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Autore: Sia_    31/07/2021    5 recensioni
“Vorrei parlare con Fred, in privato.”
George si piega un po’ in avanti e le scruta il volto da vicino, “Hai gli occhi da pazza, quindi sono costretto a chiederti se hai intenzione di restituirlo vivo o morto.”
Hermione alza l’angolo sinistro della bocca, “Questo dipende dal modo in cui si svolgerà la nostra conversazione, sono quindi costretta a dirti che proprio non lo so.”
“Non lo sai, eh?” George sembra pensarci su e alla fine guarda in direzione del letto di Fred, “Ti andrebbe bene? Rischieresti di morire due volte in un anno e a suo modo è un record quindi magari sei interessato all’offerta.”
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Weasley, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Fred/Hermione ❤'
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Piccole possibilità
Ti stai affacciando su un mare di possibilità.
(Massimo Gramellini)

 

Il rumore dei suoi piedi sugli scalini echeggia per tutta la dimora dei Weasley, finché non decide di fermarsi davanti alla camera delle ragazze. Quell’improvviso silenzio avverte Ron, sdraiato sul letto un piano più in alto, di salvare la vita al suo migliore amico – è sopravvissuto a Lord Voldemort, non ha senso sprecare la sua esistenza per una chiacchierata con Hermione Granger.

“Non entrare, fidati” dice in un sussurro, impaurito che lei lo possa sentire dall’altra parte della porta. Harry alza un sopracciglio, esprimendo un certo grado di confusione. Incrocia le braccia al petto e inclina la testa verso l’alto, “Sono stato via appena due ore, cosa diavolo puoi aver combinato?” 

Ron si rimette dritto, mentre le sue orecchie cominciano a diventare di un colore scarlatto, “Io? Questa volta non ho fatto niente, sono innocente.” Il rosso si accorge presto che quella risposta non ha soddisfatto Harry, così scrolla il capo e prende coraggio, “Bill, è Bill che l’ha fatta diventare così.” 

“Così come?” S’affretta a chiedere il Prescelto, sconsolato. 

Le mani di Ron si alzano e si abbassano, sembra che stiano cercando di recuperare pezzi di parole nell’aria, ma dalla bocca del ragazzo non esce nemmeno un sussurro. Come può descrivere una cosa simile? Forse non basterebbe raccontarlo, servirebbe vederlo e allora che Harry, se tanto ci tiene, vada in quella maledetta stanza. “Oh, è tutta colpa di Ginny,” decide alla fine di dire, abbandonando l’idea di dare una forma a quello che è nella camera delle ragazze, “e tu che ti ostini a dire che è una santa, ma è solo perché non sai ancora cosa voglia dire vivere con lei e con questo non dico che non approvo il vostro fidanzamento, non che io sia contento se la lasci perché se la lasci lei è pur sempre mia sorella, ma insomma questa volta poteva ecco… poteva essere meno Ginny.” 

“Non era colpa di Bill?” Harry si appoggia al muro dietro di lui, decidendo di ignorare la metà del discorso appena pronunciato dall'altro. 

Ron inclina il capo e sembra pensarci su per un attimo, “Credo che la colpa sia di mamma e papà…” conclude pensieroso, staccandosi dal corrimano e tornando a passo lento in camera da letto, lasciando Harry da solo. Questo prende un lungo respiro, prima di allontanarsi dalla parete e allungare una mano verso la maniglia della camera delle ragazze, finché un ennesimo sussurro non lo raggiunge da lontano. Quando si gira, il volto di Charlie sta sporgendo da una porta semiaperta, “Non ho la minima idea di chi sia il colpevole, ma se entri dentro e la risvegli, sarà tutta colpa tua, non azzardati ad entrare.”

È quasi ironico che nessuno abbia potuto pensare che la colpa sia di Hermione, invece. Perché la colpa è sua, non di Molly e Arthur che hanno dato vita a troppi figli, non di Ginny che ha ordinato l’ultimo numero di “Il settimanale delle streghe” o di Bill, per quanto sia duro ammetterlo. È persino pronta a dire che non è colpa nemmeno del quiz che si trova a pagina trentasei. Di certo, immagina, ci sono un sacco di streghe e maghi che sognano di compilare un giochino come quello e non ha intenzione di biasimarli perché anche lei, ai suoi tempi, ha trovato un tipo di amore simile nella figura di Allock. 

Così la colpa ricade tutta su Hermione, semplicemente perché una piccola parte irrazionale del suo cervello, quella che si accende in simultanea quando il suo sguardo si incrocia con quello di uno dei Weasley in cucina o nelle altre stanze della Tana, ha avuto la meglio sulla sua parte razionale. In fondo, s’è detta poi, la percentuale che venga fuori proprio quella risposta è così bassa che non c’è pericolo, in fondo è solo un caso su nove. In fondo, ha continuato poi aprendo per la terza volta la pagina trentasei e nascondendo meglio la rivista sulle gambe per evitare che qualcuno si accorgesse di lei, quel quiz non vuol dire niente

“Non hai resistito, eh?” la voce di Bill, appoggiato allo schienale della poltrona in cui s’era affossata lei in salotto, l’ha raggiunta verso la terza domanda. Hermione era diventata dello stesso colore degli stendardi di Grifondoro, cercando di tirare su un discorso che fosse per lo meno concreto, ma era riuscita solo a blaterare piccoli pezzi di parole senza senso. “No, ma ti capisco, anche io vorrei sapere qual è il Weasley con cui ho più affinità” ha continuato lui divertito, alzando l’angolo della bocca verso l’alto. Ci ha intravisto Fred in quella smorfia e s’è maledetta per aver abbassato le difese e averlo fatto entrare nella sua mente. Specialmente ora, ora che sta provando a fare questo… oh, per le mutande di Merlino

“Tu sei un Weasley.” 

“Ecco il perché di questi capelli rossi, non me n’ero mica accorto.” Bill ha soffocato la risata in un piccolo colpo di tosse, evitando di attirare l’attenzione di George, dando così il tempo ad Hermione di nascondere la rivista sotto un cuscino. “Andrò a cercare Fleur e farò finta di non aver visto niente per un po', ma se per caso uscissi io e avessi bisogno di una spalla su cui piangere, perché è chiaramente troppo tardi per il nostro amore, sai dove trovarmi.” 

“Non penso che ne avrò bisogno, ma grazie per esserti offerto.” 

No, in fondo quel quiz non vuole dire proprio niente. Eppure, anche dopo l’imbarazzante incontro con il maggiore dei Weasley, s’era ritrovata chiusa in camera con la rivista alla mano. Non è riuscita a fermarla nemmeno la stupidità della domande e la più marcata stupidità di alcune risposte. Come se dichiarare la propria preferenza sulle varie fasi della luna fosse un indicatore preciso per capire quale dei Weasley avrebbe sposato da grande, come se lei non lo fosse già. Quindi è colpa sua, perché nonostante gli innumerevoli segnali incontrati per la strada non ha proprio deciso di chiudere il quiz e andare a fare qualcosa che prevedesse l’uso di almeno un neurone. 

Abbassa lo sguardo sulla pagina trentasei e poi li porta lentamente a quella successiva. Tutto sommato, l’idea di andare a piangere sulla spalla di Bill – sperando che non abbia costruito una barricata per proteggersi da lei – non sembra poi così brutta; tutto, ma proprio tutto, sarebbe meglio di quello che ha ottenuto alla fine. Poteva andare bene anche Molly, con la sua cucina meravigliosa che è sicuramente adatta a quei maghi e a quelle streghe che sono incantate da un amore senza limiti, poteva andare bene anche Ron che con il suo passo fiero è perfetto per i giovani che hanno bisogno di un porto sicuro nella propria vita, perché quando si arriva tardi a casa la sera lui sarà sempre lì per prenderti in braccio.

Hermione alza un sopracciglio, immaginando Ron – lo stesso Ron che ha appena finito di sussurrare dal piano di sopra di non venirla a disturbare perché è pazza – che prende in braccio ogni sera la propria metà sulla soglia di casa. “Chi le scrive certe scemenze?” chiede ad alza voce, appoggiando il mento al proprio palmo della mano, facendo cadere gli occhi sull’immagine spavalda di Ginny Weasley che tiene stretto un manico di scopa. Perché non poteva essere Ginny? Loro vanno d’accordo, hanno affinità. Certo, non ne sa molto di Quidditch e non le piace volare, ma è pur sempre la sua compagna di stanza e conosce ogni suo più piccolo segreto, sa persino quante ore precise dorme e il rumore dei suoi sospiri quando si addormenta la notte. E di lei, ricorda fieramente, sa anche quale sia la sua fase lunare preferita. 

E invece le è capitato… poteva anche essere Percy, con Percy va d’accordo che è una meraviglia ultimamente. Perché Percy ha sempre qualcosa di interessante da raccontare; con un bicchiere di liquore in mano e l’aria più aristocratica di quella che in realtà lo circonda, le spiega qualcosa che di sicuro si è persa sui libri a causa della ricerca spasmodica di uccidere Voldemort durante gli anni della sua istruzione. E non è affinità quella di essere più intelligenti insieme? La parte più irrazionale del suo cervello sembra risvegliarsi di colpo, provocandole una fitta allo stomaco. Non è affinità perché Percy non la fa mica ridere.

Charlie la fa ridere sempre ed è anche un ragazzo estremamente affascinante perché, legge, i suoi lunghi capelli gli danno l’aspetto di un dio greco venuto a rapirti e portarti via in una terra straniera, facendoti conoscere il brivido dell’amore a mille metri dal cielo sul dorso di un drago che ha domato di notte con il fuoco della passione. A Hermione scappa un lungo sospiro e chiude gli occhi sconsolata. 

Comunque non che importi, perché il quiz non ha senso, non può avere un senso un pezzo di carta che non si ricorda nemmeno dell’amore che Arthur ha per gli oggetti babbani. È fasullo, sicuramente è stato stregato o il mago che l’ha scritto non ha fatto abbastanza ricerche. Quindi non importa che lei sia finita con Fred. O forse importa eccome e l’ha fatto proprio per finire con Fred e convincere anche l’ultima parte razionale di lei che è riuscito a rubarle il cuore. Ma tra questa piccola possibilità e la sicurezza di non essere innamorata c’è un mondo intero. 

È semplicemente impossibile che quelle provocazioni che si portano dietro dagli ultimi anni di Hogwarts adesso le si siano conficcate nella pelle fino a diventare parte di quello che tiene dentro come un ricordo prezioso. È semplicemente impossibile che tutto quel correre e urlare che le ha fatto fare sia stato in realtà un modo per rimanere con i piedi per terra e vivere. È impossibile che nello sguardo di Fred ogni giorno ci trovi la sicurezza di averle preso il cuore, perché è impossibile che l’abbia fatto. Eppure glielo dice sempre, non per forza a parole, ma anche con un tocco lieve sulla guancia o sulla spalla o sul fianco o con uno sguardo provocatorio a quelli che guardano lei un po’ troppo. Impossibile che la creda sua quando non è sua. 

La porta alle sua spalle si apre appena, Harry ha trovato finalmente il coraggio di venire a parlare con Hermione. Scosso dalla conversazione con Ron e Charlie s’è dimenticato persino di bussare, ma ormai ha già messo un piede nella stanza e gli occhi della mora lo stanno fissando alla ricerca di un motivo per cui sia stata disturbata nel bel mezzo di un problema esistenziale. Forse, si mette a pensare, se anche Harry fosse stato un risultato di quello stupido quiz sarebbe uscito lui. Certo che sarebbe stato Harry, perché sono la faccia della stessa medaglia. 

“Va tutto bene, vero, Hermione?” le chiede premuroso, chiudendosi la porta alle spalle e grattandosi con l’altra mano il collo. 

L’amica boccheggia per qualche secondo, decidendo alla fine di prendere tra le mani la rivista e darla al Prescelto per fargli capire che non va tutto bene o che forse va tutto come dovrebbe andare. “È uscito Fred” dice piatta, osservando il volto dell’altro con attenzione. Solo che non ci trova niente, è piatto pure quello. 

“E?” domanda infatti Harry, rileggendo senza impegno la descrizione romanzata che fanno di Ginny, di una rossa che sa cosa vuole e come ottenerlo, d’altronde è lei la nuova fiamma di Harry Potter, ma non siamo qui per il gossip. Ginevra Weasley è la strega perfetta per chi cerca un brivido e un mucchio di divertimento a qualche metro dal cielo.

“E?” ripete spazientita Hermione, lasciando il porto sicuro che è stato l’angolo tra il suo letto e il muro e venendo in piedi. Con un dito indica il volto del gemello e torna a guardare Harry inorridita, “Ed è un disastro dico io, Fred!”

“Non ti seguo… preferivi Arthur?” 

“Ma certo che preferivo Arthur, ma preferivo chiunque altro su questo quiz, ma non Fred!” sbotta lei incrociando le braccia al petto, voltandosi verso la finestra. Lì, a qualche metro di altezza dal terreno, Ginny e Charlie stanno cavalcando un paio di scope dando valore alle parole di quella stupida rivista. “Anzi, sai che ti dico? Fallo Harry, fallo anche tu così dimostriamo che non ha senso.” 

Adesso capisce il terrore di Ron e quello di Charlie e capisce perché Ginny posso essere la colpevole, dal momento che adora leggere quella stessa rivista con l’intento di farsi quattro risate grazie alle stupidaggini che riempiono le pagine. Sì, stupidaggini e quindi è inutile andarci a cercare del senso perché non ce l’ha proprio e Hermione dovrebbe saperlo. Eppure non ci arriva, lo fissa seccata e lo fa sedere sul letto con una matita mangiucchiata tra le dita e gli dice che Ginny adora la luna piena e non la mezzaluna. 

“Perché mi stai aiutando?” Harry lascia la presa sulla rivista e la osserva mezzo divertito. Negli occhi dell’amica ci trova quella parte irrazionale che sembra avere la meglio a tratti, “Vuoi provare che abbia senso o che non ce l’abbia?” Hermione a quel punto si fa piccola al suo fianco e controlla tranquilla le risposte che vengono date così da sapere, ancora prima di contare, che è proprio finito con Ginny. 

“Probabilmente è solo una casualità.” Tenta di dirle Harry, quando si accorge di essere stato accoppiato con una rossa appassionata di manici di scopa. Si imbarazza a pensarla in quel modo, così dà un colpo di tosse e s’affretta a guardare l’altra.

“Una casualità...” sussurra, riprendendo la rivista tra le mani, “Harry, ma lo sanno anche le rocce che tu e Ginny siete destinati insieme da quanto vi siete incontrati alla stazione il tuo primo anno.” 

“Stai perdendo un punto fondamentale del discorso, però.” La incoraggia, colpendola con la spalla e facendole perdere l’equilibrio sul letto. 

Hermione chiude il giornalino e gli studia il volto, incapace di dare un nome alle emozioni che sta sentendo dentro e tutte insieme, “Quale?” 

“Che non ha senso, avanti è una rivista per giovani streghe adolescenti ed è fatto apposta per appagare la felicità di qualcuno inventando stupide supposizioni su personalità di spicco; non hanno nemmeno accennato al fatto che Arthur ama gli oggetti babbani e l’intero Mondo Magico sa che è la sua nona cosa preferita dopo sua moglie e i figli!”

È la prima volta che Hermione sorride quella mattina e abbandona la rivista al suo fianco, “L’ha detto anche Bill, è venuto qui una mezz’oretta fa e all’inizio sembrava davvero dispiaciuto per me e per… in ogni caso poi ha cominciato a dire che io e… insomma l’ho cacciato fuori a malo modo proprio quando c’erano Ron e Charlie e…”

“Ed è per questo che mi hanno consigliato di non entrare?” Harry le prende una mano con fare fraterno, “Se l’è cercata, avrebbe dovuto sapere che è meglio non contraddire Hermione Granger.” 

Ed è qui che casca l’asino, perché mentre Bill se ne stava in piedi divertito a contraddire Hermione Granger, Hermione Granger riusciva persino a dare un senso a quello che le veniva contraddetto. Lei e Fred vanno d’accordo, hanno un modo di capirsi che è diverso da quello che hanno Fred e George, ma non per questo meno speciale. Lei e Fred si cercano, si cercano anche quando magari uno è uscito di casa e ha avvisato, si cercando anche quando sono impegnati. 

“E se avesse ragione?” chiede in un sussurro, rimanendo ferma a guardare il pavimento e soffermando la sua attenzione su una sfumatura più scura del resto che corre verso destra e si fonde con un’altra della stessa natura. Creano un cerchio e quando ci arriva è sicura che sia passato abbastanza tempoper essere sicura del fatto che Harry quella domanda non l’ha sentita e allora cerca di inventarsi qualcos’altro. 

“Tu che dici? Pensi che abbia ragione?” le domanda invece lui, che è rimasto in silenzio e ha notato quel breve rossore sulle sue guance e il tremore lieve nelle pupille. Dev’essere iniziato tanti anni prima, pensa Harry divertito. Dev’essere stato quando Fred le ha preso una Merendina Marinara dalle mani, nonostante fosse appena stata confiscata. Dev’essere stato quando Fred l’ha presa in braccio da dietro e l’ha fatta infuriare fino a farla diventare viola. Dev’essere stato quando Hermione è rimasta in Sala Comune fino a tardi, stringendo una pergamena tra le mani per aspettare il ritorno del gemello e rimproverarlo per le sue continue uscite fuori dal coprifuoco. 

“Penso che ci sia una piccola possibilità che abbia ragione, ma è talmente piccola che non ha senso preoccuparsi, o no? Voglio dire, sicuramente penso solo io che ci sia e quindi non ha poi senso preoccuparsi di una cosa simile.” Hermione finalmente torna a sostenere lo sguardo dell'amico, ha le labbra tirate, ma non in un sorriso, sono tese come una corda di violino. 

“E noi abbiamo sempre lavorato con piccole possibilità, non è vero? Piccole possibilità di proteggere la pietra filosofale, piccole possibilità di vedere mio padre comparire per salvare me e Sirius, piccole possibilità di uscirne vivi dal Ministero al quinto anno, piccole possibilità di trovare gli Horcrux e uccidere la più grande minaccia per il Mondo Magico eppure…” 

“Eppure siamo qui.” Hermione gli stringe la mano, ci cerca un po’ di coraggio e alla fine scrolla il capo con sicurezza, “Non fa mai male chiedere, no?” 

“No, certo che non fa male, ma dipende cosa vuoi chiedere.” Harry si alza quando anche lei prende la decisione di tornare in piedi e stringere la rivista tra le mani. 

“Abbiamo sempre lavorato con piccole possibilità, no? Magari Fred ha usato qualche trucco affinché uscisse lui e adesso sta gongolando in camera sua pensando di essere riuscito a farmi impazzire di nuovo ed anche questa è una piccola possibilità, quindi vado su e glielo chiedo così poi ne sono sicura e…” 

Il Prescelto alza un sopracciglio divertito, ma si impone di non mettersi a ridere davanti alla cecità della ragazza, della stessa ragazza che da quando è nata ha una risposta per tutto, tranne per Fred. “E?”

“E poi ne sarò sicura, fine” sbotta lei, lasciando Harry da solo nella camera delle ragazze e salendo a due e due i gradini verso il piano di sopra. Quel rumore risveglia Ron, che se ne esce dalla stanza e spalanca gli occhi davanti alle falcate della giovane che viene verso di lui. Indietreggia in fretta, ma Hermione non s’è nemmeno accorta della sua presenza; continua indisturbata verso la porta dei gemelli e bussa un paio di volte con forza moderata. 

Ad aprire è il ghigno di George, che va ad abbellire il viso assonnato di una domenica mattina, “Hermione, ma che piacere vederti e io che ti credevo giù in salotto ad uccidere Bill… anche se le voci erano straordinariamente vicine, quindi forse eri sul tuo letto.” Inclina il capo e ci pensa, mentre il piede della strega si scontra pesantemente contro il parquet di legno e Ron, qualche metro più indietro, sguscia di nuovo nel suo nascondiglio. “Decisamente in camera, sì” Conclude con un sorriso soddisfatto, tornando a guardarla con un’espressione più sveglia, “Ti serve qualcosa?” 

“Vorrei parlare con Fred, in privato.”

George si piega un goccio in avanti e le scruta il volto da vicino, “Hai gli occhi da pazza, quindi sono costretto a chiederti se hai intenzione di restituirlo vivo o morto.”

Hermione alza l’angolo sinistro della bocca, “Questo dipende dal modo in cui si svolgerà la nostra conversazione, sono quindi costretta a dirti che proprio non lo so.”

“Non lo sai, eh?” George sembra pensarci su e alla fine guarda in direzione del letto di Fred, “Ti andrebbe bene? Rischieresti di morire due volte in un anno e a suo modo è un record quindi magari sei interessato all’offerta.” 

Hermione non si impegna per sentire la risposta, che è appena un sussurro, e si limita a guardare il gemello davanti a lei con aria tranquilla. “Che dice?” si informa poi, inclinando il capo da un lato e appoggiando il peso solo sulla gamba destra. 

“Dice che il record mondiale dovrebbe essere sulle sedici volte e che ci vorrà un po' di tempo prima di superarlo” le spiega George divertito, “e che comunque due in un colpo solo è un bel passo in avanti.” 

“Due?” Hermione si mordicchia il labbro inferiore, stritolando la rivista che tiene tra le mani. Forse venire lì, in territorio nemico, non è il miglior modo per risolvere la cosa, forse dovrebbe provare un attacco in un luogo neutrale. 

“Dice che a venirlo a trovare così, di colpo, l’hai fatto emozionare tanto e che il suo cuore potrebbe non reggere.” George finisce di parlare con un sorriso sulle labbra e osserva con soddisfazione il rossore che si è venuto a formare sulle sue guance. Ancora prima di vedere Fred, è incredibile.

“Posso entrare o no?” chiede alla fine lei spazientita, distogliendo lo sguardo dal collo del gemello che torna dritto in piedi e sguscia fuori dalla camera, “Tutto tuo, ma se lo uccidi ricordati che so delle minacce di morte e che sei stata l’ultima a vederlo vivo, non una bella posizione, non credi, Hermione?” 

La strega lo guarda mettersi le mani nella tasche e scendere fischiettando le scale verso il primo piano. Lo guarda ancora qualche secondo, giusto il tempo di concentrarsi su quello che vuole dire all’altro che la sta aspettando dentro e fa un paio di passi, chiudendosi la porta alle spalle. Fred ha una rivista di Quidditch aperta tra le sue mani ed è seduto sul letto a gambe incrociate. 

Ciao” le dice con un largo sorriso stampato in volto, chiudendo con un gesto veloce della mano la sua lettura e appoggiandola al lato, “A cosa devo questa visita di prima mattina?” 

“Sono le undici.” Si limita a dire lei, “Quindi non è proprio prima mattina, è più vicino a mezzogiorno, ma se è troppo presto se vuoi torno più tardi, anzi guarda, è una stupidaggine quindi non torno proprio che è meglio.” riprende la maniglia tra le mani, ma non la abbassa. 

“Non hai solo gli occhi da pazza oggi, lo sei anche.” Fred si mette a ridere e fa cadere le gambe a penzoloni fuori dal letto, “Vieni qui a sederti e dimmi cosa ti frulla nel cervello, sembra peggio di quella volta che sono rimasto fuori dai dormitori fino alle cinque di mattina.” 

Hermione proprio non sa come riesca a comandarla così, in sua presenza si sente un pezzo di creta da maneggiare e non le importa poi tanto, perché ha scoperto che il suono della voce di Fred è profondo e caldo come una coperta di inverno. È stato una notte in Sala Comune, quando le ha suggerito di andare a dormire dopo averla trovata addormentata su uno dei divanetti davanti al fuoco. Si adagia al suo lato e gli mostra per la prima volta la rivista, “Stamattina hai usato impropriamente la tua magia su di me? Puoi dirmelo, non mi arrabbierò.” 

Fred sorride, “È domenica, Hermione, non ho la forza di svegliarmi prima di te. Mi conosci poi, quando mai ho usato impropriamente la mia magia su di te? Solitamente sei tu quella dei due che non frena la bacchetta.” 

Giusto. È lei quella che l’ha schiantato per anni in ogni angolo del castello, lei che gli ha chiuso la bocca, esasperata da quel suo continuo insistere a parlare. “Allora proprio non capisco.” Guarda la rivista che ha tra le mani e gliela passa sconsolata, “Pagina trentasei e non azzardarti a ridere.” 

Fred deve usare tutte le energie che ha recuperato con una notte di sonno per non esplodere in una risata senza fine. Contrae la mascella fino quasi a farsi male e si limita a dare una scorsa alle due pagine, “Con quale Weasley hai più affinità?” legge ad alta voce, tornando a studiare il volto arrossato di Hermione. 

“Mi stavo annoiando” s’affretta a spiegare lei, con il cuore che le riempie la gola, “Così ho preso la rivista di Ginny che aveva lasciato sul comodino e ho visto questo quiz che non era stato ancora fatto e ho pensato fosse divertente fino a che…” 

“Fino a che non hai scoperto che il Weasley con cui hai più affinità sono io?” Fred si morde la gengiva per evitare nuovamente di ridere e fortunatamente il rossore e l’ammissione della ragazza fanno da deterrente.

“Sei sicuro di non aver usato un Confundus su di me? Non mi arrabbio.” Il gemello non le risponde, perché è preso a leggere le risposte che ha dato Hermione, in grande contrasto con quelle che ha dato qualcun altro sul lato. Questa volta non riesce a contenere un sorriso malandrino e si piega verso di lei con la rivista in mano. 

“Ti va di rifarlo?” le domanda cambiando discorso, “Oh, non fare quella faccia da martire, l’hai fatto già una volta e sono sicuro che non ci porterà via troppo tempo.” 

Hermione sbuffa, ma alla fine si piega alla richiesta, si fa una coda bassa per togliersi i capelli da davanti agli occhi e appoggia la guancia al braccio scoperto del gemello, “Cosa ti piace bere al mattino? Un buon cappuccino caldo, un tè aromatizzato o un bicchiere d’acqua per mantenerti in forma?” le chiede, accettando di buon grado la piuma che la strega ha recuperato dal comodino lì vicino. 

“E io ho messo tè aromatizzato perché è quello che prendo sempre a colazione” dice lei con sicurezza, scrollando le spalle. 

Fred mugugna e poi si gira a guardarla, “Però c’è scritto quello che ti piace bere, non quello che bevi e se ricordo bene dall’ultima volta che sono riuscito a trascinarti via da scuola una mattina, preferisci il cappuccino perché c’è la schiuma calda del latte e perché il caffè ti ricorda la tua colazione a casa.” Gli occhi di Hermione si alzano sul viso del gemello che non ricambia lo sguardo, ma si limita con decisione a mettere un grosso segno sul primo puntino, invece che il secondo. “Guarda, hai sbagliato anche altre due domande: preferisci sicuramente una qualsiasi canzone babbana a una delle Sorelle Stravagarie e la quarta l’hai sparata completamente a caso, so benissimo che non conosci niente sul Quidditch.” 

Hermione nota con interesse il fatto che abbia saltato il terzo quesito, dove figura in matita la risposta sulle fasi lunari. Anni fa avrebbe risposto che le piaceva tanto la luna piena, ma quella mattina si è trovata costretta a mettere la mezza luna ed è un peccato che non abbia potuto specificare il suo amore per la gibbosa crescente. L’altra, la gibbosa calante, in modo speculare, è quello preferita da Fred e glielo deve aver detto una sera prima che se ne andasse da scuola. Così si completano, o no

“Ma siccome tanto non ne so niente lascia quella.” Lo rimprovera quando si accorge che sta cambiando il risultato. Continuando così, Fred non uscirà mai

“Credevo volessi mettere la squadra dove gioca Victor Krum, per far finta di tifare qualcosa che ha un senso.” Le suggerisce divertito, notando perfettamente il fastidio che compare negli occhi di Hermione quando un segno nero sovrasta la vecchia risposta.

“Ballycastle Bat aveva un nome divertente” grugnisce lei, staccando la guancia dal braccio del gemello che scuote il capo e sorride. Non le chiede se almeno sa di quale nazione faccia parte, perché tanto è inutile e pure lui, sotto sotto, non ricorda se viene dall’Irlanda del Nord o Irlanda del Sud. Preferisce continuare in silenzio per qualche domanda, finché non arriva alla settima. 

“Il tuo colore preferito non è il verde.” le dice, decidendo finalmente di guardarla, “Comincio a pensare che tu abbia preso una botta in testa prima di iniziare questo quiz o che tu abbia di proposito inserito determinate risposte per far saltare fuori me.” la stuzzica, avvicinandosi di qualche centimetro e la mano della strega fa presto a metterlo al suo posto. 

“Mi piace il verde.” 

“Più del rosso?” Fred alza le labbra verso sinistra e dal modo in cui lei si fa piccola piccola al suo lato sa che ha centrato il punto. Hermione prova in tutti i modi a rimanere calma e composta, ma appena il gemello pronuncia l’ultima parola un insieme di emozioni senza nome si fanno strada nel suo stomaco provocandole un dolce dolore. Oh, il rosso. Certo che preferisce il rosso sopra ogni cosa, ma non poteva certo metterla come risposta perché mettere un segno a matita era ricordare d’improvviso un fuoco di notte, i capelli di Fred, le sue labbra, il suo sangue sul pavimento della Sala Grande.

“Non più del rosso, d’accordo.” Gli concede anche quello, abbassando gli occhi sulla prossima serie di domande e allontanando lo sguardo da quel mondo di rosso che c’ha in testa lui. Ce ne ha mucchio anche sulle mani, a dir la verità: il dorso e le dita sono piene delle lentiggini che vengono fuori d’estate e lo ricoprono come pittura. E come pittura potrebbe farle andare via, pensa, invece di usarle per ipnotizzarla. 

Fred sorride divertito, guardandola con la coda dell’occhio e leggendo ad alta voce quello che viene dopo e quello che viene dopo ancora, “Quindi il tuo momento preferito della giornata è la sera?” le chiede accusatorio, disegnando un cerchio sulla parte destra della pagina con precisione. 

“Non t’azzardare a cambiare risposta, Fred.” Lo riprende velocemente, rubandogli la piuma dalle mani e rompendo il segno sulla carta con una linea proprio nel mezzo. 

“No? Quindi hai deciso di abbandonare il tuo amore per il pomeriggio in cui hai tanto tempo per lavorare e fare i tuoi comodi, preferendo le tenebre? Da quando?” Da un po’ in effetti, da circa qualche anno, ma Hermione non lo dice. 

“È successo e basta, smettila di fare domande che non fanno parte del quiz.” 

Fred si mette a ridere di gusto e appoggia i palmi al materasso, “Perché sei venuta qui?” le domanda invece ancora qualcosa che non è impresso sulla carta, ma sta piuttosto aleggiando tra loro due.

“Valutavo una piccola possibilità, ma hai già confermato di non avermi confuso questa mattina quindi non ha senso che rimanga qui.”

“Perché hai messo che il tuo momento preferito è la sera e poi hai mentito spudoratamente sul colore? O perché, ad esempio, hai detto che la tua materia preferita è Pozioni quando palesemente è sempre stata Incantesimi? Non ti facevo così incoerente.” 

“Non si può cambiare idea?” Rilancia lei, incapace di trovare una risposta.

Fred la osserva per un po’ e ci pensa su, ci pensa su almeno un minuto mentre i suoi occhi studiano la figura di Hermione con calma. Cadono sulla sua mascella e salgono verso le labbra e poi si fissano sulla forma del naso, sulla fronte liscia e sui capelli raccolti in una coda bassa. “È da anni che tento di fartela cambiare.” 

“Lo so.” Aggiunge con un sussurro lei, dimenticando di arrossire. Potrebbero essere perfino troppi anni che tenta di fargliela cambiare e allora, a non avere senso, è la forza con cui Hermione si aggrappa ad una piccola possibilità. E non è più quella convinzione di essere stata confusa, ma è quella per cui lei guarda Fred e Fred le riempie la vita. Ma se fosse troppo tardi, a poco sarebbe servito quel discorso contraddittorio di Bill, a poco sarebbe servita la sua mattinata nel letto a chiedersi se, se mai. 

È il gemello che mette fine a quella conversazione e va avanti a leggere l'ultima parte del quiz sotto lo sguardo attento e leggermente seccato di Hermione. “Vedi? L’abbiamo rifatto e sei uscita con Percy, quindi il mondo gira ancora come deve girare e siamo salvi. Apparentemente, vuoi una vita di sapienza e conoscenza e sei una persona che tiene particolarmente alle regole e ai principi della società.” 

“Povero Percy, che ritratto infelice gli hanno fatto” commenta lei, passando un pollice su quel volto rassegnato, che sembra ben spazientito dall'essere stato piazzato su una rivista per giovani streghe innamorate. 

Fred si appoggia alla sua spalla e piega le labbra in modo sorpreso, “A me pare la sua solita faccia, sai, quella che ti fa quando fai una battuta di cattivo gusto e lui ti punisce ripetendoti qualche lungo emendamento che dimenticherai nel giro di qualche secondo.”

“Parlavo della descrizione, non della foto.” 

Il gemello prende una lunga boccata d’aria e poi annuisce con un lento movimento del capo, dando senso al discorso che la giovane sta facendo qualche centimetro sotto di lui. Poi le guarda le mani e segue la scia che le sue dita lasciano sulla carta. Vorrebbe allungare la sua e stringere quelle di lei che sono diventate improvvisamente – lo immagina, che altro può fare? – fredde e distanti. Passano su Molly, che sorride con una teglia di pasticcio in mano, poi vanno su Arthur e trovano la via per il petto del gemello con due orecchie, che poi è lui, e si fermano lì. “Percy… peccato si sia fidanzato così presto, ci saremmo potuti amare tanto” constata Hermione, alzando gli occhi al cielo come ad immaginare una parte della sua vita. 

“Ti saresti annoiata a morte.” 

“Parla quello che è quasi morto per una sua battuta, mi sembra che tu ti sia divertito fin troppo.” 

Fred si mette a ridere piano e puoi scuote il capo rassegnato, “Touché, Hermione, questa te la lascio.” 

La strega si mette a sorridere e si alza decisa dal letto del gemello, prima di lanciargli un’occhiata divertita, “Vado a restituire la rivista a Ginny, probabilmente la starà cercando.” Si gira in fretta verso la porta, ma la mano di lui è ancora più veloce e le prende l’avambraccio. 

“Mia sorella è fuori con Charlie e George, presumo che presto si aggiungerà anche Harry e non credo, davvero non credo, che cercherà quella rivista per qualche ora” le dice sicuro, mentre il pollice le accarezza la pelle, “resta qui.” 

“È una trappola?” 

“È una proposta, puoi sempre rifiutarla.” 

Che Hermione rifiuti quello sguardo è una piccola possibilità, tanto ormai l’ha capito che è salita con l’intento di scovarlo tra un mucchio di ghigni e risate. Che Hermione scrolli il braccio e se ne vada è una piccola possibilità e la terrorizza l’idea di aver sempre lavorato con piccole possibilità.

“Me lo rinfaccerai, non è vero? Io che scelgo la sera come momento preferito e il rosso come colore, me lo rinfaccerai?” 

“Non mi hai mai rinfacciato le ultime otto volte in cui ti ho dichiarato il mio più profondo e indiscusso amore, quindi sarebbe sleale farlo con te.” 

Hermione si mordicchia il labbro, “Ma tu non eri serio” dice, puntando gli occhi in quelli luccicanti di Fred. Il cuore le va in gola, mentre ammette tutti quei sentimenti e si mette a nudo davanti a lui. Merlino, se solo la sua versione più piccola potesse vederla ora, probabilmente verrebbe schiantata contro l’armadio della stanza dei gemelli. 

Lui sorride elettrizzato, si va velocemente in piedi e, d’un tratto, sono tornati due studenti nei corridoi della scuola. Lei con qualche libro in mano e lui con la cravatta slacciata e qualche centinaio di regole non rispettate alle spalle. Lei che alza un sopracciglio verso l’alto e lui che ghigna, che si diverte troppo. “Sono sempre stato serio, Hermione, ogni singola volta.” 

“Sempre?” 

“Sempre? Sempre è un sinonimo di ogni singola volta.” 

Ci sono tante piccole possibilità ora. Hermione potrebbe decidere di abbracciarlo, o di cadere a terra per l’emozione appoggiando al suo lato la rivista di Ginny oppure Fred potrebbe prenderle il volto tra le mani e baciarla, baciarla come avrebbe davvero voluto fare l’ultima notte ad Hogwarts prima di andare via sotto una mezzaluna, o come avrebbe voluto fare nell’atrio del suo negozio alla fine dell’estate o nell’atrio della scuola prima di rischiare la vita. Oppure George potrebbe entrare nella stanza, stanco di stare fuori a volare con Charlie e Ginny, o Percy potrebbe aver sentito tutto, decidendo di lottare per l’amore per Hermione. Oppure potrebbe essere tutto falso, ma questa è la possibilità più piccola tra tutte le altre. 

 
   
 
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