Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Soul Mancini    17/06/2021    4 recensioni
[Scritta per il compleanno di evelyn80 e liberamente ispirata alla sua serie "Luca" ♥]
Mentre consultavo gli spartiti che avevo stampato quella mattina, udii la porta della stanza aprirsi piano e rompere il silenzio. Sollevai di scatto il capo con sorpresa: non aspettavo nessuno.
Sulla soglia aveva fatto capolino un ragazzo dal volto pallido che non avevo mai visto prima; i suoi occhioni nocciola saettavano in ogni direzione ed esaminavano l’ambiente, riflettendo lo spaesamento del loro proprietario. [...]
Lo osservai mentre si sfilava il pesante giubbotto grigio, rivelando un abbigliamento semplice e decisamente insolito per un ragazzino della sua età. Doveva avere all’incirca diciassette anni, ma più che un adolescente aveva l’aria di un caotico mix tra un bambino e un adulto: i suoi movimenti misurati e timidi tradivano un autocontrollo che neppure io ero certo di avere, e andavano del tutto in contrasto col suo viso arrotondato, dai lineamenti ancora fanciulleschi e incorniciato da capelli castano chiaro mossi e lunghi fin quasi alle spalle.
Tutto sommato mi faceva una gran tenerezza e non potei fare a meno di pensare che un po’ mi assomigliava.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Anime sorelle'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NOTA:
Uno dei personaggi che comparirà nella storia, ovvero Luca, non mi appartiene: è frutto della fantasia di evelyn80, sua unica ideatrice e mamma letteraria. Per la sua caratterizzazione e ogni altra informazione che lo riguarda, mi sono liberamente ispirata alle storie contenute nella serie Luca, che vi consiglio di leggere.
 
 
 
 
 
 
A Evelyn,
uno dei motivi per cui ogni giorno accedo a EFP col sorriso,
autrice capace di trasportarmi in mille mondi diversi,
amica in grado di rendere migliore la realtà –
lettrice che riempie ogni mia storia di parole troppo buone ed entusiasmo,
sorella in grado di capirmi al volo anche attraverso uno schermo.
Grazie per aver incrociato il mio cammino,
buon compleanno
 
 
 
 
 
 
Ti insegnerò
 
 
 
 
Il vento gelido di gennaio premeva con forza sui vetri sottili della finestra, ma l’aria all’interno della scuola di musica era abbondantemente riscaldata e io avevo cominciato a sudare sotto la camicia pesante che indossavo. Mi passai una mano sulla fronte per scacciare alcune ciocche che vi si erano depositate e ripresi ad accordare la mia adorata Stratosambora, fedele compagna di avventure a sei corde. Generalmente il martedì dalle cinque alle sei del pomeriggio avevo sempre un’ora buca, che di solito utilizzavo per perfezionare la mia tecnica o strutturare le lezioni che mi avrebbero occupato per il resto della serata.
Ancora con la chitarra a tracolla, mi accostai al tavolo su cui avevo poggiato la mia cartella di appunti e spartiti e cominciai a sfogliare le pagine. Quel giorno avevo intenzione di proporre a Giacomo, il ragazzino che seguivo dalle sette alle otto, un nuovo brano da imparare che non fosse troppo difficile. Avevo selezionato alcune canzoni degli AC/DC, ma ancora non avevo scelto quale fosse la più adatta alla situazione.
Mentre consultavo gli spartiti che avevo stampato quella mattina, udii la porta della stanza aprirsi piano e rompere il silenzio. Sollevai di scatto il capo con sorpresa: non aspettavo nessuno.
Sulla soglia aveva fatto capolino un ragazzo dal volto pallido che non avevo mai visto prima; i suoi occhioni nocciola saettavano in ogni direzione ed esaminavano l’ambiente, riflettendo lo spaesamento del loro proprietario.
Allora improvvisamente mi ricordai che, qualche giorno prima, Marilena mi aveva comunicato che finalmente si era presentato un nuovo allievo alla Factory Music interessato a imparare la chitarra, quindi l’ora buca del martedì sera sarebbe stata colmata a partire da quella settimana. Peccato che mi ero totalmente scordato di segnarlo in agenda!
Sorrisi al nuovo arrivato, mi sfilai la chitarra che avevo ancora appesa addosso e mi alzai, facendo cenno al ragazzo di entrare. “Ciao! Sei tu il nuovo allievo? Vieni, accomodati!” lo invitai cordialmente.
Lui annuì e accennò un sorriso, poi mosse qualche passo avanti e si richiuse con delicatezza la porta alle spalla. Solo allora mi resi conto che in spalla aveva una custodia, contenente con tutta probabilità una chitarra classica.
Mi accostai e gli tesi la mano. “Molto piacere, Luca, l’insegnante di chitarra. Tu invece sei…?”
Lui me la strinse. “Laerte. Sono qui per… perfezionare alcune cose” spiegò con un leggero imbarazzo. Aveva parlato a voce bassa, come se fosse incerto sulle sue stesse parole, ma la vena di gentilezza nel suo timbro mi fece sorridere.
“Vieni, siediti e poggia pure le tue cose.” Feci cenno verso una sedia esattamente davanti a quella che avevo occupato io poco prima. “Sai già suonare qualcosa?”
“Sì, cioè, non proprio… giusto le basi, e da autodidatta ho imparato qualche cover molto semplice, ma non so fare tanto.”
Lo osservai mentre si sfilava il pesante giubbotto grigio, rivelando un abbigliamento semplice e decisamente insolito per un ragazzino della sua età. Doveva avere all’incirca diciassette anni, ma più che un adolescente aveva l’aria di un caotico mix tra un bambino e un adulto: i suoi movimenti misurati e timidi tradivano un autocontrollo che neppure io ero certo di avere, e andavano del tutto in contrasto col suo viso arrotondato, dai lineamenti ancora fanciulleschi e incorniciato da capelli castano chiaro mossi e lunghi fin quasi alle spalle.
Tutto sommato mi faceva una gran tenerezza e non potei fare a meno di pensare che un po’ mi assomigliava.
Una volta che Laerte si fu accomodato, imbracciai nuovamente la mia chitarra e gli rivolsi un sorriso. “Allora, che musica ti piace?”
Lui cercò di sostenere il mio sguardo, ma non mi sfuggì il dettaglio delle dita che giocherellavano con la tracolla della sua custodia. “Non tanta roba in realtà. Ed Sheeran, Coldplay, Bastille… cose del genere.”
Musica decisamente più pop rispetto ai miei soliti ascolti, ma non era un problema: ero abituato a seguire allievi con le più disparate preferenze musicali. Annuii e mi sedetti di fronte a lui. “D’accordo. Senti Laerte, per capire come muoverci devo capire da che base stiamo partendo, quindi che ne dici di farmi sentire come suoni? Se preferisci puoi anche scegliere qualche canzone che hai già provato, se non la ricordi posso cercare le partiture su internet” gli proposi, sperando di riuscire a metterlo a suo agio.
“In realtà” ribatté lui non appena conclusi col mio discorso, per poi arrestarsi di botto e abbassare lo sguardo.
In realtà?” mi incuriosii, incitandolo a continuare.
“No, niente, è che…”
Mi sporsi appena in avanti e lo scrutai con fare rassicurante. “Ehi, che c’è? Che volevi dire? Puoi parlare tranquillamente con me, non mordo mica!” ridacchiai appena sulle ultime parole.
Le guance di Laerte si imporporarono appena, ma dopo un respiro profondo prese coraggio e tornò a guardarmi. “In realtà a me servirebbe qualcosa di preciso. So che può sembrare una fesseria, perché qui si viene per imparare passo dopo passo e senza le basi non si va da nessuna parte, ma… mi servirebbe imparare a comporre.”
“Comporre?” ripetei, effettivamente spiazzato da quella richiesta. La scrittura di brani era qualcosa a cui prima o poi si arrivava, alcuni dei miei allievi avevano composto interi album insieme alle rispettive band, ma che qualcuno si presentasse da me con quell’esigenza non mi era mai capitato prima.
“Già.” Sorrise imbarazzato. “E avrei anche una certa fretta. Lo so, non dovrei permettermi di fare richieste del genere ma…”
“Okay” lo interruppi, riflettendo sul da farsi. “Se ciò che ti spinge è un motivo importante, vedremo di fare qualcosa. Entro quando ti servirebbe comporre il pezzo?”
Lui mi lanciò un’occhiata stranita – forse non si aspettava una risposta affermativa da parte mia – e si portò indietro i capelli con un gesto nervoso. “Diciamo… due settimane, circa.”
Allora capii.
Gennaio stava volgendo al termine, il che significava che una quindicina di giorni più tardi ci sarebbe stata la festa più attesa da tutti gli innamorati.
Sorrisi, mi sfilai nuovamente la chitarra di dosso e mi sporsi ancor più verso il mio allievo, poggiando gli avambracci sulle cosce e assumendo un atteggiamento complice. “Di chi si tratta?”
“Come?” ribatté lui, cadendo dalle nuvole.
“Voglio dire… chi è lei? O eventualmente lui?”
Il volto di Laerte andò completamente a fuoco e i suoi occhioni da bimbo ricominciarono a saettare da una parte all’altra della stanza, come fossero in cerca di una via di fuga.
Ridacchiai, intenerito e al contempo soddisfatto di aver indovinato quale fosse il suo obiettivo; il ragazzo non aveva bisogno di aggiungere altro per confermare la mia ipotesi.
“Ma veramente io…” balbettò dopo qualche secondo.
Gli strizzai l’occhio. “Non c’è niente di cui vergognarsi, te lo posso assicurare! Dovresti essere contento di avere una persona dentro il cuore talmente speciale da volerle dedicare una canzone, è un pensiero bellissimo da parte tua e sarà un regalo magnifico per la fortunata o il fortunato. E poi, te lo dico per esperienza, la musica funziona sempre per queste cose!”
Forse stavo esagerando, non avevo il diritto di ficcare il naso nei fatti di quel ragazzo che avevo appena conosciuto, ma ce la stavo mettendo tutta per farlo uscire dal suo guscio di timidezza: mi piaceva instaurare un rapporto amichevole con i miei alunni, soprattutto quando si trattava di lezioni individuali con persone che reputavo mie pari.
“Veramente io mi sento soltanto patetico” si lasciò sfuggire, lo sguardo puntato sulle mani che teneva abbandonate in grembo.
Mi faceva una tenerezza incredibile.
“Non dovresti. Sai per caso che musica ascolta? È utile saperlo per comporre qualcosa di adatto!” Ormai mi ero messo in testa di aiutarlo a scrivere la canzone per San Valentino, la mia parte più sentimentale non poteva restare indifferente.
“Non so nemmeno se le piace della musica, non la conosco quasi per niente. Solo che è l’unica cosa che più o meno so fare, per questo ho pensato a una canzone.”
Sorrisi per l’ennesima volta nel giro di pochi minuti. “Sei venuto dalla persona giusta. Sarò ben lieto di aiutarti a conquistarla!”
“Ma non ho nessuna intenzione di farle sapere che sono io il mittente” precisò subito lui.
Come sarebbe a dire che non vuoi firmarti?
Lui si strinse nelle spalle e abbozzò un sorrisetto.
“Non ci siamo, Laerte.” Ripresi in mano la mia chitarra e feci un cenno verso la custodia poggiata al lato della sedia. “Mettiamoci a suonare ora. E vedrai che alla fine verrà fuori qualcosa di così bello che vorrai metterci la faccia.”
Lui si chinò per tirare la cerniera e liberare il suo strumento. “Non ci giurerei.”
“Facciamo così: se mi prometti che renderai palese la tua identità a questa ragazza, alla fine di ogni lezione ti racconterò un aneddoto in cui la musica mi ha aiutato ad avere successo con le ragazze. Ci stai?” tentai di negoziare allora.
Laerte, una volta imbracciata la sua chitarra classica in legno chiaro, sostenne il mio sguardo per qualche secondo con espressione seria e infine scoppiò a ridere. “No!”
Risi a mia volta, felice di vederlo finalmente a suo agio., convincerlo non sarebbe stata impresa facile, ma mi ero affezionato subito a quel ragazzino dal viso arrotondato e volevo assolutamente un lieto fine per lui.
“Oggi non ho portato la classica, ma ci arrangeremo in qualche modo” affermai, picchiettando piano con due dita sul legno della mia sei corde elettrica. “Sei pronto?”
Lui si assicurò che il suo strumento fosse ben accordato – dimostrava già una gran dimestichezza in questo passaggio – e poi mi sorrise, il primo vero sorriso da quando aveva fatto il suo ingresso nella stanza.
Avremmo lavorato alla grande insieme, ne ero certo.
 
 
 
 
♥ ♥ ♥
 
 
AUGURI EVELYYYYYYYYYYYYYYN!!!!!!!!! *_______________*
Sorella mia, SORELLA MIA! Ti ricordi quando, tempo addietro, abbiamo parlato di unire le nostre serie e io ti avevo accennato al fatto che un mio personaggio si adattava benissimo al tuo Luca? Ecco, ho approfittato del tuo compleanno per dare vita a quest’idea che mi frullava in mente da SECOLI e contemporaneamente omaggiare il tuo fantastico OC, che ho imparato ad amare proprio grazie alle tue storie *-*
So che non è un granché come regalo, ma spero almeno che ti abbia fatto piacere e soprattutto di non aver stravolto la caratterizzazione di Luca!
Abbiate tutti quanti pietà di me, ho l’ispirazione di una pietra fossile in questo periodo T.T
Ma bando alle ciance, passo subito alle spiegazioni e alle notine!
Innanzitutto, Luca è l’OC di Evelyn e il principale protagonista della sua serie “Luca”, di cui ho fornito il link a inizio storia. Vi consiglio caldamente di andare a dare un’occhiata alle storie che ne fanno parte, perché sono una più bella dell’altra (sarà che dietro c’è un’autrice super talentuosa) *________*
Non voglio dilungarmi con spiegoni chilometrici che finirebbero per spoilerare tutta la serie, ma per capire la shot vi basterà sapere che Luca è un ragazzo di circa trent’anni che ama profondamente suonare la chitarra, è insegnante dello strumento alla scuola di musica Factory Music e tra le altre cose suona in una tribute band assieme a suo fratello e due suoi amici. La sua chitarra nella storia (e nella serie di Evelyn) viene chiamata Stratosambora dal suo proprietario perché è una Fender Stratocaster Richie Sambora, appunto ^^
Per quanto riguarda il suo carattere, spero abbiate trovato abbastanza esaustiva la mia storia!
Passando a Laerte…
Ora, chi di voi ha seguito la mia raccolta di drabbles “Ventiquattro passi che ci separano dal Natale” forse si ricorderà due drabble tra loro collegate, ovvero San Valentino e La ragazza girasole. Per chi non le avesse lette, la prima parla di una ragazza che frequenta il liceo e il giorno di San Valentino riceve una micro SD da un mittente anonimo, contenente una canzone registrata solo con voce e chitarra e dedicata a lei; la seconda invece, dal POV del ragazzo, racconta ciò che prova lui nel comporre la canzone e pensare alla ragazza che gli ha rubato il cuore.
ECCO, QUEL RAGAZZO È ESATTAMENTE LAERTE, VE LO PRESENTO!!! E non so voi, ma io lo amo già con tutta me stessa, bimbo *_______*
Perché l’ho inserito proprio nella serie Anime sorelle? Who knows, eheheheh ;)
Vi ho già annoiato abbastanza, quindi non mi resta che ringraziarvi per essere arrivati fin qui e fare ancora TANTISSIMI AUGURI DI BUON COMPLEANNO a Evelyn, autrice fenomenale, amica preziosa e sorellona acquisita :3
Alla prossimaaaa! ♥
 
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Soul Mancini