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Autore: Castle_of_cards    30/07/2021    0 recensioni
"Il futuro è davvero già scritto?"
Anno 2023. Il mondo è dominato dalle Sentinelle, giganteschi robot che danno la caccia sia ad umani che mutanti. La speranza sembra perduta, ma è davvero così? Gli X-men di Charles Xavier esistono ancora, e vogliono provare a cambiare le cose: ci riusciranno?
AU di X-men: Giorni di un futuro passato, in cui non è possibile viaggiare nel tempo.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charles Xavier/Professor X, Erik Lehnsherr/Magneto
Note: AU, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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New York, 23:30, pochi giorni dopo

 

La vista della devastazione di New York si stendeva di fronte a loro. La città, un tempo tra le più popolose d’America, era stata spopolata in seguito all’attacco lanciato dalle Sentinelle contro la popolazione mutante. Ovviamente c’erano state anche numerose vittime tra i civili, ma il Presidente le aveva chiamate “un male necessario. Tuttavia, la città era rimasto un punto strategico per le Trask Industries: avevano occupato il vecchio istituto Xavier, l’unico edificio abbastanza integro da essere utilizzabile, trasformandolo in un centro di ricerca in cui effettuare esperimenti sui mutanti detenuti nel vicino campo di concentramento che sorgeva sulle ceneri di Central Park.

 

Quello stesso edificio era, al momento, sorvegliato da decine di Sentinelle, che pattugliavano la zona in cerca di fuggiaschi. Logan ed Erik osservavano i giganti di ferro da lontano, appostati in cima ad un palazzo, mentre spiegavano il loro piano ai compagni.

“ Tempesta e gli altri terranno lontane le Sentinelle: faranno un po’ di casino, lasciandosi inseguire.” Spiegò il canadese.

“Nel frattempo noi entriamo dentro e cerchiamo Rogue. Se Charles non l’ha trovata finora con i suoi poteri probabilmente è nella camera di Cerebro” riprese Magneto “ma non lo sappiamo con certezza, perciò dovremmo dividerci e perlustrare l’istituto. Cercate di non farvi vedere, se riuscite. Appena finito i teleporter ci porteranno fuori e Charles ci passerà a prendere con l’aereo.”

 

Il gruppo, composto dai due citati teleporter, Blink e Nightcrawler, Bobby e Warpath, fecero tutti un cenno di comprensione. Un fulmine in lontananza rischiarò la notte, e le Sentinelle si allontanarono dalla loro postazione per raggiungere la minaccia. Alla vista del segnale, gli X-men si prepararono ad entrare. Logan e Bobby appoggiarono le mani sulle spalle di Kurt, mentre Clarence apriva un portale, subito attraversato da Warpath ed Erik. Poiché riuscivano a vedere l’interno attraverso le finestre, non ebbero problemi ad entrare all’interno dell’edificio vittoriano.

 

I due gruppi si separarono nelle due ali dell’edificio, scendendo dai piani più alti fino al piano terra, evitando e occasionalmente eliminando le guardie che gli si paravano davanti. 

Il gruppo di Logan si muoveva in maniera coesa, avendo già lavorato insieme e conoscendo bene le capacità degli altri. L’incredibile furtività di Kurt gli permetteva di evitare facilmente le guardie, che altrimenti soccombevano alla potenza di Bobby e Logan.

L’altro gruppo non si amalgamava bene come il primo, ma la guida di un leader esperto come Erik compensò questa mancanza. L’uomo più anziano riuscì ad indirizzare bene i suoi uomini come pedine su una scacchiera.

Mentre stavano esplorando i vecchi dormitori degli studenti, Warpath si avvicinò a Magneto.

“Posso farti una domanda?” chiese, e l’uomo più anziano annuì, tenendo uno sguardo vigile sullo spazio intorno a lui.

“Cosa ti ha spinto ad andare avanti fino ad adesso?”

“Beh, tempo fa ti avrei detto il mio sogno. Volevo che i mutanti dominassero sugli umani. Mi ci è voluto lo scoppio di una guerra per capire quanto avevo in comune con coloro che volevo distruggere. Mi era già capitato di lavorare insieme a degli umani, ma non riuscivo a vederli come qualcosa di diverso da me. Solo nella difficoltà ho capito quanto siamo simili.”

Il nativo Americano esitò, ma decise di esprimere ciò che teneva dentro,

“Quando ero piccolo ti ammiravo. Anche adesso, starti vicino mi mette un po’ in soggezione. I miei genitori e mio fratello James erano tutti umani, ma mi accettavano, eppure io sentivo che non era abbastanza. Pensavo che non capissero come fosse vivere nascondendo una parte di te. Volevo cambiare le cose e ho fatto come te. Ho cercato di impormi, usando la violenza, credevo di essere superiore. La mia famiglia ha cercato di fermarmi, ma non gli ho dato retta. Me ne sono andato e quando sono arrivate le Sentinelle non ero lì per salvarli.”

“Che cosa mi vuoi dire, ragazzo?” chiese Magneto, ascoltando ma cercando di arrivare ad un punto “Che non sai se hai davvero qualcosa per cui combattere? Che avresti preferito essere normale? Io non sono uno per gli incoraggiamenti, quello è Charles, ma so per certo che se perdi delle persone care, quello che vuoi fare è combattere anche per loro. Non lo pensi anche tu?”

“Può essere. Ma vale davvero la pena combattere per chi è già morto?”

“No. Non devi combattere solo per chi è già morto. Deve combattere per chi è ancora con te, ma ricordarti di chi hai perduto. E’ questa la lezione che non avevo compreso quando avevo la tua età.” Warpath si fermò a pensare per un poco, ma Blink alzò una mano per segnare di fermarsi, indicando una guardia. Ci avrebbe pensato meglio più tardi. Era ora di tornare al lavoro.

Le due squadre proseguirono senza fare rumore, facendosi strada tra guardie, abbattute dai combattenti più forti come Wolverine e Warpath, e sistemi di sicurezza, evitati grazie alla furtività di Nightcrawler o disattivati da Magneto.

 

Si ricongiunsero davanti al passaggio dei livelli inferiori, dove si trovavano la stanza del pericolo e Cerebro. “Voi andate avanti.” disse Erik “Noi ci assicureremo che le macchine non siano tornate.”

“D’accordo. Ci vediamo per l’estrazione.” rispose Logan.

I tre mutanti scesero quindi le scale, ritrovandosi davanti alle familiari porte della stanza del pericolo. Proprio in quel momento, queste si aprirono ed uscirono diversi uomini che portavano in braccio, distrattamente dei fucili chiacchierando riguardo all’esercitazione appena conclusa, finché non si accorsero dei tre intrusi.

 

“Merda!” esclamò Wolverine mentre gli puntavano le armi addosso “Kurt, vai avanti, noi due li teniamo occupati.”

Il diavolo annuì, e si teletrasportò oltre i soldati. Alcuni si girarono per colpirlo, ma si esposero agli artigli di Wolverine e al ghiaccio di Bobby.

Altri spararono direttamente al mutante feroce non appena si mosse, ma con scarsi risultati, mentre Iceman rendeva inutilizzabili i fucili di altri.

Intanto Kurt giunse davanti a Cerebro, ma la porta era chiusa e l’unica via di accesso era un rilevatore di retina. Il meccanismo si attivò non appena fu vicino. “Accesso negato” enunciò il programma “DNA mutante rilevato” e due pistole uscirono da degli scompartimenti ai lati della porta, con due luci rosse che puntavano al suo viso.

“Mein Gott!” pensò, chiudendo gli occhi “Non mi resta che avere fede. In fondo l’ho già fatto, no?”. Incredibilmente, riuscì ad attraversare l’ostacolo senza vedere la destinazione. Apparve sulla passerella della stanza, e sulla piattaforma dove una volta c’era Cerebro, ora si trovava una ragazza incosciente stesa su un tavolo, mentre degli scienziati le prelevavano dei campioni di sangue. Questi, appena lo videro, gridarono spaventati e corsero fuori, senza chiudere la porta. Il tedesco li ignorò, e si avvicinò alla ragazza. La scosse delicatamente, cercando di svegliarla. A poco a poco, un paio di orbite castane vennero alla luce.

“Kurt?”

“Guten morgen, frauline.” disse sorridendo. Lei non rispose, avvolgendolo in un abbraccio, mentre le lacrime percorrevano il suo viso.

“Credevo che fossi morto!” disse Rogue singhiozzando “Credevo foste tutti morti!” 

“Non sono venuto da solo. Adesso ti porto dagli altri.” la rassicurò il demone “Ce la fai a camminare?”. Lei annuì, mentre veniva aiutata ad alzarsi.

Vennero raggiunti poco dopo dagli altri due.

“Logan!” esclamò Marie correndo ad abbracciare l’uomo che era come un padre per lei, nonostante le grosse macchie di sangue sulla sua tuta. “Ciao ragazzina.” disse “Siamo venuti a prenderti.”

Solo allora la ragazza notò anche il terzo membro della spedizione. “Ciao, Bobby.” disse, quasi balbettando. “Ciao.” disse Bobby, cambiando subito argomento per evitare l’imbarazzo generale “Dovremmo andare. Magneto ci starà aspettando”.

“Magneto? E’ qui?” chiese Rogue confusa. “Si, ma tranquilla.” le rispose Wolverine “E’ dalla nostra parte. Diciamo che sono successe un po’ di cose”.

I quattro abbandonarono il corridoio di metallo e tornarono al piano di sopra, dove i loro alleati li attendevano. Marie guardò Erik con diffidenza, ma lui non si aspettava niente di diverso. “Portaci fuori.” disse, rivolto a Blink, che subito aprì il portale che portava al tetto dell’edificio. Una volta lì, comunicò attraverso il contatto mentale che aveva con il professore “Ci ricevi, Charles? Siamo pronti all’estrazione.” 

“Ricevuto. Prelevo gli altri e vi raggiungiamo subito.” rispose immediatamente Xavier.

Dopo aver attraversato il portale, il gruppo comparve sul bastione più alto della struttura, dove il tetto spiovente veniva sostituito da un tetto piano. In lontananza, il Blackbird si vedeva effettuare alcune manovre tra i palazzi della città, mentre le macchine si erano separate per cercare i fuggitivi, non notando il veicolo.

 

Sul tetto, intanto, prima che i mutanti potessero tirare un sospiro di sollievo, un guizzo fulmineo di un cavo con un gancio si attaccò al colletto del vestito da prigioniera di Rogue, trascinandola oltre i merli. Subito Bobby si lanciò all’inseguimento, creando una scia di ghiaccio, mentre si buttava dal tetto. Wolverine e Warpath lo seguirono, scivolando sul ghiaccio creato da lui. Mentre gli altri mutanti si preparavano a seguirli, il rombo delle Sentinelle attirò la loro attenzione. Due di esse stavano tornando dalla caccia inconcludente, perciò dovettero prepararsi a coprire i loro amici mentre si fossero occupati di salvare Rogue.

Gli altri tre, invece, videro il cavo a cui la ragazza era attaccata che usciva dal braccio di un’armatura dorata. Il volto del suo indossatore era coperta da un elmo dello stesso materiale. Atterrati sul tetto, si misero in assetto da combattimento, mentre il misterioso individuo colpiva Rogue per metterla a tacere, mettendole delle manette e lasciandola sul tetto, preparandosi a combattere.

 
   
 
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