Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: heliodor    05/08/2021    0 recensioni
Dopo essere stata costretta a lasciare il suo villaggio, Ryhana viene accolta dai ribelli di Malag come una di loro, trova un posto sicuro in cui stare, degli amici e persino l’amore di Kaleena. Ma l’arrivo di un pericoloso monaco eretico e a causa di un antico e misterioso rituale, la sua vita cambia in modo irrimediabile. Costretta ad allearsi agli spietati Vigilanti, diventerà l’arma decisiva in un conflitto tra forze oscure che dura da millenni e dovrà decidere da che parte schierarsi in questo scontro.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Cronache di Anaterra'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Prometti che sarai prudente

Si ritrovò a correre per il campo che si stava svegliando per raggiungere Skek.
“Skekter” disse per attirare la sua attenzione.
Lo stregone si voltò di scatto. “Che vuoi? Yov ti ha detto di portarmi un’altra coppa di vino?”
Ryhana gli mostrò le mani.
“Sono vuote” disse Skek. “Che delusione.”
Fece per girarsi ma Ryhana disse. “Potresti farmi un favore?” gli chiese.
Skek brontolò qualcosa.
“È un sì?”
“Io non faccio niente per niente, ragazza” disse lo stregone.
“Non posso pagarti.”
“Allora non hai alcuna speranza.”
“Ma posso prendere una bottiglia dalla riserva di Yov e portarla a te. Lui nemmeno se ne accorgerebbe. Non sa contare.”
“Sarebbe come rubarla.”
“Lui le ha rubate da un carico che avevano preso due Lune fa.”
Gliel’aveva detto Kaleena mentre le raccontava della loro ultima missione insieme al comandante Shenav.
Skek sospirò. “Che favore ti serve?”
“Trova Kaleena. Se fosse in pericolo potrebbe avere bisogno di aiuto.”
“Kaleena? Quella strega arrogante? Perché dovrei farlo?”
“Perché ti sto offrendo una bottiglia di buon vino per farlo” disse stizzita. “E con quella che ti darà Yov, fanno due.”
“So contare” rispose Skek. “E ne voglio due, di bottiglie.”
“Non posso prenderne due. Yov non è stupido e se ne accorgerebbe.”
“Ne ha più di sei nella riserva, vero?” chiese Skek.
“Sono almeno venti.”
“Che infame” disse lo stregone.
“Che vuoi fare?” gli chiese impaziente.
“Non so se mi conviene. Potresti anche avermi mentito.”
“Ti sto dicendo la verità. E se rifiuti ti perderai una buona bottiglia di vino perché sei troppo diffidente.”
“Agli inferi. Vacci tu ad aiutare la tua amica.”
“Lo farei, ma sono solo un’ancella. Nemmeno so impugnare la spada.”
Skek annuì. “E va bene, ma non ti assicuro niente.”
“Se la trovi, dovrai badare a lei.”
“Starò attento che non le succeda niente di grave, d’accordo? Ma se come temo sono caduti in una imboscata dei malinor, non potremo fare molto. E non rischierò la mia vita per lei.”
“D’accordo” disse. “Mi sembra giusto.”
“Prepara quella dannata bottiglia per quando saremo tornati” disse Skek prima di ripartire diretto al recinto dei cavalli.
Ryhana lo seguì per qualche istante, poi di diresse alla sua baracca.
Trovò Kariba che si stava infilando i vestiti e sbadigliava. “Dannazione, ma dove eri finita?”
“Riunione di guerra” disse entrando senza alzare gli occhi.
“A quest’ora?”
“È già finita.”
Kariba rimase in attesa.
“Non posso dirti quello che hanno detto. Se Yov lo venisse a sapere, mi spellerebbe viva e perderei tutta la sua fiducia.”
“Agli inferi” disse la ragazza. “Non ti ho chiesto niente, ma almeno potresti accennarmi qualcosa, no? Ho anche io qualcuno a cui tengo nel gruppo degli esploratori.”
Ryhana si fermò come se fosse stata colpita in viso da un pugno. “Samoel” disse trovando quel nome nascosto tra le pieghe dei ricordi. “Pensavo vi foste lasciati voi due.”
“Ci siamo rimessi insieme prima che partisse” disse Kariba.
“Non me l’hai detto” le disse con tono d’accusa.
Kariba si strinse nelle spalle. “Non ti dico tutto, così come tu non mi dici tutto di te e Kaleena.”
Ryhana sospirò affranta. “Mi spiace” disse. “Io” ebbe una esitazione. “Forse mi sto preoccupando per niente.”
“Che è successo?”
“Efren, la vedetta. Dice di ver visto delle luci sulle colline.”
“Solo delle luci?”
Annuì.
“Che hanno di strano?”
“Potrebbero essere incantesimi. Sfere infuocate, dardi magici.”
Non ne aveva visti molti, ma Kaleena le aveva fatto vedere quelli che sapeva usare. A volte evocava una piccola sfera tra le mani.
“Vedi?” le diceva divertita ed eccitata allo stesso tempo. “È come un piccolo sole che posso controllare.”
“Come ci riesci?” le aveva domandato Ryhana, lo sguardo rapito da quelle fiamme che sembravano volersi espandere e che l’altra teneva a bada tra i palmi delle mani.
“Ho il mio modo.”
Ryhana l’aveva guardata con espressione interdetta.
“Tutti hanno il loro modo” aveva aggiunto Kaleena. “Io, per esempio, sfrego tra di loro i palmi e poi li allontano.”
Ryhana ci aveva provato ma in mezzo alle sue mani non era apparsa alcuna sfera infuocata. “Non funziona.”
“Certo che no” aveva detto Kaleena divertita. “Tu non hai il dono.
“E se lo avessi?”
“Avresti il tuo modo di evocare un incantesimo.”
Kariba scosse la testa. “Come fa a dirlo?”
“Non lo so, ma Yov ha deciso di mandare un gruppo di esplorazione per controllare.”
“Chi?”
“Skekter.”
Kariba sbuffò. “È un idiota e un ubriacone. Hai idea di quante volte l’ho dovuto letteralmente trascinare nella sua baracca? Una volta è persino crollato sopra un tavolo della mensa. Mentre ero io di turno.” Scosse la testa. “Quello non saprebbe distinguere il fuoco di un bivacco da una sfera infuocata.”
“Yov si fida di lui” disse Ryhana, anche se era d’accordo con Kariba. Si infilò una tunica verde scuro e la chiuse in vita con una fascia di pelle. “E gli ho promesso una bottiglia di vino se avesse badato a Kaleena.”
“Tu hai una bottiglia di vino? Dove?” Kariba indicò la sacca con le cose che possedeva.
Ryhana lanciò un’occhiata distratta al fagotto. Sapeva cosa conteneva. Una coperta di lana piena di buchi, un paio di stivali di riserva, una tunica che vi aveva arrotolato attorno e una sacca più piccola con un pettine, ago e filo.
Una volta aveva dovuto ricucire una ferita sulla spalla di Kaleena. Ricordava ancora le sue smorfie di sofferenza mentre le infilava l’ago nella pelle.
Scacciò quel ricordo scuotendo la testa. “Non qui. È nella tenda di Yov, in una cassa che tiene sotterrata.”
“Yov ha una cassa di vino sotterrata?”
Ryhana annuì e si diresse alla porta della baracca.
“Dove vai ora?” le chiese Kariba.
“Da Yov. Ci saranno altri consigli di guerra e io non me li voglio perdere.”
“Se hai notizie di Samoel me lo farai sapere?”
“Certo” le disse. “Dove sei di turno oggi?”
“Alle cucine.”
Chiuse la porta e marciò decisa verso la tenda di Yov. Mentre si avvicinava notò che lì attorno si erano riuniti una cinquantina di soldati e cinque o sei mantelli.
Due di essi erano donne che potevano avere venti o trenta anni. Indossavano mantelli grigi e laceri, rattoppati decine di volte.
Ryhana conosceva solo una di loro, Balyna Tilf, che aveva visto la notte prima alla riunione nella tenda di Yov. Si fece strada fino a lei.
“Io ti saluto” disse cercando di essere cortese.
Balyna le rivolse un’occhiata perplessa. “Ti conosco?”
Ryhana arrossì. “L’altra notte, alla riunione. Servivo il vino.”
Balyna scrollò le spalle. “La serva, sì. Che vuoi?”
“Notizie degli esploratori?”
“È troppo presto” rispose la strega con tono annoiato. “Ci vorrà almeno mezza giornata per avere qualche notizia.”
“Yov che ha intenzione di fare?”
“Vorremmo saperlo anche noi” rispose Balyna. “Quell’idiota non ci dice niente.”
“Forse nemmeno sa cosa fare” disse lo stregone di nome Lorgon. “Fosse per me formerei le formazioni e marcerei fino alle colline.”
“Così ci faresti cadere in trappola” disse una strega di cui ignorava il nome. “Come quei disgraziati del gruppo di esplorazione.”
“Non lo puoi dire” disse Lorgon. Guardò Balyna. “Tu che ne pensi?”
La strega scosse la testa. “Shenav è troppo furbo per cadere in una trappola.”
Quelle parole la resero meno inquieta.
Kaleena è col gruppo comandato da Shenav, si disse.
Erano partiti in trenta mezza Luna prima per scortare il comandante verso un campo minore per un incontro. Kaleena non aveva potuto dirle di più.
“È un segreto” aveva detto mentre riempiva la sua sacca.
Ryhana era rimasta vicino alla porta della baracca, quasi non volesse farla uscire. “Non potevi rifiutare?”
“Shenav mi ha scelta di persona” esclamò Kaleena. “È un grande onore essere notate. Balyna e gli altri mantelli adesso mi guardano con rispetto.”
“A che ti serve il loro rispetto?”
“Tu non puoi capire.”
“Perché non ho i tuoi poteri?”
“Hana…”
“È pericoloso uscire adesso, con migliaia di soldati e mantelli di Malinor lì fuori.”
“Chi lo dice?”
“Mirok. E altri.”
“Mirok è un guaritore. E nemmeno tanto bravo. Shenav invece è lo stregone più forte dell’armata.” Kaleena aveva sospirato come faceva sempre quando era stanca di discutere. “Dovevo solo prendere la mia roba e andare. Dobbiamo partire subito.”
“Mi prometti che sarai prudente?”
Kaleena si era raddrizzata. “Sul mio onore” aveva detto passandosi la mano sul petto.
“E prometti che penserai a me tutte le sere prima di addormentarti? Perché io lo farò.”
“Lo prometto, ma solo quelle sere in cui non sarò di guardia.”
Ryhana aveva annuito grave.
Kaleena si era protesa verso di lei e le loro labbra si erano sfiorate prima con esitazione, poi con maggiore convinzione. Ryhana le aveva passato le mani dietro il collo e lei aveva fatto lo stesso cingendola per i fianchi. Erano rimaste abbracciate anche quando il bacio era finito, la testa di Ryhana affondata nel collo di Kaleena e il mento di lei appoggiato sulla sua spalla.
“Adesso devo proprio andare via” aveva detto la strega separandosi da lei.
“Sì” aveva detto Ryhana. “Non dimenticare la promessa.”
Kaleena aveva spalancato la porta della baracca. “E tu non stare troppo in pensiero. Tra meno di una Luna saremo di ritorno.”
“Giusto in tempo.”
Kaleena si era accigliata. “Per cosa?”
Ryhana le aveva sorriso. “È una sorpresa. Te la mostrerò quando torni.”
“Hai troppa fiducia in quello stregone” disse Lorgon con tono di sufficienza.
“Ha battuto i Malinor a Thalor e Oialin” ribatté Balyna.
Lorgon fece schioccare la lingua. “È stata fortuna. Ci sarei riuscito anche io.”
“Con metà delle forze del nemico?”
“I Malinor sono deboli e stupidi. E sono comandanti da un incapace.”
Balyna fece per ribattere qualcosa ma si interruppe e fece scattare gli occhi verso destra.
Ryhana si girò nella stessa direzione e vide Yov avanzare verso la tenda.
“Consiglio di guerra” annunciò. “Lorgon, Balyna, Serin e anche tu, Chaya.”
Una strega dai lunghi capelli neri e la pelle scura come la notte raddrizzò la schiena. “Io?” chiese esitante.
“Sì, tu. Con Skekter fuori sei tu la nostra migliore strega delle ombre.”
Chaya chinò la testa e seguì Yov dentro la tenda.
Ryhana si fece avanti ma venne bloccata da due soldati.
“È un consiglio privato” disse uno dei due.
“Devo servire il vino” obiettò.
“Oggi no. Tu sei Ryhana, quella che si occupa delle erbe. Non hai da fare alla tenda di Anazi?”
Ryhana sbuffò e fece un paio di passi indietro.
“Vai, vai” la esortò il soldato. “O dirò a Yov che non hai voglia di lavorare, così ti faranno andare via dal campo.”
“Vai agli inferi” gridò al soldato mentre si allontanava.
“Dopo di te, stupida” rispose l’uomo alle sue spalle.
Ryhana marciò a testa bassa fino alla tenda di Anazi, dove i guaritori e gli altri inservienti erano riuniti attorno ai lunghi tavoli pieni di ampolle e marmitte. Da alcune di esse si levava un leggero fumo, segno che erano state appena tolte dai focolari dove altre pentole stavano cuocendo.
Trovò Mirok mentre stava parlando a due ragazze dall’aria stranita.
“Dovete aggiungere questi ingredienti nella quantità esatta” stava dicendo con tono agitato. “È molto importante, avete capito? Se non lo fate dovremo buttare via tutto.”
“Sì” disse una delle ragazze con tono annoiato.
“Ho scritto su questa pergamena la formula da seguire” disse mostrando loro un foglio di carta con su scritti dei simboli.
Ryhana si era sempre domandata quale fosse il loro significato. Non aveva mai imparato a leggere e quando Kaleena aveva provato a insegnarglielo, le era venuto un gran mal di testa.
“Non è possibile” aveva detto lei interdetta. “Sei intelligente. Ricordi interi discorsi e non sei capace di imparare a leggere e scrivere?”
Ryhana si era stretta nelle spalle. “Le parole sembrano confuse.”
“Ma non lo sono” aveva esclamato Kaleena.
“Non so che dirti.”
Ryhana non riusciva a spiegarlo agli altri, ma ogni vota che cercava di concentrarsi su di una lettera o una parola, questa sembrava cambiare forma davanti ai suoi occhi, assumendone una del tutto diversa.
Quella che sembrava una V rovesciata diventava una S se la fissava abbastanza a lungo, mentre quella che un attimo prima era una O era diventata una N e poi una E ed era sicura che se l’avesse fissata più a lungo sarebbe cambiata ancora.
“Non importa” aveva detto a Ryhana per mitigare la sua delusione. “Saper leggere e scrivere non è così importante.”
“Ma lo è” aveva protestato Kaleena.
“Vorrà dire che leggerai tu per me” aveva risposto per consolarla.
Mirok alzò la testa verso di lei. “Sei qui” disse sollevato. “Tra poco Anazi avrebbe mandato qualcuno a cercarti.”
“Mi sembra che stiate andando bene.”
“Non grazie a te. Ho messo tutti a preparare pozioni per i feriti. Scegli un tavolo e mettiti a lavorare, svelta.”
Ryhana ubbidì e si accostò a uno dei tavoli, prese i sacchetti pieni di polveri sminuzzate e le ampolle già piene per metà di acqua e le avvicinò alla sua postazione.
“Se ti serve qualcuno che ti legga le pergamene” fece Mirok passandole vicino.
“Posso fare da sola” disse senza mostrare il suo fastidio.
“Lo so, lo so” si affrettò a dire Mirok. “Non ti volevo offendere.”
Ryhana rispose con un’alzata di spalle e prese uno dei sacchetti. Era pieno di una polvere rossa molto fine che sapeva di non dover mai toccare con le dita o le avrebbe procurato delle piaghe per giorni.
Usò un cucchiaio per raccoglierne un poco e lo versò in una delle ampolle.
“Una parte di polvere di Basilisco” disse a bassa voce mentre prendeva un secondo sacchetto di pelle.
Questo era pieno di piccole pietre color grigio scuro che emanavano un odore penetrante di putrefazione. Ne raccolse una manciata col solito cucchiaio e la versò nella ampolla dove aveva già messo la polvere di Basilisco. Ripeté l’azione altre due volte.
“Tre parti di corteccia di Albero Sentinella” disse di nuovo a bassa voce come se stesse recitando un poema. “Agitare contando fino a trenta.”
Prese l’ampolla nella mano destra facendo attenzione ad averla tappata prima di agitarla per il tempo necessario. Il liquido all’interno passò dal rosa chiaro al viola scuro e poi al verde marcio, segno che i reagenti erano stati ben mescolati.
Mise l’ampolla in un punto del tavolo dove non poteva cadere col rischio di rompersi e ne prese un’altra.
Mirok si fece vedere di nuovo quando aveva già allineato due dozzine di ampolle e ne stava preparando un’altra.
“Appena hai finito con quella devi andare da Anazi.”
Ryhana lo guardò interdetta. “Ho appena cominciato.”
“Ordini suoi.”
“Che vuole?”
“Non ne ho idea.”
“Ti sembrava arrabbiato?”
Mirok si strinse nelle spalle. “No, ma con Anazi è difficile dire quando è di buono o cattivo umore.”
Ryhana finì di preparare la pozione e si assicurò che un’altra ancella portasse quelle pronte al sicuro. Chiuse i sacchetti di pelle affinché il contenuto non si disperdesse o fosse contaminato dall’aria.
Trasse un profondo sospirò e si girò verso la tenda dove sapeva che Anazi la stava aspettando. Un attimo dopo, il corno risuonò di nuovo.


 
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: heliodor