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Autore: mikimac    22/07/2021    1 recensioni
L'Isola è di nuovo in pericolo. Un nemico subdolo e feroce minaccia la sicurezza degli Omega, costringendo Sherlock e John a tornare nel Mondo Esterno.
Genere: Angst, Fantasy, Omegaverse | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Mpreg
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- Questa storia fa parte della serie 'A Kind of Magic'
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Second Thing

Second thing

 

second
Don’t you tell me what you think that I can be
I’m the one at the sail, I’m the master of my sea, oh-ooh
The master of my sea, oh-ooh

 

Believer

 

 

Erano trascorsi tre anni, da quando Sherlock mi aveva raggiunto sull’Isola. Quando siamo entrati nel villaggio, tenendoci per mano, erano stati tutti increduli e spaventati. Un Alfa era riuscito a superare la Barriera e a raggiungere l’Isola! Era inaudito. Da quando gli Omega si erano nascosti dal Mondo Esterno, si potevano contare sulle dita di una mano gli Alfa che erano riusciti nell’impresa. Pochissimi eletti in un arco di tempo lunghissimo. Millenario.

I maghi della Consulta dell’Accademia sottoposero la Barriera a un esame approfondito per assicurarsi che fosse ancora attiva e che gli incantesimi che la controllavano non avessero perso efficacia o potenza.

Non trovarono nulla di strano. O sbagliato. O manomesso. La Barriera era in ottima salute e gli incantesimi funzionavano in modo perfetto, come avevano sempre fatto dal giorno in cui erano stati lanciati. Sherlock aveva superato la Barriera perché il suo amore per me era superiore alla brama di quell’immenso potere, che aveva acquisito quando si era creato il nostro Legame.

Sherlock accettò di essere esaminato con educata esasperazione. Si vedeva chiaramente che riteneva tutto il procedimento una inutile perdita di tempo e non risparmiò battute taglienti ai maghi della Consulta. Però capì perfettamente che gli Omega erano agitati e preoccupati per la propria incolumità e che volevano essere certi dell’assoluta inviolabilità dell’Isola. Nessuno voleva che gli Alfa arrivassero e ci catturassero, per costringerci a formare un Legame, in modo da aumentare il loro potere magico.

Se i maghi avessero conosciuto Sherlock la metà di quello che lo conoscevo io, non si sarebbero presi il disturbo di sottoporre la Barriera a un esame così approfondito. O di esaminare Sherlock stesso. Se esisteva qualcuno nel Mondo Esterno cui il potere non interessava per nulla, quello era Sherlock Holmes. Gli altri Omega non lo conoscevano. Dovevano essere certi che il nostro segreto rimanesse tale. Per la nostra stessa sicurezza.

Non potevamo sapere che il pericolo stava crescendo sull’Isola stessa, insinuandosi fra di noi, con la subdola illusione che il Mondo Esterno potesse donarci solo amore e parità.

 

Sherlock ed io ci eravamo sposati alcuni mesi dopo il suo arrivo. Mycroft e Greg lo accolsero in modo completamente diverso. Greg riempì Sherlock di domande su suo padre e sulle meraviglie del Mondo Estremo, mentre Mycroft era più riluttante a fare avvicinare lo zio, quasi vedesse in lui un rivale, qualcuno che potesse usurpare il suo posto, strappandogli lo status di fratello maggiore. Per fortuna si trattò solo dei primi giorni. Quando rimasi gravido del figlio di Sherlock, i miei figli avevano accettato mio marito come padre.

William Watson nacque dopo una gravidanza complicata. Il parto rischiò di ucciderci entrambi. I medici furono costretti a rimuovere tutto il mio apparato riproduttivo. Per quanto fui addolorato dalla cosa, mi consolai, pensando che avevo dato un erede a ognuno degli Alfa più importanti della mia vita.

Tutto sembrava scorrere tranquillo.

Sherlock faceva i suoi esperimenti e insegnava chimica nella scuola di magia. Io facevo il medico presso la Consulta dell’Accademia. I miei figli crescevano felici ed equilibrati. Mio padre stava invecchiando serenamente, rassicurato dal fatto che né io né mio fratello Michael saremmo mai stati mandati nel Mondo Esterno.

Tutto era calmo e sereno.

Troppo.

Forse è vero che bisognerebbe avere paura di essere felici, perché solo così si ha qualcosa di importante da perdere.

Le prime avvisaglie che qualcosa non andava si manifestarono durante una seduta del Consiglio Generale, convocato dal Collegio degli Anziani. Alcuni maghi si sentivano troppo stanchi e vecchi, per continuare a governare l’Isola, così si erano dimessi dal Collegio ed era necessario eleggerne i sostituti.

Era una bella giornata di primavera. La temperatura non cambiava molto sull’Isola da una stagione all’altra. Erano i frutti della terra a evidenziare i cambi di stagione. La sala del Consiglio era piena. Tutti gli Omega adulti erano presenti. Persino a Sherlock era stato concesso di presenziare, in via del tutto eccezionale, anche se non aveva diritto di parola o di voto.

Lui era venuto più per curiosità che per interesse. Io pensavo che si sarebbe annoiato e che dopo cinque minuti dall’inizio della riunione si sarebbe alzato e sarebbe uscito, per tornare ai suoi esperimenti.

Non ci fu occasione. L’atmosfera, all’interno della sala, si surriscaldò molto in fretta.

Severus McGranitt, il Presidente del Collegio degli Anziani, si alzò in piedi. Il silenzio calò nella stanza, senza che lui avesse bisogno di alzare una mano. Con la sua voce pacata e profonda, Severus iniziò a parlare: “Cari amici, tutti sappiamo il perché di questa assemblea speciale. Trascorre sempre tanto tempo fra la sostituzione di uno degli Anziani e l’altra, ma eccoci qui. Due nostri colleghi hanno deciso di lasciare il servizio della comunità, per godersi il giusto riposo. Siamo quindi qui…”

“Chiedo la parola!” Nel silenzio della sala, esplose una voce giovane e impaziente.

Tutte le teste si voltarono all’unisono per vedere il volto del giovane Omega che aveva osato interrompere il discorso di Severus. Se anche il Presidente fosse stato infastidito o irritato dall’interruzione, non lo diede a vedere in alcun modo. Alzò appena un sopracciglio: “Non è certo questa la procedura normale, Sebastian. Non puoi attendere la fine delle elezioni per fare il tuo intervento?”

“No, Severus. Non posso. Dopo quello che dirò, le elezioni potrebbero essere inutili,” ribatté Sebastian.

Un feroce mormorio di disapprovazione si levò da diverse parti. Notai il padre di Sebastian che, furibondo, cercava di costringere il figlio a sedersi, tirandolo per un braccio. Il giovane Omega lo ignorava, il suo sguardo fisso su Severus.

Conoscevo Sebastian Moran. Aveva un paio di anni meno di me. Era già stato nel Mondo Esterno due volte e presto vi sarebbe tornato per la terza. Era biondo, più alto della norma, per un Omega. Il fisico era scultoreo e perfetto. Gli occhi erano verdi con pagliuzze dorate.

Un brivido mi attraversò la schiena. Non era freddo. Sembrava che avessi davanti la materializzazione del mio peggior incubo.

Eppure, ero amico di Sebastian. Avevamo sempre scherzato insieme. Stavo facendo il tirocinio come praticante, quando era nato il suo secondo figlio. Io gli ero stato accanto, tenendolo per mano per tutto il tempo del travaglio, dato che suo padre era in pronto soccorso con l’altro bambino, che era caduto e si era procurato un taglio alla fronte.

“Se proprio devi, parla Sebastian. Hai la nostra attenzione,” gli concesse Severus.

“Abbattiamo la Barriera e riveliamoci al Mondo Esterno. Non possiamo rimanere nascosti in eterno. Non possiamo continuare ad andare nelle città degli Alfa e dei Beta come se fossimo dei ladri…”

Un vociare quasi feroce lo costrinse a fermarsi. Gli Omega più anziani si erano alzati in piedi, furiosi e oltraggiati. Non si riusciva a capire che cosa dicessero, ma si poteva intuire.

Io ero allibito. Come si poteva proporre una cosa del genere? Come poteva Sebastian pensare che nel Mondo Esterno non saremmo stati in pericolo? Con un brivido freddo ricordai lo sguardo famelico con cui Charles Augustus Magnussen mi aveva osservato, quando mi aveva fatto prigioniero.

Certo, esistevano Alfa di cui avremmo potuto fidarci, come Sherlock. O come Mycroft Holmes. O come Gregory Lestrade. Però come potevamo mettere in pericolo le vite dei nostri figli, sperando che incontrassero degli Alfa degni di loro?

“SILENZIO!” Intimò Severus.

Le voci si zittirono. L’attenzione di tutti si spostò sul vecchio mago. Il suo viso non tradiva alcuna emozione. Per un attimo, solo per un fuggevole attimo, mi parve di vedere aleggiare una profonda tristezza, in quegli occhi saggi. Come la consapevolezza di qualcosa che non poteva essere evitato. Fu solo un attimo, però. Talmente rapido che non sono nemmeno sicuro di averlo veramente visto.

“Sebastian, sai anche tu che il Mondo Esterno non è ancora pronto per il nostro ritorno. Gli Alfa…”

“Ne abbiamo uno qui. – Moran interruppe subito McGranitt, senza nascondere l’astio che provava – Come tutti potete ben vedere, gli Alfa non sono dei mostri. Anzi. Oppure, solo John Watson merita di essere completo, di avere la propria anima gemella? Solo gli eroi hanno diritto al Legame?”

“O gli stupidi,” intervenne Sherlock, in tono lapidario.

“Mi stai dando dello stupido?” Sebastian si voltò a fissare il mio Alfa con occhi gelidi.

“Sherlock…” Tentai di fermarlo, ma non ebbi molta fortuna.

“Anche un cieco capirebbe che ti sei fatto irretire da un Alfa molto intelligente, che ti ha convinto a ribellarti al buon senso della tua gente.” Rispose Sherlock, sprezzante.

“Tu che cosa saresti? L’eccezione che conferma la regola? L’unico Alfa che ci rispetta come persone e non vuole sfruttarci?” Ribatté Sebastian, con lo stesso tono.

“No. Sicuramente ce ne sono altri. Però il Legame aumenta in modo notevole il potere magico dell’Alfa. Per loro natura, troppi Alfa sono ambiziosi, avidi e affamati di potere. Tu sei mai stato nelle zone in cui si vedono tutt’ora gli effetti delle Guerre del Dominio? La terra è arida e devastata. Non vi nasce né vi cresce nulla. Si creano vortici improvvisi, che feriscono mortalmente chiunque vi si trovi in mezzo. E per fortuna, perché prima quei poveretti impazziscono. I nostri maghi più potenti tentano da millenni di cancellare o mitigare gli effetti di quei potenti incantesimi, ma non sono mai giunti a nulla. Con la tecnologia attuale e il potere del Legame a sorreggerli, basterebbero pochissimi Alfa a scatenare guerre che decimerebbero  la popolazione. O peggio. Vuoi davvero avere questo sulla coscienza? Milioni, miliardi di morti?”

“E, comunque, questa opzione non è inclusa nel nostro ordine del giorno. – intervenne Severus, in tono leggero – Questa discussione ci ha fornito validi elementi su cui riflettere, per decidere del nostro futuro, ma, come dicevo quando ho iniziato a parlare, oggi siamo qui per eleggere i nuovi membri del Consiglio degli Anziani ed è l’unica cosa su cui delibereremo.”

Sebastian capì di essere stato messo a tacere. Con un’espressione torva a oscurare i suoi bellissimi occhi verdi, si sedette accanto al padre, senza più dire una parola.

 

L’elezione procedette come da tradizione. Non ricordo nemmeno chi fu eletto e per chi votai. La mia mente continuava a portarmi all’incubo, che sempre più di frequente visitava le mie notti. Aveva sempre più il sapore di una profezia.

 

Non sapevo ancora che la realtà poteva essere più terribile del mondo dei sogni.

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

 

Ed ecco introdotto il personaggio che causerà non pochi problemi all’Isola. Naturalmente, se c’è Sebastian Moran, non molto lontano c’è un altro personaggio molto amato della serie. Comunque, lui apparirà un po’ più avanti.

 

Grazie a chi stia leggendo il racconto.

 

A giovedì prossimo.

 

Ciao.

   
 
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