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Autore: _Misaki_    01/07/2021    4 recensioni
Tra i grattacieli della moderna Seoul si nasconde l'associazione segreta per cui lavorano Iris, May, Wendy e Lizzy, quattro agenti oberate di lavoro. Al rientro dall'ennesima missione viene subito assegnato loro un nuovo, urgente incarico: recuperare una micro SD che contiene preziose informazioni sulle attività estere di una nota organizzazione mafiosa. All'inizio sembra un gioco da ragazze, ma la situazione si complica quando il nemico, ex collaboratore della loro stessa agenzia, ordina ai propri sottoposti di ucciderle.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 DANGEROUS
 
- Cap. 30 -
  
 
 
 
 
   Era febbraio inoltrato. L stava osservando dalle vetrate del suo ufficio le strade gelide di Seoul. C’erano persone che passavano indaffarate, chiuse nei loro lunghi cappotti, e qualche ragazza temeraria che nonostante il freddo pungente e l’asfalto ghiacciato sfoggiava minigonna e tacchi alti. I rami degli alberi lungo il viale erano secchi e il cielo grigio sembrava un telo di nuvole che avvolgeva la città come a volerla isolare da tutto il resto. Il meteo prevedeva neve in serata.
   L distolse lo sguardo dal paesaggio e tornò a sedersi alla sua scrivania, dando le spalle alla vetrata. Pochi minuti prima aveva convocato gli allievi di Wendy per la loro ultima missione di prova, sarebbero arrivati a momenti. La segretaria bussò, aprì la porta e li fece entrare. Dawon, Taeoh, Daeju e Wendy si avvicinarono a L e presero posto nelle sedie precedentemente disposte davanti alla scrivania.
   «Ragazzi» esordì il capo «oggi vi ho convocati per una faccenda importante.» Tutti e quattro rimasero ad ascoltare con attenzione. «Ritengo che siate finalmente pronti per una missione di livello A. La vostra insegnante ha svolto un ottimo lavoro.» aggiunse, rivolgendosi a Wendy. Si poteva scorgere una nota di orgoglio nello sguardo dell’insegnate. «Prima di tutto» proseguì con calma e in tono pacato L «Date un’occhiata a questi documenti. Prendetevi tutto il tempo che vi serve per esaminarli, sono di fondamentale importanza.» Posizionò dei fascicoli davanti a ognuno di loro. I ragazzi e Wendy li aprirono e li sfogliarono, leggendoli con attenzione. Contenevano le informazioni relative all’ultimo caso, le foto delle vittime, i luoghi in cui erano avvenuti gli omicidi e le testimonianze degli interrogati della polizia.
   «Come potete notare, si tratta di un serial killer. Siamo di fronte a un individuo senza scrupoli, capace di commettere crimini efferati senza provare il minimo pentimento. Fino ad ora ha ucciso ben sette ragazze e la polizia non è riuscita a prenderlo né a identificarlo con i suoi soli mezzi. Nessuno lo ha visto in faccia, tranne forse un barista, che sostiene di aver visto una delle vittime in compagnia di un uomo sulla quarantina la sera prima del decesso. Tutto ciò che sappiamo è che le vittime sono state selezionate all’interno di una zona ristretta. Sembra siano state approcciate in una serie di club e bar per poi essere abusate e uccise in squallidi motel nelle vicinanze degli stessi. Come potete immaginare, la situazione sta scatenando il panico nei quartieri interessati e in quelli limitrofi, il business dei locali della zona ne sta risentendo, ma, nonostante ciò, non c’è nulla che la polizia possa fare restando nei termini della legalità. Per questo motivo è stato chiesto il nostro aiuto.»
   «Sta proponendo di mandare qualcuno sotto copertura?» chiese Wendy, abituata a questo genere di missioni.
   «Esattamente. A questo proposito, ho selezionato tre agenti che lavoreranno sotto copertura. È una missione molto rischiosa, quindi dovete assicurarvi di fare loro da spalla per individuare e fermare l’assassino. Le agenti che ho scelto sono professioniste, ma in casi come questi non si scherza, quando si lavora come esca il rischio è alto ed è sempre meglio che alle spalle ci sia una squadra di supporto pronta a intervenire.»
   «Chi sono le tre agenti che andranno sotto copertura?» chiese Wendy.
   «Dovrebbero arrivare a momenti.»
   La segretaria bussò di nuovo alla porta.
   «Si parla del diavolo... avanti!» ordinò L.
   La segretaria fece entrare le tre agenti, le quali salutarono L con un inchino appena accennato e rimasero in piedi dietro agli altri presenti. I tre ragazzi e Wendy si girarono per vedere di chi si trattava.
   «Probabilmente le conoscete già.» riprese L «Loro sono Iris, May e Krishna.»
   Vedendo Iris tra le agenti della missione, Taeoh si lasciò sfuggire un sorriso. Erano passati tre mesi da quell’ultimo bacio al ritorno da Macao e nel frattempo avevano avuto modo di vedersi solo all’interno dell’associazione, in qualità di amici e senza poter mai lasciar trapelare nulla. A volte temeva che questa lunga e incerta attesa lo avrebbe fatto impazzire ed era anche abbastanza sicuro che per lei fosse la stessa cosa.
   Il fatto che anche May fosse nella squadra facilitava le cose, lei e Iris avevano un’ottima intesa. Probabilmente, se Wendy e Lizzy non avessero preso strade diverse, L avrebbe scelto la vecchia formazione al completo, ma in questa situazione non aveva altra scelta che affiancare loro un’altra valida agente, Krishna. Di origini indiane, nata e cresciuta in America, era una bella ragazza dalla pelle ambrata. Due occhi scuri si stagliavano su un viso dai lineamenti decisi e il suo fisico dalle curve morbide e tonde era in parte nascosto da una tuta da ginnastica.
   «Bene, detto questo, riunitevi per conoscervi meglio. Le tre agenti sono già istruite su come agire, vi guideranno loro. Per quanto riguarda il tuo ruolo, Wendy… nel caso i tuoi allievi avessero bisogno di aiuto e non potessero mettersi in contatto con le agenti, potranno contattare te tramite questi.» L passò a ognuno dei presenti una piccola scatola con all’interno l’equipaggiamento per la missione, tra cui auricolari e microscopici microfoni facili da nascondere. Come sempre, la mia segretaria vi guiderà nella stanza che ho messo a vostra disposizione per organizzarvi, la missione avrà inizio stasera stessa e potrebbe protrarsi a lungo.»
   La nuova squadra lasciò l’ufficio di L. Appena si chiusero le porte, L si lasciò scivolare mollemente contro lo schienale della sedia e sfilò una scatola di cartone dal ripiano sotto alla scrivania. «Adesso a noi due.» la appoggiò davanti a sé e aprì il coperchio, annusando il profumo del pomodoro e della mozzarella filante. Prese una fetta di pizza e iniziò a mangiare. Non era nemmeno mezzogiorno.
 
   Una volta che i componenti della nuova squadra ebbero preso posto nella stanza che L aveva predisposto per la missione, fu Iris a prendere l’iniziativa.
   «Questa è la zona che dobbiamo esaminare.» disse, mostrando agli altri una piantina aperta sul tavolo su cui erano segnati con una X i luoghi in cui erano state ritrovate le vittime e con un cerchio gli altri locali considerati a rischio. «Prima di tutto abbiamo selezionato tutti i bar in cui le ragazze sono state viste per l’ultima volta. Ce ne sono tre in particolare che sembrano ricorrenti. Non abbiamo prove che il colpevole le abbia approcciate proprio lì dal momento che nessuno sembra aver visto nulla, ma andando a logica c’è una buona probabilità che sia proprio così. Successivamente deve averle convinte a passare la notte in sua compagnia, o forse le ha rapite, e le ha portate in dei motel a ore. I motel sono sette, tutti diversi, e si trovano più lontani l’uno dall’altro rispetto ai bar. Inoltre, sono quel tipo di locale in cui è essenziale rispettare la privacy dei clienti, in alcuni si può pagare e ritirare la chiave direttamente da una macchinetta, in altri è necessario passare dalla reception, ma le camere sono state prese a nome delle ragazze e lui deve averle raggiunte dopo. Questo ha spinto la polizia a pensare che lo abbiano seguito di loro spontanea volontà, ignare di tutto.»
   «E se invece le avesse minacciate in qualche modo per costringerle a prenotare la camera e farsi trovare lì?» ipotizzò May.
   «Potrebbe essere un’altra valida ipotesi.» rispose Iris. «Ad ogni modo, partiremo da qui tutti insieme, L ci ha riservato due stanze in un hotel da cui è facile tenere sotto controllo la zona, affacciato su uno di questi tre bar. Per stasera ci limiteremo a un giro di ricognizione, nei giorni successivi faremo qualche domanda in giro e, quando avremo raccolto informazioni a sufficienza, tenderemo la nostra trappola.»
   «Cosa intendi per giro di ricognizione?» chiese Taeoh.
   «Significa che dobbiamo prima conoscere il luogo, le vie di fuga e guardarci intorno per inquadrare la clientela, le facce che frequentano il posto.» fu Wendy a rispondergli. «Molto bene.» continuò «Taeoh, Daeju e Dawon, anche voi tre entrerete nel locale. Dovrete comportarvi normalmente, come tre amici qualsiasi, ma tenete d’occhio chiunque si avvicini alle ragazze. Taeoh, sei incaricato di fare da spalla a Iris, Dawon, tu ti occuperai di May e Daeju di Krishna.»
   «Potrei far finta di essere la ragazza di uno dei tre per essere più convincente. Non so... di Taeoh per esempio.» ipotizzò Krishna «Non avete problemi con il contatto fisico e i baci finti, vero?» chiese in generale, ma rivolgendosi principalmente a Taeoh. Nella testa di Iris scattò subito l’allarme rosso.
   «Non credo sia il caso per il momento!» intervenne con un po’ troppa enfasi «Limitiamoci a formare due gruppi per ora, a che tipo di esca buttare ci penseremo dopo.» tre lunghi mesi a comportarsi come semplici amici con Taeoh per non essere scoperti e ora spuntava fuori dal nulla Krishna che già pianificava di riempirlo di baci in nome della missione. Il solo pensiero le dava il mal di stomaco.
   «Infatti, e poi è meglio stare lontane dai ragazzi, o il killer non si avvicinerebbe altrimenti.» concordò May.
   «Effettivamente i nostri ragazzi sono così muscolosi che metterebbero timore al più terribile dei killer...» ammiccò di nuovo Krishna facendo l’occhiolino a Taeoh. Iris picchiettò la biro che teneva in mano sul tavolo, guardando di traverso la collega.
   «Krishna, per favore concentrati sulla missione, o qualcuno ci rimetterà la vita. E poi tu sei assegnata a Daeju.» la rimproverò Wendy.
   «Tranquilla, non sono un’irresponsabile! Cercavo solo di alleggerire l’atmosfera, mi sembra che la stiate prendendo un po’ troppo di petto.» protestò lei «Troppa tensione non gioverà di certo, meglio prenderla con ottimismo. Avremo anche la consumazione gratuita al bar!»
   «Non potete bere troppo! Siete in servizio, dovete rimanere vigili e lucide.» la ammonì Wendy.
   «Ma così daremo sicuramente nell’occhio!»
   «Certo che ordineremo qualcosa.» rispose Iris «Capisco a che genere di approccio alla missione ti riferisci, ma non credo sia il caso di prenderla alla leggera questa volta. Abbiamo a che fare con un elemento estremamente pericoloso.»
   «In ogni caso, io sarò nell'hotel se avrete bisogno.» cambiò discorso Wendy «Vi controllerò tramite i microfoni che L ci ha dato e se dovesse succedere qualcosa arriverò nel locale in pochissimo tempo. Per questa sera non separativi, restate vicine.»
   «Saremo noi tre ragazze e voi tre, come due gruppi separati di amici.» continuò Iris «Occhi aperti e massima serietà. Niente flirt, e massima attenzione agli uomini nella fascia d’età segnalata.»
   «Bene, quindi è deciso!» esclamò Taeoh. Cominciava a sentir salire l’adrenalina per quella nuova missione importante, voleva dimostrare di essere all’altezza. «Iris, non preoccuparti, non ti perderò di vista.» le fece l’occhiolino. Era stata Krishna a iniziare coi flirt, quindi si sentiva legittimato anche lui per una volta.
   «Non mi preoccupo, hai lavorato bene anche nella missione precedente.» rispose lei, mantenendo un tono formale, ma spostandosi subito a fianco a lui e facendo cenno anche agli altri di andare. La missione stava per cominciare.
 
 
 
 
***
 
 
 
 
 
   La squadra raggiunse l’hotel verso le nove. I gruppi si divisero in due stanze per cambiarsi. Come di consueto, L aveva fatto trovare loro i vestiti già pronti nell’armadio.
   «Che via colorata!» esclamò Krishna, guardando dalla finestra la via illuminata dalle colorate insegne a led. Poi corse verso l’armadio, cercando il proprio vestito «Uh, non sembra niente male!» così dicendo, lo tolse subito dalla stampella e andò per prima in bagno a cambiarsi. Per ognuna delle tre era stato preparato un mini dress, quello di Krishna era un tubino senza spalline interamente ricoperto di paillettes oro. Quello di May era bordeaux, con le spalline e un’ampia scollatura, la gonna era formata dalla sovrapposizione delle due estremità, risultando leggermente più lunga sui lati rispetto che al centro. L’abito di Iris, con le spalline e un leggero scollo a V, era per la maggior parte decorato di pietruzze argento disposte in modo da lasciare trasparenze del tessuto a livello dell’addome e nella parte finale della gonna. Invece Wendy, che non doveva partecipare sotto copertura, era un po’ dispiaciuta di non poter avere anche lei un bell’abito da indossare.
   «In bocca al lupo» disse quest’ultima «Occhi sempre ben aperti! E non esagerate con l’alcool!»
   Le altre risposero «Crepi!», tranne Krishna che borbottò qualcosa sul fatto di essere ottimista e non irresponsabile, poi tutte e tre si chiusero nei loro cappotti, messi direttamente sopra a quegli abitini decisamente troppo leggeri per la stagione, e andarono a bussare ai ragazzi, facendo loro cenno di seguirle a distanza di qualche minuto nel locale.
 
   Una volta entrate nel bar, si separarono a malincuore dai cappotti e andarono a sedersi ad un tavolo. Improvvisamente si accese l’auricolare per un test, dall’altra parte si sentì la voce di Wendy che diceva in tono scherzoso «Avrete abbastanza tette per questa missione?» Per un attimo sembrò loro di essere tornate ai tempi della vecchia squadra. A tutte e tre mancavano l’intesa e le battute anche nei momenti più tesi.
   «Chi lo sa…» rispose May. A seguire Iris «Dubito.» e Krishna «Vorrà dire che punteranno su di me!»
   Le tre agenti si guardarono un po’ intorno. C’erano due o tre soggetti sulla quarantina, ma era dura stabilire se c’entrassero qualcosa o meno in base allo scarno identikit a loro fornito. Oltre all’età sapevano solo che era magro e vestito in modo appariscente.
Dopo poco entrarono anche i ragazzi.
   «Pronto, pronto Wendy, mi senti?» Dawon fece una prova con l’equipaggiamento.
   «Sì?» rispose lei dall’altro capo.
   «Chu1
   «Chu
   «Era uno scherzo…»
   «Vedi di non chu con altre, ok?»
   «Sì signora!»
 
   Il gruppo rimase in attesa per almeno mezz’ora, ma nulla sembrava muoversi. I tre possibili soggetti avevano già lasciato il locale, perciò le tre agenti decisero che era meglio cambiare posto. Wendy controllava i loro spostamenti dall’alto.
   «In che locale stanno andando?» chiese Dawon, sempre attraverso l’auricolare.
   «In quello in fondo alla strada... con i neon azzurri.»
   «Fa molto anni Ottanta.» osservò Taeoh.
   Il procedimento di prima si ripeté. Le tre ragazze presero posto, ordinarono da bere e incominciarono a dissimulare guardandosi intorno. Questa volta, però, c’era qualcosa di diverso. Improvvisamente Iris si ammutolì. Era pallida in volto come se avesse visto un fantasma.
   «Che succede?» provò a chiederle May. La collega rispose a bassa voce «Cambiamo locale.», senza dare altre spiegazioni.
   «Di già? Perché?»
   «Andiamo e basta... non posso spiegarti ora.» Iris si alzò e si diresse verso l’uscita. Le colleghe la seguirono nonostante le loro perplessità.    Proprio in quel momento erano entrati anche i ragazzi. Notando l’espressione di Iris, Taeoh aveva provato a chiedere a Dawon e Daeju se sapessero cosa stesse accadendo, ma nessuno ne aveva idea, così i tre decisero di non fermarsi nel locale e continuare a seguire le agenti.

 
 

 
***
 
 
  
   Dopo aver ispezionato tutti e sette i locali, le due squadre rientrarono in hotel. Erano le tre di notte, ma lungo le strade c’era ancora vita e i bar, un po’ meno affollati del solito, continuavano la loro usuale attività. Agenti e allievi si erano tutti ritrovati in camera delle ragazze per decidere il da farsi. L’identificazione del colpevole era ancora lontana, ma almeno ora avevano un’immagine chiara della zona che avrebbe facilitato un eventuale inseguimento. Il piano prevedeva che l’indomani si sarebbero divisi in gruppi più piccoli e sarebbero andati a interrogare i proprietari dei locali ed eventuali altri personaggi utili che sarebbero potuti emergere dalla ricerca. Una volta accordatisi sul piano, Taeoh si ricordò della strana reazione di Iris dopo essere entrati nel secondo bar e decise di chiederle cosa fosse successo prima di cominciare le indagini.
   «Iris, scusa se sono indiscreto ma come mai hai deciso di uscire subito dal bar con l’insegna azzurra? È successo qualcosa?»
   «Immagino di dovervi una spiegazione.» realizzò lei. Era la prima volta che anteponeva i propri problemi personali alla missione. Si rendeva conto di essere stata un po’ impulsiva, ma era una reazione che non aveva potuto controllare. «Scusate se vi ho fatto uscire di corsa, ma c'era una persona che non volevo mi riconoscesse.» chiarì. in modo un po’ titubante.
   «Il tuo ex?» ipotizzò Krishna.
   Iris abbassò lo sguardo e scosse la testa.
   «Devon Jang.»
   L’espressione sorpresa e allo stesso tempo preoccupata che si dipinse sui volti di May e Wendy sentendo nominare quell’individuo lasciò trapelare che non si trattava di nulla di buono.
   «Era parecchio che non sentivo quel nome.» disse Wendy.
   «Già, speravo fosse una storia morta e sepolta. Credo di averlo raccontato solo a voi due in tutti questi anni.»
   «Possiamo sapere anche noi?» chiese Taeoh, iniziando a preoccuparsi. Iris lo guardò negli occhi, indecisa se continuare. Non voleva riportare alla memoria quei ricordi, ma era giusto che anche gli altri lo sapessero. Presa la sua decisione si fece coraggio e iniziò a raccontare.
   «Ecco... quando ero ancora un’allieva, ero stata affidata a lui. Era l’esaminatore di una delle mie ultime prove per essere promossa ad agente. La missione di quella volta era molto simile a questa. Dovevamo avvicinare un criminale, fare da esca.» Iris fece una breve pausa «Devon mi aveva detto di assecondarlo, che non dovevo preoccuparmi di nulla e che sarebbe immediatamente intervenuto per arrestare il colpevole, così ho eseguito gli ordini. Ho avvicinato il soggetto e ho lasciato che mi portasse nella sua camera d’hotel, ma i minuti passavano e Devon non si faceva vivo. Le cose per me si stavano mettendo male… se lo avessi fermato subito, quel criminale, forse avrei avuto qualche speranza di cavarmela da sola, ma per seguire diligentemente le indicazioni avevo aspettato troppo e avevo finito per trovarmi in svantaggio. E ovviamente il soggetto era convinto che io fossi disponibile a concedermi visto che lo avevo assecondato fino a quel punto, perciò quando ho opposto resistenza è andato su tutte le furie. Mi ha sbattuta sul letto e ha cercato di picchiarmi, mi è salito addosso per tenermi ferma e strapparmi i vestiti. Io continuavo a divincolarmi e a respingerlo con le braccia, cercavo di prendere tempo e impedirgli di mettermi le mani addosso, finché ho realizzato che nessuno sarebbe venuto a salvarmi. Non so come, improvvisamente ho visto la sua pistola sul comodino. Ho allungato il braccio e sono riuscita ad afferrarla. Senza pensarci due volte gli ho sparato. Mi tremavano le mani, non riuscivo a pensare in modo lucido. Per mia fortuna quell’idiota non aveva nemmeno messo la sicura alla pistola. Lo avevo ferito alla spalla e mentre urlava e imprecava dal dolore sono riuscita a scrollarmelo di dosso e buttarlo per terra. Però avevo paura che si rialzasse, non sapevo cosa fare. Ero ancora inesperta e spaventata, così... non sono riuscita a fermarmi e ho continuato a sparare. Gli ho sparato alle gambe, una, due, tre volte, fino a quando sono finiti i colpi. Solo in quel momento Devon è entrato. E non certo per venire in mio soccorso. Mi ha urlato di smetterla, che ero una cretina e che così lo avrei ammazzato. Mi ha strappato la pistola dalle mani e mi ha mollato un ceffone in pieno volto, continuando a rimproverarmi e a imprecare contro di me per non so quanto tempo. Al momento non avevo capito perché mi avesse abbandonata e soprattutto perché se la fosse presa con me... solo in seguito ho saputo che il criminale alla fine non era stato arrestato. Insomma, Devon era suo complice ed era d'accordo con lui per restare lì a guardare mentre faceva quello che voleva, o forse addirittura per dargli una mano! Sono rimasta tre giorni in ospedale, sotto shock. Appena mi hanno dimessa ho deciso di denunciare l’accaduto a L. Volevo lasciare l’agenzia, rinunciare a fare l’agente anche se ci avevo messo così tanto impegno per arrivare fin lì. L mi convinse a restare e aprì subito un’indagine sul suo conto. Ci è voluto poco per scoprire che anche altre allieve avevano subito lo stesso trattamento se non addirittura soprusi peggiori. Alcune erano state ricattate e costrette ad avere una storia con lui… cose gravissime e inaccettabili. L ha fatto in modo che venisse incarcerato. Per questo quando l’ho visto in quel locale è stato come vedere un fantasma. Non avevo idea che fosse già stato rilasciato, non sono passati nemmeno dieci anni! E in più temevo mi avrebbe riconosciuta e che avrebbe mandato a monte la missione.»
   «Spero per lui che non si faccia vedere domani, o lo uccido con le mie stesse mani!» disse Taeoh. Ascoltare questo racconto gli aveva messo una rabbia immensa e senza accorgersene stava stringendo i pugni fino quasi a farsi male.
   «Sono contenta che tu abbia trovato la forza di raccontarlo anche agli altri.» prese la parola May. Si era accorta della forte reazione di Taeoh e cominciava a credere che tra i due ci fosse qualcosa, o almeno da parte di lui. In ogni caso questo lo avrebbe reso un ottimo alleato nell’arginare il problema. Sicuramente ora che sapeva tutto sarebbe stato estremamente vigile. «Devon è un soggetto fortemente problematico e se tutti sappiamo ciò che è successo sarà più semplice tenerti alla larga da lui. Però a questo punto mi chiedo se non c’entri qualcosa con il serial killer che stiamo cercando…»
   «Domani chiamo L per avere più informazioni.» Si propose Wendy «Se doveste vederlo di nuovo fate più attenzione. Non è per nulla scontato che non c’entri niente.»
   «Ora come ora non abbiamo prove che sia coinvolto, ma di sicuro è un soggetto pericoloso. Domani credo sia il caso di tornare a parlare con il barista per chiedergli un identikit più preciso.» propose Iris.
   «Speriamo solo di non trovare cattive notizie nel frattempo. Anche se ormai è già notte fonda, per oggi non dovrebbe succedere niente.» concluse Wendy. «E ora tutti a letto, domani ci aspetta una giornataccia!» la ragazza fece segno ai colleghi di rientrare nelle proprie stanze. May e Iris uscirono insieme ai ragazzi per salutarli e, al momento di rientrare in camera, Taeoh rimase per ultimo e trattenne Iris per un braccio perché restasse un attimo fuori con lui. Senza dire nulla la abbracciò e la tenne stretta a sé per un po’.
   «Non ti preoccupare, comunque andrà non ti lascerò sola.» disse poi, guardandola negli occhi e accennando un bacio sulle sue labbra. Iris gli sorrise, perdendosi nei suoi occhi scuri, che avevano assunto un’espressione seria.
   «Lo so. Ti voglio bene, Taeoh.»
   In quel momento si aprì la porta della stanza delle ragazze. Wendy, che non aveva più visto entrare la collega, aveva iniziato a chiedersi che fine avesse fatto.
   «Allora? Ti muovi?» le disse, in tono di rimprovero. I due si erano allontanati alla velocità della luce, ma le sembrò comunque strano trovarla lì fuori con Taeoh. «Beh? Che state facendo?»
   «Niente, niente!» si affrettò a giustificarsi Iris. «Mi stava chiedendo una cosa per il programma di domani.»
   «Umm, va bene, adesso entra.» rispose la collega, assicurandosi che Iris varcasse la soglia una volta per tutte «Buonanotte.» si rivolse poi a Taeoh, chiudendo immediatamente la porta e lasciandolo in corridoio.
 

1 Chu: suono onomatopeico del bacio in coreano.



Fine cap. 30
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   Siamo giunti alla fine anche del capitolo 30!!! Tra pochi giorni sarà un anno che sto pubblicando, è indubbiamente il progetto più corposo che abbia mai scritto!
   E così anche Iris ha il suo bel passato tragico :/ brutta esperienza devo dire... ma ne è uscita più forte di prima! Riusciranno a fermare quel pazzo criminale di Devon Jang? È decisamente il nemico più spaventoso e violento che abbiano incontrato le nostre agenti fino ad ora!
   Come sempre ringrazio chiunque stia seguendo, recensendo o anche solo leggendo la storia! Grazie di cuore <3
   A presto!

   Misa
  
  
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