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Autore: MaxT    04/06/2021    6 recensioni
Questo racconto è basato su Somewhere only we know di marianna1317, rielaborato e completato da MaxT con l'aiuto dell'autrice originale.
Anni dopo essere morto nel mondo da incubo all'interno di un libro magico, Cedric redivivo si presenta alla porta della donna che ancora lo ama, la guerriera Orube.
Al rifiuto di dare spiegazioni sulla sua resurrezione si creano sospetti e incomprensioni, mentre le storie dei due personaggi si intrecciano con le realtà dei loro mondi natii, e con esuli che vivono in incognito nella città di Heatherfield.
Combattuti tra l'affetto per Orube e il loro dovere, le Guardiane e i saggi di Kandrakar cercano risposta a una domanda: c'è ancora una minaccia nascosta nel Libro degli Elementi?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riassunto dei capitoli precedenti

 

Tre anni dopo essere morto all'interno del mondo nel magico Libro degli Elementi Cedric, ferito ed esausto, si ripresenta a Villa Rudolph.

Qui abita Orube, ancora innamorata di lui e tornata sulla Terra per riaprire la sua vecchia libreria.

La Saggia Yan Lin, informata, la incarica di chiedergli come ha potuto risorgere e uscire dal Libro degli Elementi, che Orube aveva riportato nello scantinato del Ye Olde Bookshop.

Il portale di Kandrakar viene spostato dallo scantinato al negozio di animali gestito da Matt Olsen.

Per un certo periodo Cedric e Orube convivono in modo apparentemente sereno gestendo la libreria e facendo vita ritirata, ma lui non risponde ad alcuna domanda sul suo ritorno.

Infine però si fa accompagnare nel seminterrato dove c'è ancora il Libro degli Elementi, ma davanti a questo ha una reazione che allarma Orube.

All'ennesimo rifiuto di Cedric di dare spiegazioni, Orube lo lascia, ma decide di non raccontare a Kandrakar l'episodio per non peggiorare la situazione del suo ex.

Nel libro c'è tuttora lo spirito del defunto tiranno Phobos, che aveva assorbito energia magica dal portale di Kandrakar al quale era stato imprudentemente lasciato vicino da Orube. Phobos aveva resuscitato Cedric per farsi aiutare a ricreare il suo corpo. Alla ritrosia di Cedric, lo spirito lo costrinse minacciandolo di nuocere a Orube, e facendogli indossare una magica veste nera. La prima missione di Cedric fu recuperare un'ampolla contenente lacrime di Phobos custodite in una cripta nel Metamondo; la seconda fu di procurarsi trecento bulbi di un particolare fiore per trasformarli in altrettanti nuovi mormoranti. La terza missione fu recarsi a Meridian e rubare nelle case di alcuni benestanti delle piccole scorte di acqua magica.

Cedric si trattenne per settimane nel mondo del libro per iniziare la trasformazione delle piantine in mormoranti. Finita l'acqua magica, Phobos lo rimandò a Meridian per sottrarne una quantità maggiore, ma qui Cedric scoprì che la città era sorvegliatissima dopo i suoi primi furti.

Tentò di sostituirsi al funzionario Alektor, ma quando costui lo riconobbe lui lo colpì, facendolo involontariamente cadere dall'alto. In preda al panico, Cedric fuggì da Meridian.

Lo spirito dapprima se la prese con Cedric, poi decise di trasferirsi nel suo corpo per svolgere di persona la missione a Meridian. Lui però si ribellò e fuggì attraverso il portale già aperto verso Heatherfield, tormentato dalla veste magica.

Phobos gli rivolse un'ultima minaccia: se avesse rivelato ad alcuno la sua presenza nel libro, lui avrebbe trasferito a Orube tutti i ricordi esecrabili della vita di Cedric, cosicchè lei lo avrebbe disprezzato per sempre.

Nel frattempo, i contatti tra le Guardiane e Kandrakar sono resi difficoltosi dalla collocazione del portale nel negozio di animali, e loro decidono di chiedere a Orube di spostarlo a casa sua, non più frequentata da Cedric.

A Kandrakar il Saggio Endarno mette in questione con gli altri Saggi la condotta di Orube e sollecita a indagare attivamente su possibili minacce ancora contenute nel Libro degli Elementi.

Su incarico di Kandrakar, Will entra di nascosto nella libreria di Cedric e vi nasconde cinque segnalibri rivelatori di attività magica.

Il giorno dopo, Orube deve ammettere con Will che ha mentito, poi va alla ricerca di una palestra di arti marziali finché incontra, sotto le mentite spoglie del maestro Stan Luther, il capo guerriero Yarr che aveva conosciuto anni prima a Basiliade.

Yarr le racconta di essere stato esiliato due anni prima perchè aveva criticato la preminenza della casta dei Guerrieri e degli ideali guerreschi nella società di Basiliade. Era stato condannato a morte, ma l'Oracolo aveva segretamente interceduto perchè la pena fosse commutata in esilio.

Il fratello di Orube, Ipitlos, era tra i suoi seguaci ma sfuggì all'arresto.

La domenica dopo le Guardiane vengono a casa di Orube, e il portale di Kandrakar viene magicamente trasferito nella sua soffitta, in fondo a un armadio. Endarno raccomanda di non far avvicinare né Elyon né Cedric al portale; questo riacutizza dei malumori, e Orube inizia a isolarsi dalle altre.

L'ultimo giorno di ottobre una giovane di nome Cassandra Smith entra, in compagnia degli amici Ashley e Josh, al Ye Olde Bookshop e resta sorpresa nel riconoscere Cedric. Come se non bastasse, appena apre un libro le appare un messaggio di Phobos: questo libererà la madre di lei, detenuta a Meridian e trasformata in un fiore, se lei convincerà Cedric a scendere nello scantinato.

In realtà Cassandra è Kendrel, la figlia del defunto Lord Luksas, fuggito con lei da Meridian all'avvento di Phobos ventuno anni prima.

I segnalibri nascosti nella libreria hanno segnalato attività magica durante l'ingresso di Cassandra; le scene sono state registrate da Kandrakar e vengono mostrate alle Guardiane e a Orube. Si decide di indagare con prudenza sia sul libro del messaggio che sui tre clienti sospetti.

Il giorno dopo Cassandra si fa riconoscere da Cedric e gli domanda chi sia al potere a Meridian e come potrebbe tornarci. Su questo Cedric dà risposte incomplete perchè non vorrebbe perdere questo contatto interessante appena trovato.

Le indagini svolte dalle Guardiane non portano nessun elemento decisivo.

Loro vorrebbero affrontare direttamente Cedric per fare chiarezza; Yan Lin risponde che l'Oracolo considera la situazione delicata e vorrebbe occuparsene personalmente, ma al momento non può.

Cassandra continua a frequentare Cedric e cerca di capire se le conviene fidarsi della promessa di Phobos, o piuttosto cercare di contattare Kandrakar per essere rimandata a Meridian; nessuno dei due scopre completamente le sue carte con l'altro.

Orube si sente sempre più di peso per Kandrakar e si sfoga con Yarr, che le consiglia di parlarne con l'Oracolo.

Tempo dopo, Orube incontra finalmente l'Oracolo per parlare di Yarr e per chiedere il permesso di cercare suo fratello Ipitlos a Basiliade. L'oracolo le raccomanda la massima segretezza: il suo intervento per salvare la vita di Yarr è stato tenuto segreto a Kandrakar, per non creare divisioni interne alla congrega costituita largamente da adepti di Basiliade.

Orube si reca in segreto a Basiliade ove incontra Ipitlos, che vive in clandestinità insegnando ai contadini principi di resistenza non violenta alla casta dei Guerrieri. Lui le chiede spiegazioni sulle finalità di Kandrakar, ma lei non sa dare una risposta esauriente e ritorna piena di dubbi.

Al suo ritorno lei chiede all'Oracolo delle spiegazioni sulle finalità della Congrega, e qual'è il ruolo di una Guerriera in tutto questo. L'Oracolo poi le domanda se è disposta a fare del ruolo di Custode delle Sacre Stille la sua ragione di vita, e prende la sua esitazione come un rifiuto.

Orube gli chiede se la sua vita non sarebbe meglio usata tornando a Basiliade per lottare per un cambiamento politico; lui risponde che, per farlo, lei dovrebbe lasciare definitivamente la congrega.

Il giorno dopo Orube ha deciso, e invita Cedric a casa sua per congedarsi. Quando gli rivela che sta per andare a Basiliade per aiutare Ipitlos, Cedric le propone di portarlo lì per sfruttare la sua esperienza politica; dapprima Orube è interessata e vorrebbe farlo parlare con Yarr, ma poi, al suo ennesimo rifiuto di chiarire il mistero della sua rinascita, litigano ancora e lei lo congeda freddamente.

Cedric, disperato, chiama Cassandra e la fa venire nel suo alloggio. Al contatto della mano di Cedric lei è in grado di leggergli il pensiero e si rende conto della situazione. Infuriata, decide di affrontare il libro maledetto usando il potere di Cedric. Alla minaccia il libro si attiva, facendo scattare un allarme a Kandrakar. Immediatamente viene mandato l'ordine alle Guardiane di teletrasportarsi lì e distruggere il libro. Nel frattempo Cassandra entra in cantina decisa a distruggere il libro, ma Cedric terrorizzato si divincola lasciandola sola. Lo spirito di Phobos investe Cassandra, poi arrivano le Guardiane distruggendo il libro, ma una nuvola inquietante si libra sulla città.

 

 

Capitolo 26

 

La fine e l'inizio

 

 

Sembra di trovarsi nella sala del consiglio di Kandrakar, constata Will, non nella soffitta di Orube.

L'ampio ambiente luminoso nel quale tutte loro si vedono immerse, nel suo realismo perfetto, è perfino insidioso. Il buon Tibor ha aperto la riunione ricordando a tutti gli ospiti che la Congrega ha preferito riunirli in un ambiente illusorio per non rischiare l'ingresso di entità sconosciute nella Fortezza; tutti gli ostacoli materiali dei loro ambienti sono ancora presenti attorno a loro, anche se invisibili.

“Ti ricordi che craniata?”, sussurra Irma a Hay Lin accanto a lei, entrambe con la loro splendida livrea viola e turchese.

“A chi lo dici”, risponde sottovoce la Guardiana dell'Aria mimando il gesto di toccarsi la fronte.

'Non cominciate a cianciare fin dall'inizio', le richiama Will con il pensiero, ottenendo uno sguardo di approvazione dalla sola Taranee.

Vede Cornelia fare un cenno di saluto a Elyon e Miriadel, presenti sulla destra del grande anfiteatro illusorio. Dismesso l'aspetto terrestre, ora Miriadel appare al naturale, con la pelle color uovo d'anatra, le orecchie appuntite e i capelli verde petrolio raccolti in treccine.

E' certamente una presenza virtuale anche la loro: Will sa che la Luce di Meridian non ama quel salone né la Fortezza, che associa a pesanti strapazzamenti ormai passati.

Will si volta a guardare a sinistra. A due passi da loro c'è Orube, ancora coi vestiti terrestri, ma senza più la spada a tracolla.

Cedric, più discosto, sta in piedi a capo chino, ancora con tracce di polvere da estintore sui vestiti.

Il suo ruolo è chiaramente quello di imputato, pensa la Guardiana. E quello di Orube, quale sarà?

Seduti sulle gradinate retrostanti ci sono decine di saggi dalle tonache verdazzurre e dai visi alieni.

Al centro della sala c'è l'Oracolo, levitante a gambe conserte a un metro d'altezza su una pedana, attorniato da Yan Lin, Endarno e Tibor, più sobriamente in piedi.

Dopo la sua breve introduzione, il saggio Tibor lascia la sala.

 

L'Oracolo inizia, solenne: “Signori, tutte le ambiguità e le indecisioni del recente passato sono sfociate in una nuova emergenza. Ora è giunto il momento di fare chiarezza per poterla valutare e combattere”. Fissa i suoi occhi penetranti sull'imputato: “Ora, Cedric di Meridian, dovrai raccontarci tutto quello che sai. Sarà superfluo ricordare che sto leggendo i tuoi pensieri, quindi ogni reticenza e ogni menzogna andranno a tuo discapito”.

 

Will osserva Cedric mentre le sembra farsi più piccolo e infelice sotto gli sguardi diffidenti degli astanti. Con il capo chino, lui sospira e chiude gli occhi un istante, forse preparandosi a far uscire quella verità che tutti aspettano da fin troppi mesi.

Poi si raddrizza e, con voce piatta e monotona, si rivolge direttamente all’Oracolo: “Signore, molto tempo dopo che le Guardiane e Orube ebbero lasciato il mondo del libro, contro ogni mia aspettativa io mi ritrovai di nuovo in vita” .

Il racconto di Cedric prosegue nel silenzio totale degli astanti. Narra dell’incontro con lo spirito di Phobos, delle sue spiegazioni, le sue lusinghe e le sue minacce.

 

Will si guarda attorno, osservando le reazioni dei presenti.

Alla rivelazione del ruolo dell’energia dispersa dal portale nel risveglio dello spirito e dell’intero mondo interno al Libro degli Elementi, qualche mormorio si leva dalle gradinate.

Will si volta verso Orube e la nota coprirsi il viso. Certo si sente responsabile di aver lasciato quei due oggetti vicini. La sua contrizione sembra attenuarsi solo quando scocca un’occhiata verso Cedric, come se la sua presenza lì le ricordasse che tutto sommato è grazie a ciò che lui è nuovamente vivo.

 

Il racconto di Cedric continua, e Will intuisce la sua stanchezza nella descrizione delle estenuanti missioni che dovette compiere nel Metamondo per il recupero dell’ampolla e delle piante destinate alla creazione dei mormoranti.

L'accenno a Nerissa la turba: non avrebbe mai sospettato un qualsivoglia legame tra la Guardiana che l'ha preceduta e il tiranno del metamondo. Qualche vocìo dalle scalinate le fa capire che questa ferita è ancora aperta nella Congrega.

Al racconto della terza e quarta missione a Meridian alla ricerca dell’acqua magica, Will si volta verso Elyon e Miriadel per studiare le loro reazioni: le due, completamente meravigliate, si scambiano occhiate e brevi commenti sottovoce.

 

“…quell’uomo è morto per colpa mia, ho reagito d’impulso quando mi ha riconosciuto”. Pronunciando queste parole, Cedric cade in ginocchio, contrito fino alle lacrime.

Will non lo aveva mai visto così. Che fosse questo il motivo per cui si è ostinato a mantenere il segreto, si chiede?

“Lacrime di coccodrillo”, le sussurra Irma, ma un'occhiata dell'Oracolo la scoraggia dal continuare i suoi commenti.

Sempre inginocchiato a terra, Cedric si rivolge a Elyon: “So che ora mi aspetta una punizione esemplare e sono pronto a riceverla e a…”

 

Miriadel lo interrompe prima che possa finire la frase: “Ci hai fatto tutti fessi, Cedric, ma soprattutto hai fatto fesso te stesso! In primo luogo, forse ti farà piacere sapere che il funzionario Lord Alektor non è affatto morto: è un potente telecineta, e ha usato le sue capacità per attutire la caduta. In secondo luogo, lui non ti aveva affatto riconosciuto come Lord Cedric: il tuo aspetto somigliava a un identikit diffuso dalla Guardia Civica, ma nessuno lo aveva mai associato alla tua identità. Semplicemente, ti credevamo morto!”.

Interviene Elyon, imbarazzata: “Io devo chiedere scusa a Miriadel e anche alle mie amiche Guardiane. Se l'equivoco è continuato fino a questo momento, è stato anche per causa mia”. Guarda verso di loro. “Più di un mese fa loro mi hanno accennato al ritorno di Cedric, ma io ho reagito in modo... diciamo emotivo. Non ho voluto sapere nessun dettaglio e non ne ho più parlato con nessuno”. Poi si rivolge alla sbalordita Miriadel con un'espressione rammaricata: “Mi dispiace, 'ma. Non dire niente, lo so. Se solo avessi chiesto le date, avrei potuto notare la coincidenza fra gli avvenimenti di Meridian e il ritorno...”.

L'Oracolo le interrompe: “Vi prego di tenere le vostre considerazioni per dopo, ci sarà tempo per approfondire i dettagli. Ora, però, ascoltiamo assieme il racconto fin alla fine”.

 

Cedric, che alla spiegazione di Miriadel era rimasto a bocca aperta, si rialza in piedi.

Dopo essersi schiarito la voce riprende, raccontando della fuga dal libro, straziato dalla veste nera e inseguito dalla minaccia di Phobos di trasmettere a Orube una raccolta di suoi ricordi, veri o falsi, che avrebbero fatto sì che lei l'avrebbe odiato e disprezzato per sempre.

“Che l'avrebbero fatta rinsavire”, sussurra Irma all'orecchio di Will, che ricambia con un sommesso “Shhh!” e un cenno del viso verso Orube, tuttora a due passi da loro: Irma dovrebbe ricordare che non si può sottovalutare il suo udito felino.

 

Il racconto di Cedric continua, la voce monotona a momenti venata da un accenno di pianto mentre richiama l'episodio che segnò la prima rottura con Orube.

Era questa quindi la vera ragione per cui Cedric si è ostinato a mantenere il segreto del libro, pensa Will, anche a costo di perdere comunque la sua amata. Ha preferito essere lasciato perché si rifiutava di parlare, piuttosto che rischiare il suo imperituro disprezzo per via dei ricordi più o meno manipolati trasmessi dallo spirito.

 

Quando Cedric inizia a parlare di Cassandra, Will si stupisce. Un'altra profuga di Meridian! Chissà se ce ne sono ancora altri in città, dopo tanti anni? Sarebbe suo compito di Guardiana indagare su questi casi.

Dirige di nuovo lo sguardo in direzione di Elyon e Miriadel: quest'ultima comincia a bisbigliare animatamente alla giovane regina, che l'ascolta stupita con cenni di assenso.

Dopo una nuova occhiata dell'Oracolo, tutt'e due si ricompongono e riprendono ad ascoltare in silenzio, limitandosi a scambiarsi sguardi e, probabilmente, pensieri.

 

Il racconto di Cedric va avanti fin alla telefonata di Orube, ma l'Oracolo lo interrompe: “Ciò che è avvenuto con lei è troppo privato per poter essere discusso ora. Salta questa parte, e raccontaci cos'è avvenuto subito prima del disastro”.

Il racconto riprende, per arrivare fin alla folle sfida di Kendrel allo spirito del libro, con il suo drammatico epilogo e l'intervento delle Guardiane, seguito dall'innaturale nuvola temporalesca.

 

L'Oracolo annuisce, grave. “Cedric, quali sono le tue valutazioni di questo intervento?”.

Cedric esita prima di rispondere, ma torna a rialzare lo sguardo. “Con tutto il rispetto, Oracolo, io credo che potrebbe avere fatto il gioco dello spirito di Phobos”.

“Perché?”, chiede Endarno, agghiacciato.

E' stato lui, ricorda Will costernata, a dare l'ordine urgente di distruggere il Libro degli Elementi. E loro lo hanno eseguito.

“Perché lo spirito di Phobos necessitava di energia magica per poter fare qualunque cosa. Ora, l'arrivo delle Guardiane e lo stesso raggio magico che ha ridotto il libro in cenere gli hanno dato dell'energia, per qualche breve istante. Tutto dipende da come lui è riuscito a utilizzare quel tempo e quell'energia, prima della completa distruzione del libro. Solo una cosa è certa: ha avuto molti mesi per fare un piano nel caso di un epilogo così prevedibile. L'avvenimento della nuvola temporalesca, qualunque sia il suo significato, sembra confermare che lo spirito è sopravvissuto alla distruzione del libro, e ora forse è tra noi”.

 

 

 

Dopo la fine della riunione a Kandrakar, le guardiane riprendono il loro aspetto usuale nella soffitta di Villa Rudolph.

Cedric e Orube si sono appena allontanati, diretti all'ospedale per informarsi su come sta quella Cassandra Smith.

“Che giornatina...” comincia a dire Irma, ma non fa in tempo a finire la frase che il suo cellulare comincia a squillare. Lo cerca affannosamente nella borsetta. “Ma dov'è quel... ah, ecco!”.

Lo porta al viso. “Ciao pa... Scusa, si era scaricata la batteria, ora la ho... Cosa? Cosa ti hanno riferito? … No, ero lì perché dovevamo fare un regalo... sì, sono scappata di corsa per questo, mi ero dimenticata di un appuntamento... Sì, mamma mi scuserà... Sì, le solite amiche. Eravamo lì in libreria, quando è caduto un fulmine... Sì, strano... Ma perché insisti? Non sono mica io a farli cadere, i fulmini...”.

Mentre Irma annaspa per giustificarsi con suo padre, suona anche il telefonino di Hay Lin. Quando risponde, viene investita da una voce arrabbiata che parla in mandarino. “Mio papà”, dice tra i denti alle amiche, “Devo scappare, mi dispiace”. Si allontana verso la scala, sempre col telefonino che abbaia frasi che capisce solo lei.

“Ragazze, devo scappare anch'io”, si congeda Irma seguendola verso l'uscita, “Vento di tempesta in famiglia!”.

“Vi dispiace se vado anch'io?”, dice Taranee, e scende la scala prima di ottenere alcuna risposta.

 

Will guarda Cornelia, in piedi al suo fianco. “Tu sei stanca?”.

“Insomma... è stata una giornatina!”, risponde lei ravviandosi una ciocca dei lunghi capelli biondi, insolitamente fuori posto. “Tu sembri distrutta”.

“Lo sono, ma ho ricevuto ancora un messaggio dall'Oracolo”.

“Un messaggio telepatico?”.

“No, un SMS”. Mostra il suo telefonino all'altra, sorpresa. “C'è ancora un lavoro da fare, stasera. Potresti pensarci tu?”.

 

 

 

Cedric esce con un'espressione grave dalla cameretta d'ospedale, chiudendosi la porta alle spalle.

“Come sta?”, chiede Orube, che lo stava aspettando in corridoio.

“Cassandra mi sembra ancora molto debole. Mi ha chiesto se posso evitare di farle ricevere visite finché non si riprende”.

Restano tutti e due in silenzio, a occhi bassi.

Poi Orube alza lo sguardo e dice, incerta: “Sai, Cedric... mi sembra quasi impossibile di essere ancora qui a parlare con te”.

Lui annuisce grave. “Ti ho deluso, lo so. Ma non sopportavo l'idea che Phobos ti inoculasse il suo veleno di memorie. Tu eri la sola dalla mia parte”.

“Qualche cosa di più che dalla tua parte, Cedric. Io ti ho amato”.

“Non usare il passato, ti prego. Mi ferisci!”. Le prende una mano.

Lei osserva le loro mani, senza ritirare la sua. “Un tempo non esclude necessariamente un altro, Cedric. Ma è troppo presto per parlarne. Non sappiamo neanche se possiamo fidarci l'uno dell'altro. Chi ti assicura che non ci sia Phobos dietro questi occhi gialli?”.

Lui si rabbuia. “Se ti avesse fatto questo...”. Poi torna a guardarla. “Non lo credo. Non lo credo proprio!”.

Tacciono un attimo. Lei riprende: “Cos'hai provato, quando hai saputo che quell'uomo a Meridian non era morto?”.

“Sollievo. Tanto sollievo. Questa sarebbe stata una vergogna che non avrei saputo come confessarti. Inoltre Elyon avrebbe voluto la mia testa. Ho vissuto per mesi temendo una richiesta di estradizione da Meridian...”.

“Beh, non è detto che non arrivi”.

Cedric annuisce preoccupato, poi, di colpo, si irrigidisce come se avesse visto uno spettro.

 

Orube segue la direzione del suo sguardo: dal fondo del corridoio, emergendo dalla folla dei sanitari e dei parenti, stanno arrivando Elyon e Cornelia.

Elyon si ferma davanti a Cedric, pallido come un cencio. La regina in incognito porta una fascia di lana tutt'attorno alla testa; sotto la giacca pesante di pelle si intravvedono luccichii come di chincaglieria, certamente potentissimi amuleti dalle misteriose funzioni.

“Non temere, Cedric. Quest'oggi non sono venuta per quello che pensi. Ci sarà tempo anche per quello”. Comincia a guardarlo fissamente negli occhi, senza che lui possa distogliere lo sguardo né parlare.

“Ma... cosa sta facendo?”, sussurra Orube a Cornelia, che è rimasta dritta e silenziosa accanto a lei.

“Lasciala fare un attimo”, le risponde a mezza voce. “E' stato tutto concordato con chi sai tu”.

L'attimo si prolunga in modo imbarazzante, finché la giovane Regina di Meridian distoglie gli occhi.

“Elyon, mi meraviglio di vederti qui”, le dice Orube freddamente, “Forse non ti è chiaro che lo spirito di Phobos si trova a Heatherfield, alla ricerca di un corpo da possedere”.

“Vorrei solo che ci provasse”, risponde lei con un breve ghigno sicuro. Per un istante più breve fissa i suoi occhi in quelli di Orube, poi li distoglie.

“Non è educato fissare così le persone!”, si ribella la Guerriera.

Cornelia, accanto, ripete: “E' stato tutto concordato con chi sai tu. Siamo qui per uno scopo”.

 

Poi Elyon si volta verso la cameretta chiusa. “E' possibile incontrare questa Cassandra Smith?”.

Cedric nicchia: “E' molto debole, mi ha chiesto di non far entrare nessuno. Puoi tornare?”.

Le due inquietanti visitatrici si scambiano un'occhiata.

“Va bene, sarà per domani”, decide la Guardiana della Terra. “Voi restate ancora qui?”.

“Per poco”, le risponde Orube.

Elyon torna a fissare brevemente il suo vecchio amico e nemico negli occhi.“Allora, Cedric, hai finito di traviare le brave ragazze?”.

“Non so di cosa tu stia parlando”, risponde lui con un goffo tentativo di apparire indignato.

Il breve incontro finisce rapidamente com'era iniziato. Senza aggiungere altro, Cornelia ed Elyon si girano e se ne vanno a passo rapido.

 

“Quella ragazza è diventata veramente inquietante”, commenta Orube quando le due sono fuori di vista. “Ma perché ti fissava in quel modo?”.

Cedric abbassa le spalle in un gesto di rassegnazione. “Penso che mi abbia copiato le memorie. Decenni di storia segreta di Meridian...”.

Orube spalanca i suoi occhi gialli. “Ma... avrà copiato anche i ricordi dei nostri momenti...”.

“E' il meno. Non credo che andrà a fare la voyeur”.

“Il meno per te, forse!”, si accalora lei. “Quella... quella...”.

Lui la scuote per una spalla. “Calma, non è successo niente!”.

“Traviare le brave ragazze... Ma si faccia gli affari suoi, quella!”.

Cedric lascia che lo sdegno di Orube sfumi un po', poi conclude: “Sei stata con l'uomo sbagliato, dovresti essere preparata a molto peggio di una frecciatina”.

Orube lo guarda a lungo, tacendo pensierosa. Infine propone: “Vogliamo parlarne questa sera? In campo neutro?”.

“Stasera?”, si stupisce Cedric, “Quand'è che partirai per Basiliade?”.

Lei alza le spalle. “Per ora non parto. Non posso lasciare tutti nel pieno di un'emergenza così”.

La guarda intensamente. “E poi?”.

“E poi si vedrà. Ora devo andare dal maestro Yarr per informarlo di quanto è successo. Solo poche ore fa ero passata da lui per congedarmi, e invece ora... “. Poi, più allegramente: “Allora, ti aspetto alle nove? Pizza?”

“Ci sarò!”. Dopo molto tempo, Cedric accenna finalmente un sorriso.

La guarda allontanarsi, rinfrancato. Forse c'è ancora un futuro per loro.

 

Quando Orube è scomparsa alla vista, Cedric decide di entrare prudentemente da Cassandra.

Per fortuna, nella cameretta doppia dove l'hanno messa in osservazione non c'è alcun altro paziente a limitare i loro discorsi. Lei è distesa sul lato sinistro, e apre gli occhi per guardarlo.

“Allora, Cassandra, come va ora?”, le sussurra piano.

“Mi sento bruciare tutta la pelle sul lato destro.” Solleva leggermente il braccio e lo protende per farglielo vedere.

Lui ignora il gesto, ritraendosi. “Per fortuna, questo avvalora la scusa del fulmine agli occhi dei sanitari. Non potevamo certo raccontare che eri stata fulminata da uno spirito malefico che si annidava in un libro magico”.

“Maledetto lui. E' distrutto, adesso? E' davvero finita?”.

Lui guarda fuori dalla finestra la serata ormai buia, costellata da luci natalizie.

“Sinceramente temo di no. Mi è impossibile credere che non avesse escogitato una qualche scappatoia per un epilogo tutto sommato prevedibile”.

“Ti è parso prevedibile?”, domanda lei sorpresa.

Cedric annuisce col capo. “Forse anche sperabile, per lui. Tutte le sue possibilità erano collegate a una fonte di energia magica, e per un attimo l'ha avuta, prima che il libro finisse in cenere. Tutto dipende da come è riuscito a sfruttare quest'attimo”.

Lei resta pensierosa. “Pensi che sia sfuggito in quella nube lampeggiante?”.

“Può essere” . Fa qualche passo per guardare fuori dalla finestra. “Però per conto mio quella cosa era troppo inutilmente vistosa per racchiudere un fuggitivo. Personalmente penso che fosse un diversivo per nascondere qualcos'altro”.

Lei aggrotta lo sguardo.“Qualcos'altro? Di che genere?”.

“Per cominciare, Phobos ha bisogno di un corpo per agire e spostarsi. Non credo che stia ancora per aria. In secondo luogo, ha bisogno di una sorgente di potere magico, e non è che lo vendano nei supermarket. Se comincia a farsi notare, è finito: probabilmente è vulnerabile a molti tipi di attacchi, compreso un banale attacco fisico con...”, si guarda in giro, finché il suo sguardo cade sul tavolino. “Con un vaso da fiori, per esempio. Come quello”.

Cassandra allarga gli occhi, impressionata. “Quindi tu pensi che si nasconderà?”.

Cedric annuisce. “Potrebbe essere nascosto in uno qualunque di quelli che erano presenti, oppure potrebbe avere contaminato il Cuore di Kandrakar, o uno qualunque degli oggetti lì presenti, reso magico da qualche suo trucco nel brevissimo istante prima della distruzione del libro.

Dopo un attimo di meditazione, Cassandra chiede: “Secondo te, cosa potrebbe fare se riuscisse a sfuggire?”.

Cedric si stringe nelle spalle. “Posso immaginare le cose che vuole, però non in che ordine di priorità le realizzerebbe. Probabilmente dipenderà dalle occasioni che gli si offriranno”.

“Fammi qualche esempio”.

“Ovviamente lui vorrà vendicarsi contro Kandrakar e le sue guardiane, contro Elyon e forse anche contro di me. Però prima di fare qualcosa di così rischioso, deve avere accesso a una fonte di potere magico. Da questo punto di vista io sono il candidato ideale, non essendo in grado di usare il mio per difendermi, grazie al vecchio regalo che mi ha fatto l'Oracolo prima di mandarmi qui. Però, in quanto candidato ideale sono anche molto prevedibile, e per lui il rischio di essere individuato dentro di me sarebbe molto forte. Senza contare che non so se continuerò a godere della relativa libertà di cui ho goduto, si fa per dire, finora”.

L'espressione di Cassandra si fa preoccupata. “Hai paura, quindi?”,

Cedric si stringe nelle spalle. “Sarebbe da sciocchi non averne. Ormai sono abituato a convivere con questo”.

“Però possiamo immaginare cosa farà. Kandrakar riuscirà a prevenire questo piano?”.

“Ci proveranno di certo”, dice Cedric. “Però c'è una possibilità diversa. Tutto dipende se lui è in grado di possedere qualcuno che non fosse vicino durante la distruzione del libro”.

Lei spalanca gli occhi, sorpresa. “Credi che sia possibile?”.

“Non ho elementi per dirlo. Però, se fosse possibile, Phobos potrebbe scegliere un'altra strategia. In fondo Meridian non gli interessa molto, tant'è vero che durante la rivolta contro di lui diede ordine all'esercito di distruggerla. Lui voleva conquistare la Terra”.

“Come? La Terra?!?”.

“Sarebbe perfino più facile, per lui. I terrestri sono indifesi davanti a molti trucchi magici. Se egli potesse riuscire a possedere, o anche solo a influenzare, qualche uomo potente, potrebbe acquisire un controllo crescente su questo mondo: sul governo, sulla finanza o sulla malavita. Questo gli darebbe parecchi modi per vendicarsi, quantomeno su quelli di noi che risiedono sulla Terra. Le Guardiane sono fondamentalmente impotenti contro un attacco a sorpresa da parte di un killer; o, anche se loro riuscissero a sottrarsi, potrebbero colpire i loro famigliari”.

Cassandra spalanca gli occhi all'idea. “Questo sarebbe terribile. Pensi che quell'uomo sia davvero così crudele?”.

Cedric si stringe nelle spalle, senza rispondere.

“Oh, Cedric, sono così preoccupata...”, dice, sollevando ancora la mano verso la sua, ma lui si ritrae.

“Allora, ti sei rimesso con la tua bella?”, chiede lei lasciando ricadere il braccio. “Magari è gelosa?”.

Ancora una volta lui si stringe nelle spalle. “Orube, intendi? Non lo so ancora, dipende tutto da lei”. Guarda verso l'orologio a parete. “Le sette. Ora scusa, vorrei andare. E' stata una giornata lunghissima, e non è ancora finita”.

“Vai pure, Cedric. E buona fortuna con il tuo amore”.

Dopo un ultimo saluto, lui esce dalla stanza con un'ultima sfuggevole occhiata da sopra la spalla.

 

Cassandra sente i suoi passi allontanarsi lungo il corridoio, confondendosi con i rumori e le voci di un'umanità sofferente e dei loro angeli in camice.

Torna ad accucciarsi sotto le coperte, mentre sul suo viso si disegna un ghigno, non visto da alcuno.

“Sempre sagace, mio fedele Cedric!”.

 

 

 

 

Note sul capitolo 26

 

Questo è il capitolo finale di Ritorni.

Come potete immaginare, non è stato facilissimo da scrivere.

La prima parte propone una brevissima panoramica dell'inchiesta a Kandrakar, vista attraverso gli occhi di Will che, pur essendo il personaggio più importante nel fumetto, non ha avuto una parte molto grande in questa storia. E' narrata in modo da non diventare un doppione del riassunto all'inizio di ogni capitolo, lasciando piuttosto spazio alle reazioni di vari personaggi e ad alcuni loro interventi che aggiungono puntualizzazioni importanti alla storia.

Dopo il breve siparietto del ritorno delle Guardiane, ritroviamo nuovamente Cedric e Orube, i principali protagonisti, e infine Cassandra, che dal suo letto d'ospedale fa da spalla alle lucide e cupe previsioni di Cedric sui possibili sviluppi futuri.

Infine chiudiamo con quello che per qualcuno sarà stato un finale a sorpresa: il ghigno di Phobos disegnato sul viso di Cassandra. Non che fosse insospettabile: Cedric, per esempio, ha accuratamente evitato di farsi toccare da lei, e per un momento forse ha persino pensato di usare quel vaso da fiori sul tavolo per porre fine alla questione per sempre.

 

Grazie a tutti quelli che hanno seguito il racconto fino a questo finale aperto, spesso lasciandomi i loro apprezzatissimi commenti.

Il titolo 'La fine e l'inizio' lascia presagire che in futuro ne potrei scrivere una continuazione. Spero che anche Marianna, l'autrice della fiction da cui Ritorni è stata sviluppata, vorrà contribuirvi.

Finora ho buttato giù alcune idee, provando a mettermi alternativamente nei panni di Phobos e degli altri personaggi.

Se un giorno da tutto ciò nascesse una nuova storia, spero che sarete ancora con noi per leggerla.

 

 

  
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