...And so, this is life
Capitolo 10 - Come se non fosse abbastanza
-Sei
ancora sveglia?!-
Ahi, qualcosa le diceva che non sarebbe stato facile ottenere il loro
consenso.
Si era forse lasciata fin troppo trasportare dall'entusiasmo della sua
nuova scoperta e ostinata convinzione, senza tenere conto che quella
serata era davvero poco idonea per anche solo pensare di poter
tenere una conversazione pacifica coi genitori, soprattutto se uno dei
due era una madre furibonda.
Aveva incrociato i passi della Pyroat subito dopo essere entrata in
soggiorno, ritrovandosi davanti un colosso al femminile di soffice pelo
bianco imbacuccata fino al collo nel suo pigiama invernale, le palpebre
cadenti che bramavano il sonno e diversi ciuffi sotto la bocca
inumiditi dall'usuale sorsetto d'acqua che anticipava la sua
volontà di andare a letto; era una visione che Frisk in
circostanze normali avrebbe trovato buffa e divertente, qualcosa che
avrebbe scatenato in entrambe un'allegra risata e uno scherzoso invito
da parte del mostro capra a seguire il suo esempio.
L'occhiata torva che Toriel le aveva riservato, però, aveva
quasi
infranto l'immensa soddisfazione della bambina nell'essere giunta a una
conclusione felice che potesse aiutare i mostri e farla sentire in pace
con se stessa, facendole assumere un'espressione sofferente ma
infiammandole allo stesso tempo la tenacia che traboccava a fiotti
dalla sua ANIMA. Quando quella aveva guardato fulmineamente l'orologio
appeso al muro per poi fissarla fumante di rabbia e rimproverarla a
gran voce, la piccola umana aveva cominciato a riflettere di
conseguenza su come avrebbe potuto riordinare le nozioni acquisite
nell'ultimo
mese trascorso in un ragionamento convincente, poiché ormai
certa che soltanto un'esposizione meritevole degli elogi della maestra
più severa della sua scuola avrebbe salvato la serata.
Secondo il punto di vista intransigente della Pyroat tuttavia quella
non era proprio serata.
...Le lancette segnavano l'una passata.
-Ti prego mamma, ascoltami!- iniziò Frisk rafforzando la
presa
sul vasetto in plastica dura ancora circondato dal suo braccio
sinistro, in un vano tentativo di cercare conforto nel fiore meno
affabile della Terra.
-Sei tu che devi ascoltarmi, Frisk! Non ti è bastata la
strigliata appena siamo tornate a casa, vero, devi farmi alzare la voce
anche a notte fonda! Va' a letto immediatamente, domani o meglio OGGI
ne riparliamo.-
-Ma, mamma, ho scritto tutto qui, ho letto il libro, se posso solo...-
cercò di proseguire spedita quanto i suoi pensieri, e fece
un
cenno col capo verso il cumulo di fogli che stringeva nell'altra mano,
diradando quindi la nebbia nella mente spossata della madre e
risvegliandone l'ira assopita appena qualche ora prima.
-...Sei stata sveglia fino ad adesso per leggere quel libro! Ora basta,
lo prendo io e lo ridarò indietro.- tagliò corto
infuriata oltrepassando la silhouette della bambina resa evanescente
dal contrasto luce-ombra e incamminandosi nel corridoio, in direzione
della sua cameretta.
Frisk dovette impegnarsi per non far uscire dei gridolini sdegnati
dalle
sue tenere labbra, e le andò dietro a velocità
moderata
cosicché nemmeno il rumore delle sue ciabatte imbottite
potesse
innervosire ulteriormente la Boss Monster già a
metà del
tragitto: benché fosse consapevole di avere
un'infinità
di altre occasioni, si rifiutò di credere che quella notte
sarebbe andata in fumo la sua grandiosa opportunità di
rivelare
ai genitori i suoi tanto ambiti progetti, e magari di attuarli
nell'arco di poche settimane.
Le sue mute preghiere vennero esaudite dall'apparizione di una grossa
testa cornuta che fece capolino dalla camera da letto di Asgore,
interrompendo così il via vai notturno nel corridoio con un
tempismo e una naturalezza di cui lei gli sarebbe stata grata in eterno.
-Cosa succede?- chiese stupito il nuovo arrivato nel mentre che la
lampada a LED fuori dalla sua stanza gli annebbiava la vista,
portandolo di riflesso a strizzare le palpebre.
Sebbene fu visibilmente costretto a soffocare uno sbadiglio, il re del
Sottosuolo non mostrò alcun segno di risentimento nei
confronti
di chi lo aveva svegliato. All'alba avrebbe dovuto raggiungere
l'ufficio del comune e sbrigare delle faccende importanti, eppure
Asgore non accennò alla questione e diede anzi prova del suo
carattere
mite
attraverso uno sguardo sonnacchioso e bonaccione.
Toriel aggrottò le sopracciglia alla domanda dell'ex-marito,
ma
nonostante il suo atteggiamento fosse all'estremo opposto di uno
austero - o comunque uno funzionale all'obiettivo del mostro capra -
per una volta quest'ultima sembrò sollevata della sua
presenza,
e puntando gli occhi su Frisk gli sputò esasperata: -Asgore,
DILLE qualcosa! È l'una passata e non è ancora
andata a
letto!! Lo sa benissimo che domani deve andare a scuola, e
invece di pensare a dormire e ad alzarsi a un orario decente non fa che
leggere quel libro, non le basta leggerlo in classe e non prestare
attenzione alla lezione! Non pensa mica alla
figuraccia che ci fa fare comportandosi così, sia maledetto
il
giorno che gliel'ho comprato da quel povero negoziante ambulante che...-
Le parole che si susseguirono incessanti dalla bocca della madre
diventarono vuote e informi alle orecchie della bambina, la quale dopo
un brevissimo istante di smarrimento decise di sfruttare
l'immobilità dei genitori e dare il via al suo discorso ben
studiato; l'aspro tono di rimprovero della Pyroat fu sostituito nello
stupore generale dalla parlantina sempre più convinta e
dettagliata dell'unico essere umano della famiglia, e tra lo sventolare
frequente dei fogli colmi di appunti e disegnini e il lieve agitarsi
del suo nastrino verde causato dallo scuotere della sua testolina,
l'espressione dei due interlocutori si tramutò man mano in
una
perfetta rappresentazione dello sconcerto inutilmente celato nella loro
ANIMA.
-...E, e poi c'è la teoria di un parente non troppo lontano
di
Gerson, secondo la quale i mostri potrebbero vivere per sempre dopo la
morte proprio come gli umani, ma solamente se almeno una piccola parte
della loro ANIMA ottenesse il dono dell'immortalità.
Sappiamo
che l'ANIMA dei mostri svanisce appena questi diventano polvere o
comunque entro pochi secondi nel caso di un Boss Monster, ma io ho
pensato... l'ANIMA degli umani è immortale, quindi se uno
come
me dovesse tenere dentro di sé il ricordo dell'affetto che
provava per un mostro, di sicuro parte di lui vivrebbe in eterno
nell'ANIMA dell'umano, come se la sua essenza grazie all'umano
diventasse immortale e potesse quindi raggiungere il paradiso!
...L'amore è questo vero, un ricordo indelebile, uno che
purtroppo per uno scherzo del destino non resisterebbe in una fragile
ANIMA da mostro sul punto di svanire, anche se questi sono gentili e
compassionevoli... ma sarebbe un ricordo che vivrebbe in eterno in
un'ANIMA come la mia!-
Fece una pausa doverosa per riprendere fiato, avvertendo solo in quel
momento il pizzicare leggero dei piccoli solchi che le sue lacrime
avevano percorso lungo le guance, e ancora travolta
dall'emozione
palesò la sua richiesta supplicando: -M-mamma,
papà, vi
prego, permettetemi di conoscere i piccoli mostri che nasceranno d'ora
in poi, e, e i genitori, così piano piano porterò
dentro
di me il ricordo di tutti e garantirò ai mostri una vita
dopo la
morte!!-
Pronunciata l'ultima dolorosa sillaba Frisk distese sul fianco il
braccio libero dal peso del vaso, i fogli su cui aveva scritto i punti
salienti delle sue congetture che le accarezzarono impercettibili i
pantaloni, e aspettò il verdetto dei Pyroat di fronte a lei
con
l'ANIMA in gola e il respiro un po' affannoso.
Improvvisamente credette di aver preso un granchio nello sperare di
ricevere una risposta affermativa; pensò affranta che
avrebbero cercato di dissuaderla dall'intraprendere la strada tortuosa
e dal forte stampo spirituale che aveva scelto, o che avrebbero
addirittura smontato le sue
argomentazioni bollandole come fantasie ridicole e infine obbligandola
ad andare a letto.
Fu una voce proveniente alla sua sinistra però che
spezzò
quel silenzio fatto di rapide sbirciatine e parole morte sul nascere, e
che
sebbene la sua insolenza sarebbe riuscita a cambiare le vite dei
presenti.
-Bah, ditele di sì, ovvio che riuscirebbe a fare 'sta
boiata, Frisk sa persino riavvolg-...-
Ma proprio prima di spiattellare ai quattro venti il segreto della
bambina, Flowey si accorse di avere gli occhi non graditi dei genitori
addosso e si bloccò, accigliato.
Era sempre stato restio nell'avviare una qualsiasi conversazione volta
a ricongiungerlo ai suoi familiari più stretti, tuttavia
l'impulso di commentare sarcasticamente la stramba idea di Frisk aveva
prevalso sul suo scetticismo verso la possibilità di essere
compreso, o amato di nuovo in quanto figlio.
Fissò i volti attenti di Toriel e Asgore giusto un paio di
secondi, per poi abbassare la corolla e tornare a contare uno ad uno i
granelli di terra che gli lambivano il suo tanto odiato corpo da fiore,
del tutto ignaro di aver favorito un concatenarsi di eventi altrimenti
inimmaginabile.
-...Posso andare in ospedale e conoscere le famiglie quando sono libera
e non devo studiare! E, e col tempo porterò i miei compagni
di scuola a fare lo stesso, non peserà tutto su di me! Anche
altri umani un giorno proveranno affetto per i mostri!-
insisté la piccola prendendo la palla al balzo.
-Intendi come... una benedizione?- riuscì a borbottare il
padre con una delicatezza di cui si stupì lui stesso, al che
lanciò un'occhiata veloce alla Pyroat lì di
fianco e, convinto di dover assecondare il suo fare severo di poc'anzi,
tentò di abbozzare un tono rigido e solenne e
continuò incerto: -Uh, cara... è vero che i
mostri sono ancora un numero esiguo, ma le nascite anche se lentamente
stanno aumentando, non penso potresti... Ehm, anche se dici che i tuoi
compagni faranno lo stesso non credo che... Insomma, ci sono anche i
paesi fuori da Pleedothoons Town e...-
-Oh Asgore, non riesci proprio ad essere severo con
tua figlia... o anche solo credibile.-
lo interruppe l'altra portando una mano sull'attaccatura dell'orecchio
e grattandosi la peluria gonfia per il freddo.
Aveva comunicato la sua riflessione annoiata relativa al suo vecchio
coniuge accompagnata da un gesto di esasperazione, ciononostante
l'intera famigliola riconobbe nella sua voce anche una sfumatura
divertita: era una voce che infatti manifestava il suo essere disposta
a sopportare Asgore almeno fino a che non lo avrebbe trovato necessario
ai fini del benessere della bambina, e che richiamava alla
memoria i tempi lontani in cui lei lo rimbrottava con affetto.
E la parte migliore di tutte, era che stava sorridendo.
-Toriel, abbi fiducia in lei, in fondo non ci sta chiedendo
chissà cosa. Se i suoi progetti non ti dovessero
convincere nemmeno col passare del tempo, potremmo sempre sospendere
con le visite... e in tal caso sarai libera di tirarmi addosso tutte le
fiamme magiche che vuoi!- scherzò il Boss Monster alto e
nerboruto, scatenando un sospiro nel mostro capra che era stata in
passato la sua compagna.
-...Essia. Va bene Frisk, ma impegnati a scuola, non distrarti a
lezione, non caricarti troppo di resp-...-
Neanche le raccomandazioni di Toriel poterono reprimere la
felicità che Frisk provò nell'udire la risposta
iniziale. La piccola umana scattò dunque davanti a loro
esclamando a
pieni polmoni un "Grazie!" emozionato, uno che da solo fu sufficiente a
suscitare il
riso nei due mostri ormai dall'ANIMA rasserenata, dopodiché
li oltrepassò saltellando a ogni passo e sparì
inghiottita dal bianchissimo alone di semioscurità che
aleggiava immobile nella sua cameretta.
-...È una brava bambina, è che in effetti, come
hai detto tu... dovrebbe imparare a riconoscere i suoi limiti.-
bisbigliò alla fine Asgore seguendo placidamente lo sguardo
della Pyroat, che era ancora fermo nel punto preciso in cui la sagoma
della figlia era svanita.
-Chi lo sa, potrebbe imparare qualcosa da quel Floweet. Ho
l'impressione che quei due si completino a vicenda, di sicuro Frisk gli
vuole molto bene. Di solito non è calmo né
tantomeno obbediente, mi
chiedo perché abbia voluto farlo partecipare se rischiava di
mandare tutto a monte!-
...Perché diavolo ha voluto che io sentissi tutto questo?!
***
L'euforia che aveva iniziato a stuzzicarle l'ANIMA da quando aveva
fissato il fatidico appuntamento era ormai ravvisabile in ogni suo
gesto, e Undyne non sapeva davvero come avesse potuto mascherare quel
sentimento
impetuoso e frizzante per ben due giorni di fila senza dare nell'occhio.
Aveva effettuato la telefonata che sentiva l'avrebbe condotta al
capitolo successivo della sua relazione con Alphys proprio mentre
quest'ultima non era a casa, e quella mattina stava riordinando i suoi
documenti nella borsa a tracolla di modo che
potesse prepararsi ad
uscire in gran segreto, approfittando un'altra volta
della sua assenza causa lavoro. Non le andava troppo a genio dover
celare le
sue emozioni e organizzare un controllo di tale rilevanza - e
sicuramente determinante per il loro futuro - così di
nascosto, soprattutto perché in fondo sapeva che riguardava
anche la sua amata e sarebbe stato quanto meno coerente condividere le
sue gioie e le sue speranze assieme a lei; ma la Spearish aveva dalla
sua parte la certezza che stesse facendo tutto questo in buona fede,
che stesse preparando in fin dei conti un annuncio amorevole
paragonabile alla miglior sorpresa di compleanno che un mostro avrebbe
mai potuto desiderare. L'immagine soave del suo musino sorridente e dei
suoi occhioni colmi di lacrime di felicità che di punto in
bianco le attraversò la mente, una visione sulla quale si
era ritrovata spesso a fantasticare pur non conoscendo i progetti di
vita della Dinozap, la portò però di nuovo a
esitare di fronte alla sacca appoggiata sul comodino della loro camera.
Quasi dimenticò il motivo del suo frenetico rovistare tra le
tasche poco capienti in cui credeva di aver inserito tessere e fogli di
ogni genere, poi di colpo sbatté le palpebre e rimise a
fuoco ciò che aveva sotto alle sue dita affusolate, cercando
di accantonare almeno momentaneamente i dolci pensieri che le stavano
regalando un piacevolissimo calore al petto.
Fece un passo indietro e si chinò per aprire i cassetti del
mobiletto e cercare l'unico documento che la divideva dall'uscire di
casa balzellando in preda alla beatitudine più totale,
quando la sua mano sfiorò quella che pareva fosse una busta
cristal dalla superficie spiegazzata, posta in mezzo a delle cartelline
colorate di varie misure sistemate in maniera disordinata dentro al
cassetto di Alphys. Siccome aveva riconosciuto all'istante l'involucro
rugoso al tatto con il quale la sua ragazza aveva conservato le sue
storie romantiche, le venne pressoché automatico trascinare
di lato la bustina trasparente e raddrizzare la sua schiena atletica
portandosi la fanfiction a qualche centimetro dal volto, certissima di
dover trattenere a breve la tenera commozione che le avrebbe pizzicato
l'interno delle palpebre.
Appena inquadrò meglio i fogli che aveva davanti, tuttavia,
il dolce sorriso che aveva sulle labbra si spense e fu sostituito da
un'espressione stranita e confusa, provocata da una crescente
sensazione di disagio derivata dalla consapevolezza di aver forse
violato la privacy della sua innamorata.
La sua pupilla ormai ridotta a una fessura si posò sulle
sagome inerti che parevano sorvegliare la stanza tutt'intorno a lei
prima di soffermarsi ancora sulla busta cristal che aveva tra le mani,
rendendosi conto che non si ricordava affatto di aver visto Alphys
usarne una colorata, e che soprattutto il titolo della fanfiction non
le era familiare nemmeno un po'; ma non v'era alcun dubbio che fosse
stata scritta da lei, la Spearish conosceva il suo tratto pieno di
sbavature e i caratteristici scarabocchi da fumettista in erba che
ricoprivano i margini del foglio, e aveva imparato molto presto a
riconoscerne i segni causati dall'ansia e dalla solitudine che
gravavano sulla Dinozap ai tempi del suo operato come scienziata reale.
Sebbene l'orologio a muro le stesse confermando che si era preparata in
largo anticipo e che quindi non correva il rischio di arrivare tardi
all'appuntamento, il mostro pesce scoprì di non voler
buttarsi nel racconto senza l'approvazione della sua ragazza.
Provò dunque a leggere di sfuggita solamente la prima frase,
soltanto le prime righe e poi avrebbe lasciato in sospeso la storia e
magari in seguito si sarebbe preoccupata di chiederle da dove fosse
saltata fuori.
...Fu un errore madornale.
Nel momento in cui arrivò al pallino nero che terminava
l'incipit della fanfiction, la mente di Undyne a discapito delle sue
intenzioni stava già viaggiando in un luogo lontano,
stregata in maniera inesprimibile
dallo stile di scrittura coinvolgente e grazioso del quale aveva avuto
un discreto assaggio la notte di Natale. Il tema scelto per la storia
fornì inoltre delle nuove possibili risposte alle domande
che si era posta nei minuti successivi al suo curioso ritrovamento, e
nonostante fosse rimasta colpita nel profondo dall'estrema
intimità del testo, la Spearish non seppe frenare la sua
voglia di far immergere la propria ANIMA in una situazione
così vicina alla realtà che stava idealizzando.
Oggi è il
grande giorno, il giorno in cui io e Undyne ci ameremo come mai prima
di adesso e creeremo, sperando che resista alla sua naturale
fragilità, l'ANIMA di nostro figlio.
Ho aspettato con
trepidazione l'arrivo di questo momento così importante per
la nostra relazione, talmente tanto che ogni tot di minuti mi ritrovavo
a ruotare il muso verso l'orologio in basso a destra dello schermo del
monitor, distraendomi dal lavoro. E puntualmente avevo la sensazione
che il sole non sarebbe sorto nemmeno in Superficie, che il conteggio
squadrato delle ore mostrato dal computer si sarebbe bloccato appena
giunta la mezzanotte, magari approfittando del fatto che fossi andata a
letto solo qualche minuto dopo le 11.
Mi sono coricata un po'
in anticipo perché sapevo che avrei dormito a singhiozzo, o
forse sarebbe più corretto dire a balbettii... è
una mia maledizione. Ma questa volta è successo per via di
un'emozione che stava travolgendo ciascuna povera particella di magia
destinata a darmi la vita. Ero felice, non provavo niente del genere da
chissà quanto tempo. In effetti però, non credo
mi sia mai successo. Eh.
Fatto sta che
stamattina, dopo aver sbirciato nell'altissima console - no, mi sa che
sono io bassa... già, certo, è così -
che mostrava
delle riprese randomiche del Sottosuolo, la mia Unnie è
arrivata all'entrata del laboratorio ed è corsa ad
abbracciarmi. Abbracciare me, oh dio, ancora non ci credo.
E pensare che avevo a
malapena pulito il pavimento e indossato un camice privo di segni di
usura, come al solito faccio tutto di fretta e quella mattina avevo
nuovamente dato prova del mio essere una buona a nulla. E se avesse
gradito una doccia rinfrescante per le sue scaglie accaldate? E se le
avesse fatto piacere vedere una scia di petali di rosa andare dal piano
terra fino al letto che stava di sopra, quest'ultimo appositamente
lasciato nella sua forma non a cubo? E se avesse desiderato in fondo
un'altra ragazza che non fosse m-... Oh dio, il letto!
Sollevo quindi la testa
e le ammetto con la vergogna che mi dilania l'ANIMA che quando mi ero
alzata avevo per errore premuto il pulsante sotto la sponda, sono
distrutta dal fatto di essermi dimenticata una cosa così
importante...
Ma il sorriso che ha
sulle sue labbra scure e lisce non accenna ad andarsene, e con una
dolcezza che stento a credere la stia manifestando proprio a me si
china di nuovo a baciarmi la cresta.
"Amore mio! Di che ti
preoccupi, si può sempre ripremere! Piccola nerd!" dice
questo mentre mostra i suoi denti affilatissimi, e l'immagine del mio
viso che ci si riflette sopra non sembra troppo patetica, una volta
tanto.
Ho delle pessime
abitudini alimentari che hanno causato il mio essere grassa, inoltre
porto gli occhiali nemmeno fossi un ragazzo degli anime sfigato, e il
soffitto del laboratorio pare sempre un rettangolo verde-limone
irraggiungibile; eppure con lei mi sento una persona migliore, con lei
tendo a mettere da parte il mio orrendo segreto sugli
Amalgamati e
riesco a lasciarmi andare a QUEL
sentimento, quello che mi avvolge ogni qualvolta la ammiro dai suoi
stivali rossicci all'occhio guizzante di energia.
Lei è
bellissima, davvero me la merito? ...Non dovrei chiedermi questo il
giorno in cui dobbiamo creare un'ANIMA!
Alla fine ci dirigiamo
al piano superiore, e dopo aver azionato il bottone che metteva in moto
il meccanismo peculiare di quell'invenzione ci sediamo sul lenzuolo del
letto, ora abbastanza ampio da ospitare due mostri in posizione di
rituale. Ci stringiamo le mani già luccicanti della nostra
magia e ci diamo un bacio, chiudendo gli occhi e sobbalzando
leggermente appena comprendiamo di quale incredibile potere fosse
provvista la razza a cui apparteniamo, pur se non pericoloso in questo
frangente.
Da qui in poi, ecco,
è tabù parlarne, però posso inventarmi
cosa succede anche se non ho la più pallida idea di cosa
stia scrivendo! A scuola certe cose non le dicono, men che meno nei
libri, non so nulla sulla faccenda e... Uhm, scusate, questa
è una nota dell'autrice. Dovevo avvertire, prima?
La magia che scaturisce dalla nostra stretta vigorosa inizia a miscelarsi in maniera armonica e passionale, oltre che sfiancante. È così d'impatto che le nostre palpebre si
dischiudono in un battibaleno, e per un attimo crediamo quindi di aver
fallito nel rispettare il patto sancito dal miracolo della vita. Ma
intorno a noi non vi sono piastrelle azzurre o mobilio dal colore
discutibile rispetto al resto del laboratorio, io e Unnie non ci
troviamo più sedute sul mio letto...!
Una delle mie mani
stringe ancora quella palmata della mia ragazza, e ovunque puntiamo lo
sguardo scorrono serene delle grandi nuvole immacolate su fondo blu, un
insieme vastissimo di cumuli e stratocumuli (N.d.A.: Ok, si chiamano
così, ho ricontrollato in uno dei libri di geofisica,
capitolo due settimo paragrafo). E a quanto pare stiamo volando sospese
in aria come degli angeli, le nostre mani che permeano sempre di una
forza sconfinata e le nostre menti unite in una visione onirica che
trascende la percezione.
Una nuvola
più piccola e vicina delle altre attira la nostra
attenzione, e guardandola meglio ci accorgiamo che il vapore a comporne
la struttura si sta addensando nella parte centrale al pari di un
vortice incantato lento e silenzioso. Quella nuvola sta plasmando
davanti ai nostri occhi l'ANIMA di nostro figlio...!
La sagoma definitiva si palesa a noi dopo qualche incalcolabile
istante, ed entrambe osserviamo rapite il neo cuore rovesciato
fluttuare leggero verso le sue mammine. E Unnie si attiene alla nostra
decisione tendendo un braccio in direzione dell'ANIMA e guidandola fino
al suo grembo coperto dalla giacca in pelle, un ostacolo che il primo
barlume del nostro piccolino supera lentamente imitando una
timida
creatura che attraversa un portale. Uno che spero percepisca essere
colmo di sicurezza e amore.
Dalle nostre dita intrecciate comincia a svanire poco a poco la magia
designata a compiere il miracolo, così io e Undyne apriamo
DAVVERO gli occhi, rendendoci conto che di fatto siamo state per tutto
il tempo al laboratorio. La forza del sogno misto a
realtà che abbiamo
vissuto ci fa comprendere la ragione della sacralità del
rituale, e incapaci di trovare le parole giuste ci stringiamo in un
abbraccio tremolante dall'emozione.
È stato
meraviglioso.
...Eppure il nostro
amore non è bastato. Soltanto due settimane dopo, Unnie ha
avvertito il calore della piccola ANIMA che riposava dentro di lei
spegnersi per sempre.
Succede spesso
purtroppo, noi mostri siamo venuti al mondo sotto a delle leggi
stabilite da una natura crudele e punitiva.
Unnie si è
scusata mille volte, io personalmente ho paura di esserne la causa...
Non posso biasimare la decisione dell'Angelo che ci osserva, io nemmeno
ero convinta appieno di essere amata! È stato un errore,
è colpa mia e delle mie insicurezze.
...Mi sento uno schifo,
non... riesco più a smettere di mangiare...
Avrei dovuto dire la verità sul laboratorio sotterraneo, ma
non voglio scatenare l'ira di Undyne, non posso perderla, non posso
credere che il mio amore non sia abbastanza. Perdonami Unnie, io ho
provato ad amarti, lo giuro, LO GIURO!!
Ti prego non lasciarmi,
non odiare questo mostro disgraziato quale sono, io ho bisogno di te.
Senza la tua costante protezione io non supererò le
complicanze della vita, il futuro mi spaventa Unnie, perché
il passato è stato terrificante.
Ho paura, non lasciarmi.
Quando giunse al fondo della pagina, Undyne abbassò la busta
trasparente e fissò un punto lontano della parete di fronte
a lei.
L'ultima parte della fanfiction aveva preso una piega inaspettata, e la
Spearish provò con tutta se stessa a trattenere quella
manciata
di lacrime che le stavano ora pizzicando sul serio
le palpebre, di certo non per l'emozione che si era immaginata; Alphys
aveva dimostrato innumerevoli volte di aver giovato della sua compagnia
e di aver amato ogni singolo istante della loro convivenza trascorsa in
Superficie, tuttavia leggere delle sue sofferenze passate
espresse tramite un crescendo di critiche rivolte alla sua persona,
unite a un
finale quasi delirante... aveva portato le sue polveri a fremere
dall'angoscia. Il mostro pesce aveva tra le mani la prova effettiva che
anche nei mesi successivi al saldarsi della loro amicizia, la sua
ragazza non aveva mai smesso di sentirsi straziata fin nell'ANIMA da
ciò che era successo dopo le iniezioni di DETERMINAZIONE
avvenute all'insaputa di tutti, e dalle bugie che ne erano derivate
come un fiume in piena.
Averne la conferma però non deteriorò il
sentimento
d'amore che ardeva in lei, fu anzi uno stimolo in più per
spingerla a esternare ancora e ancora il suo affetto smisurato, e per
riaccenderle la smania di procedere coi preparativi affinché
potesse portare a una svolta una relazione che andava avanti da circa
un anno e mezzo.
Scrollò il capo facendo oscillare le sue orecchie-pinne, e
rivolse il suo sguardo prima sulle lancette ticchettanti sopra alla
scrivania, poi verso il cassetto del comodino che adesso sapeva essere
rimasto aperto da diversi minuti. Nel momento in cui
adocchiò
uno degli angoli della tessera che le mancava sbucare tra due
cartelline dai colori sgargianti, Undyne si piegò
leggermente
così da recuperare l'ultimo prezioso documento e rimettere
al
suo posto la fanfiction, ma una voce squillante risuonò di
colpo
subito fuori dalla porta che dava al corridoio.
Una voce che apparteneva all'unica persona che in tali circostanze
avrebbe potuto dare un'accezione negativa alla situazione e coglierla
in flagrante.
-Unnieee ci sei, vero? U-uhm, ho preso un p-permesso da lavoro, devo
solo andare un attimo, ecco...-
Non ebbe il tempo di infilare la storia incriminata tra il disordine
variopinto del cassetto e quindi di nascondere l'evidenza:
riuscì soltanto ad afferrare la schedina elettronica poco
prima
di raddrizzarsi ed osservare colpevole la figura cicciottella di Alphys
che si trovava già all'entrata della loro camera, il suo
sorriso
impacciato che svanì in un lampo insieme
alla
conclusione della frase.
-U-Undyne, c-c-cosa...?- balbettò paonazza con gli occhi a
palla
e il corpo scosso da dei fremiti spaventosi, talmente forti che la
Spearish pensò sarebbero stati individuabili persino a metri
e
metri di distanza.
-Alphy!- esordì impotente il mostro pesce guardando un
attimo la busta cristal,
dopodiché tentò: -Mi dispiace, non volevo
leggerla,
tranquilla, sappi che io...-
-No, no, NO!- la interruppe la Dinozap cacciando uno squittio acuto e
precipitandosi al suo cospetto, le braccia prontamente distese verso
l'alto per strapparle di mano i fogli di cui tanto si vergognava.
Nonostante l'irruenza dei suoi movimenti, la sua ragazza credette che
il fato dopotutto le stesse servendo su un piatto d'argento la
possibilità di chiederle scusa, e mentre l'amata si
affannava a
raggiungere la storia maledicendo in silenzio la sua bassa statura,
Undyne decise di non opporre resistenza e di chinarsi su di lei al fine
di abbracciarla e rassicurarla. Appena Alphys strinse la fanfiction al
petto, tuttavia, i suoi piedini scattarono all'indietro e il tocco
colmo
di rincrescimento della Spearish non arrivò nemmeno a
sfiorarla;
del suo gesto affettuoso beneficiò solamente l'aria greve
che
attorniava i suoi muscoli possenti, e fintanto che raddrizzava
di nuovo le gambe la sua espressione divenne inquieta e sofferente,
seppur in verità riflettesse solo un minuscolo frammento
dello
straziante sconcerto a trafiggerle l'ANIMA.
Rimase lì impalata a fissare la compagna, cercando di
valutare
in fretta quali fossero le parole migliori per scusarsi e per
riguadagnarsi il diritto di incrociare il suo sguardo, ora puntato di
proposito sulle piastrelle del pavimento con fare scontroso.
-Oh tesoro... Davvero non volevo, ascolta, ti assicuro che non sono
arrabbia-...-
-S-solo, solo p-perché hai sentito q-q-quella cosa, non vuol
dire che puoi f-ficcanasare negli a-affari degli altri! C'è
un
m-motivo per cui n-non ti ho mostrato q-questa fanfiction, potevi
almeno avere la d-d-decenza di chiedere, prima!!-
Dalle sue labbra vacillanti esplosero accuse stridule e incontrollate,
che in un istante demolirono quel poco di lucidità
che Undyne
stava disperatamente cercando di preservare malgrado la turbolenta
esperienza della lettura. Finì quindi per ignorare
l'identità di qualsivoglia suono o voce che la Dinozap
pareva
sottintendere, e nella sua testa non poté pensare ad altro
che
alla sfrontatezza da lei dimostrata.
-Ficcanasare?? E il motivo, quale sarebbe Alphys? Tu non ti fidi di me,
dopo tutto questo tempo...!- esclamò di tutta risposta
mostrando
i denti, furente.
Una volta recepito l'inevitabile tono adirato della sua ragazza, quella
sollevò il capo, rassegnata, e rivelò ciascun
pietoso segno
che la discussione aveva comportato sul suo viso; era rossa tanto
quanto le fiamme che divorano una foresta al crepuscolo, e allo stesso
tempo le sue squame erano ricoperte di sudore salato misto a lacrime,
una visione non delle più gradevoli da contemplare neanche
per
una persona che era abituata sin dal principio a riconoscere i segnali
di
chi soffre di crisi di panico.
Eppure la Spearish non batté ciglio, e Alphys
tremolando dal nervosismo le rinfacciò: -S-sei tu che non ti
f-fidi, avrei p-potuto spiegarti c-c-cosa volevo... u-ugh...-
-Qui mi sembra sia qualcun'altra a non voler sentire ragione!-
continuò allora tingendo la sua voce di
un'aggressività che mai aveva indirizzato al mostro che
amava.
-Non... d-dovevi Undyne, t-tu n-n-non dovevi...!-
-Sì, quella notte forse non avrei dovuto mostrarti le mie
lettere schifose, visto che tu sei la prima a non fidarti!-
Pronunciate quelle parole, Undyne gettò la
tessera
che stringeva ancora nella mano destra nella sacca, se la mise
a tracolla e
superò la Dinozap a passo pesante prima di fermarsi un
attimo
nel corridoio del piano superiore, dichiarando le sue intenzioni senza
voltarsi indietro.
-Devo uscire anche io, non so quando torno. Fai quel che vuoi, non mi
interessa.-
E dopo neppure un minuto scarso la ex-guerriera si era già
lasciata alle spalle la loro abitazione, una con all'interno una
seconda ANIMA che piangeva magia amara.
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...Eh. Bello tosto questo capitolo. Che dire, lo amo. L'idea del progetto di Frisk l'ho adorata, l'inception della FF di Alphys mi ha emozionata non poco, e il cliffhanger col litigio... Semplicemente splendido. A voi i commenti.
Il capitolo 10, numero tondo tondo... Direi che è quello giusto per... lasciarvi in attesa trepidanti per il prossimo e fare una pausa. Sì, voglio prendermi una pausa dallo scrivere: questo è l'annuncio di cui vi parlavo sopra. Un po' triste lo so, ma capitemi: dopo la pausa tra Skipped e We are one, sto praticamente scrivendo non-stop da due anni, il mio cervello sta fumando. Tra l'altro dovrei a breve cominciare a lavorare. Ci tengo a dirvi che amo ancora scrivere, e che tengo immensamente a questa Fanfiction. Non rimarrà incompiuta, ma ho bisogno di qualche mese per riprendermi e tornare più carica di prima (e per continuare a rispettare la pubblicazione bimestrale, si spera). Non voglio che i capitoli vengano male per via della mia stanchezza mentale =/. Davvero, è da un po' che non riesco a rileggere e correggere i capitoli in cantiere senza pensare "Oh mio dio cos'è 'sta roba", quando in realtà sto sempre scrivendo bene. Una pausa per rinfrescarsi le idee per me ora più che mai è d'obbligo. Ma ripeto, state tranquilli, tornerò su EFP e finirò questa storia! Intanto, potrei magari invitarvi a rileggere i capitoli precedenti visto che sono stati da poco revisionati, e ringrazio ovviamente chi me li ha recensiti e chi sta solo leggendo... le visite sono un sacco, wow! Grazie davvero.
Vi saluto, ci vediamo dopo la pausa!
Ciao ragazzi/e!