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Autore: RedelNord    13/08/2021    0 recensioni
La storia riprende gli eventi accaduti in The North Remembers. Si svolge a partire dalla settima stagione della serie. I personaggi sono gli stessi. Ma la storia è destinata a cambiare.
Genere: Drammatico, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Jon Snow, Nuovo personaggio, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza che gli avevano dato era piccola, spoglia, fredda, ma non era tanto importante per lui: non c’erto abituato a chissà quali confort: da Karhold al campo dei ribelli, passando per Grande Inverno, le stanze dove aveva alloggiato non erano certo foderate di comodi cuscini di seta, e addobbate come la fortezza rossa durante qualche compleanno.
Ma tanto che ne sapeva lui, era un uomo del nord, ed essere un uomo del nord significa vivere scomodi per tutta la vita, e anche dopo in realtà, le tombe sono in pietra, molto scomode, si insomma, probabilmente li facevano vivere scomodi apposta, così che si abituassero all’eterno sonno della scomodità.
Poveri i bambini del nord che morivano e sperimentavano la grande scomodità prima ancora di essersi fatti le ossa durante la vita.
 
 
Mikarion si tolse la cappa, i guanti e la casacca, rimase solo con la camicia grigio sbiadito, si sarebbe tolto altro per andare a dormire ma qualcuno bussò alla sua porta…
 
“Avanti.”
Si palesò Missandei, l’ultima persona che Mik si sarebbe aspettato, rimase stupito, perché se la consigliera della regina era lì era quasi certo che non fosse stata un’idea sua.
 
“La regina vuole vederti, ti prego di seguirmi.” Detto questo si voltò, aspettandosi già di sentirlo camminare dietro di lei, ma lei non conosceva Mik.
“Ti ha detto perché mi vuole vedere?” Chiese lui, diffidente come sempre, rimanendo esattamente dov’era.
Missandei si voltò: “no, dovremmo affrettarci comunque.”
 
In altre circostanze Mik avrebbe insistito ma era veramente stanco, non gli andava proprio di mettersi a questionare con la ragazza ex schiava, anche perché ogni tanto si ripeteva da solo: ragazzo mio, se avesse voluto uccidervi l’avrebbe già fatto… Sì ma magari far fuori me non cambierebbe molto, del resto chi sono io?
Meglio non pensare a quello, in ogni caso occhi aperti, sempre e con tutti.
 
Arrivarono alla stanza della regina, Missandei aprì e vi si addentrò avvolgendosi dell’oscurità e della luce arancione e traballante del caminetto.
Mik fu più titubante ma alla fine entrò.
 
La regina dei draghi stava seduta su una poltrona vicino al caminetto, rivolta verso la porta, aveva scrutato Mik, fin da quando aveva varcato la soglia, gli occhi grigioverde lo avevano studiato penetrandolo nel profondo. Quegli occhi magnetici non lasciavano scampo.
“Siediti pure… Mik.” Asserì lei, indicando la poltrona vuota che stava davanti alla sua.
Il ragazzo attese, si guardò attorno, come per assicurarsi che non vi fossero Dothraki pronti a tagliarlo in due, o qualche drago nascosto sotto il letto.
Si sedette, nervoso.
“Puoi lasciarci.” Aggiunse Daenerys facendo un cenno alla sua consigliera, che chinò il capo, prima di andarsene richiudendo la porta.
 
Seguirono diversi istanti di silenzio, interrotti ogni tanto dallo scoppiettio del fuoco nel caminetto, che illuminava i volti, rendendo la metà destra di lei e sinistra di lui, illuminate, e le loro parti opposte, oscure.
 
Mik osservò la stanza: non era tanto più grande della sua, allora era una cosa del castello, il letto era liscio, perfettamente in ordine, poco arredamento, non sembrava certo la stanza di una regina, ma probabilmente anche la Non Bruciata era una abituata alla scomodità.
 
“Non ti chiedi come mai ti ho convocato?” Introdusse lei, rompendo quel, fin troppo prolungato, silenzio.
“In effetti è così, ma dalle mie parti è abitudine che chi invita inizi a parlare.” Rispose Mik, senza esimersi dall’aggiungere una punta di sarcasmo nelle sue parole, non voleva dare l’impressione a lei di essere padrona della conversazione.
 
“Sembra che la tua regina sia l’unica persona a cui non riservi un tono sprezzante.”
Quelle parole fecero tuffare Mikarion nei ricordi, no, anche per lei ho avuto parole di quel genere…
Daenerys vide che il ragazzo era caduto nei meandri della sua mente, incastrato nei suoi anfratti, come in una grotta, così decise di passare oltre.
 
“Chi sei tu Mikarion?”
 
Quella domanda fece eco nella testa del giovane, che se la pose per conto suo, non trovando risposta alcuna…
“Questa domanda… Me la faccio ogni giorno, non ho mai trovato una risposta, sono come uno degli uomini senza volto… Tutti… E nessuno…”
 
“Segui Arya Stark perché è la tua regina, perché è una Stark, o perché credi in lei? O magari… C’è qualcosa di più profondo… Non so per quante persone lei parlerebbe come ha parlato per te.” Gli occhi della regina dei draghi di nuovo stavano scavando in profondità, mentre le sue mani rimanevano unite, intrecciando le dita, e i piedi erano incrociati… Era vestita come quando aveva ricevuto gli ambasciatori del nord.
Ed era bellissima, proprio come allora…
 
“Forse per tutti i motivi, mia signora… Seguo Arya Stark perché credo che sia e sarà un ottima regina, perché ho giurato fedeltà alla sua famiglia, e perché è la mia regina…” Mik mantenne il contatto visivo, per far mostra della sua forza di volontà, se la Distruttrice di Catene lo voleva mettere alla prova, lui doveva resistere. Non avrebbe ceduto di un passo.
 
“Sembri molto sicuro di te… Eppure…”
 
“Eppure cosa, maestà.” La incalzò lui, aspettando, sentendosi ancora invadere da quegli occhi magnetici.
 
“Eppure io ti ho osservato, Mikarion, e ho visto un uomo… Un uomo che ha vissuto molto nonostante la giovane età, un uomo che ha visto troppo dolore, troppa morte, e comunque non se ne sottrae, forse è perché è obbligato, forse perché non ha altra scelta, ma in cuor suo sa che in realtà: di quel dolore, di quella more, della guerra… Non può fare a meno…”
 
Mik sentì una fitta allo stomaco, mentre sentiva le parole di lei… La sua voce era calma, ma quella parole lo mettevano in agitazione, sudava, ma si prodigò per non farlo notare, non voleva perdere il confronto.
 
“Un uomo vuoto… Che va avanti perché deve… Ragione per dovere, per giuramenti, per promesse, per dogmi ed etichette… Un uomo che ha soppresso la sua parte sensibile, l’ha seppellita sotto tutti quei cadaveri che si porta dietro ovunque vada…”
 
La regina concluse, accavallando la gamba sinistra…
 
“Ho ragione?”
Mik fu colto alla sprovvista, ma non rispose, e decise di passare al contrattacco, perché anche lui, aveva qualcosa da dire.
“Anch’io vi ho osservata… Ho visto una donna forte, con una grande volontà, una grande stima di se stessa, ho visto una guerriera, una sopravvissuta… Eppure non ho visto un drago…”
Quell’ultima affermazione fece rimanere Daenerys indispettita, lievemente ma era evidente.
 
“Ho visto un uovo di drago… Fuori potrà anche essere forte, solido, resistente al fuoco, ma dentro… Dentro conserva tanta fragilità, tante insicurezze, tanta paura… Dentro ho visto una ragazza spaventata, che attraverso quegli occhi manifesta dolore, incertezza e sofferenza. Perché è questa la vita della regina dei draghi: una vita di perenna malinconia… Solitudine, avevi trovato l’amore della gente ad Essos, lo so… E qui invece cosa trovi? Solo guerra e morte…
Ti senti fuori posto, e così decidi di agire diversamente: non vuoi diventare come tutti gli altri, eppure vedo che una parte di te lo vorrebbe, attaccare la capitale, bruciare tutto, portare fuoco e sangue!
Ma sai che non lasceresti alcun segno, se non il terrore, non avrai quell’amore di cui tanto sai di aver bisogno… È questo il punto Daenerys Targaryen; tu non sei mai stata amata da nessuno, la gente ti apprezzava perché le hai dato la libertà, ma le persone sono banderuole… Tu vuoi un amore incondizionato, un amore che resti…
 
E se non dovessi ottenerlo, non so cosa potresti diventare, e non lo sai nemmeno tu… Non so cosa potrebbe uscire dall’uovo… Quando un Targaryen nasce gli dei lanciano una moneta, e il mondo trattiene il fiato… La tua moneta è stata lanciata Daenerys, ma ancora non è caduta…”
 
 
La regina dei draghi rimase impassibile, nonostante il suo volto fosse un ventaglio di infuriate emozioni contrastanti… I suoi occhi ora non guardavano più all’esterno, ora osservavano all’interno, come se non avessero mai conosciuto a chi appartenevano.
 
Mik si alzò, non gli sembrava ci fosse altro da aggiungere, ma la regina dei draghi qualcosa da aggiungere lo aveva: “mi hai parlato con sincerità fino ad ora, Mik?”
Lui annuì, e lei comprese, il suo sguardo era sincero.
 
“Anche su quello che mi hai detto su… L’esercito dei morti, sei stato sincero?”
Mik annuì nuovamente, rimanendo a guardare la regina dei draghi, che era in procinto di aggiungere qualcosa.
“Mi mentiresti mai Mik?”
 
Lui attese, avrebbe potuto mentirle? Forse, le menzogne sono un’arma difficile da usare, ma il giovane Karstark non era nuovo ad esse, così non volle dare false speranze ma nemmeno perdere di credibilità.
“Non su questo…” Concluse andandosene, lasciando alle spalle, l’esperienza di quella notte.
 
 
 
Angolo autore:
Ciao ragazzi, lo so, ho aspettato tanto, ma la realtà è che mi sono molto scoraggiato, non avevo più molta fiducia in questa storia, e sono stato tentato di lasciare tutto. Non so se proseguire se devo essere sincero, non che non sappia come fare, è che non so se effettivamente qualcuno di voi lo voglia, io spero tanto di avervi intrattenuto, e vi mando un forte abbraccio.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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