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Autore: crazy lion    06/08/2021    0 recensioni
Attenzione! Per leggere questa storia e capirla meglio è necessario farlo con Cuore di mamma, una mia lunga fanfiction ancora in corso.
Mostra e racconta è una giornata in cui i bambini portano a scuola un loro animale o un oggetto e ne parlano. La classe di Mackenzie non fa eccezione.
Storia stilata con Emmastory.
Disclaimer: con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare veritiera rappresentazione del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Demi Lovato, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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MOSTRA E RACCONTA

 
Quella mattina, Mackenzie si svegliò mezz'ora prima del solito.
"Che ci fai già in piedi?" le chiese mamma Demi, che stava preparando le cose per la colazione.
"N-non dormivo più."
La terapia logopedica che Mackenzie aveva intrapreso all’inizio della seconda elementare aveva dato i suoi frutti, perché dopo tre anni, con vari incontri a settimana, era riuscita a dire "mamma" e alcune piccole frasi. Ora balbettava, ma con la logopedista stavano lavorando anche su quello, e riusciva ad esprimersi, anche se un po' a fatica, parlando lentamente.
"E poi oggi è il giorno di Mostra e racconta, devo portare Angel a scuola."
Si trattava di una giornata in cui i bambini portavano a scuola un oggetto o un animale e ne parlavano, dopo aver anche scritto un tema a riguardo. Mackenzie ci aveva già lavorato e l'aveva corretto e riscritto in bella copia.
La piccola fece colazione, poi andò a lavarsi i denti e a vestirsi. Prese in braccio Angel quando Hope si era appena svegliata e giocò con lei fino al momento in cui anche la sorellina fu pronta. Demi mise Angel nel trasportino, che aveva le ruote.
"Che state facendo?"
Papà Andrew si era appena alzato perché andava a lavorare alle nove. Lui e la mamma si erano sposati l'anno precedente.
"Mac porta Angel a scuola per Mostra e racconta" disse Hope, che a cinque anni aveva la parlantina. "E non vedo l'ora di farlo anche io, chissà com'è divertente!"
Una volta arrivata a scuola e salutata la mamma, Mackenzie trascinò il trasportino fin dentro l'atrio, dove aspettò la sua classe, poi, in fila per due, tutti andarono in aula.
"Buongiorno bambini" disse la maestra di inglese, Beth Rivers.
"Buongiorno maestra" risposero tutti in coro e Mackenzie fu felice di poter replicare senza scrivere.
Era ancora così strano non doverlo fare più!
"Allora, oggi è il giorno che tanto aspettavate. Chi vuole iniziare?"
"Io!" esclamò Katie, un'amica di Mac. Si alzò e mostrò a tutti che aveva in braccio un gattino. "Lui è Levi, il mio gatto. Ha un anno e lo adoro." Lo mise nel trasportino perché il micio aveva cominciato ad agitarsi. "Me l'hanno regalato i miei genitori per il mio compleanno e da allora siamo sempre stati insieme. Mi piace dormire con lui e giocarci."
"Molto bene Katie, consegnami il tema così lo correggerò."
Glielo portò alla cattedra e poi tornò a sedersi.
"Aww! Ma è adorabile, Katie" le disse Mackenzie mentre passava.
"Grazie."
Poi fu il turno di Mackenzie che  fece uscire la cagnolina dal trasportino.
"Lei è Angel, l'ho trovata nel mio giardino assieme alla mamma e ai sei fratelli. Uno ce l'ha Elizabeth, uno Katie e uno i miei nonni."
"Infatti ero indecisa se portare il gatto o il cane" disse Katie. "Comunque, mi sono dimenticata di dire che vanno d'accordo. Scusa Mackenzie se ti ho interrotta."
"Non preoccuparti. Pensavamo fossero stati abbandonati, così abbiamo appeso, io e la mia famiglia intendo, dei manifesti, ma non ha risposto nessuno, quindi li abbiamo adottati noi."
"Ma che bella storia!" esclamò l'insegnante. "Tutte quelle che mi avete raccontato fino ad ora lo sono.
"Posso leggere il mio tema?" chiese Mackenzie, sempre felice all'idea di non dover più soltanto scrivere.
"Certo, nel tuo caso basta anche solo un estratto" le rispose la maestra, ben conscia del problema della piccola.
"Va bene" lasciò intendere Mackenzie, per poi riprendere il quaderno da sopra la cattedra e aprirlo alla pagina giusta. Prima di iniziare, si schiarì la voce.
 
Angel, o una bella cagnolina. Di Mackenzie Lovato
 
Cani. Quale bambino non ne vorrebbe uno? Io mi conosco, ho soltanto dieci anni, e non  faccio eccezione. All'inizio mia madre non voleva un altro cane, dopo Batman, e in più avevamo già anche un gatto, Danny, quindi forse avrebbero litigato, ma alla fine ha cambiato idea, ed è arrivata Angel. Sono stata fortunata, le voglio bene, ed è mia amica, e anche se non parla, riesce a capirmi. Sembra strano, ma è come se Dio le avesse messo le parole tutte negli occhi. Ha due mesi, il pelo bianco, quattro zampe, la coda sempre alta e ama i giochi e l'avventura. In altre parole, è e sarà sempre Angel, o una bella cagnolina.
 
A lettura finita, Mackenzie chiuse e ripose il quaderno, e si stupì di quanto la classe fosse silenziosa. Aveva avuto problemi con alcune parole, forse era quello il problema? Dentro di sé sperava di no.
"Ho finito" disse soltanto, confusa.
"Lo sappiamo, Mac, hai letto una bellissima parte, forse quella migliore" commentò la maestra, orgogliosa.
"Sono d'accordo" rispose Lizzie, che aveva portato con sè una copia del suo libro preferito, La farfalla di neve.
L'aveva ricevuto in regalo dopo le pagelle l'anno prima, e l'aveva già letto due volte. Era la storia di una farfalla dalle ali bianche, che portava con sé l'inverno e la neve, sperando, mentre volava, di portare anche la magia e lo spirito della stagione.
"Anch'io" fece Katie, mentre Levi, da dentro il trasportino, si sporgeva per annusarle le mani.
"Sì, Mac, bel tema, ma i miei genitori sono ricchi e hanno pagato tantissimo per educare la mia cagnolina" disse Judith. "Ed è bravissima, vero piccola?"
Per tutta risposta, la Yorkshire fece la pipì per terra e toccò pulire.
"Ruby, no! Accidenti a te!" commentò la padroncina, già esasperata. "Non farmi sfigurare!"
A quelle parole, la diretta interessata si sedette e guaì tristemente, quasi come se avesse paura della bambina, anziché fidarsi.
"Non dovresti trattarla così, sai?" replicò Mackenzie mentre tornava a sedersi.
"E tu che ne sai?" le chiese la compagna, ancora irritata dall'incidente.
"Semplice, Angel ha i suoi, di incidenti, ma di certo non le urlo in quel modo." Spiegò semplicemente, memore delle lezioni di una donna che i compagni non conoscevano, ma che lei ammirava moltissimo.
"Ha ragione, Judith, nemmeno io faccio così, quando siete voi a sbagliare" aggiunse la maestra, ritenendo opportuno intervenire.
Intanto, Judith restava in silenzio, guardando la maestra con indifferenza.
"Dico davvero, guarda, così è molto più facile. Angel?" continuò poco dopo Mackenzie, riprendendo la parola.
Con un gesto, chiese di poter rimanere alzata e finire quello che aveva iniziato, e per fortuna, la maestra acconsentì.
Di lì a poco, anche senza i famosi premietti, perché la cagnolina si era "laureata", a Victoria Stilwell piaceva dire così, Mac e Angel diedero una breve dimostrazione con alcuni comandi. Fra i tanti, il seduto fu il più facile, perché a Mackenzie bastò sollevare il braccio, seguito dal terra, o giù, la parola era intercambiabile, eseguito disegnando una piccola L sotto al naso del cane, e finendo con la zampa, che Mac non aveva tardato a trasformare in un'occasione per farsi battere il cinque. Divertiti, i compagni sorrisero e applaudirono, e strano ma vero, anche il gatto di Katie provò ad imitare Angel, cercando di colpire, nonostante le sbarre del trasportino, la mano di Katie con una zampa. Per un istante, il contatto fra la pelle e i cuscinetti fu morbido, e le fece anche il solletico.
Poi fu il turno degli altri compagni, ognuno raccontò la sua storia.
"Bene bambini, grazie per aver portato i vostri animali e avermene parlato. Oggi, come sapete, è una giornata speciale perché gli altri insegnanti sono in sciopero, quindi appena suonerà la campanella andrete a casa."
Si levò un urlo generale, che però spaventò gli animali, così i bambini si affrettarono a rassicurare ognuno il proprio.
"Com'è andata?" chiese Demi a Mackenzie quando andò a prenderla.
"Bene, mi sono divertita."
E ora, non avendo compiti per il giorno dopo, aveva tutto il tempo che voleva per giocare con Angel, Batman, Hope e Danny.
   
 
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