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Autore: flatwhat    08/08/2021    1 recensioni
Scene dalla vita di Oscar, da quando era bambino fino al ragazzo che è diventato.
[Partecipa alla challenge A character study indetta dal gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction]
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Oscar Pine, Ozpin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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La sabbia si attaccava, calda e pesante, alle vesti e alla pelle.

Eppure, la marcia continuava. Doveva continuare.

Passo dopo passo, il cuore schiacciato dal dolore, Oscar Pine continuava ad avanzare, insieme ai suoi compagni e ai cittadini di Atlas.

"Ruby..."

Troppe lacrime aveva già versato, troppe lacrime avrebbe ancora versato. Non accennavano a fermarsi.

Erano morti. I suoi amici. La ragazza che amava...

Ma quale eroe? Non era riuscito a far nulla per aiutarli. Li aveva solo consegnati al loro destino. Se non avesse suggerito di usare la Reliquia, adesso forse...

"Saremmo morti tutti, cittadini di Atlas compresi," la voce di Ozpin soggiunse, calda, comprensiva.

Il terreno mancò da sotto i suoi piedi. Si ritrovò a terra, sulla sabbia cocente. Era esausto, dopotutto. 

"Forse sarebbe stato meglio.."

Il sole colpiva crudelmente. Le forze lo abbandonavano sempre di più.

"Forse sarebbe meglio se morissi ora."

Di scatto si rialzò sugli avambracci, come se una scossa elettrica lo avesse attraversato.

Era stato Ozpin?

"Oz?"

Lo chiamò, ma la presenza nella sua mente non gli rispose. Oscar riuscì solo a percepire rabbia e dolore.

Ren, Nora e Emerald lo raggiunsero.

"Ti porto io," disse Ren.

Oscar deglutì. Per quanto tutti i sopravvissuti avessero subito la perdita dei loro amici, continuavano a marciare e a compiere il loro dovere. 

Solo Oscar non ce la faceva più. Con che coraggio si definiva Cacciatore?

"No... Ce la faccio..."

Disse, ma le forze gli mancarono di nuovo. Si accasciò, ansimando e piangendo, sulle braccia.

Sentì Ren e Nora che lo circondavano con le proprie. Oscar fu caricato sulle spalle di Ren.

"Non c'è niente di male a farsi aiutare," disse il ragazzo, voce dolce e cristallina, come se stesse ignorando il proprio dolore per il bene di Oscar.

Ma quelle parole non gli risultarono di nessun conforto.

Erano morti... Ruby... Jaune... Tutti quanti...

"Sono ancora vivi."

Oz?

"Che cosa...?" Riuscì a sussurrare.

"Sento che sono ancora vivi," gli rispose Ozpin, secco.

Come fai a saperlo? Fu il pensiero che Oscar riuscì a mandargli.

"Non lo so con certezza, ma è un'impressione. Una speranza."

Come fai ad avere speranza in un momento del genere?

La presenza antica nella sua anima si addolcì.

"Sei stato tu a ricordarmi che cos'è la speranza."

Io? A Oscar venne da ridere. Le lacrime non si fermavano.

Sulle spalle del suo compagno di squadra, inerme, gemendo come un moccioso. Di che utilità poteva mai essere, uno come lui? Le cicatrici sotto le bende gli prudevano da matti, memento delle sue origini.

Sentì una mano sulla spalla. Nora?

Dall'altro lato, Emerald gli rivolse un sorriso.

"Non sei solo, Oscar," disse Ozpin.

Le parole che era stato lui a rivolgergli...

"E anche se potrai non crederci, c'è un'altra cosa che devo dirti," continuò il vecchio mago.

Una sensazione di calore lo avvolse. Non era come il caldo cocente del deserto, che lo prosciugava. Questo era un calore familiare, nostalgico, come un abbraccio della mamma.

"Tu sei il mio eroe."

Dopo tutte le torture e le perdite e i fallimenti. Dopo tutta l'angoscia e le lacrime, chissà come, Oscar sorrise.
 
Autrice: Grazie per avermi seguito fin qui. Ci vediamo presto con altri progetti e - si spera - la conclusione di Selfish!
  
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