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Autore: Nymeria87    09/08/2021    1 recensioni
Sansa Stark, studentessa modello dell’ultimo anno, sempre educata, calma e compita, aveva appena baciato di fronte a tutti il Porfessor Snow, di punto in bianco, nel bel mezzo della lezione, mossa da chissà quale trasporto istintivo che non era riuscita a contenere.
Liberamente ispirato alla canzone When I Kissed The Teacher degli ABBA.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un muto boato, una crepa nel contiuum spazio-tempo, il Professor Pycelle l’avrebbe apostrofato come un rinculo atomico probabilmente, in ogni modo era come se attorno al banco di Sansa si fosse creato un campo magnetico talmente potente da calamitare gli sguardi dei suoi compagni di corso, mutando le loro espressioni fino a fargli rasentare lo sgomento o l’ammirazione più incredula.
Sansa Stark, studentessa modello dell’ultimo anno, sempre educata, calma e compita, aveva appena baciato di fronte a tutti il Porfessor Snow, di punto in bianco, nel bel mezzo della lezione, mossa da chissà quale trasporto istintivo che non era riuscita a contenere.
Sansa non era mai stata tipo da certi gesti plateali, a 19 anni compiuti non si sentiva per niente avvezza alle frivolezze delle ragazze della sua età; aveva avuto qualche flirt in passato, sempre con ragazzi sbagliati e ormai era entrata nell’ottica che certe cose non facevano per lei: non poteva fidarsi dei suoi coetanei del sesso opposto e quindi era arrivata alla conclusione che era meglio concentrarsi sulla scuola, portare a casa ottimi risultati, aggiudicarsi la borsa di studio e lasciare Winterfell il più presto possibile, eliminando dalla sua mente quella massa di mentecatti del liceo.
E ora aveva appena mandato a ramengo tutti i suoi progetti!
A scuola ne avrebbero parlato per mesi e sicuramente, oltre ad un richiamo ufficiale, doveva aspettarsi una convocazione da parte della scuola ai suoi genitori, ai quali avrebbero fatto rapporto.
Rientrata in possesso delle sue facoltà mentali, arprì le palpebre, rendendosi conto di quello che aveva appena fatto.
Tutto intorno a loro fu subito dopo un sussurro costante ed uno scambio di opinioni sommesse.
 
Il Professor Jon Snow era il nuovo insegnante di geometria. Alla sua prima cattedra era una vera e propria ventata d’aria fresca in quella mandria di matusa.
Giovane e brillante, piacevole allo sguardo, con folte soppraciglia ad incorniciare gli occhi scuri e profondi, dalla forma leggermente allungata; qualunque ragazza del suo corso avrebbe detto che assieme ai suoi ricci Michelangioleschi, erano le labbra il suo punto forte: scandalosamente invitanti.
Non era altissimo, ma Per gli Dei se sapeva vestire! Sembrava assolutamente cosciente del suo corpo e dei suoi pregi; era indubbiamente fan dello skinny e il meglio veniva quando doveva voltarsi per scrivere qualcosa alla lavagna; tralasciando il suo ineccepibile fondoschiena, ogni attenzione veniva calamitata dalla tensione del cotone della camicia, dalle pieghe che gli delineavano la schiena e dalle maniche tirate su che facevano risaltare la tonicità dei suoi bicipiti. Non era un caso che a fine lezione, qualche studentessa più ardita, cercasse di fermarsi cinque minuti di più nella sua classe con qualche inutile domanda sulla lezione, solo per tentare di avere un po’ di privacy con lui.
Sansa ovviamente non lo aveva mai fatto, ritenendo certi comportamenti davvero pietosi; non che non lo trovasse attraente, gli occhi li aveva anche lei e il Professor Snow era certamente molto più interessante di quei cerebrolesi dei suoi coetanei o perlomeno la ascoltava in maniera attiva quando aveva qualche domanda, rispondendole sempre senza malizia e senza il bisogno costante di farla sentire una perfetta idiota.
 
Il Professor Jon Snow era estremamente gentile e paziente e lei lo aveva appena baciato.
 
Da che avesse memoria, aveva sempre avuto difficoltà con le materie scientifiche che riguardassero i numeri, anche se il suo vero tallone d’Achille rimaneva Geografia, che detestava con tutta se stessa.
A dirla tutta quell’insofferenza comune per la materia tra lei e il Professor Snow, scoperta tra l’altro per caso a cusa dei test preparativi per gli esami, aveva dato origine ad un rapporto più confidenziale tra loro.
Una mattina Sansa, snervata dall’ennesimo brutto voto, gli era inciampata letteralmente addosso e oltre che rovesciargli il caffè sulla camicia, si era inconsapevolmente ritrovata a raccontargli della materia che tanto le dava problemi. Jon, dopo averle confessato che Luwin era stato anche il suo professore di geografia, le aveva consigliato un’insegnante privato per le ripetizioni, non che il suo più caro amico grazie al quale era riuscito, ai tempi, a superare lui stesso l’esame.
Karma volle che il Professor Samwell Tarly era anche il coinquilino di Jon e Sansa si era rtirovata più volte ad interfacciarsi con un Jon che sbucava di tanto in tanto in tenuta da casa, mentre lei era seduta al loro tavolo della cucina alle prese con le mappe di Westeros.
Ok, Jon Snow in tuta grigio melange forse era ancora meglio che in Jeans e camicia, in ogni modo era sicuramente una facile distrazione dalle sue lezioni private o forse, a pensarci ora, era probabilmente il motivo per cui non ne mancasse mai una...
 
Quell’epifania la colpì come un fulmine, tanto da farla ritrarre spaventata dalle labbra piene del professore, che guardò con occhi grandi trattenendo il respiro, ma mai abbandonando il suo sguardo intenso.
 
Era successo che una dannata proiezione geometrica le risultasse totalmente astrusa. Quando lui le si era accostato, abbassandosi verso il foglio con mano poggiata alla schiena della sua sedia, per cercare di capire dove avesse sbagliato, mentre lei cercava di spiegargli come i suoi processi cognitivi (a quanto pare totalmente errati) l’avessero portata a fare ciò che aveva fatto, il suo sguardo venne calamitato dal viso del Professore: da quelle deliziose rughette che gli spuntavano tra le soppraciglia quando aggrottava la fronte in uno sguardo crucciato tentando di trovare l’errore, dai suoi occhi magnetici, dalla sua barba incolta e da quelle labbra incredibilmente piene che sembravano essere così morbide, così invitanti...
 
Sansa liberò un sospiro lungo e sospeso mentre le iridi di Jon venivano celate a cadenze ritmate dalle sue ciglia scure.
Oddio, che ho fatto?!
Fu un momento che sembrò durare secoli prima che Sansa vide il viso del Professore distendersi in quello che incredibilmente la sua mente registrò come un lieve sorriso.
Un lieve sorriso.
Un sorriso.
Eh???
 
“Spiacente Stark, ma neanche un bacio ti esimerà dalla necessità di rifare il compito daccapo” asserì lui sempre sorridente, alzandosi per riassumere la sua posizione e tamburellarle con l’indice in un punto del foglio, “ricontrolla qui comunque e me lo aspetto domani sulla scrivania, intesi?” concluse prima di tornare verso la cattedra.
Sansa non osò alzare il viso fino alla fine della lezione, celandosi totalmente dietro ai suoi capelli, rossi scarlatti, esattamente come l’imbarazzo che tingeva la pelle delle sue guancie di seta, tentando di ignorare le risatine che la circondavano.
 
Al suono della campanella, atesse l’uscita di tutti prna di dirigersi verso di lui, mortificata ma con la ferma intenzione di fare ammenda.
Gli occhi di Jon seguivano i gesti delle sue mani intente a riordinare la cattedra, anche se non la guardava Sansa era consapevole che si aspettasse le sue scuse e questo sembrava bloccarle totalmente il coraggio.
“Non farò rapporto per una sciocchezza del genere, se è questo che ti stai chiedendo” le disse accondiscendente lui, come a leggerle nel pensiero, prima di alzare il viso a guardarla: “so che aspiri alla borsa di studio e non voglio correre il rischio che ti venga negata per uno slancio ormonale” continuò cercando di trattenere un sorriso velatamente compiaciuto, “ma non deve accadere di nuovo Sansa” asserì con decisione.
“Professor Snow, non so cosa mi sia preso” arrangiò lei totalmente mortificata, “io...” sospirò nervosamente, sistemandosi una ciocca di rame dietro l’orecchio sinisto prima di mordersi l’interno guancia ed abbassare lo sguardo.“Mi dispiace...” concluse frustrata, incapace di riuscire ad aggiungere altro, prima di trovare il coraggio per tornare a guardarlo.
Incontrò gli occhi di Jon a scrutarla intensi, in un silenzio che la mise se possibile ancora più a disagio, prima che notasse il suo sguardo indugiare pericolosamente sulle labbra di Sansa.
“Già, vorrei poter dire lo stesso” corruccio lo sguardo lui, in un sussurro, quasi parlasse tra se a voce bassa, prima di fuggire da lei e voltarsi a sistemare gli ultimi compiti che erano stati lasciati sulla sua cattedra; “meglio che tu vada Stark, o farai tardi alla prossima lezione” le disse senza guardarla ulteriormente, come ad evitare di dare importanza a quello che aveva detto poco prima, parole che avevano scatenato un turbinio di battiti d’ala sfarfalleggianti nello stomaco di Sansa, totalmente presa alla saprovvista da cio che la sua mente pareva aver appena registrato.
Jon non vedendo nessun movimento da parte sua, alzò lo sguardo su di lei inarcando le sopraciglia come a richiamarla alla realtà; Sansa si morse le labbra in risposta, abbassò lo sguardo remissiva per nascondere l’imbarazzo e pronunciò un leggero “allora buona giornata, Professore” prima di dileguarsi e lasciarlo in balia dei suoi pensieri e dell’aroma del suo shampoo alla pesca.
   
 
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