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Autore: LorasWeasley    03/08/2021    1 recensioni
AU [tsukkiyama]
"-Perché non vuoi far sapere in giro che stiamo insieme?
Era stato conciso e diretto. Così diretto che Kei ci mise qualche secondo a comprendere davvero quella fase.
-Pensavo avessimo già fatto questo discorso.
-Sì- concesse Yamaguchi –quando pensavamo che questo avrebbe portato problemi nel nostro lavoro. Ma adesso questa scusa non regge più. Giusto ieri ho trovato Sugawara steso sulla scrivania del mio capo!"
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Tsukishima, Tadashi Yamaguchi, Yachi Hitoka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Haikyuu - Azienda di articoli sportivi'
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ATTENZIONE: 
Questa storia fa parte della serie "Haikyuu - Azienda di articoli sportivi" MA si può leggere anche senza aver seguito gli altri quattro racconti. Ogni storia racconta il punto di vista di una coppia diversa e sono pubblicate in modo che cronologicamente non vengano fatti spoiler. Con le precedenti viene raccontata la storia della sakuatsu, della iwaoi e della kuroken. Di queste coppie si faranno SPOILER in questa storia, quindi se avete intenzione di leggerle: INIZIATE DA LI'.

Note Autrice:
Eccomi come promesso con questa OS, una semplice storia che introduce anche questa coppia in questo mondo, sono stati la mia prima OTP quindi non potevo non scrivere di loro.
La seconda parte è ambientata in contemporanea con il penultimo capitolo della storia Kuroken, quindi alla festa del compleanno di Iwaizumi. Volevo anche dirvi che penso di aver fatto Tsukki un pò troppo OOC, l'ho però lasciato così perchè ho sempre pensato (e visto) che lui con Tadashi ha un rapporto estremamente dolce e diverso anche se non lo dimostrerebbe mai in pubblico, non possiamo però dire come si comportano da ubriache le persone, quindi ecco la mia versione. Spero che possiate apprezzare!
Buona lettura.
Deh
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5. L'annuncio



Tsukishima Kei e Yamaguchi Tadashi stavano insieme dai tempi del liceo.
Più precisamente si erano messi insieme nell’estate tra la fine delle medie e l’inizio delle superiori. Nonostante fosse Tadashi il più timido tra i due, era stato proprio questo a confessarsi per primo. Convinto che sarebbero andati in scuole differenti e che non l’avrebbe più visto, aveva deciso che non aveva nulla da perdere e che non voleva rimanere con il rimorso di non essersi confessato.
Diversamente da quello che credeva però, Kei accettò i suoi sentimenti e gli espresse i suoi.
Forse ancora troppo piccoli per capire davvero cosa fosse l’amore, ma sicuri di volersi l’un l’altro, il loro rapporto era cresciuto insieme a loro e così insieme a tutti i passaggi di una relazione.
Quello che tuttavia avevano sempre fatto era stato tenerlo nascosto.
All’inizio non era stata una cosa volontaria. Era la loro relazione, quindi perché gli altri avrebbero dovuto saperlo?
Questo per lo meno era quello che pensava il biondo, quindi ecco perché non mostrava mai i suoi sentimenti per l’altro in pubblico. Mentre Tadashi era troppo imbarazzato per prendergli anche solo la mano nei corridoi affollati della scuola.
I mesi passarono e nessuno dei due sentì il bisogno di dover urlare al mondo che stessero insieme. Certo, Tadashi non era troppo felice quando le ragazze si confessavano al suo Tsukki, ma il biondo le liquidava all’istante così velocemente che l’altro non aveva neanche il tempo di iniziare a sentirsi geloso.
Finito il liceo, solo in pochi sapevano della loro relazione: gli amici stretti e i familiari.
Yamaguchi pensava che sarebbe stato il momento opportuno per iniziare a presentarsi come una coppia, ma Tsukishima fu irremovibile nel volere il contrario.
Soprattutto quando iniziarono a lavorare nella stessa azienda, anche se in reparti differenti, il biondo confermò di non voler dire a nessuno di loro, per paura che potessero esserci pregiudizi o problemi sul lavoro.
Tadashi odiava doversi nascondere, ma si rendeva anche conto di quanto potessero essere difficili le cose per una coppia gay, quindi acconsentì e l’argomento non venne più preso.
Questo fino a quando i loro capi, Oikawa e Iwaizumi, si fidanzarono e lo annunciarono all’intero palazzo. Yamaguchi già sapeva, anche da prima di questo, che c’erano diverse coppie nel palazzo come loro. Sapeva tipo che il suo superiore, Sawamura Daichi, stava con il direttore delle risorse umane: Sugawara Koushi. Inoltre erano anche diverse settimane che tutti parlavano della tresca tra il modello Atsumu Miya e il loro responsabile legale.
La scusa che non li avrebbero accettati non poteva più reggere, così aspettò che Tsukishima gli dicesse qualcosa. Ma, settimane dopo, il biondo sembrava continuare a vivere benissimo mentre si nascondevano e Yamaguchi finì per esplodere.
Vivevano insieme fin da quando avevano finito il liceo e si trovavano proprio nel loro letto, pronti a dormire, quando il castano decise di parlare.
-Perché non vuoi far sapere in giro che stiamo insieme?
Era stato conciso e diretto. Così diretto che Kei ci mise qualche secondo a comprendere davvero quella fase.
Lasciò stare il cellulare sul quale stava controllando le ultime notifiche della giornata e si girò sorpreso verso il proprio ragazzo.
-Pensavo avessimo già fatto questo discorso.
-Sì- concesse Yamaguchi –quando pensavamo che questo avrebbe portato problemi nel nostro lavoro. Ma adesso questa scusa non regge più. Giusto ieri ho trovato Sugawara steso sulla scrivania del mio capo!
Il volto di Tsukishima si accartocciò in un’espressione infastidita –Si può sapere perché diavolo sei fissato con questo argomento? Mi stai sembrando un disco rotto!
Le labbra di Yamaguchi si strinsero in una linea retta e i suoi occhi si fecero lucidi, ma era più arrabbiato che triste –Ti ringrazio per aver messo in chiaro quanto ti importi della nostra relazione!
Prese il proprio cuscino e si avviò fuori dalla stanza.
Kei sospirò e lo bloccò prima ancora che fosse fuori –Dove diavolo stai andando?
-Di sicuro non ho nessuna intenzione di dormire qui!
-Ti stai comportando in modo esagerato, Tadashi!
Questo fece voltare il moro che subito gli urlò contro –Io starei esagerando? Stiamo insieme da anni e tu ti vergogni della nostra relazione! E sono io quello che starebbe esagerando!?- sospirò mentre la sua voce si abbassava –Che diavolo stiamo facendo?
Tsukishima non rispose subito e questo portò Yamaguchi a chiudersi nella stanza degli ospiti prima che le lacrime lasciassero i propri occhi.
 
-Ricordami ancora perché mi hai convinto a venire a questa festa- domandò Yamaguchi, probabilmente per la terza volta in quella giornata, mentre lui e la ragazza scendevano dalla macchina appena parcheggiata nei sotterranei dell’azienda.
-Perché ti ospito da due giorni e non ho una ragazza che mi accompagni- rispose come da copione Yachi.
La bionda aveva iniziato a lavorare nella sezione Design quasi nello stesso periodo che anche Yamaguchi aveva iniziato il suo lavoro sotto le direttive di Daichi. Essendo entrambi molto timidi si erano quasi subito trovati diventando molto amici.
Yamaguchi aveva avuto la discussione con Tsukishima due giorni prima e quando il giorno dopo il biondo aveva deciso che non gli avrebbe parlato, sistemandosi e dirigendosi a lavoro prima che l’altro si fosse svegliato, Yamaguchi aveva deciso che non voleva rimanere in quella casa.
Avrebbero dovuto parlare, da questo non poteva di certo scappare. Ma non voleva farlo subito e farsi ospitare da Yachi sembrava la scelta migliore.
-Non fare quella faccia da funerale- lo insultò lei mentre si sistemava il vestito guardandosi nello specchio dell’ascensore che avevano appena preso –è il compleanno di Iwaizumi, Oikawa si infurierebbe se dovesse vederti in quel modo.
Yamaguchi sbuffò una risata –Oikawa neanche sa chi sono.
-Per ora- sussurrò piano lei.
Tadashi alzò un sopracciglio –Che vuoi dire?
-Nulla!- trillò la bionda con la voce troppo alta.
Tadashi avrebbe voluto chiederle più spiegazioni, purtroppo però l’ascensore arrivò in quel momento e Yachi sgusciò tra la folla talmente veloce da poter far credere che si fosse appena smaterializzata.
Yamaguchi sbuffò. Se la ragazza non aveva intenzione di stare con lui perché aveva insistito così tanto per farsi accompagnare?
Fortunatamente però la serata non andò male come aveva pensato, riuscì a distrarsi dai suoi problemi grazie al cibo, a Kuro che urlò davanti a tutti il suo amore per Kenma come se ognuno diloro non sapesse già quello che c’era tra i due, all’alcool e a Suga che stranamente si comportò come se fossero amici da una vita, Yamaguchi sospettava che volesse eliminare l’imbarazzo che si era creato quando il moro l’aveva trovato mezzo nudo sulla scrivania del suo capo.
Non sapeva dire quanto tempo fosse passato quando Oikawa prese un microfono e attirò l’attenzione di tutti per iniziare un discorso e festeggiare il compleanno del proprio ragazzo.
Nessuno però riuscì a sentire cosa l’alzatore aveva programmato di dire perché Tsukishima, uno Tsukishima molto ubriaco, barcollò verso di lui togliendogli l’attrezzo dalle mani.
-Devo prima dire una cosa importante io!- urlò tenendolo lontano dall’oggetto che aveva appena rubato.
Yamaguchi iniziò a sudare freddo, soprattutto quando notò il volto incazzato e rosso di Oikawa.
-Voglio che tutti voi sappiate- iniziò Kei con voce ferma –che sono irrimediabilmente innamorato di Tadashi- si diffusero dei mormorii confusi e il biondo si sentì in dovere di specificare -Yamaguchi Tadashi che lavora al quarto piano sotto le direttive di Sawamura. Lui è il mio ragazzo e io non avrei potuto chiedere nient’altro dalla vita!
Yamaguchi era imbarazzato, lo divenne ancora di più quando Yachi (spuntata da chissà dove) lo spinse in avanti convincendolo ad avvicinarsi al suo ragazzo. Questo però portò anche tutti gli occhi su di lui, così che anche chi non aveva idea di chi fosse riuscì a rimanere al passo.
Era talmente rosso che non riuscì a dire nulla, fortunatamente però non ne ebbe bisogno perché Kei abbandonò il microfono nelle mani di un furente Oikawa e lo raggiunse per stringerlo in un abbraccio.
-Ti amo così tanto- sussurrò per farsi sentire solo da lui prima di lasciare un breve bacio sulle sue labbra.
Yamaguchi rise quasi isterico –Ora sì che hanno un motivo per licenziarci.
La frase era stata detta come una battuta, ma la sincerità e la fermezza della risposta di Tsukishima fece venire i brividi lungo la schiena a Tadashi –A chi importa? Sei tu l’unica cosa importante della mia vita.
-Bene!- la voce arrabbiata di Oikawa attirò nuovamente l’attenzione su di lui –Vedo che ormai avete tutti scambiato il compleanno di Iwa-chan in una festa dove dovete confessare i vostri sentimenti! Qualcun altro?
Un ragazzo alzò lentamente una mano.
Tooru lo fulminò con lo sguardo –Ero ironico, Kindaichi! Puoi aspettare qualche altra ora prima di infilarti nelle mutande di Kunimi!
Qualcuno rise, Iwaizumi decise che era il momento di togliere il microfono dalle mani del suo scorbutico fidanzato e fare da solo.
Mentre lui ringraziava tutti quelli che si erano presentati per festeggiare il suo compleanno, Tsukishima lo prese per mano e lo portò verso il balcone.
Rimasti soli, Tadashi fu il primo a parlare –Non pensavo saresti mai riuscito a fare una cosa simile.
-Ho avuto bisogno dell’aiuto di qualche bicchiere di champagne.
Il moro rise –Non avevi bisogno di farlo… Io volevo solo poterti prendere per mano o baciarti durante la pausa pranzo, non c’era bisogno di un annuncio del genere.
-Sì, invece. C’era bisogno perché tu sei speciale e non meriti nulla di meno.
Gli strinse il braccio intorno alla vita e lo costrinse a guardarlo negli occhi –Ascoltami. So di essere un po' brillo ma devi credermi se ti dico che mi dispiace un sacco per la discussione. Io non mi vergogno di te o di quello che abbiamo, non ho mai trovato importante doverlo dire in giro perché so che tu sei mio e che io sono tuo, so che ti amo e questo non potrà mai essere cambiato da niente e nessuno. Ma se era questo quello che volevi allora a me va bene comunque, perché qualsiasi cosa tu voglia, qualsiasi cosa ti renda felice sarà sempre la mia priorità.
L’unica cosa che riuscì a fare Yamaguchi fu baciarlo come se stesse per finire il mondo, come se non respirasse da giorni e quello fosse l’unico modo per ricevere ossigeno.
-Andiamo a casa- mormorò poi direttamente sulle sue labbra –Mi sei mancato così tanto…
Tsukishima non se lo fece ripetere due volte e se qualcuno li notò mentre sgattaiolavano dalla festa ebbe la decenza di non dire nulla.
Il fatto che poi non riuscirono ad arrivare a casa e lo fecero direttamente nella macchina di Tsukishima, ancora parcheggiata nei sotterranei del palazzo, era un’altra storia.
  
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