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Autore: KuromiAkira    23/06/2021    0 recensioni
Kiran evoca un giovane eroe che si presenta come Gustav, principe di Askr
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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C'era sempre un ché di solenne nel collocare la sfera nell'incavatura dell'altare delle evocazioni, forse era per via della bellezza quasi onirica del posto e del il silenzio perenne che vi regnava, o addirittura poteva essere la consapevolezza di quanto fosse importante chiamare eroi a combattere sotto il suo comando.
L'iridescente globo si incastrava agevolmente nel foro della stele al centro di quel luogo sacro, andando a riempirne lo spazio vuoto e a completarne la figura, e ogni volta che indietreggiava, quella vista donava a Kiran un senso di soddisfazione che non riusciva mai a descrivere a parole.
Ma quella perfezione non era destinata a durare: la sfera doveva entrare in risonanza con Breidablik e sprigionare la sua misteriosa energia che avrebbe permesso di connettere Zenith a un altro mondo. In quel modo avrebbe richiamato un eroe che avrebbe messo la sua forza al servizio dei guardiani dell'Askr e del regno.
Abbandonando le proprie riflessioni, la stratega dei Guardiani di Askr raddrizzò per bene la schiena e concentrò lo sguardo sulla sfera. Sollevò le braccia, puntando l'arma sacra verso l'altare.
La reliquia emanò subito un piacevole tepore, che si insinuò velocemente attraverso la spessa stoffa dei suoi guanti, arrivando alla sua pelle. Dopodiché la sfera si illuminò, irradiando i paraggi di quattro colori, prima di tingersi a sua volta di una brillante e decisa sfumatura di rosso.
Quello escludeva la comparsa di un utilizzatore di lance, asce o bastoni. Non che avesse davvero importanza.
A onor del vero, le file dei guardiani di Askr contavano già un buon numero di combattenti, ognuno con armi leggendarie e dagli stili tipici dei loro rispettivi mondi. Almeno in apparenza, il già numerosissimo esercito non aveva bisogno di alcuna aggiunta.
Tuttavia la guerra si faceva sempre più dura, e il regno continuava a imbattersi in nemici sempre più forti e dai poteri sconosciuti, e Kiran si ritrovava a evocare regolarmente nuovi eroi nella speranza che fossero guerrieri capaci di fronteggiare i più disparati tipi di avversari.
Per cui non importava il tipo di arma: ogni nuovo arrivo rappresentava una speranza per Zenith.
– Ti prego, rispondi alla mia chiamata, oh eroe leggendario. Questo mondo ha bisogno della tua forza – mormorò, consapevole del fatto che alzare la voce non fosse necessario: l'eroe l'avrebbe udita sicuramente.
Il luogo sacro venne investito da un'intensa luce, e sebbene ormai abituata a celebrare quel rito, l'Evocatrice dovette proteggersi gli occhi per evitare di venire accecata. Attese che il bagliore si diradasse prima di ricomporsi e sollevare lo sguardo per scoprire l'identità del nuovo alleato.
In piedi davanti a lei si ergeva un giovane uomo dall'aspetto che la ragazza trovò immediatamente familiare.
Confusa, studiò velocemente la figura del nuovo arrivato.
I capelli dell'eroe erano blu, mossi e corti. Erano stati pettinati all'indietro nell'evidente, ma fallito tentativo di tenerli in ordine, infatti alcune ciocche ribelli gli ricadevano sulla fronte, incorniciandogli il viso dai lineamenti delicati ed eleganti.
Il colore scuro di quei ciuffi indisciplinati sfumava in modo curioso verso le punte, schiarendosi dall'azzurro fino ad arrivare al bianco.
Non era una cosa anomala, in realtà. Nel mondo di Zenith era frequente trovare persone dalla chioma di due o più colori diversi, e la stessa Kiran possedeva questa caratteristica, avendo i capelli bianchi con le punte azzurro ceruleo.
L'attenzione della stratega poi andò al vestiario dell'eroe: l'armatura era dorata e composta da uno spallaccio singolo sulla sinistra, un pettorale a scaglie leggero e comodo, adatto per favoreggiare la mobilità in battaglia, cosciale e stivali, tutti posti sopra un tessuto bianco. Dallo spallaccio partiva una decorazione metallica dalla forma simile a un'ala, che abbracciava e proteggeva la nuca del guerriero. Maniche e copristivali erano ornati dalle decorazioni tipiche della moda askrariana e il mantello era tenuto fermo dallo stemma reale del regno di Askr, che fungeva anche da ulteriore protezione, essendo appuntato all'altezza del cuore.
Dopo essersi assicurata che sì, quella era indubbiamente un'armatura askriana, Kiran sollevò nuovamente lo sguardo per studiare il volto del nuovo arrivato.
Vide che l'eroe la stava guardando sbigottito, e quando i loro sguardi di incontrarono, lui sobbalzò e avvampò. Tuttavia, i suoi grandi e profondi occhi verdi rimasero fissi sulla figura della ragazza per alcuni istanti, prima di iniziare a guardarsi attorno, cercando però di evitare di muovere troppo la testa.
"Ho davvero evocato un membro dell'esercito di Askr" sì disse tra sé e sé Kiran, ricambiando lo sguardo con la medesima incredulità.
Le era già capitato di chiamare versioni alternative degli abitanti di Zenith, ma erano sempre eroi che aveva già avuto modo di conoscere di persona, poco importava se come alleati o come nemici.
Per poter creare un legame con gli eroi era necessario, infatti, conoscere in qualche modo il loro valore, e l'unico modo che aveva per informarsi sugli eroi di Zenith era vedere con i propri occhi cosa fossero capaci di fare. Al contrario, nel caso dei guerrieri provenienti da altri mondi, non era solitamente possibile incontrarli di persona prima di evocarli, e a Kiran bastava leggerne il profilo e le gesta dai libri contenuti nella biblioteca reale per poter stabilire un legame con loro.
Il ragazzo che aveva di fronte aveva sì un aspetto familiare, ma era certa di non averlo mai visto prima di quel momento.
A meno che l'eroe non...
– Perdonami, sarai confuso – esordì quindi l'Evocatrice, costringendosi ad accantonare di colpo i suoi ragionamenti per poter spiegare la situazione a un comprensibilmente confuso eroe. – Il mio nome è Kiran, evocatrice e stratega dei guardiani di Askr – si presentò, poggiando la mano sinistra sul petto. – Sono stata io a chiamarti. Dall'armatura che indossi, penso non ci sia bisogno di introdurti al mondo di Zenith e al Regno di Askr, tuttavia ho ragione di credere che questo non sia lo stesso Askr da cui provieni, giusto? – domandò, cercando di dare tempo al ragazzo di abituarsi.
Egli mormorò suoni incomprensibili, ma annuì senza guardarla direttamente.
Non aggiunse altro, e la ragazza trattenne in sospiro. Aveva sperato che l'Eroe le dicesse qualcosa sul mondo da cui proveniva, in modo da sapere quali fossero le differenze tra i loro mondi.
Decise perciò di continuare la sua spiegazione come se il ragazzo provenisse da un mondo completamente diverso.
– Siamo attualmente in guerra con altri mondi, a partire dall'Impero di Embla, un tempo alleato di Askr – disse, poi osservò la reazione del suo interlocutore.
Egli, sebbene ancora palesemente confuso, non ebbe reazioni particolari alla rivelazione, per cui Kiran intuì che nel Askr da cui proveniva le cose stessero allo stesso modo.
– Per evitare il proseguirsi di un conflitto che avrebbe distrutto l'equilibrio di tutti i mondi, sono nati i Guardiani di Askr, e per questo ci serve tutto l'aiuto possibile – illustrò, e nuovamente il ragazzo non si mostrò sorpreso.
Ci fu una pausa. Kiran aveva spiegato la situazione come faceva ogni volta che evocava un nuovo eroe, e stava ora aspettando una risposta da parte del ragazzo.
Il giovane, conscio della cosa, boccheggiò a lungo, incapace di tenere lo sguardo sull'evocatrice per più di qualche istante, e a ogni occhiata si sentiva sempre più nel panico.
Il ché, pensò la ragazza, era strano: se proveniva da una versione alternativa di Askr ma la sua spiegazione non lo aveva appreso particolarmente, il ragazzo doveva in qualche modo avere familiarità con concetti come 'mondi alternativi' e 'evocazioni'.
Che provenisse da un Askr che non aveva portali?
Era un'eventualità strana, dato che era riuscita a richiamarlo lì, ma non era un'ipotesi che Kiran si sentiva di scartare a priori. Perché tutti i mondi erano connessi gli uni con gli altri, anche se alcuni di essi non avevano i mezzi per aprire i portali o anche solo per conoscerne l'esistenza.
Era pur vero che Zenith era uno dei pochi luoghi in cui gli abitanti avevano perfettamente coscienza di questa possibilità, ma tra tutte le versioni alternative potevano anche esisterne alcune dove le cose erano andate molto diversamente.
Forse un Zenith dove le famiglie reali dell'Embla e di Askr non avevano mai ottenuto i poteri di aprire i portali, e dove Breidablik non esisteva.
"La possibilità esiste, ma ammetto di non averne mai parlato con Alfonse" ammise tra sé e sé la donna.
Ma, accorgendosi del protrarsi del mutismo dell'eroe davanti a lei, Kiran si sentì in dovere di riprendere a parlargli.
– Posso sapere il tuo nome? – gli domandò dolcemente, sorridendogli nel tentativo di rassicurarlo.
Lo sconosciuto si irrigidì, le braccia tese sembravano inchiodate lungo i fianchi, e stava stringendo talmente tanto i pugni che Kiran temette si stesse facendo del male.
Voleva provare a tranquillizzarlo, ma a quanto pareva aveva ottenuto l'effetto opposto.
L'eroe sembrò trovare coraggio per rispondere e aprì la bocca, ma da essa non uscì alcun suono. Come infastidito, il ragazzo voltò la testa di lato e mugugnò.
Kiran ebbe la sensazione che stesse disperatamente cercando di darsi un contegno.
"Ho evocato talmente tanti eroi che ho assistito alle più disparate reazioni, ma mai mi ero imbattuta in qualcuno così teso" rifletté, continuando ad attendere pazientemente.
– G-Gustav – pronunciò finalmente il giovane, in tono malfermo e con voce rauca.
Il suo volto era arrossato e lo sguardo ancora vagava irrequieto da una parte all'altra altra del luogo sacro.
Sì schiarì la gola e si costrinse, con evidente difficoltà, a guardare l'evocatrice negli occhi. – Io... sono il principe Gustav, erede al trono del regno di Askr. –

L'evocatrice ci aveva messo qualche istante per registrare le parole dell'eroe, e non riuscì a nascondere la propria sorpresa.
E così, aveva chiamato un Re Gustav dal passato.
Questo perlomeno spiegava l'abbigliamento del giovane, ma non si sarebbe mai aspettata un comportamento così irrequieto e insicuro da parte del Re.
Una volta la Regina Henriette aveva accennato al fatto che da giovane il marito fosse molto simile ad Alfonse, ma per quanto il suo fidato compagno d'armi fosse una persona seria e ingessata, non ricordava avesse mai avuto un atteggiamento anche solo vagamente simile a quello che la versione giovanile del compianto Re stava mostrando.
Il nuovo arrivato non aveva più proferito parola dopo la goffa presentazione, e ora la stava seguendo al castello, dove avrebbe incontrato i suoi nuovi compagni.
– A breve inizierà il consiglio di guerra – lo informò a un certo punto, rallentando il passo e voltandosi per guardarlo. – Temo non potrò presentarti a tutti gli altri eroi del castello. –
Gustav evitò nuovamente il contatto visivo con la donna. – Non importa – bisbigliò, ancora evidentemente a disagio. – Posso presentarmi da solo. Non... non serve che vi disturbiate, Evocatrice. –
Kiran tentò di opporsi alla sua decisione, ma Gustav la salutò con un distinto inchino, prima di dirigersi verso la sala principale con la naturalezza di chi conosceva bene la strada da percorrere.
– Beh, nonostante tutto sembra avere spirito di iniziativa – commentò Kiran, un po' sorpresa.
Ma, dopotutto, non poteva di certo far aspettare la comandante Anna e gli altri, e allo stesso tempo, era impensabile impedire a Gustav di presentarsi agli altri e attendere fino alla fine della riunione.
Come temeva, era stata l'ultima ad arrivare nella stanza, trovandoci già i Principi, la Comandante, e i vari strateghi da lei evocati a cui spesso e volentieri chiedevano pareri sulle tattiche, ma invece di biasimarla per il leggero ritardo, si mostrarono tutti curiosi sull'identità dei nuovi eroi evocati.
Kiran preferì mantenersi vaga nelle risposte, ammettendo di aver evocato un solo eroe, dopodiché fece iniziare il consiglio di guerra tra le perplessità generali.

– Non puoi continuare a tenerci sulle spine in questo modo! – si lamentò Sharena per l'ennesima volta da quando avevano concluso la riunione, percorrendo insieme agli altri i corridoi del castello.
L'entusiasmo e l'impazienza della giovane Principessa era palesata dalla sua difficoltà a stare al passo con gli altri, dovendo costringersi a rallentare per permettere al resto del gruppo di raggiungerla.
Kiran sentì Alfonse accanto a lei lasciarsi sfuggire un sospiro divertito per il comportamento infantile della sorella.
– Porta pazienza, stiamo andando adesso a incontrarlo – la redarguí l'evocatrice, sorridendole.
La ragazza dai lunghi capelli biondi sbuffò con rassegnazione prima di dare le spalle al gruppetto per tornare a camminare.
– Eppure tutto questo mistero è insolito – osservò il Principe, voltandosi a guardare l'amica. – È anche raro che tu evochi un solo eroe. Dobbiamo preoccuparci? –
Kiran rifletté per un istante sulla risposta. – Non credo – decise infine.
Era normale per gli eroi incontrare altre versioni di se stessi o dei propri parenti, e le era già capitato di evocare un Re Gustav proveniente da un mondo alternativo, circostanza che gli eredi al trono avevano accettato abbastanza velocemente; alcuni altri eroi avevano scoperto l'esistenza di figli che ancora erano ben lontani dal desiderare di avere e, shock iniziale a parte, la cosa non sembrava creare troppi problemi.
Essere evocati in un altro mondo era già una cosa assurda, per cui una volta accettata la situazione gli eroi si abituavano in fretta a qualunque altra stranezza.
Ma il Principe Gustav le era sembrato talmente a disagio che, dopotutto, permettergli di presentarsi agli altri eroi prima di conoscere quelli che avrebbe scoperto essere i suoi futuri figli non le era sembrava un'idea malvagia.
Inoltre non avrebbe potuto informare gli altri della presenza del ragazzo senza che questa novità distraesse inevitabilmente tutti i membri chiamati a presenziare nel consiglio di guerra, ostacolando in quel modo lo svolgimento di una riunione di così vitale importanza.
– La presentazione è andata per le lunghe e il consiglio di guerra stava per cominciare, non ho avuto tempo di fare altre evocazioni – spiegò.
Nell'udire il mugugnò poco convinto di Alfonse, Kiran non potè fare a meno di chiedersi se evitare di informarli ora, e impedire loro di prepararsi psicologicamente all'incontro con la versione alternativa del Re, fosse la scelta giusta...
"Ma più che per loro, mi preoccupa la reazione che avrà il Principe Gustav. Spero di trovarlo più tranquillo" si disse.
Non conosceva bene Re Gustav. Dopo averne evocato una versione alternativa durante il giorno dell'amore aveva avuto occasione di parlarci ogni tanto, ma non poteva vantare con lui la stessa confidenza che aveva con i figli dell'uomo.
Inoltre si trattava di una versione adulta, già divenuta padre di Alfonse e Sharena e perfettamente consapevole del tragico destino che la sua controparte di quel mondo aveva dovuto affrontare.
Kiran non riusciva a immaginare come potesse essere stato il Re da giovane, né sentiva di poterne prevedere le reazioni di fronte a situazioni così assurde.
– Beh, ormai siamo quasi arrivati, il nostro nuovo amico è dietro questa porta – osservò Anna, fermandosi davanti all'entrata della sala principale del castello che, negli anni, era diventata il luogo dove i nuovi eroi evocati venivano ufficialmente presentati agli altri, anche grazie alla sua ampiezza rispetto ad altri locali del castello.

Come c'era da aspettarsi, la sala pullulava di eroi.
Gli occhi dell'evocatrice, ormai abituati a cercare determinate persone in mezzo alla folla, individuarono subito il principe Gustav.
Con suo enorme sollievo, in quel momento lo vedeva relativamente calmo: era naturalmente al centro dell'attenzione, ma sembrava star semplicemente parlando con il Principe Marth, il Principe Hrìd, Ike ed Eirika.
Il nuovo arrivato stava ascoltando il capo dei mercenari di Greil con espressione seria, e annuì quando Ike puntò in direzione della bacheca delle notifiche, probabilmente nel bel mezzo di qualche spiegazione al riguardo.
Tiki, la giovane manakete del regno di Mistery, aveva seguito la spiegazione rimanendo poco distante dal gruppetto, e con entusiasmo si avvicinò a Gustav, dicendogli qualcosa a cui il Principe annuì con un leggero imbarazzo a colorargli le gote.
Altri eroi stavano guardando nella loro direzione rimanendo in disparte, ma sembrava che il Principe avesse già finito le presentazioni.
Era ancora visibilmente a disagio, ma con grande sollievo della stratega dei Guardiani di Askr, sembrava star riuscendo a mantenere un regale contegno che si confaceva alla perfezione a qualcuno del suo rango.
Forse si era preoccupata troppo.
– Kiran, tesoro! – esclamò improvvisamente Loki, la misteriosa e ambigua incantatrice, attirando inevitabilmente l'attenzione degli eroi su di lei e sul gruppo appena entrato nella stanza.
L'ingannatrice si avvicinò a passo lesto verso di lei, con così tanta foga da far pensare che le sarebbe saltata addosso per stringerla forte a sé. Tuttavia non lo fece, pur fermandosi molto vicina a suo volto con un sorriso – Che eroe adorabile e interessante hai evocato questa volta! – affermò con un’allegria sospetta.
Il diretto interessato avvampò e tornò rigido come quando era stato appena evocato.
– Ah, allora è lui! – trillò Sharena, avanzando verso il nuovo arrivato con gli occhi che brillavano di entusiasmo. – Finalmente posso conoscerti, Kiran non ha proprio voluto dirci nulla di te, nemmeno il tuo no- – la ragazza si bloccò a metà della frase, inchiodandosi sul posto appena ebbe notato gli indumenti indossati dall'eroe.
– Vestiti askariani?! – mormorò sorpresa Anna, rimasta tutto il tempo dietro Kiran e Alfonse.
Gustav strinse di nuovo i pugni, e trattenne per un secondo il fiato per evitare di cedere alla tentazione di fare profondi respiri per calmarsi.
Voltò il corpo verso di loro con rassegnazione, conscio di non poter evitare di presentarsi anche con loro.
Tenne lo sguardo sul pavimento, ma la somiglianza con i membri maschili della famiglia reale era troppo evidente per non fare intuire al trio dell'Askr l'identità dell'eroe.
Kiran si chiede se non fosse necessario intervenire e fare lei le presentazioni, per evitare a Gustav lo sforzo di dover fare qualcosa che evidentemente lo metteva enormemente a disagio.
– M-mi chiamo... Gustav... – si introdusse finalmente lui, impacciato. – Metterò... la mia spada al servizio dei guardiani dell'Askr, anche se non sono... – si bloccò e deglutì, rendendosi conto di aver appena pronunciato le ultime parole in modo non consono –... sebbene, – si corresse, – sebbene io sia ben lontano dall'essere considerato degno di essere chiamato 'eroe' – concluse.
Fece un inchino e si richiuse nuovamente in un ostinato silenzio.
Nessuno degli altri eroi mostrò segni di sorpresa, a dimostrazione che il ragazzo si era presentato a loro più o meno allo stesso modo.
Kiran notò come avesse evitato di specificare di essere il principe di Askr.
– Gustav?! – gridò Sharena coprendosi la bocca con la mano destra. Indietreggiò poi incredula, raggiungendo il fianco del fratello e rivolgendosi infine a quest ultimo. – Alfonse, che questo ragazzo sia... –
Il principe socchiuse la bocca senza riuscire a rispondere subito alla sorella, i suoi occhi erano spalancati e fissi sulla figura imbarazzata del nuovo arrivato. – Padre?! – concluse infine.
– Davvero, davvero un eroe estremamente interessante – commentò ancora Loki, rimasta tutto il tempo vicino a Kiran a osservare la scena, con un ghigno divertito.

  
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