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Autore: cin75    25/07/2021    2 recensioni
Sarebbe davvero una bella lotta: Lightwood vs Winchester
Io ci provo!!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alec Lightwood, Altri, Magnus Bane
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Sam, nel frattempo, si godeva il suo “giro turistico” tra le grandi sale dell’Istituto, le sue biblioteche e le tecnologie a loro disposizione per le ricerche.
“Ehi, Sam..posso chiederti una cosa...un po’ personale?” fece titubante Simon.
“Certo!”
“Quando sei stato ferito, tuo fratello ha detto che un vampiro ha sacrificato la sua vita perché lui potesse riaverti con lui.”
“Sì, è così!” rispose Sam.
“Posso chiederti cosa...sì, insomma...è che Dean non sembra uno da abbracci e strette di mano con quelli come noi. Come me!” ammise sperando di non sembrare scortese.
Clary lo guardò un po’ male. “Simon..non puoi chiedere..”, ma Sam la fermò. Tranquillo.
“Non fa niente. Non è un segreto di stato. Va’ tutto bene, Clary!” e a quelle parole anche Clary, naturalmente curiosa, si avvicinò. “Anni fa, a causa di un effetto collaterale di un incantesimo, Dean finì in Purgatorio..”
“Il purgatorio...purgatorio?!” fece stranita la ragazza.
“Già. Se esiste l’Inferno e il Paradiso perché non deve esistere anche il Purgatorio?” domandò retorico Sam. Poi riprese. “Durante le nostre ricerche abbiamo scoperto che ogni essere soprannaturale finisce lì quando viene ucciso e quindi Dean, per un anno, si ritrovò a combattere contro mostri rabbiosi. Vampiri, lupi mannari, shapeshifter...e la voce che un Winchester era in quel posto , scatenò la furia di quelli che io e Dean avevamo mandato lì. Si scatenò una sorta di caccia all’uomo, quindi potete immaginare cosa sia stato quell’anno per mio fratello..”
“Per l’angelo!” si ritrovò ad esclamare la shadowhunter.
“Cavolo, che incubo!” fu invece la riflessione del giovane vampiro.
“Ma un vampiro si rivelò essere leale. Benny. Si trovava lì perché il suo clan lo uccise dopo che lui si rifiutò di voler ancora uccidere esseri umani. Benny si alleò con Dean, gli salvò più di una volta la vita in Purgatorio e lo aiutò ad uscire da quel posto assurdo e Dean , di contro, riuscì a portarlo fuori con lui. Tempo dopo, io mi ritrovai ad affrontare delle prove difficili. Una delle quali era attraversare il purgatorio. Ero perso. Non sapevo come ritornare indietro. Ma Benny, quando Dean lo chiamò per un aiuto, non esitò a venirmi a prendere e a salvarmi.”
“Ma era un vampiro...ciò vuol dire che è dovuto morire per raggiungerti?” azzardò Clary.
Sam annuì impercettibilmente. “La cosa assurda è che fu Benny a dover insistere. Dean non riusciva ad accettarlo. Glielo chiese , sì, ma si tirò indietro quando si rese conto di cosa aveva chiesto. Benny no! Benny non si tirò indietro e mi salvò!”
“Wow..che storia!” esclamò Simon.
“Beh!..come dici tu, questa storia ci ha cambiati. In modi diversi, in tempi diversi...ma sia io che Dean abbiamo capito che non sempre i mostri sono i cattivi della storia. Molti di loro si ritrovano a dover fare i conti con una vita che non hanno scelto, con un destino che non doveva essere il loro.” ammise. “Abbiamo capito che alcuni di loro hanno diritto ad una vita se non normale, almeno vivibile. Tutti hanno diritto ad una seconda possibilità. Perfino chi non pensa di poterla avere!”
In quel momento si affacciò Isabel, sorridente. “Ehi..io e Alec abbiamo finito. Lui è tornato da Magnus. Io sto morendo di fame. Mi fate compagnia?” chiese mostrando un vassoio già colmo di frutta e delizie varie.
“In verità, io ti farei compagnia volentieri!”ammise in imbarazzo Sam, passandosi una mano sulla pancia che , al solo sentire l’odore di quella frutta fresca, aveva brontolato.
“Ok! Andiamo allora!” fece la bruna invitandolo a seguirla con gli altri. Durante il tragitto, Sam si sentì lo sguardo della ragazza addosso. Si imbarazzò un attimo. Si voltò a guardarla.
“Che c’è?!” chiese , sorridendo appena.
“Tu e tuo fratello….siete molto uniti!” affermò, non chiese.
Sam annuì e sospirò pensando a quel legame. “Sì, lo siamo. Non farei quello che faccio senza Dean. Non sarei l’uomo che sono se non avessi avuto lui al mio fianco. Lui mi ha cresciuto. E’ stato un padre, una madre. E’ mio fratello ed è il mio migliore amico. Non saprei le cose che so o che so fare senza i suoi insegnamenti. Lui mi ha messo sempre al primo posto. Prima di tutto e tutti. Sempre. Mi ha salvato in mille modi diversi. Non si è mai arreso con me. Gli sarò per sempre grato. Noi ci teniamo in vita, ci guardiamo le spalle a vicenda nella vita come nella battaglia. Lui è la mia roccia. Io, la sua luce alla fine del tunnel. Non esisterei se lui non esistesse. E per lui è lo stesso.” concluse facendo sue le parole che un tempo furono di Dean.
Isabel sorrise. “A quanto pare , a modo vostro, anche voi siete Parabatai!” affermò compiaciuta, lasciando che Sam la precedesse nella sala mensa.


“Ehi, come sta il Sommo stregone di Alicante?!” fece sorridente Alec, affacciandosi alla stanza di Magnus.
“Molto meglio ora che sei tornato.” sporgendo appena la testa verso il viso del ragazzo già proteso verso di lui per un bacio. Fu dolce, breve ma infinitamente colmo di amore. “Rapporto infinito?” fece lo stregone alludendo al tempo che il marito era stato via.
“Non me ne parlare. Mai dovuto fare un rapporto così dettagliato. Mancava solo che volessero sapere quanti passi abbiamo messo!” rispose ironico sedendosi di fronte a lui.
“Non ci posso credere. Mio marito, l’inquisitore di Idris, che si lamenta dei rapporti da redigere!” lo prese in giro.
“Che resti tra noi...rimpiango i giorni in cui la mia routine era solo allenarsi e andare in missione con Jace o Izzy!”
“Che delusione!” si imbronciò Magnus
“Che intendi?!” domandò stranito.
“E io? Che posto ho io tra la noia dei documenti del Clave e la nostalgia delle tue scorribande da shadowhunter?”
Alec piegò le labbra in quel solito sorriso che lo stregone tanto amava, si sporse verso il marito, gli prese le mani tra le sue. “Tu non hai bisogno di alcun posto, Magnus. Quante volte devo dirtelo? Tu sei il mio mondo.” confessò baciandolo piano.
Magnus come sempre gli accadeva quando Alec metteva dolcemente fine al bacio, rimaneva ad occhi chiusi, come per continuare a gustarsi il calore e il sapore delle dolci attenzioni del marito. Di quel ragazzo che sempre più spesso gli faceva rimpiangere di non essere mortale.
“E tu sei il mio, Alexander!” convenne l’immortale.

Dean e Jace passarono proprio in quel momento, quando tra i due nella stanza, i loro sentimenti erano ben visibili da quello scambio di sguardi.
“Spero che nessuno di voi soffra di diabete!” scherzò Dean. “Quei due spargono zucchero e miele ovunque!” disse facendo ridere l’altro.
Poi, però, stranamente, Dean si fece serio, senza però spostare lo sguardo da Alec e Magnus.
“Che c’è?” chiese un attimo stranito Jace pensando che forse quell’immagine desse fastidio al cacciatore.
“Sembrano davvero uniti!” disse non domandò, Dean.
“Lo sono!”
“Con mio fratello facciamo questo lavoro, vediamo cose assurde, affrontiamo cose ancora peggiori ma certe ...cose...” fece indicando i due. “..certe immagini sono talmente rare. E quando ci capita di vederle, ci danno la forza per andare avanti. Ci ricordano la ragione per cui abbiamo scelto questa strada.” disse con una punta di amarezza.
Jace lo fissò per un attimo, vide la mascella dell’altro contrarsi come se stesse trattenendo dei sentimenti, delle sensazioni.
“Dean Winchester non è stato mai innamorato?” provò a chiedere.
Dean sorrise. Poi sospirò.
“L’amore, una famiglia, dei figli.. è un lusso che persone come me e Sam non possono permettersi. Ci abbiamo provato e non è mai finita bene.” e in quelle parole, in pochi secondi , in pochi flash apparvero Lisa, Eileen.
La possibilità di una vita normale portata via da un destino crudele e capriccioso. Già! Così si era descritto il “loro destino” quando lo avevano incontrato la prima volta. Crudele e capriccioso!!
“Sono molto legati!” fece Dean guardandoli e poi allontanandosi dalla vetrata.
“In un modo che a volte mi spaventa!” ammise Jace. “Fronteggerebbero l’ignoto senza esitare, l’uno per l’altro. Affronterebbero il fuoco infernale senza pensarci su due volte, se solo uno dei due fosse in quel fuoco. È romantico, è eroico, ma ..”
“Ma ?”
“Non sono pronto a perdere mio fratello! Non penso di poterlo mai essere.” ammise quasi in colpa Jace. “Non che non tenga a Magnus, non fraintendermi. Devo la vita a Magnus, ma Alec..”
“E’ tuo fratello!” finì per lui Dean che conosceva perfettamente quel sentimento egoistico. “Ti capisco più di quanto tu possa credere!”
Poi un silenzio colmo di pensieri prese il sopravvento.

Jace notò quella profonda amarezza e cercò di cambiare discorso.
“Sai che Alec stava per sposare una shadowhunter? Una donna!!” fece sperando di distrarre quel nuovo amico.
Ci riuscì. Dean spalancò gli occhi dalla sorpresa. “Ma non mi dire? E ...e come sono finiti così?”
“Non lo ammetterà mai ma credo che Alec per Magnus sia stato un classico colpo di fulmine e Alec , ai tempi, diciamo...non aveva la spinta giusta per fare il grande passo. Troppo oppresso dalle responsabilità, le tradizioni, le regole. Magnus ha cercato di far capire a quel testone di mio fratello che i sentimenti non vanno ignorati. Ma Alec è Alec e prima di conoscere Magnus era l’incarnazione del  nostro diktat: La legge è dura , ma è la legge. Beh!! non ci crederai ma Magnus si è presentato al suo matrimonio, o meglio ..al suo quasi matrimonio. Non ha detto una sola parola. Ha lasciato la scelta ad Alec.” raccontò.
Dean lo ascoltava a bocca aperta spostando lo sguardo dal narratore ai protagonisti della storia. Incredulo e quando Jace finì il suo racconto , il cacciatore lo fissò interdetto.
“Ok..e com’è finita?!”
Jace fece spallucce e indicò il fratello e il cognato. “Mi sembra chiaro, no?”
“No...cioè, sì. Lo so che è finita così, ma cosa è successo quando Alec ha interrotto la cerimonia?” chiese in cerca di particolari.
“Ha chiesto perdono alla sposa e ha camminato veloce e deciso verso Magnus che era fermo al centro della navata della sala degli Angeli. Non ha proferito parola. No, anzi no, qualcosa l’ha detta. Ha zittito nostra madre.” raccontò ghignando memore di quel deciso “Basta!” di Alec. “E poi si è fiondato a  baciare Magnus davanti a tutti. Non si sono più lasciati da allora. Hanno avuto i loro alti e bassi ma sono sempre riusciti a tornare l’uno dall’altro. Sempre più forti insieme.” fece orgoglioso di essere di quella storia.
“Wow!!” esclamò Dean. “Sembra una scena del film Il laureato!” e in quello stesso istante Alec uscì dalla stanza. Guardò i due. Lo sguardo accigliato intuendo l’argomento dei loro discorsi dato che aveva sentito di nuovo quel titolo cinematografico.
“Quando la smetterai di raccontare i fatti miei a chiunque?!” ammonì il fratello che sorrise impertinente.
“Ehi! Io non sono chiunque. Gli ho salvato il culo lì fuori!! Me lo deve!” provò a giustificarsi Dean.
“E poi si può sapere che avete con quel film!!?” riprese Alec, ricordando che anche Simon nominò quel film parlando di lui e Magnus al mancato matrimonio.
“E’ un classico!” risposero all’unisono i due.

E mentre i tre erano presi da quel discorso che più che altro era diventato una presa in giro ad Alec , giunse anche Sam.
“Ehi! Sei qui?!” fece al fratello. “ Se è tutto ok, dovremmo proprio rimetterci in viaggio.” lo avvisò.
“Sì, sarebbe meglio. Ho detto a Cass che saremmo rientrati per sera, ma se tardiamo inizierà a lanciare l’allarme rosso a tutti i cacciatori!” fece Dean.
“Cass? Nome strano!” azzardò Jace.
Dean e Sam indugiarono per un po’ e poi ci pensò il maggiore, al suo solito modo: “Perchè? Magnus ti sembra un nome normale?”
Alec scosse la testa. L’aria sconfitta dalla simpatica insolenza del cacciatore mondano.
“A proposito di Magnus. Vuole vedervi!” disse aprendo la porta della stanza.
“Wow! Un saluto in privato. Che onore!” scherzò ancora il maggiore dei Winchester.
“Ma che ti prende? La vuoi smettere!” lo riprese il giovane spingendolo dentro la camera.
Quando entrarono, lo stregone era seduto ad una poltrona posta accanto al letto.
“Ehi?...come stai?” fece al solito Dean. “Non hai un bell’aspetto!” asserì con aria innocente alludendo ai capelli non proprio in ordine dello stregone e al suo trucco non più perfetto.
“Ma come...Ma sei serio???” esclamò frustrato Sam, con tono di rimprovero.
“Ma che ho detto??!” fece stranito il maggiore.
Lo stregone a quel battibecco, scosse sconsolato il capo e schioccò le dita. In un attimo , il suo aspetto, ritornò perfettamente in ordine.
“Come dico sempre: la tigre ha le strisce , io ho l’eye liner!” proferì soddisfatto.
“Come dico sempre: damerino magico!!” replicò altrettanto soddisfatto Dean.
Magnus lo guardò, arreso. Sam lo riprese: “Dean!!”, ammonendolo ancora.
Il maggiore avvicinandosi all’immortale, fece semplicemente spallucce, mentre Magnus non potè fare altro che sorridere.
“Scusalo..” provò a mediare Sam.
“Tranquillo, Sam. Ho numerosi secoli alle mie spalle e altrettanti soprannomi. Ma ti posso garantire che posso contare sulle dita di una sola mano quelli in cui c’è l’affetto e il rispetto che c’è in quello con cui mi chiama tuo fratello!” lo rassicurò. “Allora? Pronti a rimettervi in viaggio?” chiese, sistemandosi e gemendo appena portandosi una mano al petto.
Entrambi i fratelli si sporsero istintivamente per aiutarlo. “Ehi...” fece Dean. Sul suo volto sincera preoccupazione.
“No..no...tranquilli, sto bene. È solo una sorta di sensazione...sapete quando una mandria di cinghiali imbizzarrita vi calpesta?” cercò di spiegare ironicamente la sensazione di fastidio che provava ancora.
“Cavolo!! se lo sappiamo!!” ammise Dean.
“Che possiamo fare per aiutarti?!” si offrì Sam. Altruista come sempre.
“Oh, niente! tranquilli….sto bene. Una bella bistecca da due etti a cottura media , un numero indefinito di cocktail alla Vodka e le mie batterie saranno cariche in men che non si dica!”
“Mi piace come cura. Meglio della minestra cura-tutto di papà!” convenne il maggiore dei Winchester.
“Prima di tutto...” disse lo stregone. “Rowena vi manda i suoi saluti. E’ molto affezionata a voi , a quanto pare!”
“Ha fatto tanto per noi e non era tenuta a farlo!” rispose Dean, cogliendo di sorpresa perfino Sam.
“Senti...Magnus!” si fece avanti Sam. “So di averlo fatto...ma , insomma, ci tenevo a farlo bene. Grazie per avermi salvato la vita!” disse sinceramente riconoscente.
Magnus annuì grato anche lui per quel ringraziamento. “E’ stato un piacere, Samuel!” ironizzò imitando Rowena.
“A questo punto credo di doverti ringraziare anche io!” si fece avanti Dean.
“Fra noi...diciamo che siamo pari...hai evitato che la mia bella faccia baciasse con passione il pavimento quando sono crollato, quindi...” e questa volta fu lo stregone ad essere ironico.
“D’accordo!..Dean..credo che sia ora di andare!” fece Sam.
“Sì!” convenne Dean con davvero poco entusiasmo, che non sfuggì allo stregone e  quando fecero per alzarsi, questi richiamò Dean.
“Posso parlarti un attimo?!”lo fermò.
Il cacciatore se ne stupì non sapendo di che cosa lo stregone volesse parlare in privato. Guardò stranito il minore che fece semplicemente spallucce.
“Ok! Vado a chiedere ai ragazzi dove possiamo prendere qualcosa da mangiare per il viaggio!”
“Ah, Sam? Un avvertimento amichevole. Izzy si offrirà di prepararvi qualcosa. Usa la tua più fervente diplomazia per declinare. Quella ragazza è un’impavida guerriera, un capacissimo leader ma , ahimè!, come il fratello maggiore, è meglio che stia lontana dai fornelli. Ti consiglio Simon, avviserà Maya e andrete sul sicuro!!”
“Ok! No, Izzy. Sì, Maya!! ricevuto!” e poi guardando il fratello. “Ti aspetto alla macchina!” e Dean annuì.

Quando furono di nuovo soli, lo stregone fece cenno a Dean di sedersi sul letto di fronte a lui.
“Allora?” fece il cacciatore. “A che devo questo incontro massonico?”
“Ti conosco da meno di tre giorni eppure non ho potuto fare a meno di notare la tua espressione affranta quando si nomina il fatto che dovete rimettervi in viaggio o dovete fare ritorno a casa.” disse senza mezzi termini.
“Ti sbagli!” fece Dean distogliendo lo sguardo. “Forse l’hai sbattuta davvero quella tua testa punk!” scherzando sulla particolare pettinatura dello stregone.
“No, raramente mi sbaglio. Specie su ciò che vedo con i miei occhi.” insistette l’altro. “Sapevo che Clary era speciale la prima volta che l’ho vista. E che ero completamente fregato non appena Alec mi ha guardato e mi ha detto “Ciao!” !”
“E qui andiamo sullo sdolcinato!” cercò di sviare ancora, il cacciatore.
“Può essere, ma lo ripeto. Non mi sbaglio. Andiamo ...cos’è che non vuoi dirmi?” lo provocò. “Quanto può essere terribile la battaglia che state per affrontare?”.
Dean sospirò, lo fissò e sorrise con un sorriso amaro. “Dire inimmaginabile, forse renderebbe l’idea.” ammise.
Lo stregone per un po’ sembrò rifletterci, poi cercò di scoprire altri particolari. All’ansia per quella risposta  si era unita una più semplice curiosità.
“Oh andiamo cacciatore!!...nemmeno stessi per andare in guerra contro Dio in persona.” scherzò senza sapere quanto giusta fosse quella sua affermazione.
Ma vide Dean contrarre la mascella, gli occhi incupirsi, il respiro farsi pesante, le mani che si stringevano a pugno, l’intera postura irrigidirsi.
Magnus boccheggiò , le sue labbra sembravano voler dire qualcosa che invece si rifiutò di lasciare la sua gola. Gli occhi si assottigliarono dallo sconcerto. Per un attimo la sua mente secolare si perse in un silenzioso panico.
“Non può essere...” sussurrò incredulo. “Quelle vibrazioni a livello multi dimensionale che percepivo. Gli sbalzi di energia nelle ley lines...io pensavo fosse tutto dovuto agli avvicendamenti di potere nel mondo nascosto. Lui...lui non può...”
“Oh, lui può!” convenne Dean, ironico. “Lui cammina tra noi ed è un gran figlio di puttana che si è stancato del giocattolo che ha creato e vuole farlo in mille pezzi e ha deciso che dobbiamo essere io e Sam a giocare questa partita contro di lui.”
“Dean...per l’amor del Cielo. Non voglio mettere in dubbio che sia vero quello che mi stai dicendo, ma se è davvero così , non potete affrontarlo da soli.” asserì preoccupato per quell’uomo che parlava di quella imminente battaglia con una calma allarmante.
“Io e Sam ci siamo già dentro. Sappiamo come muoverci, almeno per il momento. Lui ha un suo piano. Noi ne abbiamo uno nostro!” sembrò volerlo tranquillizzare.
Magnus respirò a fondo. Lui, Alec e tutti gli altri avevano affrontato la follia genocida di Valentine, la rabbia vendicativa di Jonathan e prima, quella della sua madre demoniaca. Erano state battaglie dure, ma questo….questa guerra era impensabile.
“Ascoltami...ti prego, ascoltami.” fece ancora. “Lungi da me il voler mettere in pericolo le persone che amo...” disse Magnus guardando verso la porta come se potesse vederci oltre, vedere Alec, Izzy, Jace e tutti gli altri. “Ma li hai conosciuti. Hai visto con i tuoi occhi quanto valorosi possono essere. Quanto coraggiosi siano. Loro possono...”
“No!” lo fermò deciso Dean. Nessuna incertezza nel suo tono di voce, in quel diniego.
“Ma..”
“Non dico che non siano valorosi o coraggiosi. Tutt’altro!...ma questa battaglia è la mia battaglia. La mia e di Sam. Troppe volte, nostro malgrado, siamo dovuti sopravvivere a chi tenevamo, a chi, affiancandoci, è morto al posto nostro. La lista è dolorosamente lunga e né io né Sam permetteremo che il tuo nome o quello di uno di quei ragazzi là fuori vada a finire su quella lista.” riferì  categorico.
In quel momento lo stregone non potè che sentire il suo stesso rammarico. Quante persone che aveva amato, a cui teneva, si era dovuto lasciare dietro nei suoi tanti secoli?
Abbassò lo sguardo, ancora , comunque, poco convinto di quel rifiuto.
“Loro sarebbero di aiuto!” provò ancora.
“Non lo metto in dubbio, ma cerca di capire: colui contro cui io e Sam stiamo per venire alle mani...” scherzò. “...è qualcuno contro cui i tuoi guerrieri di stirpe angelica non potrebbero o vorrebbero mai combattere. Lui è troppo radicato nelle loro credenze e la cosa li spezzerebbe, li sconvolgerebbe e mettiamola così...” disse cercando di dare un tono di incoraggiamento alla voce. “...a me e Sam serve che , dopo di noi, a salvare il culo a questo mondo costantemente sull’orlo del suicidio, ci sia qualcuno come i tuoi preziosi Shadowhunters!” concluse sospirando e vedendo lo sguardo accigliato e perplesso dello stregone, cercò di alleggerire la situazione. “Ehi? Visto? Li ho chiamati nel modo giusto!!” scherzò.
Magnus sorrise benevolo. Mise la sua mano sul ginocchio del cacciatore, che si sorprese di quel gesto. “Solo...siate prudenti!” disse apprensivo.
Dean annuì e per un attimo il silenzio regnò tra loro. Poi…
“Perchè la tua mano è ancora sul mio ginocchio?” fece cercando di non mostrare troppo imbarazzo in quel momento così speculare a quello con la dolcissima Mildred della casa di riposo a Oak Park.
“Posso farla salire più su se vuoi?!” lo provocò lo stregone, usando, sorprendentemente, le stesse parole dell’ex soubrette.
Dean strabuzzò gli occhi e con una risata nervosa, scattò in piedi. “Woh!!...molto divertente!!..” fece alla risata sincera dello stregone. “Sei un bel diavolo ma non sei il mio tipo e poi  credo che il tuo Robin Hood non la prenderebbe affatto bene. Darebbe fondo alle sue freccette magiche pur di farmi fuori!” azzardò e Magnus non potè che dargli ragione.
Poi tornarono seri.
“Ok!” fece Dean. “Ora credo sia proprio ora che io vada.” fece guadagnando l’uscita della stanza.
“Non senza di me, cacciatore. Non penserai davvero che io mi perda gli ultimi saluti?”
“Non penso Alec vorrebbe che tu...”
“Oh!!, fosse per Alexander ...mi terrebbe chiuso in questa stanza per una settimana. Fosse la nostra camera da letto ci starei pure a condizione che lui fosse chiuso dentro con me...” ammiccò malizioso solo per il gusto di mettere in imbarazzo il suo interlocutore.
“Ok ok ok….stop!! troppe informazioni!!!” fece Dean agitando le mani come a voler togliersi dalla testa certe immagini e ignorare la risata dello stregone.
“D’accordo..d’accordo, cacciatore. Dammi una mano!” fece poi, questi, sporgendosi verso l’altro che non si sottrasse a quella richiesta di sostegno.

   
 
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