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Autore: jarmione    20/07/2021    2 recensioni
“Io devo andare, la mamma mi aspetta” sbuffò Clara, che avrebbe preferito restare lì, piuttosto che andare a casa “Ci vedremo ancora?”
Il Dottore sorrise “Presto”
“Quanto presto?”
“Molto prima di quello che immagini” ammiccò il Dottore.
“Oh…” Non era una risposta delle migliori ma a Clara bastò “Allora ci vediamo presto” salutò correndo via “Ciao, Dottore”
[...]
"A presto, ragazza impossibile"
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Doctor - 11
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quante volte era andata in quel parco?

Tante, troppe, anche più volte al giorno durante i weekend e alcune volte anche da sola.

Clara era solo una bambina, ma era autonoma quel tanto che bastava per superare i due isolati che la dividevano da casa sua a quello spazio verde.

Alle volte c’erano altri bambini con cui giocare, mentre altre era sola...anche se non era proprio così.

Un uomo, sempre lo stesso, ogni, ogni volta, era lì, che la osservava fingendo di leggere il giornale.

Vestito in modo eccentrico, con un farfallino rosso che contornava la camicia ed i capelli scompigliati che contornavano il suo volto indagatore su cui due occhiali vecchio stile si appoggiavano sul naso sporgente.

Era decisamente molto appariscente e sospetto, eppure nessuno sembrava notarlo.

Era come se non esistesse.

Clara era sempre rimasta curiosa e affascinata ma mai aveva osato avvicinarsi.

Vuoi perché la mamma le aveva sempre insegnato a non dare confidenza agli sconosciuti, vuoi il timore infantile, stava di fatto che si limitava ad osservarlo anche lei.

Aveva strane sensazioni.

Non erano piacevoli ma nemmeno brutte, sentiva che lei e quell’uomo già si conoscevano.

Era come se fosse un parente.

Un giorno si fece coraggio e, approfittando che al parco c’era solo una mamma con un bambino più piccolo di lei, si avvicinò all’uomo con un gran sorriso.

Il poveretto cercò di fingere la lettura del giornale, ma non fu semplice.

“Ciao” disse Clara, tenendo le mani dietro la schiena e sorridendo amichevolmente.

“C-ciao” rispose lui, sentendosi a disagio.

Non voleva che lei si avvicinasse, non voleva che lo vedesse.

“Come fai a leggere il giornale al contrario?”

l’uomo si accorse di questo errore e subito tentò di rimediare, finendo col perdere alcune pagine di giornale per terra.

Clara scoppiò a ridere.

“Perché ridi?” domandò l’uomo “Che hai da ridere? Non ti hanno insegnato che è maleducazione ridere delle persone?”

Ma lei continuò “Sei buffo”

“Senti chi parla, Clara”

A quel punto la bambina si zittì e lo guardò ad occhi sgranati “Tu sai il mio nome?”

 

Perché ci siamo già incontrati,Clara

 

“Ho detto un nome a caso e tu hai proprio la faccia da Clara” fu la scusa più stupida che potesse trovare, ma era la migliore del repertorio.

Clara, di conseguenza, si toccò la faccia per cercare di capire come l’avesse intuito.

Non riuscendoci, si arrese e tornò a rivolgersi al signore “Come ti chiami?”

“Perché?” domandò l’uomo “Perché vuoi saperlo? Lo sai che non si parla con gli sconosciuti?”

“Ma se tu mi dici il tuo nome, non sei più sconosciuto” rispose lei, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

“Io sono il Dottore” disse lui.

“Dottore?” Clara lo guardò interrogativa “Perché Dottore?”

“Perché è così, mi chiamo Dottore, tutti mi chiamano Dottore...e non so neanche il perché” rispose il Dottore, sorridendo e ammiccando.

Clara sorrise, un sorriso che il Dottore avrebbe rivisto presto e che lo avrebbe accompagnato per tanto tempo.

Ma ora, che lei si era avvicinata più del previsto, lui non poteva più rimanere.

“Io devo andare, la mamma mi aspetta” sbuffò Clara, che avrebbe preferito restare lì, piuttosto che andare a casa “Ci vedremo ancora?”

Il Dottore sorrise “Presto”

“Quanto presto?”

“Molto prima di quello che immagini” ammiccò il Dottore.

“Oh…” Non era una risposta delle migliori ma a Clara bastò “Allora ci vediamo presto” salutò correndo via “Ciao, Dottore”

Lui si limitò a salutarla e vederla sparire dietro l’angolo di un negozio, poi tornò serio.

Per lui il loro prossimo incontro sarebbe stato presto, ma per lei sarebbero stati anni.

Non avrebbe, comunque, smesso di tenerla d’occhio, come aveva fatto per tutti quegli anni attraverso i secoli.

“A presto, ragazza impossibile”

  
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