Titolo:
Castello di sabbia
Personaggi:
Lilia Vanrouge, Malleus Draconia, Sebek Zigvolt, Silver
Prompt:
1. “Costruiamo un castello di sabbia?”
Parole:
552
Iniziativa:
«Our Summer • If we're together, feel like summer» sul
forum Torre di Carta.
____________
C’era
una volta, nel Bosco degli animali selvatici, una fatina di nome Lilia che aveva
adottato un grazioso bambino umano.
«Allora
Silver, sei contento di essere pulito e profumato?» gli domandò Lilia, tenendolo
in braccio dentro quella casetta costruita interamente con le sue mani – egli
talvolta desiderava mettersi alla prova e quindi si impegnava anche in tali
faccende senza usare la magia.
Era
una piccola abitazione molto carina, con tutto l’occorrente per ospitare una o
più persone.
Silver
annuì e sorrise di rimando. Era minuto, silenzioso e riservato, ma anche tanto
gentile e determinato.
«Dopo
il bagno tocca ai capelli: bisogna pettinarli altrimenti ti escono i nodi»,
continuò il più grande, facendolo sedere sul tavolo di legno e afferrando una
spazzola che utilizzava solo per lui, per passarla su quei sottili e morbidi
fili d’argento. Persino gli occhi erano luminosi di vita e in essi predominava
quello stesso colore, perciò aveva deciso di chiamarlo
Silver.
Il
bambino rimase buono buono a farsi coccolare, ma lo stesso non si poteva dire
dell’altro piccolo ospite, che udivano piangere e urlare all’esterno della
casetta.
A
un certo punto la porta, socchiusa, venne aperta da una figura alquanto
confusa.
Si
trattava di Malleus, futuro re delle fate, le cui corna risaltavano sopra i
capelli corvini e lo rendevano più alto e slanciato di quanto non fosse già,
differentemente da Lilia che invece era bassino e i cui capelli ricordavano
curiosamente un pipistrello, ma con delle ciocche viola.
«Lilia,
come faccio a tranquillizzarlo?» chiese.
«Vado
io, vado io! Occupati di Silver per qualche minuto: non è complicato», ribatté
Lilia e saltellò verso l’uscita, sorridendo.
Malleus,
dunque, prese il posto della fatina nello spazzolare i capelli al cucciolo
d’uomo.
Aveva
ragione: era più facile occuparsi di Silver.
Una
volta fuori, la fatina, pugni sui fianchi, propose al piagnucolone una semplice
domanda che però era sicuro lo avrebbe fatto calmare all’istante: “Costruiamo un
castello di sabbia?”
«Lilia-sama!
Po-possiamo davvero?» singhiozzava ancora Sebek, gli strani capelli verdi e le
ginocchia sporche di terra, che grazie a un incantesimo non ci volle nulla a
rendere sabbia. Alla vista di un bel mucchio chiaro raccolto a lato, il bambino
si pulì le ultime lacrime con i polsi e sorrise largamente, pendendo dalle
labbra del più grande, chiedendogli che cosa doveva fare.
Accanto
alla casetta vi era un capanno per gli attrezzi, dove Lilia trovò un secchio,
due palette, due rastrelli, e in quanto alle formine per i dettagli, non
avendole a disposizione, le fece comparire tra le mani del piccolo
Sebek.
«Non
useremo altra magia, perciò forza, al lavoro!» lo spronò e Sebek corse eccitato
verso il mucchio di sabbia, mentre Lilia entrava in casa per riempire d’acqua il
secchio.
In
un’ora, il loro castello stava già prendendo una forma decente, anche perché nel
frattempo li aveva raggiunti anche Silver, che, incuriosito, si era offerto di
aiutare a realizzarlo.
«Lilia,
con la magia avremmo già finito», disse Malleus, ponendoglisi di fianco mentre i
bambini discutevano animatamente su chi dei due avesse realizzato la torre
migliore.
«Sarebbe
stato meno divertente in questo modo. Hai visto quanto si sono impegnati? Lo
stanno prendendo come un piccolo addestramento ed è questo l’insegnamento
migliore che possiamo donare loro», replicò Lilia. «Quando impareranno la magia,
non la utilizzeranno per ogni cosa, ma solo in caso di
necessità».