Crossover
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Autore: evil 65    12/08/2021    8 recensioni
Il Multiverso, così come lo conosciamo… non esiste più. In seguito ad un fenomeno distruttivo noto come Lo Scisma, un uomo misterioso che si fa chiamare il Maestro è riuscito creare una realtà completamente separata dalle altre, dov’è adorato come un dio onnipotente.
Apparentemente inarrestabile, il Maestro comanda col pugno di ferro questa nuova terra, chiamata "Battleground", nella quale vivono numerosi personaggi provenienti dai vari universi, tutti immemori delle loro vite precedenti.
Ogni storia ha il suo principio. E questa è la loro epopea...
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Anime/Manga, Film, Fumetti, Telefilm, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qua! Molto in ritardo, ma quest'anno siamo stati tutti davvero impegnati, quindi spero che nel vostro cuore da lettori troverete la forza per perdonarci. 
Per il prossimo capitolo cercheremo di aggiornare entro un mese al massimo! Non facciamo promesse, ma ci impegneremo per rispettare la scadenza.
E ora... vi auguriamo una buona lettura!




Capitolo 30 - La Battaglia di Trenzalore: Parte 2



La bestia scattò fulminea, i denti aguzzi snudati e gli artigli sfoderati, tutto nella sua direzione. Non fosse stato per la scarica d’adrenalina che l’aveva attraversato una volta investito in pieno dal ruggito, Royal Noir sarebbe morto.
Si tuffò di lato con le braccia in avanti per attutire il colpo sul terreno, solo per avvertire l’orrida pressione dei denti acuminati affondati nel suo mantello, e lo strattone conseguente. Fu costretto a voltarsi, e vide così la creatura nella sua interezza.
Fu come ritrovarsi in un deja vu, un incubo reale al punto da poter percepire chiaramente il cuore scoppiare di paura. Non riusciva a crederci. Non poteva essere vero. Non poteva davvero esserci un altro dinosauro geneticamente modificato.
Aveva intuito lo fosse per via del suo scontro con l’Indominus Rex a Gongmen. Come si poteva dimenticare una follia del genere e poi non riconoscerla? Anche se riconoscere non era il termine più esatto: quella cosa non era l’Indominus Rex, era completamente diversa, ma aveva chiaramente qualcosa a che fare con essa. Tanto per cominciare, le escrescenze cornee sul capo ritte all’indietro come pseudo piume crestate, e i rossi occhi infernali.
Ma per il resto, per quanto ricordava dai suoi studi, aveva praticamente il corpo di un Utahraptor, un’antichissima specie di raptor alta almeno due metri, con la sottile differenza che questo era più robusto, dalle zampe anteriori più lunghe e vigorose con quattro dita, una orrendamente simile ad un pollice opponibile; la coda altrettanto lunga era affusolata, letteralmente dal momento che terminava con un lungo artiglio uncinato e, al contrario dell’Indominus Rex, era nero come la pece, con una striscia gialla ad attraversargli lateralmente entrambi i lati del corpo.
Giallo e nero. In natura, quei colori combinati significavano pericolo mortale, ammesso che si potesse considerare naturale un essere del genere.
Orripilato, terrorizzato e confuso, fu solo grazie alla tempra forgiata dagli allenamenti che Royal reagì prontamente: creò un lampo di luce verde e strappò il mantello in due, lasciando spirali di fumo verdastro nelle fauci bavose del mostro; estratto l’arco, creò delle frecce e mirò dritto alla carne del naso e della mascella, approfittando di quell’attimo di distrazione.
Non si fermò ad osservare il colpo andato a segno, né tutto il resto; ogni muscolo del suo corpo, ogni angolo del suo cervello, completamente assuefatti dalla sensazione di pericolo mortale, era come se gli urlassero a gran voce: “SCAPPA!”
Riprese a correre con tutta la forza che aveva nelle gambe, non osando neppure voltarsi a guardare, mentre l’eco dei ruggiti rimbombava nelle sue orecchie e in tutto il territorio circostante. Ad un certo punto, il terreno gli mancò sotto i piedi e cadde a terra, scivolando lungo una lunghissima duna di sabbia in discesa, che lo condusse verso un orizzonte nuovo di cui era la sola entrata: un’intera distesa sabbiosa, una conca circolare disseminata da rocce acuminate, alcune sparse, altre formanti un complesso orizzontale del tutto collegato.
Quando la sabbia si portò in linea retta, il ragazzo rotolò per qualche metro e si bloccò con la pressione dei palmi e delle ginocchia, piantandosi e poi risollevandosi. Ma ecco che l’eco di un altro ruggito lo scosse, e di nuovo le gambe lo fecero sfrecciare via.
Puntò una delle rocce fuoriuscenti dal terreno, una delle più alte e riparate. La raggiunse e ci si accucciò dietro, stringendosi l’arco al petto, dal quale il cuore batteva talmente forte in contemporanea al fiato fattosi corto per la paura. Cercò di prendere dei respiri lenti per calmarsi e regolarizzare la pressione, ma non era facile.
All’esterno, l’Indoraptor cominciò a seguire la traccia olfattiva lasciata dall’arciere. Il puzzo di sudore misto a sangue gli penetrò nelle narici sotto forma di invitante aroma, così il cervello del carnivoro elaborò subito quelle informazioni per creare una mappa mentale del percorso da seguire. Abbassò il muso a terra e lo strusciò contro il terreno arido, accompagnato dal ticchettio degli artigli a falce che picchiettavano terra.
L’adolescente, una volta stabilizzatosi, era in allerta. La bestia era lì, la sentiva. La sentiva tastare il terreno per tentare di captare dove si nascondeva, e la sentiva avvicinarsi.
Il suo cervello cercò di elaborare al volo la strategia migliore. Muoversi ancora era compromettente: se doveva tenere conto del fatto che con ogni probabilità era davvero per metà raptor, allora il suo olfatto era sopraffino e lo avrebbe scovato comunque, anche se si fosse allontanato. Doveva attaccarlo sulla distanza e indebolirlo il più possibile.
E difatti, la creatura puntò dritto verso l’anfratto nel quale si era nascosto. Quando lo vide saltare sopra la roccia e la sua ombra sovrastarlo, Fire agì: scoccò e colpì dritto al ventre e sopra la cassa toracica, lì dove avrebbe dovuto essere il cuore, o almeno sperava fosse lì.
Il proiettile colpì l’animale in pieno… e fu allora che accadde qualcosa di decisamente inaspettato. La freccia sembrò infrangersi contro qualcosa di invisibile, poco prima di potersi conficcare nella pelle squamosa del rettile. Seguì una specie di GONG! a cui si unì un lampo di luce rossa che avvolse l’Indoraptor nella sua interezza.
Il giovane spalancò gli occhi per la sorpresa: avrebbe potuto riconoscere quel fenomeno ovunque. Lo aveva attentamente studiato nei giorni che aveva passato a Renmant, poiché costituiva un aspetto fondamentale degli abitanti di quel pianeta: l’Aura, un campo di forza che poteva essere usato dai Cacciatori e dai Grimm per proteggersi dagli attacchi e guarire le ferite più rapidamente.
Questo dinosauro, qualunque cosa fosse… aveva un’Aura! E lui si era appena scoperto.
L’Indoraptor abbassò lo sguardo verso di lui e arricciò il muso in quella che sembrava a tutti gli effetti un sorriso maligno. Era inquietante e spaventoso osservare quanto quel muso squamoso potesse avere una tale espressività, ma soprattutto che potesse manifestare l’impulso umano di sorridere.
La bestia scattò verso il basso con la bocca spalancata e gli artigli divaricati con l’intenzione di ghermire l’arciere. Quest’ultimo saltò in alto più in alto che poté, usando parzialmente le ali per darsi più slancio: volare via da quello scontro era un’idea allettante, peccato che di sicuro c’erano ancora i Decepticon in giro nella loro forma di veicoli volanti. Sicuramente avrebbero potuto localizzarlo e abbatterlo a vista se avesse osato avventurarsi in cielo, inoltre non aveva garanzie che questo gli avrebbe effettivamente permesso di ritrovare la strada o anche solo qualcuno dei suoi compagni: non per niente avevano discusso interamente del fatto che nessuno di loro sapeva cosa aspettarsi da quel pianeta infernale.
Poi c’era un altro fattore. Il TARDIS. Non poteva scappare via e abbandonare la missione. Doveva trovarlo, anche se era da solo doveva almeno provarci. Era di vitale importanza, c’erano in gioco le sorti dell’universo stesso.
No, non sarebbe scappato. Sarebbe uscito da quella situazione combattendo.
Sfruttando lo slancio aereo, stavolta mirò alla roccia sul quale il dinosauro era appollaiato per disintegrarla e farlo cadere a terra.
Purtroppo l’Indoraptor fu più rapido: saltò su un crinale poco vicino con un unico e rapido balzo. Fatto questo, puntò il muso verso il Time Warrior, aprì la bocca… e una vampata di fuoco sparò dritta contro di lui, proiettandosi come l’esalazione di un lanciafiamme.
Stupefatto, il ragazzo si gettò in picchiata, evitando il tutto per un soffio. Scese di nuovo a terra, le ginocchia piegate, nello stesso istante in cui la creatura faceva un balzo e gli si lanciava addosso. Non avendo il tempo di spostarsi ancora, alzò l’arco con entrambe le mani e sopra di esso generò un largo scudo di energia verde con cui attutì l’impatto.
Il dinosauro non demorse e menò una serie di rapidi fendenti con le zampe anteriori: ogni qualvolta i suoi artigli intaccavano la protezione, ecco che scintille verdi si riversavano a terra come tante gocce di pioggia radioattiva. Dopo forse il quinto e sesto colpo di zampa, l’animale riversò un’altra fiammata addosso al Vigilante, distruggendo l’arco ma non lo scudo di energia che quest’ultimo aveva proiettato.
Il giovane fu costretto per un istante a retrocedere sotto la pressione del fuoco, poi sollevò una mano e scatenò un fortissimo lampo che accecò gli occhi della creatura, e stavolta toccò ad essa indietreggiare tra i ruggiti di dolore.
Allora Royal ne approfittò per correre di nuovo verso la distesa di rocce e strisciò sotto di essa per allontanarsi il più rapidamente possibile.
Era nei guai. Quell’affare sputava fuoco e aveva l’Aura per proteggersi: questo implicava che il suo piano iniziale di attaccare dalla distanza avrebbe funzionato, sì, ma doveva applicarlo molto rapidamente e con costanza, in modo da sopraffare l’Aura e farla cedere.
All’improvviso, smise di strisciare e si bloccò di colpo con le mani nella sabbia.
Provò un’improvviso capogiro e dovette fare appello a tutta la forza che aveva in corpo per non vomitare. Seguì un forte mal di testa, che però durò solo pochi secondi.
Che diavolo era stato? Un calo di forze? No, non era possibile, aveva fatto tutti i dovuti controlli prima di partire, maledizione. Forse Vader stava cercando di riaprire il loro collegamento mentale? Ma prima non aveva provato alcun dolore. O forse...
“So che sei ancora qui” sibilò una voce improvvisa dentro la sua testa “Riesco a sentire il tuo odore… il tuo respiro… il battito del tuo cuore. Dove sssssei, piccolo umano?”
Il cuore gli balzò in gola e lì rimase fermo per qualche istante, paralizzandolo, mentre incontrollatamente un angolo della sua mente si dilatava e la comprensione lo colpiva come una secchiata d’acqua gelida.
Quella cosa. Era quella cosa! Aveva l’Aura, sputava fuoco… e parlava!
No, si corresse subito. Questo era diverso. Quello era palesemente un contatto telepatico. Gli aveva trasmesso i suoi pensieri direttamente all’interno della sua mente, anzi, lo aveva fatto di forza, come Vader la prima volta in cui l’aveva attacco psichicamente.
Ma stavolta Fire non lo aveva fermato. Lo aveva completamente colto di sorpresa. E in aggiunta, c’era qualcosa di pericoloso in quella voce... era come una sostanza dolciastra che si insinuava negli angoli della sua mente rilassandola pericolosamente, cercava di indurlo a rispondere, a ricambiare quel contatto.
Scosse forte il capo e si appoggiò con la schiena alla parete, imponendosi la resistenza.
“Coraggio… non essere timido” continuò la bestia, mentre si sollevava sulle zampe posteriori e riprendeva ad annusare l’area circostante “Esci allo scoperto e affronta la tua morte!”
Ma il ragazzo si rifiutò anche solo di pensare ad una risposta. La possibilità che quella creatura riuscisse a localizzarlo erano già troppo alte, non poteva assolutamente rischiare. Doveva resistere.
L’Indoraptor strinse gli occhi, mentre l’eco dei suoi artigli picchiettanti risuonava dal terreno.
“Sento la tua paura, piccolo umano” sibilò ancora nella sua mente “paura per la tua vita… e per coloro a cui tieni. Non puoi nasconderti da me… e non puoi nascondermi ciò che provi.”
Il Vigilante trattenne a stento un sussulto. Era come se quelle parole, risuonandogli in testa e sconvolgendolo, si stessero solidificando, rendendogli la testa pesante e ciondolante, una debolezza che minacciava di propagarsi in tutto il corpo e di costringerlo a terra.
E la cosa peggiore era percepire il predatore che inesorabile si avvicinava alla preda resa inerme...
“No!”
Così stava cedendo, si stava lasciando andare. Non poteva farlo... non voleva. Detestava quella sensazione, quella di essere un uccellino che stava per essere docilmente avvolto nelle spire mortali del rettile predatore.
Strinse i pugni, e ancora una volta, l’istinto ebbe il sopravvento: serrò le palpebre e poi le riaprì di scatto, gli occhi illuminati di luce verde.
“Stai indietro.”
Percepì la propria mente ergere il proprio scudo, metterlo in mezzo, dinnanzi a quella serpe sibilante che gli strisciava nella testa e ricacciarla indietro con un colpo.
Fu allora che il dinosauro gli comparve davanti, sorridendo con quel suo ghigno malevolo e tutto denti. Era stato troppo lento… era riuscito a trovarlo.

                                                                                                                                  * * * 

I vari scontri avevano avuto effetti considerevoli sull'ambiente circostante, in particolare quello tra Thor e Grugaloragran, i cui echi potevano essere uditi perfino dalla posizione di Accelerator; il ragazzo non sapeva con precisione chi stesse generando quel caos, ma dal rumore dei tuoni e dalle nubi nel cielo era chiaro che l'asgardiano era coinvolto.
La sua posizione era ignota, attorno a lui c’erano solo lapidi di pietra e statue che richiamavano la religione cristiana. Il vuoto e il silenzio la facevano da padroni.
Era difficile poter vedere qualcosa attraverso quella coltre tenebrosa, ma l’esper non se ne preoccupò più di tanto. Aveva vagato in luoghi molto più oscuri…come le viscere del laboratorio da cui era fuggito.
Camminò lento e pacato per quella distesa di lapidi, accompagnato solo dal fruscio dell'erba e dal rumore che dei suoi passi. Mentre il suo sguardo vagava alla ricerca del TARDIS, un altro tuono ruppe la quiete di quel luogo e un lampo rischiarò la zona per pochi secondi.
Ad Accelerator parve quasi di vedere qualcosa nascosto tra le lapidi e le colonne, ma presto la liquidò come un semplice gioco di ombre e continuò ad avanzare.
Camminò per qualche minuto, sentì un fruscio dietro di sé e si girò immediatamente, temendo un pericolo. Invece trovò solo… una statua. Più precisamente, un angelo con il volto coperto dalle proprie mani.
<< Ma che diavolo... non c'era, prima, ne sono sicuro. Che cazzo sta succedendo?  >> si chiese.
Non gli piaceva quel posto. C'era qualcosa di davvero strano e inquietate. Forse un'illusione per nascondere il TARDIS?
Saggiamente scelse di aumentare la potenza della propria Reflection. Camminò qualche metro in avanti e poi... si bloccò... completamente rigido. Si sentì un rumore di carne squarciata e dalla bocca del ragazzo cominciò a uscire un rivolo di sangue.
Guardò in basso e vide che il suo stomaco era stato lacerato da una mano di pietra. Voltò la testa… e scoprì che il colpevole era la stessa statua di angelo che aveva intravisto poco prima… solo che stavolta aveva il viso scoperto. La faccia era una macabra maschera da predatore, corrucciata da due occhi crudeli e da una bocca irta di denti aguzzi.
L'esper fece un balzo all’indietro e si tenne la ferita per fermare l'emorragia.
<< Come... cazzo è possibile? Avevo attivato la... >>
Non era quello il tempo per le domande, stava perdendo troppo sangue. Pensò velocemente ad una soluzione, ovvero utilizzare i suoi poteri per manipolare i vettori del proprio corpo. Non lo aveva mai fatto prima d'ora, perché in fondo non ne aveva mai avuto bisogno. Non era nemmeno sicuro che avrebbe funzionato, tuttavia… era logico supporre che, alterando i suoi meccanismi biologici interni, sarebbe stato possibile fermare l'afflusso di sangue all'esterno e velocizzare il processo di cicatrizzazione.
Non era difficile, bastava solamente riparare l'organo danneggiato manipolando i vettori delle cellule - in modo che lavorassero più velocemente alla ricostruzione dei tessuti - riparare i vasi sanguigni e accelerare la proliferazione del derma e dell'epidermide, così da formare una piccola cicatrice che lo salvasse del tutto dalla morte per emorragia violenta.
C'era solo un piccolo problema: l'angelo.
Accelerator notò come la statua non si stesse muovendo dalla sua posizione. Non stava approfittando della sua debolezza per ucciderlo, era immobile!
“Ora non è il momento per pensarci” si rimproverò mentalmente, mentre abbassava lo sguardo verso la ferita. Ora c'era solo una poltiglia rossa che generava cerchi concentrici. Era riuscito a rimarginarla!
Adesso che aveva più libertà di movimento… poteva concentrarsi sull'angelo. 
Nonostante lo stesse fissando, questo non accennava a muoversi, sembrava davvero una statua. Provò a lanciargli un sasso contro e questo impattò contro la superficie rocciosa… ma la creature rimase completamente immobile.
<< A questo punto non mi resta che analizzarlo >> borbottò.
Si alzò da terra e camminò verso di lui, sebbene la ferita gli facesse ancora molto male. Posò una mano sulla dura pietra e cercò di analizzarne i vettori per comprendere la sua struttura molecolare… ma non servì a niente.
“Impossibile!” pensò con un ringhio “Dovrei riuscire a comprendere i suoi vettori eppure... sembra non averli, o per meglio dire, sono estranei. I suoi vettori esulano dalla scienza, ma come cazzo è possibile!?”
Si allontanò da lui provò a dargli le spalle… ma ecco che un sonoro scricchiolio risuonò dietro di lui. Si voltò di scatto: la statua si era mossa!
Accelerator cominciava a capire: l'angelo poteva muoversi solo quando la vittima perdeva il contatto visivo con lui! Fintanto che lo guardava, non avrebbe avuto alcun problema. 
Per prima cosa cominciò a modificare i vettori delle proprie cellule per riparare i tessuti dello stomaco danneggiato, richiuse i vasi sanguigni e cicatrizzò la pelle senza mai perdere di vista la statua. Un problema era risolto… ora non restava che annientare quella statua.
Scartò subito l’idea di disintegrarla con un colpo. Tuttavia, sebbene quella cosa esulasse dalla scienza… non si poteva dire lo stesso dell’ambiente circostante. Batté il piede a terra e generò una profonda buca sotto l’angelo. La creatura non mostrò né rabbia né sorpresa e cominciò a precipitare nell’oscurità, scomparendo alla vista dell’albino.
<< Fin troppo semplice >> disse a sé stesso, per poi ritornare sui suoi passi.
Camminò per qualche metro e sentì una sensazione spiacevole lungo tutto il corpo. E per la prima volta da quando aveva messo piede al di fuori di quei laboratori… provò una certa paura. Senza pensarci troppo, si voltò di scatto e quello che vide lo fecce indietreggiare con un balzo spaventato: l’angelo era a pochi passi da lui, con il viso deturpato da un’espressione sinistra e orrida.
<< Come... come cazzo ha fatto a uscire!? Ero sicuro di aver scavato abbastanza in profondità! Dovrebbe essere capace di correre e arrampicarsi? Tch! >>
Batté di nuovo il piede per terra e spiccò un grande balzo in aria con l’unica intenzione di allontanarsi da quella “cosa”. Tuttavia, prima che potesse atterrare, sentì un tremendo dolore alla schiena e cadde dal cielo, schiantandosi al suolo con un violento tonfo.
Ora la sua pelle era solcata da profondi tagli simili ai graffi di un animale selvatico… e davanti a lui stava ancora quella dannata creatura.
<< Può… può anche volare? >> gracchiò << Mi state prendendo per il culo? >>
Cominciò a cicatrizzare i graffi col suo potere senza perderlo di vista.
“Non posso distruggerlo… né imprigionarlo… e nemmeno seminarlo dall’alto! Come posso combattere un affare del genere?”
E mentre rifletteva su come neutralizzare il suo nemico, un’ennesima ferita gli venne inferta sul fianco. L’albino si voltò di scattò… e vide un secondo angelo che gli sorrideva malignamente.
Schioccò la lingua. Non aveva considerato la possibilità che ce ne fossero di più! Doveva trovare una soluzione… e al più presto.
Ebbe appena il tempo di completare quel pensiero, poco prima che una delle creature lo spedisse di forza contro una colonna, spezzandola in due.

                                                                                                                                                  * * * 

Angel vide Soundwave e Shatter sfrecciare verso l’alto, lasciandosi dietro una scia di carburante. Forte delle sue ali di Soleano Blu, fece un balzo e spiccò il volo, intenzionato a seguirli.
Ben presto, i cieli di Trenzalore rimbombarono nei clangori di una nuova battaglia. Con la visibilità ridotta delle nubi, il rosso non poteva individuare i suoi assalitori… ma riusciva comunque a percepirne la presenza grazie all’Haki dell’osservazione. Sfortunatamente per lui, sia Shatter che Soundwave erano memori di numerosi scontri aerei e sapevano bene come comportarsi per affrontare un avversario a quella quota.
Dapprima, la femme della coppia sbucò da una coltre di vapori e puntò dritta verso Angel, il braccio destro sollevato e pronto ad infilzarlo con la sua lama. L’adolescente fu rapido ad intercettare il colpo con la lancia, e il rumore delle due armi che cozzavano si mescolò al riecheggiare di un tuono.
Il lampo illuminò l’oscurità del campo di battaglia, mentre Angel faceva pressione sulle braccia e spingeva indietro la Decepticon… solo per essere colpito alle spalle dal suo secondo avversario. Soundwave strusciò le sue braccia levigate contro la schiena del ragazzo, strappandogli ingenti pezzi d'armatura e lasciandosi dietro una coppia di scie scarlatte.
Il rosso strinse i denti e cercò di non pensare al dolore improvviso. Se non fosse stato per il Balance Breaker, a quest’ora sarebbe probabilmente morto!
Vide il Decepticon mutare in un aereo da guerra, poi di nuovo nella sua forma cybertroniana, mentre compiva una brusca virata e tornava all’attacco. Con i sensi completamente concentrati sul robot, Angel sollevò la lancia e si preparò a scatenare un altro attacco runico… ma ecco che Shatter sbucò sotto di lui, gli occhi ardenti e il viso metallico contratto da un ghigno vittorioso.
Sentendola arrivare, Angel ebbe giusto il tempo di spostarsi di lato, perdendo solo un ciuffo di capelli nel processo. Ma prima che potesse anche solo contrattaccare, Soundwave aprì il fuoco su di lui.
<< Attento! >> urlò Blue, piazzandosi subito tra il compagno e la raffica di proiettili.
Grugnì di dolore, ma la pelle corazzata fece il suo lavoro, proteggendolo dalla maggior parte dei danni.
Angel tentò di aiutarlo, e fu allora che Shatter cominciò a bersagliarlo con il cannone del braccio sinistro. Il primo proiettile di energia lo colpì, inviandogli potenti scariche in tutte il corpo e facendolo sbattere violentemente contro Blue, ma riuscì a intercettare il secondo attraverso uno scudo runico.
L’onda d’urto generata dal contraccolpo fu abbastanza forte da farli indietreggiare ulteriormente, eppure il ragazzo non demorse e riuscì a mantenere la protezione intatta.
Sia Soundwave che Shatter scattarono in avanti all’unisono. Mentre la spada della femme incontrò Gae Bolg, Blue sfruttò i suoi artigli per frenare le lame del braccio destro di Megatron.
I quattro combattenti si fissarono solo per un paio di secondi… e cominciarono a bersagliarsi con un una raffica di colpi.
La tempesta generata da Thor lasciò il posto ad una cacofonia di clangori, spari ed esplosioni, con il cielo grigio del pianeta si tingeva di giallo e azzurro. 
Mentre Angel e Shatter erano coinvolti in un serratissimo duello con le rispettive armi, Blue e Soundwave sembravano quasi una coppia di bestie impegnate in una rissa primordiale.
Dopo aver parato l’ennesimo colpo della Decepitcon, Angel strinse i denti e riaprì il collegamento mentale tra lui e il suo compagno.
“Non possiamo andare avanti così” ringhiò allo spirito “Le mie riserve di energia sono al limite… e i nostri avversari non sono creature di sangue e carne. Non si fermeranno fino a quando non saremo entrambi morti!”
“Allora cosa suggerisci?” chiese il drago, mentre si scansava di lato per evitare un affondo ad opera di Soundwave.
Angel conosceva già la risposta ad una simile domanda. Gli era rimasta solo una carta da giocare… e in cuor suo sperava che sarebbe stata sufficiente.
Dopo averlo rivelato allo spirito, entrambi i guardiani schizzarono verso l’alto e si portarono al di sopra dei rispettivi avversari.
Blue spalancò le fauci e scaricò un torrente di fulmini sulla coppia di robot, costringendoli a mettersi ai ripari.
Approfittando della distrazione, Angel chiuse gli occhi e distese le mani in avanti. Subito, una coppia di bolle luminose cominciarono a formarsi nei palmi aperti, scacciando l’oscurità della tempesta.
<< Santuario del Drago della Tempesta >> bisbigliò Angel.
Quello era il nome di una delle tecniche più potenti in possesso del Soleano. Un attacco che fino ad ora aveva riservato solo per i suoi avversari più insidiosi.
Il cielo attorno al gruppo di combattenti cominciò a cambiare. I sensori di Soundwave percepirono un improvviso sbalzò nei valori della tempesta. Le nubi divennero più pesanti… l’aria divenne satura del puzzo di ozono misto a scariche di elettricità statica… e il corpo di Angel fu avvolto da un intenso bagliore azzurro.
Anche Shatter percepì un cambiamento nell’aria e assunse subito una posizione difensiva.
Il loro avversario spalancò gli occhi. Il cielo sopra i due Decepticon mutò… e dalle nubi che li circondavano cominciarono a diramarsi enormi draghi luminosi. Sembravano quasi non avere peso, e nemmeno i sensori di Sounwave riuscivano a capire di quale tipo di energia fossero composti. Probabilmente magica, ma nemmeno di questo poteva esserne sicuro.
Le bestie calarono sulla coppia di cybertroniani, producendo un ruggito assordante. Si udì un forte rombo. Seguì un boato… e nulla più.
La terra sotto il campo di battaglia esplose in una nuvola di polveri e detriti. Quando cominciò a diradarsi, Angel vide che il suolo era diventato una massa informe e bruciante, con i due Decepticon proprio al centro del punto d’impatto. In qualche modo erano riusciti a sopravvivere, ma i danni che avevano subito erano stati piuttosto ingenti.
Anche a quella distanza, vide che Shatter aveva perso un braccio, mentre tutto il suo telaio era cosparso di graffi e ammaccature. Soundwave era messo sicuramente meglio di lei, ma il fumo che usciva dalle sue giunture non era affatto un buon segno.
Il rosso respirò pesantemente e planò fino al suolo. Quell’attacco aveva richiesto quasi tutta l’energia che gli era rimasta, e infatti l’armatura che componeva il Balance Breaker cominciò a dissolversi.
<< Come ti senti? >> chiese Blue, visibilmente preoccupato.
Angel cercò di lanciargli un sorriso fiducioso.
<< Un po’ ammaccato…ma penso di poter continuare per un altro po’ >> disse, tra un respiro e l’altro, cercando di recuperare il più velocemente possibile.
Nel frattempo, Soundwave stava facendo una stima dei danni subiti.
<< Condizione armatura: 40%. Energia residua; 30% >> commentò, impressionato da quanto quel colpo fosse riuscito a provarlo. In quanto ex gladiatore, non poteva che nutrire un certo rispetto per il loro avversario.
Shatter schioccò le mandibole metalliche.
<< Tre di noi… non sono stati sufficienti ucciderlo >> grugnì, cercando di rimettersi in piedi << E nelle condizioni attuali necessitiamo di rinforzi. >>
<< Negazione: impossibile. Gli altri componenti dello squadrone sono tutti impegnati con le loro prede >> l’avvertì Soundwave, mentre faceva una rapida panoramica dei suoi dintorni.
Shatter strinse i pugni e lanciò un’occhiata piena di odio verso Angel. Erano Decepticon, per l’amor di Primus! Soldati scelti capaci di mietere vittime di qualsiasi tipo, persino tra gli Asgardiani. Eppure… erano stati messi in difficoltà da un ragazzino appartenente a una razza praticamente estinta!
Mentre i quattro combattenti si valutavano a vicenda, un sonoro brusio risuonò sopra le loro teste.
<< Sembra proprio che necessitiate di un piccolo aiuto >> disse l’inconfondibile voce dell’Enigmista.
Subito, uno sciame di droni si frappose tra i due Cybertroniani e la coppia di Time Warriors, con le armi pronte a far fuoco.
<< Un po’ di assistenza sarebbe apprezzata >> commentò Shatter che, per una volta, dovette mettere da parte il suo orgoglio e accettare l’aiuto di un altro organico.
<< Bene >> fece soddisfatto il criminale << Ma devo avvertirvi che il signor Soundwave è richiesto altrove. A quanto pare deve occuparsi di una peste in particolare! Ordine diretto di Megatron. >>
Il Decepticon inclinò la testa, ma non oppose alcuna resistenza.
<< Richiesta: inviami le coordinate e mi recherò subito lì >> rispose con la sua voce monotona.
Shatter gli lanciò un’occhiata visibilmente stizzita.
<< Intendi abbandonare la battaglia? >> domandò con voce irritata.
La visiera di Soundwave scattò verso la femme tanto velocemente da farla indietreggiare.
<< Sai bene anche tu che gli ordini di Lord Megatron sono assoluti >> rispose gelidamente.
Shatter si limitò ad annuire. Se c’era una cosa che aveva imparato nel corso degli anni… era di non mettersi mai tra l’ex gladiatore e la volontà del Signore di Cybertron.
Senza perdere altro tempo, Soundwace si trasformò ancora una volta in un velivolo e partì spedito verso la posizione indicata dalle coordinate.
Angel osservò tutto e storse la bocca. Il più pericoloso dei suoi avversari si stava allontanando… e quasi sicuramente per combattere uno dei suoi compagni di squadra. Doveva assolutamente fermarlo!
Ma prima che potesse muovere anche un solo muscolo, ecco che una coppia di droni si piazzò di fronte a lui.
<< Indovina indovinello: strappane uno e grattane la testa. Ciò che un tempo rosso era nero resta. Che cos’è? >> chiese l’Enigmista << Sono sicuro che... >>
<< Il fiammifero >> lo interruppe Angel con voce calma << È lunga, è liscia e quando piove piscia. Vediamo se sei bravo a rispondere agli indovinelli oltre che a porli. >>
Nigma batté pesantemente il pugno dalla sua postazione. Non solo era stato interrotto… ma gli era stato pure posto un indovinello da un perfetto ignorante che non meritava nemmeno di leccargli le scarpe!
<< Come osi, piccolo selvaggio insignificante. E comunque è la grondaia! >>
<< Esatto, e tu me ne ricordi sicuramente una. Non posso vederti… ma sono sicuro che grondi arroganza da tutti i pori >> lo schernì il rosso.
Nigma rimase in silenzio per qualche secondo.
<< TI AMMAZZO >> ruggì, per poi scagliargli contro i suoi droni. Nessuno poteva permettersi di deriderlo!
Angel tirò nuovamente fuori la sua lancia e accolse a braccia aperte questo nuovo avversario, mentre anche Shatter tornava alla carica.
Al momento, poteva solo augurarsi che, chiunque fosse il nuovo bersaglio di Soundwave, sarebbe riuscito a cavarsela.       
 
                                                                                                                                                      * * * 

Lo scontro tra Fire e l’Indoraptor si era spostato nel campo aperto delle sabbie, con gli spuntoni e le colonne di roccia a fare da panorama. Le spade di energia scaturite dai palmi del Vigilante Mascherato cozzavano contro i denti e gli artigli dell’Indoraptor, illuminando la landa di rocce delle scintille verdi delle lame e quelle rosse dell’Aura del dinosauro.
“Giuro, Shen, non ti ho mai odiato così tanto come in questo momento, tu e le tue stupide diavolerie genetiche preistoriche!” pensò il ragazzo stizzito.
D’improvviso quel pensiero, apparentemente infantile e sarcastico per certi versi, gli provocò rabbia, una rabbia sorda con una base solida: era davvero stanco dell’intera situazione, aveva timore per la propria sopravvivenza, per i propri compagni dispersi e per la riuscita della missione, era frustrato dalla propria ignoranza riguardo i propri reali poteri e dalla possibilità di non farcela proprio a causa di ciò.
Così la rabbia esplose per un istante, facendogli vibrare un colpo che si tramutò in un fascio di luce bruciante seguito da un’onda d’urto energetica.
Sorpreso, il dinosauro venne sbalzato all’indietro di diversi metri e finì contro una colonna, sollevando una densa nube di polvere. Quando i detriti si diradarono, la creatura si rimise in piedi e scosse il corpo per liberarsi dai granelli, il muso contratto in un’espressione rabbiosa.
Girando appena la testa, notò un rivolo di sangue che gli scendeva dalla spalla, e schioccò la lingua per il fastidio. Era la prima volta da quando era iniziato quello scontro che subiva una ferita.
La sua preda si stava adattando, mentre le sue difese avevano cominciato a cedere. Doveva portare a termine la missione il prima possibile… o il suo padrone lo avrebbero punito in modi che non avrebbe neanche potuto immaginare.
Volse verso il Vigilante i suoi occhi scarlatti.
“Non puoi vincere” gli ringhiò mentalmente “Il tuo cuore sta battendo sempre più forte e il tuo respiro è diventato più pesante. Stai perdendo le forze.”
Compì alcuni passi in avanti.
“Il tuo spirito è forte, piccolo umano… ma la tua carne è debole. Io, al contrario, posso continuare a lottare fino a quando non avrò affondato i denti nelle tue carni!”
Per quanto desiderasse con tutto il cuore ignorare quella sibilante voce nella testa, Fire sapeva che il rettile aveva ragione: non avrebbe resistito a lungo, non per sempre. Tuttavia aveva una flebile speranza: anche se la bestia non era provata tanto quanto lui, poteva trovare un appiglio per tentare di chiudere il gioco. Come gli aveva insegnato Logan, mai distogliere lo sguardo dall’avversario: se vedi anche un singolo possibile punto debole, sfruttalo. Era rischioso e doveva osare molto, ma non aveva molte alternative.
Così, quando il mostro balzò verso di lui con le fauci spalancate, accompagnato da un ruggito graffiante, saltò di nuovo e gli si gettò sul corpo, aggrappandosi alla sua schiena.
“Prima affonda in questo” sibilò in risposta nella sua mente. E conficcò rapidissimo un pugnale d’energia dritto nella spalla sanguinante.
L’Indoraptor lanciò un urlo proveniente da un altro mondo. Per la prima volta da quando era uscito dal laboratorio del Maestro… provò dolore. A questo seguì la stessa rabbia che aveva sentito ogni qualvolta gli scienziati di Lord Shen avevano fatto esperimenti su di lui.
Girò il capo di scatto e la sua coda aguzza colpì in pieno l’arciere, scaraventandolo con forza contro una roccia poco distante. L’adolescente crollò a terra, stordito dall’urto della schiena, e tossì sangue, mentre un forte bruciore gli attraversava lo stomaco.
Si toccò nel punto, avvertendo il palmo bagnarsi e il fulgore scarlatto balenargli davanti agli occhi: l’uncino nella coda aveva aperto una ferita nel ventre non eccessivamente profonda, probabilmente a causa del colpo sconnesso e impreciso, ma dolorosa.
Ebbe appena il tempo di strisciare via dalla parete di roccia per non lasciarsi mettere con le spalle al muro: la bestia approfittò di quell’attimo di debolezza per saltargli addosso, sovrastandolo e bloccando il suo corpo lateralmente con le zampe. Calò senza esitazione le fauci e mosse le mascelle con violenza inaudita… solo per rendersi conto di aver afferrato e ridotto a brandelli pezzi di stoffa dissolti nel nulla: il ragazzo, in preda alla disperazione più ostinata, si era fulmineamente voltato di lato con tutto il proprio corpo. Per un puro colpo di fortuna quell’azione l’aveva salvato, dato che ad essere stati agguantati erano il cappuccio e la maschera di gufo.
Il dinosauro, non intendendo ancora demordere, attaccò di nuovo, così l’adolescente tese entrambe le braccia e creò uno scudo di energia che convergeva tra i suoi palmi, dritto a frenare i denti aguzzi che lo incalzavano.
Fu allora, mentre la bestia si dibatteva di fronte a lui per cercare di ghermirlo nuovamente… che una presenza familiare si materializzò a pochi passi dal ragazzo.
Fire riuscì appena a girare lo sguardo, attirato inconsciamente da una presa sconosciuta… e i suoi occhi si posarono sull’inconfondibile figura di Darth Vader, in piedi come un monolite in mezzo alla piana di lapidi.
<< Sembra tu abbia bisogno di aiuto >> commentò il Signore dei Sith, il tono di voce vagamente divertito.
<< Non ti sfugge proprio niente, vero!? >> sbottò il giovane di getto, mentre le strida bestiali provenienti da sopra di sé gli ricordavano la pessima situazione corrente.
L’Indoraptor stava cercando di forzare il suo scudo di energia semplicemente scuotendolo con le fauci, e per facilitarsi l’impresa fece scattare la coda uncinata dritta sotto gli anfratti dello scudo, verso il volto della preda. Questa imprecò sonoramente e tese l’altro braccio, creando una spada la cui lama si incastrò sull’uncino perforante che tentava di penetrare la sua difesa, bloccandolo.
Vader rimase in silenzio per qualche istante, limitandosi ad osservare la scena con placida apatia. Infine, la sua voce cavernosa riecheggiò ancora una volta nelle orecchie dell’arciere.
<< Potrei aiutarti… se solo me lo chiedessi >> disse con tono pratico.
La mente di Fire era focalizzata in due parti.
Un lato era concentrato sul resistere all’attacco dell’Indoraptor incalzante. Non sapeva con quale rimasuglio di forza riuscisse a tenere duro in quel modo, percepiva un vago calore sul petto, lì nel punto in cui era nascosto il suo anello, ma in quel momento era più concentrato sul non farsi uccidere per farci troppo caso. Piuttosto si chiedeva perché la creatura non battesse ciglio di fronte all’apparizione del contatto mentale di Vader, avendo dimostrato di possedere poteri psichici; forse, a causa delle ferite, era entrato in uno stato mentale di furia tale in cui a dominare era solo il primordiale istinto bestiale.
L’altro lato della mente era concentrato sul Signore dei Sith e sulla conversazione.
<< Perché adesso ti serve il consenso per aiutarmi? >>
Stavolta non stava facendo semplice sarcasmo, voleva comprendere che cosa intendesse davvero. Se gli aveva appena detto una cosa del genere, c’era chiaramente sotto qualcosa: voleva aiutarlo, ma ad un prezzo, o qualcosa del genere. Era rischioso dargli retta, anche perché non si fidava di lui, ma al momento non aveva molto opzioni.
<< Se avessi potuto aiutarti fin dall’inizio, lo avrei già fatto. Ma lo sforzo di utilizzare la Forza tramite il nostro legame potrebbe uccidere anche uno come me. Per ricevere l’unico aiuto che posso fornirti…dovrai ascoltarmi. >>
<< Perché dovrei? >>
<< Perché sei mio figlio >> disse Vader, pronunciando quelle con una convinzione che risuonò nell’anima dell’arciere << E non ti ho ritrovato dopo diciotto anni solo per perderti di nuovo. Inoltre… pensi di avere davvero una scelta in materia, vista la tua attuale situazione? >>
Come per enfatizzare il tutto, indicò il muso della bestia a pochi centimetri dal suo… le cui fauci si erano appena spalancate e iniziavano a illuminarsi, pronte ad eruttare fiamme dritte su di lui.
Bastò quell’istante a far capire al ragazzo che non c’era alcun margine di trattativa e che il tempo delle riflessioni era finito. Restava solamente una cosa da fare.
Socchiuse le palpebre, stringendo i denti e tendendo ogni muscolo del proprio corpo.
<< Aiutami >> quello che disse dopo, forse fu un’eco indotto da quanto precedentemente il Sith aveva dichiarato << ...padre. >>
Vader annuì senza esitazione.
<< Devi usare la tua rabbia, figlio mio. Sfrutta l’odio che è dentro di te! Il tuo dolore… la collera… usali! Sono strumenti che può sottomettere al tuo volere… devi solo lasciarli fluire. Fallo! >>
Fire sembrava non aspettare altro. Sembrava che ogni fibra del suo corpo non desiderasse altro che questo, sin da quando aveva iniziato a combattere. Forse era colpa dell’adrenalina, forse dentro di lui qualcosa era cambiato completamente dopo quella notte, perché gli venne tutto troppo insolitamente naturale.
Si concentrò come di solito faceva quando evocava i propri poteri, ma questa volta, oltre ad essi, riesumò ogni frammento di quei sentimenti nati in lui per via di quella situazione, ma non si fermò lì: come l’acqua di una diga cui era stato rimossa una pietra, lasciò che tutto ciò che avesse mai provato e rinchiuso dentro sé straripasse, accumulato in anni di represso odio, rabbia, impotenza, paura e dolore.
Per un istante, temette di finirne travolto, e per un attimo terribile fu così, ma poi un pensiero gli attraversò la mente: lui era la forza motrice dell’acqua, lui stava sfondando le pietre. Non era lui a dover essere travolto.
Per una volta che poteva, si lasciò andare. E accadde.
Al contempo, fuori dalla mente del giovane, il fuoco dell’Indoraptor fu improvvisamente respinto da una forza oppositrice che lo spense e buttò a terra la creatura con un colpo secco, come un potente ceffone in pieno viso.
Il dinosauro, incredulo e sorpreso, nel rimettersi in piedi, vacillante per lo sbigottimento, sollevò il collo arcuato, e lo vide.
Il ragazzo aveva le braccia aperte ai lati dei fianchi con i palmi rivolti verso l’esterno, le gambe stese e le palpebre serrate. Di colpo, uno sprizzo di luce verde scintillò tra i suoi capelli sciolti e si propagò lungo essi, rendendoli di un verde luminoso come una lanterna: e dai capelli quello sprizzo di pura energia lucente si diffuse, scendendo lungo le spalle, in tutto il corpo come delle ramificazioni, contornandolo in un’aura brillante… e luccicante.
Poi l’adolescente aprì di scatto gli occhi, due fari abbaglianti intrisi della stessa aura del corpo, privi di pupille… e spalancò le braccia, eseguendo lo stesso movimento di quando si  sfonda a forza una porta a due ante semplicemente con un colpo di entrambe le mani. L’aura che lo avvolgeva seguì quel movimento, condensandosi e poi esplodendo in un’onda d’urto energetica diversa dalle precedenti: era più grande, più forte, più luminosa.
L’Indoraptor ne fu investito in pieno e fu scaraventato via, ma non solo, ne fu completamente travolto: sentì addosso la pressione della forza telecinetica, l’urto mentale e il dolore del bruciore e dell’ustione, per poi crollare a terra. Ma non ebbe la possibilità di rialzarsi, perché una seconda ondata lo investì di nuovo, e poi un’altra ancora, finché non fu mandato a cozzare contro una parete di roccia nelle vicinanze.
Gli occhi da rettile ebbero appena il tempo di vedere la figura luminosa dell’ormai ex preda avanzare implacabile e impassibile verso di lui… ma poi, questa si bloccò di colpo. Ci fu un immenso scossone, grandi profonde venature si dipinsero nella roccia sopra il dinosauro… ed essa gli crollò addosso, ricoprendo da capo a zampe ogni anfratto del suo corpo geneticamente modificato.
Fire rimase per qualche istante a guardare il cumulo di rocce innanzi a sé, la luce che avvolgeva il corpo ronzante di energia e potere. Poi questa si spense di colpo, e il giovane crollò a terra, supino, vivo, ma avvolto dalla stanchezza e dalla debolezza più sfinenti che avesse mai provato.

                                                                                                                                               * * *

Emil non poteva negarlo: il ritorno di Yang era stato a dir poco provvidenziale. La bionda pugile l’aveva tirato via prima che potesse ricevere quello che sarebbe stato un colpo sicuramente fatale. E non solo, aveva pure ripreso lo scontro con Xanxus, mentre lui attendeva ansiosamente che la sua Aura finisse di rigenerarsi.
Di fronte a lui, la Neo-Cacciatrice si dimenava per quanto possibile tra i getti di fiamme e i continui strali di ghiaccio prodotti dal suo avversario. Ma per quanto fosse abile… Xanxus non sembrava intenzionato a fermarsi, e ogni suo attacco sembrava più potente del precedente.
Emil strinse i denti, visibilmente frustrato. Non potevano andare avanti così. Ancora pochi minuti, e il cacciatore di taglie li avrebbe sconfitti semplicemente portandoli allo sfinimento! Serviva qualcosa di abbastanza forte da finirlo in un colpo solo...
La mente del fauno si bloccò. In effetti…c’era qualcosa che poteva utilizzare per una situazione tanto drastica. Una tecnica che aveva giurato a se stesso di tenere sempre come ultima risorsa, poiché potenzialmente pericolosa non solo per l’avversario… ma anche per l’utilizzatore stesso.
Tra i discepoli del tempio era conosciuta come Korui Nuki, e aveva la capacità di spezzare il centro di gravità di un nemico, provocando gravissimi danni ai suoi organi interni. Una tecnica che in circostanze diverse avrebbe fatto gola a molti guerrieri… se non fosse stato per il fatto che gli effetti subiti dall’avversario potevano essere contratti anche dal suo utilizzatore.
Tra i membri del tempio, Emil era stato uno dei pochi capaci di adoperarla prima dei quindici anni, grazie al suo potere, ma sempre e comunque contro manichini d'allenamento. Xanxus era un avversario di carne e sangue, e non sarebbe certo rimasto immobile a subire il danno. Ma se la tecnica fosse andata a segno… sarebbe probabilmente morto.
Emil deglutì nervosamente. Lui… non aveva mai ucciso nessuno. Era davvero pronto a prendere una vita altrui?
Per anni aveva fantasticato sull’idea di combattere una battaglia fino alla morte come i guerrieri di cui aveva letto nelle pergamene del tempio. Tuttavia, questi ultimi giorni gli avevano insegnato quanto una vera battaglia potesse davvero essere terrificante.
Non c’era niente di glorioso nel combattere per la propria sopravvivenza. C’eri solo tu… il tuo nemico… e la morte, con la sua falce pronta a mietere il perdente. Contava solo una cosa: essere più bravi dell’avversario.
Alzò lo sguardo e vide Xanxus che menava un fendente di fiamme a Yang. La ragazza lanciò un grido di dolore, indietreggiò di alcuni passi… ma rimase in piedi, con le braccia di fronte a sé e l’Aura che tremolava per il colpo subito.
Il suo avversario sorrise malignamente e fece volteggiare un piccolo fuoco tra le dita. Ormai Emil ne era sicuro: avrebbe ucciso Yang… a meno che LUI non avesse fatto qualcosa per impedirlo.
Prese un lungo respiro calmante.
<< Non ho… ugh… altra scelta >> ansimò, per poi caricare un ingente quantità di Aura nelle gambe. Poteva solo sperare che Xanxus sarebbe stato troppo concentrato su Yang per preoccuparsi di un avversario che ormai considerava già sconfitto.
Nel mentre, la bionda riuscì a bloccare un pugno di Xanxus e cercò di rispondere al colpo, ma il Cacciatore fu rapido ad evitarlo e procedette a calciarla in faccia, spedendola a terra senza troppe cerimonie.
<< Te lo concedo >> disse con la sua voce roca << Sei in gamba, ragazzina… ma io sono più cattivo. >>
La giovane tentò di rialzarsi, ma l’uomo le mise un piede sulla testa, spingendola violentemente al suolo.
<< Sei durata molto più di tanti altri che ti hanno preceduta >> continuò il Cacciatore, mentre la colpiva una seconda volta << Dovresti sentirti onorata! Non molti possono affermare di aver combattuto contro il più potente cacciatore di taglie di Renmant… ma temo che non potrai raccontare la storia a nessuno. Niente di personale, sai? Sono un tipo a cui non piace lasciare lavori in sospeso. >>
Un altro colpo.
Yang sentì la propria Aura che esplodeva in una miriade di scintille e provò un forte dolore al naso. Riuscì a sollevare lo sguardo quel tanto che bastava per vedere una macchia rossa sul terreno… e allora capì che Xanxus lo aveva rotto.
Il sorriso dell’uomo si fece molto più predatorio. Sollevò la mano destra, e subito un torrente di fiamme cominciò a raggrupparsi tra le sue dita.
<< Quindi, eccoti un consiglio gratis per l’aldilà. La prossima volta… non scherzare con il fuoco! >>
Le fiamme avanzarono verso di lei. Yang chiuse gli occhi, mentre sentiva una calore di oltre 3000 gradi che le bruciava la pelle.
Non era così che credeva di morire. Sapeva che i Cacciatori che arrivavano alla vecchiaia potevano essere contati solo sulle dita… ma come molti membri della sua età, aveva sperato fino all’ultimo che lei sarebbe stata tra questi.
Per un attimo, la visione della bionda fu invasa dai volti sorridenti dei suoi genitori. Raven… Tai… coloro che avevano scelto di lasciarla per poter combattere l’Impero. Quante notti insonni aveva passato al solo pensiero che fossero morti nel nome della loro assurda crociata?
Li aveva maledetti per molto tempo. Per averla abbandonata… per averla creduta troppo debole da poterli aiutare… e per aver combattuto una battaglia che non potevano vincere.
Eppure…
“Ho finito col seguire le loro orme” pensò cupamente “Che ironia.”
Attese che le fiamme consumassero il suo corpo… ma queste non arrivarono mai. Sentì un grido familiare.
Aprendo gli occhi, ebbe appena il tempo di scrutare una macchia grigia che caricava di forza contro Xanxus.
Emil si fiondò con una potente propulsione sul cacciatore di taglie e piantò il ginocchio nello stomaco dell’uomo. Poi… scaricò ogni oncia della propria Semblance in quell’unico punto. Lo sguardo dell’avversario passò da impassibile a sorpreso nell’istante in cui sentì il proprio Haki cedere sotto la potenza di quell’assalto. Fu allora che entrambi i combattenti provarono un dolore inimmaginabile.
Emil sentì numerose ossa spezzarsi dentro di sé, e fiotti di sangue che cominciarono ad inondargli la gola… il naso… gli occhi e le orecchie. Ma sentì anche qualcos’altro: gli organi dell’avversario che si spappolavano e le sue ossa che diventavano polvere, finchè l’uomo non fu spedito svariati metri di distanza con un grande tonfo.
Il cacciatore di taglie rimase in piedi, con il volto contratto da un urlo silenzioso, gli occhi spalancati per l’incredulità.
Abbassò lo sguardo… e vide alcune gocce scarlatte scivolargli sui piedi.
<< Eh… complimenti >> gracchiò << Questa… non me l’aspettav-… >>
Non riuscì a terminare la frase, perché dalla sua bocca uscì un fiotto di sangue misto a bile. Per il Maestro, che dolore! Non si era mai sentito così male come in quel momento.
L’uomo cadde in ginocchio e si portò una mano allo stomaco.
<< Eh… eh eh… ucciso da un ragazzino >> borbottò amaramente << è questo che i libri racconteranno di me? Cazzo... una bella…fregatura… >>
Cadde al suolo e il suo corpo smise di muoversi.
Emil avrebbe voluto assicurarsi che fosse davvero morto, ma al momento non aveva neppure la forza di rimettersi in piedi. La sua visione cominciò a farsi sempre più sfocata. Riuscì giusto a sentire Yang che urlava il suo nome.
Poi… vi fu solo l’oblio.
 
                                                                                                                                                        ***
 
Mentre la battaglia tra Emil, Yang e Xanxus giungeva al termine, una ancora più violenta stava infuriando a qualche centinaio di metri dalla coppia di Neo-Cacciatori.
Al momento, Weiss e Blake erano impegnate a combattere i pupilli scelti appositamente da Salem per questa missione: Cinder, Emerald e Adam.
Entrambe le parti erano coinvolte in un rapido scambiarsi di colpi d’arma, mentre l’aria attorno a loro era satura delle scintille generate dagli scontri di spada e dalle esplosioni elementali di Cinder, che tra tutti i combattenti era sicuramente la più potente.
Grazie alla sua capacità di manipolare il fuoco e l’ossidiana, solo Weiss era riuscita ad intercettare i suoi attacchi facendo buon uso dei propri gilfi e di occasionali coperture di ghiaccio.        
Purtroppo, lo scarto di esperienza e forza sarebbe stato terribilmente chiaro anche a chi non aveva mai assistito a una battaglia. Dubitava che in uno scontro in solitaria sarebbe durata a lungo contro la giovane donna dai capelli neri.
Blake non era messa tanto meglio. Ogni volta che la sua spada incontrava quella di Adam, si sentiva come se fosse stata appena costretta a frenare una macchina in corsa con il semplice uso di una lama. I colpi del fauno toro erano dirompenti, precisi…e talmente forti da farla indietreggiare senza che lei potesse opporre alcuna resistenza.
La giovane cacciatrice con le orecchie da gatto deglutì silenziosamente.
Come molti dei fauni che vivevano a Remnant, anche il suo avversario era originario della stessa terra di cui lei era l’erede legittima: Menagerie, un’isola la cui popolazione era costituita quasi esclusivamente da membri della loro razza.
E come molti abitanti del luogo, anche Blake conosceva bene colui che stava combattendo.
Adam Taurus, infatti, non era un individuo estraneo alla popolazione dei fauni…ma uno dei combattenti più pericolosi e letali di Menagerie, le cui innumerevoli vittorie ottenute attraverso i piccoli tornei dell’isola gli avevano fatto guadagnare l’infame titolo di “Bestia Rossa”. Per certi versi, era l’orgoglio della loro razza! La stessa Blake aveva basato molto del suo stile di combattimento osservando i video dei suoi scontri…ecco perché sapeva che non sarebbe mai stata capace di batterlo in un combattimento diretto. Rallentarlo? Sicuramente…ma non più di questo.   
Mentre si allontanava con un balzo, vide l’immagine di Adam scomparire di fronte a sé.
Gli occhi della principessa si spalancarono. Dov’era finito? Si era forse teletrasportato? Impossibile. La Semblance di Adam le era ben nota: in maniera simile a Yang, poteva assorbire la forza cinetica dei colpi a lui diretti. Con la differenza che la rilasciava poi in un'unico devastante colpo di katana, da molti paragonato proprio alla carica di un toro. Anche Cacciatori dotati di Semblance difensive erano sopravvissuti a più di un attacco del genere.
Ma allora…
Le sue orecchie fremettero al sentire un fruscio alle sue spalle. La ragazza ebbe giusto il tempo di abbassarsi, prima che una lama affilata le portasse via un ciuffo di capelli misto a peli.
Si voltò di scatto e intaccò un secondo colpo di spada, ma questa volta si ritrovò incapace di sostenere la forza d’impatto e fu costretta a piegare le ginocchia per evitare che si spezzassero.
Strinse i denti e riuscì giusto a sollevare lo sguardo, incontrando gli occhi azzurri del suo avversario.
<< Come… hai fatto? >> grugnì a fatica, mentre faceva pressione sulla propria spada << Hai una doppia Semblance? >>
Adam le offrì un sorriso feroce. << Certo che no. Tuttavia…dovresti stare più attenta a ciò che ti circonda. >>
Blake lo fissò confusa… fino a quando le parole del fauno non le affondarono nella mente. Con la coda dell’occhio, vide Emerald che le sorrideva furbescamente a qualche metro di distanza, e allora capì quello che era successo: era stata lei ad interferire nello scontro.
Probabilmente la sua Semblance aveva a che fare con le illusioni, e se non fosse stato per i suoi sensi più sviluppati… be', probabilmente a quest’ora sarebbe morta.
Vide la ragazza dai capelli verdi che sollevava le pistole contro di lei e rotolò subito a terra. Udì una pioggia di spari e sentì alcuni proiettili che si scontravano con la sua Aura.
Gemette di dolore, ma non ebbe nemmeno il tempo di controllare il danno, perché fu costretta a parare un altro dei fendenti di Adam.
La forza d’impatto fu sufficiente a sollevarla da terra e a scaraventarla violentemente contro una colonna, che cadde al suolo in una nuvola di polvere e detriti.

Poco distante dallo scontro, la battaglia elementale tra Weiss e Cinder stava procedendo senza esclusione di colpi.
Pur traendo il massimo vantaggio dai propri glifi e dalla versatilità di Myrtenaster, la ragazza dai capelli bianchi si sentiva completamente surclassata dalla sua avversaria, che malgrado la situazione non sembrava affatto stanca.
Doveva assolutamente prendere tempo e sperare che il resto dei Time Warriors sarebbero giunti in loro soccorso.
<< Dimmi, Schnee >> sputò Cinder, come se il suo cognome fosse una qualche maledizione << Questo tradimento è valso davvero la pena di perdere tutto ciò che avevi? >>
Posta quella domanda, scatenò un torrente di fiamme sulla ragazza, che fu costretta a creare un'altra barriera di ghiaccio per incassare il colpo. Poi, cominciò a bersagliarla con schegge di ossidiana e palle di fuoco occasionali.
Weiss ansimò pesantemente, saltando da una parte e dall'altra in un disperato tentativo di sopravvivere. Ma per quanto fosse spaventata per la propria vita…avrebbe continuato a lottare con tutto quello che aveva!
Con la coda dell’occhio, vide Adam ed Emerald che si avvicinavano a Blake con le armi spiegate. Doveva aiutarla. 
<< Non ho bisogno di giustificarmi con gente come te >> disse, per poi scatenare un potente turbine di vento contro l’avversaria.
Cinder si limitò a sollevare una mano per intercettare il colpo… ma ecco che la corrente cambiò inaspettatamente direzione, curvando di lato e colpendo la giovane donna al fianco. Non abbastanza forte da fare danni alla sua Aura…ma fu comunque sufficiente per sollevarla da terra e spedirla contro i suoi compagni di squadra.
Il trio di cacciatori rotolò a terra con grugniti sorpresi, e Weiss ne approfittò subito per avvicinarsi a Blake.
La mora le offrì un sorriso grato, mentre la aiutava a rialzarsi.
<< Abbiamo… ugh… bisogno di rinforzi >> ansimò la principessa di Menagerie, incrociando le lame e guardando Adam caricare la propria Aura cremisi nella katana, in attesa del prossimo attacco. Era decisamente arrabbiato, e le sue compagne non sembravano da meno.
Weiss schioccò la lingua.
<< Più facile a dirsi che a farsi >> borbottò, mentre creava un glifo sotto i loro piedi.
Una valanga di pura neve scintillante cominciò a protrarsi dal cerchio, rovesciandosi lungo il terreno. Iniziò ad agitarsi e a ribollire come l’acqua di una pentola a pressione, fino a prendere la forma di una coppia di due figure: enormi cavalieri dalle possenti armature, con le mani avvolte sul manico di gigantesche spade di ghiaccio.
Perché questa era l’arma segreta della famiglia Schnee, tramandata di generazione in generazione dalle loro Semblance: la capacità di compiere evocazioni. Ma per quanto fosse utile, una simile abilità aveva anche un prezzo.
Weiss poteva già sentire la sua Aura che calava vertiginosamente, e allora capì che i loro tempi erano diventati ancora più serrati. Non potevano perdere un solo secondo!
Mentre la coppia di cavalieri si lanciava verso Adam, lei e Blake partirono alla carica contro Cinder ed Emerald.
La Neo-Cacciatrice con le orecchie da gatto infuse subito una grande quantità di polvere nelle sue armi, e per un istante si sentì quasi invincibile.
Muovendosi fulminea, cominciò a menare un fendente dopo l’altro, eppure Cinder riusciva a tenere il passo. Era davvero su un altro livello!
All’improvviso, intravide un’apertura nella difesa dell’avversario, si preparò a sfruttarla…ma ecco che un forte odore di bruciato la avvertì di un imminente attacco al fianco.
Si scansò con un balzo, appena in tempo per evitare un torrente di fiamme generato da Cinder, che in qualche modo era riuscita a cambiare posizione in meno di un secondo.
“Sicuramente un’altra illusione” pensò stizzita, mentre si voltava verso Emerald…e la vedeva comparire alle spalle di Weiss, con la pistola puntata alla testa dell’ereditiera.
Gli occhi della mora si spalancarono per il panico.
<< Weiss! >> gridò, nel tentativo di avvertire la compagna.
Ma ormai era troppo tardi. Il dito di Emerald era già sul grilletto e lei non sarebbe mai stata capace di coprire in tempo la distanza che la separava dall’illusionista.
Aspettò l’inevitabile suono di uno sparo… ma questo non arrivò mai, perché una sfocatura gialla si abbattè violentemente contro la ragazza dai capelli verdi, spedendola di forza contro una roccia.
<< Sta' lontana da lei! >> ringhiò Yang, con i pugni sollevati e pronti al combattimento.
La sua espressione passò da irata a sollevata quando i suoi occhi si posarono sulla compagna di squadra.
<< Ehi, Regina di ghiaccio, non mi avevi detto che stavi già frequentando qualcuno. Penso però che potresti trovare di meglio >> disse mentre faceva un gesto beffardo in direzione di Emerald, visibilmente provata dal colpo subito.
Weiss arrossì furiosamente. << Ti sembra questo il momento di flirtare?! Stavo per morire! >>
<< Geeze, perché devi sempre essere così seria? Ti ho salvato, no? >>
<< Qualcosa a cui posso rimediare facilmente >> disse una voce burbera alle loro spalle.
Entrambe le Neo-Cacciatrici si voltarono…e videro la figura di Adam che avanzava minacciosamente verso di loro, circondato dai resti delle evocazioni di Weiss.
La Schnee spalancò gli occhi per la sorpresa.
Era davvero riuscito a combattere e sconfiggere due dei suoi cavalieri? Doveva essere molto più forte di quanto gli aveva dato credito.
Sia Weiss che Yang sollevarono le proprie armi.
<< Pronta? >> chiese la bionda, lanciandole un sorriso d’intesa.
Weiss sbuffò sprezzante.
<< Sempre >> ringhiò, mentre si lanciavano contro il loro nuovo avversario.
I tira-pugni di Yang e la spada dell’albina incontrarono di forza la lama del fauno, generando un potente contraccolpo.
Weiss strinse i denti e lanciò un’occhiata verso la compagna.<< Dov’è Emil?! >>
<< Sta bene! >> rispose la bionda, mentre faceva pressione sui piedi << O meglio, non proprio, è svenuto e sanguina peggio di una donna con il ciclo...ma è ancora vivo! L’ho lasciato vicino ad una colonna…WHOA! >>
La katana di Adam mancò per un soffio il suo collo, costringendola a indietreggiare.
Fissò il combattente con aria stizzita. << Attento con quella cosa, potresti cavare un occhio a qualcuno! >>
<< Ti dispiacerebbe prendere questa battaglia seriamente?! >> ringhiò il fauno, mentre costringeva anche Weiss a retrocedere.
Yang scrollò le spalle.
<< Scusa, testa cromata, ma i miei fan si aspettano un repertorio costante di battute >> ribattè con tono civettuolo.
Adam strinse gli occhi, visibilmente irritato.
<< Allora ti strapperò le corde vocali >> sibilò, mentre si lanciava su di loro ancora una volta.
Stesa alla base della roccia, Emerald vide lo svolgersi della battaglia e si preparò ad usare la sua Semblance sulla coppia di Neo-Cacciatrici. Ma prima che potesse farlo, ecco che venne sollevata da terra e si ritrovò tra le braccia di un volto familiare.
<< Mercury?!  Cosa fai?>>  domandò indignata, cercando di liberarsi dalla presa del partner.
Questi cominciò a correre, imperterrito dai colpi della ragazza.
<< Ti trascino via da quest'incubo >> rispose impassibile, mentre lasciava cadere entrambi i loro scroll.
Emerald lo fissò incredulo.
<< Trascinarmi via? Di cosa diavolo stai parlando?! E Cinder?>> domandò spaventata la ladra.
Mercury deglutì silenziosamente.
Emerald era sempre stata attaccatissima alla loro leader. Dopotutto, era stata proprio Cinder a tirarla fuori dai bassifondi di Renmant e a darle uno scopo. Una vita lontano dal dolore e dalla fame.
Tuttavia…il ragazzo non aveva tempo per discutere con lei. Ancora troppa distanza li separava dalla nave che li avrebbe portati via da Trenzalore!
<< Sono qui per te, non per lei >> sputò a denti stretti << Non mi importa dei Ribelli, e nemmeno dell’Impero! Che si ammazzino pure a vicenda, non è affar nostro!>>
I pugni della compagna si fecero più insistenti.
<< Sei impazzito?! >> ringhiò terrorizzata << Non possiamo abbandonare la missione! Salem ci ucciderà! >>
Mercury distolse lo sguardo. << Non se ci nascondiamo. Fidati di me, ho pianificato questa cosa per molto tempo…  >>
La ragazza dai capelli verdi scoppiò in una risata amara.
<< Pensi davvero che possiamo fuggire da lei? >> ribattè caldamente << Dall’Impero? Dal Maestro?! Non c’è posto in tutta la galassia in cui non riuscirebbero a trovarci! >>
“Forse” pensò Mercury “Ma…dobbiamo almeno provarci. Non posso più sopportare questa vita!”
Sospirò stancamente.
<< Non ho tempo per discutere con te >> borbottò, per poi lanciarle un’occhiata imbarazzata << Mi dispiace. >>
La Neo-cacciatrice inarcò un sopracciglio.
<< Di cosa stai parlan-… >>
Mercury non perse tempo e la colpì con forza alla testa. Non abbastanza da farle venire una commozione celebrale, ma riuscì comunque a metterla a dormire.
<< Credimi, un giorno mi ringrazierai >> sussurrò, mentre si allontanava a tutta velocità dal campo di battaglia.


Nel frattempo, lo scontro tra i Time Warrior, Cinder e Adam proseguiva più acceso che mai.
I due servi di Salem stavano ovviamente approfittando della stanchezza dei loro avversari, i cui colpi diventavano sempre più fiacchi e goffi.
Ormai potevano solo cercare di difendersi come meglio potevano…almeno fino a quando Weiss non riuscì ad evocare un terzo cavaliere.
La creature si fiondò su Cinder e Adam, mulinando la spada nel tentativo di allontanarli dalla sua evocatrice.
Troppo sorpresa per poter reagire in tempo, Cinder venne rapidamente scagliata via con un calcione, mentre Adam, ringhiando, passò subito al contrattacco. Scagliò quindi un potentissimo fendente d'Aura rossa contro l’evocazione, che tuttavia riuscì a pararlo con la sua spada.
L’onda d’urto generata dal colpo fece tremare la terra sottostante, ma il Cavaliere riuscì a mantenere l’equilibrio e si abbattè con forza contro il fauno.
La sua enorme lama calò sulla testa del rosso…ed esplose in una miriade di frammenti di ghiaccio, assieme al resto del corpo.
Weiss si piegò in ginocchio, sfinita dallo sforzo, e con le sue riserve di Aura completamente esaurite.
<< M... mi dispiace, ragazzi >> disse con un filo di voce << Non sono abituata ed evocarne così tanti… >>
Non riuscì a finire la frase.
Il suo corpo cadde a terra, incosciente, mentre sia Adam che Cinder sorridevano malignamente verso di loro.
<< A rischio di sembrare clichè… Arrendetevi e vi concederemo una morte rapida >> disse la mora con tono suadente, mentre evocava tra le mani una coppia di spade in ossidiana.
Blake e Yang si misero subito davanti alla loro compagna caduta.
<< Perché mai dovremmo arrenderci? Abbiamo tutto il giorno libero >> sibilò Yang, sbattendo i pugni in segno di sfida.
Cinder sorrise sadica e formò una palla di fuoco nelle mani. Poi, la scaraventò verso di loro.

                                                                                                                                         * * *

James Heller abbattè violentemente l’ultimo drone che aveva cercato di prenderlo alle spalle.
Ansimante, ma con la sua Aura ancora intatta, cominciò a guardarsi intorno nel tentativo di individuare il resto dei Time Warriors. Fu allora che un possente pugno lo colpì alla mascella, mandandolo a finire contro una roccia.
Il Neo-Cacciatore ringhiò stizzito, sollevò lo sguardo…e si ritrovò a fissare in un paio di lenti scarlatte.
Sentì il proprio cuore mancare un battito. Avrebbe potuto riconoscere quel volto tra mille altri!
Era apparso in tutti i data-base riguardanti i criminali più ricercati dell’Impero e apparteneva ad una delle persone più pericolose del pianeta Terra. Un individuo la cui forza bruta e l’intelletto sopraffino erano stati responsabili di alcuni dei crimini più efferati e violenti della storia di questa galassia.
Era conosciuto tra i militari e le forze della legge con molti nomi. Il Flagello…l’invincibile Luchador…ma quasi tutti preferivano chiamarlo con lo stesso nome che si era scelto per seminare il terrore nel cuore dei suoi avversari: Bane.
 << C'è da dire che il Joker se li sceglie bene i sottoposti>> commentò il giovane Cacciatore, pulendosi la bocca da una macchia di sangue e assumendo una posizione pronta al combattimento.
Il supercriminale si limitò a scrocchiare il collo, le lenti rosse della maschera fisse negli occhi del ragazzo.
<< Non sono un sottoposto di quel ridicolo pagliaccio >> disse con una voce bassa e gutturale <<  Solo uno che vuole sopravvivere. O così…o la morte. Niente di personale, hombre. >>
Bane afferrò un masso vicino a lui, lo strappò dal terreno come se fosse un fiore e lo scagliò verso James con la stessa svogliatezza di un padre che lancerebbe al figlio una palla da baseball.
Il Neo-Cacciatore spalancò gli occhi, sorpreso dalla forza dell’avversario.
A quanto pare, i racconti su di lui erano veri: malgrado fosse privo di Aura o poteri Esper, era comunque capace di compiere imprese degne di un Cacciatore o di un Level 4.
Il ragazzo riuscì per un soffio a togliersi dalla traiettoria del masso.  Poi, sollevò la sua coppia di fucili e cominciò a sparare raffiche di colpi contro l’avversario, muovendosi agilmente tra le tombe nel tentativo di fargli perdere la concentrazione.
Tuttavia, malgrado la sua stazza considerevole, Bane si rivelò più agile del previsto e cominciò a inseguirlo.
Superata senza problemi la distanza che li separava,  face leva coi muscoli delle gambe potenziati a dismisura dal Venom e balzò verso il suo avversario con il braccio destro sollevato.
James lasciò andare le sue armi e modificò il guanto destro per fargli assumere l’aspetto di un pugno corazzato.
Entrambi i colpi si scontrarono a mezz’aria,  generando un forte boato, e la conseguente onda d’urto fu tanto forte da sbalzarli a diversi metri dal punto d’impatto.
Bane si rialzò in piedi senza fatica e iniziò ad elaborare una strategia che potesse dargli un vantaggio.
Aveva letto attentamente i profili di ogni potenziale avversario per questa missione, ma sfortunatamente le informazioni riguardanti James Heller erano state per lo più classificare, probabilmente a causa del suo passato nelle forze militari atlesiane. La cosa non lo aveva sorpreso più di tanto.
Anche se non aveva mai incontrato il Generale Ironwood di persona, come tutti i mercenari era ben conscio di quanto l’uomo fosse paranoico…specialmente nei confronti dei suoi protetti.  
Mentre il criminale rimuginava su questo, James concentrò l'Aura per guarire le ferite minori.
Lanciò una rapida occhiata oltre la lapide dietro cui era atterrato…e poi cominciò a correre.            
 Probabilmente i suoi compagni avevano già incontrato gente ben peggiore del suo avversario e non aveva intenzione di perdere tempo a combatterlo quando avrebbe potuto aiutarli.
Bane lo vide allontanarsi con uno sguardo contemplativo e leggermente deluso.
“Sta battendo in ritirata. O è un codardo…o semplicemente stupido. Direi più la seconda” pensò il luchador, mentre procedeva ad inseguirlo.
Dopo alcuni passi, staccò una lapide dal terreno e la lanciò con tutta la sua forza per bloccare il passo dell’avversario.  Il giovane Cacciatore si fermò di colpo…e Bane gli fu subito addosso.
Con un forte calcio riuscì a scaraventarlo a terra, dopo di che lo inchiodo al suolo con il piede.
<< Dove pensi di scappare, hombre? Non è così che ti libererai di me >> ringhiò, per poi cominciare e tempestarlo di pugni.
James sentì qualcosa rompersi dentro di sé e si mise subito le braccia corazzate davanti al volto.
<< Uno può sempre sperare>> borbottò, mentre i suoni delle protezioni che cedevano risuonavano minacciosi attorno a loro.
Cercando di ignorare il bruciore alla testa, riconfigurò i suoi guanti in grosse zampe artigliate. Poi, dopo aver individuato una piccola apertura nell’attacco dell’avversario, lo colpì rapidamente allo stomaco.
Bane ringhiò di dolore, mentre le lame affilate gli penetravano nelle carni. Fortunatamente, il Venom non gli conferiva solo una forza sovraumana…ma anche una resistenza degna di un Grimm.
Il suo corpo venne attraversato da vampate e scariche elettriche tanto forti da costringerlo alla ritirata.
<< Vedo che hai molti assi nella manica, hombre. Come diavolo riesci a mutare in quel modo gli arti? >> chiese ansimando << Questa non è la prima volta che combatto un abitante di Renmant. Forse fa parte della tua Semblance? >>
<< Sei intelligente, scoprilo da solo >> rispose James, sfoderando entrambe le coppie di artigli e buttandosi di nuovo sull'uomo col chiaro intento di decapitarlo
Bane non si lasciò intimidire e afferrò i polsi del Neo-Cacciatore prima che le lame potessero impattare sul suo collo. Fatto questo, lo scagliò violentemente contro una lapide.
James si rialzò con un ringhio e cominciò a ricoprire il resto del corpo con la sua fidata corazza, deciso a concludere il prima possibile quella battaglia.
Facendo appello alla Polvere che gli era rimasta, chiuse gli occhi e lasciò che un turbine di fiamme e scariche elettriche lo ricoprissero da capo a piedi. Poi, immerso in quella tempesta elementale, strappò di forza una coppia di lapidi e le lanciò a gran velocità contro il suo avversario.  
Bane non era certo uno stupido. Sapeva che il ragazzo stava solo cercando di distrarlo, così si limitò a distruggere i blocchi di marmo con due pugni ben precisi.
E prima che James potesse anche solo provare ad avvicinarsi, rialzò la guardia e caricò a sua volta con tutta l’intenzione di terminare lo scontro.
James strinse i denti. Sapeva che il vincitore della battaglia sarebbe stato deciso da quest’unico colpo, quindi non poteva sbagliare.
Sollevò entrambe le braccia…e il mondo attorno a lui cambiò di colpo.
Bane non c’era più. Il corpo del Neo-Cacciatore era immerso in un mare di sangue comparso fuori dal nulla.
Attorno a lui…decine di corpi galleggiavano su quella superficie scarlatta.
Confuso e disorientato, James provò a toccarne uno…e fu allora che i cadaveri presero vita e cominciarono a trascinarlo verso il basso.
<< No…no! >> urlò il ragazzo,  mentre agitava selvaggiamente gli artigli nel tentativo di liberarsi.
Col passare dei secondi, i visi dei suoi aggressori divennero sempre più familiari.                                                                
Vide un bandito che aveva ucciso per errore nella sua prima missione da militare…i corpi smembrati dei civili che non era riuscito a salvare da un attacco di Grimm… i suoi compagni che lo accusavano di tradimento,… semplici Stormtroopers che gli serravano la bocca, mentre si ritrovava sempre più immerso in quell'allucinazione dal sapore di rame.                                    
 E mentre sprofondava nell’oscurità, alzò lo sguardo …e vide quella che sembrava la figura del Maestro in controluce, intenta ad applaudirgli con quel suo ghigno beffardo.
<< Complimenti, campione! >> esclamò con quella sua voce onnipresente << Hai lasciato morire i tuoi amici…e ora stai per raggiungerli! Sei un vero fallimento! >>
La risata del Signore del Tempo risuonò nella mente del Neo-Cacciatore, che lanciò un urlo e cadde in ginocchio, tenendosi la testa tra le mani.
Bane si fermò di colpo.
Cosa diavolo stava succedendo a questo ragazzo? Fino a pochi secondi fa sembrava stare bene, e all’improvviso era crollato a terra come una ragazzina spaventata.
“Spaventata”. Fu grazie a quella singola parola che il mercenario riuscì ad intuire la causa di quello strano comportamento.
Ringhiò di rabbia e colpì James con un destro abbastanza forte da farlo svenire.
<< Non avresti dovuto farlo, Crane! Era una sfida tra me e l’hombre! >>
<< Sei patetico. Ti ricordo che non siamo qui per divertirci >> disse lo Spaventapasseri, uscendo dall’oscurità  del cimitero << Siamo qui per portare a termine una missione e così faremo. La vittoria è ciò che conta. >>
Puntò un dito affusolato verso il luchador. << Tieni per te questi stupidi sentimentalismi sull’onore, perché se non fossi intervenuto io, a quest’ora saresti tre metri sotto terra. Ti ha davvero sfiancato, non è vero? >>
<< Sì >> ammise Bane, sembrandone quasi compiaciuto << Era da anni che non mi succedeva. Non dai giorni in cui combattevo con il pipistrello. >>
<< E cerchiamo di fare in modo che questa sia la prima e l’ultima volta >> gracchiò il suo alleato << Adesso prendiamolo. >>
Bane grugnì in accordo e allungò una mano verso il Neo-Cacciatore.
Fu allora il corpo del ragazzo scomparve in un lampo di luce sotto gli sguardi attoniti della coppia di criminali.
                                                                 
                                                                                                                                            ***
 
Lo scudo di Kirby sbatté per l'ennesima volta sul viso ghignante del Joker, il corpo avvolto da un'intensa aura rosa che splendeva come un piccolo faro sul campo di battaglia coperto di nebbia.
Dopo aver dato un'altro forte pugno allo stomaco del signore del crimine, il ragazzo si tirò indietro e premette un pulsante nella sua arma, le cui cinque punte cominciarono a ruotare come una motosega.
Il giovane Cacciatore ansimava, mentre il sangue colava copiose dalle ferito infertegli dall’avversario. Eppure resisteva, perché la sua sete di vendetta superava di gran lunga il desiderio di allontanarsi il più possibile da quel mostro.
Joker aveva sempre avuto un'enorme resistenza al dolore già quando era un semplice umano nel vecchio universo… ma adesso era più forte. MOLTO più forte, e difficilmente si sarebbe lasciato scoraggiare dai colpi di un Cacciatore alle prime armi. Tutto grazie alla magnifica sostanza che Bane aveva così gentilmente condiviso con lui: il Venom!
Sorprendentemente, i pugni di Kirby erano comunque riusciti ad infliggergli qualche livido. Gli ricordavano quasi i bei vecchi tempi con Batman!
<< Non te la cavi male, ragazzo, ma tuo padre picchiava nettamente più forte. Non dispiacerti, guardane il lato positivo!  Se continui così… be', potresti raggiungerlo a breve! AH AH AH AH AH AH AH! >>
Il rosato sapeva che quella era una provocazione atta all’unico scopo di fargli abbassare la guardia. Strinse i denti e cercò di ignorare la rabbia che cresceva indomita nel suo cuore.
 << Solo dopo che tu lo avrai avvisato del mio arrivo >> ansimò, mentre canalizzava un fiotto d'Aura nello scudo. Poi, lo lanciò di forza contro Joker.
Il clown si limitò a balzare di lato, senza mai perdere il suo intramontabile sorriso.
<< Lo sai, non posso fare a meno di chiedermi perché tu continui a lottare. Almeno sai per cosa stai combattendo? O lo fai solo perché paparino non c'è più? >> domandò sardonico.
Una prima saetta verde mancò di poco la testa del criminale.
<< Ma come siamo permalosi… >>
Fu costretto a saltare all’indietro per evitare un colpo di spada. E quando i suoi piedi toccarono terra, ecco che Kirby cercò di menargli un pugno alla testa, che questa volta il clown fu costretto a parare con le braccia. 
Ben presto, entrambi i combattenti si ritrovarono coinvolti in un serratissimo corpo a corpo.
Per quanto Joker preferisse evitare gli scontri fisici, non era certo estraneo ad una sana scazzottata. Kirby era sicuramente più addestrato di lui… ma la furia con cui combatteva lo rendeva incauto e vulnerabile.
E il clown era sempre stato bravo a fare leva sulla collera dei suoi avversari!
<< Ho toccato un nervo scoperto? >> cinguettò sornione << Quindi combatti davvero per questo? Solo per Meta Knight? Ti sei mai fermato un solo secondo a pensare... se il Dottore dice la verità? È vero, anche il Maestro non dice sempre la verità, manco io lo faccio, che diamine! Ma chi ti assicura che il Dottore sia diverso da genere come noi? >>
<< Sai com'è, non l'ho mai visto scuoiare vivi i suoi sottoposti >> ringhiò il ragazzo, caricando tutta la sua forza nel piede destro e schiantandolo sul ginocchio del Joker con l'intento di spaccarlo.
Il principe del crimine grugnì e ribatté con una testata per allontanarlo, il suo sorriso ancora intatto.
<< Tu dici? >> ridacchiò << E come fai ad esserne davvero sicuro? Questi Signori del Tempo, così misteriosi... complottano, pianificano... e se la morte di tuo padre fosse stata un proprio un piano del Dottore? Pensaci... lui sa sempre come ottenere ciò che vuole! Proprio come il Maestro…AH! Non mi sorprende affatto che fossero amici. E il Dottore aveva bisogno di alleati… aveva bisogno di istigare il popolo contro il grande e cattivo dittatore di Battleground! Ti sei mai fermato un secondo a pensare che forse... è solo tutta colpa sua? >>
Quella fu l'ultima goccia. Kirby lanciò un grido collerico, mentre il suo corpo veniva avvolto da un intenso bagliore rosa. Con gli occhi illuminati, estrasse una delle sue fidate pistole e vi proiettò dentro tutte le riserve di Polvere che gli erano rimaste. Poi, cominciò a sparare una raffica di colpi contro Joker.
Il clown cominciò a ridere di gusto ed evitò ogni proiettile con la grazia di un ballerino. Non era certo la prima volta che cercavano di farlo fuori in questo modo!
<< Ti scaldi davvero così facilmente, sei fin troppo prevedibile! >> esclamò, mentre estraeva a sua volta una pistola argentata infusa di Polvere << Prevedibile e... deludente, oserei dire. Non ti accorgi di quello che hai intorno, non ti poni nemmeno mezza domanda, come un regalo di Natale scartato la sera prima. Dietro tutti questi effetti speciali… non sei altro che un ragazzino dai capelli rosa che piange perché rivuole il papà! >>
Simulò uno sbadiglio e cominciò a fare fuoco. 
<< Sai, sarebbe quasi divertente se non fosse così patetico... oh, ma che importa, tanto io riderò lo stesso!>>
E a quel punto scoppiò nella sua fragorosa risata psicotica. Kirby avrebbe voluto gridare, sbattere i piedi a terra per spaccare in due quell'insulso pianeta e portare il Joker con sé! Invece… si limitò a fissare cupamente l’avversario, chiedendosi quanto di vero ci fosse in quelle parole.
Facendosi forza e digrignando i denti, premette un pulsante sulla propria pistola e la Star Warp gli ritornò nella mano.
Il sorriso del clown si fece più affilato. << Vedo che cominci a capire... un poco... ma non ti preoccupare, ora lascia che ci pensi lo zio J a risolvere tutto. >>
Si portò davanti a lui, mettendosi in una posizione di guardia che ricordava vagamente la brutta caricatura di un vecchio pugile.
<< Avanti ragazzino… ti spiezzo in due! >> gracchiò.
Con la stella che girava nuovamente a maniera di motosega, Kirby saltò addosso al criminale, sfruttando il più possibile la sua agilità per cercare un'apertura nelle sue difese. Joker riuscì ancora una volta a schivare ogni colpo, come se avesse un corpo fatto di gomma.
Poi, afferrò il braccio destro del Neo-Cacciatotre… e gli sorrise in modo predatorio. Dal fiore che portava sulla giacca schizzò uno strano gas color verde.
Kirby fu troppo sorpreso per poter reagire in tempo. Spalancò la bocca… e la sostanza gli penetrò nei polmoni. Accompagnato da una scia di sangue, il giovane Cacciatore inciampò a terra, portandosi la mano alla bocca, mentre uno strano desiderio di ridere iniziava a farsi strada dentro di lui.
“No... non così...” pensò infuriato.
Aveva pensato che, attraverso la sua Semblance, sarebbe stato capace di arginare facilmente gli effetti della tossina che aveva reso famoso lo stesso Joker: il gas smiley, una ricetta venefica che aveva la capacità di stimolare l’euforia di una persona a livelli potenzialmente letali.
Joker ridacchiò di gusto.
<< Gas venefico brevettato da Joker, ragazzino! Lo sai, tuo padre era un po’ come la mia vecchia nemesi... mai riuscito a strappargli un sorriso, neanche una volta! Almeno avrò la soddisfazione di farlo con te! Ripensa alle mie parole, marmocchio, ma mi raccomando... cerca di non MORIRE dal ridere! >>
Cominciò ad allontanarsi, canticchiando un’allegra melodia. Dopotutto, aveva ancora così tante persone con cui giocare! E sotto sotto sperava che anche il ragazzo sarebbe sopravvissuto. Avevano ancora molto tempo da recuperare assieme!
Kirby poté solo fissarlo con odio, mentre calde lacrime cominciarono a scivolargli dagli occhi. Fu allora che il suo corpo venne avvolto da un lampo di luce…





Boom! E così finisce la seconda parte di questa battaglia. 
Molti dei nostri Time Warriors sono messi male, ma alcuni di loro sono riusciti a portarsi a casa qualche vittoria.
Nel prossimo capitolo ci concentreremo anche sulla battaglia aerea tra il Dottore, Ruby e Starscream, e sullo scontro che vedrà coinvolti Blitzwing, Penny e Harley Quinn. E ovviamente proseguiremo la battaglia tra Megatron e Thor!
Per chi non lo sapesse, le statue che hanno aggredito Accelerator sono Angeli Piangenti, una razza molto potente di creature provenienti dall'universo di Doctor Who.
Detto questo... alla prossima!
  
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