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Autore: celestialslug    12/07/2021    3 recensioni
Una serie di brevi racconti horror, secondo la mia personale interpretazione del genere letterario e dell'emozione umana della paura.
Genere: Dark, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Mi trovavo nel treno regionale che porta dal paesino da cui provengo, uno di quelli sconosciuti, al capoluogo della mia regione. Mi ero seduto in una carrozza a caso, su di uno dei sedili, quelli scomodi in plastica che a fine corsa ti fanno sentire tutto intorpidito, e nel mentre aspettavo di sentire la vibrazione tipica del treno in partenza, avevo infilato gli auricolari e fatto partire una delle playlist del mio Spotify. Non si trattava di nulla di particolare concitato, ma nemmeno troppo rilassante, il giusto mix per farmi riposare su quell'orrendo sedile, senza il rischio di addormentarmi e mancare la mia fermata. Ben presto mi ritrovai, però, a cambiare genere musicale, non che ciò che stessi ascoltando non mi piacesse, sia chiaro, eppure, da quando avevo sentito il treno partire, una sensazione di sonnolenza mi aveva pervaso, come se fosse un notturno che mi riportava a casa dopo un lungo turno di lavoro. Cercai delle canzoni più rumorose, qualcosa che mi piacesse ma fosse forte abbastanza da non farmi cedere alla stanchezza. Mi misi a osservarmi le mani, come se qualcosa non andasse, o magari nella speranza di trovare qualcosa che catturasse la mia attenzione. Mi accorsi, guardando il telefono, che erano ancora le 16:30, lo stesso orario in cui ero salito sul treno, eppure avevo aspettato, ascoltato più di una canzone e inoltre il treno era partito già da un po', ma non ci pensai. Cambiai nuovamente canzone, visto che più di una volta mi era sembrato di svegliarmi, come se mi fossi appisolato. Puntai su qualcosa di puramente fastidioso, al punto da non darmi la pace necessaria ad addormentarmi. Quando però i suoni si fecero fastidiosi al punto di farmi venire la pelle d'oca, sentì il mio corpo ricevere una scossa, mi ero addormentato di nuovo e adesso non sapevo dove fossi. Mi affacciai dal finestrino, il paesaggio era uno di quelli tipici del mio territorio e, sebbene presentasse qualcosa di disturbante, non era un indizio utile a capire dove mi trovassi in quel momento, oltretutto il mio cellulare non sembrava collaborare, l'orario era ancora fermo sulle 16:30, come se non fosse passato tempo dal mio ingresso nel treno, inoltre questi suoni infernali negli auricolari rendevano il tutto sinistro, dunque pensai bene di toglierli, per eliminare perlomeno quel senso di inquietudine, facendolo, però, feci una scoperta agghiacciante: gli auricolari erano staccati da un pezzo, quegli inquietanti rumori non erano prodotto della mente di nessun compositore, bensì erano provenienti da qualcosa intorno a me, come la colonna sonora di un film. Mi affacciai di nuovo al finestrino, alla ricerca di un qualunque cosa che mi riportasse alla realtà, dato che mi sembrava di impazzire. Il rumore si fece assordante e sentì il sangue gelare quando mi resi conto che, riflesso allo specchio, c'era un volto che non mi apparteneva. La pelle era rosa, soffice, schifosamente liscia, gli occhi piccoli, di un colore e un numero totalmente innaturale, mi sembrava di essere un alieno. Il treno inchiodò di getto, mi sembrò di venire catapultato sul sedile di fronte, ma in realtà non ricordo quasi niente, il rumore cessò e quando riaprì gli occhi, ero nella mia casa. Mi alzai di gettò, alla ricerca di uno specchio, pensai sollevato di aver appena fatto un incubo. Nello specchio si rifletteva la mia immagine, di com'ero sembre stato, con la voragine di denti e membrane al centro del mio viso e i numerosi occhi che la contornavano. "Cazzo" pensai "Devo aver sognato di essere umano".
   
 
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