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Autore: Elfa    12/08/2021    1 recensioni
Due fratelli che si reincontrano, quando entrambi credono di aver perso tutto ciò che hanno di più caro.
ATTENZIONE: contiene SPOILER dalla prima stagione di Loki.
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Thor
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Reincontro


Loki afferrò la balaustra, stringendone il bordo così forte da farsi sbiancare le nocche, fissando la gigantesca statua di Colui che Rimane che torreggiava al centro della TVA. O almeno, di quella TVA. Come ti chiami, quale è il tuo nome... le parole di Mobius gli ronzavano ancora in testa come un fischio costante, quasi stordendolo.

Pensa Loki. Pensa. Non ti conoscono, sei chiaramente nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ed ora devi toglierti da lì.

Il Dio dell'Inganno ascoltò B15 chiedere rinforzi via radio e si staccò dal parapetto, barcollando all'indietro, la testa che girava come in preda ad una vertigine, andando ad urtare la donna e Mobius, lì accanto.

“Devo... devo andare...” balbettò l'asgardiano, infilandosi a passo veloce tra gli scaffali degli archivi, senza ancora mettersi a correre, ma avvertendo chiaramente una sensazione di urgenza.

“Aspetta! Cosa...” Avvertì la voce di Mobius inseguirlo e accelerò il passo, cercando di confondersi tra i tanti ligi impiegati della TVA che correvano qua e là in preda al panico, cercando di mettere una pezza in quel caos temporale che anche lui aveva contribuito a creare.

Si mosse in fretta attraverso le stanze e i corridoi di quella labirintica sede con disinvoltura, malgrado di tanto in tanto trovasse dei particolari che non tornavano, come un colore diverso, una porta che prima non c'era, uno strano orologio a molte lancette dove prima c'era un monitor... si accorgeva di quelle differenze, in fondo aveva vissuto in quel posto per... quanto? Ore? Giorni? Settimane? Il tempo era strano lì.

La mensa era deserta, in fondo, chi avrebbe mangiato in una situazione del genere? Si lasciò cadere pesantemente su una delle sedie, lasciando scorrere pochi istanti per calmare il respiro, mentre infilava una mano nella tasca dei pantaloni, estraendo il tempad che aveva sottratto, non senza una certa abilità, a B15 giusto poco prima. Fissò il congegno, incerto, muovendosi tra le varie opzioni, anni e luoghi tra cui scegliere. Che cosa doveva fare? Quale era il momento giusto? Subito prima della Stark Tower, forse... avrebbe potuto apparire nell'istante successivo a quando il tesseract gli era apparso ai piedi, magari in quel modo avrebbe pure risolto quel casino temporale che era stato il suo evento nexus, ma si sarebbe trattato di passare da una prigionia ad un'altra. Magari qualche tempo dopo, ad Asgard, poteva evitare che Frigga... o... esitò per un attimo, prima di trarre un lungo respiro. In realtà sapeva quando doveva andare: due dei dell'inganno sembravano essere troppi per una sola realtà, quindi il momento doveva essere dopo la sua dipartita per mano di Thanos. Loki rabbrividì al pensiero, iniziando ad inserire la data nel dispositivo. E per il dove... La Terra e precisamente... beh, pensò di scegliere ancora la torre Stark, ma tra le opzioni disponibili lo sguardo gli cadde su una in particolare: Nuova Asgard... si fermò, interdetto.

“Asgard...” Mormorò, a voce bassa, corrugando la fronte in un'espressione concentrata. Thor aveva creato una colonia? O era solo una bizzarra coincidenza?

Selezionò la destinazione quasi sovrappensiero e il familiare rettangolo traslucido si aprì davanti a lui, facendogli intravedere uno scorcio si mare, cielo ed erba.

“Fermo!” La voce imperiosa di B15, in piedi, insieme ad altre due guardie all'ingresso della mense diede al Dio la motivazione necessaria ad abbandonare gli indugi. Loki scattò in piedi, facendo cadere la sedia durante il movimento, gettandosi praticamente dentro il portale, che si richiuse alle sue spalle, prima che i cacciatori potessero raggiungerlo.

Rotolò sull'erba, tenendo stretto il tempad, questa volta avendo cura che non si danneggiasse nella caduta, come già successo “scendendo” dal treno.

Il mondo smise di roteare e Loki si trovò steso a terra, la faccia premuta contro il terreno e le narici piene dell'odore dell'erba fresca e di un vento che odorava di salsedine. Si tirò su, inginocchiandosi sull'erba e gettando indietro i capelli, osservando un cielo striato dai colori del tramonto, un incendio di rosso e viola su uno sfondo ceruleo.

“Midgard...” Mormorò il moro, facendo girare lo sguardo sul paesaggio, quasi stordito. Si prese qualche istante, prima di rimettersi in piedi. La sua speranza era che dall'altra parte, in mezzo al caos delle mille diramazioni, nessuno avesse tempo e voglia di mettersi sulle sue tracce.

Mosse qualche passo in avanti, cercando qualche punto di riferimento. Il pendio risaliva gradualmente verso una strada asfaltata su cui capeggiava un grande cartello bianco. Benvenuti a Nuova Asgard. Ad occhio, c'era ancora da camminare parecchio...


*


Non riconobbe subito il posto, in fondo lo aveva visto solo una volta, nel grottesco show della sua vita che Mobius gli aveva fatto vedere appena arrivato alla TVA, ma quelle lunghe rocce piatte erano le stesse su cui lui e Thor si erano seduti ad ascoltare Odino che preannunciava loro il Ragnarok. Ed ora... ora lui gli dava le spalle, seduto su una di quelle rocce, fissando davanti a sé, probabilmente immerso nei propri pensieri. Non si era accorto di lui, ma Loki riconosceva quei lunghi capelli biondi, e le spalle larghe, anche se infagottate in larghi abiti da terrestre.

“Thor...” La voce gli uscì dalle labbra rotta, cogliendolo impreparato, quasi di sorpresa. Gli tornarono in mente le parole della sua versione più vecchia: Mi mancava mio fratello... e mi chiedevo se io mancassi a lui... Gli era mancato? A lui si. O forse si era reso conto di non voler morire così, portando rancore. Aveva provato invidia? Certo. Avrebbe desiderato il posto, il ruolo, gli onori del fratello? Certo che si. Ma non lo odiava. Forse non lo aveva mai fatto. Aveva odiato Odino per le sue menzogne, questo si, ma a quel punto che importanza aveva? Si schiarì la voce. “Fratello...” Lo chiamò di nuovo e a quel punto Thor si voltò, fissandolo con gli occhi bicromi e un'espressione vacua che Loki scambiò per freddezza. Sollevò i palmi della mani, come a fermare parole o azioni del fratello. “Giuro che posso spiegare tutto.” Assicurò. Con suo disappunto, tuttavia, Thor gli diede di nuovo le spalle, borbottando.

“Dannazione... ha ragione Valchirya... bevo troppo.”

“Cosa... io... OUW!” La lattina di birra eseguì una parabola in aria sopra la testa di Thor, centrando in pieno il sopracciglio del più giovane dei figli di Odino. “Per che cos'era quello?” Chiese Loki, sbottando, massaggiando il punto offeso e a quel punto sostenendo lo sguardo sorpreso del fratello.

Thor si sollevò in piedi e per un istante Loki temette che stesse per richiamare il martello.

“Che razza di scherzo crudele è questo?” Chiese il biondo, facendo un passo verso l'altro, lo stupore dipinto sul volto. Loki scosse il capo, alzando di nuovo le mani, in un gesto che invitava alla calma.

“Nessun trucco questa volta, lo giuro.” Assicurò, allargando le braccia. “Sono solo io.” Fece un passo avanti, verso il fratello, scoprendosi a sorridere all'espressione attonita di Thor.

“Come...” La domanda restò sospesa nell'aria, tra loro, senza che il dio del tuono riuscisse a concluderla. Non che questo costituisse un problema per il suo loquace fratello.

“Beh, la storia è piuttosto lunga, ma se dovessi sintetizzarla in poche parole potremmo dire che...” Le parole gli morirono in gola, quando sentì Thor afferrarlo per la camicia e strattonarlo, quasi sollevandolo da terra, il volto trasformato in una maschera di rabbia.

“Tu, razza di...” I loro volti erano talmente vicini che Loki avrebbe potuto contare i peli sulla barba del fratello. “Ti sei divertito?” Gli ringhiò addosso, ricevendo in risposta uno sguardo confuso. “Ti diverti a guardarmi mentre mi contorco per il dolore sul tuo corpo freddo?“ Ansimò il biondo, stringendo di più la stoffa della camicia del dio dell'inganno. “Per quante volte ancora dovrò guardarti morire solo perché tu possa dopo saltare fuori come nulla fosse?” Urlò Thor, rovesciando sul fratello il suo carico di dolore e rabbia, accumulato negli anni. “Tu non hai idea...”Annaspò, come se la rabbia gli togliesse il fiato e le parole. “Ho perso tutto ciò che potevo perdere. Nostro padre, nostra madre, il nostro mondo... te.” Scosse il capo. “Credevo di impazzire di dolore. E tu spunti fuori con il tuo sorriso soddisfatto.” Ringhiò. “Devo essere stato uno spettacolo esilarante per il dio dell'Inganno.” Esalò, con disprezzo. Loki restò in silenzio, solo guardando il fratello, infine incapace di sostenerne lo sguardo, che sulle ultime parole si era velato di lacrime più che di rabbia, senza riuscire a rispondere a quel fiume di domande. “Quindi dimmi...” Sibilò ancora Thor, la voce avvelenata dal dolore e dalla rabbia. “Quale... quale astuta, ben costruita bugia hai in serbo per me, fratello?” Chiese, in una domanda che Loki non capì se fosse sincera o retorica.

“Mi dispiace.” Mormorò, incapace di sostenere lo sguardo dell'altro, posando le mani sulle sue, facendo pressione affinché mollasse la presa sulla sua camicia. “Non ho nessuna bugia da raccontare, questa volta.” Mormorò, ora rialzando lo sguardo sul biondo. “Per quanto possa sembrare incredibile, nulla di ciò che hai visto accadere nei miei ultimi momenti è stato una bugia.” La presa di Thor si allentò, Loki parlò a voce bassa. “Per me è difficile da spiegare... o da capire. Negli ultimi tempi sono successe talmente tante cose che a ripensarci la testa mi scoppia.” Confessò, con un sorriso amaro, il pensiero che subito corse a Sylvie, a Mobius, ai Loki alla fine del tempo... a Colui che rimane. Deglutì, scuotendo il capo. “Per la verità non dovrei nemmeno essere qui... e non so che tipo di conseguenze potrebbero avere le mie azioni per me, per noi, per... per questa linea temporale.” Esalò, quasi d'un fiato. Thor lo aveva lasciato andare ed ora lo fissava come se lo vedesse per la prima volta. Loki, prese un respiro. Se c'era una cosa, una sola, che sapeva al di là di ogni ragionevole dubbio, era quella. “Una cosa però te la posso dire... quando ho avuto la possibilità di venire qui... non ho esitato a prenderla nemmeno per un secondo.” Assicurò, di nuovo sostenendo lo sguardo del fratello.

Thor lo guardò, con una strana smorfia sul volto, per poi scrollare il capo, allungando un braccio ad afferrare quello del fratello, attirandolo a sé. “Che vada tutto in rovina.” Bofonchiò, traendo a sé il fratello e stringendolo in un abbraccio che aveva atteso da molto. “Sei fortunato che il mio bisogno di abbracciarti superi il mio desiderio di lanciarti giù dalla scogliera.” Lo redarguì, senza lasciarlo andare.

Loki sorrise appena, rispondendo all'abbraccio dell'altro, avvertendo quel contatto, la sensazione degli indumenti che premevano contro la pelle, il calore dell'altro, un odore neanche troppo vago di alcolici scadenti. Thor non doveva aver passato momenti facili.

Il Dio dell'Inganno fece un passo indietro, osservando il fratello con occhio critico. “Sei ingrassato.” Osservò, lapidario, prendendosi uno spintone dal fratello.

“Fottiti, Loki.” Bofonchiò, strappando al moro una risata amara.

“Ah... ci ho provato. Ci ho provato davvero. Non è andata molto bene.” Ammise, con una smorfia.

“Cosa?”

Loki esitò per un momento, aprendo la bocca per parlare, ma senza che dalle sue labbra uscisse nulla, se non un ungo respiro. Scosse il capo, alzando gli indici, come a enfatizzare le sue parole. “E... e se ti dicessi che ho viaggiato nel tempo, scoperto che esistono infiniti universi e che ho, del tutto accidentalmente, incasinato la linea temporale?” Chiese, parlando velocemente. Thor parve incassare il colpo, lo sguardo che si fece torvo.

“Sarebbe la balla peggiore che tu mi avessi mai raccontato. La menzogna più pessima nella storia delle menzogne e...” Esitò, notando che Loki sosteneva il suo sguardo. Sollevò il sopracciglio. “Aspetta, sei serio?”

“Beh, l'aver semidistrutto la linea temporale potrebbe non essere stato del tutto un incidente.” Ammise, infine, stringendo le labbra e guardando negli occhi il fratello, che sbuffò.

“Questa conversazione richiede almeno qualche boccale di birra.”

“Ah, sì... beh, io passo. L'ultima volta che ho bevuto troppo sono saltato giù da un treno in corsa rompendo l'unica possibilità che avevo di andarmene da una luna in rotta di collisione con un pianeta, quindi... io parlo e tu bevi.” Concluse, mentre Thor si lasciava andare ad una smorfia che poteva sembrare disgusto, sollevandolo entrambe le mani e facendo un cenno di diniego con la testa.

“Va bene, basta.” Ordinò, lapidario, voltando le spalle a Loki e cominciando a incamminarsi lungo la strada, scuotendo il capo. “Non parlare più. Non voglio sapere altro fino a quando non saremo a casa e avrò stappato la prima birra.” Ordinò, senza voltarsi indietro.


*


Buongiorno a tutti, o buonanotte, a seconda dell'ora in cui leggerete questa fanfic.

Non so se si trasformerà in una long, ma sentivo il bisogno quasi fisico di mettere per iscritto questo incontro tra i due fratelli, sentivo il bisogno di dare a Loki una specie di lieto fine, visto che questo personaggio è ormai l'emblema del mai na gioia.

L'idea ronzava in testa da un po', poi su twitter mi imbatto in una illustrazione di Keiidakamya e da lì parte l'illuminazione. Spero che vi divertiate a leggere questa breve storia quanto io mi sono divertita a scriverla.

  
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