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Autore: Nuel    31/05/2021    4 recensioni
Bucky non è tranquillo da quando Zemo è rinchiuso al Raft o, forse, è la lontananza dal Barone a tormentarlo.
[BuckyxZemo] – [post "The Falcon and the Winter Soldier"]
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, James ’Bucky’ Barnes
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un giorno qualunque
 
Non ha importanza che giorno sia quando tutto finisce. Bucky sperava che il momento non arrivasse, sperava di poter continuare a quel modo, sguardi sfuggenti e parole taciute, una vicinanza che dilania e conforta.
     Zemo invece gli si siede di fronte, la testa appoggiata al pugno. Lo osserva e sorride, chiede. «Non me lo vuoi proprio dire perché mi hai fatto evadere, James?».
     Il cuore gli balza in gola quando Zemo pronuncia il suo nome, e Bucky scopre di non potergli mentire. Abbassa lo sguardo, ma Zemo aspetta e non smetterà di aspettare; sa essere paziente e conosce già la risposta: l’ha letta nei suoi sguardi, l’ha ascoltata nei suoi silenzi.
     «Non sopportavo di saperti rinchiuso là». Si passa la lingua sulle labbra. È solo mezza risposta.
     Zemo cambia posizione, si piega in avanti, i gomiti poggiati alle ginocchia. «Perché, James?», sussurra il suo nome. «Ho bisogno che tu me lo dica».
     Bucky ingoia a vuoto, stringe le mani in grembo. Sfugge al suo sguardo e vorrebbe fuggire da lì. Scuote la testa, non ha le parole. Ma gli occhi cominciano a bruciare e il labbro inferiore trema. Ha cent’anni suonati e non si è mai sentito più fragile di così.
     Il Barone si alza e prende posto accanto a lui, sul divano che Bucky ha occupato ogni giorno. «Oh, James». Solleva le braccia e gli circonda le spalle, le dita premono piano sulla sua nuca e guidano il volto di Bucky contro la sua spalla.
     Bucky chiude gli occhi. Non ha pianto quando Steve lo ha abbandonato, non ha pianto quando gli sono successe cose tremende. Non lo farà nemmeno adesso, anche se strizza le palpebre e soffoca un singhiozzo nel petto.
     Le dita di Zemo gli sfiorano la testa e il collo in una singola carezza. «Mi dispiace, James. Io non posso ricambiare quello che senti. Ho amato solo una donna nella mia vita e la amerò per sempre».
     Bucky annuisce e respira.
    «Se rimarrai con me, finirò col distruggerti, e tu non lo meriti». Zemo volge il capo verso di lui, gli bacia una tempia. «Tu puoi rifarti una vita, James, lontano da me, lontano dal Soldato d’Inverno… Se rimanessi con me, io ti spingerei a tornare a essere lui. Ti userei. Ti farei fare cose orribili nel mio nome. Saresti mio». Labbra calde sussurrano al suo orecchio, lo sfiorano. «Ma perderesti te stesso».
    Bucky si trova ad un bivio. In fondo lo sapeva, lo aveva sempre saputo. È la forma intrinseca della sua storia, della sua intera vita, precipitare e poi perdersi, e perdersi ancora. Se Steve non lo avesse lasciato cadere, se non lo avesse salvato per poi abbandonarlo di nuovo… ma non è andata così, e Bucky conosce le tenebre, e non le teme. Lui teme la coscienza, non l’oblio.
     Non vuole restare solo coi suoi fantasmi e coi rimorsi.
     Stringe le braccia intorno a Zemo.
     Non lo userà come dice.
     Non è malvagio come sostiene.
     Bucky si spezza ancora, ma ormai gli appartiene.
 
[Parole: 500]
   
 
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