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Autore: EcateC    11/08/2021    2 recensioni
Ministero della Magia, fine anni sessanta.
Lord Voldemort si è appena guadagnato un nuovo, fedelissimo e potente alleato. E ne è consapevole.
Breve one-shot
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alastor Moody, Bartemius Crouch junior, Bartemius Crouch senior, Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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"Stai dritto con la schiena, non sei un babbuino!"

Il piccolo Barty si irrigidì per l'imbarazzo, ma obbedì subito al padre e tirò indietro le spalle. Suo padre aveva un passo molto spedito e il piccolo per stargli dietro nei lunghi corridoi del Ministero doveva quasi ricorrerlo, senza mai perderlo di vista. Suo padre non aveva tempo per fermarsi o aspettarlo.

"Buongiorno, signor Crouch" esclamò un signore con una toga.

"Buongiorno, Alfred."

"Signor Crouch" esclamò un altro mago, togliendosi il cappello.

"Dedalus" rispose suo padre, sempre con lo stesso tono di voce austero.

"Buona giornata, signor Crouch" esclamò un mago con la pelle oscura e un enorme copricapo.

"Anche a te, Houssein."

Il piccolo Barty osservava intimidito tutti quei gran signori che sembravano conoscere suo padre, e si sentiva a disagio, ancor più piccolo e impacciato. Tutti, ma proprio tutti, stimavano suo padre e, quanto a lui, lo occhieggiavano curiosamente. Ma era vestito bene, volle convincersi il bambino. La mamma gli aveva pettinato i capelli con cura e gli aveva fatto indossare degli abiti nuovi e molto eleganti, forse un po' scomodi, ma comunque formali, adeguati. In fondo doveva pur essere all’altezza di suo padre.

Altri pochi passi e furono nel piano riservato al Dipartimento Applicazione della Legge sulla Magia, dove aveva sede anche il quartier generale degli Auror.

“Margaret, chiama subito qui l’Auror Moody, per cortesia. È una questione urgente” ordinò suo padre a un’efficiente strega dietro al banco per le informazioni. La donna fece per lanciare una sorta di aeroplanino di carta, ma non fu necessario: l’Auror la precedette.

“Sono qui, Crouch. Sempre qui!”

Il piccolo Barty si voltò e vide un uomo dall’aspetto imponente e minaccioso avvicinarsi. Era molto alto e taurino, massiccio, ma la cosa più inquietante era il grosso occhio di vetro che gli sfigurava il viso e scandagliava senza sosta l’ambiente circostante.

"Oh Alastor, cercavo proprio te" esclamò il signor Crouch, la sua espressione era segnata dalla preoccupazione "Ma è vero quello che si dice…?"

Il piccolo Barty tese le orecchie, suo padre aveva abbassato drasticamente il tono di voce e questo significava solo una cosa: segreti, cose da grandi. Li guardò mormorare pieno di curiosità e si fece più vicino per tentare di ascoltarli.

“No, ascoltami” sentì suo padre “Tu sai chi non può essersi spinto fino a questo punto”

“Tu sai chi, chi?” domandò istintivamente con la sua vocetta da bambino, preso dalla curiosità. Mossa sbagliata, suo padre lo fulminò letteralmente con lo sguardo e l’Auror taurino gli pianto l’occhio rotante addosso.

"E questo diavoletto chi è?" domandò, bruscò. Il piccolo Bary lo guardò male.

"Mio figlio" rispose Crouch, aspro "Vatti subito a sedere là, ragazzino, e non osare più interromperci!"

Barty, risentito, obbedì. Si sedette poco lontano dal genitore, vicino a un uomo ben vestito che stava leggendo il Profeta. Barty lo guardò, e vedendolo così composto, si ricordò che doveva stare dritto. Raddrizzò la schiena, con la speranza che suo padre lo vedesse.

Anche lo sconosciuto continuava a lanciare occhiate verso di loro e ogni tanto sorrideva furtivamente.

“Rincresce che siano entrambi di Serpeverde” gli rivolse la parola con un bel sorriso.

Barty lo guardò, stupito. Non doveva parlare con gli sconosciuti, suo padre glielo aveva detto tante volte.

“Ti sembra prudente parlare del Signore Oscuro in modo così incauto?” continuò costui, con voce suadente “La loro incoscienza rasenta la stupidità.”

Barty di nuovo non osò rispondergli. Guardò suo padre, che era ancora intento a discutere con quel tizio strambo, e poi guardò di nuovo lo sconosciuto.

“Ma dopotutto qualcuno deve pur vincere questa guerra, no?” sussurrò quest’ultimo, facendogli l'occhiolino.

Barty gli sorrise e arrossì leggermente.
Signore” lo chiamò la donna in segreteria, raggiante “Il modulo per denunciare lo smarrimento della bacchetta è arrivato.”

Il signore ricambiò il suo sorriso “Non è più importante, grazie, l’ho trovata.”

Barty lo osservò alzarsi in piedi con tanto d’occhi, quell’uomo era molto alto e distinto.

“Ma tu chi sei?” gli chiese, senza potersi trattenere.

“Colui che vincerà la guerra” gli rispose a bassa voce "Ma la vincerai anche tu, riconosco i bravi bambini." E detto questo, superò come se niente fosse suo padre e l’auror taurino. Quest’ultimo tuttavia lo guardò e aggrottò le folte sopracciglia, il suo occhio pazzo inziò ad agitarsi.

“Scusi, lei? Si fermi un attimo” abbaiò Moody, il signor Crouch lo guardò confuso. “Margaret, chi è quel tizio?”

“Alastor, cosa succede?” domandò Crouch, allarmato, ma Moody sembrava non averlo sentito, il suo occhio roteava allucinato.

“È LUI!” sbraitò Moody, fuori di sè “CHIUDETE TUTTI I PASSAGGI! CHIUDETE I PASSAGGI!”

Il piccolo Barty si alzò dalla sedia, col cuore che martellava a dismisura. Ci fu un gran fracasso, un gran baccano, molti maghi si misero a correre e lo spintonarono senza alcun riguardo, urlanti e spaventati. Barty si nascose sotto una sedia e guardò tutti gli Auror in servizio materializzarsi e riversarsi a cascata verso i corridoi, ma tutto si rivelò inutile, quel misterioso mago era sparito. Alastor Moody imprecò volgarmente e calciò contro il muro, mentre suo padre si mise una mano sulla fronte, incredulo.

Barty allora uscì dal suo nascodiglio e sorrise.

Lui era un bravo bambino. Glielo aveva detto il super mago.

 
   
 
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