CAPITOLO #8
- AL LUME DI TELEVISORE -
Finii di comporre i bento con mezz’ora di anticipo, approfittando per andarmi a dare una rinfrescata e rifarmi il trucco, decisi di tenere gli stessi vestiti che indossavo quando andai a fare la puntura a Sasuke, non credendo fosse adatto mettere un vestito da sera, dopotutto eravamo pur sempre in ospedale, e non volevo dare troppo nell’occhio: presi l’occorrente, saltai in macchina e partii.
Trovai Sasuke nella sua camera con una tenuta differente, aveva messo una camicia ed un paio di pantaloni più eleganti scuri, ed era semplicemente bellissimo. Salutai educatamente, arrossendo in viso, appoggiando la borsa termica sul letto, che avremmo usato anche da tavolo.
- vedo che ti sei cambiata - ironizzò lui
- non posso venire vestita da sera, Sasuke, siamo in ospedale, dopotutto, ed io qui ci lavoro - ribattei, facendogli una linguaccia
- che mi hai preparato di buono? - chiese, vedendomi aprire la borsa
- qualcuno mi ha detto che vai matto per gli onigiri con pomodorini e tonno, quindi ne ho preparati due ciascuno e come primo, invece, noodles saltati con verdure e gamberetti - illustrai, tirando fuori tutto
- ho l’acquolina in bocca - fece lui
Gustammo quella cenetta al lume di televisore, rigorosamente mutato, iniziando a parlare delle nostre rispettive vite così da conoscerci meglio: raccontai a Sasuke il mio percorso, il perchè avevo deciso di diventare medico, la prima volta che persi un paziente per colpa di un… errore, e lui fece lo stesso con me.
La sua storia era un po’ più complicata della mia: la famiglia di Sasuke era all’antica, quelle famiglie i cui genitori tengono che i propri figli seguano i propri passi, la madre del ragazzo, infatti, esercitava come medico/psichiatra, mentre il padre era un famoso chirurgo, grazie alla sua bravura era riuscito ad inaugurare il proprio ospedale, che era riconosciuto come uno dei migliori dell’intero Giappone, quello in cui Sasuke lavorava al momento, e da cui aveva chiesto il trasferimento. Itachi, il fratello maggiore, nonché primario del “Konoha Hospital”, aveva intrapreso la stessa, ma diversa strada del genitore, diventando un bravissimo ed informatissimo medico, sempre alla ricerca di nuovi metodi per applicare le cure in modo che fossero più efficaci, sempre fuori città per qualche seminario o corso di aggiornamento, e poi c’era Sasuke.
- posso dire di essere considerato la pecora nera della mia famiglia - disse - io non volevo più studiare, finito il liceo volevo prendermi un anno sabatico, volevo godermi anche solo un anno, senza fare niente, anche se non è che abbia avuto mai bisogno di lavorare… - fece una pausa - ai miei però, non andava bene, e mi iscrissero alla facoltà di medicina, la stessa che aveva frequentato mio padre, che voleva diventassi un chirurgo come lui - continuò - non potei oppormi, ma mi vendicai comunque, scelsi il ramo medico, invece che chirurgico per la specialistica, e questo lo fece infuriare, ma almeno ebbi una rivincita -
Mi venne spontaneo chiedergli perchè Naruto mi avesse parlato di droga ed alcool, e lui rispose che a vent’anni, a causa dello stress provocato dalla famiglia, aveva iniziato a bere, ed era quasi finito in coma etilico.
- da li mio padre non mi ha più detto niente, finiti gli studi mi ha assunto nel suo ospedale, ma io voglio andarmene da li - disse, con sprezzo
- non hai un buon rapporto neanche con tuo fratello, a quanto ho notato, perchè venire qui? - chiesi
- ti sbagli… - si fermò - Itachi è l’unica persona che mi è sempre stata accanto, l’unico che mi aiutava nello studio, l’unico che mi capiva in quella famiglia, probabilmente se non ci fosse stato io… sarei morto -
Mi si bloccò il boccone in gola, come morto? Lo guardai.
- e anche Naruto - aggiunse - quella testa quadra non si fa mai gli affari suoi - disse, accennando un sorriso, poi si fece serio - non ho mai detto nulla di tutto questo a nessuno - fece, guardandomi
- davvero? - chiesi - non ti sei mai confidato neanche con una partner? -
- non ho mai avuto una partner fissa, volevano solo i miei soldi ed il nome di famiglia - disse, sprezzante - che schifo - finì
Terminammo la cena in silenzio, non sapevo cosa dire dopo tutto ciò che mi aveva raccontato, quindi decisi semplicemente di godermi la serata non fiatando, non potevo dire nulla di confortante, e non volevo che Sasuke mi etichettasse male.
- ma allora perchè vai a prostitute? - chiesi, non riuscivo a tenerlo per me
- è il mio sfogo - disse - quando faccio sesso non penso a niente, mi sento libero - disse
- … - subito non seppi cosa rispondere, poi lo guardai seria - perchè mi stai dicendo tutto questo, Sasuke? Ci conosciamo da una settimana - finii
- lo so - disse lui
D’un tratto spostò di scatto il tavolino su cui avevamo adagiato i bento, prendendo a baciarmi con foga, sapeva di spaghetti e gamberetti, mi sorpresi a rispondere in modo così vorace, come se dentro di me fosse scattata una molla, come se stessi aspettando quel momento da tutta la vita. Ci coricammo su quel materasso del lettino d’ospedale, continuando quella meravigliosa danza, opera delle nostre lingue, reprimendo il buon senso che mi diceva che fosse tutto sbagliato, che era sempre malato.
Una mano di Sasuke scivolò sul mio fondoschiena, palpandolo, e facendomi emettere un gemito tra le sue labbra, la sua mano mi percorse nuovamente la schiena, finendomi sul seno. Le scariche di adrenalina mista desiderio che sentivo in quel momento erano indescrivibili, che cosa mi stava facendo questo ragazzo? Ero come assuefatta, non riuscivo a fermarmi, dimenticandomi persino di trovarmi sul mio luogo di lavoro.
La mia mano scivolò sul suo petto, esplorandolo, la contrazione dei suoi muscoli era palpabile, erano tonici e perfetti, sembrava veramente un Dio greco: mi ritrovai a slacciargli la camicia, per poter assaporare meglio il mio tocco su di lui. I suoi addominali erano perfetti, lisci e tonici, si vedeva che passava molto del suo tempo libero in palestra: interruppi per un secondo il contatto tra le nostre bocche, posizionandomi a cavalcioni su di lui, la sua erezione che spingeva contro le mie mutandine, la potevo sentire chiaramente, e mai come in quel momento desideravo fare sesso con qualcuno. Presi a baciarlo, comandando i giochi a mia volta, ma una vocina nella mia testa mi distraeva: “fermati Sakura, non puoi” disse “sei ancora in tempo, fermati!” aggiunse, ma io non riuscivo ad ascoltare, ero drogata di quei baci, del suo corpo, del suo… tutto; “fermati Sakura! È malato!” finì.
Diedi un’ultimo schiocco di bacio a quelle labbra perfette, ansimando, sentendo umidità nel mio interno coscia: cosa stavo facendo?
- non possiamo, Sasuke - dissi, con il fiatone - sei ancora malato - finì
Il moro, lo sguardo deluso, godeva dell’immagine di me, sopra di lui, con l’intimità già completamente bagnata, che poteva chiaramente avvertire dal sottile strato di tessuto che ci divideva.
- mi dispiace - dissi nuovamente, il mio fiato si era un po’ calmato
D’un tratto sentii la maniglia girare, qualcuno stava entrando nella stanza 4. Con un sussulto, mi affrettai a scendere da Sasuke, cercando di ricompormi, nel tentativo di essere non beccata in flagrante, e sperando di non essere addirittura licenziata. L’uomo entrò, fermandosi ai piedi del lettino, guardando entrambi, io, in piedi vicino al letto del moro, con un respiro un po’ più agitato del normale, Sasuke, ancora coricato sul letto, con la camicia sbottonata e ancora il rigonfiamento nei pantaloni dovuta all’erezione di qualche minuto prima.
- Haruno, cosa ci fa di nuovo qui? - chiese
- ehm… io… - guardai il primario in preda al panico - io sono venuta a… - venni interrotta
- è venuta a controllare l’eruzione cutanea che avevo sugli addominali - intervenì Sasuke, indicando il punto, solo allora mi resi conto che era sparita - e io l’ho invitata a cena - aggiunse, indicando i bento sul tavolino
Itachi ci guardava stranito, se la sarebbe sul serio bevuta?
- capisco - fece il mio capo - quindi che cosa ne ha dedotto? - rivolto a me
- b-beh… - il mio respiro, finalmente, si era regolarizzato - che le cure stanno funzionando correttamente - mi avvicinai a Sasuke - come può vedere, qui, la zona è ancora rossa, ma sembra essere tornato allo stato di una macchia - dissi, indicando il punto
- bene, ottimo lavoro, Haruno - fece - ero passato per visitarti velocemente, non pensavo fossi in compagnia - disse, rivolto al fratello
L’Uchiha senior fece per uscire dalla stanza, soffermandosi sull’uscio, e voltandosi per l’ultima volta:
- ah Haruno… - fece rivolto a me - la prossima volta che vieni in ospedale per una visita di controllo, indossa il camice - finì, quindi se ne andò, non attendendo risposta, chiudendo la porta.
Mi sedetti sul letto, sospirando di sollievo, era passata; guardai Sasuke, preoccupata.
- tranquilla, gli parlo io - fece
Mi trattenni un’altra oretta, arrivando a casa per le 22:30. Mi buttai direttamente sul letto, sfinita, ripensando a ciò che era appena successo, al desiderio che avevo sentito in quel momento: mi addormentai con ancora quei vestiti addosso, il suo odore nelle narici, il suo sapore sulle labbra.
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Ciao ragazzii :D
Come state? Eccomi con un nuovo capitolo!
Scusate il ritardo, ma mi sono dovuta prendere una pausa necessaria: questi mesi sono stati
un po' pieni, a fine Gennaio mi sono iscritta per prendere la
patente superiore "D", ho iniziato il corso di abilitazione e dovuto
studiare per gli esami, ma ora, dopo 4 mesi, ho la patente in manooo!! Mi
manca ancora l'esame di abilitazione, motivo per cui devo ancora studiare e non so con quale
cadenza aggiornerò, ma la storia andrà comunque avanti :D
Mi sentivo di dovervi dare una spiegazione.
Vi ringrazio tanto per leggere e recensire, mi date un sacco di forza e
motivazione! (se solo le giornate avessero più ore per fare tutto avrei
aggiornato molto prima!)
Spero che anche questo capitolo un po' piccantello
vi sia piaciuto, fatemi sapere cosa ne pensate perfavore☺️
Noi ci vediamo al prossimo, ciaooo!
Talitha_love