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Autore: Mordekai    01/08/2021    0 recensioni
''Erano passati ormai giorni dal rapporto dell’Ufficiale di Bordo, inviato sul computer centrale della Stazione, con pochi membri rimasti. L’umore dei presenti era cambiato drasticamente dopo l’esposizione dei raggi di un sole nell’orbita del pianeta-anello, alcuni mostravano sintomi di una febbre malarica con conseguente quarantena di due settori della stazione.''
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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09:25 a.m. 158 giorni dopo l’esposizione alle radiazioni dei raggi solari.
Stazione Orbitale Arcadis, 315.000 Km dal pianeta-anello Parvaris.

 
‘’Capitano Murray? Si svegli, Capitano!’’- disse una voce distante, ovattata che risultava quasi indecifrabile dal Capitano immerso nel suo stato catatonico. ‘’Si svegli!’’- ripeté la voce più autoritaria questa volta e Murray ricevette un sonoro ceffone per riprendersi. Innanzi a lui vi era un soldato con una divisa completamente nera, fatta eccezione per le spalline ed una striscia di tessuto rossa che cingeva il braccio sinistro. Riconobbe anche l’infermeria, seppur aveva visto giorni migliori, con al suo interno l’ingegnere Isaac ferito alla nuca come Josh che si rallegrarono non appena il loro capitano si risvegliò:

‘’Che…diavolo è successo?’’- chiese il Capitano, evidentemente confuso dalla situazione nella quale riversava. Il soldato dalla divisa nera pigiò un pulsante sul suo casco che, ritirandosi nella tuta, rivelò finalmente un volto solcato da anni di guerre diplomatiche, politiche e non solo.

‘’Generale Bennett Miles, è un piacere vederla Capitano. Piacere si fa per dire, dato che siamo alle prese con un qualcosa di categoria quattro.’’- disse l’uomo estraendo una fiala colma di liquido nero che si muoveva frenetico nella boccetta. Il generale schiacciò il piccolo pulsante posto sulla fiala e il liquido nero si solidificò all’istante.

‘’Sospensione criogenica? Anche noi chiedemmo di ricevere tali fiale, ma quei cinque milioni di Neo-Crediti sono stati usati per creare armi che si rompono subito.’’- disse Isaac indicando la propria arma spaccata sul fusto e priva del proprio caricatore.

‘’Possiamo evitare di discutere di crediti e di come sono stati usati per concentrarci su quella schifosa bestia che infesta la stazione, grazie? Vessel, aggiornamenti.’’- ordinò Murray rialzandosi dal lettino ma la risposta dell’unità artificiale non giunse. Tentò altre due volte prima che il Generale attivò la console che segnalava:
 
Unità Artificiale Assente e/o Danneggiata. Reboot di riparazione richiesto!

 
‘’Cazzo! Come è accaduto?’’- le labbra di Josh tremarono mentre pronunciava quella domanda e si grattava il collo per degli improvvisi rush cutanei.
‘’La creatura melmosa. Dopo averla respinta e impedito di uccidere il capitano, ha generato dei campi elettromagnetici così forti da destabilizzare parzialmente la struttura. Con danni piuttosto seri a tutti i presenti. Per esempio lei, Josh, quel rush cutaneo è un danno da microonde. Lei, Isaac, attualmente il suo sistema nervoso è compromesso e Capitano…’’- Bennett si interruppe prendendolo in disparte e mostrandogli una cartella digitale che mostrava i segni vitali di Murray. L’uomo restò in silenzio scoprendo con orrore la diagnosi:

‘’Mesotelioma…Fantastico, già non bastava il tumore al pancreas…’’- sospirò amareggiato, allontanandosi ed avvicinandosi alla finestra. Un respiro di sorpresa provenne dal Capitano che attirò l’attenzione dei presenti, incuriositi e preoccupati:
‘’Uno dei nostri segnalatori è ancora attivo sul pianeta?’’- domandò Murray ai suoi uomini che negarono la presenza di altri segnalatori presenti sul pianeta, in quanto distrutti dalla tempesta elettromagnetica.

‘’E allora quello che diavolo è?’’

Tutti si avvicinarono per osservare tre distinte luci provenire da un singolo punto sul pianeta-anello e quella luce li investì in pieno, scuotendo l’intera stazione e mandandola in black-out. I generatori d’emergenza entrarono immediatamente in funzione con un ronzio assordante, le luci divennero blu e rosse per segnalare solo porte e aree d’emergenza e sugli schermi comparvero serie di numeri:

‘’5498-8771-1002-7534? Significano qualcosa?

D’un tratto Bennett percepì un segnale radio provenire dal proprio casco ed emise un fischio di sorpresa, il che attirò gli sguardi interrogativi dei presenti.

‘’A quanto sembra la mia unità è ancora sul pianeta-anello. La prima serie appartiene all’Ingegnere di Supporto William Neon. La seconda a Albert McKenner, ricognitore; terza ad Ismaele Pence, informatico di bordo e tecnico della sicurezza; l’ultima appartiene a Elize Brechutte, mitragliere e vice di questa unità.’’- disse e si avvicinò al computer dove, inserendo un cavo posto sulla sua radio portatile, poté avere delle coordinate migliori ed anche una visuale:

‘’Maledizione, perché questa lattina non funziona?! Dannata tecnologia del nuovo millennio.’’

‘’Sono felice anche io di sentirti e vederti Albert.’’- asserì Bennett, con una risata dal suono amaro. Il ricognitore d’un tratto mosse di scatto la testa verso il monitor, per poi allontanarsi lentamente seduto su una sedia meccanica. Tornò con la stessa frenesia esultando:

Generale! Sia ringraziato il cielo è vivo! Sono giorni che cerchiamo di contattarla! Io, Pence e William abbiamo trovato dei rifugi di fortuna presenti sul pianeta, ma una tempesta elettromagnetica ha disabilitato i sistemi principali di comunicazione. Stiamo usando quelli ausiliari per aggiornarci l’un l’altro. Ma il resto del nostro plotone?’’
Bennett restò in silenzio per un breve lasso di tempo prima di scuotere il capo. Albert sgranò gli occhi incredulo per piombare in silenzio e sprofondare nella sedia. Preso dalla rabbia, il ricognitore afferrò una pistola al plasma e sparò due colpi contro un barile di metallo, distruggendolo in diversi pezzi di lamiera arrugginita. Quel comportamento lasciò interdetti Murray, Josh e Isaac che cercarono spiegazioni nel generale. L’uomo, pigiando su alcuni tasti presenti sulla sua tuta avviò un file video datato ‘Elixon B2243’, ove incrociatori da battaglia, cannoni ad impulsi e droni pilotati da remoto, assieme ad artiglieri, fronteggiavano un nemico molto potente. In quello scenario apocalittico era possibile intravedere un grande cristallo circondato da altri più piccoli posto in una grande struttura romboidale. Il calore ed uno dei proiettili sparati da uno dei cannoni destabilizzò l’integrità del costruzione, procurandone l’esplosione dei cristalli che, sospinti dalla loro energia, decimarono entrambe le fazioni. Il video si concluse con un fastidioso statico:

‘’Albert è un ex marine della divisione U-N-D. Dopo l’assedio dell’Elixon, e il frammento di uno dei cristalli presenti al suo interno è rimasto nella sua testa, non è stato più lo stesso. Quella pistola è il suo ‘sfogo’ per quel che gli è successo tempo fa come avete assistito.’’- disse il generale, rattristato per le sorti del proprio collega. Il Capitano Murray si massaggiò la faccia stanca e andò a sedersi su una delle poltrone presenti nella sala, con l’intenzione di riposarsi ancora un po’.
‘’Che ore sono adesso?’’

‘’In base all’orario terrestre…Sono le 22:53.’’
 
1020-400-205
Anomalia rilevata.
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Sistema nervoso compromesso.
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Sistema dei Ricordi: Spegnimento in corso.
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In una camera sterile, ove un elettrocardiogramma in funzione mandò segnali preoccupanti ai medici intenti a sorvegliare un corpo quasi scheletrico, colmo di tubi ed elettrodi che monitoravano i segnali vitali. Quando gli occhi stanchi dell’uomo si aprirono, il battito cardiaco aumentò a tal punto da costringere ai medici di recuperare i sedativi.
‘’Che sta succedendo qui?’’- gracchiò l’uomo ai presenti, nel tentativo di rimuoversi la maschera d’ossigeno posta sul suo volto. Uno dei medici tornò con una siringa piena di liquido trasparente ma l’uomo riuscì a disarmarlo e a ferirlo con la stessa, costringendolo a fuggire per non contaminare gli altri. Un braccialetto sul polso scheletrico recitava un nome ed un grado:
Murray, Jordan. Età: 53 anni.
Capitano dell’Arcadis, Stazione Orbitale sul pianeta-anello Parvaris.
Status della Stazione Orbitale: DATI RISERVATI.
Causa ricovero: DATI RISERVATI.

L’emaciato paziente rimosse rabbioso ogni cavo, tubo o appendice di plastica presente sul suo corpo, e l’elettrocardiogramma diede il segnale piatto quando un paziente muore. Quel segnale arrivò ad una squadra speciale che entrò nella stanza causando panico generale tra i restanti medici, intenti a calmare il capitano. Tre uomini puntarono i loro fucili contro il capitano:

‘’Generale Bennett, il paziente è sveglio ma ostile. Cosa facciam…’’- tentò di dire il capo medico con indosso la tuta protettiva ma il generale lo azzittì poggiandogli la mano sulla bocca e ordinandogli di uscire dalla stanza. Fece lo stesso anche con i suoi uomini, non prima di dire ad uno di loro di portargli due sedie ed un tavolino. Eseguita la richiesta, i due restarono da soli. Bennett si rimosse il casco poggiandolo sul tavolino di vetro per poi sedersi. Per concretizzare le sue intenzioni pacifiche, tolse la sua pistola d’ordinanza e la mise di fianco al casco.

‘’Sono contento di rivederti Murray.’’

‘’Che…che significa tutto questo? Dove sono gli altri membri? Come è possibile che la stazione sia ancora funzionante dopo l’attacco di quella melma schifosa? Come…’’- il Capitano si sentì venir meno e Bennett lo prese dalla spalla per impedirgli di ferirsi inutilmente.

‘’Siediti e parliamo. Sono successe molte cose da quando sei finito in coma tredici anni fa.’’- riprese a parlare il generale; Murray notò le borse viola sotto gli occhi di Bennett, constatando il poco sonno dell’uomo, il primo accenno di capelli bianchi e diversi tagli sulla pelle.

‘’La melma è morta folgorata, ma a causa dell’adrenalina sei rimasto vittima della barriera elettrificata. Lo shock è stato così forte da indurti in un lungo coma. Sei fortunato che sulla nave quell’androide ti ha tenuto in vita in una camera di sospensione fino al nostro arrivo.’’

‘’Ma come? I sistemi di comunicazione erano interrotti a causa della melma senziente.’’- rispose confuso il capitano, massaggiandosi il viso smunto e dalla barba ispida. Bennett pigiò un tasto posto sul suo casco mostrandogli un chip con un numero di serie illeggibile.

‘’Lo ricordi? Questo chip è stato costruito per tutti coloro che hanno intrapreso missioni su pianeti sconosciuti. In caso di morte del portatore o malfunzionamento di suddetto sistema, riceviamo l’allarme sui nostri computer e altri dispositivi usati per la costruzione. Ecco come abbiamo fatto a trovarti.’’

‘’Che ore e che anno è oggi?’’

‘’Sono le 22:53 di sera del 2253. Ironico non trovi?’’



































































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E rieccomi dopo un po' di tempo ad aggiornare questa storia lasciata in sospeso per troppo tempo. Non vi aspettate un piccolo ''plot-twits'' vero?

 
   
 
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