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Autore: Teo5Astor    30/06/2021    13 recensioni
Quanto può essere labile il confine che separa sogno e realtà, sanità mentale e pazzia, amore e odio?
Quanto può far male il non riuscire a trovare il proprio posto nel mondo? Quanto può renderci fragili e allo stesso tempo forti il rincorrere un amore che sembra impossibile?
E quanto può essere forte il bisogno di evadere? La necessità di sentirsi davvero liberi, per una volta? Di fregarsene di tutto?
Quante domande ci poniamo? Quanti dubbi ci bloccano?
Lazuli Eighteen cercherà le sue risposte, ritrovandosi catapultata in un mondo incantato dove ogni cosa sembra essere possibile e dove tutto appare assurdo e allo stesso tempo perfetto.
Un viaggio nel Paese delle Meraviglie, in mezzo a personaggi straordinari, ma, soprattutto, un viaggio dentro sé stessa.
Alla ricerca di sé stessa.
Un viaggio nell'amore e nell'amicizia, nelle gioie e nei dolori che la vita ci mette davanti.
Una sfida ai sentimenti e alle paure.
Con un ragazzo un po' matto con un cappello calcato sulla testa pronto ad aiutarla, a indicarle la via e a regalarle quel sorriso di cui tutti, in fondo, avremmo bisogno nei momenti difficili.
Benvenuti a "Lazuli in Wonderland", rivisitazione libera di "Alice in Wonderland"
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Bulma, Goku, Radish, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku
Note: AU, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Lazuli-Alice-Rad

 
 
1 - Nella tana della coniglietta
 
 
"Lazuli! Lazuli! Mi sta bene allora?! Eh, mi sta bene?! Non riesco a crederci che Goku mi abbia fatto davvero la proposta!"
Lazuli alzò un sopracciglio, mentre guardava l'anello di fidanzamento che Chichi le stava mostrando per l'ennesima volta in quel pomeriggio di shopping in cui si era pentita di averla accompagnata.
Voleva bene a Chichi, era una delle poche persone che poteva considerare amiche, ma, quando ci si metteva, sapeva essere piuttosto pesante. E assillante.
"Ti sta benissimo. Sono felice per voi" accennò un sorriso, evitando di dirle che aveva fuori dagli occhi quell'anello che in realtà aveva scelto lei stessa la settimana prima in collegamento telefonico con quell'incapace di Goku, che non era in grado nemmeno di scaldarsi il latte al mattino senza bruciarlo, figuriamoci scegliere un anello adatto a una proposta di matrimonio.
Anche se, più che Goku, era stato in realtà Radish a tempestarla di chiamate e messaggi per tutto il pomeriggio. Si era offerto, da bravo fratello maggiore, di accompagnarlo e aiutarlo nella scelta, ma, com'era prevedibile, benché fosse decisamente più intelligente di lui, era andato nel panico e così l'aveva tartassata fino allo sfinimento finché lei non aveva decretato quale fosse quello più adatto a Chichi.
Non avrebbe mai permesso a nessuno se non a Radish di importunarla così a lungo per una cosa che in fondo non doveva neanche essere un problema suo. E si chiedeva il perché di questo, mentre si sistemava una ciocca di capelli biondi dietro l'orecchio con la voce argentina di Chichi che continuava a parlare a mitraglietta come sfondo delle sue riflessioni.
"... e poi mi piacerebbe chiamare Gohan il nostro primo figlio!"
Lazuli rischiò di ingozzarsi quando captò le ultime parole della sua amica.
"Sei incinta?!" le chiese, dimostrando una partecipazione che di solito non le apparteneva.
"Ma no! Intendevo che ci piacerebbe chiamare così il nostro bambino quando ne avremo uno!" spiegò Chichi con aria sognante. "Io vorrei che diventasse uno studioso, anche se so già che Goku vorrà insegnargli a tutti i costi a combattere!"
"Forse stai correndo un po' troppo... ci penserai quando sarà il momento" propose Lazuli, riprendendo a gustarsi il suo gelato al fiordilatte.
"Hai ragione, sei sempre saggia e razionale tu, per questo mi piaci così tanto" le sorrise Chichi, mettendola a disagio con quei complimenti.
Sapeva di essere razionale, e anche di avere una mente matematica, altrimenti non sarebbe mai riuscita a laurearsi in ingegneria tre anni prima. Però non si reputava affatto saggia. Probabilmente, se lo fosse stata davvero, sarebbe stata anche felice di quella che era la sua vita. Ma le mancava qualcosa, o meglio qualcuno che riuscisse a vedere le cose da un punto di vista diverso dal suo. Che sapesse spingersi un passo più in là. Che avesse quella fantasia, quella leggerezza che lei non riusciva ad avere. E una buona dose di sana follia, un qualcosa che dentro di sé bramava per sentirsi libera.
"Sai, il nome per ora è un segreto, l'ho detto solo a te e a Radish!" continuò Chichi, e sentire quel nome fu per Lazuli qualcosa a metà tra una coltellata e una piacevole sensazione che le faceva battere il cuore più forte.
Già, che cos'erano lei e Radish?
In molti pensavano che stessero insieme, ma in realtà tra loro non c'era mai stato nulla al di là di una forte amicizia che durava dalla prima liceo, quando si erano ritrovati in classe insieme e lui aveva legato subito con suo fratello gemello Lapis, oltre che con Vegeta, uno che invece lei sopportava appena e che le toccava ancora dover frequentare anche ora che aveva ventisette anni.
Sì, perché i rapporti umani non erano esattamente il suo forte, e, in più, col passare del tempo, la sua fiducia nel genere umano era andata via via scemando, si era squagliata un po' come stava succedendo al cono gelato che si stava sciogliendo sulla mano di Chichi, visto che non faceva altro che parlare.
"Ti conviene mangiarlo..." buttò lì Lazuli, indicando all'amica il suo gelato alla fragola e distogliendo lo sguardo da lei, accavallando poi le gambe e sistemandosi meglio sulla panchina del parco sulla quale si erano sedute dopo la loro sessione di shopping in quel rovente pomeriggio di inizio luglio.
Si sentì addosso gli sguardi di un paio di ragazzi che la stavano fissando con insistenza, complice un fisico che rasentava la perfezione fasciato in una semplice canotta aderente bianca e in un paio di shorts di jeans, e forse grazie anche a quell'aria annoiata che la rendeva inconsapevolmente più sensuale. Si limitò a fare quello che faceva sempre in questi casi, cioè regalargli un'occhiata omicida e fargli capire attraverso i suoi gelidi occhi di ghiaccio l'aria che tirava, mettendoli in fuga.
"È pieno di maniaci, mi verrebbe voglia di prenderli a botte!" le diede manforte Chichi, ringhiando a voce alta apposta per farsi sentire da quei due ragazzi e frantumandosi nella mano ciò che restava del suo cono per la rabbia che stava provando.
Li guardò male mentre aumentavano il passo con la coda tra le gambe e sparivano dalla loro vista, mentre Lazuli soffocava a stento una risata e le passava un fazzoletto.
"So difendermi da sola, ci sono abituata" le sorrise.
"Tu forse non te ne rendi conto, ma sei davvero bella..." le sorrise a sua volta Chichi, facendo ondeggiare la sua coda di cavallo nera. "Potresti avere ai tuoi piedi chiunque, se solo lo volessi".
"Beh, a me non interessa nessuno" tagliò corto Lazuli, delusa da qualche esperienza andata male di troppo che l'aveva indurita ancora di più nel carattere.
Non era mai stata estroversa e nemmeno più di tanto gentile, almeno a prima vista. Solo in pochi potevano dire di conoscerla sul serio. E di capirla davvero.
Anzi, sentiva che nessuno era mai stato in grado di capirla fino in fondo. Forse solo una persona ci era riuscita, o avrebbe potuto riuscirci. O semplicemente era lei ad essere un'illusa.
Non era affatto brava a capire i propri sentimenti, figurarsi quelli degli altri.
Ai tempi della scuola la gente la chiamava "Regina di Ghiaccio" perché la reputava fredda e altezzosa. Quasi tutti la consideravano una stronza, una che pensava di "avercela d'oro". Si era attirata addosso l'invidia e l'acidità di molte ragazze per la sua bellezza, nonostante non le piacesse ostentarla. E anche la rabbia e la frustrazione di tutti quei ragazzi che aveva respinto e che la bramavano come fosse un trofeo da sfoggiare. Le cose non erano cambiate più di tanto all'università e poi al lavoro, anzi, se possibile erano peggiorate perché si era ritrovata sola, aveva perso i suoi pochi amici e riferimenti che aveva avuto alle superiori. A partire da Radish, che, con un modo di fare tutto suo, si era sempre posto come uno sorta di schermo tra lei e il mondo che la circondava. Ogni volta che si sentiva persa, lui sbucava fuori dal nulla e le tendeva una mano. Ogni volta che si sentiva triste lui se ne usciva con una delle sue idiozie e la faceva ridere. Ogni volta che qualcuno parlava male di lei, lui trovava il modo di farle da scudo e rispondere per le rime. Ogni volta che si sentiva sola, lui c'era.
"Sai, quando ci siamo conosciute ai tempi del liceo, un po' ero gelosa di te..." ridacchiò Chichi. "Perché Goku ti conosceva già e... beh, pensavo di non poter competere con te...".
"Conoscevo già Goku solo perché ero in classe con Radish. E comunque lui ha sempre e solo avuto occhi per te, te lo posso assicurare. Anche perché non è capace di mentire e quindi te ne saresti accorta da sola" spiegò Lazuli, omettendo di dirle che non avrebbe mai fatto strani pensieri su quel ragazzo gioviale con quegli strani capelli neri a forma di palma neanche se fosse stato l'ultimo uomo sulla Terra. Per non parlare del fatto che le sembrava talmente stupido che si era domandata più volte se Chichi avesse dovuto insegnargli anche dove infilarlo durante la loro prima volta.
"Poi tu eri già in terza quando io ero in prima, mi sembravi inarrivabile..." sospirò Chichi, memore del loro primo incontro da liceali. "Anche Bulma mi sembrava incredibile rispetto a me e si vedeva che era in confidenza con Goku, ma mi aveva spiegato subito che le piaceva quello zuccone di Vegeta!" aggiunse ridacchiando.
"Peccato che non sia potuta venire anche lei oggi! Aveva una conferenza alle Capsule Corporation..." continuò Chichi, pensando alla loro amica dai capelli turchini, una geniale scienziata che lavorava nell'azienda di famiglia, la Capsule Corporation.
"Già, peccato..." si limitò a dire Lazuli.
Quei ricordi di tutti loro ai tempi del liceo le provocavano sentimenti contrastanti. Un misto di nostalgia e di ricordi di momenti divertenti, ma anche la sensazione che forse aveva sprecato tanto tempo, ma non sapeva neanche bene perché.
Era forse invidiosa di Chichi e Goku che si erano messi insieme praticamente subito e lo erano ancora? O forse di Bulma che, seppur dovendo aspettare il primo anno di università, era riuscita finalmente a far capire a Vegeta quello che provava per lui? Quel testone arrogante dai capelli neri a forma di fiamma aveva dovuto rischiare di perderla per rendersi conto di quanto tenesse a lei. Però, alla fine ci era arrivato.
"Chissà se Vegeta è andato davvero a sentire la sua conferenza come le aveva promesso!" proseguì Chichi. "Quello pensa solo ad allenarsi, purtroppo è fatto della stessa pasta di Goku, anche se dice di non sopportarlo!"
"Però stanno facendo entrambi una buona carriera nella boxe, un giorno potrebbero anche farcela a diventare dei campioni..." commentò Lazuli.
"Dovrebbero prendere esempio da tuo fratello e da Radish, loro giocano e calcio ma non sono dei fanatici... e hanno anche un lavoro" sospirò Chichi, e Lazuli comprese le sue preoccupazioni e provò a porvi rimedio.
"Per Goku la boxe è un lavoro a tutti gli effetti, non solo la sua passione... sono sicura che guadagnerà abbastanza soldi per quella che sarà la vostra famiglia" si sforzò di sorriderle.
Non era molto brava a rincuorare gli altri, ma ce la metteva tutta con le poche persone a cui teneva.
Gli occhi di Chichi si illuminarono, prima di diventare lucidi.
"Sei così dolce, Lazuli!" esclamò, abbracciandola e cogliendola alla sprovvista.
La bionda si irrigidì e rimase immobile, arrossendo.
"N-no... io..." farfugliò, a disagio.
"Non sei fredda come vuoi apparire! E neanche la famosa Regina di Ghiaccio di cui parlavano tutti! Sei una ragazza davvero sensibile, lo sai? Lo dice sempre anche Radish!" la interruppe Chichi.
"Radish?" ripeté Lazuli, stupita.
Lui la reputava sensibile? Allora forse non si era illusa che qualcuno potesse capirla per quello che era... e che quel qualcuno fosse proprio lui.
"Sì, Rad" le sorrise Chichi con aria furba, cercando di scrutare una qualunque reazione nei suoi impenetrabili occhi di ghiaccio.
Lazuli distolse con stizza lo sguardo e fissò un punto indistinto davanti a sé, senza rendersi conto che stava stringendo i pugni. Faticava ad ammettere a sé stessa che le dava tremendamente fastidio quando una ragazza si rivolgeva a Radish chiamandolo con quel diminutivo, 'Rad'. E succedeva anche quando lo chiamavano così Chichi, Bulma e persino Lunch, la ragazza di suo fratello e collega di Radish nel suo lavoro di cameriere al "Wonderland", un bar vicino alla Capsule Corporation gestito da Muten, un vecchio mezzo pervertito che era stato anche il primo maestro di boxe di Goku. Per non parlare di quando erano altre ragazze che non conosceva e che ronzavano intorno a Radish a chiamarlo così o a fare le gatte morte con lui. Ultimamente c'era una certa Marion che continuava a stare addosso al suo amico e che era onnipresente al bar come cliente. Odiava quando Radish dava corda a quella mezza sciacquetta volgare e irritante, al suo fare lascivo e ai suoi vestitini striminziti che non sapeva portare con un briciolo di classe.
Era consapevole che molte ragazze gravitavano intorno a Radish, forse attratte dal suo fisico statuario, dalla sua altezza, dai suoi lunghi capelli neri legati in una coda e da quel fascino misto a simpatia che sapeva sprigionare ogni volta davanti a chiunque. Era un ragazzo affascinante e ricco di carisma. Una laurea triennale in Psicologia e una magistrale in Lettere, perché, se voleva, sapeva anche dimostrarsi intelligente. Ma non aveva le idee chiare su nulla, e così andava avanti col suo lavoro da cameriere come quando studiava. Diceva di avere un sogno, ma nessuno sapeva quale fosse. Anzi, una volta, a Lazuli, aveva specificato che i suoi sogni in realtà erano due, ma che non era pronto per confessargli quali fossero. Le era sembrato malinconico quel giorno. Erano soli, stavano guardando un film in tv, e a lei era venuto spontaneo intrecciare le dita intorno a quelle di lui.
"Ce la farai, un giorno" gli aveva detto, e lui le aveva sorriso, grato.
A lei batteva forte il cuore, si sentiva strana. E non riuscì a dire nient'altro. Persino uno come lui, che non taceva mai un secondo di solito, sembrava aver perso le parole.  Guardarono tutto il film in silenzio, mano nella mano, e Lazuli non si era mai sentita meglio. Fu il ritorno a casa di Goku a dividerli istintivamente, e non parlarono mai più di quello che era successo quel giorno.
Le era sempre piaciuto, Radish, fin dalla prima volta che l'aveva visto. Ma non aveva mai capito cosa provasse lui per lei. Si erano sempre sfiorati, ma non si erano mai incontrati sul serio. Erano un po' come un cielo terso privo di nuvole e un prato pieno di fiori, così vicini da sfiorarsi, ma incapaci di toccarsi. Passavano molto tempo insieme, stavano bene tra loro, ma era come se mancasse sempre qualcosa ad entrambi. Erano l'acqua del mare e quella sabbia sulla spiaggia che non viene bagnata neanche quando c'è l'alta marea.
Erano sempre stati tanto vicini, ma allo stesso tempo troppo lontani.
Si erano persi senza essersi mai trovati.
E Lazuli non sapeva nemmeno quello che provava per lui. Si sentiva male se lo immaginava con altre, provava gelosia se lo vedeva dar retta a ragazze che non fossero lei. E invidiava le sue amiche, anche se non glielo aveva mai detto. Chichi aveva libero accesso alla casa dei fratelli Son per via di Goku, spesso dormiva lì e forse era solo merito suo se quella casa aveva una parvenza decente. Ma non sopportava che dormisse sotto lo stesso tetto di Radish, a pochi metri da lui, e che lo conoscesse in aspetti della sua vita che a lei erano invece negati. Lunch lavorava con lui, e forse quel demente di suo fratello Lapis aveva fatto l'unica cosa buona della sua vita nel mettersi insieme a lei. L'aveva conosciuta dopo una delle partite della squadra di calcio dove giocava con Radish, e, in qualche modo, tra lui, così sbruffone e strafottente, e lei, così timida e dolce, era scattata subito la scintilla. Lapis faceva il ranger in un parco naturale appena fuori città, e quindi non avrebbe mai frequentato quel locale casualmente se non fosse stato per Radish, a differenza di Bulma, che invece ci andava spesso perché era proprio vicino alla sua casa e anche luogo di lavoro.
Lazuli invece faceva l'impiegata dall'altra parte della città in un'azienda automobilistica, un posto di lavoro che aveva imparato ad odiare e che manteneva solo perché la pagavano bene. Non sopportava il suo capo e la quasi totalità dei suoi colleghi, per non parlare delle colleghe, dalle quali si teneva volentieri alla larga.
A volte si sentiva tagliata fuori da tutto e percepiva Radish ancora più lontano. Persino Chichi lavorava come segretaria nell'azienda dei genitori di Bulma, all'interno della quale si trovava anche la palestra dove si allenavano Goku e Vegeta.
In più, ogni volta che le capitava di andare al "Wonderland", non poteva fare a meno di arrabbiarsi per la presenza di Marion e di altre oche che ronzavano intorno a Radish. Ultimamente si domandava spesso se il suo amico si fosse già portato a letto quella sgualdrina dai capelli azzurri e dal cervello microscopico. Una notte, per la rabbia, era arrivata addirittura a dare un pugno al muro così forte da farsi sanguinare le nocche.
Non si riconosceva più... amava Radish e allo stesso tempo lo odiava, perché non lo capiva. Era sempre carino con lei, era il suo punto di riferimento, la sua roccia. Perché allora con lei non si comportava come con le altre? Perché non le chiedeva di uscire? Perché non la prendeva e non la baciava? E perché, soprattutto, lei non era capace di fare lo stesso con lui? Perché non riusciva a dirgli quello che provava da una vita? Perché si sentiva stupida e anche debole quando pensava a lui? Odiava sentirsi così...
"Già... Rad..." sussurrò Lazuli, portando istintivamente la mano alla collanina d'argento che portava al collo.
Quella collana aveva due pendenti: uno rappresentava una piccola bottiglia azzurra col tappo di sughero e un'etichetta bianca con scritto sopra "Drink me", mentre l'altro era un biscotto a forma di stella, sul quale, con la glassa rosa, c'era scritto "Eat me".
Radish gliel'aveva regalata insieme a degli orecchini uguali ai pendenti quattro mesi prima, quando lei aveva compiuto gli anni. E per lei era stato il regalo più prezioso.
Si sistemò di nuovo una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e questa volta cercò il contatto con uno dei suoi orecchini.
"Tu e Radish dovreste mettervi insieme!" esclamò a bruciapelo Chichi, facendola arrossire istantaneamente.
"L-lo dici solo... solo perché ormai nella nostra compagnia siamo tre coppie, più io e lui..." sbuffò Lazuli, cercando di darsi il suo consueto tono.
"Lo dico perché siete bellissimi insieme, e lo penso da quando vi conosco... cioè, io all'inizio ero convinta che voi foste una coppia!" sorrise ancora Chichi, incalzante. "E guarda che anche Bulma e Lunch la pensano come me, e persino quei tre cretini dei nostri ragazzi!"
"È... complicato..." si limitò a commentare Lazuli, giocherellando nervosamente con le mani e sforzandosi di guardare altrove e di cercare qualcosa che le permettesse di cambiare argomento o di andarsene da lì.
Odiava parlare di sé stessa e dei suoi sentimenti.
"Ma ci pensi, Lazuli?! Io e te diventeremmo parenti se tu e Radish un giorno vi sposerete!" proclamò Chichi, carica di entusiasmo, facendola arrossire di nuovo.
Come sempre correva troppo con la fantasia, e così Lazuli si voltò a sinistra, alla ricerca disperata di qualcosa che le permettesse di tirarsi fuori da quella situazione.
Tuttavia, quello che vide, la lasciò talmente di stucco che dovette sgranare gli occhi per essere sicura di aver visto bene.
"Ma... quella è Bulma?!" domandò, indicando a Chichi una ragazza dai lunghi capelli turchini che correva nel prato verso il laghetto artificiale che si trovava al di là di un gruppo di alberi a una trentina di metri da loro.
"Dove?! Bulma?!" chiese a sua volta la mora. "Non la vedo...".
"È lì, guardala! È lei!" alzò il tono della voce Lazuli, che non aveva più dubbi. "Perché è conciata così?!"
Bulma indossava un body bianco con tanto di pom pom all'altezza del sedere, delle calze a rete bianche, scarpe col tacco bianche e un cerchietto anch'esso bianco dal quale spuntavano due lunghe orecchie da coniglia.
"Io non la vedo... sei sicura di stare bene?" domandò Chichi, preoccupata.
"Perché corre verso il lago vestita da coniglietta?! E perché nessuno sembra notarla?!" chiese a sua volta allarmata Lazuli, alzandosi in piedi, notando che anche la gente intorno a loro non si era resa conto di quella presenza così insolita. "Aspettami qui, vado da lei!" aggiunse, cominciando a correre verso il laghetto.
"Ehi, aspetta! Sono piena di borse!" provò a lamentarsi Chichi, circondata dai frutti del loro shopping, senza che l'amica le desse ascolto.
Lazuli, che indossava delle sneakers basse bianche e che si teneva sempre in allenamento, in pochi secondi riuscì ad avvicinarsi a Bulma abbastanza da notare che in una mano stringeva un orologio a cipolla dorato, e nell'altra uno strano aggeggio metallico rotondo sul quale c'era un display che lampeggiava e indicava qualcosa. Sembrava un radar, o qualcosa di simile.
"Bulma!" la chiamò Lazuli.
La sua amica si voltò e sgranò i suoi grandi occhi azzurri, come se non l'avesse riconosciuta.
"È tardi, è tardi ormai, siamo tutti in mezzo ai guai!" gridò, senza smettere di correre verso il laghetto.
"Eh?!" sbottò Lazuli, interdetta.
"Devo trovare le Sfere del Drago prima che sia troppo tardi! Tutte e sette!" urlò in tutta risposta Bulma. "Dobbiamo salvare il nostro mondo, presto!"
"Ma cosa stai dicendo?!" le gridò a sua volta Lazuli, che cominciava a irritarsi.
"Il nostro mondo è in pericolo! E abbiamo bisogno di te!" rispose, fermandosi all'improvviso davanti a una buca apparsa improvvisamente a pochi metri di distanza dalla riva del laghetto e guardandola dritta negli occhi.
"Di me?!" chiese Lazuli, stupita.
"Sì, di te, Lazuli Eighteen" scandì Bulma, decisa. "L'ha detto Rad" aggiunse, prima di gettarsi nella buca e sparire dalla sua vista.
"Bulma!" urlò Lazuli, raggiungendo il bordo di quello che sembrava essere a tutti gli effetti un precipizio oscuro di cui non si vedeva la fine.
"L'ha detto Rad..." ripeté tra sé.
Diede un'ultima occhiata a quella specie di tunnel e fece un respiro profondo.
Non sapeva perché, ma sentiva che doveva andare.
Respirò ancora una volta profondamente, come se stesse cercando la concentrazione.
Dopodiché, chiuse gli occhi e si tuffò nel vuoto.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note: benvenuti in questa nuova avventura e grazie per aver avuto fiducia in questo primo capitolo, spero che l'introduzione vi sia piaciuta e che da settimana prossima vorrete continuare a seguire Lazuli nel suo viaggio verso il Paese della Meraviglie e dentro sé stessa.
I personaggi principali della storia sono stati citati, ma vi avviso subito che ce ne saranno anche molti altri, a partire dall'odiato "capo" di Lazuli di cui per ora non abbiamo indizi. Avete idee sulla sua identità?
 
Chi mi segue da un po' saprà che questo è il mio terzo remake di una fiaba classica, dopo "Beauty and the Beast" e "Le Sette (sfere) e una notte", dove mi ero basato principalmente sui Classici Disney de La Bella e la Bestia e di Aladdin, attingendo anche ai film live action, oltre che in gran parte alla mia fantasia. Stavolta, però, ho deciso di puntare tutto sul libro di Lewis Carrol e sulla mia immaginazione per creare questa rivisitazione di Alice nel Paese delle Meraviglie targata C18. Non aspettatevi molti riferimenti al cartone Disney o al film live action stavolta, ho deciso di usare un approccio diverso e spero vi piacerà, verranno citati anche i capitoli meno conosciuti del libro. Ho voluto tuttavia far sì che Bulma, la Bianconiglia, usasse in questa introduzione una delle battute più celebri del Bianconiglio Disney.
Ve la aspettavate Bulma in questo ruolo? So che chi ha letto "Remember me" ormai si era abituato a Lazuli vestita da coniglietta, ma stavolta ho voluto omaggiare uno dei look più iconici di Bulma della parte iniziale di Dragon Ball.
 
Passando alla protagonista, ho scelto Lazuli come Alice e non ho mai avuto dubbi a riguardo, nonostante abbiano personalità molto diverse. Cioè, questa storia poteva esistere solo se fosse stata Lazuli la protagonista, non so come spiegarlo. Alice è una bambina curiosa e allo stesso tempo piena di dubbi, si scoraggia, piange, fa gaffes una dopo l'altra, ma continua ad andare avanti e non demorde fino alla fine del suo viaggio, è determinata e si fa forza. Lazuli Eighteen ha 27 anni in questa storia, non 7 come Alice Liddel, e ha una personalità più forte, un carattere schivo, ma anche una sensibilità nascosta dietro alla corazza con la quale ha imparato a difendersi dal mondo. Anche lei ha i suoi dubbi, le sue paure, le sue speranze, i suoi sogni. Spero di aver creato una Lazuli credibile sia come Alice che come C18, questa era una sfida che mi affascinava e stimolava tantissimo perché amo questi due personaggi. Alice nel libro pensa molto, forse troppo, si pone tante domande, si tira paranoie, ha dubbi su molte cose, e ho cercato di dare questa caratteristica anche alla mia Lazuli.
 
Come avrete capito anche dal bellissimo disegno realizzato da Misatona, che ringrazio tantissimo, Radish avrà un ruolo chiave in questa storia, sebbene ci vorrà tempo per vederlo direttamente in scena. Avrete anche dedotto il suo ruolo, cosa ne pensate?
Per chi non mi conosce e non mi ha mai letto, preciso che in questi anni di EFP ho imparato a utilizzare una mia versione di Radish, detto Rad, un ragazzone esuberante, divertente, spesso eccessivo, ma dal cuore grande, sempre pronto ad aiutare gli altri e con un debole per Lazuli. Se volete conoscerlo meglio non posso che invitarvi a leggere soprattutto "Remember me", che è la storia a cui sono più affezionato e allo stesso tempo grato per tutte le belle sensazioni che mi ha dato e continua a darmi, anche grazie a voi e al vostro continuo sostegno.
La mia versione di Radish è un po' come io me lo immagino se avesse potuto avere una seconda possibilità in Dragon Ball, un po' come ce l'hanno avuta ex "cattivi" come Vegeta, soprattutto, ma anche Junior e i Cyborg, che poi si sono riscattati alla grande.
 
Gli orecchini che indossa Lazuli li ho presi in prestito da una splendida rivisitazione a fumetti scritta e disegnata dalla bravissima fumettista Elena Mirulla, che ringrazio, e dalla quale ho preso in prestito un'altra idea che vedremo in futuro, magari attraverso un suo sketch.
Settimana prossima posterò col capitolo anche un magnifico disegno di Lazuli col look di Alice con questi orecchini e la collana realizzato da Sweetlove, che ringrazio tantissimo!
Se volete mandarmi altre immagini per questa storia fate pure, ne sarei onorato! Di Lazuli o di altri personaggi, vedete voi! Io vi ringrazio in anticipo. 
 
Un grazie gigante a chi mi lascerà il suo parere, per me fondamentale, a chi ha inserito la storia nelle liste e a chi vorrà continuare a seguirmi! Ringrazio anche chi preferisce leggere in silenzio, spero che possa strapparvi qualche risata e qualche emozione questa long, magari anche qualche lacrima, chissà.
 
Ho scritto note lunghissime, quindi non mi resta che darvi appuntamento a mercoledì prossimo col nuovo capitolo dal titolo "Drink me/Eat me". Riuscirà Lazuli a trovare Bulma la Bianconiglia? Cosa sta succedendo? E perché Bulma ha chiamato in causa Radish?
 
Grazie ancora, a mercoledì!
 
Teo
 
   
 
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