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Autore: alinxx    10/06/2021    0 recensioni
Ti ricordi come ci sentivamo quando stavamo insieme? Ti ricordi com'era sentirsi vivi? Sentire l'adrenalina scorrere nelle vene, nel sangue? Avere il cuore in gola e sentirlo battere talmente veloce da avere paura di poter avere un infarto da un momento all'altro? Sentire di essere così innamorati, così pieni d'amore da pensare che il corpo sarebbe scoppiato da un momento all'altro perché troppo piccolo per riuscire a contenerlo tutto? Sentire le labbra iniziare a fare male per i troppi sorrisi, lo stomaco contorcersi per le troppe risate, la pelle rabbrividire anche solo se l'altro la sfiorava per sbaglio con le dita, gli occhi bruciare per le lacrime trattenute, perché la felicità era troppa da non riuscire più a esprimerla?
Te lo ricordi com'era sentirsi così? Perché io no, non riesco più a farlo.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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"Same lips red, same eyes blue
Same white shirt, couple more tattoos
But it's not you and it's not me."

Sono passati due anni dall'ultima volta che ci siamo visti. Due anni, dodici mesi, centoquattro settimane e settecento trenta giorni, non che io stia tenendo ancora il conto comunque.

Due anni dall'ultima volta in cui ci siamo visti, dall'ultima volta in cui abbiamo parlato faccia a faccia, in cui mi hai detto "ti amo" guardandomi negli occhi e credendoci veramente, in cui abbiamo dormito abbracciati in un letto troppo piccolo per due.

Sono passati due anni eppure quando ci siamo rivisti quella mattina in quel bar è come se non fosse cambiato nulla: avevi sempre quelle labbra rosse e piene che amavo mordere e riempire di baci, quella camicia bianca che ti aveva regalato Zayn per il tuo compleanno che ti fasciava perfettamente le braccia possenti e le spalle larghe e gli stessi occhi verdi di cui mi sono innamorato la prima volta che ti ho visto. Gli stessi occhi che ho sognato per giorni, per mesi da quando ci siamo lasciati, da quando tu mi hai lasciato per metterti con lui. Gli stessi occhi che guardavo come prima cosa al mattino quando mi svegliavo e come ultima la sera prima di andare a dormire, perché non avevo mai visto niente di più bello e ancora oggi è così. Gli stessi occhi che riuscivano sempre a leggermi dentro nonostante non mi sia mai capito nemmeno io, nonostante a volte io sia così terribilmente incasinato da non capire quello che voglio, quello che penso.

Dalle maniche arrotolate fino ai gomiti si intravedono parecchi tatuaggi. Chissà se poi alla fine quell'ancora che volevi tanto farti l'hai fatta lo stesso, anche senza di me che ero il tuo nodo, il tuo punto di riferimento. Mi ricordo che per mesi non hai fatto altro che parlare a chiunque conoscessi di quanto ti sarebbe piaciuto averla impressa sulla tua pelle, di quanto fosse importante e di quanto significasse per te.

Sai io se devo essere sincero l'ho fatto lo stesso. L'ho fatto perché per mei sei così importante che ho avuto bisogno di imprimerti sulla mia pelle, di avere un pezzo di te su di me, di ricordarti per sempre. Di ricordarmi di te anche quando non mi ricorderò più com'è il suono della tua voce, della tua risata, di com'era bello e luminoso il tuo sorriso, di come splendevano i tuoi occhi alla luce del sole.

Perché ho paura che un giorno anche se non vorrò mi dimenticherò di te, di tutto quello che siamo stati noi e pensare che tu forse l'hai già fatto mi uccide dentro.

Chissà se sei riuscito a superare la tua paura degli aghi. Adesso che non ci sono più io a tenerti la mano come fai? Ti bacia lui per distrarti e non farti sentire il dolore? Ti fa lui le battute stupide per farti ridere e non sentire il ronzio della macchinetta? Ti mette lui la crema per curarlo? Ti da lui i bacini per farlo guarire prima?

Nonostante di tempo ne sia passato visti da fuori tu sei ancora tu e io sono ancora io. Certo siamo un po' cresciuti, ora sul tuo viso c'è un accenno di barba e i tuoi capelli si sono allungati e adesso arrivano quasi a sfiorarti le spalle e io incredibilmente sono riuscito a guadagnare un centimetro o due. Eppure non siamo più le stesse persone che eravamo due anni fa, non siamo più le persone che facciamo credere agli altri di essere.

"We're not who we used to be
We're not who we used to be
We're just two ghosts standing in the place of you and me
Trying to remember how it feels to have a heartbeat."

Siamo diventati le ombre di noi stessi, quello che avevamo giurato di non diventare mai. Ci siamo spenti. Dov'è finita tutta l'energia, quel fuoco che avevamo dentro, quella sensazione di essere sulle nuvole, quella voglia di conquistare il mondo? Forse siamo solo cresciuti. O forse è stata la lontananza, noi che da quando eravamo piccoli non riuscivamo a stare per più di un giorno l'uno senza l'altro, che eravamo inseparabili, indivisibili.

Chi non ti conosce e ti guarda oggi per la prima volta pensa che non ci sia niente di strano in te, che sei un normale ragazzo di vent'anni. Che le tue occhiaie pronunciate sono perché hai passato la nottata in bianco sui libri per studiare per un esame che dovrai dare tra poco, che l'espressione stanca che hai sia solo perché in questi ultimi giorni sei teso e non sei riuscito a dormire molto, che il sorriso che fai sembra non sembra falso ma vero e luminoso, che se mentre sorridi non si nota la fossetta all'angolo della bocca o che non ti sorridono anche gli occhi oltre alle labbra è solo perché magari oggi è una giornata no, perché è mattina presto e magari non hai molta voglia di ridere.

Ma per me che ti conosco bene, che ti conosco meglio di quanto faccia con me stesso, che con un solo sguardo riesco a capire quello che pensi, quello che provi, quello che cerchi di tenere nascosto agli altri, so che non è così. So che non sei più quello di una volta, che quella che fai vedere è solo una facciata, che lo fai per non far preoccupare gli altri perché è da quando sei un ragazzino che hai sempre pensato di essere un peso, di essere una nullità, che non hai mai voluto addossare i tuoi problemi agli altri o aprirti con qualcuno perché hai sempre avuto paura di disturbare. Eppure quando stavamo insieme sembrava andasse un po' meglio. Avevi iniziato ad aprirti un po' di più, a parlare più liberamente dei tuoi pensieri, di tutte quelle cose che ti giravano per la testa e a cui non riuscivi mai a dare un ordine e noi due ci sedevamo sul letto muniti di carta e penna e insieme cercavamo di dargli un senso e quando non c'era ne creavamo uno noi.

Adesso che non ci parliamo più lo fai ancora? Hai ancora qualcuno con cuoi poter parlare di tutto senza aver paura di essere giudicato? Qualcuno che resti al tuo fianco e che ti appoggi in ogni decisione? Qualcuno che ti dica che ne vali la pena e che non sei inutile ma anzi, sei la persona più importante del mondo, del suo mondo? Vai ancora dallo psicologo? Lui ti aspetta fuori come facevo io per poi prenderti per mano e portarti a mangiare il tuo gelato preferito? Ti fa prendere le medicine anche quando non vuoi, anche quando dici che stai bene e che non ne hai bisogno? Ti stringe forte quando hai gli incubi e prepara con te la colazione anche se sono le quattro del mattino? Ti resta accanto anche quando sei fuori di te e diventi paranoico? Quando ti incazzi per ogni minima cosa e ti metti a urlare e quando inizi a piangere senza saperne nemmeno tu bene il motivo?

A me sembra di no. Mi sembra di no perché altrimenti non avresti quei cerchi scuri sotto gli occhi e quello sguardo spento e assente, senza quel luccichio, senza quella luce che gli contraddistingueva e rendeva impossibile non riconoscerli anche in mezzo a un mare di gente. Mi sembra di no perché prima quando sorridevi ti si illuminava tutto il viso e ti usciva quella fossetta adorabile in cui amavo mettere il dito dentro, perché quando qualcuno incrociava il tuo sguardo e vedeva i tuoi occhi sorridenti non riusciva a fare altro se non sorridere a sua volta, anche se non ti avevano mai visto e non avevano la minima idea di chi tu fossi, perché il tuo sorriso era così luminoso che avrebbe potuto illuminare una città intera, che si sarebbe potuto vedere anche in una stanza buia.

Cosa ti è successo? Cosa ci è successo?

Perché sai, non sei stato l'unico a essere cambiato, a diventare il fantasma di quello che eri prima.

Adesso non riesco più a fidarmi delle persone, a lasciarmi andare, perché ho sempre paura che se ne vadano da un momento all'altro, così, senza neanche dire una parola, senza neanche darmi una spiegazione valida. Ho paura di aprirmi completamente con qualcuno, di abbassare tutti quei muri che con il tempo ho imparato a costruirmi attorno solo per poter tenere lontano gli altri, per non permettergli di conoscere il vero me. Ho paura un giorno di amare una persona che non sia tu, di sfiorare un corpo che non è il tuo, di baciare delle labbra che non sono le tue. Ho paura di donare di nuovo il mio cuore a qualcuno, o almeno quello che ne rimane, perché nonostante sia passato così tanto tempo da quando andandotene me l'hai spezzato non sono ancora riuscito a riparlarlo del tutto, non sono ancora riuscito a trovare tutti i pezzi. E forse non riuscirò mai a ritrovarli, forse si è spezzato in tante parti così minuscole da non sapere nemmeno dove siano andate, da non sapere dove iniziare a cercarle. E forse rimarrà sempre così, rotto, spezzato, malconcio e pieno di crepe. E come si può pretendere che qualcuno possa amare una cosa così tanto imperfetta?

Adesso non riesco più a parlare con nessuno, nemmeno con i miei migliori amici che conosco da una vita, nemmeno con mia madre, nemmeno con le mie sorelle. Strano vero? Pensare che prima parlavo così tanto che dopo un po' la gente iniziava ad annoiarsi e smetteva di ascoltarmi, che potevo parlare anche per due ore di fila di quello che mi piaceva senza stancarmi mai. Eppure adesso ogni volta che apro bocca è come se non avessi nulla da dire, come se il tempo si fosse fermato a quella sera afosa di due anni fa e non fosse andato più avanti.

Ti ricordi come ci sentivamo quando stavamo insieme? Ti ricordi com'era sentirsi vivi? Sentire l'adrenalina scorrere nelle vene, nel sangue? Avere il cuore in gola e sentirlo battere talmente veloce da aver paura di poter avere un infarto da un momento all'altro? Sentire di essere così innamorati, così pieni d'amore da pensare che il corpo sarebbe scoppiato da un momento all'altro perché troppo piccolo per riuscire a contenerlo tutto? Sentire le labbra iniziare a fare male per i troppi sorrisi, lo stomaco contorcersi per le troppe risate, la pelle rabbrividire anche solo se l'altro la sfiorava per sbaglio con le dita, gli occhi bruciare per le lacrime trattenute, perché la felicità era troppa da non riuscire più a esprimerla?

Te lo ricordi com'era sentirsi così? Perché io no, non riesco più a farlo.

Mi sono scordato di tutte quelle sensazioni. Mi sembra tutto così lontano, come se non l'avessi vissuto io in prima persona ma me l'avesse raccontato qualcuno che conosco, come se fosse stata la mia immaginazione, un sogno ad occhi aperti.

"The fridge light washes this room white
Moon dances over your good side
And this was all we used to need
Toungue-tied we've never known
Telling those stories we already told
'Cause we don't say what we really mean."

E forse quello di cui avevamo bisogno eravamo noi. Noi che nonostante non potessimo essere più diversi insieme ci incastravamo alla perfezione come pezzi di un puzzle. Noi che abbiamo passato così tanto tempo insieme da finire per assorbire l'uno le caratteristiche dell'altro, da finire a completarci le frasi a vicenda, di sapere se l'altro era in una stanza anche senza guardare, da finire per fonderci insieme e diventare una persona sola.

Perché prima di conoscerti non avevo capito che fossi tu quello che stavo cercando da sempre, che solo tu avresti potuto riempire quel vuoto che avevo sempre sentito all'altezza del petto. Perché solo con te mi sentivo completo, solo con te mi sentivo al sicuro, sentivo dopo tanti anni di aver trovato il mio posto nel mondo, sentivo di poter essere finalmente me stesso al cento percento, di non dover portare più quelle stupide maschere che mi costringevo a mettere su ogni volta che dovevo parlare con qualcuno.

Non so se ti ho mai detto veramente quanto valevi, quanto eri importante per me. Penso di non essere mai riuscito a spiegarlo a parole, sai che comunicare non è mai stato il mio forte, che sono sempre stato più bravo a dimostrare le cose a gesti, al contrario di te che amavi fare discorsi infiniti e scrivere lettere chilometriche che ancora oggi conservo gelosamente nel secondo cassetto del mio armadio, insieme alla tua felpa che mi avevi regalato perché dicevi che stava meglio a me e che dopo quel giorno non sono mai riuscito a ridarti, perché avevo bisogno di avere qualcosa che fosse tuo. E forse era anche per quello che funzionavamo, che eravamo uniti, bilanciati, o forse invece è stato proprio quello a dividerci, perché io ci mettevo tutto me stesso per dimostrare quanto ti amassi e tu non lo capivi, non vedevi che ti stavo dando il mio cuore in mano.

Quante cose non dette che ci sono ancora tra noi. Quante parole abbiamo sprecato urlandole al vento durante i litigi, quando eravamo troppo arrabbiati per capirle veramente, per conoscere il loro valore, perché non eravamo ancora pronti per realizzarle, per sentircele dire. Quante occasioni abbiamo perso perché al posto di ascoltare il cuore facevamo quello che ci diceva la testa, perché ci facevamo tante di quelle paranoie inutili da iniziare a risultare insensate persino a noi, di pensare che le cose che ci dividevano fossero insormontabili quando invece sarebbe bastato venirsi incontro, incontrarsi a metà strada, condividere i nostri pensieri invece che tenerli chiusi a chiave in una scatola dentro il nostro cervello pensando che sarebbe stato meglio così, quando invece le cose se condivise legano le persone anziché dividerle.

L'ultimo ricordo che ho di noi insieme è di quella sera. Eravamo in cucina e le uniche fonti di luce presenti nella stanza erano quella del frigorifero e quei pochi raggi di luna che riuscivano a entrare dalla finestra lasciata aperta per cercare di far entrare un po' d'aria anche se inutilmente considerando l'aumento che avevano avuto le temperature in quei giorni.

La luna illuminava perfettamente il tuo volto rendendolo ancora più bello di quanto non fosse e di quanto lo è ancora oggi.

Mi avevi detto che dovevi dirmi una cosa e mi feci promettere di non arrabbiarmi, di non urlarti addosso, di cercare di rimanere calmo e di non fare niente di avventato.

L'unica cosa a cui riuscivo a pensare io in quel momento era a quanto ero stato fortunato ad averti incontrato, a quanto ero fortunato che tra tutti quelli che potevi scegliere tu avessi scelto proprio me che al contrario tuo non avevo niente di speciale, perché eri tu quello che brillava di luce propria, che catturava gli sguardi di tutti ogni volta che entrava in una stanza.

All'inizio non ci credevo, pensavo fosse tutto uno dei tuoi soliti scherzi. Facevo su e giù con lo sguardo setacciando ogni angolo della cucina per cercare di capire dove avessi nascosto la telecamera, aspettandomi che da un momento all'altro sarebbero sbucati da dietro il divano Niall, Zayn e Liam già pronti a ridere perché ero cascato in quello scherzo che probabilmente avevano passato giorni ad architettare, però non andò così.

Dopo quasi cinque minuti in cui tu sei rimasto fermo davanti a me con lo sguardo basso, senza avere il coraggio di incrociare i miei occhi nemmeno per sbaglio, nemmeno per mezzo secondo, come se ti sentissi in colpa, come se ti vergognassi di quello che avevi fatto, ho capito che non era uno scherzo ma la verità.

Ho capito che mi avevi davvero tradito, che mentre tu scopavi con lui io ero a casa tua a prepararti la cena, che quando andavi a prenderlo a lavoro io cercavo su internet delle case da affittare per avere più spazio per noi, per poter viverci davvero senza doverci più nascondere. Che mentre per me facevamo l'amore per te era solo sesso, che quando dicevi di amarmi non lo pensavi veramente, che ormai era diventata una cosa che ti veniva automatica, che quando mi dicevi che dovevi fare un doppio turno a lavoro in realtà stavi con lui. Che ci dormivi nel letto in cui dormivi con me, che gli dedicavi le canzoni che dedicavi a me, che ti confidavi con lui, che volevi portarlo nei posti che volevamo visitare insieme, che gli hai fatto le stesse promesse che facevi a me, che lo toccavi bello stesso modo in cui toccavi me.

E nonostante io in quel momento sia rimasto immobile al mio posto, come se mi avessero congelato, nonostante io non abbia detto nemmeno una parola, nonostante non abbia versato nemmeno una lacrima, nonostante non abbia urlato così tanto da perdere il fiato e sentire la gola bruciare, nonostante non abbia rotto tutto quello che mi capitava sotto mano, non pensare nemmeno per un secondo che io non ti abbia amato davvero, che abbia rinunciato a te, a noi, a tutto quello che eravamo.

Semplicemente avevo capito che quello che avrei fatto io non avrebbe più avuto alcuna importanza perché ormai tu la tua scelta l'avevi fatta, perché ormai tu avevi scelto lui e niente di quello che avrei potuto fare avrebbe cambiato le cose.

Perché per crollare ho aspettato di tornare a casa, di arrotolarmi tra le coperte del mio letto nonostante fosse metà agosto e facesse così caldo da non riuscire più neanche a respirare, nonostante sapessero ancora di te, nonostante avessero impresso ancora il tuo profumo. Ho aspettato di essere solo, lontano da sguardi indiscreti, di essere sicuro che nessuno potesse sentirmi, che nessuno potesse sentire il suono dei miei respiri strozzati, dei miei singhiozzi sempre più rumorosi, che nessuno potesse vedere i pezzi del mio cuore sparsi in giro per la mia stanza, un po' qua e un po' là, che non si notasse l'enorme voragine che avevo nel petto, quel senso di vuoto che mi attanagliava lo stomaco e non ne voleva sapere di lasciarmi andare.

Sono passati due anni eppure mi sento ancora così, come se non fosse cambiato nulla da quella sera. Ancora annuso le lenzuola sperando di sentire il tuo profumo nonostante ormai le abbia lavate almeno un centinaio di volte e di notte quando sono sdraiato nel mio letto guardo fuori dalla finestra sperando di vederti passare, anche solo per un secondo. Quando sono sicuro che tutti stanno dormendo i miei occhi si fanno lucidi e piccole gocce iniziano a uscire una dopo l'altra fin quando non mi manca il respiro e mi sembra di annegare, fin quando non bagno la federa del cuscino e la tua felpa che uso come pigiama. E nonostante io ci provi con tutto me stesso a trattenerle, a impedirgli di sgorgare come fiumi in piena perché ormai sono stanco di passare tutte le notti a piangere pensando a cosa sarebbe successo se tu non mi avessi tradito, se avessi continuato ad amarmi così tanto come dicevi, alla vita che ci saremmo potuti costruire insieme, a come sarebbe andata se avessi mantenuto tutte le promesse che mi avevi fatto, non ci riesco perché mi hai lasciato dentro un vuoto così tanto grande che non importa quanto tempo passerà, quanta gente incontrerò, non riuscirò mai più a colmarlo.

Non ti ho detto nulla perché nonostante tutto continuo ad amarti e non volevo fare la stessa cosa che avevi fatto tu con me, non volevo ferirti, non volevo che tornassi da me solo perché ti faccio pena. Ma è stato difficile sai? E' stato difficile passare dal sentirti tutti i giorni a non sapere neanche più come stavi, cosa stavi facendo, se ti divertivi, se sorridevi. Ho dovuto tornare alla vita che facevo prima di incontrarti, ho dovuto reimparare a vivere senza di te al mio fianco. A svegliarmi in un letto vuoto, a non cercare i tuoi occhi tra la gente, a non fare più la cena per due persone, a non stirare più le tue camicie, a non sentire più la tua voce calda sussurrarmi parole dolci all'orecchio, a dover imparare a convivere con il vuoto che sento all'altezza del cuore.

Ho sempre voluto la tua felicità, anche se non ero io, anche quando io non ne facevo parte, anche se per vederti felice ho dovuto accettare di perderti e di vederti stretto nelle braccia di un altro.

Sono passati due anni e ormai dovresti avere una vita con lui, magari anche una casa. Dovreste aver viaggiato, aver visitato il mondo, avere così tante foto insieme da non sapere più dove metterle, esservi dedicati così tante canzoni da non riuscire nemmeno a farle stare tutte in un album. Dovresti conoscerlo come conosci te stesso, dovreste essere così uniti da non riuscire a capire dove inizia uno e dove finisce l'altro, dovresti essere così contento da non riuscire a smettere di sorridere nemmeno per un secondo, dovresti essere così pieno di vita da non riuscire a stare fermo per più di cinque minuti.

Dovresti essere felice, essere felice insieme a lui. Dovresti eppure quando ti ho incontrato quella mattina non lo eri.





ciao a tuttx<3
è la prima volta che scrivo qualcosa su harry e lou nonostante gli ascolti da anni e stranamente quello che è uscito fuori non mi dispiace piace (ora dico così poi ma tanto so che tra due ore mi farà già schifo ma ok).
sinceramente non so nemmeno come mi è venuta l'idea, so solo che amo troppo questa canzone e in questo periodo mi sento molto in sintonia con loro e volevo provare a scrivere qualcosa.
spero vi piaccia.
se vi interessa l'ho pubblicata anche su wattpad con lo stesso nome, mi chiamo @/mano_nella_mano_
buon pride month a tuttx🏳️‍🌈
se volete parlare o qualsiasi cosa questo è il mio profilo twitter @/atuttelemiepare
vi voglio bene,
marta🖇
   
 
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