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Autore: Elwing2000    08/08/2021    2 recensioni
Lo osservó incuriosita, e Sota rise. -Vedi... - cominció -Hai detto che non hai mai conosciuto i tuoi genitori, la mia sorellona, e il fratellone... Cosí ho pensato di mostrarti questo- aprí il libro e lo porse alla ragazza che nel frattempo le era caduta la mascella e aveva gli occhi di fuori per la sorpresa. Sota rise di gusto, -Credevo che ti avrebbe fatto piacere vedereli almeno qui-
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Sōta Higurashi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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 OMOIDE NI MICHITA ARUBAMU.

Towa entró in cucina, dove si trovava Moroha con la nonna, stavano chiacchierando amichevolmente e l'anziana signora le aveva offerto del te.
-Moroha!- la richiamó la cugina, -Papá Sota dice che vuole vederti, lo trovi di sopra, nella stanza della sorella!- disse mentre indicava con il pollice le scale, a quel punto Moroha saluto la nonna e salí al piano di sopra con Towa.
-Che cosa vuole?- le chiese sorridendo mentre salivano.
-Non lo so!- le rispose la cugina aggrappandosi alla ringhiera -Ha detto che voleva mostrarti una cosa! Dov'è Setsuna?- chiese dopo, -Credo che sia al Goshinboku. Starà cercando anche lei un modo per andarcene da qui!- si fermarono davanti alla porta aperta e li Sota quando le vide invitó la nipote ad entrare.
-Volevo stare solo con Moroha se non ti dispiace, Towa- disse bloccando la figlia adottiva. Moroha si giró verso la cugina incuriosita alzando un sopracciglio e Towa le rispose con una scrollata di testa per dirle che ne sapeva quanto lei. Sota le chiese se per cortesia potesse chiudere la porta a quel punto la hanyo gli accontentó, dopo di ché scese le scale per andare dalla sorella, rimasero nella stanza solo loro due.
Moroha lo osservó senza dir nulla, ma Sota, seduto sul vecchio letto della sorellona, sfoggiava un allegro sorriso.
Moroha era stata ospitata dalla nonna nei giorni che stavano passando nell'epoca Reiwa.
Aveva scoperto molte cose e molte cose erano accadute, la sua vita aveva davvero preso una piega inaspettata, quel posto le piaceva davvero tanto, e anche le persone che l'abitavano. Aveva scoperto di avere delle cugine, e addirittura di avere dei nonni e degli zii. Lei che era sempre stata sola, ora si ritrovava in mezzo ad una famiglia enorme.
Sota la fece spazio sul letto pieno di cianfrusaglie e le indicó uno spazio vuoto. Al suo arrivo le dissero che quella sarebbe dovuta essere la camera da letto di sua madre, ma ora era usata come magazzino e il suo odore era sparito del tutto. Solo quando si sedette, Moroha notó un libro tra le mani dello zio. Lo osservó incuriosita, e Sota rise.
-Vedi... - cominció -Hai detto che non hai mai conosciuto i tuoi genitori, la mia sorellona, e il fratellone... Cosí ho pensato di mostrarti questo- aprí il libro e lo porse alla ragazza che nel frattempo le era caduta la mascella e aveva gli occhi di fuori per la sorpresa. Sota rise di gusto, -Credevo che ti avrebbe fatto piacere vedereli almeno qui- disse soddisfatto di aver fatto colpo sulla nipote; ora sfogliava l'album fotografico con immensa curiositá e sbigottimento.
-Che cos'è?!- domandó sciettica osservando la copertina del volume. -Si chiama: "Album"- disse Sota, -Queste invece sono fotografie- rispose, -Si!- disse Moroha toccando l'involucro plastificato che ricopriva ogni foto. -Stanno ovunque qui, anche a casa tua!- la prima pagina conteneva tantissime foto di Kagome da neonata, con lei e i genitori -Questo è il nonno!- esclamó la ragazza indicandolo, -Esatto!- rispose lo zio entusiasta -E questa è Kagome!-.
La foto mostrava una neonata vestita con una tutina ignara di ció che succedeva insieme a due giovani signori che sorridevano verso di loro. Moroha sorrise divertita facendo dondolare le gambe, la sua curiositá si accese e cominció a sfogliare attentamente l'album osservando ogni foto scrupolosamente, mentre lo zio di tanto in tanto le raccontava qualche storia legata a un' immagine o rispondeva a qualche sua domanda.
C'era una foto dove la bambina mangiava, dove si faceva il bagnetto, dove giocava vicino al Dio Albero, con uno zaino sulle spalle e un grembiule e cosí via. Piú andava vanti piú la ragazza appariva grande nelle foto e cominciava in pochino ad assomigliarle, specialmente il colore degli occhi, proprio come le aveva detto la nonna la prima volta che si erano viste.
E piú andava avanti piú la sua curiosità si mischiava alla paura.
Lei non conosceva questa ragazza. Vederla le faceva uno strano effetto, nostalgia? Dolore? Preoccupazione? Indifferenza?
Ma allo stesso tempo sapeva che una parte di lei desiderava vedere come era fatta. Non c'erano foto nell'epoca Sengoku.
Quando avrebbe avuto un'altra occasione simile!? Le chiacchiere di Miyoga non bastavano a farsi un quadro completo del suo aspetto.
Respiró forte per farsi coraggio e passó alla pagina seguente.
La ragazza che le si paró davanti le somigliava questo si, ma strabuzzó i suoi occhioni quando vide la foto con lei e un ragazzo.
Caspita! Quel ragazzo, quello si che le assomigliava, lei e lui erano due gocce d'acqua, si sentiva la sua versione femminile, la gemella mancata; per un'attimo si domando se davvero quel ragazzo non fosse suo fratello maggiore.
-OOH!- esclamó stupefatta avvicinandosi l'album fin sotto il naso -Questo è... È Inuyasha!- balbettó stupefatta mentre lo zio annuiva divertito dalla sua reazione -Quella foto l'abbiamo scattata in uno dei giorni in cui veniva nel presente per portaci via la notra Kagome- raccontó. -La mia maestra delle elementari ci aveva detto di fare delle foto per poi regalare l'album alla persona a cui tenevamo di piú nella famiglia, e io chiesi al fratellone questo favore. Non so come ho immortalato il momento in cui accettava e tua madre entusiasta lo stringeva per ringraziarlo. Credo che lo scatto sia partito da solo. Ma l'abbiamo conservata, la faccia di Inuyasha vale oro per me!- Sota osservó la foto con aria nostalgica perdendosi nel ricordo.
Moroha passo lo sguardo da lui alla foto non sapendo bene cosa dire o fare. In effetti la faccia contrariata del padre in netto contrasto con quella euforica della madre che si appendeva al suo braccio tutta rossa e felicissima rendeva il quadretto delizioso. Moroha ridacchió pensando al racconto.
-Tu...- la voce di Sota ora era triste e il suo sguardo preoccupato -Tu, davvero non gli hai mai incontrati?- domando nuovamente alla nipote senza peró guardarla in faccia.
La shihanyo alzó lo sguardo verso di lui, era chiaramente a disagio, mentre lei non sapeva cosa bene rispondergli.
-No, mai- disse abbasando lo sguardo sull'album, -E... nemmeno sai dove sono!?- gli chiese lentamente continuando ad evitare il suo sguardo.
-No- rispose la ragazza. Le vennero alla mente i tanti discorsi avuti con Miyoga o con Koga ed Ayame; tutti e tre si erano mossi alla loro ricerca quando solo in fasce era stata portata nella tribú Yoro, ma di loro si era pesa ogni traccia. Miyoga le veva spiegato tra le lacrime, che Inuyasha e Kagome-dono l'avevano di sicuro dovuto abbandonarla per motivi di forza maggiore per poi morire, mentre quando lo aveva chiesto a lui, Koga la aveva risposto: -Mi dispiace Moroha, non so dove siano i tuoi genitori, a anche a me piacerebbe sapere se stanno bene. Gli abbiamo cercati in lungo e in largo dopo il tuo arrivo, ma... Sembrano quasi spariti da questo mondo! Mi rincresce, ma... temo siano morti-.
E basta. Nessuno sapeva dirle niente di concreto.
Chissà quante volte da bambina aveva fantasticato su di loro, chissà quante volte aveva pensato di andare lei alla loro ricerca, ma alla fine lo aveva accettato. I suoi genitori non erano lí, erano morti abbandonadola per sempre.
La shihanyo epresse questi pensieri ad alta voce, fece spallucce -Beh! Forse mi hanno abbandonata e basta!- disse allo zio, era facile dirlo non se ne preoccupava piú ormai, non le faceva piú male ormai.
-No!- rispose quello girandosi finalmente a guardarla -Kagome non avrebbe mai abbandonato sua figlia!> Sota era deciso, e il suo sguardo brillava pieno di convinzione. Moroha si meraviglió di vederlo cosí, sembrava che ci credesse per davvero.
Sota continuó, -Deve essergli successo qualcosa, per forza, altrimenti Kagome e il fratellone non ti avrebbero mai abbandonata. Già una volta mia sorella si era trovata in un guaio tremendo, e Inuyasha la salvó portandola qui al sicuro- disse ricordando i giorni in cui la sorella maggiore era rimasta intrapolata in una sorta di limbo oscuro. -Deve essere cosí anche ora, e Inuyasha è di certo lí con lei-.
Peró la principessa non ne era del tutto convinta, per lei la soluzione piú facile era un'altra: -E se fossero morti?!- domandó allo zio. La luce di fiducia si spense negli occhi dell'uomo e la osservó tristemente. -È provabile, questo si!- ammise con suo stupore, lei sgranó gli occhi, aveva creduto che lo zio avrebbe trovato una scusa anche per quello, ma non andó cosí. Evidentemente non era poi cosí romantico.
Purtroppo la conversazione fu interotta dalla nonna; -LA CENA È PRONTAA!!- urló dal piano di sotto, i due si giranono verso la finestra e notarono che era già buio. -Caspita!- esclamó l'uomo, -È gia ora di cena!- si alzó dal letto, si stiracchió e in fine si rivolse alla nipote come se la conversaziome di prima non fosse mai avvenuta. -Andiamo a mangiare! Questo se ti interessa lo puoi guardare piú tardi prima di andare a dormire- le disse, Moroha annuí e si alzó anche lei dal letto. Infine entrambi si chiusero la porta della camera alle spalle e scesero a mangiare.
   
 
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