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Autore: Elgas    26/06/2021    4 recensioni
[PROSSIMAMENTE IL QUARTO E ULTIMO ATTO]
[Terzo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover (personaggi principali tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood +
pg singoli tratti da altri manga/videogiochi)]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1
Ogni cosa da te creata è connessa al Seiðr e a esso farà ritorno.
Chiudi di occhi, tessi la ragnatela. Starà a te decidere quando lasciarla.
Capitolo 7
Ora sei qui. Senza esitazioni. Senza rimpianti.
Solo tu, amico mio…
« …solo tu puoi uccidermi. »
Capitolo 8
Ti amo... lo pensò ancora, dolcemente, perdendosi ancora in quelle ali, nel modo in cui
s’intersecavano in mezzo alla schiena, nelle piume a circondare la spina dorsale, una
linea diafana che saliva fino al collo.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Cloud, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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12. The essential is invisible



Lo stridere metallico riecheggiava nel tunnel, la lama incideva il sentiero roccioso
lasciando una sottile quanto vitale linea di luce. Passo dopo passo, si ritrovarono in
un’ampia spianata, oltre il buio s’addensava soffocando la grotta, un buio pregno
d’Oscurità.
Fece segno di fermarsi lanciando un’occhiata al resto della spedizione. Ventuno giorni
passati in quel dedalo oscuro, diretti in basso, sempre più in basso. Finora solo quattro
dei trentuno uomini erano morti, chi scivolando in un baratro, chi dimenticando la regola
basilare di non allontanarsi dalla linea tracciata per proteggerli, celarli a bestie corrotte e
gas venefici, là dove questi ultimi potevano annidarsi in ogni angolo.
Spiegazione, questa, che aveva messo a tacere molte domante domanda, non potessero
essercene chissà quante da parte di uomini simili, specie se riguardanti i Monster Slayers.
L’obiettivo era giungere alle ultime, immense sacche del tesoro di Nathaniel Flint, in palio
il restante compenso del Governatore, fama e parte del bottino; se i leggendari cacciatori
potevano abbattere pericoli mortali, il come e il perché non avevano importanza.
Askin mosse la lancia: un fendente incise l’aria, cristallizzandosi in una linea lungo
il perimetro dello strapiombo. Si sarebbero accampati, lì avrebbero atteso il ritorno degli
sterminatori; laggiù, sul fondo della grotta, un grumo d’Oscurità strisciava, avvolto da
un fetore di morte. Vi era un’attesa egoista, disinteressata negli sguardi di mercenari e
filibustieri, tranne in Jim e Amelia.
Insieme a Luxord, aveva imparato a conoscerlo Jim; negli spostamenti restava sempre
dietro al Custode, seguiva mappe precise tagliando per scorciatoie note solo a lui, lui...
riemerso da quell’inferno così tante volte. Una luce ombrosa attanagliava Jim Hawkins,
tesa, colma di domande. In ogni caso, non era il momento di soffermarsi sul ragazzo, non
ancora; una conferma mancava all’appello.
Volse lo sguardo a Luxord. Come sempre egli si muoveva disinvolto in quella recita;
resisteva senza affanni nel preludio d’Oscurità, giacché Cuore e Mente erano già saldi,
il legame e lo Shrapenls altrettanto. Aveva bruciato le tappe Luxord, ma proprio lui si
ritrovava a un punto morto, bloccato contro la propria ombra, Rulod… forte del retaggio
di Nobody. Avrebbe voluto consolarlo, ma rigettò l’idea; troppe orecchie, troppi sguardi.
Veloci si mossero, i paletti vennero piantati nel terreno, le corde strette alla vita.
Jim si fece avanti mentre il resto degli uomini cominciò ad allestire il campo.
« Quando tornerete? », parole a trascinarne altre invisibili.
Intuiva molto, forse troppo, eppure ogni volta le domande rimanevano lì, bloccate.
Askin scrutò in basso; un calcolo rapido e preciso; il tempo passato ai Confini non aveva
intaccato nulla, né la percezione, né il modo di muoversi in un Mondo corrotto; tempo,
natura, addestramenti, avevano forgiato ogni Immortale affinché l’Oscurità venisse
sempre distrutta. Sempre.
« Fra circa due ore. »
« Allora… metterò da parte le vostre porzioni per la cena. »
« Lo gradiremo molto Jim. Grazie », assentì Luxord posizionandosi per la discesa.
« No… grazie a voi. Buona fortuna, Signor Le Vaar, Signor Mogan. »
Lentamente iniziarono a calarsi, il bagliore di Gáe Bulg a guidarli. Il ragazzo restò a lungo
a osservarli; mentre l’Oscurità si addensava, Askin poté solo ricorrere quella domanda;

Quale legame ti ha incatenato qui, Jim Hawkins?

In fondo era una partita semplice; una pausa, una magra distrazione dal un futuro certo.
Ma almeno Luxord sarebbe stato messo di fronte a una scelta.



Le zampe si mossero nel fango; muoversi in forma di lupo aveva sempre un che di
stuzzicante, specie dove l’Oscurità si manifestava possedendo animali o piante.
Nonostante il buio rotto da Gáe Bulg, percepiva il grumo strisciare poco distante.
Dietro, Luxord camminava silenzioso, senza risentire della pressione oscura; l’aveva già
respirata, leggera, fra le rovine di Auropoli. Resisteva Luxord, purché non si allontanasse
troppo. Seguirlo, osservarlo, non gli occorreva altro; ogni cosa si sedimentava nello
sguardo sempre più conscio, affinché vi fosse spazio per una dolce e fragile quiete.
Fragile. Anche Luxord aveva concentrato l’attenzione su Jim, l’ultimo tassello del puzzle;
intuiva cosa li avrebbe attesi in fondo al Labirinto, presagio a cui poteva rivolgersi solo con
un’ombra d’inquietudine. Del resto Askin respirava rancore costantemente, un abisso di
rancore; sapeva bene cosa avrebbe svelato l’imminente caccia.

Come reagirai, Luxord?

Nell’eco del pensiero, i muscoli si tesero appena lo strisciare si fece pressante, viscido.
Poi lo videro, nitido nell’Oscurità, un verme gigante o quel che ne rimaneva; un cadavere
corrotto, putrescente, pregno di larve e mosche.
« Cuori avidi, terrore… il confine fra la realtà e il Seiðr si assottiglia sempre di più… grazie anche
alla cupidigia di chi si gode il bottino…
»
« Semplice ed efficace… ma… », sussurrò l’uomo al suo fianco.
« Esatto... tenendo conto di tutti i fattori, la crepa dovrebbe essere molto più estesa. Qualcosa ha
modificato il processo, concentrandola in un punto. Ora siamo scesi molto… finalmente capiremo.
»
« Sì… »
Si mossero ancora, silenziosi, invisibili, finché rivelandosi, il verme non saettò contro di
loro. Nel buio rotto da potenti Firaga, Gáe Bulg trapassò la carne debole e marcia. Bastò
il tocco della lama e l’Oscurità venne distrutta. Un rantolo innaturale attraversò la bestia
che infine collassò, tornando semplice carne, morta e immobile. Un tonfo sovrastato una
voce… la voce di una donna, urlo spettrale corrotto da rimpianti e odio.
Una donna… ecco a chi apparteneva il Cuore.
Così si voltò.
Luxord era lì, in piedi a pochi passi dalla massa putrescente; una dura consapevolezza
ne incideva lo sguardo, un brivido rigido lo scosse e il silenzio parve stritolarlo; un tempo
indefinito prima che il pensiero mutasse in parole.
« È davvero un Cuore. Capisco… immagino sia un evento raro. »
« Un’irritante anomalia. Spesso i Cuori dei morti sono attanagliati da astio e rancore. Se
rimangono incollati alla realtà l’Oscurità li impregna, ma non riesce a divorarli, non in
questo stadio iniziale. »
Lo vide portare l’attenzione avanti, oltre lui, oltre il verme, oltre il buio sempre più fitto.
« Una parte di me aveva sperato... », una pausa secca, un sorriso amaro come le ultime
parole, « … sperato in qualcosa di più semplice. »
« Io posso solo distruggerlo. »
« L’hai fatto altre volte? »
« Alla fine ti abitui. Ascolta… i Fyrir non possono interferire nella morte, persino i Guaritori non
riescono a purificare il Cuore di un defunto. Luxord…
»
« Lo so…! », tremò, gli occhi puntati su GoldSaber, freddo metallo in grado di lanciare
potenti magia, nulla di più, nulla di più, « Lo so… ma non… posso darti la certezza di
riuscirci. Solo quando saremo lì, con Jim… e anche allora Rulod… Rulod farà di tutto
pur di ostacolarmi… ah… merda… che schifo. Che schifo. »
« Luxord… »
« Però... però in fondo è bello... avere alternative, tentare di salvarla. Salvarla... come
Lauriam, Elrena, Emdy. »
Sicurezza e timore lo solcarono, freddo mare in tempesta.
In un attimo Askin fu lì, il muso a sfiorargli la mano destra.
« Stanotte riprenderemo l’addestramento… promesso. »
« Sì… grazie. »
Sollievo, scintille in una notte stregata.
L’afferrò Askin, più forte di quanto immaginasse; le dita sporche a regalar una carezza,
a sfiorarlo lì, appena sotto iridi così preziose. Lo cercarono, tese in un bisogno urgente,
cullate da un respiro che ora era lì, rotto a galleggiar sopra le labbra. Si era chinato Askin?
Quel tanto da…

No… non così...

« O-Ora meglio se torniamo indietro », e già aveva abbassato il capo Luxord, una lieve
tensione a pervaderlo.

Uhm… è lo stesso anche per te…

L’osservò e una parola riemerse logorante.

Alternative… io ne avrò col Corvo? Potrò solo odiarlo? Potrò solo perdermi... allontanarti, Luxord?

- Qualsiasi cosa accada… sii te stesso, resta sempre l’uomo che ho amato. -

E tradirti, Yoruichi?

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

- Le ombre devono dissiparsi. Solo allora potrò instradarti alle vie del Seiðr, così sarai in grado di
fronteggiare i Hwergh. -
- Vinci questa partita. Vinci. -

Parola ripetute ogni volta, attraverso la voce di Askin, nei riflessi della mente, di fronte a
paesaggi famigliari, conosciuti persino nelle mutazioni sempre più repentine.
Da tempo le rovine di Auropoli avevano lasciato posto a luoghi diversi, sempre più scuri
e vuoti. Attorno ritrovò masse oscure, rocce piantate nella sabbia, come megaliti in una
piana morta e profanata. Un tanfo di salsedine riempiva l’aria, stanca e pesante, ricordo
di un mare senza vita. Anche quello faceva parte del passato, del passato di Rulod.
Passato… parola sempre più in bilico tra dubbi e certezze.
Respirò, assaporando concretezza e illusione.
« Tanto è inutile, piccolo Nessuno. »
Stridente risuonò la voce di Rulod, contorta in un eco sordo. Lo vide emergere poco
distante, fra viticci e miasma, infettando la sabbia. Perfino lì, l’uomo aveva lasciato posto
all’ombra; un’ombra che non concedeva nulla, che difendeva la propria esistenza, una
bestia lucida; gli occhi simili ai suoi e al tempo stesso corrotti. (0)
« Inutile… non ti concederò nulla. »
« Eppure mi stai portando sempre più in basso. »
« Dove infine ti affogherò. Affogarti nel nostro errore… nel sangue... sarà delizioso! »
Sibilo, veleno a cui resistette ancora una volta, il tepore sul palmo leggermente più intenso.
« Rincorrerti… è questa la partita », un mantra mentre scrutava il paesaggio, « immagino...
un tempo ci fosse un bellissimo mare qui. »
Lui si avvicinò, un lieve irritazione nello sguardo. Irritazione o tristezza?
« Un tempo. Ora non c’è più nulla… nulla che ti riguardi. »
Tristezza… sussurro nella voce di Askin, ora... scintillio in occhi ferali.
Tristezza… la vedeva, la sentiva nelle dita strette a graffargli la gola, quasi volessero
scavare nella carne.
« Rulod… cosa ti manca? »
Riusciva a vederli, vicini; tristezza, rabbia odio; fremevano nella presa via via più serrata.
Sembrava davvero di essere lì, circondarti, soffocati da un abisso sporco.

È vero... la tua vita non mi appartiene…

Ancora, ancora…

Eppure io devo esser qui… non ad Auropoli… indietro… non con Ventus, Lauriam, Elrena,
Emdy… loro appartengono a entrambi… indietro... indietro...
Essere qui… con te…

Tristezza...
« Chi ti manca... Rulod? »
Soffocare. Ancora… ancora…
« Ah! Che irritanti suggerimenti ti dà quell’uomo! Cosa saresti senza di lui, Luxord?!
Niente! Tu… tu non meriti nulla, né GoldSaber, né questa felicità, né questo amore! Ah!
Avanti! Provaci pure a salvare quella donna! »
« Rispondimi… ! »
Ma Rulod non disse nulla; lo spinse via, sparendo insieme al tetro paesaggio.
Galleggiare in un vuoto, sommersi in mezzo a un’assenza violenta e angosciante, gettata
addosso senza alcun ritegno, braci gelide a violarlo.
Poi ecco… il tepore a strapparlo dall’incubo, ancora una volta.



Respiri irregolari, stritolati nell’aria che sapeva d’acciaio. Lentamente la realtà si completò,
il tepore divenne più nitido. Gli stringeva la mano Askin, come se l’avesse appena salvato
da un fiume impetuoso. Poteva vederla, sentirla contro il suo petto. Si tese, nonostante
il respiro più quieto; si tese aggrappandosi a lui, la fronte premuta contro la spalla.

Sono qui...

Il calore freddo si dissipò.
Un altro giunse, dolce; il respiro di Askin, il frammento dell’anima a risuonare.

Sei qui… con me, in me.

Erano rimasti nella stessa posizione; seduti, le gambe incrociate. Attorno un cerchio di luce
incideva il terreno, mischiandosi al tenue riverbero delle lanterne elettriche. La maggior
parte degli uomini dormiva; i pochi svegli preferivano rimaner distanti, chi leggendo, chi
scommettendo a dadi o a carte; lontani dai Monster Slayers e da chissà quali rituali.
Un silenzio illusorio e intimo, dove lasciarsi cullare, dove non perdere i fili del presente,
i suoi, i loro… dove poter guardare al passato.

A vite che non sono la mia. Entrarci… è possibile… sì… un giorno conoscerò anche te, Rulod.
Io… salverò quel Cuore a ogni costo…

« Ti ha cacciato… comincia a essere un pochino ripetitivo. Giusto un pochino. »
Delicato tese il filo Askin, e lui lo seguì, sicurezza e timore a mischiarsi nel Cuore.
« Già… che strana partita. Non vinco, non perdo, ma riesco a stargli dietro… sì, a stargli
dietro. Sono... riuscito a vedere altro. Devo solo insistere, avvicinarmi, avvicinarmi… »
« Ne sono felice. Riposati ora. »
Sorrise Askin, invisibile agli occhi, stringendosi in maniera impercettibile se non per la
mano premuta a metà schiena, e il respiro a sfiorargli la guancia.

Questo presente… questo amore...

Eccoli… immersi nel medesimo tumulto, nella medesima tensione. La sentiva agitarsi nel
Corpo, nella Mente, sentiva pungergli il Cuore. Sarebbe bastato poco… veramente poco
per superare quel confine...

No… non voglio sia un rifugio dai nostri tormenti…
Assaporarlo nella felicità, nella felicità…

Volse un’occhiata al pentolino, ai resti della zuppa portata da Jim.
« Askin… tornati alla Kelpie cuciniamo una torta. »
« Al cioccolato? », e nelle parole, Luxord ne percepì tutta la gratitudine.
« Certo… al cioccolato. Una bella torta al cioccolato. »
I respiri a mischiarsi… per il momento bastava. Bastava.
Il presente, la missione tornarono come un ospite indesiderato; passi risuonarono via via
più vicini, infine Jim apparve. Aveva intuito molto Jim Hawkins, e nel gesto, nello sguardo,
capì; anch’egli si apprestava a svelare ogni carta.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Jim era stato cauto fin subito, da quando Blake li aveva presentarti e, soprattutto, da
quando avevano messo piede nel Labirinto. Camminava, li osservava; in ogni frase una
muta richiesta; in ogni sguardo una tristezza soffocata, un fardello che l’aveva reso l’ombra
di se stesso. Ombra riflessa in ogni gesto, nell’aspetto trasandato, nel silenzio ad avvolgerlo
appena fissava il buio, buio a cui troppe volte aveva fatto ritorno.

Il Cuore di una donna… cosa ti lega a esso Jim?

L’ex-Sottotenente fu ancora una volta accorto; li salutò con tono affabile, si sedette
commentando quanto la zuppa fosse pessima; normale con le razioni istantanee, ma fra
tutte quelle erano le più commestibili. Leggera divagazione, dopodiché come ogni sera
distese le mappe tracciate dal Dottor Doppler, contornandole con bussole e altri strumenti.
Negli ultimi giorni studiare il percorso era più difficile; presto sarebbero giunti al limitare
di ogni sentiero conosciuto, perfino Jim non si era mai spinto più in basso. Discussero a
lungo, ma fu solo allora, quando l’accampamento si quietò, esclusi rumori corporei di
varia natura, che il ragazzo s’interruppe. Altri pensieri bussavano, insistenti e inevitabili;
ora o mai più, gridavano gli occhi azzurri.
« In effetti ho sempre trovato affascinante il modo in cui vi siete palesati... nel corso della
storia. Durante gli anni accademici, lessi i rari resoconti circa le vostre imprese. Una volta
entrato nella Marina, ebbi l’onore di ammirare il pianeta Fenris, ovviamente da molto
molto lontano », parole a incastrarsi con quanto detto finora, infine ecco, preludio di verità,
« a ripensarci, pochi storici si sono interessati ai Monster Slayers, e poco si dibatte oggi
circa le vostre origini. Finora sono ipotesi, ma una cosa è certa… appena questo male,
questa corruzione si manifesta, voi accorrete sempre… prima o poi. Dopo due anni…
eccovi finalmente... »
Jim intuiva molto, troppo; eppure l’uso di termini quali male e corruzione, lasciava vivo
un margine fondamentale; mascherar la verità, rivelare senza mostrare. Conclusione a cui
giunsero nel medesimo istante, tanto fu Luxord a portare avanti la discussione.
« Dunque ci stavi davvero aspettando. Capisco, del resto... perché tornare qui? Perché
rifiutare ogni volta la tua parte di tesoro? Ah… me l’ha raccontato Amelia. In ogni caso,
dubito tu sia guidato soltanto da buoni principi. »
Jim strinse le spalle, lo sguardo lontano verso tenebre via via più fitta, verso un’Oscurità
che mai sarebbe riuscito a superare.
« Il tesero di Flint... lo cercavo un tempo, ora provo ribrezzo solo a sfiorarlo », una pausa
secca e il dolore emerse, duro e controllato, « mia madre era sempre stata cagionevole.
Quando si ammalò di tisi, lei stessa comprese quanto poco le rimanesse da vivere. Mi fece
un’ultima richiesta... non… non potevo rifiutare, così mi imbarcai sulla prima nave
disponibile. Sei mesi dopo, la pioggia di meteore colpì Montressor… lei morì… morì
col rimpianto di non sapere. Cominciai a esplorare il Labirinto sperando… sì, insomma…
di trovare una traccia, un oggetto, anche se rovinato... in modo da non lasciare la tomba
vuota. Eppure… fin da subito capii… ah… non prendetemi per pazzo… »
« Non lo stiamo facendo Jim… non lo stiamo facendo », eppure nonostante le parole di
conforto, Askin si sentì un pensiero rincorrerlo, freddo, distaccato;

Anche se Luxord riuscisse a collegarlo al Cuore… non è detto la verità possa placare un rancore
tanto profondo… se così sarà, potrò soltanto…

Eppure fu ancora una volta la vicinanza di Luxord a rendere il tutto meno distante.

Distante… quando il Corvo apparirà… potrò solo allontanarti? Precipitare…
Ah… quanto mi stai logorando… mi tormenti anche così?

Poi Jim si porse in avanti, una mano premuta sul petto; il Cuore doleva e nel dolore riversò
tutto se stesso, tutto ciò che era diventato.
« Non è mai riuscita a dimenticarlo e anch’io… lei è qui, una parte di lei… anima? È qui...
corrotta da tutto questo… ogni tanto sento l’eco delle sue urla. Lei sa… mi percepisce…
se sono sopravvissuto, sì… lo devo a questo… solo a questo. Solo voi potete
aiutarmi… vi prego… vi supplico… portatemi da mia madre… »
Concluse il discorso Jim; le ultime parole ridotte a un sussurro, mentre la figura si
riduceva a un inchino disperato, in cui rigettare qualsivoglia lacrima o singhiozzo.
Rivolse uno sguardo al compagno Askin, gesto che ogni occhi del ragazzo doveva apparire
come la semplice e silente intesa fra Monsters Slayers. Infine la recita continuò, nell’unica
maniera possibile.
« Rientra nei nostri doveri, Jim. Ti avviso… a breve dovremo proseguire noi quattro. Beh...
Amelia farebbe di tutto pur di non perderti di vista, è molto legata a te. »
Il giovane tornò a guardarli, un lieve sorriso sulle labbra.
« Lo so… lo so. »





(0) Persino lì…
Poiché nel Capitolo precedente, Rulod si è palesato “all’esterno” della Mente di Luxord.





Angolo Autrice:

Questa volta sono stata brava; una nota… miracolo, non riesco quasi a crederci. Spero certi meccanismi siano stati ingranati; ripetere cose nelle note (a meno che non si riferiscano a dettagli specifici o per riprendere il filo di personaggio X o Y), mi sembrava superfluo e tedioso. In caso di dubbi comunque, non esitate a chiedere nelle recensioni. Ci tengo solo a fare un appunto, questo sì, circa la situazione di Luxord/Aqua, e di come abbiamo deciso di agire Askin e Kugo di conseguenza, questo al dì là dei reciproci legami;

Kugo ha “iniziato” ad addestrare Aqua in entrambe le vie, ovvero sia nell’utilizzo parziale del Seiðr, sia nel tener a bada e sconfiggere la propria ombra, poiché essa non è così formata come nel caso di Luxord. Al contrario Askin preferisce che prima il Custode riesca a dissiparla.

Ah… già... ci sono stati due baci sfiorati. Potete odiarmi per questo? Certo. Vi farò penare ancora un po’ sappiate. Ehi…! Calmi con torce e forconi. Tornando seri; si è scoperto molto del retroscena di Jim, che ha una parte più attiva rispetto a Merida. Però la costante della madre morta… uhm… scusate ma è uscita così XD

Un saluto e alla prossima Elgas
   
 
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