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Autore: SheHadTroubleWithHerself    27/06/2021    1 recensioni
Elisabetta è in perenne lotta con se stessa.
Mentre si lamenta della sua vita monotona, trema al solo pensiero di un cambiamento che possa stravolgerla.
Nella sua testa non può fidarsi di nessuno, e questo l'ha portata a chiudere diverse amicizie, ma ciò che brama di più è poter cadere sapendo che qualcuno l'afferri in tempo.
“Che cosa pensi potrebbe aiutarti a farti sentire meglio?”
“Una persona che riesca a farmi pensare che valga la pena svegliarsi ogni mattina e vivere un'altra giornata.”
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO DIECI


E' ironico come il suo cervello si stia prendendo gioco di lei. La scienza chiede sempre di dare attenzione alle necessità che il proprio corpo manda, eppure nonostante lei volesse dormire per giorni interi ha passato l'intera notte con gli occhi chiusi ma la testa trafficante.
Ha comunque permesso a Claudio di stringerle la mano per tutto il tempo in cambio del suo viso rilassato e per la prima volta è riuscita ad assistere all'alba di quel giorno nonostante la finestra fosse alle sue spalle. Ha visto le pareti colorarsi di un azzurro tenue perché è un'altra giornata nuvolosa e ieri ha dimenticato di abbassare le tapparelle. I suoi occhi abituati al buio hanno fatto fatica ad accettare la luce della stanza ma riesce a notare ogni movimento di Claudio, gli occhi e il loro leggero sfarfallare insieme al naso arricciato per chissà quale motivo.
Di tutto ciò che è successo ieri sera la parte più dolorosa sembra essere proprio quel bacio, così intriso di dolore, rassegnazione e rabbia. E un bacio non dovrebbe esprimere ciò.
Approfitta dei movimenti di Claudio per girarsi dall'altro lato e notare a malincuore che tra due minuti dovrà alzarsi dal letto, ma non pensa che ciò accadrà.
Sente un velo di brividi lungo tutto il corpo per il deja vù quando scrive al suo collega di non sentirsi molto bene e che ha delle questioni da risolvere, Federico sembra capire senza dover fare domande ed Elisabetta riesce a fare un sospiro di sollievo. Ferma dopo qualche secondo la suoneria della sveglia notando subito dopo dei versi contrariati dalla gola del ragazzo, subito una mano arpiona il suo fianco e il suo respiro si scontra sulla pelle del suo collo. E' piacevole, sono quei contatti affettuosi che ha sempre ricercato ma non riesce a goderne fino in fondo quando pensa a come lo abbia trattato ultimamente.
Non ci sono state lacrime, ma ha visto con chiarezza qualcosa spezzarsi dentro di lui mentre scappava dalle sue domande, ed è diventato troppo difficile fare finta di nulla e cercare di vivere il momento.
Al contrario di ciò che pensa gioca con le dita di quella mano, le accarezza e le incastona illudendosi che quell'unione sia perfetta e indistruttibile. Proprio come in quegli orribili film adolescenziali ripieni di cliché. E' spaventoso che lei noti ogni singola variazione nella respirazione del ragazzo, se prima il suo fiato era profondo e rilassato adesso riesce a percepirlo più controllato. Entrambi forse vogliono ancora credere di essere in un sogno, magari fare finta che niente sia mai successo.
L'apoteosi sarebbe svegliarsi sul serio e scoprire che in realtà lei è una semplicissima ragazza di vent'anni e che vive una vita senza troppi drammi. In quel caso conoscere Claudio sarebbe stato molto più semplice e adesso non avrebbero problemi nel classificare il loro rapporto in una classica relazione. Avrebbe potuto presentarlo ai suoi genitori durante una cena senza pretese e baciarlo di nascosto sull'uscio della porta, sarebbero partiti per piccoli weekend fuori porta godendo di ogni istante prima di ricominciare la settimana lavorativa.
Se, se, se.
Invece Claudio è un inguaribile ragazzo colmo di speranza ed Elisabetta un essere vuoto senza alcuno scopo se non quello di nascondersi dal resto del mondo. Non gli farà mai incontrare la sua famiglia per poterlo salvaguardare e non pensa riuscirà mai a raggiungere quel tipo di rapporto ideale in cui tutto avviene in maniera totalmente spontanea.
“Smettila di pensare così tanto...” la voce rauca di Claudio rompe il silenzio e il filo logico del suo discorso nella sua mente.
“Come ci riesci?” chiede invece lei incapace ormai di camuffare il suo stato d'animo, inizia a sembrare inquietante quella loro connessione.
“Sei riuscita ad irrigidire ogni muscolo presente nel tuo corpo. Come stai?” spiega avvicinandosi il più possibile a lei anche se tra loro non riuscirebbe a passare nemmeno uno spillo.
“Esausta, non ho chiuso occhio.” ha capito che girare intorno al discorso non porterebbe a nulla, Claudio comunque insisterebbe per sapere ogni cosa.
“Perché non mi hai svegliato?” chiede incredulo sollevandosi leggermente in modo che possa tentare di guardarla in faccia, ma Elisabetta continua a guardare un punto fisso vicino alla finestra.
“Che cosa avresti potuto fare?” la voce sembra distratta, pronuncia le parole lentamente e con un tono basso. Nella sua testa quella frase dovrebbe risultare esasperata e ancora incredula di come Claudio continui la sua missione senza speranza.
“Girati verso di me.” ordina con dolcezza mentre interrompe ogni contatto. Solleva le coperte lasciandole il tempo di rotolare dall'altro lato e mostrarsi con occhiaie scure e le labbra vagamente imbronciate.
Sa di non poter fare certi pensieri in questo momento, ma in qualsiasi stato si trovi la ragazza Claudio riesce sempre a scovarne la bellezza. Forse è l'aura di mistero che si è costruita, il silenzio e il dolore che pesa sulle sue spalle, ma anche con il viso pallido e priva di energia per lui costituisce un'enorme calamita.
Riprende poi la posizione del braccio sul fianco che adesso avvolge anche parte della schiena. Conta in maniera assente le vertebre e nota come Elisabetta stia ancora aspettando la risposta in religioso silenzio, lo osserva quasi come se si trovasse davanti una specie rara di un qualsiasi animale.
“Avrei voluto che mi svegliassi, potevo tenerti compagnia.” risponde con un sorriso che spera possa contagiarla.
“Sei crollato in meno di un minuto, eri davvero stanco. Russavi.” dice il tutto con naturalezza e serietà, e questo fa in modo che Claudio scoppi in una risata incontrollata e rumorosa portando il peso del corpo all'indietro. Elisabetta non può fare altro che sorridere lievemente cambiando posizione e stendendosi completamente sulla schiena. E' contenta di poter ricambiare il favore ogni tanto.
“Potresti davvero avere un futuro come comica.” dichiara sulle ultime note della risata. Adesso è appoggiato al suo stesso braccio e la mano rimasta libera le accarezza l'addome con movimenti calcolati.

Non resiste alla tentazione di lasciare un breve bacio sulla linea della mandibola inconsapevole di poter godere del piccolo sorriso sorto sulle sue labbra. Ne lascia un altro paio con attenzione, controllando la sua reazione.
“Non ti stanchi mai di dare senza ricevere?” domanda curiosa mentre accoglie tutte quelle premure con un incontenibile senso di colpa.
“No, perché non è quello il mio scopo.” replica senza esitazione guardando dentro i suoi occhi. “Il semplice fatto che tu me lo stia permettendo è sufficiente.”
“Ma io non faccio mai nulla per te...” è inevitabile per lei continuare quel discorso nonostante la sua voce stia minacciando di tremare vigorosamente. Claudio non può davvero essere così comprensivo, è contro natura.
“L'unico mio desiderio che potresti esaudire è tenermi qui, accanto a te.” sigilla la sua stessa frase con un ennesimo bacio, labbra contro labbra, speranzoso che Elisabetta possa uscire da quella pozza di colpevolezza inutile.
Alza gli occhi con un fluido movimento rotatorio lasciando però che Claudio si prenda cura di lei, prendendo ogni carezza e inglobando ogni respiro che si infrange sulla sua pelle.
Non ha idea di come stia passando il tempo, ma sa di non potersi abituare ad una routine del genere perché semplicemente non è così che va il mondo.
“Lascia fare a me.” sono le ultime parole che pronuncia prima di compiere il perimetro del suo viso con lo scorrimento delle sue labbra. Entrambe le mani ricercano le sue per incastrare ogni dita tra loro e le porta attorno la sua testa continuando la dolce tortura. Il peso del corpo di Claudio non le impedisce di rilassarsi nuovamente ricambiando lascivamente quel contatto.

Claudio si trova costretto a lasciarla ancora sotto le coperte dopo aver ricevuto un messaggio di sua madre e dopo essersi reso conto di aver passato le ultime cinque ore steso in un letto ignorando qualsiasi bisogno fisiologico. Per questo la prima cosa che fa quando entra in casa è divorare le prime cose che capitano nelle sue mani.
“Buongiorno. O forse è più accurato buon pomeriggio?” esordisce sua madre con le mani sui fianchi. E' più seria del solito anche se sfodera un piccolo sorriso.
“Ciao, scusa ma non mi sono reso conto di che ora fosse.” si giustifica continuando a masticare l'ultimo pezzo di un biscotto.
“Va tutto bene. Lei come sta?” si unisce a lui rubando il biscotto appena lo tira fuori dalla busta.
“Se te lo dico cercherai di dissuadermi dal vederla?” le parole escono fuori più taglienti di quanto volesse, ma si è stancato di essere messo in guardia inutilmente.
“Non fraintendermi, è adorabile l'affetto che provi per lei ma sono preoccupata. Lei non mi sembra pronta per questa relazione e tu non meriti di perdere di vista i tuoi obiettivi.” il suo tono di voce è pacato, misura con attenzione ogni parola scelta e mantiene sempre un sorriso consolatorio per provare che lei non è lì per giudicare. “Voglio essere sicura che tu non stia accantonando la tua felicità."
“Io sono felice quando, nonostante il suo malessere, mi sorride. Questo è diventato il mio obiettivo: darle la serenità che merita perché nessuno ci ha mai provato abbastanza.” la madre è seriamente colpita da suo figlio che mai si è dimostrato così vulnerabile. Forse sta solo crescendo e lei non si sente pronta a questo cambiamento.
E' difficile avere la consapevolezza che i figli anno dopo anno scivolino tra le dita, che cerchino la loro indipendenza e che raddrizzino il tiro delle loro priorità.
“Ti prometto che non affronteremo più il discorso se anche tu manterrai la tua parte dell'accordo.” sentenzia quindi avvolgendo le mani del figlio tra le sue. Sembra confuso e impiega qualche secondo prima di annuire e compiere un passo verso di lei.
“Se lei dovesse arrendersi, lo farai anche tu.” Claudio sgrana gli occhi forse incredulo della voce spezzata di sua madre o forse perché senza dover mai regalare dettagli lei ha già capito tutto. E' completamente freddato da quella probabile prospettiva. Non trova il coraggio di esprimere a voce il consenso, forse perché non vorrebbe davvero mantenere quella promessa, ma si ritrova comunque ad annuire con ancora un peso sul petto che gli ricorda di dover fare respiri profondi.
“Ha più parlato con i suoi genitori?” c'è un'aria strana in cucina, totalmente priva di imbarazzo ma c'è comunque qualcosa che impedisce a entrambi di mantenere lo sguardo tra loro.
“La madre le ha inviato un messaggio ma lei non ha risposto. Non penso sia intenzionata ad avere un confronto.” Quando finalmente Elisabetta gli aveva raccontato tutto Claudio ha provato in tutti i modi a convincerla che fosse l'occasione giusta per sanare il loro rapporto. Non non ci è riuscito, ovviamente, e forse in fondo se ci fosse lui al suo posto sarebbe tentato di fare lo stesso. Non vuole giudicarli ma non può negare che da parte loro ci sia stato davvero poco impegno per non far precipitare la situazione.
“Allora dille che a Natale sarà la benvenuta.” conclude Veronica lasciando poco dopo la stanza.
Non ci aveva neanche pensato eppure mancano quasi due settimane e forse ora capisce davvero il cambiamento che gli viene recriminato dagli amici. Ma loro sarebbero più bravi di lui se si scambiassero i ruoli? L'unico pensiero costante che gira nella sua testa sono le parole di sua madre associate alle ultime immagini di Elisabetta.

I giorni sembrano passare inesorabilmente veloci e questo comporta un Claudio vagamente stressato per il test a conseguimento della borsa di studio e un' Elisabetta che mantiene abbastanza equilibrato il suo cattivo umore nonostante il messaggio di sua madre che ancora riecheggia nella sua mente.
Le ha risposto solo nel momento in cui Claudio ha abbandonato il suo letto, circa tre giorni fa, e non riesce a credere che sia arrivato davvero il momento del confronto. Nelle ultime settimane il suo unico contatto è stato sua sorella che ogni tanto le chiedeva se fosse finalmente pronta a tornare a casa e la parte più ironica di tutta quella situazione è che il vivere da sola seppur in una stanza d'albergo è stata la cosa più piacevole. E' stata l'unica rassicurazione dopo ogni pesante giornata di lavoro quando Claudio non poteva raggiungerla per poter continuare a studiare, anche se poi passavano la serata parlandosi al telefono.
E' venerdì sera e nel momento in cui il negozio è ufficialmente chiuso e i suoi colleghi si disperdono in diverse direzioni il cuore di Elisabetta comincia a battere più velocemente lasciandola con la gola secca. Hanno deciso quindi di incontrarsi tutti a casa per poterne parlare, sua sorella è determinata a fare da mediatrice convinta di poter risolvere ogni vicissitudine.
E' strano percorrere di nuovo quel breve tratto e prima di arrivare davanti al portone riesce a leggere il messaggio di Claudio che le augura buona fortuna e che la raccomanda di raccontargli ogni cosa quando avrà finito. Quando suona il campanello nessuno risponde, sente solo la porta sbloccarsi e dopo un profondo respiro si decide ad entrare definitivamente. Percorre velocemente le due rampe di scale e un moto di commozione rischia di colpirla quando prova di nuovo la sensazione di benvenuto negli occhi del piccolo felino. Il suo gatto è sempre stato soggetto a prese in giro in quanto sembrava avesse i comportamenti di una cane nel momento in cui accoglieva ogni ospite già fuori dalla porta.
Nulla è cambiato, neanche il suo strusciarsi tra le gambe impedendole ogni movimento e si ritrova quindi costretta ad attendere con pazienza che il suo entusiasmo possa calare. Viene presto risvegliata dai brusii che provengono dalla cucina e compie i pochi passi con la stessa paura che l'attanaglierebbe se nella casa ci fosse una tigre pronta a sbranarla. Non sa qualche sentimento la colpisce quando i suoi familiari al vederla smettono di parlare e si guardano con fare indagatore.
“Ciao.” pronuncia appoggiando la borsa accanto i cuscini del divano alla sua sinistra.
Sono tutti seduti attorno al tavolo della cucina e a parte sua sorella che la saluta con i consueti due baci sulla guancia, il resto sono saluti borbottati.
“Allora, come va?” Giorgia rompe il silenzio con un entusiasmo che non riesce ad incastrarsi nell'ambiente. Gira rumorosamente il cucchiaino nella tazzina di caffè e ne beve un sorso mentre continua a guardarla in attesa della risposta.
“Bene. Possiamo arrivare al dunque?” è ancora in piedi esattamente alla soglia della stanza, i suoi genitori non l'hanno ancora davvero guardata se non si contano gli sguardi fugaci.
“Ok, siamo qui perché vogliamo che torni a casa.” spiega sua sorella senza il minimo sostegno morale di nessun altro presente.
“Vogliamo?” chiede infatti confusa Elisabetta che ora è seduta sul divano e cerca di nascondere il tremore delle sue mani dato dal nervosismo.
“Hai almeno intenzione di chiedere scusa?” esordisce sua madre con voce perentoria e le concede finalmente di guardarla negli occhi. Riesce con facilità a leggerne i segni della delusione sul suo viso: una sensazione che non provava da quasi un mese e di cui non avvertiva la mancanza.
“Per che cosa esattamente?” la sua voce diventa più stridula e con la coda dell'occhio può notare la faccia accartocciata di sua sorella che prevede già le urla. “Dovrei chiedere scusa per aver passato la notte fuori o perché il mio atteggiamento ti fa vergognare di me?” la sua domanda non trova risposta, registra solamente gli occhi di sua madre ruotare su se stessi e suo padre che si gratta la fronte come se si trovasse in difficoltà.
“Spero sarai contenta del risultato.” aggiunge sua madre rivolgendosi alla figlia maggiore.
Un dubbio si insinua nella testa di Elisabetta che non aveva neanche pensato a quello scenario. Non erano stati i suoi genitori a volere quell'incontro ma sua sorella che come ogni volta sente la necessità di ricongiungere tutti i pezzi.
“Beh mamma, potresti anche provarci!” accusa immediatamente sbuffando e girando per la stanza con fare nervoso.
“Tu invece perché ti sei presentato?” chiede a quel punto Elisabetta rivolgendosi a suo padre che come al solito si sente annoiato da queste situazioni. “Sapete una cosa? Di tutto ciò che è successo dormire in una stanza d'albergo è stato fantastico, quindi no: non tornerò a casa.”
“Non ti sembra di esagerare? Hai sempre avute queste reazioni così rumorose ed eccessive.” tuona la grossa voce di suo padre nonostante non stia urlando.
Non sa come controbattere perché semplicemente non sa come esprimersi, per la sua famiglia lei rimarrà la figlia melodrammatica e suscettibile. Niente potrà fargli cambiare idea.
“Non importa, ho trovato qualcuno che accetterà le mie reazioni soprattutto quando saranno smisurate.” un brivido scorre per tutta la sua schiena quando il suo cervello raffigura l'immagine del viso di Claudio, sarebbe quasi tentata di sorridere ma la rabbia che sta crescendo è troppo grande per essere fermata.
“Se continui di questo passo si stancherà anche quel qualcuno, stanne certa!” esclama sua madre che ora spegne con forza la sigaretta dentro al posacenere. “Hai questo maledetto vizio di prosciugare l'energia delle persone con tutte le tue pretese e finirai per svuotare anche le sue.” pronuncia le ultime parole quasi in un sussurro puntandole attentamente l'indice contro e con uno sguardo che quasi le fa accapponare la pelle.
Ci impiega giusto qualche secondo a raccogliere nuovamente la sua roba e lasciare l'abitazione nonostante Giorgia le stia urlando di tornare indietro. Solo in quel momento si accorge di non essersi mai spogliata del giubbotto e tutto il calore trattenuto viene spazzato via quando ritorna all'aria gelida della strada. Le lacrime spingono per poter uscire per tutta la durata del tragitto e assieme alla loro insistenza si aggiunge il suo telefono che non smette di squillare e notificare messaggi.
Lo sa che questo è il momento giusto per chiedere aiuto e sfogare ogni pensiero di rabbia e frustrazione che ha dentro di sé, ma sente comunque il bisogno di chiudersi in una scatola finché l'ossigeno non finirà. Le gira la testa ed è disorientata abbastanza da doversi chiedere più volte dove sia finita e come abbia potuto sbagliare la strada di ritorno.
Il suo telefono squilla ancora imperterrito e un forte desiderio di scaraventarlo al suolo cresce in lei, ma è fin troppo razionale per seguire certi istinti e si limita a rifiutare quella che pensa possa essere la quindicesima telefonata di Claudio.
La prima cosa che fa quando varca la soglia di quella che ormai definisce casa sua è lasciarsi cadere sul letto con il viso schiacciato contro il materasso e un urlo attutito dalle coperte. Sente di nuovo suonare il cellulare, probabilmente un messaggio questa volta.

Mi piace pensare che tu non possa rispondermi
perché con la tua famiglia è tutto risolto.

Quelle parole forzano il suo cervello a rimettere in moto ogni scena e parola ormai scolpita nella sua memoria. Non riesce a capacitarsi della considerazione che i suoi genitori hanno di lei, proprio loro che dovrebbero mostrarle affetto smisurato e incondizionato. Ma quella di oggi è stata la prova definitiva di non avere nessuno a coprirle le spalle, nessuno che potrà supportarla in tutto e per tutto quando Claudio si stancherà di correrle dietro. Sua madre potrebbe avere ragione: prosciugherà ogni sua energia e lo porterà ad odiarla a causa del suo atteggiamento pessimista e isterico. Quale persona farebbe mai una scelta così masochista?

Ne parliamo domani.

Non ha alcuna forza per affrontare il discorso dopo una giornata del genere, anche se Claudio non merita messaggi brevi e freddi e questo probabilmente lo porterà a far accrescere la sua curiosità.

Il lavoro, per una volta, si dimostra essere un'ottima distrazione per la voragine di pensieri e preoccupazione che ormai dominano la totalità della sua testa. I suoi colleghi hanno preso le distanze e si parlano solo per lo stretto necessario ed Elisabetta riesce a cavarsela grazie a qualche sorriso falso e ai clienti pieni di richieste da soddisfare. In pausa pranzo Claudio l'avvisa che la sera stessa non avrà scampo, mangerà a casa sua e sa già di dover dare tutte le spiegazioni riguardo la sera prima. Inizia a pensare che dovrebbe allontanarlo del tutto, lasciare che lei possa risolvere tutti i suoi problemi e permettere a lui di ricominciare a vivere senza l'angoscia che lei rappresenta nella sua vita. Lo sa che Claudio non mente quando dice di voler stare con lei e aiutarla ma inizia a definire questa situazione tossica per lui e non può permettere che lui ci cada del tutto. Per questo motivo decide che affronterà il discorso la sera stessa a costo di farsi odiare da lui e da tutta la sua famiglia, a costo di perdere quell'unica persona che non cede alla tentazione di liberarsi di lei e dei suoi problemi.
Non riesce però a negare il sentimento di sollievo che la pervade quando uscendo dal negozio incontra Claudio davanti alla sua macchina. Si sente un po' in soggezione a camminare davanti a lui, come se stesse sfilando e la passerella fosse lunga chilometri, ma lui non perde l'occasione di osservarla dritta negli occhi.
Arriva davanti a lui con un sorriso imbarazzato e senza che riesca ad impedirlo Claudio si appropria delle sue labbra e tiene una mano dietro al suo collo come se dovesse forzarla a rimanere lì in quel momento. Tutta la sua pianificazione svanisce nella nebbia creatasi nella sua testa, riesce a concentrare tutta la sua attenzione sulle morbide labbra che l'accarezzano con dolcezza. Si aggrappa come suo solito alle sue spalle e si riscalda dai brevi sbuffi che Claudio emette e che le fanno appannare gli occhiali.
Il tempo sembra essersi fermato, nessun agente esterno potrebbe rovinare quel momento, neanche i miseri sette gradi di quella sera.

Se c'è una cosa di cui Claudio è sicuro è la dipendenza ossessiva di Elisabetta per la musica, e rimane ancora sorpreso dal fatto che lei non si senta abbastanza a suo agio per accendere la radio della macchina. Ci pensa lui aggiustando di tanto in tanto la frequenza o cercando un brano migliore mentre lei si occupa di guardare fuori da finestrino borbottando le parole a bassa voce.
“Pensi che potrei mai sentirti cantare davvero?” pensa Claudio ad alta voce mentre posteggia a pochi metri da casa.
Elisabetta ride imbarazzata e nello stesso momento si morde la lingua per essersi ammorbidita a quella sua debolezza. Cantare è sempre stata la parte di sé da nascondere accuratamente, era rimasta l'unica cosa a rendere lievemente leggera la sua vita. O almeno, fino a quando non è arrivato Claudio.
Un campanello d'allarme suona stridulo nella sua testa appena ricorda quali fossero le sue intenzioni quella sera e improvvisamente la gola si secca e potrebbe sentire le gambe tremare.

Veronica e Franco l'accolgono con il loro consueto calore, con tanto di abbracci confortevoli e sguardi affettuosi. In quel momento riesce quasi a far finta che tutto vada bene e che quella sia solo una semplice cena con il ragazzo che le piace e la sua famiglia. Ma la sensazione che prevale nell'aria è la stessa che sentirebbe se stesse camminando su un campo da guerra. Vede Claudio osservarla spesso e se prima il problema del mantenere lo sguardo era dettato dall'imbarazzo ora è la vergogna a prendere possesso del suo corpo. Non riesce a partecipare molto alla conversazione e ha lo stomaco chiuso nonostante il cibo preparato si mostra delizioso.
Franco e Claudio si dirigono nel salotto mentre Elisabetta ha insistito più volte per poter dare una mano al riassetto della cucina.
“Come va Eli?” chiede d'un tratto Veronica riservandole un veloce sguardo, forse per essere sicura che lei l'abbia sentita.
“Un po' stanca dal lavoro, ma è tutto ok.” cerca di tagliare corto anche se è consapevole che quella fosse solo la prima di una serie di domande.
Le sembra quasi che la conversazione sia già terminata finché la donna non riprende a parlare e questa volta le dedica la totale attenzione.
“Hai chiarito con i tuoi genitori?” quella frase la colpisce come una coltellata e le fa ritornare alla mente ogni singola battuta scambiata l'altro ieri con tanto di sguardi giudicanti.
“No, in realtà.” solo in quel momento capisce quanto Claudio e sua madre siano simili. Hanno lo stesso modo di parlare lento e rassicurante, in grado di far parlare anche un sordomuto. Donano quella sicurezza sufficiente per riuscire ad aprirsi.
“Non so se Claudio te l'avesse già proposto, ma mi piacerebbe che tu passassi il Natale con noi.” I suoi occhi si spalancano senza che le possa evitarlo e dei piccoli brividi ricoprono le braccia che formicolano piacevolmente.
“Non deve sentirsi in dovere di farlo...” parte il solito preambolo con molteplici emozioni a colorare la sua voce che vacilla lievemente.
“Voglio essere completamente onesta con te perché credo tu sia una persona intelligente.” comincia la donna sedendosi al tavolo della cucina e invitandola a fare lo stesso. “Ho paura di come tu possa influenzare Claudio, che la tua situazione possa distrarlo dalla sua stessa vita. Ma non riesco a negare i suoi sorrisi o come tu sia visibilmente più tranquilla quando lui è nei paraggi.” articola ogni parola dedicandole uno sguardo continuo e l'attenzione di Elisabetta è così alta da riuscire a mantenerlo senza sentirsi in soggezione nonostante le parole che ha appena sentito. Non è niente di nuovo considerando che è sempre stato un pensiero fisso per lei e sapere che qualcun altro ha la stessa preoccupazione le fa credere che l'intenzione di quella sera sia la scelta giusta.
“Stenterà a crederlo, ma ho sempre pensato di essere solo un problema per lui. Ma Claudio è parecchio testardo.” sbuffa una risata, ma sente anche le lacrime spingere.
“Non fraintendermi, Claudio non è un ingenuo e capisco perché sia così tanto affezionato a te. Vi meritate proprio per la vostra sensibilità e magari questo è solo un brutto periodo che presto pass-”
“Stasera volevo lasciarlo.”la interrompe bruscamente abbassando gli occhi verso le sue stesse mani. “O meglio, non so se stiamo davvero insieme, ma non merita di rimanere invischiato nei miei impicci.”
Il silenzio che cala subito dopo è piuttosto pesante e sembra impossibile da rompere, entrambe non fanno altro che concentrarsi su dettagli inutili della stanza e riescono a sentire lievemente Claudio e suo padre parlare oltre la porta chiusa della cucina.
“Gli spezzeresti il cuore.” sussurra Veronica stringendole una mano. “Non so quale sia la scelta giusta e tanto meno ti costringerei a fare ciò che io penso sia meglio.”
Elisabetta riesce a leggere la battaglia interiore della donna davanti a sé. L'impedirsi di allontanare una “minaccia” dal proprio figlio o rispettare il bene di entrambe.
“Ma non prendere decisioni affrettate.” è l'ultimo consiglio che le offre prima di esortarla a raggiungere gli altri.

Il resto della serata è caratterizzato da luce spenta e un film di cui Elisabetta non ha seguito nemmeno per un minuto la storia, forse troppo distratta dal braccio di Claudio attorno alle sue spalle e dalla mano che continua a fare su è giù lungo una piccola porzione di pelle. Teme sempre di più il momento in cui sarà costretta a parlarci e a fare i conti con le sue centinaia di domande poiché la conversazione con sua madre non ha fatto altro che alimentari i già numerosi dubbi.
E' circa mezzanotte quando entrambi i genitori annunciano di voler andare a dormire e presto si ritrovano soli sul divano lievemente illuminati dalla luce bluastra del televisore.
Elisabetta lo spia più volte per controllare se la stia guardando e che non chieda di conseguenza le dovute spiegazioni, ma sembra parecchio attento a qualsiasi cosa la tv stia trasmettendo in questo momento.
“Vuoi parlarne qui o preferisci andare in camera?” pronuncia senza distogliere lo sguardo, forse per non intimidirla più di quanto non lo sia già.
“Non c'è molto di cui parlare in realtà, non è cambiato nulla dopo il nostro incontro.” tagliare la testa al toro sembra la scelta più semplice ed ovvia soprattutto perché non è quello l'argomento che più la mette sotto pressione.
Si gira verso di lei e sbuffa lievemente forse intristito dalla sua risposta nonostante se l'aspettasse già. Intreccia le dita delle loro mani e si sforza in ogni modo di delineare i tratti del suo volto ma il buio della stanza è un grosso impedimento.
“Posso fare qualcosa per te?” chiede a bassa voce avvicinandosi ulteriormente. Elisabetta vorrebbe urlare per la frustrazione di avere una cosa così preziosa tra le mani e nessuna abilità per tenerla al sicuro.
“Stai facendo fin troppo. Tua madre mi ha parlato di Natale...” non dovrebbe tirare fuori quel dettaglio, soprattutto perché è ancora più difficile dirgli subito dopo che vuole troncare ogni tipo di rapporto.
“Già. Aspettavo il momento giusto per parlartene.” sembra quasi giustificarsi per non esser stato lui a fare l'invito.
Questa si scopre essere l'atmosfera giusta per parlare, con l'oscurità che li avvolge e che elimina l'imbarazzo dei suoi sguardi sfuggenti. Elisabetta ha il discorso sulla punta della lingua, lo tiene in bilico nella speranza di trovare il coraggio sufficiente per poterlo esporre senza alcun groppo in gola e sapere di non poter vedere il viso affranto del ragazzo è vagamente di aiuto.
“Io sono arrivata ad una conclusione.” confessa nel bel mezzo del silenzio, ed è così tesa da aver paura lei stessa delle sue parole.
“Prima vorrei dirti solo una cosa, scusami.” al suo orecchio arriva la sua voce quasi preoccupata, come se all'improvviso qualcosa tra di loro fosse cambiato. “Ho pensato che se tu hai ancora dubbi su di me e sul fatto che ti voglia stare accanto allora forse la colpa è mia. Tu credi che io sia qui per farmi carico dei tuoi problemi, in realtà non riesco più a fare a meno di te.” il respiro è corto, fa una gran fatica a mantenere il tono di voce basso con la voce che oscilla e inconsapevolmente ha fatto crollato qualsiasi minuscola certezza la ragazza potesse avere. “Non voglio fare lo sdolcinato né metterti in difficoltà ma volevo dirtelo da tanto tempo.”
Elisabetta rimane ridicolmente a bocca aperta, incerta su come proseguire e addirittura pensare, il cuore scalpita e tuona rumorosamente contro la cassa toracica.
“Ti sei incantata?” chiede ridacchiando e avvicinandosi ulteriormente, la mano ha raggiunto il suo collo e il pollice sta delineando parte della linea della mandibola.
“No, è che non so che dire...” balbetta persino nei suoi pensieri oltre che nelle risposte, colpa soprattutto di quei piccoli contatti di cui non riuscirà mai a fare a meno.
“Potresti continuare il discorso che stavi facendo prima che ti interrompessi.” consiglia cercando di posare la maggior parte del peso allo schienale del divano.
“Non era così importante.” risponde e stupisce persino se stessa quando decide di stendersi accanto a lui raccogliendo il suo calore e una stretta decisa sul suo fianco.
“Non sembrava. A che conclusione sei arrivata?” come suo solito, Claudio non demorde. Scava diligentemente in modo tale da completare la sua missione e raggiungere il suo obiettivo seppur mantenga dei toni pacati e rispetti i tempi di Elisabetta.
Quindi ci pensa, in una corsa contro il tempo scava anche lei per una risposta ragionevole che sembra non volersi mostrare. Poi l'illuminazione
“Voglio lasciare il mio lavoro.” al solo pronunciare quelle parole riesce a sentire un peso sollevarsi dal petto, sintomo di quanto stesse covando inconsapevolmente quella considerazione oltre ad aver scavalcato il reale argomento.
Riesce a capire che Claudio è interdetto dal suo silenzio prolungato per lui inusuale, forse per la rivelazione shock o forse perché si aspettava anche da parte sua un discorso a cuore aperto.
“Ne sei sicura?” è tutto quello che è in grado di rispondere.
“Onestamente? Non m'importa di perdere quel lavoro.” risponde con voce bassa cercando di soffocare uno sbadiglio.
“Se ti rende felice allora sono dalla tua parte.” dice infine donandole un'ultima carezza prima di proporle di andare definitivamente a letto.

Claudio si sistema sul divano dopo averle dato la buonanotte e nonostante stia soffrendo la sua mancanza accanto a lui un peso dal petto sembra essersi sollevato.
Riesce ad essere più positivo e fiducioso di poter vedere finalmente un cambiamento nella ragazza, una crescita, e non vede l'ora di godere dei risultati.
Dall'altra parte della parete Elisabetta ha emozioni contrastanti dentro di sé, incapace di capire se la scelta fatta sia stata quella giusta.





Di ritorno dalla luna: eccomi.
La difficoltà di aggiornare con costanza non si attenuerà mai, mi sembra chiaro. Però diciamo che cerco di impegnrmi a a portare a termine questa storia che mi sta facendo penare parecchio.
Non c'è molto da chiarire perché mi sembra tutto abbastanza nitido, ma ci tengo a precisare una cosa: Elisabetta è una persona che non sa cosa vuole, o meglio, non vuole ammettere di aver trovato una "soluzione" alla sua fonte infinita di tristezza e solitudine. E nonostante non approvi in nessun modo nessuno dei suoi comportamenti vorrei che fosse chiaro il motivo per cui lei si sia tirata indietro dalla sua decisione iniziale. Claudio è fin troppo paziente (forse non esiste questo livello di pazienza al mondo) e lei non pensa di meritare tutto ciò, soprattutto dopo che sua madre stessa l'ha definita una persona che "prosciuga" l'energie di chi le sta accanto.
Liberissimi di essere contrari, anzi mi farebbe piacere proprio avere le vostre opinioni in merito per avere un ampio spettro.
Comunque, smetto di blaterare e nel caso aspettiate l'aggiornamento cercherò di farlo il prima possibile! 
(Grazie per le visite silenziose)

   
 
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