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Autore: kanejvibes    20/07/2021    0 recensioni
In un mondo post apocalittico, dove il controllo è stato preso con la forza da una grande corporazione, Nina si ritrova a dover lottare per sopravvivere e proteggere i suoi fratelli minori, mentre il suo gemello è scomparso. E proprio quando pensa di essere al sicuro, un misterioso sconosciuto entra nelle loro vite, scombussolandole.
Tratto dal testo:
La verità era che era stato e sarebbe sempre stato un egoista.
Nel suo cuore, James lo sapeva.
Accettò quella verità e le sorrise appena per cercare di farla tranquillizzare.
"Non posso perderti, Nina".
Moriranno tutti al bunker? Sì.
Tuo fratello diventerà una cavia da laboratorio? Sì.
Ma tu sarai viva.
Chiuse per un attimo gli occhi e quando tornò a guardarla lei aveva quell'espressione di rabbia che spesso gli rivolgeva. Rabbia e odio. Ma un odio temporaneo, un odio che nascondeva tutt'altro.
Genere: Commedia, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 16

Nina vide Nicholas rientrare dalla caccia con altri ragazzi. Stava ridendo e scherzando, ma aveva qualcosa negli occhi che emanava tristezza.
Lei si chiese se fosse colpa sua.
Gli si avvicinò, facendosi piccola piccola, e notò  a malincuore come, seppure lui la avesse notata fin da subito, provasse in tutti i modi a fingere di non averla vista.
"Nick?", sussurrò Nina, fermandosi a qualche passo dal gruppo, mentre si torturava nervosamente le dita delle mani.
Nicholas a quel punto non potè più ignorarla e le lanciò un'occhiata rassegnata.
Non disse niente come in attesa che lei dicesse qualcosa.
"Possiamo parlare?".
Lui sospirò e salutò  gli altri cacciatori, per poi annullare completamente la distanza che c'era tra di loro. Lo fece senza rendersene conto e Nina potè chiaramente vedere l'imbarazzo avvolgerlo mentre realizzava la cosa.
Abbassò il viso, cercando di riuscire a dare una forma chiara ai pensieri che aveva in testa, poi tornò a guardarlo.
"So che sei ferito...".
"Ferito non rende nemmeno l'idea", la interruppe velocemente lui, facendola sobbalzare.
"Tu e James siete due delle persone più importanti per me e mi avete mentito...non so se posso più fidarmi".
Nina avrebbe voluto gridargli che poteva. Che poteva fidarsi completamente di lei, ma sarebbe stata una bugia. L'ennesima.
C'era ancora quel maledetto bacio a creare un muro tra di loro. E seppure fosse certa che dirgli tutto avrebbe peggiorato ancora di più le cose, una parte di lei stava lottando per farlo.
Inoltre dirgli del bacio l'avrebbe reso reale. Nina non poteva permettersi di renderlo reale. Era già abbastanza tormentata sapendolo in un limbo nelle menti sua e di James, ma ammettere di averlo fatto davvero, che non fosse solo un sogno, solo un pensiero, o un incubo, probabilmente avrebbe toccato parti di lei che non poteva e non voleva tirar fuori.
Deglutì a fatica.
Aveva forse ancora un paio di secondi per dare una risposta, sincera o meno, a Nicholas, senza apparire disonesta. Alzò appena lo sguardo e incontrò quello maledettamente indecifrabile di James dall'altra parte della stanza.
C'era una parte di lei che lo desiderava. Non poteva più negarlo. C'era una parte nascosta a fondo dentro di lei, recondita, dispersa nei più profondi abissi della sua anima che avrebbe voluto dire la verità a Nicholas soltanto per poter assaporare di nuovo le labbra di James.
"Voglio che tu ti possa fidare di me e, probabilmente mi odierai, ma devo dirti un'altra cosa...", mormorò, socchiudendo gli occhi per poi posarli di nuovo sul moro per potersi dimenticare di James.
Ecco. Non c'era più modo di tornare indietro adesso, se non con un'altra bugia e questa non era un'opzione.
"Io...io e James ci siamo baciati".
Abbassò di nuovo gli occhi perché voleva evitare la delusione sul viso di lui, ma quando non sentì alcuna risposta dovette tornare a guardarlo.
Aveva le labbra appena schiuse, completamente scioccato.
Una nuova pugnalata alle spalle.
"Mi prendi in giro?", sbottò una voce, facendoli voltare entrambi.
James la fissava con un'espressione mista a rabbia e confusione, si avvicinò ancora di più, furioso, e Nina ebbe l'impressione che si sarebbe avventato su di lei, ma si fermò poco prima di raggiungerla. 
Nick sbuffò.
"Ho veramente voglia di prenderti a pugni James, non darmi un ulteriore motivo", sbottò il moro, spingendo Nina di lato e guardando l'altro in cagnesco.
Si sarebbero saltati addosso, Nina lo sapeva. E questa volta non era certa che James avrebbe soltanto incassato i colpi. Così si frappose tra di loro, dando le spalle al lupo.
"Non ha significato niente, Nick", blaterò.
Eccola lì. Un'altra bugia. Quando avrebbe smesso?
Sentì chiaramente James che si irrigidiva dietro di lei.
"Ero ubriaca e tu mi avevi appena detto di amarmi...ero confusa", aggiunse, forse, peggiorando soltanto le cose.
"Mi hai risposto che mi amavi anche tu", le ricordò, aggrottando la fronte.
"Ho fatto un casino".
"Tu credi?", sbottò lui, scuotendo la testa e andandosene.
James fece un versetto contrariato e sbuffò, facendola voltare.
"Non potevo più mentirgli", mormorò lei, stringendosi nelle spalle.
"Oh quindi io dovevo mentirgli ma tu no...", ribattè lui, amareggiato.
"Non potevo...".
"Nick è il mio migliore amico e da quando sei arrivata tu mi odia a morte. Sei stata tu a baciarmi, cazzo! E hai fatto passare me per lo stronzo traditore. Sei stata tu a dirmi di non tirare più fuori la questione e poi decidi di dirgli tutto senza nemmeno avvertirmi?", esclamò, afferrandola per un polso e avvicinandola il più possibile a lui.
"Non hai idea di come mi sentissi a mentirgli...", sussurrò lei, sull'orlo del pianto.
"Oh invece tu sai tutto dei miei sentimenti! Nick è la mia famiglia e...".
"Se Nick è così importante per te allora perché non mi hai fermato?".
James schiuse le labbra e restò immobile a fissarla.
"Sei tre volte più grosso di me e non eri nemmeno la metà ubriaco di come lo ero io. Quindi perché hai lasciato che ti baciassi?", gridò alla fine lei, divincolandosi dalla sua presa.
James fece un passo indietro, facendo schioccare la lingua, e abbassò inconsciamente gli occhi sulle labbra di lei, poi allontanò lo sguardo. Deglutì a fatica e se ne andò, lasciandola senza una risposta.

Nina si chiuse la porta della camera alle spalle, sospirando.
Voleva piangere, ma le lacrime semplicemente non uscivano.
Voleva gridare, ma non aveva voce.
Si appoggiò con la testa alla porta e sbuffò, chiudendo gli occhi.
Quando li riaprì, si accorse che Dean la stava fissando, seduto sul suo letto. Aveva il viso stanco e ansioso, come mai lo aveva visto.
"Stai bene?", le chiese, aggrottando la fronte, mentre la sua espressione si tramutava in premura per la sorella.
Si alzò dal letto e le andò incontro, stringendola in un abbraccio.
Ovviamente, non c'era bisogno che gli rispondesse, Dean conosceva già quello che stava provando. Ma lei no.
Si allontanò dall'abbraccio e gli accarezzò una guancia.
"Che hai?", sussurrò, guardandolo mentre lui indietreggiava e metteva le mani in tasca.
"Niente", mormorò l'altro, alzando le spalle.
"Tu, piuttosto...?".
"Dean, cos'hai?", ripeté la ragazza, dura, incrociando le braccia.
Il suo gemello scosse la testa, poi si sedette sul letto, passandosi una mano sul viso.
"Sono solo stanco, Nee, non è niente".
Non la stava guardando, aveva l'espressione, ora atona, bassa sul pavimento.
Nina assottigliò gli occhi e fece qualche passo verso di lui, poi si inginocchiò, sfiorandogli il braccio.
"Puoi dirmi se c'è qualcosa che non va. So che pensi sempre di doverti mostrare impassibile, ma non è così. Vorrei davvero poter sentire cosa provi in questo momento, ma visto che non posso, dimmelo tu".
Dean portò gli occhi verdi dentro ai suoi, ma non rispose, facendola sbuffare.
"Ti sembra giusto che tu possa leggere la mia mente e io invece no?", sbottò Nina, mettendo il broncio.
Lui scosse la testa.
"Non posso leggerti la mente...se fosse così le cose sarebbero molto più facili per me", commentò.
La ragazza alzò le spalle, poi fece un sorriso e scoppiarono tutti e due a ridere.
Dean si sdraiò e la invitò a fare lo stesso e lei si strinse al suo corpo.
"Perché pensi che io non riesca a sentire quello che provi e tu sì?", sussurrò lei, aggrottando la fronte.
"Non so, forse perché io ho il chip...o...non so davvero...".
"Sì, forse è il chip...comunque...per favore...puoi dirmi quello che ti passa per la testa?", riprese la castana, alzando la testa per vedere Dean in faccia.
Lui fece roteare gli occhi.
"Nina...", soffiò, irritato.
"Dean...", rispose lei, con lo stesso tono.
Il ragazzo scosse la testa, poi sospirò.
"Nicholas non ti ha detto niente? Ho provato ad andarmene appena arrivato...".
Nina saltò seduta e lo guardò.
"Cosa?", gridò, in un tono misto a stupore e rabbia.
Dean mise un braccio sotto la testa e sbuffò.
"Nina, ci sono cose che tu non potrai mai capire...".
"Allora spiegami!", esclamò lei, interrompendolo.
"Non è così semplice", ribatté lui.
"Puoi dirmi cosa ti succede, cosa provi e perché volevi andartene. Adesso. E' così semplice", mormorò Nina, più acida di quanto avrebbe voluto apparire.
"Non vuoi sapere davvero...".
"Sì, invece!", gridò ancora più forte la ragazza, al limite della pazienza.
Dean scattò seduto, gli occhi spalancati e un ghigno orribile a deturpargli il viso.
"Sono schiacciato da ciò che provo, ok?", urlò, fuori di sé.
"Tutte le mie emozioni sono state messe da parte per tre anni! Tre fottuti anni in cui non ho provato niente. Ho ucciso, torturato, tradito, fatto cose che ti farebbero accapponare la pelle, Nina. Ho assistito a tutto ciò senza battere ciglio. E adesso sta tornando a tormentarmi. E come se ciò non bastasse ci sono anche le tue emozioni di mezzo!", gridò tutto d'un fiato. 
Nina schiuse le labbra e scosse la testa, scioccata.
Sapeva che ciò che aveva subito da deeta doveva essere un tormento per lui, ma non aveva avuto il coraggio di fargli domande sull'argomento. E in quel momento, desiderò non averlo spinto a parlare.
Abbassò la testa e si morse il labbro.
"Mi dispiace, io...cosa posso fare per aiutarti?", chiese, con voce tremolante.
"Non c'è niente che tu possa fare", rispose lui, più calmo. Poi atono come sempre da quando era tornato.
"Per favore non richiuderti di nuovo", mormorò Nina, supplicante.
"Dovresti provare a risolvere i tuoi, di problemi", le disse lui, tornando a sdraiarsi.
"Ma vederti così fa parte dei miei problemi".
Dean non rispose e si rigirò nel letto, dandole le spalle.
"Dean?".
Nessuna risposta.
Nina sospirò e si alzò dal letto.
"Sarai felice di sapere che ho ascoltato il tuo consiglio e ho detto a Nicholas del bacio con James", disse, mordendosi le labbra.
Suo fratello le lanciò un'occhiata da dietro la spalla.
"E' per questo che ti senti una merda?".
"Nel giro di un minuto sono riuscita a rovinare sia la relazione con Nick che quella con James", sussurrò la ragazza, stringendosi nelle spalle.
Dean annuì appena.
"Mi dispiace".
"Ora che lo sai, cerca di concentrarti sulle tue emozioni. E se mai ne volessi parlare, io ci sono, ok?".
Dean le sorrise dolcemente.

Nina se ne stava seduta nella sala da pranzo.
Era rimasta sola a pensare per ore.
Qualcuno si sedette vicino a lei, facendola finalmente tornare alla realtà.
"Andrà tutto bene", mormorò la voce di Richard.
Nina appoggiò la testa su un braccio e sospirò.
"Mi leggi anche tu nella mente, adesso?".
"Intendi come Dean? No, Aline mi ha detto cosa è successo".
Nina annuì appena.
"Giusto, Nicholas le ha detto tutto", ribatté, leggermente irritata.
Richard appoggiò i gomiti sul tavolo e alzò le spalle.
"E' sua sorella".
"E tu sei il suo ragazzo", commentò Nina, guardandolo.
Richard arrossì e si mosse a disagio, torturandosi le mani.
"Beh...uhm...".
"Tranquillo, non ti dirò quanto penso sia una pessima idea", disse lei, scuotendo la testa.
"E lo pensi?".
Nina lo guardò e sorrise.
"Penso che non ti vedevo così felice da prima di questo casino, quindi...", mormorò.
Rick le sorrise di rimando.
"So che non ti piace molto, ma è meravigliosa".
"Bene".
"Quindi tu e James vi siete baciati...la cosa mi sembra davvero strana", sussurrò lui, aggrottando la fronte. Nina fece una smorfia, ripensando al bacio e alle sue conseguenze.
"Sì, beh, ero ubriaca. E me ne pento. Tantissimo. E allo stesso tempo non me ne pento per niente. Io...". Sospirò e chiuse gli occhi, facendo un versetto frustrato.
"Ti capisco assolutamente. James è piuttosto fantastico", disse Rick poco dopo, per tirarle su il morale.
Nina gli lanciò un'occhiata da sopra la spalla.
"Pensavo che tu stessi con Aline", disse, divertita.
Richard le fece la linguaccia e scoppiarono a ridere.
"Mi è mancato tutto questo", commentò la ragazza, appena tornò seria, scostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Rick annuì, assumendo un'espressione nostalgica.
"Sei tu che ti sei allontanata...".
Lei sospirò.
"Hai ragione, è solo che...".
"Non preoccuparti. Capisco", la rassicurò lui, accarezzandole una spalla.

Nina e Dean risero mentre osservavano Anna e Richard discutere su una regola di monopoly.
Avevano trascorso l'intera mattinata nella loro camera a parlare, ricordare i vecchi tempi e passare le ore su ogni gioco da tavola che erano riusciti a trovare nel bunker.
Sembrava quasi che fossero tornati ad uno dei tranquilli e normali venerdì sera di qualche anno prima.
Sarebbe stato grandioso semplicemente poter riavvolgere tutto e dimenticarsi del casino che c'era là fuori, ma purtroppo tutti e quattro sapevano bene che quella serenità fosse soltanto temporanea.
Comunque a nessuno importava in quel momento.
Anche Richard stava ridendo, mentre Annabelle continuava a spiegare come non fosse corretto il suo ragionamento. Alla fine, non poté far altro che farsi contagiare dalle risate anche lei.
"Sapete cosa? Mi ritiro, ho fame!", esclamò poi, alzandosi e stiracchiandosi.
Sorrise allegramente verso i suoi fratelli, mostrando due dolci fossette, e poi sparì con rapidità, lasciando la porta aperta per la fretta.
Richard osservò il tabellone del gioco, poi alzò le spalle e la seguì.
"Andiamo anche noi?", chiese Dean, guardando Nina, che annuì.
Si avviarono, più lentamente dei fratelli minori, verso la sala da pranzo.
"Vuoi parlare di James e Nicholas, visto che siamo solo noi?", chiese Dean, mettendo le mani in tasca e guardandola con fare apprensivo quando furono davanti alla mensa.
Nina schiuse le labbra, cercando di dare un po' di ordine ai suoi pensieri, ma non sapeva nemmeno da dove iniziare.
Abbassò la testa, mentre si torturava l'interno guancia con i denti.
"Non so, Dean...ho fatto un casino...non...".
Si interruppe per sospirare e il silenzio li accompagnò per qualche secondo.
"Già, le tue emozioni sono praticamente impazzite...", ribatté il ragazzo, facendo un sorriso confuso, poi quel sorriso sparì, ma la sorpresa sul suo volto no.
Dean si fermò, aggrottando la fronte.
Lei fece altrettando e lo guardò.
"Cosa c'è?", chiese, incrociando le braccia, ma il fratello era totalmente concentrato nei suoi pensieri.
"Dean?", dovette ripetere un paio di volte prima che lui tornasse alla realtà.
"Io...non capisco...", disse lui, scrutandola a fondo e avvicinandosi per prenderle il volto in una mano e fissandola negli occhi come se stesse cercando di leggerle l'anima.
"Perché non riesco a...?". La lasciò andare e indietreggiò di un passo, scuotendo la testa e pizzicandosi gli occhi.
"Dean...cosa c'è che non va?", mormorò lei, iniziando a preoccuparsi. Gli sfiorò il braccio con una mano, premurosa.
Lui la guardò di nuovo, sbattendo le palpebre un paio di volte.
"Non riesco più a sentire cosa provi", disse, piegando la testa di lato.
Nina alzò le spalle.
"Oh, quindi adesso sai come mi sento io", bofonchiò lei, abbozzando un mezzo sorriso. 
Dean avrebbe dovuto ridere o, almeno, sorridere, ma indietreggiò di più portandosi una mano alla gola, poi sul petto, respirando affannosamente.
"Dean?", mormorò lei, schiudendo le labbra.
Il ragazzo si schiarì la gola, o ci provò. Poi strizzò gli occhi più volte, gemendo appena. E alla fine, cadde a terra, con un sibilo.

  
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