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Autore: MusicAddicted    05/07/2021    8 recensioni
AKA Le Avventure di JJ&KK!
Killgrave si incammina sul lungo e tortuoso sentiero della redenzione, tra uno scivolone e l’altro.
Jessica cerca di mantenerlo sulla retta via, tra un battibecco e l’altro.
Se volete farvi strada fra quintalate di fluff, situazioni tragicomiche e una spruzzata di romanticismo, siete i benvenuti ;)
Teoricamente sarebbe il sequel della miniserie ‘Stupid Christmas Time!’ … ma se volete la reader’s digest version: Kevin sta cercando di rigare dritto. Per lei. Sempre per lei.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessica Jones, Kilgrave, Malcolm Ducasse, Trish Walker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Warning: questo piccolo wall/pseudo cover che ho creato per questo capitolo rappresenta ciò che andrete a leggere.

cover-aka-such-a-show

Siete DAVVERO sicuri di volervi addentrare in un livello così
alto di follia e disagio? XD
Se sì, siete i benvenuti XD

biww-cover


AKA: Such a show




“Buongiorno, mia cara, dormito bene?” la accoglie Kevin, non appena il mattino seguente vede Jessica scendere le scale.

Se ne sta seduto tranquillo sul divano, domandandosi cos’abbia tanto da guardarlo lei.

In realtà lo sa benissimo.

“I tuoi capelli…” borbotta Jessica, additando ai suoi capelli di un normalissimo castano scuro.

“Notevole, vero? È bastato solo un semplice shampoo, il colore ha scaricato del tutto e sono tornati al loro originario splendore,” le sorride lui. “Puoi ricominciare ad affidarmi casi più ordinari, annulla pure quell’appuntamento al Lips…”

Jessica continua a guardarlo diffidente, mentre gli si avvicina, prima che la sua espressione sfoci in un sorriso.


“Non avrai nulla in contrario allora, se li accarezzo un po’, vero?” gli chiede con finta innocenza.


“Uh? N-no, Jess, non credo sia una buona idea…” sobbalza lui, spingendosi indietro il più possibile, quasi al punto da cadere dalla sponda del divano, ma con un agile scatto Jessica è già sopra di lui, la sua mano che afferra la consistenza un po’ troppo plasticosa dei suoi capelli.

“Mi credi davvero così stupida, Kevin?” ringhia lei, strattonandogli via quella che è solo una parrucca, prima di fargliela a brandelli, spargendo capelli finti ovunque.

A Killgrave e ai suoi capelli ancora gloriosamente viola e neri non rimane che uscire allo scoperto.

“Hai usato una tale violenza, Jess, che non posso che chiedermi… e se fossero stati davvero i miei capelli?” borbotta lui, scioccato.

“Oh per favore, sono una detective, quelle ciocche viola che spuntavano dall’attaccatura si vedevano da lontano un miglio!”

“Stai dicendo che sapevi quello che facevi e che non mi avresti mai fatto del male fisico volutamente perché ci tieni a me?” mormora lui, avvicinandosi per un bacio che però lei gli nega, alzandosi repentina dal divano.


“Cazzo, no! Sto dicendo che non servono tutte queste patetiche messinscena per farmelo capire. Non vuoi occuparti della Drag Queen aggredita? Va benissimo, non sei costretto.” lo informa lei.

I ruoli si sono invertiti fra loro ed ora è Killgrave che la scruta scettico.


“Oh sì, certo, come quando non volevo occuparmi del gatto scomparso e tu hai minacciato di andartene…” brontola lui, incrociando le braccia.

“Mi vedi forse andare in camera mia a fare le valigie? No, non mi muovo da qui, qualsiasi cosa tu scelga di fare.” assicura lei.

Lui sorride, quasi incredulo.


“Ma.. allora…”


“Ma sappi anche che rimarrai fermo a sette casi, non ti affiderò mai più nient’altro, né riterrò valido qualsiasi cosa mi dovessi proporre tu in autonomia…” sciorina tutte quelle preziose informazioni lei, con aria di sfida. “Sai cosa significa questo? Niente bacheca, niente foto dei sospettati da appendere, niente casi da risolvere insieme.” gli prospetta.

“Io non voglio rimanere fermo a sette casi! Voglio quella bacheca e quello a cui porta più di qualsiasi altra cosa!” spergiura lui.

Jessica ridacchia, senza poter resistere alla tentazione di provocarlo un po’.

“Davvero? Più di qualsiasi altra?” ammicca sensuale verso di lui.

“Sai che non amo quando ridi di me e dei miei sentimenti, Jessica!” la zittisce lui, serio.

“Okay, ma tornando alla bacheca… se la vuoi sai quello che devi fare!” riporta l’attenzione sull’argomento principale lei.

“Ma non è giusto, sei solo una sporca ricattatrice!” abbaia lui.

“Ah-ah, piano con le parole, preferisco ‘abile negoziatrice’!” miagola lei, con fare mellifluo.

“E va bene, va bene, mi occuperò di quella dannatissima Drag Queen, farò quel dannatissimo provino in quel dannatissimo locale!” si arrende lui.

“Questo volevo sentire!” approva Jessica.

“E ti dirò di più, Jess,” continua Killgrave. “Quel provino lo supererò, senza ricorrere ai miei poteri, semplicemente perché sarò fa-vo-lo-sa!” dichiara, sicuro di sé.

Jessica ne è doppiamente sorpresa: è sempre stata lei a imporgli di non usare i suoi poteri o limitarne l’uso solo laddove necessario, ma un’iniziativa del genere non era mai partita da lui medesimo, prima d’ora.

- Sta davvero cambiando. Per il meglio.- riflette la detective, allontanandosi.

Quando circa un’ora dopo torna in salotto, lo ritrova sempre sul divano, intento a guardare la TV.

“Quindi è così che intendi superare il provino?” lo interrompe lei, parandoglisi davanti.

“Certo, mia cara, parto dall’atteggiamento e, sai, non trovando validi esempi di femminilità in questa casa…”

Jessica lo guarda come se lo volesse incenerire.

“Oh sì, certo, hai ragione, ti chiedo scusa,” si ravvede Killgrave. “C’è sempre Ingrid, potrei chiedere a lei!”

Jessica si ricorda di quanto, per ripicca verso un tizio che la stava scocciando, gli ha fatto credere di avere gli occhi laser come altro super potere.
Se quella non fosse una bugia, di Killgrave non resterebbe che un cumulo di ceneri.

“Ecco, bravo, Kevin, allora valli a chiedere a lei i massaggi e le foto osè… anzi no, devi solo fottutamente  provarci!” ringhia, divertendolo ulteriormente.

“Dubito che la poverina possa essermi d’aiuto, intenta come sarà a pulire il macello che hai combinato facendo a brandelli quella mia parrucca, quando sarebbe bastato semplicemente togliermela. Immagino non sia stato affatto premeditato, dico bene, Jessica?”

“Beh, le dai uno stipendio generoso, mi sembra giusto che se lo guadagni!” fa spallucce lei, strappandogli l’ennesima risatina, nonostante lui non stacchi lo sguardo dalla TV.

“Si può sapere cosa c’è di così interessante?”

“Si chiama ‘Don’t trust the bitch in Apartment 23 ‘ e praticamente c’è questa ragazza che è una stronza totale e rende la vita di chiunque un inferno… mi ricorda tanto te, ma lei si veste decisamente meglio!”

Jessica prima lancia l’ennesima occhiata di fuoco a Killgrave e poi una neutrale verso lo schermo, dove vede l’avvenente morettina modaiola indicata vestita con abiti provenienti da prestigiose boutique.

“Capisci ora il mio interesse? Questa attrice ti somiglia molto, ma ha la mia eleganza, è un’astuta manipolatrice e ha la mania del controllo. La sto prendendo a esempio, grazie a lei sarò una Drag Queen perfetta!” le spiega lui.

Jessica finge di annuire con interesse, ma poi quando meno  lui se lo aspetta, gli ruba il telecomando dalla mano e spegne la TV.

“Hey!” si lamenta lui.

“Non è certo dall’atteggiamento che devi partire, ma dai vestiti,” lo sprona lei. “Ho fatto delle ricerche, c’è un negozio che fa al caso nostro, è a circa mezz’ora di camminata dal mio ufficio, il tuo autista può portarci da me, ne approfitto per prendere alcune cose, e da lì possiamo anche andarci a piedi,” propone lei.

“‘Possiamo’? Significa che verrai anche tu?” si accende di entusiasmo Kevin.

“Perdermi un tale spettacolo? Col cazzo! Oggi esisti solo tu e non ti perderò d’occhio un istante.” dichiara lei. “Pensa, mi vestirò pure un minimo elegante per accompagnarti. Tu innanzitutto dovresti raderti, per il resto puoi vestirti come ieri, ma anziché i pantaloni classici ti consiglio dei più pratici jeans.”

“Jeans?” ripete schifato Kevin.

- Non mi sto già umiliando abbastanza per te, Jessica?-


“Proprio così, jeans. Lo avrai pur messo un paio di blue jeans nella tua pomposa vita. Quando passiamo da me posso controllare se Luke ne ha lasciati un paio, anche se credo che ti andrebbero piuttosto larghini…” lo punzecchia lei.

“Piuttosto che avere addosso qualcosa di quel gorilla buzzurro del tuo ex, li chiederei a Daniel, più o meno abbiamo la stessa taglia. E comunque, sì, ce l’ho un paio di dannatissimi jeans!” ringhia Kevin, salendo le scale per andarsi a cambiare.

- Gelosia, funziona sempre!- sorride soddisfatta Jessica, prima di seguire il suo esempio.

 

Quando si ritrovano in salotto entrambi constatano che l’altro è stato di parola: Kevin, col volto fresco di rasatura, indossa davvero dei blue jeans con la camicia bianca e la giacca nera che aveva il giorno prima, mentre Jessica ha optato per un abitino smanicato longette, nero, elegante e minimal che lui nemmeno sapeva che lei possedesse.

“Direi che possiamo andare,” la esorta lui.

“Non ancora,” protesta lei, andando in cerca di qualcosa.

Fa ritorno qualche minuto dopo, dandogli un bicchiere di uno dei suoi Bourbon preferiti.

“Jessica, sono le dieci e trenta di mattina!” le fa notare Kevin, perplesso.

 

“Lo so, ma, tu che non hai una stupida regola dell’alcol, fallo, servirà a prepararti meglio a ciò che ti aspetta.” spiega lei, prima di calargli nuovamente sulla testa la parrucca viola che è andata a recuperare.

“E questa?” la guarda truce lui, prima di bere.

“Questa la terrai su fin da ora, è bene che entri nel personaggio!” decide lei, perfida. “Di’ un po’, ora non ti sembra più così tremendo quel maglione Natalizio che ti avevo fatto indossare!”

“Credimi, è molto meglio che io non mi esprima a riguardo." ringhia Kevin, finendo di bere. “Piuttosto mi compiaccio che il mio staff sia ancora sotto il silenzio che ho loro imposto.”

“Buon per te, ora sì che possiamo andare.”

“Dimmi, Jessie, la camminata fino al negozio la dovrò fare sui tacchi 12?”

“No, tranquillo, non sono cattiva fino a questo punto.” lo fa sentire sollevato lei con la sua risposta. “I tacchi li troveremo al Michael Salem Boutique e lì i tacchi 12 saranno quelli più bassi!” sogghigna spietata.


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Quando arrivano davanti alla boutique, Kevin è così titubante a entrare che Jessica si accerta che lui varchi la soglia con uno spintone.


“E tu chi sei, meraviglia?” lo accoglie una delle commesse transgender, una mulatta, alta circa un metro e novanta con una lunga distesa di capelli biondi e un make up decisamente eccessivo.

Accorre anche un’altra commessa, un’altra stangona, con una parrucca di lunghi riccioli rosso fuoco, la pelle ambrata e unghie lunghissime, laccate di rosso rubino.

“Ragazze, vi presento Miss Purple, ora lo vedete come piccola Principessa, ma voglio che facciate di lui una Regina!” le incita Jessica, incurante delle occhiatacce che le sta lanciando Kevin. “E proporrei di cominciare subito dalle scarpe.”

Le commesse non se lo fanno ripetere e portano quasi di peso Killgrave a sedersi su uno dei loro comodi divani grigio antracite.

Jessica preferisce un ruolo più attivo, gironzolando per il negozio alla ricerca di qualcosa che possa catturare il suo interesse.


“Comincerei con queste,” fa ritorno da Kevin con delle scarpe decoltè glicine, dal tacco decisamente non timido.

Kevin borbotta qualcosa fra sé e sé mentre le prova, sorprendendosi per la facilità con cui i suoi piedi denudati calzano quelle scarpe così eccentriche.

“Beh, non ti piacciono? Te le ho trovate pure del tuo colore preferito.” commenta Jessica, che si sta divertendo un mondo. “Ora alzati, prova a fare qualche passo.”

Killgrave obbedisce e a fatica rimane in equilibrio, per poi muovere qualche prudente passo, prima di capire che è meno difficile di quel che sembra.


“Ho visto anche degli stivali di vernice con le zeppe viola e un paio fucsia, ricoperti di glitter, con i lacci. Sai che ti farò provare anche quelli, vero?”

“Oh, per l’amor del cielo, ho bisogno di più alcool per arrivare a fine giornata!” alza gli occhi Killgrave, facendo un cenno a una delle commesse. “Hey, tu, rossa, posso avere una flute di spumante?”

“Mi spiace, tesoro, non siamo quel tipo di negozio, niente bollicine qui!”

“Beh, tesoro, non è certo un mio problema. Trovami una flute di spumante e portamela, facciamo anche due.”

“Ma certo, provvedo subito,” annuisce la commessa, lasciando il negozio sotto gli occhi esterrefatti della collega.

“Killgrave!” lo rimprovera Jessica.

“Ho detto che non avrei usato il mio potere per superare il provino, non abbiamo deciso nulla riguardo le commesse!” spiega innocentemente lui. “E comunque, prima che tu me lo chieda, anche la seconda flute è per me. Hai già esaurito le tue giornate alcoliche questa settimana e di certo non meriti nessuna eccezione alla regola!”

“Chi se ne fotte dell’alcol, neanche con la più micidiale delle sbronze mi divertirei come adesso!” gli ride in faccia lei, spudorata. “E siamo solo alle scarpe, pensa quando arriveremo ai vestiti, ti ci vorrà una bella ceretta per aver gambe levigatissime,” gli preannuncia lei.

“Co-cosa?” per poco non cade da quei tacchi vertiginosi Kevin.

“Scherzavo,” gli sorride innocentemente Jessica. “Il rasoio andrà benissimo. Non sono così cattiva!”

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Killgrave ha perso il conto dei tubini, delle gonne, degli abiti aderenti, dei body, delle pailette, delle piume di struzzo, delle borchie che ha dovuto indossare, per non parlare di tutti i pacchiani ed eccentrici accessori, ma alla fine, fra una risata e l’altra la sua terribile carnefice sembra aver trovato l’outfit adatto per farlo presentare al provino.

Jessica si alza dal divanetto per andare verso Killgrave, fargli la panoramica a trecentosessanta gradi, girandogli attorno e ammirando anche il suo riflesso allo specchio.


Kevin indossa un abito lungo stile Jessica Rabbit, che lo veste come una seconda pelle, disegnandogli forme che dubitava di avere, lo spacco vertiginoso che mette in mostra la gamba, ora perfettamente depilata in ogni suo punto, ai piedi gli stivaletti fucsia, glitterati con la zeppa, che ha trovato più comodi delle prime decoltè che ha provato.

Del resto quel colore acceso ben si sposa con le sfumature che vanno dal viola melanzana al blu notte all’ indaco di quel tessuto così lucido da ricordare il lattex.
L’abito è composto da due spalline che sorreggono un reggiseno fin troppo imbottito, c’è anche un minimal punto luce ad attirare maggior attenzione sul decoltè.

Completano l’opera quella parrucca viola che ormai è un’estensione di Kevin e un diadema di Swarovski, degno di una regina.

Le ragazze non hanno tralasciato nemmeno il make-up, che si compone di rossetto rosso corallo, fard, cipria, un ombretto color terra bruciata e mascara. Le unghie sono laccate di un bel rosso scuro intenso, ma come compromesso Kevin ha ottenuto che non gliene venissero applicate di finte.

“Ma guardati, sei una vera Regina!” approva la detective, mentre Killgrave è intento a valutare quale metodo di suicidio sarebbe il più istantaneo.


Questo prima che qualcosa appeso a una gruccia catturi la sua attenzione.


“Ecco come potresti vestirti da supereroina!” le consiglia, indicandole ciò che ha visto: una tutina intera viola orchidea, brillantinata, smanicata, dolcevita, con un’ampia apertura sullo stomaco e una sul decoltè, la schiena lasciata scollata, corredata di guanti fino al gomito e stivali morbidi lunghi fino alla coscia dello stesso identico colore.

“Che cazzo dici? Non uscirei mai in pubblico conciata così. Sembrerei una escort, o una che va a una festa di capodanno… o entrambe le cose!” denigra quella proposta lei.

“Hai detto che non la metteresti mai in pubblico, ma.. in privato per me, se facessi qualcosa di moolto meritevole?” tenta la fortuna Kevin.

-Se ho ottenuto un massaggio sensuale posso ottenere anche questo, è solo questione di tempo!- si carica di ottimismo il persuasore.

“Basta con le cazzate , eravamo qui per trovare qualcosa a te e lo abbiamo fatto. Ora vado in cassa a pagare, perché per un tale spettacolo sono più che disposta a metterci dei soldi miei, poi usciamo di qui, mangiamo qualcosa e poi nel pomeriggio prepariamo il tuo numero!” gli pianifica il resto della giornata.


“Quando dici ‘usciamo da qui e mangiamo qualcosa’... intendi che debba farlo conciato così?” le domanda Killgrave, col più puro terrore negli occhi.

Jessica si diverte a tenerlo un po’ sulla corda, ma poi si decide a rispondere.

 

“No, tranquillo, non sono cattiva fino a questo punto, vatti pure a cambiare e a dare una ripulita, tanto so come replicare quel make-up. Puoi anche levare la parrucca.” gli concede lei, con suo enorme sollievo.

Con un sorriso riconoscente, Kevin con un movimento oscillante fa rotta verso il primo camerino disponibile, mentre Jessica va sì alla cassa a pagare, solo che lo fa a modo suo.

“Metti tutto sul conto di Trish Walker.” dice alla prima delle commesse che li hanno serviti.

 

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“Non sono mai stato tanto felice di indossare dei jeans,” ammette Kevin, mentre, usciti da un ristorante sulla quarantaseiesima attendono che l’autista di Killgrave li riporti a casa.

 

“Goditi quella sensazione finché dura, perché appena siamo a casa ti rimetti in quegli abiti. Che canti bene me lo hai già dimostrato a Natale, e visto che hai già il look da Jessica Rabbit tanto vale scegliere ‘Why don’t you do right?’ come tuo cavallo di battaglia. Ricordo di averti visto guardare ‘Chi ha incastrato Roger Rabbit?’ , anche più di una volta, quando mi avevi rapita.” decide la bella detective.

“Tutto questo è un incubo, solo un incubo. Poi mi sveglierò e mi renderò conto che in realtà sono ancora in giro per il mondo con te, che ne so, magari a Roma, in quell’attico con vista sul Colosseo, te lo ricordi? E poi  faremo dell’amore dolce, dolce…”


“Semmai sarebbe un fottuto abuso dolce, dolce e no, grazie, sto bene dove sto. Il tuo incubo vivente continua!” lo disillude lei.

 

- In tutto questo, non ti sei accorta, Jessie, ma hai chiamato dove vivi con me ora ‘casa’. Tanto incubo non può essere.- sorride lui fra sé e sé, mentre la lussuosa auto si palesa all’orizzonte.


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“Insomma, dovrebbe piacerti, no? Hai visto quanto viola fra gli arredi?” lo punzecchia Jessica, mentre si aggirano al locale prestabilito verso le undici e mezza di sera.
 

“Non farmi dire niente, Jessica!” gli ringhia Killgrave, che però vestito e truccato così non può scomporsi più di tanto.

 

“Beh, carina sei carina, bambola,” approva il proprietario del locale, con un lungo fischio di apprezzamento. “Vediamo che sai fare!”
 

Proprio come aveva promesso a Jessica, Kevin si dimostra così convincente che diventa parte del cast senza che faccia uso dei suoi poteri.

 

Jessica si complimenta con lui, mentre il proprietario lo porta a conoscere le altre ragazze, cinque, per la precisione.

 

“Lei è Miss Purple, da domani lavorerà con voi, trattamela bene.” le lascia sole il titolare.


“Alzi la mano chi è stata aggredita di recente,” non si perde in convenevoli Killgrave e ad alzare la mano è quella più alta, dalla pelle nivea, messa ancora più in contrasto dai capelli neri con un'acconciatura stile Amy Winehouse.

“Okay. Voi altre, andate a farvi un giro. Io e questa panterona dobbiamo parlare.” ottiene di restare solo con lei Killgrave.


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La prima sera è servita solo a sondare il terreno, nella seconda ha potuto ripetere il suo numero davanti al pubblco pagante, dove figura anche Jessica, fra le prime file.

Non si sarebbe mai persa un tale spettacolo.

“Sbaglio o ci stai prendendo un certo gusto, Miss Purple?” lo raggiunge lei, dietro le quinte, a fine show della terza sera.

 

“Non potresti sbagliarti di più, voglio solo che questo incubo finisca al più presto!” digrigna i denti Kevin. “Tra l’altro, il manager ha detto che domani vuole vedermi con un altro look, qualcosa di biondo…” si lamenta, schifato.

 

“Non mi perderò nemmeno quello. E le indagini come vanno?”


“Ho parlato con Phoenix, la vittima, e da quello che mi ha detto sto già elaborando una mia teoria, ma prima mi servono ulteriori prove. L’aggressore non credo si sia visto nelle file in questi giorni, ma ho come il sospetto che tornerà domani. Sta mancando da troppo e Phoenix sta riacquisendo più sicurezza, ” la informa lui. “Ma ora, ti prego, torniamocene a casa che mi devo pure studiare il nuovo numero!”
 

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La sera dopo, Jessica è la prima a far partire gli applausi a scena aperta mentre Miss Purple è sul palco, nelle vesti di assistente di una specie di mago alieno, su uno sfondo che richiama qualche pianeta sperduto nello spazio.


Ha una bionda parrucca boccolosa, una canotta nera e una cortissima gonnellina nera a pieghe che gli lascia un po’ l’ombelico scoperto, decoltè con tacco a spillo in coordinato e l’espressione di chi non si sta divertendo affatto, per quando si impegni a mantenere i suoi gesti il più femminili possibile e rispetti i tempi comici delle poche ma fondamentali battute che ha.

 

Nel frattempo ciò non gli impedisce di controllare il pubblico e accorgersi di qualcosa di rilevante.

Ha ancora gli abiti da scena, quando, terminato il suo numero, si aggira per i corridoi, intercettando il presunto aggressore, piuttosto nerboruto.

 

“Fermo, non muoverti e non gridare,” gli si avvicina. “Sei tu che hai derubato e spaventato la Drag Queen Phoneix, non è così? Dimmelo!”
 

L’interpellato annuisce.

“Perchè lo hai fatto? Raccontami tutto e non omettere nessun particolare.”


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“Che significa che hai già risolto il caso?” si stupisce Jessica, quando ne parlano a colazione il giorno dopo.

 

“Significa quello che hai sentito. Ieri sera, quando siamo tornati, ero troppo stanco per parlare, ma ora te lo posso dire: durante il mio numero, le luci del palco mi permettevano di vedere bene l’area laterale del pubblico, dove c’era un tizio che stava al telefono in modo rapido, ma continuo, come se stesse prendendo degli ordini e poi guardava verso l’uscita in modo frenetico. Fortuna vuole che sia uscito in concomitanza con la fine del mio numero, e mentre tu sei rimasta a vedere anche le altre Drag, io l’ho rintracciato e gli ho fatto confessare tutto.” le racconta, versandosi altro caffè.
 

“Prendeva ordini da chi?” si incuriosisce lei, optando per una spremuta d’arancia.

“Era come sospettavo io. Non c’entrava il fan stalker o il ladruncolo da quattro soldi, nemmeno un club rivale. La matrice di tutto è stata amorosa: l’energumeno era al servizio del proprietario di un altro locale di Drag Queen,”

“Vedi che allora è un boicottaggio da parte della concorrenza?” lo interrompe lei.

“A un’analisi superficiale potrebbe sembrare così, ma se ti dicessi che il proprietario di quel locale altri non è che l’ex fidanzato di Phoenix?” la sorprende lui. “Voleva che Phoenix  tornasse a lavorare nel suo locale ed ecco perché le ha messo alle costole il finto aggressore, che doveva solo spaventarla un po’. Pensava che se si fosse resa conto che quello non fosse un ambiente sicuro, se ne sarebbe andata, così lui poi le avrebbe richiesto di rimettersi insieme.”

“Quindi Phoenix si sarà rifiutata e lo avrà mandato a quel paese!” deduce Jessica, che detesta ogni tipo di costrizione.


“No, Jess, la Drag si è commossa per il suo gesto e ha accettato di tornare da lui, in cambio di un anello al dito. Vedi? Ci sono persone in grado di capire l’amore disperato!” tira acqua al proprio mulino Kevin.


“Semmai io sono disperata perché ho il tuo amore!” gli fa una linguaccia lei, prima di concedergli almeno un bacetto veloce.

Del resto, Kevin se lo merita.

“Tutto è bene ciò che finisce bene!” commenta lei.

 

“Oh beh, non direi che per il Lips le cose siano finite così bene: nel giro di una sola sera ha perso due delle sue punte di diamante: Phoenix e … me!” sorride baldanzoso Kevin.


“E bravo il mio aspirante detective, hai risolto questo caso nel giro di quattro giorni, sali ufficialmente a quota otto.” gli conferma lei, con un altro bacio, stavolta più prolungato e partecipe. “E comunque non dovevi arrivare alla soluzione così velocemente.” si lamenta, quando si separa.

“E perché?” si acciglia lui.


“Tanto per cominciare, ora dovrai davvero startene buono finchè quella tinta non scarica,” gli ricorda lei. “Ma soprattutto è perché Miss Purple mi mancherà un sacco!”


TBC

C’è chi per addormentarsi conta le pecore, io conto i modi che, se Killy fosse ancora vivo da qualche parte e venisse a sapere di questa storia, userebbe per torturarmi.

Allora, vi è piaciuta Miss Purple? Voi non avete idea delle risate che mi son fatta a plottare e poi scrivere questo capitolo che, per la cronaca, non era nemmeno previsto che esistesse XD

 

Ah, la tutina che Killgrave indica a Jessica al negozio altro non è che quella che la concorrente della Grecia indossava agli Eurovision di quest’anno, io ho pensato J/K appena l’ho vista XDDD

E l’easter egg che ho inserito (chi l’ha notato) è una sitcom strepitosa che dove la cara Krysten era protagonista, con la sua tremenda e meravigliosa Chloe <3 … l’ho detto che avrei controbilanciato quello con Broadchurch XD

Vi lascio, liberi di.... tirarmi ortaggi (freschi possibilmente, che mi ci faccio una bella insalata estiva leggerina ahah)


Alla prossima, che, per chi la segue credo sarà ‘Walk in my shoes!’ ;)
   
 
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