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Autore: gin_94    11/06/2021    1 recensioni
E se gli spiriti esistessero veramente? Allora sicuramente avremmo un modo scientifico per spiegare la loro esistenza, anche se forse sarebbe essenziale il loro aiuto per aiutarci a capire che la nostra mente è troppo limitata per poter comprendere la loro dimensione...
Genere: Comico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1. Ma cavolo!
 

Forza! Oggi è giovedì. Sì oggi è giovedì. Ogni settimana è il giusto incoraggiamento per passare anche questa lunga, difficilissima, schifosissima settimana interminabile di noiosissimo lavoro e ricordarsi che oggi è giovedì. 

Domani venerdì e poi... a casa! Sì, ovviamente io non lavoro il sabato. Sia mai! 

- Hei Enrico, Stasera ci sei al Doge? - mi aveva chiesto Stefania. Col cavolo che ci vado! Preferisco mille volte starmene a casa mia facendo scivolare giù per il mio stomaco grandi bocconi di un panino freddo al tonno e salsa rosa piuttosto che andare lì. 

- No, uff… mi dispiace, ma stasera ho un sacco di cose da fare - Ovviamente non era vero. 

Anzi, era vero eccome: dovevo esercitarmi con la chitarra (che non sono in grado di suonare) e andare avanti a leggere un romanzo (fermo al terzo capitolo ormai da due anni). 

Sì, avevo proprio un sacco da fare. 

Anche se prima di mettermi all’opera, dopo cena, mi sarei preso giusto una pausa lunga quanto un film di Jackie Chan e Owen Wilson, mentre mi gustavo un altro paio di birre fino a quando non sarebbe stato il momento di andare a letto. 

 

Ed è andata proprio così! Ho dormito sul divano e non mi sono nemmeno lavato i denti.

Ora ho un po’ di rammarico. In effetti mi avrebbe fatto proprio bene uscire… ora è quasi ora di andare al lavoro e mi trovo solo tra i miei malumori a rimuginare su vecchi episodi della mia vita passata. E ogni volta sono sempre gli stessi, come se la mia vita fosse tutta lì. 

Ma col cavolo che ci sarei andato! L’ho già detto? In realtà il locale mi piace e avrei ascoltato volentieri un po’ di confusione, di vita, ma col cavolo che sarei andato a vedere l’amorino di Stefania che faceva “chiky chiky” con una consolle da deejay per ragazzini. 

Intendiamoci:Stefania è una ragazza favolosa, sempre gentile, con una buona parola per tutti, con due occhi scuri che vorrei affogarcidentro, ma col cavolo che vado a vedere loro due insieme! Se fossimo stati io e Stefania soli soletti, ok. 

Se fossimo stati io, lei e forse giusto un paio di amici, dico la verità , lo potevo accettare.

Lo so, lo so. Lei non è il mio tipo, so che siamo solo buoni amici e che se mi sorride (cavolo che sorriso) lo fa sempre con tutti… (pure col capo… ). So che infondo l’unica cosa che funziona ora sono solo le mie fantasie e che se ci fosse davvero qualcosa di più, oltre a questa tenera dolcezza tra noi, comunque non funzionerebbe… 

Ma cavolo!Ieri serasono andati lì pure gli unici due colleghi con cui vado d’accordo. Potrei uscire con degli altri amici, ma fatalità hanno tutti da fare (tutti e tre). Che stiano cercando di evitarmi? Forse mi lamento troppo.

 

7.30 di venerdì mattina

Sono tardi, sono tardi, sono tardi, SONO TARDI! Cavolo non riesco a fare colazione. Tragedia! Sì, so perfettamente che nonostante la colazione venga considerato il pasto numero uno della giornata molta gente riesce a farne tranquillamente a meno. Ma non è il mio caso!

Se non mangio qualcosa a colazione entro la mattinata avrò la sensazione che mi si sgretolino le ginocchia. Sì, lo so che lavoro in ufficio, ma non è solo una questione di cibo, ma anche di rito e di concentrazione sul lavoro. 

Qualcuno sta ridendo? Lo so, non potete capire. Farò colazione al bar davanti all’ufficio…

 

Sono tardi, sono tardi, sono tardi, sono tardi, ah la riserva! Vabbè, faccio benzina dopo… no! È da due giorni che sono in riserva. Il distributore più vicino è solo a due chilometri da qui… dalla parte opposta all’ufficio. Ed è agosto. Tanti saranno già in ferie. E cavolo! Il distributore sarà strapieno. Pronti… mezzo… via!

 

Tra casa di Enrico e il distributore di benzina c’era un lungo tratto di strada provinciale delimitata da alberi e campi. Enrico distrattamente vide una sorta di bagliore nel cielo, una sorta di stella cadente in pieno giorno. Niente di preoccupante, in quell’istante gli sembrò un normalissimo bagliore dovuto alla combinazione simultanea di: sole estivo, parabrezza trasparente e riflesso di uno degli specchietti. Subito dopo ci fu un forte spostamento di vento che fece agitare le foglie degli alberi e lo costrinsero a tenere stretto il volante.

 

Oh guarda, un trattore è finito dentro al fosso. 

L’ometto che ci sta girando intorno non sembra essere di buon umore. Bè… forsea me non sta andando poi così male; solitamente arrivo sempre con 15 minuti di anticipo al lavoro, che sarà mai se oggi ritardo un pochino.

 

Ecco il benzinaio, faccia 20€ per favore. No, aspetta. Non ho altri soldi per la colazione.

- Come scusi? -

- Facciamo 15… anzi, 10€ -.

Bene, visto che questo distributore ha anche il bar mi prendo un bel cappuccino e una brioche. Straordinariamente non c’è nemmeno tutta quella confusione che mi aspettavo. 

Cavolo, dalla fretta non mi sono nemmeno reso conto che mi scappa un sacco la pipì… tornerò subito.

 

 

Tornando dal bagno… 

 

- Mi scusi… hei mi scusi signore, quella era la mia colazione! - un tizio si stava pappando la mia colazione e per di più stava facendo finta di niente. Avrei voluto staccargli la testa a pugni.

Lo presi per la spalla della giacca e gli dissi -Sto parlando con te, avevo già pagato sia il cappuccino che la brioche, era roba mia quella! -.E questo con quella faccia da sberle ha avuto il coraggio di rispondermi -Guardi che si sta sbagliando -.

Credo di essere diventato paonazzo in quel momento. 

- Che razza di… quella era la mia colazione, sono andato un secondo al bagno, un secondo! Me l’aveva appena preparata la signora, se vuoi puoi chiedere conferma a lei -.

La barista fece una smorfia di disgusto e si allontanò per continuare a lavorare.

Questa baldracca era contro di me! Avevo una tale rabbia che mi misi a discutere con la barista, ma ero troppo in ritardo quindi lasciaiperdere subito e uscii dal bar dirigendomi furioso verso l’auto. 

-Ma che cosa? -il signore vestito elegante che mi aveva appena rubato la colazione mi stava rubando pure la macchina! Ma come ha fatto?

Salì al posto del guidatore, io maldestro avevo lasciato le chiavi sul quadro. Feci uno scatto propulsivo così forte che mi sembrava che si stessero spezzando le giunture delle ginocchia, in quei pochi metril’uomo mi lanciò una busta di plastica addosso con dentro probabilmente della stoffa, ma non controllai ovviamente. Mi fiondai al volo all’interno della vettura dallo sportello posteriore, che l’uomo aveva aperto prima di mettersi al volante senza alcun motivo.

Una volta che ero dentro la macchina partì facendo fischiare le gomme, ma le mie gambe erano ancora fuori dalla vettura! 

Le prime manovre sono state molto brusche, avevo il terrore di scivolare fuori dall’auto, quindi cercai di dimenarmi strisciando come un verme affondando le mie unghie sui sedili sperando di tirarmi su. Ci riuscii, chiusi lo sportello, ma ero talmente terrorizzato che la rabbia sparì e cercai di non infastidire troppo il guidatore per paura della mia stessa incolumità.

Lo implorai - Ti prego dimmi chi sei? Cosa vuoi da me? - non mi rispose, quindi continuai sempre con il cuore in gola - Ti prego non farmi del male, prendi tutto quello che vuoi, anche se non ho niente. Basta che mi porti davanti all’ufficio dove lavoro -.

Sorprendentemente sembrava stesse andando proprio verso l’ufficio. Pensai che avrei potuto lanciarmi in corsa quando avrebbe raggiunto il punto più vicino. Anche se a dire il vero sarebbe stato più saggio lanciarsi vicino direttamenteal pronto soccorso… 

- Beh, è un po’ difficile da spiegare… -

Alleluia! Aveva parlato. Che razza di sistema operativo aveva il suo cervello per avere ritardo così lungo?

- Non sono molto pratico dei vostri modi di dire o parlare. Posso solo dirti che puoi stare sereno perché credo che non voglio farti del male -

Decisamente inquietante quel “credo”.

- Sì adesso ti faccio scendere, ma ci rivediamo. Forse ho scelto il modo più sbagliato di farmi conoscere…- .

Incredibile! Si era fermato proprio davanti all’ufficio. Non aspettai neanche un millesimo di secondo per uscire dalla macchina. Avevo paura che quel pazzoide prendesse l’iniziativa di fare qualche altra follia. Avevo ancora in mano la busta di plastica che mi aveva lanciato prima, la guardai. Lui abbassò il finestrino e mi disse -Mi raccomando, lavala! -e partì facendo fischiare di nuovo le gomme. 

Se ne era andato con la mia macchina… 

 

 

   
 
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