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Autore: Lady K    12/07/2021    1 recensioni
[Alphys/Undyne, terzo e ultimo della serie “Their SOULs are filled with love”]
-Storia in pausa, riprenderà la pubblicazione regolare il prima possibile. L’autrice ha bisogno di riposo.-
I mostri finalmente hanno superato la Barriera e raggiunto la Superficie, ma non sarà affatto facile per loro essere accettati pienamente dagli esseri umani. E per una coppia come Alphys e Undyne, la questione è ancora più complessa; basterà la purezza di un amore a dissipare la crudeltà degli uomini? Tra matrimonio, coccole, e desiderio di crearsi una famiglia, le due dovranno lottare per i loro diritti, insieme a tutti i loro amici di vecchia data.
Come sempre, cercherò di non andare OOC e di rispettare i canoni del gioco, ma stavolta mi prenderò più libertà per piccole questioni di lore dei mostri che non sono state approfondite in Undertale.
Rating giallo e Avvertimento per via, tra le altre cose, di alcune scene di violenza a causa di personaggi omofobi.
[In questa storia Frisk è femmina, mentre Napstablook per comodità è trattato come un maschio.]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Undyne
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Their SOULs are filled with love'
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UT This is life capitolo 10
Questo. Capitolo. Non dico altro, sappiate solo che farò un annuncio importante nelle note finali. Buona lettura.

...And so, this is life


Capitolo 10 - Come se non fosse abbastanza

-Sei ancora sveglia?!-
Ahi, qualcosa le diceva che non sarebbe stato facile ottenere il loro consenso.
Si era forse lasciata fin troppo trasportare dall'entusiasmo della sua nuova scoperta e ostinata convinzione, senza tenere conto che quella serata era davvero poco idonea per anche solo pensare di poter tenere una conversazione pacifica coi genitori, soprattutto se uno dei due era una madre furibonda.
Aveva incrociato i passi della Pyroat subito dopo essere entrata in soggiorno, ritrovandosi davanti un colosso al femminile di soffice pelo bianco imbacuccata fino al collo nel suo pigiama invernale, le palpebre cadenti che bramavano il sonno e diversi ciuffi sotto la bocca inumiditi dall'usuale sorsetto d'acqua che anticipava la sua volontà di andare a letto; era una visione che Frisk in circostanze normali avrebbe trovato buffa e divertente, qualcosa che avrebbe scatenato in entrambe un'allegra risata e uno scherzoso invito da parte del mostro capra a seguire il suo esempio.
L'occhiata torva che Toriel le aveva riservato, però, aveva quasi infranto l'immensa soddisfazione della bambina nell'essere giunta a una conclusione felice che potesse aiutare i mostri e farla sentire in pace con se stessa, facendole assumere un'espressione sofferente ma infiammandole allo stesso tempo la tenacia che traboccava a fiotti dalla sua ANIMA. Quando quella aveva guardato fulmineamente l'orologio appeso al muro per poi fissarla fumante di rabbia e rimproverarla a gran voce, la piccola umana aveva cominciato a riflettere di conseguenza su come avrebbe potuto riordinare le nozioni acquisite nell'ultimo mese trascorso in un ragionamento convincente, poiché ormai certa che soltanto un'esposizione meritevole degli elogi della maestra più severa della sua scuola avrebbe salvato la serata.
Secondo il punto di vista intransigente della Pyroat tuttavia quella non era proprio serata.
...Le lancette segnavano l'una passata.
-Ti prego mamma, ascoltami!- iniziò Frisk rafforzando la presa sul vasetto in plastica dura ancora circondato dal suo braccio sinistro, in un vano tentativo di cercare conforto nel fiore meno affabile della Terra.
-Sei tu che devi ascoltarmi, Frisk! Non ti è bastata la strigliata appena siamo tornate a casa, vero, devi farmi alzare la voce anche a notte fonda! Va' a letto immediatamente, domani o meglio OGGI ne riparliamo.-
-Ma, mamma, ho scritto tutto qui, ho letto il libro, se posso solo...- cercò di proseguire spedita quanto i suoi pensieri, e fece un cenno col capo verso il cumulo di fogli che stringeva nell'altra mano, diradando quindi la nebbia nella mente spossata della madre e risvegliandone l'ira assopita appena qualche ora prima.
-...Sei stata sveglia fino ad adesso per leggere quel libro! Ora basta, lo prendo io e lo ridarò indietro.- tagliò corto infuriata oltrepassando la silhouette della bambina resa evanescente dal contrasto luce-ombra e incamminandosi nel corridoio, in direzione della sua cameretta.
Frisk dovette impegnarsi per non far uscire dei gridolini sdegnati dalle sue tenere labbra, e le andò dietro a velocità moderata cosicché nemmeno il rumore delle sue ciabatte imbottite potesse innervosire ulteriormente la Boss Monster già a metà del tragitto: benché fosse consapevole di avere un'infinità di altre occasioni, si rifiutò di credere che quella notte sarebbe andata in fumo la sua grandiosa opportunità di rivelare ai genitori i suoi tanto ambiti progetti, e magari di attuarli nell'arco di poche settimane.
Le sue mute preghiere vennero esaudite dall'apparizione di una grossa testa cornuta che fece capolino dalla camera da letto di Asgore, interrompendo così il via vai notturno nel corridoio con un tempismo e una naturalezza di cui lei gli sarebbe stata grata in eterno.
-Cosa succede?- chiese stupito il nuovo arrivato nel mentre che la lampada a LED fuori dalla sua stanza gli annebbiava la vista, portandolo di riflesso a strizzare le palpebre.
Sebbene fu visibilmente costretto a soffocare uno sbadiglio, il re del Sottosuolo non mostrò alcun segno di risentimento nei confronti di chi lo aveva svegliato. All'alba avrebbe dovuto raggiungere l'ufficio del comune e sbrigare delle faccende importanti, eppure Asgore non accennò alla questione e diede anzi prova del suo carattere mite attraverso uno sguardo sonnacchioso e bonaccione.
Toriel aggrottò le sopracciglia alla domanda dell'ex-marito, ma nonostante il suo atteggiamento fosse all'estremo opposto di uno austero - o comunque uno funzionale all'obiettivo del mostro capra - per una volta quest'ultima sembrò sollevata della sua presenza, e puntando gli occhi su Frisk gli sputò esasperata: -Asgore, DILLE qualcosa! È l'una passata e non è ancora andata a letto!! Lo sa benissimo che domani deve andare a scuola, e invece di pensare a dormire e ad alzarsi a un orario decente non fa che leggere quel libro, non le basta leggerlo in classe e non prestare attenzione alla lezione! Non pensa mica alla figuraccia che ci fa fare comportandosi così, sia maledetto il giorno che gliel'ho comprato da quel povero negoziante ambulante che...-
Le parole che si susseguirono incessanti dalla bocca della madre diventarono vuote e informi alle orecchie della bambina, la quale dopo un brevissimo istante di smarrimento decise di sfruttare l'immobilità dei genitori e dare il via al suo discorso ben studiato; l'aspro tono di rimprovero della Pyroat fu sostituito nello stupore generale dalla parlantina sempre più convinta e dettagliata dell'unico essere umano della famiglia, e tra lo sventolare frequente dei fogli colmi di appunti e disegnini e il lieve agitarsi del suo nastrino verde causato dallo scuotere della sua testolina, l'espressione dei due interlocutori si tramutò man mano in una perfetta rappresentazione dello sconcerto inutilmente celato nella loro ANIMA.
-...E, e poi c'è la teoria di un parente non troppo lontano di Gerson, secondo la quale i mostri potrebbero vivere per sempre dopo la morte proprio come gli umani, ma solamente se almeno una piccola parte della loro ANIMA ottenesse il dono dell'immortalità. Sappiamo che l'ANIMA dei mostri svanisce appena questi diventano polvere o comunque entro pochi secondi nel caso di un Boss Monster, ma io ho pensato... l'ANIMA degli umani è immortale, quindi se uno come me dovesse tenere dentro di sé il ricordo dell'affetto che provava per un mostro, di sicuro parte di lui vivrebbe in eterno nell'ANIMA dell'umano, come se la sua essenza grazie all'umano diventasse immortale e potesse quindi raggiungere il paradiso! ...L'amore è questo vero, un ricordo indelebile, uno che purtroppo per uno scherzo del destino non resisterebbe in una fragile ANIMA da mostro sul punto di svanire, anche se questi sono gentili e compassionevoli... ma sarebbe un ricordo che vivrebbe in eterno in un'ANIMA come la mia!-
Fece una pausa doverosa per riprendere fiato, avvertendo solo in quel momento il pizzicare leggero dei piccoli solchi che le sue lacrime avevano percorso lungo le guance, e ancora travolta dall'emozione palesò la sua richiesta supplicando: -M-mamma, papà, vi prego, permettetemi di conoscere i piccoli mostri che nasceranno d'ora in poi, e, e i genitori, così piano piano porterò dentro di me il ricordo di tutti e garantirò ai mostri una vita dopo la morte!!-
Pronunciata l'ultima dolorosa sillaba Frisk distese sul fianco il braccio libero dal peso del vaso, i fogli su cui aveva scritto i punti salienti delle sue congetture che le accarezzarono impercettibili i pantaloni, e aspettò il verdetto dei Pyroat di fronte a lei con l'ANIMA in gola e il respiro un po' affannoso.
Improvvisamente credette di aver preso un granchio nello sperare di ricevere una risposta affermativa; pensò affranta che avrebbero cercato di dissuaderla dall'intraprendere la strada tortuosa e dal forte stampo spirituale che aveva scelto, o che avrebbero addirittura smontato le sue argomentazioni bollandole come fantasie ridicole e infine obbligandola ad andare a letto.
Fu una voce proveniente alla sua sinistra però che spezzò quel silenzio fatto di rapide sbirciatine e parole morte sul nascere, e che sebbene la sua insolenza sarebbe riuscita a cambiare le vite dei presenti.
-Bah, ditele di sì, ovvio che riuscirebbe a fare 'sta boiata, Frisk sa persino riavvolg-...-
Ma proprio prima di spiattellare ai quattro venti il segreto della bambina, Flowey si accorse di avere gli occhi non graditi dei genitori addosso e si bloccò, accigliato.
Era sempre stato restio nell'avviare una qualsiasi conversazione volta a ricongiungerlo ai suoi familiari più stretti, tuttavia l'impulso di commentare sarcasticamente la stramba idea di Frisk aveva prevalso sul suo scetticismo verso la possibilità di essere compreso, o amato di nuovo in quanto figlio.
Fissò i volti attenti di Toriel e Asgore giusto un paio di secondi, per poi abbassare la corolla e tornare a contare uno ad uno i granelli di terra che gli lambivano il suo tanto odiato corpo da fiore, del tutto ignaro di aver favorito un concatenarsi di eventi altrimenti inimmaginabile.
-...Posso andare in ospedale e conoscere le famiglie quando sono libera e non devo studiare! E, e col tempo porterò i miei compagni di scuola a fare lo stesso, non peserà tutto su di me! Anche altri umani un giorno proveranno affetto per i mostri!- insisté la piccola prendendo la palla al balzo.
-Intendi come... una benedizione?- riuscì a borbottare il padre con una delicatezza di cui si stupì lui stesso, al che lanciò un'occhiata veloce alla Pyroat lì di fianco e, convinto di dover assecondare il suo fare severo di poc'anzi, tentò di abbozzare un tono rigido e solenne e continuò incerto: -Uh, cara... è vero che i mostri sono ancora un numero esiguo, ma le nascite anche se lentamente stanno aumentando, non penso potresti... Ehm, anche se dici che i tuoi compagni faranno lo stesso non credo che... Insomma, ci sono anche i paesi fuori da Pleedothoons Town e...-
-Oh Asgore, non riesci proprio ad essere severo con tua figlia... o anche solo credibile.- lo interruppe l'altra portando una mano sull'attaccatura dell'orecchio e grattandosi la peluria gonfia per il freddo.
Aveva comunicato la sua riflessione annoiata relativa al suo vecchio coniuge accompagnata da un gesto di esasperazione, ciononostante l'intera famigliola riconobbe nella sua voce anche una sfumatura divertita: era una voce che infatti manifestava il suo essere disposta a sopportare Asgore almeno fino a che non lo avrebbe trovato necessario ai fini del benessere della bambina, e che richiamava alla memoria i tempi lontani in cui lei lo rimbrottava con affetto.
E la parte migliore di tutte, era che stava sorridendo.
-Toriel, abbi fiducia in lei, in fondo non ci sta chiedendo chissà cosa. Se i suoi progetti non ti dovessero convincere nemmeno col passare del tempo, potremmo sempre sospendere con le visite... e in tal caso sarai libera di tirarmi addosso tutte le fiamme magiche che vuoi!- scherzò il Boss Monster alto e nerboruto, scatenando un sospiro nel mostro capra che era stata in passato la sua compagna.
-...Essia. Va bene Frisk, ma impegnati a scuola, non distrarti a lezione, non caricarti troppo di resp-...-
Neanche le raccomandazioni di Toriel poterono reprimere la felicità che Frisk provò nell'udire la risposta iniziale. La piccola umana scattò dunque davanti a loro esclamando a pieni polmoni un "Grazie!" emozionato, uno che da solo fu sufficiente a suscitare il riso nei due mostri ormai dall'ANIMA rasserenata, dopodiché li oltrepassò saltellando a ogni passo e sparì inghiottita dal bianchissimo alone di semioscurità che aleggiava immobile nella sua cameretta.
-...È una brava bambina, è che in effetti, come hai detto tu... dovrebbe imparare a riconoscere i suoi limiti.- bisbigliò alla fine Asgore seguendo placidamente lo sguardo della Pyroat, che era ancora fermo nel punto preciso in cui la sagoma della figlia era svanita.
-Chi lo sa, potrebbe imparare qualcosa da quel Floweet. Ho l'impressione che quei due si completino a vicenda, di sicuro Frisk gli vuole molto bene. Di solito non è calmo né tantomeno obbediente, mi chiedo perché abbia voluto farlo partecipare se rischiava di mandare tutto a monte!-

...Perché diavolo ha voluto che io sentissi tutto questo?!

***

L'euforia che aveva iniziato a stuzzicarle l'ANIMA da quando aveva fissato il fatidico appuntamento era ormai ravvisabile in ogni suo gesto, e Undyne non sapeva davvero come avesse potuto mascherare quel sentimento impetuoso e frizzante per ben due giorni di fila senza dare nell'occhio.
Aveva effettuato la telefonata che sentiva l'avrebbe condotta al capitolo successivo della sua relazione con Alphys proprio mentre quest'ultima non era a casa, e quella mattina stava riordinando i suoi documenti nella borsa a tracolla di modo che potesse prepararsi ad uscire in gran segreto, approfittando un'altra volta della sua assenza causa lavoro. Non le andava troppo a genio dover celare le sue emozioni e organizzare un controllo di tale rilevanza - e sicuramente determinante per il loro futuro - così di nascosto, soprattutto perché in fondo sapeva che riguardava anche la sua amata e sarebbe stato quanto meno coerente condividere le sue gioie e le sue speranze assieme a lei; ma la Spearish aveva dalla sua parte la certezza che stesse facendo tutto questo in buona fede, che stesse preparando in fin dei conti un annuncio amorevole paragonabile alla miglior sorpresa di compleanno che un mostro avrebbe mai potuto desiderare. L'immagine soave del suo musino sorridente e dei suoi occhioni colmi di lacrime di felicità che di punto in bianco le attraversò la mente, una visione sulla quale si era ritrovata spesso a fantasticare pur non conoscendo i progetti di vita della Dinozap, la portò però di nuovo a esitare di fronte alla sacca appoggiata sul comodino della loro camera.
Quasi dimenticò il motivo del suo frenetico rovistare tra le tasche poco capienti in cui credeva di aver inserito tessere e fogli di ogni genere, poi di colpo sbatté le palpebre e rimise a fuoco ciò che aveva sotto alle sue dita affusolate, cercando di accantonare almeno momentaneamente i dolci pensieri che le stavano regalando un piacevolissimo calore al petto.
Fece un passo indietro e si chinò per aprire i cassetti del mobiletto e cercare l'unico documento che la divideva dall'uscire di casa balzellando in preda alla beatitudine più totale, quando la sua mano sfiorò quella che pareva fosse una busta cristal dalla superficie spiegazzata, posta in mezzo a delle cartelline colorate di varie misure sistemate in maniera disordinata dentro al cassetto di Alphys. Siccome aveva riconosciuto all'istante l'involucro rugoso al tatto con il quale la sua ragazza aveva conservato le sue storie romantiche, le venne pressoché automatico trascinare di lato la bustina trasparente e raddrizzare la sua schiena atletica portandosi la fanfiction a qualche centimetro dal volto, certissima di dover trattenere a breve la tenera commozione che le avrebbe pizzicato l'interno delle palpebre.
Appena inquadrò meglio i fogli che aveva davanti, tuttavia, il dolce sorriso che aveva sulle labbra si spense e fu sostituito da un'espressione stranita e confusa, provocata da una crescente sensazione di disagio derivata dalla consapevolezza di aver forse violato la privacy della sua innamorata.
La sua pupilla ormai ridotta a una fessura si posò sulle sagome inerti che parevano sorvegliare la stanza tutt'intorno a lei prima di soffermarsi ancora sulla busta cristal che aveva tra le mani, rendendosi conto che non si ricordava affatto di aver visto Alphys usarne una colorata, e che soprattutto il titolo della fanfiction non le era familiare nemmeno un po'; ma non v'era alcun dubbio che fosse stata scritta da lei, la Spearish conosceva il suo tratto pieno di sbavature e i caratteristici scarabocchi da fumettista in erba che ricoprivano i margini del foglio, e aveva imparato molto presto a riconoscerne i segni causati dall'ansia e dalla solitudine che gravavano sulla Dinozap ai tempi del suo operato come scienziata reale.
Sebbene l'orologio a muro le stesse confermando che si era preparata in largo anticipo e che quindi non correva il rischio di arrivare tardi all'appuntamento, il mostro pesce scoprì di non voler buttarsi nel racconto senza l'approvazione della sua ragazza. Provò dunque a leggere di sfuggita solamente la prima frase, soltanto le prime righe e poi avrebbe lasciato in sospeso la storia e magari in seguito si sarebbe preoccupata di chiederle da dove fosse saltata fuori.
...Fu un errore madornale.
Nel momento in cui arrivò al pallino nero che terminava l'incipit della fanfiction, la mente di Undyne a discapito delle sue intenzioni stava già viaggiando in un luogo lontano, stregata in maniera inesprimibile dallo stile di scrittura coinvolgente e grazioso del quale aveva avuto un discreto assaggio la notte di Natale. Il tema scelto per la storia fornì inoltre delle nuove possibili risposte alle domande che si era posta nei minuti successivi al suo curioso ritrovamento, e nonostante fosse rimasta colpita nel profondo dall'estrema intimità del testo, la Spearish non seppe frenare la sua voglia di far immergere la propria ANIMA in una situazione così vicina alla realtà che stava idealizzando.


Come se il nostro amore non fosse abbastanza


Oggi è il grande giorno, il giorno in cui io e Undyne ci ameremo come mai prima di adesso e creeremo, sperando che resista alla sua naturale fragilità, l'ANIMA di nostro figlio.
Ho aspettato con trepidazione l'arrivo di questo momento così importante per la nostra relazione, talmente tanto che ogni tot di minuti mi ritrovavo a ruotare il muso verso l'orologio in basso a destra dello schermo del monitor, distraendomi dal lavoro. E puntualmente avevo la sensazione che il sole non sarebbe sorto nemmeno in Superficie, che il conteggio squadrato delle ore mostrato dal computer si sarebbe bloccato appena giunta la mezzanotte, magari approfittando del fatto che fossi andata a letto solo qualche minuto dopo le 11.
Mi sono coricata un po' in anticipo perché sapevo che avrei dormito a singhiozzo, o forse sarebbe più corretto dire a balbettii... è una mia maledizione. Ma questa volta è successo per via di un'emozione che stava travolgendo ciascuna povera particella di magia destinata a darmi la vita. Ero felice, non provavo niente del genere da chissà quanto tempo. In effetti però, non credo mi sia mai successo. Eh.
Fatto sta che stamattina, dopo aver sbirciato nell'altissima console - no, mi sa che sono io bassa... già, certo, è così - che mostrava delle riprese randomiche del Sottosuolo, la mia Unnie è arrivata all'entrata del laboratorio ed è corsa ad abbracciarmi. Abbracciare me, oh dio, ancora non ci credo.
E pensare che avevo a malapena pulito il pavimento e indossato un camice privo di segni di usura, come al solito faccio tutto di fretta e quella mattina avevo nuovamente dato prova del mio essere una buona a nulla. E se avesse gradito una doccia rinfrescante per le sue scaglie accaldate? E se le avesse fatto piacere vedere una scia di petali di rosa andare dal piano terra fino al letto che stava di sopra, quest'ultimo appositamente lasciato nella sua forma non a cubo? E se avesse desiderato in fondo un'altra ragazza che non fosse m-... Oh dio, il letto!
Sollevo quindi la testa e le ammetto con la vergogna che mi dilania l'ANIMA che quando mi ero alzata avevo per errore premuto il pulsante sotto la sponda, sono distrutta dal fatto di essermi dimenticata una cosa così importante...
Ma il sorriso che ha sulle sue labbra scure e lisce non accenna ad andarsene, e con una dolcezza che stento a credere la stia manifestando proprio a me si china di nuovo a baciarmi la cresta.
"Amore mio! Di che ti preoccupi, si può sempre ripremere! Piccola nerd!" dice questo mentre mostra i suoi denti affilatissimi, e l'immagine del mio viso che ci si riflette sopra non sembra troppo patetica, una volta tanto.
Ho delle pessime abitudini alimentari che hanno causato il mio essere grassa, inoltre porto gli occhiali nemmeno fossi un ragazzo degli anime sfigato, e il soffitto del laboratorio pare sempre un rettangolo verde-limone irraggiungibile; eppure con lei mi sento una persona migliore, con lei tendo a mettere da parte il mio orrendo segreto sugli Amalgamati e riesco a lasciarmi andare a QUEL sentimento, quello che mi avvolge ogni qualvolta la ammiro dai suoi stivali rossicci all'occhio guizzante di energia.
Lei è bellissima, davvero me la merito? ...Non dovrei chiedermi questo il giorno in cui dobbiamo creare un'ANIMA!
Alla fine ci dirigiamo al piano superiore, e dopo aver azionato il bottone che metteva in moto il meccanismo peculiare di quell'invenzione ci sediamo sul lenzuolo del letto, ora abbastanza ampio da ospitare due mostri in posizione di rituale. Ci stringiamo le mani già luccicanti della nostra magia e ci diamo un bacio, chiudendo gli occhi e sobbalzando leggermente appena comprendiamo di quale incredibile potere fosse provvista la razza a cui apparteniamo, pur se non pericoloso in questo frangente.
Da qui in poi, ecco, è tabù parlarne, però posso inventarmi cosa succede anche se non ho la più pallida idea di cosa stia scrivendo! A scuola certe cose non le dicono, men che meno nei libri, non so nulla sulla faccenda e... Uhm, scusate, questa è una nota dell'autrice. Dovevo avvertire, prima?
La magia che scaturisce dalla nostra stretta vigorosa inizia a miscelarsi in maniera armonica e passionale, oltre che sfiancante. È così d'impatto che le nostre palpebre si dischiudono in un battibaleno, e per un attimo crediamo quindi di aver fallito nel rispettare il patto sancito dal miracolo della vita. Ma intorno a noi non vi sono piastrelle azzurre o mobilio dal colore discutibile rispetto al resto del laboratorio, io e Unnie non ci troviamo più sedute sul mio letto...!
Una delle mie mani stringe ancora quella palmata della mia ragazza, e ovunque puntiamo lo sguardo scorrono serene delle grandi nuvole immacolate su fondo blu, un insieme vastissimo di cumuli e stratocumuli (N.d.A.: Ok, si chiamano così, ho ricontrollato in uno dei libri di geofisica, capitolo due settimo paragrafo). E a quanto pare stiamo volando sospese in aria come degli angeli, le nostre mani che permeano sempre di una forza sconfinata e le nostre menti unite in una visione onirica che trascende la percezione.
Una nuvola più piccola e vicina delle altre attira la nostra attenzione, e guardandola meglio ci accorgiamo che il vapore a comporne la struttura si sta addensando nella parte centrale al pari di un vortice incantato lento e silenzioso. Quella nuvola sta plasmando davanti ai nostri occhi l'ANIMA di nostro figlio...!
La sagoma definitiva si palesa a noi dopo qualche incalcolabile istante, ed entrambe osserviamo rapite il neo cuore rovesciato fluttuare leggero verso le sue mammine. E Unnie si attiene alla nostra decisione tendendo un braccio in direzione dell'ANIMA e guidandola fino al suo grembo coperto dalla giacca in pelle, un ostacolo che il primo barlume del nostro piccolino supera lentamente imitando una timida creatura che attraversa un portale. Uno che spero percepisca essere colmo di sicurezza e amore.
Dalle nostre dita intrecciate comincia a svanire poco a poco la magia designata a compiere il miracolo, così io e Undyne apriamo DAVVERO gli occhi, rendendoci conto che di fatto siamo state per tutto il tempo al laboratorio.
La forza del sogno misto a realtà che abbiamo vissuto ci fa comprendere la ragione della sacralità del rituale, e incapaci di trovare le parole giuste ci stringiamo in un abbraccio tremolante dall'emozione.
È stato meraviglioso.

...Eppure il nostro amore non è bastato. Soltanto due settimane dopo, Unnie ha avvertito il calore della piccola ANIMA che riposava dentro di lei spegnersi per sempre.

Succede spesso purtroppo, noi mostri siamo venuti al mondo sotto a delle leggi stabilite da una natura crudele e punitiva.
Unnie si è scusata mille volte, io personalmente ho paura di esserne la causa... Non posso biasimare la decisione dell'Angelo che ci osserva, io nemmeno ero convinta appieno di essere amata! È stato un errore, è colpa mia e delle mie insicurezze.
...Mi sento uno schifo, non... riesco più a smettere di mangiare...
Avrei dovuto dire la verità sul laboratorio sotterraneo, ma non voglio scatenare l'ira di Undyne, non posso perderla, non posso credere che il mio amore non sia abbastanza. Perdonami Unnie, io ho provato ad amarti, lo giuro, LO GIURO!!

Ti prego non lasciarmi, non odiare questo mostro disgraziato quale sono, io ho bisogno di te. Senza la tua costante protezione io non supererò le complicanze della vita, il futuro mi spaventa Unnie, perché il passato è stato terrificante.
Ho paura, non lasciarmi.


Quando giunse al fondo della pagina, Undyne abbassò la busta trasparente e fissò un punto lontano della parete di fronte a lei.
L'ultima parte della fanfiction aveva preso una piega inaspettata, e la Spearish provò con tutta se stessa a trattenere quella manciata di lacrime che le stavano ora pizzicando sul serio le palpebre, di certo non per l'emozione che si era immaginata; Alphys aveva dimostrato innumerevoli volte di aver giovato della sua compagnia e di aver amato ogni singolo istante della loro convivenza trascorsa in Superficie, tuttavia leggere delle sue sofferenze passate espresse tramite un crescendo di critiche rivolte alla sua persona, unite a un finale quasi delirante... aveva portato le sue polveri a fremere dall'angoscia. Il mostro pesce aveva tra le mani la prova effettiva che anche nei mesi successivi al saldarsi della loro amicizia, la sua ragazza non aveva mai smesso di sentirsi straziata fin nell'ANIMA da ciò che era successo dopo le iniezioni di DETERMINAZIONE avvenute all'insaputa di tutti, e dalle bugie che ne erano derivate come un fiume in piena.
Averne la conferma però non deteriorò il sentimento d'amore che ardeva in lei, fu anzi uno stimolo in più per spingerla a esternare ancora e ancora il suo affetto smisurato, e per riaccenderle la smania di procedere coi preparativi affinché potesse portare a una svolta una relazione che andava avanti da circa un anno e mezzo.
Scrollò il capo facendo oscillare le sue orecchie-pinne, e rivolse il suo sguardo prima sulle lancette ticchettanti sopra alla scrivania, poi verso il cassetto del comodino che adesso sapeva essere rimasto aperto da diversi minuti. Nel momento in cui adocchiò uno degli angoli della tessera che le mancava sbucare tra due cartelline dai colori sgargianti, Undyne si piegò leggermente così da recuperare l'ultimo prezioso documento e rimettere al suo posto la fanfiction, ma una voce squillante risuonò di colpo subito fuori dalla porta che dava al corridoio.
Una voce che apparteneva all'unica persona che in tali circostanze avrebbe potuto dare un'accezione negativa alla situazione e coglierla in flagrante.
-Unnieee ci sei, vero? U-uhm, ho preso un p-permesso da lavoro, devo solo andare un attimo, ecco...-
Non ebbe il tempo di infilare la storia incriminata tra il disordine variopinto del cassetto e quindi di nascondere l'evidenza: riuscì soltanto ad afferrare la schedina elettronica poco prima di raddrizzarsi ed osservare colpevole la figura cicciottella di Alphys che si trovava già all'entrata della loro camera, il suo sorriso impacciato che svanì in un lampo insieme alla conclusione della frase.
-U-Undyne, c-c-cosa...?- balbettò paonazza con gli occhi a palla e il corpo scosso da dei fremiti spaventosi, talmente forti che la Spearish pensò sarebbero stati individuabili persino a metri e metri di distanza.
-Alphy!- esordì impotente il mostro pesce guardando un attimo la busta cristal, dopodiché tentò: -Mi dispiace, non volevo leggerla, tranquilla, sappi che io...-
-No, no, NO!- la interruppe la Dinozap cacciando uno squittio acuto e precipitandosi al suo cospetto, le braccia prontamente distese verso l'alto per strapparle di mano i fogli di cui tanto si vergognava.
Nonostante l'irruenza dei suoi movimenti, la sua ragazza credette che il fato dopotutto le stesse servendo su un piatto d'argento la possibilità di chiederle scusa, e mentre l'amata si affannava a raggiungere la storia maledicendo in silenzio la sua bassa statura, Undyne decise di non opporre resistenza e di chinarsi su di lei al fine di abbracciarla e rassicurarla. Appena Alphys strinse la fanfiction al petto, tuttavia, i suoi piedini scattarono all'indietro e il tocco colmo di rincrescimento della Spearish non arrivò nemmeno a sfiorarla; del suo gesto affettuoso beneficiò solamente l'aria greve che attorniava i suoi muscoli possenti, e fintanto che raddrizzava di nuovo le gambe la sua espressione divenne inquieta e sofferente, seppur in verità riflettesse solo un minuscolo frammento dello straziante sconcerto a trafiggerle l'ANIMA.
Rimase lì impalata a fissare la compagna, cercando di valutare in fretta quali fossero le parole migliori per scusarsi e per riguadagnarsi il diritto di incrociare il suo sguardo, ora puntato di proposito sulle piastrelle del pavimento con fare scontroso.
-Oh tesoro... Davvero non volevo, ascolta, ti assicuro che non sono arrabbia-...-
-S-solo, solo p-perché hai sentito q-q-quella cosa, non vuol dire che puoi f-ficcanasare negli a-affari degli altri! C'è un m-motivo per cui n-non ti ho mostrato q-questa fanfiction, potevi almeno avere la d-d-decenza di chiedere, prima!!-
Dalle sue labbra vacillanti esplosero accuse stridule e incontrollate, che in un istante demolirono quel poco di lucidità che Undyne stava disperatamente cercando di preservare malgrado la turbolenta esperienza della lettura. Finì quindi per ignorare l'identità di qualsivoglia suono o voce che la Dinozap pareva sottintendere, e nella sua testa non poté pensare ad altro che alla sfrontatezza da lei dimostrata.
-Ficcanasare?? E il motivo, quale sarebbe Alphys? Tu non ti fidi di me, dopo tutto questo tempo...!- esclamò di tutta risposta mostrando i denti, furente.
Una volta recepito l'inevitabile tono adirato della sua ragazza, quella sollevò il capo, rassegnata, e rivelò ciascun pietoso segno che la discussione aveva comportato sul suo viso; era rossa tanto quanto le fiamme che divorano una foresta al crepuscolo, e allo stesso tempo le sue squame erano ricoperte di sudore salato misto a lacrime, una visione non delle più gradevoli da contemplare neanche per una persona che era abituata sin dal principio a riconoscere i segnali di chi soffre di crisi di panico.
Eppure la Spearish non batté ciglio, e Alphys tremolando dal nervosismo le rinfacciò: -S-sei tu che non ti f-fidi, avrei p-potuto spiegarti c-c-cosa volevo... u-ugh...-
-Qui mi sembra sia qualcun'altra a non voler sentire ragione!- continuò allora tingendo la sua voce di un'aggressività che mai aveva indirizzato al mostro che amava.
-Non... d-dovevi Undyne, t-tu n-n-non dovevi...!-
-Sì, quella notte forse non avrei dovuto mostrarti le mie lettere schifose, visto che tu sei la prima a non fidarti!-
Pronunciate quelle parole, Undyne gettò la tessera che stringeva ancora nella mano destra nella sacca, se la mise a tracolla e superò la Dinozap a passo pesante prima di fermarsi un attimo nel corridoio del piano superiore, dichiarando le sue intenzioni senza voltarsi indietro.
-Devo uscire anche io, non so quando torno. Fai quel che vuoi, non mi interessa.-
E dopo neppure un minuto scarso la ex-guerriera si era già lasciata alle spalle la loro abitazione, una con all'interno una seconda ANIMA che piangeva magia amara.


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...Eh. Bello tosto questo capitolo. Che dire, lo amo. L'idea del progetto di Frisk l'ho adorata, l'inception della FF di Alphys mi ha emozionata non poco, e il cliffhanger col litigio... Semplicemente splendido. A voi i commenti.
Il capitolo 10, numero tondo tondo... Direi che è quello giusto per... lasciarvi in attesa trepidanti per il prossimo e fare una pausa. Sì, voglio prendermi una pausa dallo scrivere: questo è l'annuncio di cui vi parlavo sopra. Un po' triste lo so, ma capitemi: dopo la pausa tra Skipped e We are one, sto praticamente scrivendo non-stop da due anni, il mio cervello sta fumando. Tra l'altro dovrei a breve cominciare a lavorare. Ci tengo a dirvi che amo ancora scrivere, e che tengo immensamente a questa Fanfiction. Non rimarrà incompiuta, ma ho bisogno di qualche mese per riprendermi e tornare più carica di prima (e per continuare a rispettare la pubblicazione bimestrale, si spera). Non voglio che i capitoli vengano male per via della mia stanchezza mentale =/. Davvero, è da un po' che non riesco a rileggere e correggere i capitoli in cantiere senza pensare "Oh mio dio cos'è 'sta roba", quando in realtà sto sempre scrivendo bene. Una pausa per rinfrescarsi le idee per me ora più che mai è d'obbligo. Ma ripeto, state tranquilli, tornerò su EFP e finirò questa storia! Intanto, potrei magari invitarvi a rileggere i capitoli precedenti visto che sono stati da poco revisionati, e ringrazio ovviamente chi me li ha recensiti e chi sta solo leggendo... le visite sono un sacco, wow! Grazie davvero.
Vi saluto, ci vediamo dopo la pausa!
Ciao ragazzi/e!
  
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