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Autore: Animer_otaku    31/05/2021    2 recensioni
La voce le tornò in corpo.
Genere: Angst, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin, Sesshoumaru | Coppie: Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La bambina si voltò e sorrise ai fratelli e ai genitori qualche passo indietro, scappando poi verso la soglia di casa. I due bambini lanciarono un grido, colti di sorpresa dal suo scatto improvviso, e si lanciarono all’inseguimento della sorella, ancora in forze nonostante la giornata di lavoro; gli adulti risero. Arrivarono a casa, pari i bambini e secondi i genitori, e iniziarono a preparare la cena, la condizione semplice ma l’atmosfera serena e felice. La bambina pensò a quanto tutto quello fosse bello, a quanto quei bei momenti racchiudessero la sua vita, e sorrise.
Il tramonto cedette il passo alla notte, il cielo si fece scuro. Il pasto iniziò a volgere al termine e loro a mettere via le ciotole usate per la cena, preparandosi per la notte. Al di là della stuoia che costituiva la soglia di casa comparvero alcune sagome nere.
Lame argentee scintillarono sotto la luna.

Non fece in tempo a capire cosa stesse davvero succedendo. Suo padre scattò in piedi e prese un coltello, le braccia di sua madre la afferrarono e la nascosero in una buca del terreno, coprendola rapidamente con un’altra stuoia, ma con gli occhi riuscì comunque a seguire tutto. Suo padre corse fuori col coltello, sua madre prese per mano i suoi fratelli, tentando di trovare un nascondiglio anche per loro mentre la figlia più piccola continuava a chiedersi cosa stesse succedendo. Il tempo non fu abbastanza.
Davanti ai suoi occhi tutto si fece rosso e lei capì, ma non ebbe più la voce per gridare.
 
*

La voce le tornò in corpo. «NO!»
Non riuscì a vedere qualcosa che non fosse il buio. Rin spalancò gli occhi e si risvegliò, scagliandosi in avanti con le braccia protese come a cercare di trattenere qualcuno, la fronte madida di sudore e gli occhi colmi di lacrime.
«Rin» Due mani affilate le presero il volto e fecero per voltarglielo verso sinistra. Il terrore la invase.
«No, no!» Gli occhi le si chiusero di scatto e due lacrime le rigarono le guance. Rin perse la testa. «Lasciami!» Non aveva nemmeno capito chi fosse la presenza al suo fianco. Disperata, Rin agitò alla rinfusa le braccia e fu sul punto di correre via, troppo preda del terrore per capire cosa stesse succedendo, quando la stessa persona che prima le aveva preso il volto la afferrò delicatamente per la schiena e la strinse a sé. Il cuore le si fermò nel petto dalla paura.
«...lasciami!»
Per un ultimo istante tentò di spingere via l’altro, quando riconobbe la sensazione che la coglieva ogni volta in cui loro due erano vicini. La ragazza sbarrò gli occhi, riconoscendo il kimono bianco e rosso contro cui si era addormentata tante volte, ma ancora troppo scioccata per lasciarsi andare. Le mani che la stavano stringendo le accarezzarono la schiena. Rin sollevò lentamente lo sguardo, incrociando due occhi dorati che si fissarono nei suoi.
Capì tutto.
«Rin»
«Sesshomaru»

La consapevolezza che fosse stato tutto un sogno e l’amore che tornò a sentir nascere non bastarono. Tra le braccia di Sesshomaru, Rin si prese il volto tra le mani e pianse, torturata dalle immagini ancora vivide dell’incubo. «Li ho visti… li ho visti, erano loro… la mia famiglia… era tutto così reale…»
«Stai tranquilla, Rin.»
«…e li hanno uccisi… li hanno uccisi tutti…» Un singhiozzo le bloccò le parole in gola. Rin riprese a piangere con ancora più tristezza e Sesshomaru la strinse con più forza, prendendo ad accarezzarle i capelli chino su di lei come per proteggerla.
Per quanto si dicesse che ottenendo Bakusaiga avesse superato la forza di suo padre, non poteva fare nulla per gli incubi di Rin.

Anche nel primo periodo in cui lei aveva viaggiato con lui c’erano state delle notti in cui la bambina si era agitata nel sonno, preda di qualche incubo del passato, ma ultimamente erano diventate sempre più frequenti. E vividi. La gravidanza le stava scombussolando i ritmi.
Rin aveva vissuto quei momenti sulla propria pelle, dirle che era stato solo un sogno non sarebbe servito a nulla. Lui poteva soltanto stringere i denti per l’impotenza e cercare di riconoscere subito i momenti in cui lei iniziava a vivere qualche incubo, tentando di svegliarla subito mentre la vegliava da addormentata. Ma quella notte non era riuscito a fare nemmeno quello.
Passò qualche minuto.

«…a volte mi chiedo se sia giusto che io sia ancora viva.»
Gli occhi gli si dilatarono leggermente e la presa con cui la teneva tra le braccia si irrigidì.
«Perché ho usato Tenseiga su di te e perché mia madre ti ha riportata indietro dall’aldilà, ecco perché.» Il tono che Sesshomaru usò fu più brusco -e ferito- di quanto non avesse voluto.
«Non sto parlando di quando tu e tua madre mi avete riportato in vita, Sesshomaru. Mi hai salvata due volte dalla morte, tu hai la mia fiducia eterna e io non ti potrò mai ringraziare abbastanza.» Nonostante il volto arrossato dalle lacrime, Rin scostò le mani e gli rivolse un sorriso colmo di gratitudine. Sesshomaru la guardò e quasi dimenticò cosa lei avesse appena detto, riuscendo soltanto a pensare quanto non desiderasse altro che restare assieme a lei per tutta la vita. «Però…» Il suo sorriso venne spazzato via troppo velocemente dalla tristezza. Le mani le ricaddero senza forza a terra e Rin chinò la testa, le lacrime finite ma lo sguardo vuoto che fissava tutto e niente. «A volte mi chiedo… se quella volta mia madre avesse voluto nascondere prima i miei fratelli, loro sarebbero sopravvissuti... io sarei morta, ma loro sarebbero sopravvissuti…»
«Sei la mia sposa e porti in grembo le nostre figlie.» Tre mesi prima la notizia delle future gemelle mezzodemoni l’aveva colto di sorpresa, ma l’aveva accettata fin dal primo momento, sentendosi nascere dentro per la prima volta uno strano sentimento che ormai lo prendeva ogni volta che ripensava alla famiglia che si stava creando attorno a loro. Colpito un'altra volta dalle sue parole, Sesshomaru le sollevò delicatamente il volto verso l’alto e si chinò su di lei, cercando gli occhi di Rin con uno sguardo in fondo al quale si coglieva una sfumatura intristita. «Non ti basta?»
«Sesshomaru, io ti amo e sono felice di vivere assieme a te. Non dubitarne mai.» Tentò di sorridere di nuovo, ma questa volta non le riuscì. Gli occhi di Rin si riempirono nuovamente di lacrime. «Ma a volte non riesco a non pensarci.»
Rin si richiuse su se stessa e riprese a piangere, troppo in colpa per ciò che aveva detto per cercare l’abbraccio del demone. L'istante dopo, Sesshomaru tornò ad abbracciarla. A quel punto, Rin strinse il suo kimono tra le mani chiuse a pugno e pianse ancora più forte, tentando di ritrovare il conforto di ogni volta in cui lui la abbracciava. «Perdonami… Perdonami, Sesshomaru…»
«Non hai nulla di cui scusarti.»
Non si sarebbe addormentata tanto presto. Sesshomaru non si mosse più, immobile mentre la teneva tra le braccia e ascoltava senza una parola il silenzio rotto dal pianto.

I minuti passarono e pian piano il pianto iniziò a fermarsi, le lacrime sempre più rade e i singhiozzi più deboli. Si stava calmando. Sesshomaru scostò con delicatezza le mani dal volto di Rin e la baciò piano, tenendo le sue labbra fisse su quelle sue in un bacio semplice e dolce per tentare di tranquillizzarla del tutto, mentre la sdraiava piano sulla stuoia e le faceva posare la testa sul cuscino; due ultime lacrime si mischiarono al loro bacio e Sesshomaru sentì un sapore salato sulla bocca, senza lasciarla andare finché non sentì il pianto fermarsi del tutto.
Nel momento in cui si staccarono piano e Rin socchiuse gli occhi, fissandolo al di sotto delle palpebre con uno sguardo ormai più stanco e confuso dal sonno che triste, Sesshomaru le lasciò un piccolo bacio sulla fronte. «Dormi, Rin.»
La giovane lo fissò un’ultima volta con uno sguardo diviso tra lo stanco e l’innamorato. Nel momento in cui Rin si addormentava senza più alcuna lacrima, l’artiglio di Sesshomaru salì ad accarezzarle la guancia, desiderando di riportarla alla dolcezza e alla semplicità della seconda volta in cui lei si era risvegliata dalla morte, e lui le aveva sorriso sollevato.
Non pensare nemmeno che la tua vita sia sbagliata.

Era inutile, lo sapeva. Sesshomaru guardò Rin, immobile e addormentata, agitata e tormentata allo stesso tempo.
Non era stata lei a scegliere di sentirsi in colpa per aver continuato a vivere a scapito della vita dei suoi fratelli, pensando che, se i suoi genitori non avessero deciso di pensare prima a lei, forse loro sarebbero sopravvissuti.
Gli incubi non se ne sarebbero mai andati. E quel pensiero, nascosto ma onnipresente, di tanto in tanto sarebbe tornato, tormentandola ancora. Per tutta la sua vita.
...mi dispiace. Nemmeno lui, il demone indifferente e stoico, riuscì a negare la sua tristezza per ciò che lei aveva detto.
Sesshomaru si chinò su Rin e le posò un nuovo bacio sulle labbra, prendendola tra le braccia e non lasciandola più andare per tutta la notte, desiderando che lei fosse libera da ogni male.




























Angolo autrice: Ciaoo!^^
Sarò sincera... Non mi convince molto come storia (partiamo bene xD), mi sembra troppo artificiosa e raffazzonata, però volevo troppo sia scrivere qualcosa sia su come penso che sia andato il momento dell'uccisione della famiglia di Rin, sia qualcosa di romantico su di lei e Sesshomaru perché li idolatro giusto un po', e quindi ecco a voi questa One shot^^ (che ha come titolo la traduzione in giapponese di "incubo" sì ho idee terribili per i titoli, portate pazienza xD)
A proposito: a differenza di Yashahime, ho preferito scrivere di Rin che non da più del voi a Sesshomaru dopo il matrimonio, scusate ma con due scene quel sequel mi ha fatta dannare tantissimo xD
Spero vi sia piaciuta, ciao! :3

Animer
   
 
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