Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Black Beauty    03/07/2021    4 recensioni
Questa storia partecipa al contest "La fiera delle Coppie Crack - I edizione", indetto da CatherineC94 sul Forum di EFP e si classifica terza, vincendo anche il premio Migliore coppia crack disturbante.
Bellatrix Lestrange era la persona che odiava di più al mondo - Harry la sognava ogni notte.
La connessione con la mente di Voldemort è solo una terribile e dolorosa seccatura... eppure, nel buio della notte, si sente capito e amato come mai nella sua vita. Ad attenderlo, calato il sipario del giorno, ci sono due occhi pieni di lui ed è semplicemente più dolce lasciarsi annegare.
[Harry/Bellatrix, Bellatrix/Voldemort, Harry/Ginny, implied Tom/Ginny]
Genere: Angst, Erotico, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Ginny Weasley, Harry Potter, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort, Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Questa storia partecipa al contest “ La fiera delle Coppie Crack – I edizione ”, indetto da CatherineC94 sul forum di EFP.



Erano letteralmente ANNI che volevo scrivere questa storia, quindi ringrazio Catherine per aver indetto questo contest e avermi dato finalmente l’imput giusto. Le mie (logorroiche) note sono alla fine, per chi fosse interessato.



Sussurri nella notte


La prima volta, si era svegliato in un bagno di sudore, sconvolto. Ron l’aveva guardato, preoccupato, aveva provato a domandare cosa fosse accaduto, ma Harry non era riuscito a proferire mezza parola: si fidava ciecamente dei suoi amici, ma c’erano cose che era meglio non pronunciare, segreti che non avrebbero mai lasciato le sue labbra, destinati a rimanere solo immagini marchiate a fuoco dietro alle palpebre – capelli neri come l’inchiostro, uno sguardo adorante e quella voce che implorava “mio Signore”.

La relazione, se così poteva essere definita, con Cho era evaporata come pallida foschia; guardandola ridere alle battute di Roger Davies non provava nulla se non una punta di fastidio – c’erano altre donne, dopotutto, migliori, più degne e più pure.

Si riscosse, disgustato da quell’idea – ma riusciva ad esserlo solo alla luce del sole, perché di notte non era il fuoco della giustizia a bruciargli nei lombi.

Quella parte di sé – il serpente che strisciava tra i suoi pensieri – era una presenza costante e per quanto lui provasse a ripetersi che la vicinanza di Voldemort era solo una terribile e dolorosa seccatura, il fastidio alla cicatrice non era nulla in confronto al sollievo di sapere che tutta quella rabbia non era solo sua e che da qualche parte lo attendevano quegli occhi pieni di lui.

Nel buio ovattato in cui era caduto quella prima volta, nel mezzo della sorda e pulsante furia che sempre lo accompagnava, c’era anche uno strano senso di soddisfazione e Harry non si sentiva così da tempo, non si era mai sentito così, era più felice di quanto non lo fosse stato da quattordici anni a questa parte.

La donna – Bella – e la luce dietro ai suoi occhi lo avrebbero disgustato, se l’avesse incontrata in una qualsiasi altra occasione – ma s’inchinava con un fervore che non aveva mai sperimentato e lo guardava come se fosse la visione più bella al mondo, e c’era qualcosa di assolutamente inebriante nella sua devozione.

Per pochi attimi, sopra di lei, la rabbia spariva.

[341 parole]



***



Bellatrix Lestrange era la persona che odiava di più al mondo – Harry la sognava ogni notte.

Il fiasco al Ministero lo aveva riempito di una rabbia e di un dolore come non ne aveva sperimentati prima, che sembravano non lasciarlo mai. Prima che il sole si tuffasse oltre l’orizzonte, il ricordo di Sirius pulsava caldo nel petto, in un misto di commozione, tristezza e senso d’ingiustizia – perché, perché l’aveva ucciso? – ma quando calavano le tenebre un furore cieco gli attanagliava le viscere – come osava, come si era permessa di fallire in quel modo?

Era solo, incompreso e scacciato, ancora come prima, dal Mondo Magico, che non gli aveva creduto, e da Silente, che l’aveva abbandonato; chiuso nella sua stanzetta a Privet Drive, prigioniero di pareti di pietra e pareti di carne, la sua stessa mente sembrava non abbandonarlo mai.

E allora tanto valeva approfittarsene – Devi volerlo, Potter! – e tuffarsi nell’odio, avvolgere le sue grandi mani bianche intorno al collo della donna e stringere, stringere, stringere fino a farla piangere, gli dava un conforto momentaneo che si scioglieva alle prime luci della mattina, quando si risvegliava, di nuovo solo.

«Potrei ucciderti ora».

«Qualsiasi cosa vogliate, mio Signore, sono vostra».

Era difficile che la bestia dentro di sé non si sentisse lusingata da quel sussurro appassionato – qualche volta, dopo queste frasi, la baciava sulle labbra, dicendosi che era solo l’ennesima presa in giro, che era troppo divertente vedere le sue lacrime quando poi la scacciava via.

Se lo ripeteva fino a crederci.

Una parte di lui, quella che meno gli apparteneva, aveva perdonato Bellatrix, alla fine, ma non aveva dimenticato. La richiamava ancora a sé, ma non la feriva più: per quanto indegna di lui, e del tutto detestabile, una sorta di latente rispetto ribolliva in lui, per quell’arma che era fuoco e furia, e vitalità pura. La sua degna compagna non poteva essere altrimenti – non sopportava sciocche lacrime appese a ciglia scure, ma una donna dura, splendente, temprata nel fuoco e ardente per lui.

[341 parole]



***



La cicatrice non gli faceva male da cinque anni ormai, andava tutto bene. O almeno, questo era quello che amava ripetersi.

Gli incubi erano diventati sempre più radi, aiutava avere a fianco qualcuno che capisse perfettamente – Harry si svegliava ancora nel cuore della notte con il cuore gonfio di furia e gli bastava muovere pochi passi in direzione del bagno per scorgere Ginny piegata sul lavandino, a sibilare al rubinetto.

Non ne parlavano mai, al mattino; sorridevano felici nelle foto del loro matrimonio, lui impeccabile nel suo completo Babbano e lei vestita di un bianco purissimo, l’avevano fatto apposta, per essere solo Harry e Ginny, l’esatto opposto dei mostri di cui ancora non avevano saputo liberarsi.

Bellatrix Black e Lord Voldemort erano stati cremati, le loro ceneri sepolte insieme in un luogo anonimo, per evitare di fare delle loro tombe un luogo di pellegrinaggio per squilibrati; innumerevoli sopracciglia si erano alzate a quella richiesta del Bambino Sopravvissuto, solo Ginny aveva capito.

Ginevra Weasley era una donna forte e sicura di sé – dentro le sue vene scorreva un sangue immacolato e al posto dell’anima aveva fuoco liquido.

Harry amava sua moglie, l’amava davvero, se n’era fatto un punto d’onore: Silente aveva sempre insistito che è l’amore a salvarci e lui sarebbe stato meglio di Voldemort, il mostro che gli aveva rovinato la vita, il mostro che era sparito, alla fine, che l’aveva lasciato solo, libero ma vuoto.

Harry amava sua moglie, l’amava davvero, e anche lei amava lui – poco importava che quando la stringeva a sé e la faceva sua erano neri i capelli che vedeva, poco importava che la violenza con cui le afferrava i fianchi fosse eccessiva, poco importava che fosse sempre lui a stare sopra.

Harry amava sua moglie, l’amava davvero – amava quel suo carattere forte, quello sguardo duro e appassionato, quei suoi gemiti nella notte, quei “Tom” di cui non parlavano mai la mattina dopo, pronunciati con la stessa devozione di quei “mio Signore” che non avrebbe udito mai più.

Amava Bellatrix, l’amava davvero.

[341 parole]






Angolino dell’Autrice:
Ecco, ehm, che dire? Solo io potevo partorire qualcosa di simile, diciamocelo. Questo non è neanche un triangolo, è proprio un quartetto scemo.

In ogni caso, il pairing principale è Harry/Bellatrix, visto che il contest a cui partecipa questa storia imponeva di scrivere di una Crack in tre momenti: quando si conoscono, quando si mettono assieme (io l’ho considerato come il momento in cui lei diventa indispensabile in un certo senso), un momento angst. È un mio personale headcanon che Harry vedesse tutti gli aspetti della vita emotiva di Voldemort, che nella mia mente è un personaggio più complesso di come viene descritto su carta.

Harry è un ragazzino confuso, ha quindici anni nella prima flash, sedici nella seconda, ventidue nella terza, Voldemort gli ha tolto tutto, ma gli ha anche donato qualcosa di importantissimo – quella parte di anima che porta dentro di sé non lo fa mai sentire solo, anche quando il resto del mondo lo ostracizza.

Bellatrix è una donna che lui odia, ma è anche la prima donna con cui ha a che fare da quel punto di vista, essendo che la sua unica altra esperienza femminile è Cho, per la quale prova una leggera cotta tipica della sua età, assolutamente opposta rispetto al complicato e viscerale sentimento di amore e odio che Voldemort prova per Bellatrix: odio perché Tom raramente prova altro, ma anche assoluto compiacimento per la devozione assoluta, per l’amore sfacciato che Bella prova per lui, e ovviamente altro odio rivolto a se stesso per il fatto di sentirsi così.

Harry e Voldemort sono praticamente la stessa persona in questa storia, condividono la stessa mente. L’idea è che Voldemort ha abitato la mente di Harry negli anni formativi più importanti, influenzandolo e venendone influenzato, in un certo senso.

Harry capisce di amare Ginny al sesto anno, ma cos’è che ama di lei? È canon che ne ami la forza, l’intraprendenza, l’indipendenza, il fuoco… quale altro personaggio condivide queste qualità? Eeeeeeesatto. Harry ama di Ginny quello che Voldemort apprezzava di Bellatrix.

Harry e Ginny sono entrambi traumatizzati, ovviamente, probabilmente soffrono anche di una forma di Sindrome di Stoccolma – nei loro momenti di razionalità, “la luce del giorno”, sanno di odiare sia Bella che Voldemort, ma sono anche due ragazzini che hanno vissuto traumi fortissimi. Perciò, quando cala la notte, faticano a lasciar veramente andare quei due mostri, semplicemente perché è più comodo così, perché sono cresciuti con loro e probabilmente si sono messi insieme a causa loro (e a causa della guerra in generale, ma su questo ci sarebbe un altro papiro da scrivere). Harry e Ginny hanno bisogno di avere accanto una persona altrettanto traumatizzata, che capisca quello che l’altro sta passando, e ricercano nell’altro la fonte dei loro traumi. E quindi sì, ragazzuoli, Harry continua a ricercare Bellatrix, l’assassina del suo padrino, in Ginny (e Ginny cerca Tom in Harry, ma quello è tutto un altro mind-fuck su cui ho preferito non soffermarmi); d’altro canto, non vuole neanche lontanamente pensare di guarire, perché per quanto tutto ciò sia sbagliato, da quando Voldemort è morto, Harry è completamente solo, senza quella parte di anima con cui è cresciuto, e ciò lo terrorizza. Ha bisogno di trovare conferme e compagnia in Ginny, che poi in realtà è Bellatrix.

That’s all, folks!

Vi aspetto nella mia prossima Bellamort contorta,

Black Beauty

   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Black Beauty