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Autore: Atenah    11/07/2021    1 recensioni
Avete mai pensato che il mondo che conosciamo non è altro che un fascio di storie? Esse si intrecciano fra di loro, annodandosi, confondendosi l’una con l’altra e non c'è nessuno che le possa conoscere nella loro interezza.
Vi narrerò quindi una storia di Inganno e Fedeltà che, come potrete immaginare, parlerà anche di caos e tempeste, essendo ciò veramente inevitabile quando si uniscono due opposti.
Loki x Sigyn
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frigga, Loki, Odino, Sigyn, Thor
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ᛖᚾᛞᛁᚱ – Endir

(Conclusione)


 


 

Il banchetto era insopportabile. Tutto era pieno di voci, schiamazzi, idromele e cibarie e tutto ciò che Sigyn voleva fare era scappare, stendersi su una spiaggia e lasciare che le onde del mare pian piano la levigassero, la sciogliessero e la portassero via, lontano. Il Caos urlava potente nelle sue orecchie e la Vanir avrebbe voluto piangere, invece si obbligava a sorridere facendo uno sforzo immenso e ringraziava tutti coloro che venivano a congratularsi con lei.

Loki le sedava accanto, ma così lontano che non ne percepiva neanche il calore ed allo stesso tempo avrebbe voluto urlare perché ne sentiva così tanto il bisogno. Si ricordò del sogno1 fatto nella notte subito dopo quel primo fatale bacio, di come si era illusa di afferrare le redini rosse del Destino, quando invece per colpa sua tutto era andato perso.

Era la loro festa, ma gli sposi non mangiarono niente. Loki si limitò a qualche corno di idromele, Sigyn non riuscì a mandare giù neanche quello. Non era sicura se il tempo si fosse fermato o se improvvisamente stesse scorrendo velocissimo perché ad un certo punto le ombre si fecero più lunghe, i visi degli ospiti più rossi e le sue orecchie frusciavano come se fossero piene di api. La sera calò su Asgard improvvisamente e le parve quasi di tornare nella stanza buia nella quale aveva trascorso gli ultimi tre giorni.

Le bruciavano ancora gli occhi e fu costretta a battere le palpebre più volte prima di riconoscere i sacerdoti che si stavano avvicinando insieme a Freija. Fu annunciato il ritiro degli sposi, la festa sarebbe continuata anche senza di loro, comunque alcuni Æsir, specialmente giovani, si riunirono presso l’uscita intonando un brindisi quando il Principe e la Principessa passarono loro di fianco ed alcuni osarono addirittura dare una pacca a Loki con una risata giocosa; lui regalò a tutti coloro che lo toccarono uno sguardo che prometteva sangue e dolore la prima volta che avesse messo mani su di loro.

Camminarono per i vasti corridoi dorati. Freija faceva strada e dietro di loro nove sacerdoti avevano intonato un canto che somigliava più a sospiri del vento che vere e proprie voci. Giunsero alle stanze di Loki e Sigyn percepì nuovamente la bruciante vergogna nel ricordare come pochi giorni prima, nel sgusciare da quella stessa porta, si era voltata ad osservare il letto sfatto pensando che sarebbe stata l’ultima volta.

La porta fu chiusa ed i sacerdoti circondarono i letto con candele profumate di rosa che avrebbero dovuto portare fortuna e fertilità durante la prima notte di nozze. Il canto dei sacerdoti era diventato più insistente ed iniziarono a svestire la coppia. Sigyn chiuse istintivamente gli occhi, le bruciava il viso. Sapeva che avrebbero lasciato lo sposo con addosso i pantaloni, ma era tradizione che la sposa fosse denudata completamente. Loki l’aveva vista fin troppe volte nuda, non aveva mai provato vergogna, si era lasciata travolgere dalla lussuria, eppure in quel momento era come se i sacerdoti stessero mettendo in rilievo tutti i suoi errori. Senza pensarci si toccò il collo e quasi pianse quando percepì sotto le sue dita i segni che il Principe le aveva lasciato sulla pelle quattro giorni prima mentre gemeva contro una fredda colonna. Tutti dovevano averli visti durante la cerimonia.

Freija, Dea dell’Amore e del Desiderio, si fece porre nuovamente la coppa contenente latte e petali che aveva utilizzato durante la cerimonia nuziale nella quale si bagnò le dita per poi prendere un sottile panno bianco che avvolse intorno al corpo della sposa. I canti cessarono, il rito si era concluso ed improvvisamente rimasero solo loro e le candele profumate intorno al letto.

ᛚᛋ

La prima cosa che Loki fece fu spegnere quelle insopportabili ed inutili candele. Fu quasi sul punto di scagliarle contro un muro in modo che si frantumassero, ma alla fine si limitò ad ammassarle in un angolo vicino alla porta, poi si rivestì. Sigyn non si era mossa, stava ancora dritta in piedi in mezzo alla stanza avvolta in quel telo ridicolmente trasparente; ebbe di nuovo l’impressione che si fosse trasformata in una statua di marmo e strinse la mascella.

“Direi che non abbiamo bisogno di consumare il matrimonio” disse tagliente, avrebbe spaccato quel marmo colpo dopo colpo. La Vanir non si mosse continuando a dargli le spalle: “Perché senti bisogno di rendere la situazione ancora più terribile di quel che non è già?” parlò ed il suo tono risultò piatto. Loki inspirò, la mascella ancora stretta: “Perché la situazione è terribile, mi dispiace deluderti, ma un matrimonio combinato non è mani una questiona piacevole, Principessina.

Voleva che urlasse, che quella sua compostezza si rompesse in schegge di vetro, ma quando Sigyn si volse verso di lui sul suo viso lesse dispiacere, vergogna e tristezza, il che lo fece infuriare ancora di più. “Mi dispiace, Loki, davvero” disse con un sussurrò. In risposta le regalò una risata sarcastica: “Ti dispiace? No, menti. Non ti dispiaceva affatto quando gemevi nel mio letto, quando dicevi il mio nome. Per una volta, smettila di autocommiserarti.”

Aveva superato il limite e se ne rese conto con soddisfazione. “È stato un errore, Loki! Un errore imperdonabile che ho commesso, che abbiamo commesso, adesso ne paghiamo le conseguenze!” gridò lei voltandosi verso di lui. Loki le si avvicinò: “Dici che si è trattato di un errore, lascia che ti dica una cosa: io non commetto errori talmente grossolani, io non pago le conseguenze, io sono il Dio dell’Inganno, non mi faccio ingannare da altri” alzò anche lui il tono percependo la frustrazione che gli colava dalle labbra. “Avremmo potuto evitare questo, ti saresti potuta rifiutare, o ti sei scordata di essere una persona libera? Avresti potuto fare qualcosa, qualunque cosa, invece davanti ad Odino non sei riuscita a dire neanche una parola, non sei altro che la marionetta dei tuoi zii. Nulla di tutto questo sarebbe successo se tu non ti fossi fatta immischiare in sporchi accordi politici comprendenti un matrimonio combinato!”

L’aveva ferita, ma in quel momento percepiva solo la soddisfazione di averle detto in faccia tutto quello che pensava davvero, di averla accusata come aveva voluto fare davanti al Padre Tutto. Il colpo che gli sferrò Sigyn fu però molto più violento e le servì solo qualche parola per sferrarlo. “Avrei voluto essere sposata con Theoric” disse senza osare guardarlo.

Loki si trovò ad espirare improvvisamente come se avesse ricevuto uno schiaffo e lasciò qualche secondo alla sua mente per elaborare ciò che aveva appena udito. Avanzò verso di lei digrignando i denti finché la Vanir non si trovò con la schiena contro al muro. “Davvero?” sibilò e non riconobbe quasi la sua voce, gli faceva male la gola. “Avresti preferito sposare quel bruto che ti ha picchiata?” Quello che Sigyn insinuando era terribile, disgustoso, avrebbe voluto gridarle di svegliarsi. “Come puoi dire una cosa del genere? Io non ti toccherei mai, Sigyn, non credo di averti mai forzato a fare niente.” Sentiva un enorme nodo di infinite sensazioni diverse che si aggrovigliavano dentro di lui. Il suo cuore gli martellava il petto, il suo respiro era veloce, incredulo.

Lei lo guardava, aveva gli occhi stanchi e tristi: “Tu non mi vuoi” disse infine. Loki era sempre stato particolarmente bravo a percepire i pensieri di chi gli stava attorno, ma in quel momento non capiva, Sigyn gli pareva infinitamente lontana e la cosa lo infastidiva: “Cosa?”

La Vanir sospirò e notò che aveva gli occhi lucidi: “Non sono altro che una bella ragazza da conquistare, o no?” fece appena in tempo a dire, poi le lacrime le bagnarono il viso. “Io… io ero così ingenua. Ero sicura di aver trovato qualcuno di speciale, pensavo che ti piacesse parlare con me, ho pensato che fossi dalla mia parte” diceva fra un singhiozzo e l’altro. “Pensavo di amarti. Invece era tutto solo un’illusione, come quel maledetto fiore che mi hai fatto vedere nei giardini. Tutto falso. E mentre io sognavo ad occhi aperti di aver trovato l’amore, chissà quante altre donne hai avuto.”

Loki la guardò dritta negli occhi sperando che percepisse anche lei tutta l’amarezza che riempiva l’aria, poi scosse leggermente il capo e si allontanò di una passo: “Non una dalla prima volta che ti ho baciato” gli scivolò dalle labbra con cattiveria perché con quella affermazione lo aveva offeso; ci mise un attivo prima di rendersi conto di averlo detto. Lei volse il viso da un lato in modo che non le potesse più vedere gli occhi, ci fu silenzio anche se il Caos urlava ancora. “Vorrei fare un bagno” disse poi.

ᛚᛋ

Loki si passò una mano sul viso con un sospiro quando Sigyn sparì nelle stanze da bagno, aveva mal di testa e la sua mente era ancora piena di rabbia e di così tante altre cose che non osava seguire il flusso dei suoi pensieri. Si sedette sul suo letto, aveva la gola secca dopo tutti quegli urli che si erano scambiati, ma non aveva voglia di chiamare qualcuno per farsi portare dell’idromele, avrebbe solo complicato le cose.

Pensò alla situazione in cui si trovava e giunse con fastidio alla conclusione che la Vanir avesse ragione. Le cose sarebbero potute andare diversamente, ma ormai c’era ben poco che si potesse cambiare ed avrebbero scontato le conseguenze delle loro decisioni che lo volessero o no.

Qualcosa ti sfugge” aveva detto sua madre ed ovviamente aveva avuto ragione. Loki percepiva chiaramente la mancanza di un tassello e la cosa lo faceva imbestialire, lui aveva sempre voluto riuscire a vedere tutto nel suo intero, mentre in quel momento cercava disperatamente di trovare l’inizio del groviglio che percepiva al suo interno.

C’era così tanta rabbia e rimpianto. Poi improvvisamente gli venne in mente che quel giorno non sarebbe affatto dovuto essere quello del suo matrimonio, bensì quello di Sigyn e Theoric. La realizzazione gli arrivò talmente velocemente alla mente che dovette prendere un lungo respiro per concepirla del tutto. Seppe quasi subito che non sarebbe riuscito a tollerarlo se fosse accaduto, mai e poi mai avrebbe voluto che Sigyn sposasse quell’uomo. La seconda cosa che gli fu chiara fu altrettanto impegnativa: il fatto di aver sposato la Principessa Vanir aveva impedito come unica cosa il matrimonio originariamente combinato. Aveva sempre voluto Sigyn, ma l’opzione di averla senza nessuna conseguenza non c’era mai stata, sarebbe stato o lui o Theoric e nient’altro. Aveva desiderato avere tutto senza dare niente, ma quel desiderio non corrispondeva alla realtà, si era sbagliato nei suoi calcoli.

Si era cacciato in qualcosa di grande e grosso, sua madre aveva ragione anche riguardo un’altra cosa: non avrebbe mai fatto nulla del genere per altra donna. Da quando aveva parlato con lei per la prima volta era sempre stata la sua unica direzione e lui non se ne era neanche reso conto. Si era perso nel Caos e capì improvvisamente che ciò che Sigyn aveva chiamato illusione non lo era stato affatto e che si era ingannato da solo con enorme successo.

Gli sfuggì il principio di una risata sarcastica che però gli morì in gola. Era ancora arrabbiato, ma era una rabbia diversa.

ᛚᛋ

Sigyn uscì dalla stanza da bagno rossa in viso ed ancora avvolta nel telo bianco che per via dell’umidità aderiva ancora di più al suo corpo. Non era ancora stato spostano nulla dei suoi averi nelle stanze del marito. Loki notò che non aveva ancora sciolto l’acconciatura severa, probabilmente per sentirsi meno nuda ed esposta.

La Vanir lo guardò un attimo in viso e lui capì che non aveva più voglia di litigare, sperò che non ce ne sarebbe stato bisogno, aveva un gran mal di testa ed era stanco. Sigyn si sedette al suo fianco sul letto con un sospiro stando attenta a non far sfiorare i loro corpi. Per un po’ ci fu silenzio, era come se si stessero preparando per il discorso che sarebbe seguito. Loki si sentì fastidiosamente colpevole.

“Quando eravamo insieme ti ho mai dato l’impressione di non volerti?” le chiese sforzandosi di mantenere il suo tono calmo. Sentì Sigyn deglutire. “Lo hai detto tu davanti al Padre Tutto: non mi avresti mai sposato di tua volontà” disse piano. Loki si volse verso di lei nonostante continuasse ed evadere il suo sguardo: “E tu Sigyn? Se qualcuno te lo avesse chiesto una settimana fa, avresti detto che mi avresti sposato?” Lei non disse nulla e così seppe di avere ragione: “Avresti detto di no. Quella notte quando sei venuta qua a domandare i miei baci, quando abbiamo fatto il nostro ingenuo patto, ti eri già arresa all’idea di sposare Theoric. Non hai mai neanche considerato di chiedere la mia mano in matrimonio, eppure ora mi rinfacci di non essermi inginocchiato davanti a te con un anello di fidanzamento?”

Finalmente Sigyn incontrò i suo sguardo, era pieno di dispiacere, vergogna e rimorso di cui Loki non capì le cause. “Io ti avrei sposato, Loki.” disse, il che gli vece involontariamente trattenere il respiro per un attimo. Poi i bei occhi della Vanir si fecero di nuovo pieni di ombre: “Quando ho detto che pensavo di amarti dicevo sul serio, ma tu lo sai che non avrei mai potuto diventare tua moglie. Io ho accettato di sposare Theoric perché sono prima di tutto la Principessa di Vanaheimr e mi chiamano la Dea della Fedeltà e voglio essere fedele al mio popola ed alla mia patria, oltre che alla mia parola ed i Vanir avevano un bisogno disperato di quel matrimonio ed io l’avrei fatto per loro” abbassò le ciglia triste: “Invece ho tradito tutto quello che avrei mai potuto tradire.”

Loki la guardava ad occhi sbarrati. “Fedeltà. Eri pronta ad essere fedele a tutti e chiunque, ma avresti accettato di tradire te stessa nel peggiore dei modi? Come hai potuto pensare di sacrificarti in tale modo?” scandì le parole incredulo e sentì un altro tipo di rabbia salirgli lungo la spina dorsale.

Sigyn aveva preso a tormentarsi le mani e non lo guardava più: “Vorrei sempre fare il meglio per le persone che mi stanno intorno, è nella mia natura.” Loki si alzò di scatto frustrato: “E tu?” sbraitò: “Hai mai pensato a cosa è bene per te? Lo sai perché sei venuta da me quella notte? Perché eri disperata, tutto il tuo futuro ti stava scivolando dalle mani e per un attimo te ne eri resa conto. Dici che è stato un errore, ma ti assicuro che in quel momento sapevi benissimo cosa volevi, me l’hai detto dritto in faccia di volermi.”

Lei lo guardava con i suoi grandi occhi grigi e sembrava cercare delle parole senza sapere bene cosa dire ed in realtà non lo sapeva neanche lui. Stette in piedi davanti a lei per un po’ aspettando che gli venisse in mente qualcosa, ma era già notte fonda ed era stanco. Poi parlò Sigyn: “Ero sincera, ma noi no saremo mai dovuti essere.”

Loki si chinò su di lei e la baciò per cancellarle dalle labbra tutte quelle parole sbagliate. Avevano litigato abbastanza, nessuno dei due aveva più la forza di ragionare e discutere, volevano solo perdersi nel Caos come aveva sempre fatto.

Il telo bianco le scivolò dal corpo e Loki posò le sue labbra sul suo collo mentre portava le sue mani ai suoi capelli di luna e scioglieva finalmente la complicata pettinatura che era parsa quasi dolorosa. Sigyn ansimava e lui le percorse il corpo a baci come aveva pensato di non potere più fare, lasciando segni brucianti sulle sue spalle candide, sulle clavicole, sui seni, sentendo i muscoli della Vanir flettersi sotto di lui. Poi la guardò in viso e si bloccò sentendosi gelare, il viso di Sigyn era rigato da lacrime. “Ti ho fatto qualcosa?” le chiese e sentì il groviglio di sentimenti tornargli in gola velocissimo. Lei scuoteva la testa e Loki non capiva, provò una frustrazione profonda, non gli era mai successo che una donna si mettesse a piangere nel suo letto.

“Io ti voglio” singhiozzò Sigyn: “Invece non dovrebbe essere così. Questa dovrebbe essere la mia prima notte di nozze ed io dovrei essere terrorizzata e stesa su un letto diverso da questo.” Loki la zittì subito, prima che potesse andare avanti con quei ragionamenti contorti: “Smettila” ringhiò: “Sei mia moglie e quindi mi puoi desiderare quanto ti pare e piace. E sì, le cose sarebbe dovute andare molto diversamente, ma non osare pensare che sarebbero dovute andare come stai dicendo, è arrivato il momento di prendere in mano la tua vita, Sigyn, e quindi smettila di parlare di futuri mai avvenuti nei quali qualcuno ha cercato di intrappolarti. Smettila di ingannarti” le disse tutto d’un fiato e la zittì per davvero.

Sigyn gli accarezzò il petto lentamente, come se dovesse ancora comprendere del tutto quello che Loki le aveva appena detto, poi gli slacciò le fibbie della camicia per poter toccare la sua pelle ed infine si alzò dal letto per mettersi in piedi dinanzi a lui, vicinissima, in modo che i loro corpi si sfiorassero e lo guardò chiedendogli un bacio. Loki le lo diede. La tirò verso di sé come per assicurarsi che fosse veramente lì e le catturò le labbra a lungo. “Mia” le disse come aveva pensato di fare molte volte e Sigyn si lasciò adagiare sulle lenzuola fremente.

ᛚᛋ

Quando Loki si svegliò la mattina seguente gli parve quasi di aprire gli occhi dopo una notte di sogni faticosi, ma ovviamente le grida e le accuse che lui e la Vanir si erano lanciati poche ore prima, così come quello che era successo dopo, era tutto avvenuto veramente. Percepiva il respiro leggero di Sigyn sul suo collo e la sua mano sul suo petto, appena sotto il cuore. Le loro gambe erano intrecciate e la pelle di lei ancora bollente d’amore.

Per la prima volta dopo lunghi giorni si sveglio con la mente abbastanza limpida. Seguì il filo dei suoi pensieri in pace disegnando linee astratte sul fianco della donna dai capelli di luna, della mia donna, pensò ed anche se era un pensiero inusuale, e sarebbe rimasto tale per un po’, non percepì la rabbia che aveva riempito i giorni precedenti. Loro erano puro Caos insieme, il Dio dell’Inganno e la Dea della Fedeltà era una combinazione abbastanza bizzarra, ma avrebbero trovato il loro posto, il Caos non era spaventoso come pareva. Gli venne in mente che la sua situazione non era affatto così terribile, aveva sposato la Principessa di Vanaheimr, futura Regina, dal punto di vista politico, ciò rendeva lo rendeva un ottimo candidato al trono di Asgard.

I suoi pensieri furono interrotti da Sigyn che si destò tirandosi su accovacciata e mezza avvolta fra le lenzuola. Loki piegò le braccia dietro alla nuca e ricambiò il suo sguardo. Pensò che con il seno mezzo scoperto, le labbra gonfie e la luce de mattino che le illuminava i capelli scompigliati fosse veramente bella. “Ieri hai detto che pensavi di amarmi, lo pensi ancora?” le chiese senza veramente sapere perché lei sorrise e per una volta sembrò tranquilla, i suoi occhi privi di tormento e vergogna di cui erano stati pieni durante la notte. “Credo di sì” disse: “Ma del resto adesso ho tempo di pensarci per bene.” Poi abbassò un po’ lo sguardo, timida come lo era stata durante i loro primi incontri: “Non è vero che avrei voluto sposare Theoric. Non avrei voluto sposare nessun altro che te” aggiunse con un bisbiglio. Loki si alzò verso di lei per baciarla con un sorriso quasi di trionfo: “Neanch’io avrei voluto che tu sposassi qualcun altro” le disse e decise che l’avrebbe fatta sua un’altra volta.

ᛚᛋ

Il nome di suo marito le sfuggiva dalle labbra con un sospiro dopo l’altro ed il suo corpo solleticava d’amore, si rese conto di essere felice.

Poi qualcuno bussò alle porte e fu percorsa da un brivido di freddo, per qualche motivo le balenò in mente l’immagine della serata sul balcone quando erano stati scoperti da Freyr. Non passarono che qualche secondo prima che la porta fu aperta ed entrarono due servi di sua zia appartenenti alla delegazione di Vanaheimr. Loki le coprì il seno con il braccio e la mano: “Non mi pare di avervi detto di entrare” ringhiò.

I due uomini avevano chiaramente paura, ma dovevano aver ricevuto degli ordini molto precisi. “La Principessa è attesa alle porte della città, tutti i bagagli sono già stati fatti, ripartiamo per Vanaheimr” disse uno facendo uno sforzo immenso mentre l’altro posò sul triclinio i suoi abiti da viaggio. “Che spariate pure” sibilò Loki: “Ma la Principessa è mia moglie e perciò rimarrà qui nel mio letto.”

Sigyn non disse niente perché aveva già capito tutto. Sarebbe stato troppo bello, gli effetti delle proprie decisioni sarebbero tornati sempre, lo sapeva anche Loki, ma a differenza sua non lo avrebbe mai accettato. Era parte della loro punizione, unirli solo per separarli subito dopo, strapparli l’uno dall’altra come Inganno e Fedeltà dovevano essere.

Non ci fu nulla da fare, Loki scatenò su tutti una furia spaventosa e questa volta anche Frigga cercò di persuadere Freyr e Freija dalla loro decisione, non a caso era la Dea del Matrimonio e della Maternità, ma fu tutto inutile e Sigyn pensò a quello che Loki gli aveva detto la notte prima, che avrebbe dovuto prendere in mano la sua vita.

Lo prese da parte, ormai già alle porte e gli accarezzò il viso per cercare di tranquillizzarlo. “Loki, Loki!” lo chiamò per portare la sua attenzione su di sé. “Loki, devo andare, non serve a niente” gli disse, lui era furente: “Non dire fesserie!” digrignò i denti: “Si stanno prendendo gioco di noi!” Lei gli prese la mano, la vena della tempia di suo marito pompava all’impazzata e quindi passò il pollice sulle sue nocche per dirgli di calmarsi: “Lo so, Loki, ma non possiamo farci niente ora se non accettare le cose come stanno. Io devo tornare a Vanaheimr dal mio popolo, assicurarmi che Njord2 stia bene, darò la notizia del nostro matrimonio e farò in modo che i miei zii si ricordino del loro posto, te lo prometto, e poi tornerò qui da te” disse seria e Loki la guardò per un attimo prima di decidere a malincuore che diceva come sempre la verità.

Raggiunsero le porte che davano sul Bifröst mano nella mano, sfidando tutti a viso alto, poi Sigyn si mise in punta di piedi e baciò suo marito a lungo e lui ricambiò come per dire a tutti che nonostante tutti i colpi che gli avevano sferzato, loro non ne avevano percepito neanche uno, erano invincibili, erano vincenti.

Quando il bacio finì sorrise e poi bisbigliò qualcosa sulle labbra di Loki: “Ti sarò fedele, sempre.”

ᛚᛋ

In effetti fu così. La Vanir avrebbe mantenuto la sua promessa, ma molte cose sarebbero cambiate da lì a poco, cose che neanche il Principe Loki, con la sua mente acuta, avrebbe potuto prevedere. O forse sì, ad ogni modo Inganno e Fedeltà sarebbero sempre rimasti legati, avvolti nel Caos ed essenziali l’uno per l’altra.


 

1Per rileggere questa parte andare a “ᛚᛁᚦ ᚠᛄᚩᚱᚦᛁ – Lið fjǫrði”

2Njord, Re di Vanaheimr

   
 
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