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Autore: storiedellasera    11/06/2021    2 recensioni
Un incontro inaspettato sulle rive del mare
Genere: Fluff, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Sovrannaturale
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Prima del tramonto





“Che gran casino!” Le pessime condizioni della baia di Stilwell, Nuova Zelanda, strapparono via un commento dalla bocca di Michael.
Qualche giorno fa una violenta tempesta estiva, una di quelle in grado di scatenare la furia della natura in una manciata di minuti, aveva fatto ribaltare diversi pescherecci al largo delle coste.
Per quanto possa sembrare assurdo, non ci furono vittime tra i marinai... solo tre di loro erano finiti in ospedale con delle lievi ferite.
Ma le reti da pesca, insieme alle funi, ami e fili di nylon, per non parlare del gasolio dei motori e qualunque altra cosa che si trovava su quelle navi, erano finiti nel mare e la corrente le aveva trascinate sulla baia di Stilwell.
La spiaggia era invasa da detriti, cordame e altra cianfrusaglia.
Michael era nato e cresciuto sull'isola e, con suo sommo imbarazzo, non si recava più in spiaggia da moltissimo tempo.
Ma quel giorno d'estate, il 3 Agosto del 1997 per essere precisi, era tornato a visitare la baia. Secondo una credenza popolare, era possibile trovare dei tesori in acqua dopo il passaggio di una tempesta, come se il temporale fosse in grado di rimescolare il fondale oceanico, trascinando in prossimità delle coste coralli rari e altre meraviglie.
Michael sapeva benissimo che tutte quelle dicerie erano solo delle stupidaggini... ma una parte di lui sperava di trovare qualche perla all'interno di grandi ostriche. Perciò si era recato nella baia munito di un coltello subacqueo e indossando il suo costume portafortuna.
Aveva diciannove anni ed era di bell'aspetto, alto e dal fisico asciutto. Portava corti capelli scuri e i suoi occhi erano di un vivace color nocciola.

Stilwell Bay, anche se ricoperta da reti e funi varie, era sempre bellissima.
L'oceano sembrava mostrare tutte le tonalità esistenti dell'azzurro. Era un enorme zaffiro che scintillava sotto la luce del sole e mutava continuamente la sua forma. E durante il tramonto diventava ancora più bello, quando le sfumature d'ambra nel cielo si rispecchiavano nelle onde e le tingevano di porpora e d'argento liquido.



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Michael si tuffò in acqua e in poco tempo raggiunse una vecchia palafitta posta a venti metri dalla spiaggia. Fino a qualche anno fa veniva usata da alcuni pescatori, in seguito fu abbandonata. La struttura appariva come un rudere di casa sul mare.
I pali di legno immersi nell'acqua erano la dimora di un gran numero di alghe, pesci e coralli. Secondo Michael era un buon punto di partenza per cercare delle perle, inoltre l'acqua era limpida e poco profonda.
L'unico ostacolo era rappresentato da alcuni grovigli di corde e reti che orbitavano attorno alla costruzione. Michael li evitò facilmente e si diresse sotto la palafitta, all'ombra della casa.
Guardò verso il basso: in acqua, le alghe cresciute sulla superficie dei pali oscillavano a ritmo delle onde mentre dei pesci colpiti dai raggi del sole emanavano riflessi azzurri e argentei.

“Scusa...?”
Una voce vicino a lui lo sorprese, strappandolo via dai suoi pensieri.
Spostò lo sguardo nel punto in cui aveva udito quella voce.
Non riuscì a credere ai suoi occhi. Dietro uno dei pali della palafitta, faceva capolino il volto di una ragazza. Aveva gradi occhi chiari e lunghi capelli biondi con riflessi di rame. Anche lei era immersa in acqua, proprio vicino a Michael, ed era bloccata in un fitto groviglio di corde e reti.
-Come ho fatto a non vederla prima?- Si domandò il ragazzo, rimproverando se stesso per la sua sbadataggine.
Lei sorrise: “potresti darmi una mano?”
Ma Michael non era ancora in grado di parlare o di muoversi.
La ragazza ridacchiò: “magari prima che arrivi l'alta marea.”
“Come... come ci sei finita lì?” Chiese istintivamente Michael.
Lei sbuffò senza smettere di sorridere: “è iniziato tutto con una lenza da pesca attorno al mio braccio. Stavo nuotando e non mi sono accorta di nulla. Più cercavo di liberarmi e più mi intrappolavo in queste corde. E ora... bhè ...ecco il risultato finale.
Ho visto che hai un coltello, potresti prestarmelo?” Allungò una mano in direzione di Michael.
“Arrivo” rispose lui.
Ma non appena fece per avvicinarsi, la ragazza sussultò: “no...” esclamò “...resta lì.”

Michael si stupì nel vedere quella reazione. Fu solo in quel momento che si accorse che la ragazza non portava alcun costume sul petto.
-Abbiamo dimenticato il cervello a casa, Mike?...- Gli urlò la vocina nella sua testa -...come hai fatto a non notarlo prima?!-
“Non vorrai mica che ti lanci il coltello?” Chiese il ragazzo.
Lei si strinse nelle spalle.
Michael continuò ad avvicinarsi e raggiunse il palo a cui si stava aggrappando la ragazza. Le corde erano aggrovigliate anche attorno alla palafitta, bloccando la giovane all'intera struttura.
“Come ti chiami?” Chiese Michael.
“Mily” rispose lei. Si vedeva che era imbarazzata... ma Michael colse anche una punta di apprensione nei suoi occhi.
-Sono io a farle paura?- Si domandò il ragazzo. Iniziò a recidere le funi che bloccavano Mily.
“Da quanto tempo sei in questa situazione?” Chiese.
“Ehm...” lei alzò lo sguardo verso il sole “...più di quanto il mio orgoglio voglia ammettere.”
Michael ridacchiò mentre tagliava via un'altra fune: “credo di aver quasi finito” e senza attendere un altro secondo, prese un gran respiro e si immerse.
“Aspetta” aveva esclamato Mily ma il ragazzo non l'aveva sentita.
Sott'acqua Michael aguzzò la vista: il groviglio di corde e reti era particolarmente fitto in quel punto. -Attento a non bloccarti nelle funi anche tu- gli aveva ammonito la vocina nella sua testa.
Il ragazzo ipotizzò che sarebbe riuscito a liberare Mily solo dopo diverse immersioni. Stava ancora decidendo quale corda tagliare per prima... quando finalmente si accorse di ciò che aveva di fronte a se. Al posto delle gambe, la ragazza aveva una lunga coda da sirena.


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Si dice che negli attimi di panico, la mente di un uomo non è in grado di formulare alcun pensiero. Ma la testa di Michael, in quel momento, era attraversata da un numero incalcolabile di pensieri... pensieri assurdi, sconclusionati e folli.
Michael non poteva credere ai suoi occhi. Fu certo che il suo cuore saltò un battito. -Sto davvero guardando una coda?! Una coda verde e piena di scaglie... un momento, i pesci hanno le scaglie o le squame?- Un altro pensiero assurdo.
I polmoni iniziarono a protestare. Michael non era ancora tornato in superficie. Era così sconvolto che si era dimenticato di dover respirare.
Riemerse frettolosamente, annaspando.
Prese grandi boccate d'aria mentre volgeva lo sguardo verso Mily.
Gli occhi della ragazza erano carichi di paura. Aveva la stessa espressione di un ladruncolo colto sul fatto.
Entrambi non dissero una parola per moltissimo tempo. Si limitarono a fissarsi, chiedendosi cosa sarebbe successo di lì a breve.
Solo il suono del mare rompeva quel profondo silenzio.
Mily si sforzò per sorridere: “cosa c'è...” chiese con un filo di voce “...ho per caso qualcosa di schifoso sulla coda?”
Di nuovo tornò il silenzio.
-Ha fatto una battuta per rompere il ghiaccio?!- La mente di Michael era sempre più sconvolta. Quella situazione si era fatta troppo assurda per lui.
Esordì con un quello che sembrava essere un colpo di tosse ma in pochi secondi si trasformò in una risata a tratti isterica e a tratti genuina.
Anche Mily iniziò a ridere anche se il tutto le risultò bizzarro.
“Quante altre cose sono vere?” Domandò improvvisamente Michael.
“Cosa?” La ragazza apparve confusa.
“Cos'altro è vero? I tritoni? La piovra gigante? Cthulhu?”
Mily si avvicinò a lui: “non ti ho ancora chiesto come ti chiami.”
“Michael” rispose lui quasi senza rendersene conto.
“Bene, Michael. Respira... fai dei gran ben respiri. Rilassati.”
Lui decise di assecondarla eppure non riusciva a calmarsi.
“Ho davvero bisogno di aiuto” continuò lei.
Michael fissò i suoi occhi carichi di paura. Provò compassione per Mily, una compassione che fece ritrovare il coraggio nell'animo del ragazzo.
Tornò di nuovo vicino a lei, indicò la sua coda e chiese: “posso toccarla?”
Lei annuì: “si, certo.”

Michael deglutì. Immerse una mano tremante in acqua e lentamente sfiorò la coda.
Sussultò per l'emozione.
Il ragazzo aveva percepito potenti fasci muscolari in quella coda e dedusse che Mily doveva essere in grado di nuotare molto velocemente.
La paura nel ragazzo stava lentamente scemando. E un senso di meraviglia e commozione stava rapidamente germogliando dentro di lui.
Riprese a recidere le funi. Mily lo fissava senza battere ciglio.
Quando Michael tagliò l'ultima fune che bloccava la coda alla palafitta, la ragazza scattò in acqua come una scheggia impazzita.
Il giovane riuscì a intravedere la sagoma della sirena muoversi a grande velocità, proprio come aveva previsto.
Era celere ed elegante, come se non avvertisse alcuna resistenza nell'acqua.
In un istante, la sirena era sparita.

Michael rimase inebetito all'ombra della casa sul mare.
Fissava l'acqua sotto di lui, chiedendosi se tutto ciò che era appena accaduto fosse solo un frutto della sua immaginazione.
Fu in quel momento che Mily riemerse al suo fianco: “Michael, grazie di cuore” e sparì di nuovo nel mare, ancor prima che il ragazzo potesse reagire in qualche modo.


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Michael trovò la forza di tornare a Stilwell Bay dopo una settimana.
Era un giorno particolarmente afoso ma un vento frizzante mitigava il clima. Il mare era un bellissimo specchio d'acqua, azzurro e scintillante.
Il ragazzo si fermò a pochi passi dalla riva, osservando in lontananza la vecchia casa sulla palafitta. Stava ripensando al suo incontro con la sirena, chiedendosi se mai fosse riuscito a rivederla... quando all'orizzonte Mily balzò fuori dall'acqua.
Il cuore di Michael sussultò nel vederla zampillare in quel modo.
Mily si avvicinò al ragazzo, lo salutò agitando una mano e urlò: “perchè ci hai messo tanto?”
“Cosa?” Chiese lui. E si meravigliò nello scoprire che stava sorridendo. Si, Michael non aveva paura di incontrare di nuovo la sirena, anche se qualche timore ancora sopravviveva nel suo animo. Eppure era felice.
Lei si avvicinò ancora di più: “ti ho aspettato, sai?! Avanti entra in acqua.”
“Ehm... sto bene qui, grazie” Michael agitò le mani.
Un ghigno si formò sulle labbra di Mily: “hai paura di qualcosa, Michael?” Fece emergere un poco la coda per provocare il ragazzo.
“Se non entri subito in acqua...” continuò lei “...giuro che mi metto a cantare e allora sarai costretto a tuffarti.”
Michael si paralizzò dalla testa ai piedi. Il sangue nel suo corpo si era improvvisamente raffreddato.
Mily fissò intensamente il ragazzo per diversi secondi... per poi scoppiare a ridere. “Sta tranquillo, Michael. Il canto magico è solo una storiella inventata dai marinai.”
Il ragazzo tornò a rilassarsi. Si sedette sulla spiaggia: “come fai a conoscere tutte queste cose? E come fai a parlare la mia lingua?”
Lei si avvicinò a lui e si accomodò in prossimità della riva: “non sei il primo uomo che incontra una come me. Abbiamo imparato molto della vostra cultura studiando anche tutto ciò che scaricate nel male.”
Michael annuì: “e... e quanti siete?”
“Sono sola...” rispose lei “...in questa parte dell'oceano sono l'ultima rimasta.” Alzò il capo in direzione della terra ferma, soffermandosi sui boschi e sulle montagne: “sai... ho sempre desiderato sapere cosa c'è laggiù.”
Michael si voltò anche lui in quella direzione. Iniziò poi a descrivergli il paesaggio, dato che conosceva benissimo quel luogo.
Parlarono per molto tempo, senza neanche rendersi conto che il sole stava già tramontando all'orizzonte.

Il giorno seguente, Michael portò in spiaggia un vecchio album di fotografie.
Mily era lì ad attenderlo.
Il ragazzo le mostrò un gran numero di foto raffiguranti boschi, colline, città e tutto ciò che si trovava sull'isola.
La sirena fissava quelle immagini con occhi carichi di emozioni e Michael si compiacque nel vederla in quello stato. Aveva scoperto che adorava la sua compagnia.

Nei giorni seguenti noleggiò una piccola barca a remi.
La usò per dirigersi di qualche metro oltre la riva. Mily, come ogni giorno, attendeva il suo arrivo. Incrociava le braccia al bordo della barca e ascoltava Michael parlare del mondo degli uomini. Qualche volta il ragazzo portava dei libri e leggeva dei brani alla sirena. Un giorno, Mily decise di salire sulla barca.
Senza alcun preavviso si aggrappò al corrimano e si issò su quella piccola imbarcazione. Rimase lì, di fronte a un meravigliato Michael, mentre continuavano a chiacchierare tra di loro.
Il ragazzo pensò che il semplice fatto di salire sulla barca fosse una grande dimostrazione di fiducia da parte della sirena.

Michael pensò che in qualche modo doveva ricambiare.
Prese un gran respiro e si buttò in acqua.
Dopo qualche secondo, il ragazzo aprì gli occhi. In quella zona, il mare era limpido e profondo quasi dieci metri. Mily nuotava attorno a lui, sorridendo.
Aveva apprezzato quel gesto da parte di Michael.
Lo prese per mano e iniziò a trascinarlo con se. Fece nuotare il ragazzo senza mai allontanarsi dalla barca a remi.
-Una passeggiata subacquea- pensò il ragazzo che nel frattempo stava rimanendo a corto d'ossigeno.
Mily si fermò d'un tratto si voltò verso di lui.
-Che vuole fare?- Pensò il ragazzo.
La sirena si avvicinò e gli prese il volto tra le mani.
-Che vuole fare?- Domandò di nuovo Michael, questa volta con il cuore che batteva all'impazzata nel suo petto, come se stesse cercando una via fuga dal suo corpo.
Mily era sempre più vicina a lui. Le sue labbra si schiusero in un piccolo bacio sulla bocca di Michael.
Il ragazzo fissò Mily con occhi spalancati... ma solo in un secondo momento si accorse che aveva iniziato a respirare sott'acqua.
Ancora scioccato dal prodigio di quel bacio, Michael iniziò a guardarsi attorno... come se volesse sincerarsi di trovarsi ancora nel mare.
Mily sorrise e, senza mai lasciargli la mano, condusse il ragazzo verso il fondale.
Lì si erano raccolti diversi pesci. Nuotavano in tanti piccoli banchi, formando sciami ordinate di tante piccole schegge argentate.
Mily bussò sulla spalla di Michael e gli indicò un punto distante da loro. Il ragazzo socchiuse gli occhi e tra le ombre del fondale scorse l'enorme sagoma di una manta che si avvicinava.
Apparve aggraziata come un angelo, nuotando silenziosa tra i vari pesci.
Michael si sentì minuscolo di fronte a quella creatura. Non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Provò un tuffo al cuore quando la vide fluttuare sulla sua testa, maestosa e bellissima.


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Michael andò a trovare Mily ogni giorno, anche durante l'inverno. Scoprì che la sirena sopportava benissimo il freddo, come se fosse immune alle temperature più rigide. Quando tornò l'estate, Michael riprese a tuffarsi in acqua.
Aveva legato parecchio con Mily e spesso le raccontava cosa accadeva sul suo mondo. Altre volte, invece, Michael e Mily nuotavano in acqua l'uno al fianco dell'altro.

Un giorno, Michael portò a Mily dei fiori.
Il ragazzo era sicuro che avrebbe sorpreso la sirena, poiché si trattavano di una varietà di fiori che non crescevano vicino le coste.
Mily era vicino la riva e Michael la raggiunse. Le mostrò i fiori e lei iniziò ad accarezzarli, a sentire il loro profumo... assaggiò persino qualche petalo.
“Nella tua cultura...” disse lei “...portare dei fiori non è forse un modo per corteggiare qualcuno?!”
“Bhè... si” rispose Michael, arrossendo.
-Non volevo corteggiarla...- pensò il ragazzo -...eppure gli ho portato dei fiori.-

Rimasero in prossimità della riva per molto tempo.
“Ascolta...” disse poi Michael “...perché questa volta non mi parli del tuo mondo?!”
“Il mio mondo?” Chiese Mily.
“Si, ti ho descritto praticamente tutto quello che succede sulla terra. Vorrei sapere cosa accade sotto l'oceano.”
La sirena annuì. “Posso mostrartelo” disse dopo qualche secondo di riflessione.
“Sarà pericoloso?” Domando Michael che si sorprese nel provare entusiasmo e non paura.
Mily scosse il capo sorridendo: “restami vicino e non ti accadrà nulla.”
“Non soffrirò il freddo o la forte pressione?”
Mily scosse di nuovo il capo: “il mio bacio non ti permette solo di respirare sott'acqua.”
Michael lasciò la maglia e le sue scarpe vicino la riva e si tuffò nel mare.
“Prima che ci immergiamo...” disse la sirena “...devi sapere che questa volta resteremo nell'oceano per un bel po' di tempo. Qualunque cosa accada, dovrai tornare sulla terra prima del tramonto.”
“Altrimenti?...” Ridacchiò Michael “...non potrò più far ritorno?”
“Una cosa del genere” rispose lei.
Si immersero in acqua.
Nuotarono verso il fondale per alcuni secondi. Poco dopo, Mily baciò Michael. Questa volta fu un bacio lungo e appassionante. Michael strinse a se la sirena e lei ricambiò quell'abbraccio. Non fu solo un bacio per permettere a Michael di respirare sott'acqua. C'era qualcos'altro.
Si scambiarono poi uno sguardo intenso, provando un po' di imbarazzo.
Mily prese la mano di Michael e lo condusse oltre le acque di Stilwell Bay.


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Nuotarono per molto tempo, svoltarono oltre enormi scogli sommersi.
In quel momento, di fronte a loro si aprì uno scenario di forme e colori mozzafiato. La barriera corallina si estendeva per chilometri, perdendosi oltre l'orizzonte.
Coralli e anemoni dipingevano il mare con sgargianti tinte.
Pesci e altre creature popolavano quella zona. Michael rimase ad ammirarli per molto tempo... questo fino a quando Mily non puntò un dito verso il mare aperto.
Lì si trovava una medusa grande quattro volte un uomo. Si lasciava cullare dalla corrente. Quella figura aliena, armata di migliaia di tentacoli, sembrava esser partorita da un folle sogno.

Michael era commosso nel vedere quell'animale... e rimase esterrefatto e impietrito quando, continuando il viaggio, vide la sua immagine riflessa nell'occhio di un grande squalo. Nuotava tra i coralli, con sguardo vigile e privo di anima.
Mily sorrise e portò il ragazzo lontano dalla barriera corallina, lì dove il mare diventava una grande distesa di acqua e nient'altro.
Stavano nuotando nell'oceano quando un'ombra discese su Michael.
Lui alzò istintivamente il capo e fu quasi per svenire quando si accorse cosa stava proiettando quell'ombra. Un banco di balene era apparso dall'oscurità dell'immenso azzurro. Nuotavano in direzione opposta rispetto a lui e Mily.
I due si fermarono per ammirare i cetacei.
Quei leviatani si muovevano con incredibile grazia. Michael sentì di star per piangere. Il suo cuore non poteva contenere tutta quell'emozione.
Mily, al suo fianco, era commossa nel vedere il ragazzo così entusiasta.
I titani cantarono in quel momento. Le loro note sembrarono risuonare e far vibrare l'intero oceano. Continuarono a muoversi, leggere come nuvole e sparirono all'orizzonte.

Fu in quel momento che Michael abbassò lo sguardo... e vide l'abisso.
Indicò quel punto e Mily mosse le labbra come se volesse chiedergli: sei sicuro?
Lui annuì.
Guardarono poi verso l'alto, verso la superficie del mare. In base alla quantità di luce solare, compresero entrambi che il tramonto si stava avvicinando.
Ma a Michael non importava.
Mily condusse il ragazzo verso il basso.


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Raggiunsero un fondale dell'oceano. Appariva come una deserta landa sottomarina, illuminata da una tiepida luce cerulea.
Un'antica nave affondata giaceva immobile sul fondale. La sua superficie di metallo era invasa da migliaia di cirripedi.
Michael si sentì minuscolo e insignificante di fronte a quel relitto.
Oltre la nave, il fondale si interrompeva bruscamente... e oltre ancora iniziava l'abisso.

Il ragazzo si sporse sul ciglio del baratro e fu colto da una sensazione di vertigine.
L'abisso di fronte a lui appariva come un'oscurità senza fine.
Sentì Mily, al suo fianco, stringergli forte la mano.
I due si guardarono negli occhi, annuirono e infine si saltarono.
Iniziarono la discesa nell'abisso. Lentamente e inesorabilmente, le ombre si fecero sempre più intense.
Michael e Mily entrarono in un luogo che mai fu raggiunto dal sole.
Per la prima volta, il ragazzo conobbe la vera oscurità.
Sentì poi il fondale abissale sotto i suoi piedi. Aveva raggiunto il punto più basso dell'oceano.

E poi... ad un tratto ...migliaia di luci si accesero di fronte ai suoi occhi sbalorditi.
Un numero infinito di creature, dalle forme indescrivibili, nuotavano attorno a lui.
I loro assurdi corpi emanavano luci di ogni colore.
Michael ebbe l'impressione di trovarsi in un cielo stellato, abitato da esseri sconosciuti. Minuscoli e titaniche chele, occhi, tentacoli, pinne e denti si susseguivano di fronte alla sua persona. Michael vide e scoprì cose che nessun uomo ha mai conosciuto e mai conoscerà.


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Il giorno seguente, un gruppo di ragazzi trovarono la maglia di Michael e le sue scarpe sulla spiaggia della baia di Stilwell.
Loro non potevano saperlo, ma Michael era felice... ovunque si trovasse.





   
 
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