I personaggi riconoscibili appartengono agli aventi diritto, racconto pubblicato senza scopo di lucro.
Questo breve scritto è dedicato a Old Fashioned: gli dovevo una fanfiction da anni e so che condivide con me la passione per questo film straordinario.

Buona lettura ^^
 

 

L'avevo detto che un giorno quella guerra sarebbe finita. Per me finì nel gennaio 1971, quando venni rimpatriato con il resto della mia compagnia per non so quale ribaltamento politico.

A casa trovai ad attendermi una promozione a Brigadier Generale e decisi di prendermi qualche anno di congedo, per festeggiare come si deve.

Con la paga accumulata a spese di Charlie mi sono trovato un posticino niente male sulla Costa Ovest. Non un bordello selvatico come le Hawaii, no.

Una villetta con spiaggia privata affacciata sul mare, lontano dal casino della città ma abbastanza civilizzata da farmi avere un po' di vita mondana il sabato sera.

Amo l'odore della salsedine al mattino, quell'odore intenso e salmastro che in pochi apprezzano davvero, profuma... di libertà.

 

Ho fondato un Club del Surf e do lezioni ai ragazzi del posto e ai turisti.

Mi piace lavorare con loro, anche se ogni tanto mi viene da pensare ai ragazzi che ho lasciato laggiù, quelli che il surf non lo faranno mai più.

Partiamo da Lance Johnson, per esempio, so che è finito in una clinica psichiatrica, con il cervello spappolato dalla droga.

È un vero peccato: aveva un talento naturale, quel ragazzo, un vero dono! Mi vien male al pensiero di tutto quel ben di Dio gettato ai pesci.

Ogni tanto vado a trovarlo, gli racconto delle onde magnifiche che trovo sulla mia spiaggia. I camici bianchi dicono che non di riprenderà mai del tutto.

Stronzate, dico io!

Il vecchio Lance è ancora lì dentro, da qualche parte. Prima o poi riemergerà, ne sono sicuro!

Poi c'è Willard, quel figlio di puttana con le pigne nel cervello.

Ecco, quello è uno che, con la testa, dalla giungla non è mai uscito e non ne uscirà mai del tutto. So che è stato promosso maggiore, ma si è ritirato dall'Esercito.

Ho sentito che si è messo a studiare, ha preso un pezzo di carta su qualche stronzata orientalistica e adesso rimbalza come una pallina da flipper per tutta l'Indocina, facendo ricerche su non so che cazzo.

So solo che mi deve una tavola da surf, il bastardo.

 

Nessuno di noi è fatto per la routine della vita borghese. Ognuno a modo suo, dobbiamo sforzarci di trovare un'alternativa.

Quel coglione antropomorfo ha deciso di spaccarsi la testa sui libri, a me basta un'onda come si deve e una tavola per cavalcarla. Possibilmente seguita da una birra ghiacciata e un barbecue sulla spiaggia, con qualche chilo di belle bistecche.

So che molti dei miei ragazzi non sopportano più l'odore della carne alla griglia: ricorda il tanfo dei cadaveri bruciati dal Napalm.

Per me, invece è l'opposto.
 

Ho sempre pensato al Napalm come un dono del cielo. Quell'odore di benzina per me ha sempre significato una vittoria sicura, senza grandi perdite tra i miei ragazzi.

E poi, questo posto non potrebbe essere più diverso dalla tana di Charlie.

Andiamo in giro in calzoncini e camicie colorate, abbiamo la birra, le bistecche, le cassette dei Creedence e il surf.

Charlie non fa il surf.