Videogiochi > Twisted Wonderland
Segui la storia  |       
Autore: Stella Dark Star    30/06/2021    2 recensioni
Di punto in bianco Vil e Leona vengono incaricati dal preside Crowley di prendersi cura di un ragazzino ospite al Night Raven College. Il piccolo si chiama Rey, ha tredici anni ed è un incrocio tra un umano e un leone e....questo è tutto ciò che possono sapere, visto che per vari motivi non può rivelare il suo cognome o il suo Paese di provenienza! Eppure in lui c'è qualcosa di familiare, soprattutto nel suo aspetto. Inoltre sembra trovarsi a suo agio nonostante la situazione insolita e ha grande confidenza con chiunque, come se li conoscesse da sempre. Fare i babysitter si rivela più facile del previsto, però ci sono troppe cose che non quadrano. Chi è quel ragazzino? Da dove viene? E soprattutto da...QUANDO?
Genere: Introspettivo, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Cater Diamond, Epel Felmier, Leona Kingscholar, Ruggie Bucchi, Vil Schoenheit
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Mpreg
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Meravigliosi guai al Night Raven College'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Epilogo
Cater&Rey
 
Aveva scorto la residenza dei Principi già da qualche miglio di distanza, poi avvicinandosi man mano col nuovo fuoristrada su quelle strade selvagge, era quasi rimasto a bocca aperta nel vedere ciò a cui stava andando incontro. Chiamarla residenza era piuttosto limitativo, quella dimora rispecchiava appieno l’ego dei suoi proprietari. Non per dire, ma aveva visto castelli molto più sobri! E poteva dirlo a pieno diritto, dopo aver visitato l’intero globo! Era anche un’abitazione fuori posto, nel senso che, pur trovandosi nella Savanna, nel corso degli anni era stata modificata radicalmente fino ad assumere un aspetto rigorosamente nordico. Grande, imponente, severa, fissandola metteva quasi i brividi. Vil non si era risparmiato! E Leona gliele aveva date tutte vinte… Anche gli enormi cancelli avevano il loro che. Erano sorvegliati da quattro guardie armate, uomini bestia dalle sembianze di rottweiler. Incroci con scoiattolini o dolci criceti no eh? Aveva sentito che quasi tutte le guardie della residenza erano state scelte da Jack in persona. Se voleva tenere alla larga qualunque essere vivente, ci stava riuscendo bene! Rallentò in prossimità del cancello, fino a fermarsi accanto ad una cabina di controllo. Grazie al cielo fu accolto da un uomo iena dall’espressione gioviale!
“Favorisca dei documenti, prego.”
Li prese dal cruscotto e li porse all’uomo. Questo, dopo aver letto, alzò lo sguardo su di lui come per verificare qualcosa. Pensò bene di sollevare gli occhiali da sole sulla testa, per facilitargli le cose.
“E’ davvero lei! Sono onorato di incontrarla! La seguo sempre su Magicam!”
Yep! Era sempre piacevole sentirsi amati e ammirati, indipendentemente dalle persone e dal luogo.
“Mi perdoni, ha con sé l’autorizzazione?”
Certo che sì! Quella l’aveva tenuta bella distesa sul sedile accanto, un prezioso passeggero che gli aveva tenuto compagnia dall’alba, quando aveva attraversato per la primissima volta il confine di quel regno. Gliela porse e l’uomo terminò di fare i dovuti controlli.
Mentre gli restituiva tutto, gli diede alcune necessarie spiegazioni. “Prego, ora può passare. Una volta entrato dai cancelli prenda la destra, poco più avanti l’accoglierà un parcheggiatore che si prenderà cura della sua vettura e avviserà dei valletti per trasportare i suoi bagagli.”
Lo ringraziò ed abbassò gli occhiali. Il sole di quel Paese era troppo forte per i suoi occhi, chissà se si sarebbe mai abituato. Inserì la marcia, mentre i cancelli venivano aperti con un comando elettronico, ma ecco che l’uomo attirò la sua attenzione con una domanda.
“Ehm, perdoni la mia impertinenza. Se posso chiedere… Signor Diamond, che cosa ha fatto per far arrabbiare i Principi a tal punto da bandirla dal regno per ben diciannove anni?”
Cater esibì un sorriso divertito e rispose sinceramente. “Ho osato allungare le mani sul loro tesoro più caro e non l’hanno presa affatto bene!”
“Deve essere stato qualcosa di veramente prezioso per farli reagire così!”
“Di inestimabile valore!”
L’uomo gli fece un cenno col capo in segno di saluto e Cater partì. Come detto, un uomo si occupò di parcheggiargli il fuoristrada in un posto a lui riservato e in breve arrivarono anche altri uomini a recuperare le sue valigie. Assieme a loro giunse anche una donna, una signora avanti con gli anni, dal sorriso buono, bassa statura e le sembianze di un topolino di campagna.
“Ben arrivato, signor Diamond. La prego di seguirmi.”
Non se lo fece ripetere. Entrando all’ingresso della struttura, si ritrovò letteralmente circondato da marmi di ogni tipo ed ogni colore! Ovunque posasse lo sguardo c’erano marmi, marmi e marmi ovunque! E poi sculture, dipinti, tende in stoffa pregiata, perfino una fontana a parete! Prima lo aveva pensato per scherzo ma…accidenti, Vil davvero non si era risparmiato! Ed era solo all’ingresso! Che manifestazione di potere e ricchezza avrebbe visto una volta visitata tutta la residenza? Occhiali stretti nella mano e bocca aperta, quasi faticava a star dietro alla donnina, tanto era preso da ogni cosa che lo circondava. Salirono uno scalone e imboccarono un corridoio privo di finestre ma ricoperto di specchi, dove delle lanterne magiche illuminavano creando effetti di luce che variavano dall’azzurro al dorato. Ad una biforcazione presero la sinistra e si fermarono di fronte ad enormi porte con su dipinta un’oasi.
La donna topolina afferrò una maniglia in ottone grande quanto la sua mano ed aprì una delle porte. Cater la seguì senza battere ciglio. Oltre quelle porte c’era un’anticamera che si affacciava ad altre porte.
“Quella di sinistra è la camera da letto del principino, quella al centro è il bagno, mentre questa sulla destra…” Aprì la porta in questione e lo invitò ad entrare con un cenno della mano. “Questo è il salotto privato del principino. Ho ricevuto istruzioni di condurla qui. Lui la raggiungerà  a breve.”
“Eeeeehm…..grazie…?” Gli girava la testa, sperò che almeno il corpo fosse fermo.
La donnina se ne accorse e lasciò una dolce risatina. “Capisco come si sente! Ma vedrà che si abituerà presto! Da quello che il principino mi ha raccontato, immagino che lei sarà ospite qui molto a lungo!”
“Oh  a tal proposito. Le mie valigie…?”
“I valletti le avranno già portate alla stanza che le è stata assegnata.”
“Stanza?”
“Sì, la sua stanza! Si trova nell’ala opposta della residenza! La principessa Vil l’ha fatta preparare appositamente per lei!”
Eh certo…figurarsi se gli avrebbe permesso di dormire assieme a… Sospirò, sulle labbra un sorriso a metà tra il divertito e il rassegnato. “Ho capito, la ringrazio.”
La donna fece un cortese inchino e lo lasciò solo.
Quel salotto era diverso dal resto. Era, come dire, meno megalomane. Le pareti color lilla erano in armonia coi due sofa verde smeraldo, mentre le lunghe tende che coprivano due finestre aperte erano di un bel bianco candido. Su alcuni mobiletti erano vasi colmi di fiori di tutti i tipi, ma la vera bellezza erano le foto incorniciate distribuite sulle pareti con armonia. Quelle foto erano come un diario della vita del suo amore. Da quando era un cucciolo fino all’età adulta. Con lui c’era quasi sempre qualcuno, tutte persone che conosceva bene anche lui, tranne quella simpatica iena di nome Sol che di fatto non aveva mai incontrato direttamente, ma di cui sapeva tutto comunque. E poi..be’, c’erano anche alcune foto delle sfilate a cui aveva partecipato come modello, oppure lui assieme a modelle con addosso le sue creazioni. Non c’era da aspettarsi qualcosa di diverso da un talento naturale in grado di disegnare abiti fin dalla tenera età! Aveva seguito ogni suo traguardo a distanza, non si era perso un evento, né una foto, né un’intervista. Ma tutto solo attraverso lo schermo. Il che significava…essersi perso tutto. Quell’indicibile sofferenza della separazione e quel devastante senso di vuoto che lo avevano accompagnato per diciannove lunghi anni, sarebbe riuscito a colmarli? Si stava lasciando scivolare nella malinconia quando delle voci fuori dalle porte lo richiamarono al presente.
“Davvero, zio Jack, non c’è bisogno che tu rimanga!”
“Preferirei di sì. Non ti disturberò, rimarrò qui in corridoio.”
“Ah ah! Capisco che sei la mia guardia del corpo, ma adesso non corro pericoli! C’è Cater con me!”
“Appunto… Non credo che i tuoi genitori approverebbero. Così all’improvviso.”
Alcuni istanti di silenzio.
“…magari evita di dirglielo! Ti prego, voglio stare da solo con lui per un po’!”
“…e va bene… Andrò a sentire il rapporto delle guardie. Cerca di non farmene pentire!”
“Waaah! Ti voglio bene, zio Jack!”
La conversazione finì, si udì il rumore di tacchi  a spillo sul pavimento. Cater sentì il cuore in gola. Pochi istanti e vide la maniglia della porta del salotto muoversi. Cater smise di respirare. La porta si aprì e…
Un’elegante scarpa chiusa in punta, color lavanda e dal tacco a spillo, la quale avvolgeva un delizioso piedino, la caviglia sottile s’intravedeva appena da sotto l’orlo di un tailleur del medesimo colore, dal taglio morbido che risaliva fino a fasciare un vitino delizioso e snello, appena sfiorato da una camiciola bianca senza maniche e con delle ruches sulle estremità e sul petto in una striscia decorativa che risaliva fino alla scollatura minima, il collo elegante come quello di un cigno, labbra rosee che incorniciavano un sorriso splendente, naso sbarazzino, occhi grandi e luminosi come diamanti al sole impreziositi ancor più dalle lunghe ciglia e dall’ombretto dorato, le orecchie feline con la punta arrotondata dal pelo scuro e una chioma color champagne lunga fino ai fianchi e con delle ciocche simili ad onde che ricadevano ai lati del viso.
“Cater!”
La voce si era mantenuta squillante e cristallina nonostante la crescita. Quello dinanzi a lui non era il ragazzino che gli aveva fatto perdere la testa tanti anni fa, bensì un giovane uomo al culmine della bellezza e in possesso di un androgino potente. Era come rivedere Vil ai tempi del coll-no. Nemmeno Vil aveva mai raggiunto un simile picco di bellezza. Ma soprattutto, Vil non aveva mai avuto occhi così colmi di gioia e un sorriso così sincero. Quelle caratteristiche appartenevano a…
“Rey… Sei bellissimo…” La voce gli uscì spezzata dall’emozione.
Accorgendosene, Rey ebbe un accenno di timidezza che gli fece abbassare lo sguardo. Richiuse la porta dietro di sé e fece un paio di passi verso di lui.
“Ehm…anche tu! Non sei cambiato molto dall’ultima volta che ci siamo visti!”
“Ah ah! Vorrei che fosse vero!” Scherzò Cater, lisciandosi all’indietro i capelli rossi e ondulati che aveva lasciato crescere un po’ oltre le spalle. Il suo viso era rimasto pressoché lo stesso, grazie anche all’utilizzo di svariate creme con cui si era curato una volta passati i trent’anni, mentre il suo fisico era diventato un po’ più robusto per via degli allenamenti che aveva imparato a fare quotidianamente per tenersi in forma. In poche parole, aveva fatto di tutto per mantenersi in buono stato in vista dell’incontro col suo amore…molto più giovane di lui!
“Ma che succede? Sembriamo due bambini il primo giorno di scuola materna! Non abbiamo motivo di essere così imbarazzati! In fondo siamo rimasti in contatto, no?”
“E’ vero…”
“Sono stato io a chiamarti!” Nel dirlo, Rey si mise in posa atteggiandosi a diva, strappando così un sorriso a Cater!
“Non potevo fare io la prima mossa! Sapevo che il tuo numero sarebbe stato attivo per il tuo tredicesimo compleanno, però non avevo idea di quale giorno saresti tornato dal viaggio nel tempo!”
“Uh uh! Ci ho pensato subito! Un paio di ore dopo il mio ritorno, stando attento a non farmi beccare, ti ho chiamato! Eri così emozionato che la voce quasi non ti usciva!”
“Questo perché non sentivo la tua voce da quattordici anni, tre mesi e ventuno giorni…” Il suo sguardo azzurro tremò. “E dopo, anche potendo contattarti, ho dovuto attendere altri quattro anni per poterti rivedere…”
Rey ebbe una morsa al cuore. Non era sua intenzione canzonarlo e farlo stare male, ma non se ne era reso conto mentre diceva quelle cose poco prima. Si morse un labbro e cercò di fare ammenda. “Scusa… Posso solo immaginare quanto sia stata dura per te attendere così tanto.”
Cater allungò una mano verso di lui. “Promettimi che d’ora in poi non ci separeremo nemmeno per un istante.”
Rey accennò un sorriso, mentre a sua volta allungava la mano. “Lo prometto!”
Le loro dita si sfiorarono lentamente, un tocco che entrambi avevano desiderato per lungo tempo.
“Non ho smesso un solo giorno di pensare a te in questi diciannove anni!” Disse Cater, con gran sentimento, prima di attirare il suo amore a sé e avvolgerlo in un abbraccio disperato. Le loro labbra si unirono in un bacio assetato, desiderosi di riscoprire il sapore l’uno dell’altro, di amalgamarsi dopo l’interminabile separazione che gli era stata imposta. Nessuno di loro poteva dire di essere stato infelice, poiché entrambi avevano vissuto una vita ricca di esperienze. Rey era cresciuto e si era fatto strada nel mondo della moda come sua madre, mentre Cater aveva visitato ogni dove del pianeta per arricchire il proprio bagaglio culturale e sentirsi degno di poter stare al fianco di un principe (il tutto registrato e poi pubblicato tramite vlog settimanali su Magicam!). Non che non avessero parlato di incontrarsi di nascosto, negli ultimi anni, ma oltre al fatto della stretta sorveglianza di Jack come guardia del corpo, il timore di sbagliare e rovinare tutto era così forte da indurli a pazientare senza fare colpi di testa. Resistere, ingoiare lacrime e accontentarsi di vedersi attraverso uno schermo fino al raggiungimento della maggiore età di Rey. E così, come dono, suo padre Leona aveva promesso di abolire il bando imposto a Cater. Una ricompensa più che legittima!
I baci si susseguivano senza tregua, senza respiro, colmi di passione in quel momento magico, fino a quando…
Se lo trovo con quelle zampacce addosso a nostro figlio, giuro che gli squarcio il ventre con le mie zanne e lo eviscero!”
Ahh Leona, non essere il solito selvaggio. Prima vorrei avvelenarlo e vederlo contorcersi dal dolore!”
UGH! Il bacio s’interruppe all’istante, i piccioncini riaprirono gli occhi e volsero gli sguardi intimoriti verso la porta fortunatamente ancora chiusa.
Quando Vil e Leona entrarono nel salotto, la prima cosa che fecero fu di aguzzare la vista per capire la situazione, ossia trovarono Rey seduto a gambe accavallate sul sofa più lontano e Cater su quello più vicino, completamente dalla parte opposta, messo in una posa bizzarra e con un sorriso beota in volto.
“Ehilà Vil! Sei uno splendore proprio come ti ricordavo!”
“Anche tu sei come ti ricordavo! Squallido da darmi la nausea.” Rispose lui, senza mezzi termini e sfoggiando la ben conosciuta espressione di disgusto, nel vedere quell’essere che continuava a ridacchiare come un idiota.
Leona fece un ghigno perfido. “Non vedo l’ora che tu rimanga solo nella tua stanza, così potrò fare come l’ultima volta!”
Con l’ultima volta si riferiva ovviamente a quando lo aveva pestato senza pietà! Il ricordo per lui era particolarmente piacevole, al contrario di Cater che invece impallidì e si strinse a riccio per proteggersi.
“Insomma, adesso basta!” Rey si alzò e andò incontro ai genitori con un adorabile broncio. “Mi avevate promesso di non trattarlo più così! Adesso ho diciotto anni! Può farmi tutto quello che vuole! Non è più illegale!”
Il che era vero, ma…con dei genitori iperprotettivi c’era poco da fare…
Vil allargò le braccia come a disegnare una barriera, un modo per interrompere il conflitto che si stava creando parola dopo parola. “D’accordo, ora calmiamoci.” Si ricompose, come si confà ad una principessa, e si rivolse al figlio con tono più caldo e tranquillo. “Rey, avremo tempo di parlare di voi e del vostro rapporto, per adesso mi basta che tu ti concentri su questa giornata. Oggi è il tuo compleanno e voglio che tu sia felice di festeggiare con la famiglia e con gli amici.”
Rey fece un cenno col capo. “Certo, mamma! Non dimentico che nonno Eric, lo zio Epel e la zia Neige sono venuti qui per me! Come anche la famiglia dello zio Ruggie! Sarò puntuale per il pranzo, non devi preoccuparti!” Si volse e diede una sbirciata al suo fidanzato ancora immobile dalla paura. “Farò vestire Cater a dovere e vi raggiungeremo!”
“Vedi di dargli una bella strigliata soprattutto per la cena, per favore. Ci saranno i tuoi nonni paterni e la famiglia di tuo zio Farena, non vorrei che questo idiota ci facesse sfigurare.” Il tono velenoso, ma subito dovette correggersi ad un’occhiataccia del figlio! “Nel pomeriggio dovresti trovare anche il tempo di cominciare a rispondere ai messaggi di auguri che ti sono stati inviati sai sovrani degli altri regni.”
“Farò tutto! Così domani potrò andare in gita con Cater!”
“Q-quale gita?” Saltò fuori Cater, allungando il collo e sgranando gli occhi.
Rey si illuminò come una lampadina e parve tornare il ragazzino di un tempo! “Voglio portarti nel mio posto preferito! Andremo con la moto!”
“Moto???”
“Sììì! E’ blu e rombante! Me l’hanno appena regalata gli zii Epel e Neige!”
Vil si portò una mano alla fronte, sospirando. “Immagino che dovrò abituarmi anche a quello… Spero non ci siano altre sorprese per oggi.” Lasciò perdere e si aggrappò al braccio di Leona che ancora stava guardando Cater in cagnesco. “Ci rivediamo più tardi, allora.”
“Va bene, mamma!” Rey ora stava gongolando un po’ troppo sfacciatamente. Va bene che non vedeva l’ora di stare solo con Cater, però accidenti un minimo di contegno non ce l’aveva proprio!
Cater salutò la coppia reale con la mano, non osando più aprire bocca, e appena questi furono usciti, si lasciò andare mezzo svenuto sul sofa!
“Mi odieranno per il resto della vita… Ho capito…”
“Ah ah! Vedrai che prima o poi cambieranno idea!” Minimizzò Rey, allegro come un fringuello, per poi balzare su di lui e accomodarsi sulle sue ginocchia. Gli portò le braccia al collo e attese che Cater gli cingesse i fianchi e abbandonasse ogni umore cupo. “Ora che sei qui, io sono felice Cater. Spero di riuscire a rendere felice anche te.”
“Lo sono già! Sarei un folle a rinunciare a te proprio ora!”
I loro sguardi colmi d’amore si persero l’uno nell’altro. Erano insieme, nient’altro aveva importanza.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Twisted Wonderland / Vai alla pagina dell'autore: Stella Dark Star