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Autore: Evil Daughter    01/06/2021    10 recensioni
Durante una festa, Bulma esprime un desiderio. Il Dio Drago la ascolta e poco importa se lei non intendeva sul serio le proprie parole, lui obbedisce.
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Ultimo capitolo pubblicato: 7. NESSUNO TOCCHI LA REGINA. (illustrazione di apertura all'ultimo capitolo: FASTIDIOSA per i fan di Bulma, di Radish, di Vegeta, il capitolo stesso è insopportabile, ve lo sconsiglio.) / Storia illustrata/ PG che aggiungo qui oltre a quelli giù segnalati: Dodoria, Freezer.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Nappa, Radish, Vegeta, Zarbon | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
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Chiedete e vi sarà dato. Ottenete e vi sarà tolto.

 

                 

 

1. Divino prosecco

 

Le piacevano le feste, se era lei ad organizzarle. Quando la scusa era buona per rivedere gli amici. Ed il buffet era perfetto, straboccante di cibo salato e delizie dolci. Ricco, esagerato, una cornucopia, degno di lei.
Bulma era al quinto spiedino di frutta ricoperta di cacao liquido e vellutato. Sì, aveva pagato per avere anche una fontana di cioccolato, non una qualsiasi, ma una alta almeno due metri e larga tanto da potercisi tuffare dentro.
Avevano tentato il salto Trunks e Goten ed erano stati bloccati in tempo da Chichi che, tra una lacrima di felicità e l'altra, vigilava meglio di un maremmano un gregge di pecore.
La festa era dedicata a Gohan e Videl, appena divenuti marito e moglie. Palloncini e coccarde bianche ovunque.
Si sentì osservata, ogni volta che accadeva, provava un senso di calore dietro il collo. Come una puntura di insetto.
«Bulma, ne sei sicura?»
Una bocca sorridente, due occhi profondi e neri, buoni, descrivevano il volto del suo migliore amico che era venuto, alla fine. Non si erano visti per circa cinque anni. Non poteva mancare proprio al matrimonio del primogenito.
«Goku, che intendi?»
L'amico ammiccò a quel che lei teneva fra le mani: «Ti ho vista, sa'», continuò.
Bulma ne seguì lo sguardo e s'accorse dello spiedino gigante da cui colava il cioccolato e che, per poco, non le macchiò l'abito elegante. Solo in quel momento, si rese conto di quanto fosse grande. S’accese rossa come un'allarme antincendio. Risaltava sul raso nero.
«Bulma, quello è almeno il terzo che mangi», no, sarebbe stato il quinto, comunque, lei mentì: «Il secondo, e allora?», stava già andando su di giri.
«Questa roba.... Non ti fa ingrassare?»
Erano in tanti alla cerimonia, Satan pure aveva sborsato soldi a profusione per invitare gli allievi della sua palestra, alcuni fan, giornalisti fidati – che avrebbero documentato l'evento secondo i dettami del Salvatore del mondo – e più appartati c'erano loro, la famiglia, gli amici di sempre. Insomma, parecchi individui su cui concentrarsi e a cui frantumare le scatole. Bulma poteva comparire fra le ultime scelte, era la più prossima da evitare. Quella a cui non andavano pizzicate.
Invece no, Goku l'aveva adocchiata, presa di mira, colpita.
«Sul serio, hai messo su qualche chilo dall'ultima volta che ci siamo visti?»
Rimase a bocca aperta, Goku era cresciuto, un uomo ormai, un over quaranta ben messo, da acchiappo, alto, sguardo ingenuo,  spalle larghe... Ma i modi erano rimasti gli stessi, nemmeno Chichi ce l'aveva fatta: era stato, rimaneva un bifolco.
Bulma si accarezzò il ventre, alzò le spalle e tirò indietro la pancia a mascherare il po' di ciccia in più. Sì, tutto vero: sei chili oltre il proprio solito peso forma, e di mattina, anche la bilancia non le aveva risparmiato il bollettino di guerra.
«Dimmi la verità, sono il primo che te lo dice o se ne è accorto pure Vegeta?»
Non parlava perché stordita, affondata. Ma lo spiedino finì in faccia al saiyan. Avesse avuto una buona mira, glielo avrebbe ficcato in gola.

«Papà, che è successo? – arrivò Gohan, in abito grigio e bianco, lo sposo – Perché Bulma se ne è andata? Che le hai detto? Sembrava essere molto arrabbiata.»

Era fuggita, ad esser precisi, dileguatasi approfittando della musica e dell'animatore che invitava i presenti ad alzarsi per ballare.

 

 

 

~ ~ ~

 

 

Lei e Vegeta non si erano sposati, ciononostante, entrambi si consideravano tali: moglie e marito.
Non le mancava il matrimonio, la festa; ne organizzava sempre tante e stavolta l'occasione era davvero speciale: nozze. Che non erano le sue.
La gioia di Videl la commuoveva. Non la invidiava ma, vedendola felice, Bulma cercava di esserlo a sua volta. Si sforzava. Scoprire di non riuscirci, però, la faceva vergognare. Per questo, non aveva ancora spacchettato la bomboniera e assaggiato i confetti. E che non le piacesse il gusto mandorla era una scusa.
«In fondo, cos'è un matrimonio? Un pezzo di carta, l'anello al dito... Io posso comprare tutti gli anelli che voglio... sik!»
Singhiozzava, mezza alticcia. Aveva raggiunto la terrazza portandosi una bottiglia di prosecco. E, seduta su una delle sdraio, ne aveva ingollato già più della metà.
«Non è vero che sono grassa!»
Lanciò il bicchiere che aveva in mano aspettando di sentirne il catartico fracasso. Che non arrivò.
La luce si diffondeva raggiante dal giardino di sotto, l'ampio balcone era in ombra, a parte il timido bagliore delle stelle; ce n'erano parecchie ad adornare quella serata.   
Di alzarsi, ed andare a controllare l'assenza dei pezzi di vetro, non le andava. Le girava la testa.
In ogni caso, non ce ne fu bisogno: vide il bicchiere tornare a lei.
La mano di qualcuno glielo porse, insolitamente gentile.
«Non dovevi raccoglierlo.»
«Non l'ho fatto, stava per colpirmi.»
Bulma miagolò una risata.
«Be', se ti avesse colpito non mi sarebbe dispiaciuto... Anzi, avrei riso, sik! Avrei riso tanto... Vegeta.»
Il saiyan ignorò quelle parole, l'alito di sua moglie sapeva di alcol. Era insopportabile.
«Sei ubriaca?»
«Pensa ai fatti tuoi e non preoccuparti per me, sik! Non sei mica... mio marito!», ubriaca. Lui seguitò ad ignorarne le frasi biascicate.
«Dovresti smettere di bere, non ti rendi conto della faccia che fai quando sei sbronza.»
In risposta, Bulma si attaccò direttamente alla bottiglia di prosecco guardando il saiyan con occhi di sfida.
«Non sai divertirti, Vegeta.», questa era una storia vecchia tra loro.
«E tu perché sei qui e non vai a ballare?»
La domanda la rattristò immediatamente, aveva quasi scordato il perché.
«Goku dice che sono ingrassata... », lo confermava anche la bilancia, da un po' di tempo ma, questo, Bulma evitò di dirlo.
Vegeta la lasciò continuare, celando quanto l'attenzione da parte di Kakaroth lo infastidisse. Con lei in quello stato, la storia poteva esser frutto della fantasia, delle bollicine che guizzavano ascensionali dal prosecco alla testa di sua moglie.
«Non è colpa mia se ho bisogno di cioccolato! Lo sai, Vegeta, che il cioccolato è un antidepressivo naturale?»
Lui si appoggiò alla ringhiera. Ogni tanto, buttava un'occhiata sotto: Mr. Satan aveva cominciato un discorso noioso e strappalacrime sulla figlia sposata.
«No, non lo sapevo.», rispose distrattamente.
«Dovresti mangiarlo anche tu, allora!», lo additò lei, con le mani ancora sporche di cacao appiccicoso.
«Quindi, se lo mangi significa che sei depressa.»
La conferma di quello stato schioccò forte, una scudisciata più dolorosa di Goku che l’aveva ingiuriata di essersi appesantita.
«Io... Sì! Io sono depressa, è vero!... Ed è colpa tua, Vegeta. Tua se sto mangiando tanto, se sto ingrassando!», Bulma si alzò barcollando sui tacchi alti. Una Venere zoppa e con la pancetta. Ma comunque bellissima.
«Potresti cadere, non ti reggi in piedi, è meglio se ti siedi.»
Vegeta optò per la moderazione. Conosceva sua moglie, da ubriaca non era mai un bello spettacolo. Bulma gli si avvicinò incespicando i passi, lo guardò dritto negli occhi. Dabbasso giungevano applausi ed un forte evviva gli sposi!
Lei prese tanto fiato.
Esplosero fuochi d’artificio.

 

«Perché non mi hai sposata?»

 

Altri applausi, grida di gioia.
Loro fermi e incupiti.
Incompiuti.
Quella era una verità, l’alcol non c’entrava nulla.
Il saiyan vedeva gli occhi di sua “moglie” riflettere luci amaranto, smeraldo, ma dentro erano vuoti. E poi, il cielo, come i loro volti, divenne nero. Il regalo di nozze per i novelli sposi era il più raro, unico, che avrebbero potuto ricevere. Bulma ne era stata artefice, l’idea era sua: un desiderio al Dio Drago, l’ultimo rimasto da quella volta che Shenron era stato evocato da lei stessa per resuscitare gli innocenti sterminati da Vegeta.

Il drago si manifestò maestoso e terrificante, orrore e meraviglia si disseminarono mescolandosi fra i presenti. Era stato evocato per gli sposini.
Vegeta fissava Bulma. Lei lo aveva messo alla croce.
Il drago muoveva sinuoso il corpo squamato, sovrastava la Capsule Corporation, la festa, i loro pensieri di accusa e mancato perdono.

«Non dirmi che è colpa del tuo passato. Goku è un saiyan, ma Chichi è sua moglie.»

«Sì, un saiyan allevato e vissuto come un terrestre...»

Non averlo fatto non significa che io ti ami meno, Bulma.

Ma l’orgoglio poneva sempre un veto sopra la sua volontà e difronte alla parola.


«Vorrei poter vivere un momento di quella tua vita passata per comprenderti di più. Almeno non avresti più scuse, Vegeta.»

 

Lo desiderava, veramente?

Nonostante il pensiero fosse stato indotto per il quaranta percento dall’alcol, alle orecchie divine, però, quella preghiera era un desiderio fatto e finito.
Gli occhi del drago si illuminarono di rosso, la magia namecciana si attivò infallibile.

«Ho esaudito il vostro desiderio... Addio!»

I presenti rimasero in balia dello sgomento, le sfere volarono via schizzando negli angoli più reconditi della Terra.

Oltre alla bottiglia rovesciata, la terrazza adesso era vuota.
Bulma e Vegeta... scomparsi.



Continua...

Note:
1. Sì, il mio primo what if, che però porta in sé un missing moment. Per il momento angst e contenuti forti non appaiono. Datemi tempo.
2. La storia inizia 5 anni dopo la morte di Bu, nel volume ultimo di DB, Bulma accusa Goku di essere sparito e che l'ultima volta che si sono incontrati risale a cinque anni prima. Per cui, posso decidere che questo evento sia proprio durante le nozze di Gohan e Videl?
3. Aiutatemi che forse sto sbagliando: dal momento in cui Dende diventa supremo, saga Cell, vol.33, fa una modifica al dio drago: inizialemente, può esaudire tre desideri, come su Namecc, ma poiché in questo modo non può resuscitare più di una persona contemporaneamente, Dende fa una modifica e allora si passa a due soli desideri. Ci siete fin qui? Bene, allora, spiegatemi perché nel volume 39, Bulma evoca il drago e pare che ne possa esaudire tre. Errore? di traduzione? o del manga stesso? Cioè, mi sono persa il momento che Dende modifica di nuovo il drago e gli dà la possibilità di esaudirne tre. Per me restano due. Per cui tornando a noi, Bulma evoca il drago per resuscitare i poracci ammazzati al torneo da Vegeta. Poi Goku arriva e manda via il drago. Resta incompiuto quel desiderio. Così, mi sono inventata che quello è un regalo di nozze per Gohan e Videl. Solo che al momento in cui il dio drago appare, Bulma parla. E mo' so' cavoli. ^^ Questo è solo un piccolo inizio, breve. Adesso mi va breve. Anche il disegno in cima, deve rappresentare questo stato breve che ho.
4. Mi auguro vi abbia intrigato. Fatemi sapere. Un bacio. 

E per i curiosi i miei ultimissimi aggiornamenti:


 

ULTIMO CAPITOLO: REMISSIONE, IATO. COITO. SI TRATTA DI VENDETTA. Iniziate pure dall'ultimo pubblicato. 
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Vegeta? Un folle omicida. Ma Bulma lo sa bene: mai fermarsi a giudicare unicamente la coda del mostro. 
La belva deve essere sempre osservata nella sua interezza. 
Periodo trattato: triennio antecedente ai cyborg, INIZIO RELAZIONE TRA BULMA E VEGETA.
STORIA ILLUSTRATA.
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ESTRATTI:
15: La mano le scivolò inconsciamente sulla tasca esterna della borsa, era lì che di solito Bulma metteva il cacciavite.
A Yamcha invece serviva un luogo con poche persone, e i motivi potevano essere molteplici.
«No, ti prego. Resta dove sei.», non poté fare a meno di dargli l’alt.
Lo vide sospirare, tra i denti.
5: Impossibile leggervi quali sentimenti celassero, apparivano come una minuscola rifrazione del suo mondo: arcano, inaccessibile, disgraziatamente tetro ed infelice; ma anche smodato, ruggente, senza regole, distruttivo. Cominciava a sentirsi trascinare da quel concentrato di perdizione, ne era risucchiata.
9:Bulma osservò meglio il dottore, ripensò a quanto le aveva detto poc’anzi, sull’inesistenza del gruppo sanguigno di Vegeta. (...)da scienziata, sapeva riconoscere la febbricitante euforia che si celava dietro gli occhi grigi del primario, una specie di ebbra follia (...) Bulma non si fidava.


 

   
 
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