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Autore: FaithMore_95    08/06/2021    0 recensioni
[Sly Raccoon ]
[Sly Raccoon ]Vi siete mai chiesti come sarebbero andate le cose se Sly non fosse stato solo, ma avesse avuto una sorella di due anni più piccola di lui?
Sly e Harriett hanno rispettivamente 8 e 6 anni quando perdono i genitori a causa del quintetto diabolico.
La sofferenza è stata tanta, ma per fortuna non sono mai soli, perché possono contare l'uno sull'altra. E successivamente anche quello di Bentley e Murray. I loro migliori amici e successivamente compagni di avventure.
Questi racconti sono tante piccole One Shot che riprendono alcune storie del videogioco di Sly Cooper dal primo gioco fino al quarto. con l'aggiunta di Harriet.
Sly manterrà sempre il suo carattere spavaldo, responsabile, divertente, ma lo vedremo anche in una nuova veste di fratello maggiore.
Alcune le scriverò prima, altre dopo, ma verranno lo stesso sistemate in sequenza in base a cosa sta succedendo nel gioco.
Spero possiate apprezzare la mia idea.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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*Storia ambientata sempre tra il terzo e il quarto gioco, completamente inventata.


Il circo degli inganni.

 

 

E’ notte.

Da quando Sly ha deciso di passare dall’altro lato della legge, la notte è diventata più produttiva.
E’ il momento che più preferisco per andare in giro per la città e trovare qualcosa da fare.

E in questo momento ciò che cattura la mia attenzione è il piccolo circo che hanno allestito nella piazza sulla quale regna sovrana l’imponente Notre Dame.
In cima ad uno dei tanti lampioni della luce che danno sulla piazza, prendo il binocom per dare un’occhiata più ravvicinata ai vari tendoni, al momento chiusi per la notte.
Non sono mai stata al circo, magari questa può essere una scusa per guardare qualche spettacolo gratis ed essere spensierati per una sera.
La luna sembra ridere di me, guardandomi dall’alto come se lei sapesse più di me.

Guardo l’imponente Notre Dame, ammirandone col binocom ogni arco, ogni vetrata, ogni gargouille.

 

“Ancora in circospezione, Harriett?” mi contatta improvvisamente Bentley grazie al binocom.

“Si! Non so, tutti questi tendoni mi incuriosiscono.” dico facendo vedere anche lui ciò che vedo.

“Sai, Bentley, voglio proprio vedere quando installerai una fotocamera anche nel mio binocom. Sly non può continuare ad essere l’unico con questa opzione. E io, dal canto mio, non posso continuare ad usare il suo.” dico zoomando su un punto in particolare che ha attirato la mia attenzione. Ho avuto l’impressione che qualcosa si muovesse. “Il blu è un colore che non mi dona per niente.” scherzo per tentare di strappargli una risata.

 

“Lo farò non appena finisco di approvare il mio progetto.” mi liquida semplicemente lui dall’altro capo della linea. Metto il broncio.

“Non ti conviene lavorare prima a questo e poi al progetto?” chiedo piagnucolando mettendo in atto le mie doti da attrice.

“Ho detto che devo fare il progetto, non che lo devo costruire, non ancora almeno. Sono due cose diverse. Ma perché non capite nulla di elettronica, di meccanica, di fisica…” mentre Bentley continua a lamentarsi delle nostre scarse conosce in materia, noto che effettivamente c’è qualcosa, anzi qualcuno, che si muove sotto di me in maniera che sembra sospetta.

“Bentley, guarda la…” gli dico interrompendo il suo monologo e zoomando su ciò che ho visto.
Una pantera nera sta uscendo da uno dei tendoni con fare sospetto. Tiene in mano delle banconote, le conta molto velocemente e le infila in una delle tasche della giacca.

“Chissà cosa sta combinando quello la.” chiedo continuando a seguire i suoi movimenti. Si allontana dal circo e automaticamente dalla piazza. Decido di seguirlo.
“Harriett, non vorrei dire fesserie, ma credo proprio di sapere di chi si tratta. Fai una foto di quella pantera e poi torna al covo. Faremo delle ricerche.” dice Bentley con un tono di voce più entusiasta rispetto a prima. Già me lo immagino ricurvo suo computer e la fronte corrucciata.

“Ah certo, adesso le mie foto ti servono.” gli faccio notare con una nota di saccenza e lui lascia cadere il discorso senza rispondere.

Chissà come fa Bentley a conoscere tutti. Ripongo il binocom nella tasca e seguo la mia nuova preda. Si allontana a destra della cattedrale e la percorre tutta lateralmente, sicuramente diretto verso la parte posteriore di essa. Scendo a terra e decido di seguirlo a piedi. Il buio della notte sicuramente mi avrebbe reso meno visibile. In più la cattedrale è circondata da siepi, sarebbero state perfette per nascondersi.

Lo inseguo e mi tengo a debita distanza, per evitare che mi veda e lo tengo sempre d’occhio per non perderlo di vista.
“Devo trovare un modo per farlo girare.” dico tra me e me, grattandomi il mento. Poi camminando schiaccio un sassolino e lì ho l’illuminazione.

Prendo un sassolino, lo lancio lontano e poi mi nascondo dietro una siepe. Lui si guarda intorno per capire da dove provenisse quel sasso, allora velocemente prendo il binocom, zoomo e scatto; restando poi immobile fino a quando non avesse ripreso a camminare.
Decido di continuare a seguirlo perché sono curiosa di sapere dove è diretto.

Una volta sul retro di Notre Dame, noto che parcheggiata in un lato c’è una carrozza. La pantera allora prende una chiave dalla tasca, apre la porta della carrozza e vi entra. Faccio una foto anche ad essa e poi torno al covo.

 

***

 

Seduta comodamente con gli stivali appoggiati sul tavolo, continuo a guardare la foto che ho scattato della pantera mentre mangio una caramella. Bentley ci ha detto che si chiama Thomas De Warg, di origine svizzera. Ci ha spiegato che commette piccoli furti da queste fiere e ricava la sua fortuna vendendo la refurtiva. Mi sa tanto che è arrivato il momento di mettere fine al suo impero.

 

“Io esco, vado a vedere lo spettacolo. Chissà cosa salta fuori oggi.” urlo per far sapere a tutti le mie intenzioni, alzandomi dopo essermi stiracchiata.

“Hai capito cosa devi fare? Attira Carmelita fino alla piazza e al resto ci penserà lei. Terrà tutti occupati mentre noi pensiamo recuperare la refurtiva.” dice Bentley alzando lo sguardo dal progetto alla quale sta lavorando.

“Però così mi levi tutto il divertimento.” piagnucolo e lui mi lancia una delle sue occhiatacce.

“Sei davvero sicuro di trovare qualcosa dentro la sua carrozza?” gli chiedo cambiando discorso con nonchalance.

“Se non si è già liberato di tutto quanto, si!” dice mentre si toglie gli occhiali e li pulisce. “Vai! Nel frattempo io e Murray pensiamo a forzare l’apertura della carrozza e rubare la qualsiasi cosa ci sia da rubare.” conclude Bentley rimettendosi gli occhiali.

 

Esco dal covo indossando una mantellina rossa in modo da poter camminare per la città senza essere riconosciuta immediatamente e cerco di nascondere sotto di essa il bastone uncinato di Sly, in modo che l’uncino non si notasse per niente.

Cammino per le strade di Parigi ripensando al piano. Fare da esca per Carmelita mi alletta, perché adoro farla innervosire, però vorrei prima passare dal circo per vedere cosa succede.

Devio il percorso all’improvviso. Invece di proseguire dritto verso la centrale, giro a destra per raggiungere la piazza. Camminando normalmente e non usufruendo delle mie abilità nell’arrampicata ci metto il doppio del tempo. Se poi mi devo portare dietro un bastone e farlo sembrare un semplice bastone da passeggio la situazione si complica.

Però ammetto che Parigi, con quest’aria di festa che si respira, è ancora più bella e potersela godere il tranquillità la rende magica.

Passo davanti ad un negozio di frutta e presa dall’euforia del momento distraggo la proprietaria facendo cadere a terra un paio di sacchetti di carta per mettere la frutta. Mentre l’elefantessa è chinata a recuperare i sacchetti, afferro al volo un paio di pesche e taglio la corda il più velocemente possibile, ridendo a crepapelle.

Mentre addento una delle mie conquiste, attraverso il piccolo ponte sulla Senna per dirigermi nella piccola piazza dove hanno allestito il famoso circo. Il luogo inizia a riempirsi di gente e io inizio a provare dei sentimenti contrastanti. Non ho seguito per niente le direttive di Bentley e sicuramente me lo rinfaccerà, ma questa missione così normale mi mette quiete, però allo stesso tempo mi incupisce pensare a tutti i momenti così normali che sono stati tolti alla mia famiglia nel nome di un ideale sbagliato: l’odio.

Scuoto la testa e noto che al centro della piazza è stato installato un nuovo palco. Un individuo dal mantello nero vi sale sopra e quando toglie il cappuccio che ha, resto di stucco. Sul palco, a presentare gli spettacoli della giornata, c’è l’ultima persona che mi sarei aspettata di vedere: Thomas De Warg. Prendo il binocom e lo inquadro, intercettando Bentley.

 

“Mi dica, stai avendo problemi con la polizia?” dice lui ironico.

“Ma quale polizia, non sono proprio andata da loro, ma di questo parleremo poi… Guarda il presentatore sul palco. È proprio Thomas! Dunque vuol dire che tutto questo appartiene a lui. Che fa, ruba a se stesso?” dico mischiandomi con la folla per non far notare il modo in cui lo spio. Bentley inizia ad essere pensieroso e lo sento digitare qualcosa al pc. Sento che qui sotto c’è una storia più grande di quella che sappiamo.

Intanto inizio a darmi un occhiata intorno, giusto per capire se c’è qualcosa che posso fare. E poi, noto quello che avevo paura di notare. Dei tassi dall’aria losca si aggirano per la piazza tra la gente derubando chi è distratto ad ascoltare Thomas. Dunque ho capito. Thomas fonda la propria fortuna sulle tasche della gente che, ignara, viene attirata ai suoi spettacoli per tornare a casa più leggeri.

Criminali. Mi chiedo quale onore mai ci sarà nel creare un patrimonio in questo modo losco.
“Bentley, siamo nel bel mezzo di una falsa.” dico a denti stretti.

“Che intendi?” chiede lui smettendo di digitare al pc.

“Guarda quei tassi. Guarda come aspettano il momento giusto per derubare qualcuno. Guarda i colori dei vestiti, richiamano i colori che indossa Thomas. Questo circo è tutta una truffa.” dico rizzando il pelo dalla rabbia.

Rimango sconcertata da questo ignobile modo d’agire e rimanere semplicemente a guardare è peggio.

“Chissà se ha creato tutto questo teatrino sotto falso nome…” dice Bentley, perdendo tempo.

“Bentley, non è questo il momento per le supposizioni. Di a Murray di tenersi pronto a entrare in azione. Dobbiamo recuperare gli oggetti rubati, che sicuramente terrà nascosti nella sua carrozza, restituirli alla gente e fermare questo tizio. Che idee hai?” dico sbattendo il pugno libero contro la coscia.

“Calmati tesoro, tutta questa rabbia non giova alla tua salute.” scherza lui.
“Penseremo a rilassarci in una Spa di lusso non appena avremo finito con tutto questo.” dico alzando leggermente la voce.

“Bene… senti qua, Murray è già in posizione dalla parte del palco opposta alla tua. Vedi se riesci a trovare un modo per distrarre questo tipo mentre lui tenta di forzare la porta della carrozza e cercare il malloppo. Io intanto vi raggiungo. Con la calamita presente nella mia sedia a rotelle, non dovrebbe essere difficile rubare ciò che questi tassi hanno appena rubato.”

“Piano perfetto come sempre.” dico canzonandolo e posando prontamente il binocom nella tasca.

Cosa mi posso inventare per tenere costantemente d’occhio questo tizio senza dare troppo nell’occhio? Porto l’indice sotto al mento e penso a qualcosa di strategico. Lo guardo intensamente, osservo la situazione. Osservo lui da solo sul palco e con mille cose alla quale pensare. Lo vedo innervosirsi e scendere dal palco con tante cose in mano da muoversi con difficoltà. Sicuramente si sta dirigendo alla carrozza e devo fermarlo prima, per evitare che salti l’intero piano. L’idea viene all’improvviso. Risistemo la mia mantella rossa in modo che l’uncino del bastone non si veda, per evitare che riconosca il segno della famiglia Cooper, poi tolgo il cappuccio e lascio liberi i miei lunghi capelli castani, giusto per dare un impressione migliore.
Mi avvicino a lui velocemente e sembrando disperatamente bisognosa di un guadagno.
“Mi scusi, signore… Dico proprio a lei” urlo con una mano alzata e gli sono subito affianco. Lui si volta di scatto urlando.

“Che cosa vuoi?” nel girarsi tutti gli oggetti che aveva in mano cadono a terra e ne approfitto per raccogliermi e farmi vedere con la voglia di fare qualcosa.
“Mi chiedevo, signore, se lei ha bisogno di una mano qui nel suo circo. Sa, la mia famiglia è molto bisognosa. Se lei potesse…” inizio a dire, ma lui mi interrompe subito, continuando a guardarmi furioso. Deglutisco. Questa pantera mette i brividi.

“Non ho bisogno di nessuno!” sbotta, girandosi e continuando a camminare, lasciandomi con tutta la propria roba in mano.
“Ma signore, mi ascolti…” gli dico camminandogli un paio di centimetri dietro.

“Levati di torno, ragazzina.” risponde non degnandomi neanche di uno sguardo. Perché questo tizio è così difficile da convincere? Che problemi ha?

“Signore, non la lascerò in pace fino a quando non mi avrà ascoltato. Le voglio dare una mano. Solo per oggi, poi non sentirà più parlare di me!” gli urlo trattenendo una risata con molta difficoltà. Secondo me questo tizio si ricorderà di noi per molto, molto tempo. Vedo Thomas sbuffare.

“Va bene, okay! Ma non lamentarti neanche una volta.” dice visibilmente seccato e si volta lasciandomi sgarbatamente tutto il resto dei pacchi che aveva in mano, che faccio un po’ fatica a tenere tutti a causa del bastone che tengo in una mano.

“Questa è la chiave della mia carrozza. Si trova parcheggiata sul retro della cattedrale di Notre Dame. Vai a posare questi oggetti di scena dentro la carrozza e torna immediatamente qui.” dice digrignando i denti.
“Ed evita di curiosare in giro. La gente che non sa farsi i fatti propri mi infastidisce.” e sbattendomi contro una spalla si allontana da me per tornare sul palco al centro della piazza.

Mi chiedo dove abbia preso questi oggetti di scena. Mi chiedo soprattutto se siano davvero oggetti di scena. Mi allontano dal punto nella quale sono di qualche metro e poso tutti i pacchetti per terra. Intercetto Murray grazie al binocom.
“Murray, mi senti?”

“Forte e chiara.”
“Bene. Dirigiti nella parte laterale sinistra di Notre Dame. Mi trovi qui, ho una cosa da darti.” e chiudo senza attendere una risposta.
Mentre lo aspetto, ne approfitto per vedere cosa contengono questi pacchetti. Lancio un’occhiata veloce al palco e Thomas è ancora li. Apro il primo pacco e sgrano gli occhi. Dentro non c’è un oggetto di scena, ma un vaso in argento molto semplice decorato con solo qualche fiore o foglia.

Ne apro un altro e vi era dentro un altro tipo di vaso. Più grande di quello di prima ma con dei ghirigori al posto dei fiori. Ma dove ha preso tutta questa roba, questo? Vedo Murray raggiungermi e ne approfitto per intercettare Bentley.

“Bentley? Mi senti?”

“Le mie orecchie funzionano ancora bene, dunque si.”
“Ma perché devi essere sempre così acido? Va bene non importa adesso. Guarda questi vasi che ho in mano… Murray mettiti davanti a me, così darò meno nell’occhio.” dico puntando il binocom sui due vasi spacchettati poco prima.
“Interessante. Sono vasi di ottima fattura e inestimabile valore. Mi domando come faccia ad averli lui.”

“Me lo chiedevo anche io. Non sai da dove possano venire?” chiedo continuando a guardare stupefatta uno dei vasi.

“Non ne sono sicuro, ma portali al furgone, li analizzerò una volta al covo.” annuisco e guardo Murray.

“Purtroppo per te non dovrai scassinare niente per oggi. Ecco le chiavi della carrozza.” dico lanciandogliele.
“E’ un vero peccato. Il Super Murray è sempre pronto a mostrare la sua potenza.” dice mostrando i muscoli col petto gonfio.
“Ne sono consapevole amico…” gli sorrido e mi avvicino a lui “Ma oggi userai la forza in un altro modo. Porta questi vasi al furgone e poi entra nella carrozza. Fammi sapere cosa trovi.” gli dico allontanandomi dandogli una pacca sulla schiena. Raggiungo Thomas, prima che possa insospettirsi.

Salgo sul palco dove lui sta iniziando ad intrattenere la folla, ignara di tutto quello che sta accadendo attorno a loro e mi metto accanto a lui, cercando di sorridere per essere il più naturale possibile. Individuo Bentley tra la gente, intento a recuperare il bottino rubato e gli faccio un cenno del capo, che ricambia. Poi inizia lo show, anche se a dire il vero io non devo fare niente. Solo essere carina, sorridere ed evitare che possa capire che cosa tramiamo contro di lui. L’assistente perfetta in sostanza.

Noto Bentley ridere sotto i suoi baffi finti per lo spettacolino e la mia voglia di scendere e affogarlo è sempre più forte. Non appena Thomas si piazza davanti a me dandomi la schiena, con le mani gli faccio un gesto per fargli proprio capire che lo avrei successivamente ammazzato per le prese in giro, ma lui, in risposta, ride più di prima. Smetto di guardarlo per evitare che io mi irriti ancora di più e mi concentro su Thomas, che nel frattempo mi chiede di tenere un lenzuolo aperto per nascondere una pedana, per il prossimo trucco di magia. Faccio come mi dice. Nel frattempo, Bentley mi fa un cenno col capo per avvertirmi che Murray ha trovato ciò che stavamo cercando e che ha già caricato tutto nel furgone, dunque la cosa da fare adesso è fuggire alla velocità della luce.

Thomas mi passa davanti e io elaboro velocemente un piano per rallentarlo. Appena mi da le spalle, gli lancio addosso il lenzuolo che ho in mano e tiro in modo da farlo cadere. Lui urla. Velocemente scendo dal palco, recupero il bastone che avevo nascosto li vicino e raggiungo Bentley.

 

“Spero che la tua sedia abbia la velocità potenziata, dobbiamo andare da qui il più velocemente possibile.” gli dico correndo verso il furgone parcheggiato li vicino.
“Oh non preoccuparti, questo gioiellino può raggiungere velocità supersoniche” mi dice di rimando, superandomi.

Intanto Thomas è riuscito a liberarsi e adirato nero, ci corre dietro. È molto veloce anche con tutti i suoi trucchi, Bentley non può competere in velocità con la tigre. Mi fermo e decido di difendere il mio amico con tutta la cattiveria che posso provare in quel momento.
 

“Cooper. Avrei dovuto immaginare che ci foste voi dietro tutto questo teatrino. Sempre sul pezzo vero?” urla Thomas correndomi incontro, con una mano alzata e gli artigli bene in mostra pronti a ferirmi.
“Tu hai il coraggio di chiamare teatrino la nostra apparizione? In più... E' ovvio, gattino. Dove non c’è né onore né dignità, ci siamo noi a riportare l’ordine.” ghigno e mi preparo, in modo di tentare di bloccargli la mano con l’uncino del bastone.

 

Lo scontro non fa in tempo ad avvenire che ecco arrivare Carmelita con i suoi seguaci, Sly compreso. Thomas si blocca quando sente i suoni della sirena.

“Ah bene, ora si che siamo al completo.” dico tra me e me.

“Sai che ti dico, bestione? Quei poliziotti sono tutti tuoi, io me la svigno.” e lasciandolo confuso corro più veloce che posso verso il furgone.

Mentre corro sento Carmelita gridare:
“Cooper! Ragazzi, pensate voi alla tigre, io penso a quella la. Sly, tu vieni con me.”

 

Sly ha proprio ragione, Carmelita è molto ma molto meglio quando è arrabbiata.
Salgo sul posto davanti del furgone e incito Murray a partire a tutta birra.

 

“Allora ragazzi, cosa abbiamo trovato?” chiedo io, ridendo pensando alla furia dell’ispettore Fox

“Dentro la carrozza c’era un baule con all’interno dei gioielli. Probabilmente gli ultimi rubati ai cittadini. E all’interno del baule una cassa segreta con dentro molte banconote.” dice Murray concentrato sulla strada.

“Bentley, quello che sei riuscito a prendere tu mettilo in un sacco insieme agli altri gioielli. Quando avremo seminato la polizia, lasceremo tutto davanti al commissariato e ci penseranno loro a restituirlo alla gente. Il resto, resta con noi.” dico rilassandomi.

“Siete d’accordo?” chiedo, tutti e due annuiscono sorridendo. Gli sono grata per la fiducia che mi danno. Soprattutto per i consigli.

 

“Carmelita ci è ancora alle calcagna, serve un diversivo.” dico tutto ad un tratto notando la volante dal finestrino.

“Io credo che tu abbia qualche idea.” dice Murray guardandomi soddisfatto. Ghigno.

“Murray, appena te lo dico io, rallenta.” dico.
“Cosa?” mi risponde lui non capendo se scherzassi o se fossi seria.
“Hai capito. Al mio tre rallenta il furgone. E’ un ordine.” dico decisa.

   
 
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