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Autore: DANI1993    09/07/2021    0 recensioni
La fine del mondo è stata evitata, Glory è stata definitivamente sconfitta ma non senza conseguenze: Buffy infatti si è dovuta sacrificare per salvare per l'ennesima volta il mondo e sua sorella Dawn. Cosa combinerà durante la sua assenza, la Scooby Gang? Riuscirà quantomeno a condurre una vita il più possibile uguale a prima?
Questa storia ha l'intenzione di fornire una possibile interpretazione di ciò che potrebbe essere accaduto, durante quei mesi in cui Buffy mancò dal mondo.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dawn Summers, Rupert Giles, William Spike, Willow Rosenberg, Xander Harris
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 13






POV WILLOW



Non fu facile, almeno per me, mantenere il riserbo con Dawn riguardo ciò che era successo. Però ritenni da subito che fosse la cosa migliore: guai ad informare una persona tanto vicina, famigliarmente parlando, riguardo al voler far risorgere una sorella, illuderla che possa effettivamente accadere e poi, doverle, Morgana non voglia, ammettere di aver fallito. L’avremmo completamente distrutta moralmente. E questo era ciò che non volevo farle, assolutamente. E inoltre, non avrebbe compreso.

Non avevo ancora avuto proprio modo di riflettere su quanto stava accadendo, sulle nostre intenzioni e sulla reale capacità nel riuscirvi. Lo feci quella mattina e mi sorpresi nel momento in cui mi sentii fiduciosa. Anni fa, la fiducia in me stessa era la cosa più difficile da avere. Ero timida, introversa: prima di conoscere Buffy, fare amicizia con qualcuno era una delle cose più complicate, anche in virtù di un certo ostracismo che vedevo intorno a me circa la mia fede. Poca roba, comunque. Però lo percepivo e mi sentivo, in parte, sbagliata.

Lo studio e la scuola erano il mio rifugio. Anche alla Middle School ero la studentessa modello e questo, già lì, probabilmente per invidia, mi aveva praticamente isolato da tutti. Buffy è stata la novità, la mia vera, prima amica del cuore. Credo di poter affermare che per lei fossi la stessa cosa, quando era viva.

Non so molto della sua vita a Los Angeles, prima del trasferimento. Sapevo solo, perché me lo aveva accennato quando oramai la nostra amicizia era consolidata, che si erano lasciati i suoi genitori e dopo, complice anche l’incendio alla palestra dell’Hemery High e la conseguente espulsione, decisero di venire qui.

Quante volte mi aveva salvato…ne ho perso il conto. A cominciare dalla notte in cui scoprimmo che era un’abilissima cacciatrice di vampiri -dei quali, allora, ne ignoravamo completamente l’esistenza-. Se non fosse sopraggiunta in tempo, Darla in quel frangente, avrebbe fatto di Xander e me due vampiri, nella migliore delle ipotesi…

“Buongiorno” mi salutò Dawn, quando entrai a fare colazione.

“Dormito bene?” le domandai, prendendo un paio di uova e del bacon.

Non mi sfuggì lo sguardo, seppur fugace, che Dawn gettò al robot che nel frattempo si aggirava spolverando i mobili.

“Si, abbastanza”.

Non so spiegarmi, fino in fondo, perché continuasse a fissare il robot mentre parlava, ma immagino che si fosse quasi abituata alla sua presenza, in fondo.

Entrò Tara e, dopo esserci scambiate il saluto, Dawn si alzò.

“Alla fine, che avete deciso?”

Non capendo a cosa si stesse riferendo, precisò: “riguardo a quell’incontro, tra tre giorni”

“Ah, si” feci io, ricordandomene. “Beh, alla fine abbiamo deciso di programmare il robot, no?”

“Quindi Xander, verrà oggi a portare gli attrezzi?”

Gettai un’occhiata nervosa a Tara e annuii. La verità era che a Xander non avevo ancora accennato nulla, riguardo questo nuovo problema. La sera che Dawn ci sorprese a parlare, in verità, l’argomento era tutt’altro. Ma, essendoci dati appuntamento per oggi, al negozio, ne avrei approfittato per dirgli tutto. In fondo, non c’era bisogno di smuovere una montagna per convincerlo a portare una valigetta.

“Bene. Vado a studiare. Una voglia…”

“Dawn” la chiamai.

Lei si voltò.

“Ehm…se vuoi posso darti un aiuto”

Dopo una breve riflessione, rispose: “no, grazie, Willow. Preferisco fare da sola”

Il resto della mattinata, passò abbastanza in noia. Due o tre volte, fui tentata di chiamare Anya ed anticipare la riunione. Ma avendo a che fare con i clienti, al mattino, difficilmente Giles l’avrebbe lasciata sola. Tra l’altro, riguardo al signor Giles, era la milionesima volta che annunciava la sua partenza imminente, ma non era ancora partito. Non che mi desse fastidio, la sua presenza. Però, cominciava a seccarmi con le sue uscite che più dubbiose non potevano essere. Sembrava essere giunto ad una sorta di dubbio amletico di impossibile risolutezza.

Avevamo scelto il fuori orario, per vederci, in modo che Giles fosse di fatto fuori orario di lavoro e quindi a casa propria o magari, intento ad addestrare Buffy-robot.

Finalmente arrivò il pomeriggio e quando ci vedemmo al negozio, avevo portato con me il libro di rilegatura scura che ci avrebbe chiarito tutto.

“Aspettate un attimo” disse Xander, quando ci apprestammo a cominciare.

Lo guardammo.

“Dobbiamo eleggere un capo. Cioè colei che si prende tutte le responsabilità delle sue azioni”

“In che senso?”

“Beh…ecco. Ci rendiamo davvero conto di ciò che vogliamo fare? Potrebbe essere pericoloso…”

“Non ho affrontato i goblin, rischiando di essere mangiata viva, per poi mollare tutto, Xander. O sei con noi, oppure fuori” lo ripresi, abbastanza duramente. Oramai ero consapevole di ciò che sarebbe potuto accadere, ma non demorsi. Guai se l’avessi fatto. “Ricordatevi dove potrebbe essere Buffy in questo momento. Lo facciamo per una buona causa”. Questo bastò per zittire Xander e dissipargli i dubbi.

“Ok, va bene. Allora, votiamo” propose dopo una breve pausa riflessiva. “Chi propone di votare Willow come esecutrice e coordinatrice del piano?”

Xander alzò la mano, con mia sorpresa. Lo stesso fecero Anya e Tara. Praticamente tutti, all’unanimità votarono per me, cosa che in un certo senso mi fece anche piacere.

“Bene” fece Xander, sorridente. Mise la mano in tasca e ne estrasse un qualcosa di simile ad una placchetta su cui stava scritto: “Willow, Capo dei capi” che provvide poi ad inchiodare personalmente.
 
“Perfetto” aggiunsi, entusiasta della scelta.

Presi il libro e cominciai a leggerne l’indice. Il fatto di non trovare nulla su ciò che riguardasse il rituale per far resuscitare un morto, mi allarmò. Anzi, a pensarci bene, quasi mi venne il sospetto di essere stati ingannati. Lo feci presente sia a Tara che ad Anya, ma mentre Tara condivise le mie preoccupazioni, Anya restò inspiegabilmente impassibile.

Fece che prendere il libro, chiuse gli occhi e pronunciò qualcosa che non riuscii bene a capire. Poi guardò le pagine, sorrise e lo ripassò a me.

“Non sono molti coloro che debbono far resuscitare un morto. A quanto pare, il libro fornisce informazioni su richieste piuttosto comuni. Per le altre, ha bisogno di una richiesta esplicita”.

Guardai e, stavolta, l’indice era quasi totalmente cambiato. Guardai Anya grata ed esterrefatta ad un tempo e lei, con una scrollatina di spalle spiegò: “ero un ex demone, in fondo. Avevo a che fare piuttosto abitualmente con manuali di magia nera”.

Trovato ciò che serviva, presi a leggere.

Dopo averlo fatto, riferii brevemente quanto era scritto, senza rendermi conto almeno inizialmente quanto sarebbe stato complicato procurarsi il necessario per eseguire il rituale. Mi sembrava, inoltre, che più andavo avanti nella lettura, più folle mi era il piano che avevo in testa di perseguire. Però, come fare? Oramai avevamo iniziato il gioco, avevo trascinato gli altri fino a questo punto.

Valeva la pena tirarsi indietro?

“Quello che ci occorrerebbe in realtà non è molto. Dice innanzitutto che occorre, per eseguire il rituale, che Mercurio sia allineato con la Luna; occorre del sangue di animale, preferibilmente di cervo; e un qualcosa che qui chiama: “urna di O-Cyrlus”. “In realtà, so cosa è. E’ una specie di vaso di porcellana con geroglifici egiziani. Se vi servisse, saprei anche come procurarvelo” spiegò Anya.

“Davvero?” chiesi.
 
“Beh, si. Credo che non sarà molto semplice, però posso provare”.

“Perfetto. Allora un potenziale ingrediente, ce l’abbiamo”

Poi, tornai a leggere.

“Dice anche che perché l’incantesimo funzioni e necessario munirsi di candele, accederle e posizionarsi davanti alla tomba della persona che si vuole resuscitare. Colei che eseguirà l’incantesimo, dovrà segnarsi fronte e guance del sangue dell’animale ucciso e poi versare il sangue sul terreno, come offerta sacrificale”

“Letta così, fa venire i brividi” aggiunse Xander.

Il seguito, lo lessi per conto mio e impallidii. Notando il cambiamento di colore, gli altri si fecero avanti per spiare ciò che lessi, ma nel momento stesso in cui tentarono di farlo, come per incantesimo il libro prese fuoco e si incenerì.

“O cielo!” esclamò Xander, tirando all’istante indietro la mano per non scottarsi.

“E ora come faremo senza la guida?” domandò Tara.

“Non preoccupatevi” risposi, sovrappensiero. “Avevo terminato la lettura…”

“Willow, tutto bene?” domandò Xander, piuttosto preoccupato in volto.

“Si, tutto a posto…almeno credo”

“Willow, sei tu il nostro capo. Se tu volessi rinunciare a farlo, noi…”.

No. Sono decisa ad andare fino in fondo, oramai. Ne sarà valsa la pena, per salvare Buffy”.

Vidi che nessuno riusciva a comprendere fino in fondo, ma per evitare che potessero preoccuparsi a tal punto da rinunciare, decisi loro di tacere quanto avevo letto. L’avrebbe saputo solo Tara, una volta da soli. Lei avrebbe compreso. Gli altri no.

“Bene…allora sarebbe opportuno che iniziassimo a procurarci il necessario per il rito.

Ah, Xander…prima che mi dimentico, dovresti passare a consegnarci gli attrezzi per riprogrammare Buffy-robot”

“Cosa succede? E’ guasto?” domandò l’altro.

“No, è solo che…Dawn il primo giorno di scuola, avrebbe l’incontro con la preside. Dovrebbero discutere su tematiche scolastiche e quant’altro. Sai, novità ecc… ecco, dovrebbe essere accompagnata da un genitore o da un tutore. In questo caso…”

“Lei non avrebbe nessuno…” concluse Xander.

“Esatto. Eh, beh… il robot così com’è non credo possa sembrare pronta per sostenere una prova del genere, senza destare sospetti”.

“Un bel problema, insomma…”.

“Già” risposi. E in quel momento, solo in quel momento, mi resi conto dell’enorme rischio che avrebbe corso Dawn se il robot si fosse mostrato diverso da un essere umano. Ne avrebbero tolto l’affidamento e con ogni probabilità l’avrebbero rispedita dal padre.

“In quella casa, sta succedendo di tutto” aggiunse Tara, sconsolata. “Abbiamo una montagna di debiti con tutte quelle bollette da pagare. Non sappiamo come fare. Abbiamo anche lavorato, per cercare di ovviare a questa cosa…lasciamo perdere

“Dopo questo, capite anche perché ci occorre la vera Buffy? In fondo, senza di lei, ciascuno di noi, è molto più vulnerabile…”

Lo dissi soprattutto rivolto a Xander, il quale rimase in pensiero, senza dire o fare nulla.

“Ho controllato Mercurio” disse Anya, dopo un po’. “Fra tre notti è l’occasione per farlo. A mezzanotte, per la precisione, sarà l’orario giusto. Ciò significa che entro dopodomani dovremmo raccogliere l’occorrente necessario”.

Dopo esserci dati appuntamento, quindi, per la sera precedente al rito, a casa di Anya, ci salutammo. Non riuscii tuttavia a distrarmi da ciò che avevo letto. Ero cosciente che avrei rischiato seriamente di non sopravvivere a quel rituale, ma avevo scelto cautamente di tacerlo a tutti, tenendolo per me. Come avevo deciso, fin dal primo istante, lo rivelai a Tara, mentre tornavamo a casa, facendole giurare di non anticipare nulla agli altri fino a quando non lo avessi subìto.

Lei ovviamente si preoccupò molto, moltissimo a dire il vero. Chiese se fosse per forza necessario, si propose lei addirittura. Ma dopo il mio netto rifiuto a questa ipotesi tremenda, dovette cedere anche di fronte alla mia volontà, nonostante tutto, di perseguire la cosa fino alla fine. Anche a costo della vita.

Era quasi ora di cena, quando eravamo usciti dal negozio, terminata la riunione.

Tornati a casa, trovammo Dawn vestita per uscire.

“Dawn, dove stai andando?” domandai sorpresa.

Lei si guardò attorno, notai un certo disappunto.

“Ehm…da Spike” rispose. “Non preoccupatevi per me, farò presto”
.
“Va bene” risposi, ma una volta chiusa la porta non potei fare a meno di guardare Tara piuttosto sorpresa.

“Che c’è?” mi domandò lei, restituendomi lo sguardo interrogativo.

“No, niente. E’ solo che sarebbe la prima volta che esce e va da Spike vestita a quel modo…”.

“Magari dovranno andare in un qualche posto, poi”.

“Ti fideresti a lasciarla andare con Spike in un qualche posto?”

Tara riflesse un attimo, poi rispose: “beh si, in fondo, non può più farle del male, no? Il chip…”.

“Intendevo dire…”

“So quello che intendevi. Stai tranquilla” disse Tara, mettendomi una mano sulla spalla. “Dawn è assolutamente responsabile. Se notasse le cose mettersi male, non farebbe nulla di avventato e tornerebbe a casa immediatamente. E poi, sinceramente, non credo che Spike sia più quel vampiro che desidera farle del male

In fondo era vero. Dovevo smetterla di essere in pensiero per Dawn, ogni qualvolta si vedeva con Spike. Se avesse desiderato il male, per lei, lo avrebbe già fatto. E poi, non aveva rischiato la vita, per proteggerla da Glory? Era ora di darci un taglio…

“Guarda il lato positivo” aggiunse ancora Tara, un sorrisetto malizioso in volto. “Avremo più tempo per noi”

Sorrisi accondiscendente. Beh, si riflettendoci sopra, non era poi così male, come idea…

Circa dieci minuti dopo, suonarono al campanello e, quando il robot aprì vedemmo sulla soglia una ragazza dai capelli rossi che non avevamo mai visto prima.

“Buonasera” disse, piuttosto timidamente.

“Buonasera” rispose Buffy-robot, sorridendo.

“Cercavo Dawn” spiegò la ragazza, sbirciando dentro casa. “Sono una sua amica. Avevamo un appuntamento…”.

“Dawn? Dawn è appena uscita, doveva vedersi con Spike” rispose Buffy-robot.

“Ehm…chi?” domandò l’altra, senza aver dato segno di capire chi fosse questo Spike.

“Lascia perdere” intervenni. “Comunque non dovrebbe fare tardi”

“Se la vedete, ditele che Janice, la sua amica, l’aspetta al Bronze”.

“Va bene”.

Dopo che se ne fu andata, Buffy-robot si rivolse a noi e chiese: “come faceva a non conoscere Spike? Tutti conoscono Spike”.

Sinceramente ero all’oscuro delle amicizie di Dawn e lei non mi aveva mai accennato nulla di particolare. Mi sembrava però una ragazza piuttosto a posto, quella che ci era venuta a suonare e se davvero cercava Dawn per uscire, non ci vedevo nulla di male.

Avevo quasi terminato, insieme a Tara, la cena, quando nuovamente suonarono alla porta.

“Scusate il disturbo. Willow, ci sei?”

Era il signor Giles.

“Ah, scusate” disse ancora, quando mi vide arrivare e rendendosi conto che stavamo cenando. “Volevo soltanto mettervi al corrente che ho scelto, in linea teorica, il volo per il ritorno in Inghilterra”

“Ha deciso di andarsene?” chiedemmo in coro, Tara ed io.

“Beh…insomma. Ancora non lo so. Ma presumibilmente credo di sì”. Fece una piccola pausa e aggiunse: “Dawn non c’è?”, guardandosi attorno e notando l’assenza.

“Ehm… è uscita. Diceva che andava da Spike” risposi, temendo la sua irritazione alla notizia. L’irritazione tuttavia non fu la sua reazione, la sorpresa invece prese il sopravvento.

“Da Spike?” domandò. “Beh…vi farà piacere sapere che in questo momento, Spike si trovava in un locale non molto raccomandabile, a dire il vero, a giocare a poker con dei tizi tutt’altro che umani. Insomma demoni di ogni specie…”

“Beh, si, in fondo è un vampiro…” lo interruppi, quasi come se fosse cosa ovvia. Fintanto che non riprendeva la vecchia abitudine nel far del male alle persone, il resto era come dire, giustificabile.

“Si, è un vampiro… e sapete: a me non garba proprio per niente che sia Spike a doversi prendere cura di lei. Sarebbe stato meglio che Buffy, da suo Osservatore, non si fosse mai rivolta ad uno come Spike per proteggere sua sorella. Dawn è affezionata a lui e questo può essere un problema”.

“In che senso?”

“Beh, in fondo non sappiamo fino a quanto il chip continuerà a funzionare. E se smettesse di farlo, proprio mentre Dawn è con lui? Credete che la risparmierebbe?”

“Signor Giles” intervenne Tara. “Io non so come funziona la mente di un vampiro. Però…ho, abbiamo, notato quanto Spike sia rimasto sconvolto dalla morte di Buffy. Non crede che sia davvero cambiato?”

“I vampiri non cambiano, ragazze. Sono sempre assassini spietati e anche quando sono in letargo, come nel caso di Spike, è bene tenersene alla larga” spiegò il signor Giles, in tono perentorio. “Non hanno cuore, non hanno sentimenti, non hanno spirito di sacrificio… non hanno nulla che possa definirsi, anche solo lontanamente, similmente umano”.

“Però caccia insieme a noi” tentai. “Non può essere che lo faccia per finta”

“Lo fa perché è costretto. Insomma, come impiegherebbe il suo tempo vuoto, altrimenti? E poi, ricordatevi che siamo stati noi ad accettarlo. E come lo abbiamo accettato, qualora facesse un passo falso, lo combatteremo come combattiamo gli altri”

Con scarsi risultati” disse Tara, rivolta a me, in modo che Giles non potesse udire.

“A proposito di caccia, domani notte è l’occasione per riproporla. Che ne dite? Fatelo sapere anche agli altri: Xander e Anya…e Spike se lo vedeste”

“Va bene. Però lei dovrebbe fidarsi di più di Spike, crediamo” consigliò Tara. “Ad ogni modo non sappiamo se davvero Dawn si trova con lui”

“Possiamo provare a vedere” suggerì Giles, senza tanti giri di parole. In effetti l’idea di andare a spiare Dawn, se all’inizio poteva trovarmi d’accordo nella mia paranoia, adesso dopo le parole e le rassicurazioni di Tara lo credevo un po’ esagerato. Tara parve dello stesso avviso.

“Si starà divertendo…” disse, consultandomi e poi riportando il nostro pensiero.

“Beh, si…può darsi. Tuttavia dal momento che Buffy non c’è più, siamo chiamati a proteggerla. Non sia mai che qualcuno non voglia farle del male e potesse riuscirvi”.

La verità era che dopo ciò che avevamo affrontato negli ultimi giorni, e considerando quello che ci aspettava nelle settantadue ore successive, avrei preferito passare una serata in tutto relax. Dover girovagare per Sunnydale di notte, andando in cerca di fantomatici demoni che potessero casualmente imbattersi in Dawn, mi scocciava.

Dopo che ci fummo rivestite, uscimmo di casa e cominciammo la ricerca. Se ben ricordo, l’amica aveva detto che il luogo di ritrovo sarebbe stato il Bronze, ma quando lo facemmo presente a Giles, questi momentaneamente disse che doveva prima verificare una cosa.

Ci portò in un angolo di Sunnydale che non frequentavamo abitualmente e quando entrammo notammo che era popolato da ogni genere di demone. Stranamente sembravano momentaneamente in pausa perché ci fecero accomodare, senza attaccarci. Il barman era un uomo sulla cinquantina con una grossa chiazza calva sulla testa.

Giles ci guidò in uno stanzino laterale, dove, seduti in un tavolo rotondo trovammo Spike intento a giocare ancora con altri tre demoni. Uno era color rosa, con orecchie da pipistrello piuttosto afflosciate e delle pieghe negli avambracci, un altro era completamente rosso e il terzo era senza dubbio il più buffo di tutto: un mezzo uomo con la testa di squalo.

“Buonasera, signori” disse lo squalo, voltandosi verso di noi. “Avete appena assistito alla mia personale vincita: quaranta gattini che il signor Spike mi deve”.

“Mi avete distratto” si lamentò Spike, rivolgendosi a noi. Noi due, Tara ed io, facemmo intendere che ci dispiaceva, ma il signor Giles invece parve non dispiacersi molto.

“Volevamo verificare che Dawn non fosse con te”

“Dawn? Cosa le è successo?” domandò Spike, alzandosi di colpo e accompagnandoci all’uscita.

“Niente di che, in realtà. E’ uscita e ci ha detto che andava da te” spiegai.

“Non l’ho vista, invece” rivelò il vampiro al che Giles si mise una mano sulla fronte, un po’ preoccupato.

“Aspetti, Giles” intervenne Tara all’improvviso. “A dire il vero sappiamo dove potrebbe essere”

“Dove?” chiese Giles, concentrando tutta l’attenzione su di lei.

“Era venuta una ragazza, di nome Janice…”

“Che razza di nome è?” la interruppe Spike, ridacchiando sommessamente. Tara lo ignorò.

“Diceva che stava cercando Dawn, per uscire. Probabilmente si sono incontrati lungo la strada e…”

“Probabilmente, forse, vi sareste fatti infinocchiare da una ragazzina di quindici anni” rispose Spike, con una smorfia. “Non riesco proprio a capire come voi abbiate potuto lasciarla sola e non abbiate compreso che era tutta una messa in gioco, per essere libera stanotte”.

“Noi…non lo sapevamo” mi giustificai con un filo di voce.

Non lo sapevamo…” fece il verso. “Voi non sapete mai niente!”

“Spike” intervenne Giles, distratto.

“Oh, andiamo, Giles. Non ho forse ragione?”

Il signor Giles si morse il labbro, pur di non dare quella soddisfazione a Spike e disse: “qualunque cosa dobbiate dirvi, la direte dopo. Adesso dobbiamo cercarla e sperare che si stia davvero passando una serata allegra. E non qualcosa di peggio…” disse l’ultima frase, con un brivido che gli passò per la schiena.

Quando arrivammo al Bronze, ci dividemmo e ci mettemmo a cercare tra la folla, come sempre numerosa, se da qualche parte ci fosse Dawn.

Non la trovammo da nessuna parte. Chiedemmo in giro e nessuno che sapesse nulla.

Uscimmo dal locale.

“E adesso, che si fa?” poiché non avevamo trovato neanche l’altra ragazza.

“Aaahhh” fece Giles, nervosamente, aggrottando la fronte e pulendosi le lenti, come sempre, quando rifletteva.

“Semplice” rispose Spike. “Prendiamo qualcuno, torturiamolo e vedrai che parlerà”

“Spike, non è il momento di scherzare” lo riprese di nuovo Giles.

“Sapete? Credo che la cercherò da solo, visto il gruppo di imbranati con cui sono capitato”

“Ragazze, per favore!” disse Giles. “Non facciamoci prendere dall’ansia. Non può essere andata troppo lontano”

“Già, magari proprio adesso si trova dall’altra parte del mondo”

“Spike, vuoi finirla?!?”

“Perché, Giles, il pezzo grosso, non ammette di essere completamente disorientato? La verità è che Buffy vi ha sempre risolto ogni problema. Vi siete sempre cullati sulla sua presenza. Mai una volta che invece le abbiate detto: “no, questo problema lo risolviamo noi. Tu per stasera puoi riposarti” Non avete mai neanche lontanamente preso in considerazione l’idea che un giorno lei non ci fosse più a risolvervi ogni cosa e…”

“BASTA!!” urlò Giles. Prese per il colletto della giacca di pelle nera di Spike e gli disse, digrignando i denti.

“Non ti permetto di nominare Buffy in mia presenza. Non sei nella posizione migliore per poterla difendere quando, per un anno intero e più, hai fatto di tutto per eliminarla. Solo perché adesso hai quel chip nella testa, non credere che abbiamo cambiato opinione su di te”

Spike sorrise sprezzante, ma tacque. Giles lo mollò.

Dopo aver assistito alla scena, io e Tara, completamente impotenti, cominciammo a ragionare sul da farsi, quando improvvisamente una voce alle nostre spalle disse in tono sorpreso: “Willow, Tara…cosa ci fate qui?”

Ci voltammo di scatto, compresi Spike e il signor Giles e vedemmo Dawn sola.

Il sollievo fu così grande, che quasi scoppiammo a ridere.

“Dawn. Santo cielo. Avresti dovuto avvertirci che saresti uscita con quella tua amica. A proposito, dov’è? Dove eravate tutti e due?”

“Dentro il Bronze, no?” rispose lei, come se fosse una cosa ovvia.

Rimasti perplessa da quella risposta.

“Ma non ti abbiamo visto” risposi.

“Ti giuro che eravamo lì dentro. Poi sono dovuta uscire, perché Janice voleva essere riaccompagnata a casa. Ma ti giuro che siamo state tutto il tempo lì” disse, indicando l’entrata del locale.

“Dawn, però la prossima volta avvertici con chi esci. Altrimenti potremmo preoccuparci” la rimproverò dolcemente Tara.

Dawn non disse nulla, ma mi parve di vedere un’ombra di ribellione in lei e se fossimo state solo noi tre, senza il signor Giles e Spike, sarei stata quasi certa che avrebbe parlato.

Tutti sollevati, per quella, era il caso di definirla, avventura che si era conclusa fortunatamente bene, tornammo ciascuno nelle proprie abitazioni.

“Allora, ci vediamo domani notte per la pattuglia al cimitero, d’accordo?” disse Giles, appena prima di salutarci. “Avvertite anche gli altri: Anya e Xander. Spike, se vuoi venire…”

Il vampiro non rispose, ma dallo sguardo che fece, capii che aveva accettato.

Non potei comunque fare a meno, quella notte, di riflettere su quanto Spike aveva detto. Era vero: avevamo lasciato che Buffy ci salvasse le penne tante, troppe volte. E la conseguenza di ciò, ci aveva portato all’idea folle di farla ritornare al mondo. Perché senza di lei, non sapevamo come fare. E il robot, seppur lodevole, non era comunque la Cacciatrice. Non seppi se fosse predominante il bisogno che tutti noi avevamo di lei o l’idea che potesse trovarsi in una qualche dimensione infernale a decidere di farla tornare in vita.

Ad ogni modo, rigirandomi nel letto, in compagnia di Tara non potei non dire queste parole, prima di cadere nel sonno: “ovunque tu sia, Buffy, io ti riporterò dopodomani notte, nel mondo. E’ una promessa!”
 
 

 

NOTE DELL’AUTORE




Eccoci qui al penultimo capitolo carissimi lettori! 😊
Spero che la storia vi sia piaciuta (l’ultimo capitolo si riallaccerà sostanzialmente alla scena iniziale della sesta stagione). Mi fa davvero piacere che le visualizzazioni siano state molto buone, oltre le aspettative. Davvero, grazie davvero di cuore!!
Riguardo questo capitolo, la prima parte riguarda sostanzialmente il raduno del gruppo per scoprire l’occorrente necessario al rito di resurrezione. Per gli ingredienti, devo dire, sono andato abbastanza ad occhio prendendo gli spunti necessari all’episodio vero e proprio. Tutto quello che qui è scritto, è preso dalla serie tv!
La seconda parte è più libera e ho scelto di lasciare Dawn un po’ più libera del solito, sebbene lei abbia di fatto mentito a Willow e Tara su quali fossero le sue intenzioni.
Janice, in particolare, è la ragazza che appare nell’episodio: “Bugia pericolosa” e che presenta Dawn al gruppo di ragazzi che si scoprono vampiri nel corso della puntata.
In particolare Dawn afferma che quel ragazzo a cui fa la presentazione, Zack, lo aveva intravisto ad una festa. Sebbene qui non sia stato specificato, ho pensato che questa potesse essere l’occasione per adocchiarlo la prima volta.
Per il resto, lascio a voi l’interpretazione! 😊
Mi auguro che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento. Ci leggiamo venerdì prossimo per la conclusione della storia! Vi ringrazio ancora a voi tutti e vi auguro, come sempre, un buon fine settimana!!  
 
   
 
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