crowley lo ha svegliato, scuotendolo con preoccupazione dopo averlo sentito mugugnare un lamento pieno di parole incomprensibili.
Non è da molto che sono andati a vivere insieme, e per quanto il demone ne sappia Aziraphale potrebbe già aver avuto incubi in passato. Tuttavia, nel profondo Crowley è piuttosto sicuro che in realtà Aziraphale, prima della mancata Apocalisse, abbia dormito per ben poche notti.
Forse appena una decina in seimila anni.

«Angelo. Angelo, svegliati! Va tutto bene, sei al sicuro!»
 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.

 

Occhi blu come il cielo, spalancati e pieni di terrore, pieni di inferno.
Crowley non ha bisogno di chiedergli cosa l’abbia perseguitato nel sonno, lo vede impresso nello sguardo dell’altro, marchiato a fuoco indelebilmente. Lo stesso fuoco che avrebbe dovuto distruggere Aziraphale, se non fossero riusciti a decifrare l’ultima profezia di Agnes e intuire che per salvarsi fosse necessario uno scambio di corpi.
«Sei al sicuro», ripete, ed è come se quelle parole fossero un promemoria anche per se stesso.
Aziraphale si rilassa fra le sue braccia e gli strofina la testa contro il petto mormorando un ringraziamento.
«Sei al sicuro.»
«Lo so, mio caro,» la voce dell’angelo è appena un sussurro, «eri tu a non esserlo nel mio sogno.»

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.


Il suono si affievolisce: da fuori controllo ritorna costante, tranquillizzando in qualche modo Crowley come se qualcosa di sbagliato fosse improvvisamente tornato a posto  e cullando di nuovo entrambi in un sonno sereno.




La seconda volta che Crowley avverte, o meglio, fa caso a quel suono, lui e l’angelo sono in libreria.
Aziraphale si è arrampicato su una scala che è il doppio della sua altezza, tenendo fra le braccia più libri del consentito nel tentativo di riporli sugli scaffali. L’equilibrista è un ruolo che gli si addice ancora meno di quello di prestigiatore.
 

«Sei sicuro che non ti serva aiuto?»

Il sopracciglio di Crowley è inarcato e le sue labbra sono piegate in un sorriso dalle mille sfumature. Affettuoso, esasperato, divertito: traboccante d’amore, per dirla con un’unica espressione che però il demone non pronuncerà mai a voce alta, nemmeno sotto minaccia di acqua santa.

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.
 


«Te l’ho detto, Crowley, ho tutto sotto controll-»

Un attimo di distrazione, il piede in fallo e Aziraphale perde l’equilibrio senza quasi rendersene conto. Il secondo successivo è già fra le braccia di Crowley, che è riuscito, senza troppi sforzi, a prenderlo al volo.
«-oh.» termina l’angelo, col fiato corto, aggrappandosi al collo di un demone tremendamente divertito.
Crowley getta indietro il capo e ride di gusto: «Sì, l’ho notato,» risponde, mentre Aziraphale arrossisce e tira fuori la lingua.

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.
 


Ora Crowley lo sente molto più intensamente. Più che un suono, realizza, è un battito, come quello di un tamburo, come quello che per innumerevoli anni ha sentito nel petto di innumerevoli umani.
Possibile? Il suo corpo e quello di Aziraphale, per quanto simili a quelli dei mortali, sono sempre stati in realtà profondamente diversi: a metà fra concretezza e mera apparenza, scalfibili e vulnerabili ma senza che i loro organi necessitassero veramente di funzionare.
Possibile… possibile che ora…
Ma il resto dei pensieri di Crowley viene cancellato da un bacio che sa di nuvole, miele, e paradiso perduto.



La terza volta, quella in cui Crowley finalmente capisce, inizia proprio con il proseguimento di quel bacio, fra le lenzuola del vecchio letto di Aziraphale.
Le braccia dell’angelo sono avvinghiate attorno alla vita di Crowley che a sua volta stringe il compagno in una presa protettiva e colma di desiderio. Ormai hanno imparato a memoria ogni sentiero segreto, ogni centimetro dei loro corpi, ma la passione non è mai diminuita ed è la stessa della prima volta.

 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.


Crowley è circondato da quel ritmo, da quello che ha imparato essere il nuovo cuore di Aziraphale, nuovo come ogni parte del corpo che gli ha ridonato Adam, eppure non dissimile dal precedente. Se non fosse che ora quell’organo funziona davvero e Crowley potrebbe bearsi (strana scelta di parole per lui) dei suoi battiti per sempre, testandone la diversa velocità e intensità a seconda degli stimoli esterni. Un morso sul collo, la sua lingua biforcuta che s’insinua fra le labbra angeliche, alcune precise parole sussurrate all’orecchio, mescolate a spinte lente ma sempre decise.
 

Tu-tum. Tu-tum. Tu-tum.

 

Crowley ride e Aziraphale non gli domanda cosa ci sia di così divertente, lo ha capito, e non può biasimarlo perché a parti invertite farebbe lo stesso. A parti invertite escogiterebbe di tutto per accelerare e godere del battito dell’altro.

 Crowley affonda le mani nelle ali bianche di Aziraphale strappandogli un sospiro e  confermando  la sua intuizione.
«Ora che posso sentirlo, sappi che non ne riuscirò più fare a meno,» mormora con un sorriso lascivo ma anche pieno di calore.
Aziraphale ricambia e nelle sua risata riverbera una felicità ritrovata: «Non affaticarlo troppo, però, il mio povero cuore. È ancora nuovo di zecca, sai.»

 
(Ma anche quando non ne era in grado, ha sempre e comunque battuto per te.)
 




 
 
Che dirvi? Mi è un po' scoppiata dentro all'improvviso, questa storia, proprio come dice il titolo (grazie, Mina!)
Purtroppo come avete visto il mio tempo su Efp è diminuito drasticamente causa impegni lavorativi, ma vi posso assicurare che vi leggo sempre in un modo o nell'altro, e che appena possibile passo da tutti ♥
Nel frattempo lascio qui questa piccola OS, ché Aziraphale e Crowley sono e saranno sempre la mia panacea prediletta contro le ansie e i problemi della real life.
Ci si legge presto, e spero anche su altri lidi fantasy che ultimamente mi hanno rubato il cuore.

Bennina vostra
   
 
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